I FATTORI DI RISCHIO
PREOPERATORIO E
INTRAOPERATORIO
Giovanni D’Ambrosio
Anatomia Chirurgica e Corso di
Operazioni sull’Addome
Centro Benedetto Acquarone
19 Marzo 2005
IL RISCHIO PREOPERATORIO
La valutazione preoperatoria e la preparazione
all’intervento sono passaggi centrali nel
percorso chirurgico in grado di incidere :
1.
2.
3.
4.
5.
Sui tempi di recupero
Sulle complicanze
Sui risultati immediati e a distanza
Sulle sequele
Sulla vita stessa del paziente
Il percorso preoperatorio:
TIMING CHIRURGICO
La morbilità e la mortalità operatorie sono
legate al “livello” delle procedure e alla
“abilità” del chirurgo
Individuare e correggere i fattori di rischio
chirurgico è la premessa indispensabile al
successo della terapia
ASA SCORE
(American Society Anestesiologists)
• ASA I – Nessun disturbo organico, fisiologico, biochimico o
psichiatrico
• ASA II – Paziente con lievi malattie sistemiche che non esitano in
limitazioni funzionali. (Es. ipertensione ben controllata, diabete
mellito non complicato)
• ASA III – Paziente con malattie sistemiche gravi che risultano in
compromissione funzionale. (Es. diabete mellito con complicazioni
vascolari,pregresso infarto del miocardio, ipertensione non
controllata)
• ASA IV – Malattia sistemica grave che determina un costante
pericolo di vita. (Es. insufficienza cardiaca congestizia, angina
instabile)
• ASA V – Paziente moribondo, che si ritiene non possa sopravvivere
né con, né senza intervento. (Es. aneurisma aortico in rottura,
emorragia cerebrale con pressione intracranica elevata)
• ASA VI – Paziente con morte cerebrale dichiarata, i cui organi
vengono prelevati per il trapianto.
• E – Necessità di intervento in emergenza. (Es. ASA I E paziente
sano operato per appendicectomia d’urgenza)
Fattori che influenzano il rischio
della procedura chirurgica
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Età > 70 anni
Stato fisico globale
Intervento in elezione vs. intervento d’urgenza
Numero e tipo di malattie associate
Diatesi emorragica personale o familiare
Allergia a farmaci e in particolare ad anestetici o
trattamenti farmacologici in atto
Stato nutrizionale
Rischio tromboembolico
Rischio respiratorio
Rischio cardiocircolatorio
PROTOCOLLO PREOPERATORIO STANDARD
• Esame emocromocitometrico
• Proteine dell’infiammazione: PCR, VES
• Assetto coagulativo
• Prove di funzionalità epatica e renale
• Marcatori dell’epatite
• ECG ed ecocardiogramma al fine di definire la
dinamica cardiaca
• Rx torace e prove di funzionalità respiratoria
Screening e strategie preventive delle
infezioni batteriche
•
Staffilococco: 20% della popol. Portatore sano, 60% è portatore
intermittente. Fosse nasali. Sono responsabili del 35% delle infezioni del
sito operatorio (ISO) in cardiochirurgia e ortopedia.
–
•
Portatore sano Staphilococcus Aureus Meticillino Resistente (SARM): lo
si ritrova nel 50% delle ISO. I fattori di rischio sono le rianimazioni,
riabilitazioni, lungodegenze, lesioni cutanee croniche
–
•
RACCOMANDAZIONI: Screening nasale al personale e al paziente da operare
se il tasso dei ISO>2%. Si raccomanda l’uso della MUPIROCINA.
RACCOMANDAZIONI: screening nasale nei pazienti da sottoporre ad intervento
chirurgico o ortopedico provenienti da rianimazione o lungodegenze o con
lesioni cutanee croniche
Altri batteri: il 60% dei casi di ISO sono dovute ad altri batteri; tra essi i
multiresistenti sono il 3%
L’INFEZIONE BATTERICA SENZA RAPPORTO CON L’INDICAZIONE
OPERATORIA DEVE INDURRE A DIFFERIRE L’INTERVENTO SE NON
URGENTE. SE L’INTERVENTO CONTRIBUISCE AL TRATTAMENTO
DELL’INFEZIONE, DEVE ESSERE PRECEDUTO
DALL’ANTIBIOTICOTERAPIA. SE IL PAZIENTE PROVIENE DA UNA
STRUTTURA A FORTE PREVALENZA DI BATTERI METICILLINO
RESISTENTI E’ RACCOMANDATO LO SCREENING PER EVIDENZIARE I
PORTATORI SANI
Consensus Conference, Societè Francaise d’Higiene Hospitaliere, Parigi 5 marzo 2004
Screening e strategie preventive delle
infezioni batteriche
Screening e strategie preventive preoperatorie delle infezioni virali
(HIV, HBV, HCV): la trasmissione dei tre virus avviene per esposizione
accidentale al sangue (AES).
Raccomandazioni: la condotta da tenere in caso di AES deve essere
affissa in tutte le sale operatorie.
• Le precauzioni standard devono essere applicate da tutto il personale
curante e per tutte le procedure invasive.
• La vaccinazione antiepatite B è obbligatoria per tutto il personale sanitario.
Dopo la vaccinazione è raccomandato il controllo del titolo anticorpale che
deve essere superiore a 10UI/L.
• In caso di AES è raccomandato di sottoporre il paziente alla determinazione
degli anticorpi contro HCV e HIV dopo aver ottenuto il suo consenso. In caso
di AES che metta in pericolo il sanitario e che richieda terapia antiretrovirale, la determinazione degli anticorpi contro HCV e HIV in un paziente
che non possa fornire il proprio consenso (anestesia generale) è accettabile.
Non è raccomandato lo screening sistematico di professionisti sanitari per il
rischio HIV e HCV.
Consensus Conference, Societè Francaise d’Higiene Hospitaliere, Parigi 5 marzo 2004
Screening e strategie preventive delle
infezioni batteriche
• Screening e strategie preventive preoperatorie delle carenze
nutrizionali: la morbilità postoperatoria, e in particolare le
complicanze infettive, è più elevata nei pazienti denutriti. La
nutrizione parenterale standard preoperatoria da sola non consente
di ridurre il rischio infettivo. L’integrazione enterale di immunonutrimenti potrebbe ridurre il rischio infettivo di tutti i pazienti.
• Raccomandazione : non è raccomandata la somministrazione di
sola nutrizione parenterale standard nel preoperatorio. In chirurgia
oncologica digestiva un’integrazione postoperatoria comprendente
degli immuno- nutrimenti può essere proposta a tutti i pazienti. E’
raccomandato di mantenere la glicemia inferiore a 120g/l durante il
periodo postoperatorio
Consensus Conference, Societè Francaise d’Higiene Hospitaliere, Parigi 5 marzo 2004
Nel preoperatorio, quali misure di igiene, di
disinfezione cutaneo-mucosa e di
decontaminazione risultano efficaci per limitare
il rischio infettivo?
• Le infezioni del sito operatorio sono spesso di
origine endogena, cioè i microrganismi
responsabili dell’infezione provengono dal
paziente stesso.
• La pelle ospita numerosi microrganismi e
possiede una flora resistente e una flora
transitoria. I batteri di questa flora, penetrati
nell’organismo in occasione di un atto chirurgico
o esplorazione invasiva, possono provocare
infezioni . Questa flora cutanea non può esser
soppressa totalmente, ma può esser ridotta in
occasione della preparazione cutaneo- mucosa.
Consensus Conference, Societè Francaise d’Higiene Hospitaliere, Parigi 5 marzo 2004
Igiene e pulizia preoperatoria che deve
tenere il paziente (1)
•
IGIENE ORALE: sono disponibili pochi dati al di fuori della chirurgia orale.
Raccomandazioni: La pulizia dei denti è necessaria per tutti gli operati e
rientra nel quadro dell’igiene di base. In cardiochirurgia e in chirurgia
orale è fortemente raccomandato di praticare degli sciacqui orali con
prodotti antisettici nel pre e post operatorio.
• DOCCIA (CAPELLI COMPRESI) : il beneficio della toilette preoperatoria è
indiscutibile, non esistono prove della superiorità della soluzione
saponosa antisettica in confronto con un sapone neutro. La toilette
preoperatoria diviene oggetto di un protocollo di informazione del
paziente e verifica della qualità di realizzazione.
Raccomandazione: è fortemente raccomandato di effettuare almeno una
doccia preoperatoria con soluzione saponosa antisettica. E’
raccomandato di eliminare gli orecchini, gli anelli, i piercing prima
dell’intervento.
• TENUTA DEL PAZIENTE: non esiste in letteratura alcun elemento in
merito.
Raccomandazione : è raccomandato che il paziente sia abbigliato con una
veste in microfibra.
• PREPARAZIONE COLICA: nella chirurgia colorettale, la preparazione
meccanica del colon non sembra efficace nella prevenzione del rischio
infettivo.
Raccomandazioni : in chirurgia colorettale si raccomanda di non eseguire la
preparazione
meccanica
del Francaise
colon. d’Higiene Hospitaliere, Parigi 5 marzo 2004
Consensus
Conference,
Societè
Igiene e pulizia preoperatoria che deve
tenere il paziente (2)
•
TRATTAMENTO DELLE ZONE PELOSE: L’assenza di depilazione della
zona operatoria confrontata con la depilazione della stessa si associa a
un tasso di ISO minore. Se la depilazione è indispensabile, deve essere
realizzata appena prima dell’intervento, ma è sconsigliabile effettuarla in
sala operatoria.
Raccomandazioni : è raccomandato di privilegiare la non depilazione, a
condizione che non vi siano degli imperativi pre o postoperatori. Se le
condizioni locali giustificano la depilazione, si raccomanda di privilegiare
la tosatura o la depilazione chimica. E’ fortemente raccomandato di non
eseguire la rasatura meccanica il giorno prima dell’intervento.
• LA DISINFEZIONE CUTANEA E MUCOSA DEL SITO OPERATORIO: la
preparazione del campo operatorio comporta una tappa di detersione
mediante soluzione saponosa antisettica seguita da risciacquo con acqua
sterile e poi dall’applicazione dell’antisettico appartenente alla stessa
categoria del prodotto impiegato per la doccia. La preparazione del
campo operatorio deve rispettare delle procedure consolidate, scritte e
portate a conoscenza di tutto il personale incaricato della loro
applicazione.
Raccomandazioni : è fortemente raccomandato di praticare una detersione
con soluzione saponosa antisettica seguita da disinfezione ampia del
campo operatorio. E’ raccomandato privilegiare un antisettico alcolico.
• PREPARAZIONE DEL CAMPO CHIRURGICO : l’impiego di teli di cotone
non è più accettabile per la scarsa capacità di barriera, per l’assenza di
sicurezza in rapporto ai liquidi biologici e per la sua importante emissione
di particelle volatili.
Raccomandazioni : è fortemente sconsigliato l’impiego di tessuti 100% in
cotone.
Consensus Conference, Societè Francaise d’Higiene Hospitaliere, Parigi 5 marzo 2004
Nel preoperatorio, quale organizzazione
pratica mettere in atto per ridurre il rischio
infettivo? (1)
•
INFORMAZIONE DEL PAZIENTE SUI RISCHI DI INFEZIONE E DEI MEZZI
DI PREVENZIONE.
Sul piano regolamentare e medico legale vi è l’obbligo di informazione sui
rischi infettivi operatori.
Raccomandazioni : l’informazione del paziente deve indicare che tutti gli atti
invasivi comportano un rischio infettivo e che saranno impiegati tutti i
mezzi per evitarne l’insorgenza sapendo che tuttavia il rischio 0 non
esiste. Il medico responsabile dell’atto operatorio fornisce al paziente
un’informazione che gli permetta di valutare il rapporto rischi-benefici
dell’intervento. La cartella clinica deve contenere copia scritta
dell’informazione rilasciata al paziente riguardante il rischio operatorio e
in particolare il rischio infettivo.
•
ORDINE DA SEGUIRE SUL PROGRAMMA OPERATORIO : non esistono
studi con riferimento alla successione degli interventi programmati in
base alla classe di contaminazione di Altemeier nell’ambito della stessa
sala operatoria.
Raccomandazioni : conviene mettere in opera e rispettare le misure
preventive delle infezioni nosocomiali, e in particolare delle ISO.
Consensus Conference, Societè Francaise d’Higiene Hospitaliere, Parigi 5 marzo 2004
Nel preoperatorio, quale organizzazione
pratica mettere in atto per ridurre il rischio
infettivo? (2)
• LA RISPONDENZA A REQUISITI DI QUALITÀ IN SALA OPERATORIA:
i requisiti di qualità prevedono la registrazione di tutte le misure di
lotta contro le infezioni, il che permette di ottenere la prova del buon
svolgimento delle attività chirurgiche e consente l’analisi delle
eventuali disfunzioni. Nell’ambito della garanzia della qualità queste
misure devono essere periodicamente rivalutate per migliorare la
pratica clinica. I protocolli scritti, datati e convalidati sono dei
supporti indispensabili per l’evoluzione delle metodiche nell’ambito
del raggiungimento degli obiettivi di qualità.
Raccomandazioni : è raccomandata la messa in atto delle procedure
relative agli obiettivi di qualità per i punti seguenti. La
programmazione delle liste operatorie, l’antibioticoprofilassi, la
preparazione cutanea dell’operando, l’identificazione dei medici che
intervengono, gli elementi costitutivi dello Score ASA, durata
dell’intervento, classe di contaminazione, i materiali e dispositivi
medici impiegati e in particolare gli impianti, le procedure di pulizia,
la cronologia degli eventi.
Consensus Conference, Societè Francaise d’Higiene Hospitaliere, Parigi 5 marzo 2004
IL RISCHIO INTRAOPERATORIO
ANALISI DI 2 VARIABILI
L’AMBIENTE
CHIRURGICO
IL PAZIENTE E LA
SUA PATOLOGIA
In un’indagine condotta da Beecher
su 559548 pazienti operati:
Malattia
Errore chirurgico
Anestesia
N° Casi
%
6325
1428
385
1
0,23
0,06
L’entità del rischio, con il miglioramento
tecnologico e con il miglioramento della qualità
dell’assistenza, è diminuito negli ultimi 40 anni:
INTERVENTO
ANNI ’40
% mortalità
ANNI ’80
% mortalità
Derivazioni biliodig.
16%
4%
Tiroidectomia x
tossic.
8%
1%
Ulcera peptica
perfor.
41%
9,5%
Occlusione
intestinale
37%
0,9%
Cancro esofago
55%
18%
Resezione
gastrica
4%
0,9%
L’AMBIENTE CHIRURGICO
Recentemente le analisi sulla
mortalità operatoria sono diventate
più frequenti soprattutto grazie alla
diffusione dei sistemi di
accreditamento delle strutture
ospedaliere
L’esperienza specifica dell’ambiente
chirurgico e soprattutto
L’ESPERIENZA DELL’OPERATORE
hanno un ruolo preminente sui risultati
Età del
chirurgo
> 50
Tipo di
chirurgia
Colon
N° casi
79
%
complicazioni
21,9
< 50
Colon
158
41,8
> 50
Pancreas
16
0
< 50
Pancreas
72
50
• Tecnica corretta (evitando improprie trazioni,
manovre traumatizzanti, ematomi)
• Rispetto della sterilità
• Rispetto della vascolarizzazione
Prevenzione di suppurazioni, deiscenze
TECNICA DELLE SUTURE
A parità di impermeabilità e tenuta, la
sutura più fisiologica e con minore
incidenza di complicanze è quella
monostrato a punti staccati sottili,
preferibilmente extramucosa ed
invertente sui visceri addominali o
non invertente sul bronco o sulla via
biliare
DRENAGGI
• Rischi connessi a decubiti su organi
parenchimatosi, su vasi e su
anastomosi
• Sono un’ottima spia di eventuali
complicanze e, se gestiti
adeguatamente, possono evitare
reinterventi
EMOSTASI
• Evita il formarsi di ematomi
extramurali che, suppurati, si fanno
strada attraverso la rima
anastomotica che è il luogo di
minore resistenza
E… ANCORA:
• STRUMENTARIO CHIRURGICO: è’ fondamentale
per ottimizzare il lavoro e semplificare le
manovre
• Impiego intraoperatorio di MEZZI DIAGNOSTICI
A FIBRE OTTICHE (esofago-gastroscopi,
coledocoscopi, colonscopi)
• VIDEOLAPAROCHIRURGIA
• POSIZIONE DEL PAZIENTE SUL LETTO
OPERATORIO
• BISTURI ELETTRICO: è una potenziale fonte di
inconvenienti che vanno dalle lesioni di ustioni al
rischio di esplosioni, se impiegato su visceri
occlusi distesi da gas, oppure può indurre
necrosi, fistole, ematomi
Il rischio di dimenticanza di garze, tamponi,
pezze laparotomiche, ferri nella cavità
addominale deve essere evitato con metodi
rigorosi di controllo:
1. Scheda di accesso alla sala operatoria
2. Scheda di intervento
3. Scheda di uscita dalla sala operatoria
LINEE GUIDA – SALA OPERATORIA
• Contenitori metallici a norma per ogni intervento
• Ogni contenitore deve essere contraddistinto da un
numero e deve essere accompagnato da un foglio su cui è
scritto:
–
–
–
–
–
Quali ferri sono contenuti
Quanti ferri sono contenuti
Quando sono stati sterilizzati
La firma di chi li ha controllati
La firma di chi li ha sterilizzati
• Al termine di ogni intervento la strumentista conta i ferri
utilizzati e li ripone nel contenitore firmando il foglio di
controllo
• Sul computer il caposala riporta giornalmente la lista con
il numero dei contenitori usati e con i nomi dello
strumentista utilizzatore ed infermiere sterilizzatore
• Marcatura delle garze al tavolo operatorio
• Conteggio delle garze a fine intervento
• Uniformità di procedure nei tre poli chirurgici
LE CONSULENZE INTERDISCIPLINARI IN
SALA OPERATORIA
• Le consulenze relative ad interventi chirurgici in elezione
devono essere effettuate utilizzando la modulistica delle
consulenze prima dell’intervento al fine di concordare le
strategie operatorie
• Al fine di garantire l’ottimale svolgimento dell’intervento e
per evitare problemi di ordine medico legale è consigliabile
che ogni equipe completa si faccia carico della propria
parte di intervento con descrizioni separate dell’intervento
effettuato
• Il paziente deve essere ricoverato per la degenza
postoperatoria nel reparto di competenza in base alla
importanza e gravità dell’intervento a cui è stato
sottoposto
IL PAZIENTE E LA SUA PATOLOGIA:
in questo caso l’entita’ del rischio (morbilita’ –mortalita’) e’
correlata all’ampiezza dell’exeresi e alla patologia da cui è
affetto questo organo
La durata dell’intervento riflette la complessità dell’operazione
e la capacità del chirurgo e si correla all’incremento del rischio
INFEZIONI IN CHIRURGIA – ASPETTI
INTRAOPERATORI
•
URGENZA DELL’INTERVENTO
– Nei paz. operati d’urgenza (cioè entro 12 ore dal
ricovero) la percentuale delle infezioni sale
all’11.7%
– Nei pazienti operati di emergenza
(immediatamente dopo il ricovero) la percentuale
delle infezioni sale al 12.1%
– Nei pazienti in elezione è pari al 6.7%
•
DURATA DELL’INTERVENTO (IN RAPPORTO
AD INFEZIONI)
– Fattori batterici
– Fattori locali (manipolazioni, contusioni da
divaricatore, numero di suture, emostasi diffusa)
peggiorano la resstenza dei tessuti alle infezioni
– Fattori di estensione (spesso la maggior durata
coincide con ferita più ampia)
– Fattori generali: azione negativa della durata
dell’anestesia, delle piccole perdite ematiche,
dei riflessi neurovegetativi
•
ORARIO DELL’INTERVENTO
orario
% infez.
7:30/9:29
6,5%
9:30/12:29
7,3%
12:30/15:29 7,8%
15:30/23:59 10,9%
00/7:29
8,2%
MOMENTI OPERATORI TECNICI
- corretta esecuzione delle trance di sezione • La trancia deve essere netta, realizzata possibilmente con
strumento tagliente e non folgorante per vedere il buon
sanguinamento e poi eseguire l’emostasi diretta
• Evitare gli ematomi intramurali nei visceri o i versamenti di
sangue nelle cavità sierose (microascessi)
• Controllare la perfetta vascolarizzazione dei bordi tranciati
• La direzione delle linee di sezione: nel tenue e nel colon la
sezione deve essere perpendicolare all’asse mesenteriale
o, leggermente obliqua a spese del bordo antimesenterico
MOMENTI OPERATORI TECNICI
- la vascolarizzazione dei monconi • Suture di segmenti mal vascolarizzati: deiscenza
in III-IV giornata
• Il rischio di devascolarizzazione gastrica è
eccezionale
• Il duodeno non va scheletrizzato oltre i 7-8 mm
• Il tenue e il colon non vanno scheletrizzati oltre 1
cm
• Mantenere l’apporto arterioso e garantire il
deflusso venoso
• Evitare la trazione, torsione, angolazione,
compressione
MOMENTI OPERATORI TECNICI
- l’orientamento delle anastomosi e del cul di sacco • Un cul di sacco che non si svuota è terreno di
coltura per i germi
• Orientare l’anastomosi per evitare stasi o
ristagni
• Il peritoneo ha proprietà plastiche, delimita e
localizza le flogosi settiche; a scopo profilattico
è consigliabile peritoneizzare le anastomosi e
quando non è possibile è meglio porle in sede
retroperitoneale
• La pleura invece è vulnerabile con limitata
proprietà di delimitare le infezioni, uindi il
moncone bronchiale non sicuro va situato
extrasieroso
MOMENTI OPERATORI TECNICI
- la tecnica di sutura • Le infezioni successive ad una sutura possono dipendere
da contaminazione batterica proveniente da:
– Esterno (ambiente chirurgico)
– Tessuti superficiali (cute-mucose esterne)
– Cavità viscerali
•
•
•
•
Si deve proteggere il campo operatorio, lavare, detergere,
antisepsi del campo chirurgico
Contaminazione batterica postoperatoria per sopravvenuti
inquinamenti dovuti a necrosi, filtrazioni, deiscenze,
fistolizzazione delle anastomosi
Le deiscenze in genere non siverificano lungom la linea di
sutura che necessita di una trazione di oltre 1 kg per
lacerarsi, bensì nel tessuto contiguo per fattori discrasici,
circolatori, meccanici
La sutura che risulta più fisiologica è quella in monostrato
a punti staccati intervallati tra i 2 e i 5 mm
Infezione retrograda lungo eventuali vie di drenaggio
MOMENTI OPERATORI TECNICI
- materiali di sutura • I fili devono essere sottili
• I nodi devono essere stretti non oltre un certo
limite
• Il materiale deve consentire una buona aderenza
dei tessuti e durare per un periodo sufficiente
alla cicatrizzazione
• Garantire un adeguato riassorbimento per
evitare la formazione di granulomi e tragitti
fistolosi
• L’assenza dell’effetto “stoppino” cioè di imbibirsi
per capillarità da parte di sierosità organiche
LE INFEZIONI IN CHIRURGIA
- la profilassi preoperatoria L’organismo umano e l’ambiente che lo circonda
sono ricchissimi di germi
Meccanismi di difesa locali e sistemici mantengono
uno stato di equilibrio
Se le difese organiche si abbassano può prevalere
la flora batterica e determinare una infezione
GIA’ CON LA SEMPLICE INCISIONE DELLA CUTE
SI INFRANGE LA PROTEZIONE ESERCITATA
DALLA BARRIERA EPITELIALE DELLA CUTE E
DELLE MUCOSE
LE INFEZIONI IN CHIRURGIA
- fattori condizionanti • Età: nel neonato le difese immunitarie sono incomplete, nel vecchio
c’è una fisiologica riduzione dell’omeostasi, c’è una ridotta “forza
vitale”, poche riserve, scarso recupero, difficile adattamento
• Condizioni generali, stati carenziali, squilibri metabolici:
interferiscono sulle difese organiche
• Nell’arteriosclerosi, il deficit di irrorazione favorisce la
colonizzazione batterica
• Nell’obesità il tessuto adiposo è un terreno favorevole allo sviluppo
batterico
• I traumi e le malattie favoriscono lo sviluppo batterico
• La radioterapia, le terapie steroidee, gli immunosoppressori,
riducono le difese
• Le terapie antibiotiche prolungate favoriscono lo siluppo di funghi,
selezionano ceppi resistento o competitivi, interferiscono sulle
difese
LE INFEZIONI SISTEMICHE O CIRCOSCRITTE VANNO TRATTATE
PRIMA DI UN INTERVENTO CHIRURGICO
LE INFEZIONI IN CHIRURGIA
- precauzioni 1. Correggere tutti gli stati carenziali
2. Migliorare le condizioni generali
3. Conoscere i valori dell’emoglobina, cioè le
capacità all’ossigeno del sangue, perché nelle
infezioni gli enzimi lisosomiali dei neutrofili
responsabili della lisi intracellulare sono aerobi
4. Ridurre l’ospedalizzazione per limitare la
colonizzazione dei germi gram negativi
LA PROFILASSI DELLE INFEZIONI
ESOGENE
Sono determinate da batteri provenienti
dall’ambiente o da individui che contattano il
paziente (corsie, sale operatorie, personale
sanitario, cute del paziente)
1. PRINCIPI GENERALI DI AUTODISCIPLINA
2. LA PREPARAZIONE DELL’EQUIPE CHIRURGICA
3. LA PREPARAZIONE DEL CAMPO OPERATORIO
PRINCIPI GENERALI DI
AUTODISCIPLINA
• Limitare i movimenti nel blocco operatorio del
personale (medici, infermieri, visitatori)
• Rifornire ogni sala operatoria dello strumentario
e del materiale necessario
• Escludere dalla sala i portatori di lesioni settiche
anche piccole
• Allontanare gli indumenti di tutto il personale e
gli indumenti da corsia del paziente
• Uso di soprascarpe, cuffie e vesti per esporre la
minima quantità di cute e capelli
• Uso di maschere disposable di materiale
sintetico per contenere la contaminazione
proveniente dal naso o dalla gola dei presenti; la
filtrabilità si mantiene per 8 ore, andrebbero
cambiate sempre dopo ogni intervento
LA PREPARAZIONE DELL’EQUIPE
CHIRURGICA
• Disinfezione delle mani e degli avambracci:
lavarsi per 10 minuti con sapone e spazzolino e
risciaquo con alcool etilico riduce la flora del
50% mentre oggi l’uso di soluzioni detergenti di
jodofori o di clorexidina riducono il tempo di
lavaggio a 5 minuti e della flora al 98%
• Uso di camici e teli in materiale sintetico
idrorepellenti
• Uso di guanti monouso che vanno sostituiti se
l’intervento dura più di due ore
LA PREPARAZIONE DEL CAMPO
OPERATORIO
• La pelle e gli orifizi naturali hanno una concentrazione
batterica di 103-7/cm2 (Staffilococchi epidermici,
Staffilococco Aureo, Enterobatteri gram negativi)
• La sera prima dell’intervento o un’ora prima si rasa la cute
estesamente nella sede di incisione, meglio dei depilatori
chimici
• La regione depilata va lavata con saponi detergenti
adazione batteriostaticae successivamente va lavata con
battericidi e coperta con telino
• Il mattino, nella sala di induzione, la cute viene lavata per
5’ con spugne impregnate di germicidi
• Negli interventi sugli arti (amputazioni o by-pass) per
evitare infezioni da clostridium welchii applicare
compresse imbevute di jodofori per 15-30’ prima
dell’intervento