IO E LA MATEMATICA Francesca Appiotti LIVELLO PRESCOLARE Non so se sia colpa della mia età (33 anni), ma non riesco a ricordare quando posso aver sentito la parola “matematica” per la prima volta. Probabilmente è stato quando mia sorella più grande di due anni è andata alle elementari e ha cominciato a fare matematica. Io sicuramente l’ho associata a una cosa molto difficile e molto affascinante che facevano i grandi, ma che presto avrei fatto anch’io, quando avrei cominciato ad andare a scuola, cosa che non vedevo l’ora che succedesse perché volevo sempre fare quello che faceva mia sorella, che consideravo una specie di dea da venerare e da seguire in ogni impresa. La matematica per me erano i numeri da dire tutti in fila dall’1 al 10 e poi al 20 e non saltarne nessuno e le operazioni e i regoli colorati che io usavo per fare delle casette, come mattoncini di costruzioni e che mi piacevano tantissimo. Mi ricordo che per tutta l’infanzia ho giocato e perso sempre a tutti i giochi che presumevano una qualche conoscenza e abilità matematica: dama, tris, battaglia navale, mastermind. Indovinate con chi giocavo? Ma con mia sorella, naturalmente, che si chiama Annalisa che, al contrario di me ha sempre dimostrato passione e abilità per la matematica, infatti sarà lei il genio della porta accanto che intervisterò. Inoltre, non sono mai riuscita a capire i rompicapo, come il cubo di Rubik, che per me è rimasto un mistero, mi ricordo distintamente quando cercavo di risolverlo, ma rimanevo sempre al punto in cui le facce erano quasi complete tranne un quadratino di colore diverso qua e là. Poi arrivava Annalisa e riusciva a risolverlo, ha anche cercato di spiegarmi come si faceva, ma senza successo. LIVELLO SCOLARE – ELEMENTARI A scuola ho cominciato a studiare anche la matematica con tanta curiosità e entusiasmo come tutte le altre materie: ero molto orgogliosa di apprendere a leggere, scrivere e fare le operazioni. La matematica erano i numeri, la numerazione, contare raggiungendo un numero sempre più alto, le combinazioni infinite di numeri, i problemi, le operazioni, le tabelline. Inoltre mi piaceva scoprire tutti i diversi tipi di numeri: decimali, razionali, interi, naturali, primi, negativi, grandissimi, piccolissimi, infiniti … Numeri naturali: 0, 1, 2,… Numeri interi: 0, 1, - 1, … Numeri razionali: ½, 0,7, … Numeri primi: 1, 2, 3, 5, 7, 11, 13, … Per studiare matematica occorreva ordine, precisione, rigore, rispettare regole fisse, imparare regole, formule e tabelline a memoria. LIVELLO SCOLARE – SUPERIORI Ho fatto il liceo linguistico, volevo viaggiare, imparare bene l’inglese e diventare interprete. Nel mio corso di studi c’erano molte ore, stavamo a scuola tutti i giorni fino alle 14 e c’erano 5 ore alla settimana di matematica/scienze. Per un certo periodo non ho provato molto interesse per la scuola in genere, figurarsi per la matematica. Però all’inizio dell’ultimo anno ho deciso che dovevo chiudere in bellezza e mi sono seduta vicino alla più brava della classe in matematica: Fabiola. Ho cominciato a studiare con lei e mi ricordo che con le sue spiegazioni riuscivo a risolvere espressioni, funzioni, equazioni, proporzioni, problemi di geometria solida, basandomi su teoremi e regole. Teorema di Pitagora Espressione numerica 5(3x – 1) – 7(2x – 4) = 35 Equazione Espressione letterale Geometria solida La matematica era molto più chiara se spiegata da qualcuno che era competente e aveva interiorizzato le regole che io invece andavo a cercare e ricercare applicandole ma non riuscendo a percepirne il senso, che faceva da sfondo agli esercizi, che io eseguivo meccanicamente. L’ultimo anno di superiori abbiamo avuto un professore bravissimo, che riusciva a spiegarci le cose in modo semplice, ma efficace, procedendo per gradi, senza spaventarci, ma rassicurandoci dicendo che tutto era molto semplice e lineare se si manteneva la calma e l’ordine, se non si pasticciava mischiando regole e teorie. E cercava sempre di non farci eseguire gli esercizi meccanicamente, ma stimolava il nostro ragionamento. UNIVERSITA’ Mi sono laureata in traduzione nel 2001, ho scelto un corso di studi molto tecnico , ma assolutamente estraneo alla matematica. Negli anni dell’università si è aggiunta alla netta consapevolezza di non avere delle grandi doti per la matematica, l’avversione per l’uso del pc, per cui mi sono limitata a imparare lo stretto indispensabile per scrivere e navigare su internet, chiedendo aiuto quando non riuscivo a fare qualcosa, tipo tabelle, grafici. Inoltre mi sono guardata bene dal frequentare corsi che avessero a che fare con linguaggi di programmazione per la traduzione assistita. UNIVERSITA’ 2 Quando l’anno scorso mi sono iscritta a scienze della formazione non avevo ancora deciso quale indirizzo prendere, ma pensavo che anche se avessi scelto la primaria non avrei potuto fare l’insegnate di matematica, perché la mia ignoranza è tanta e non posso pensare di insegnare una materia che non conosco a fondo. Durante questi due anni non c’è stato nessun corso accademico che mi abbia dato la possibilità di approfondire le mie conoscenze in questo campo. Adesso con la “riforma” Gelmini penso proprio che sceglierò l’indirizzo infanzia, o comunque cercherò di insegnare inglese come specialista, perché avendo una laurea in traduzione con prima lingua inglese mi sento abbastanza sicura delle mie conoscenze. Comunque la stessa cosa la penso per la lingua italiana, la grammatica, la letteratura. I corsi che ci daranno la possibilità di approfondire le nostre conoscenze e competenze in campi fondamentali come l’italiano, la matematica, le scienze sono tutti nel secondo biennio, quando la nostra scelta è già stata fatta, ma senza sapere se potevamo aspirare o essere in grado di fare le maestre di primaria in modo eccellente e con una preparazione adeguata. Tutto è molto lasciato alle aspirazioni, all’iniziativa personale, agli interessi culturali, alla cultura personale, alla vocazione, che sembra quasi una chiamata religiosa quando si tratta di insegnare. Ma io penso che oltre alla vocazione e al talento, alla sensibilità che serve per avvicinarsi ai bambini servano delle basi teoriche e disciplinari solide e approfondite. OGGI Oggi mi rendo conto che la matematica è importante per affrontare la vita di tutti i giorni: la gestione dei soldi, dei tempi, l’organizzazione di un viaggio, il rispetto di alcune regole, per esempio il limite di velocità, la lettura dei grafici e dei simboli matematici sui giornali o in televisione. La matematica per me è una scienza molto complessa che include una serie di sottoscienze, per esempio la geometria e l’algebra. Inoltre la matematica con le sue diverse espressioni è fondamentale per molti campi del nostro mondo e del nostro modo di vivere: la finanza, la fisica, tutto quello che ha a che fare con il commercio e i soldi, l’ingegneria, l’informatica, l’economia, la sociologia, la misurazione di qualsiasi tipo di oggetto o fenomeno. Attraverso la matematica funzionano tutte le organizzazioni moderne, non solo quelle basate sul commercio, ma anche le nazioni, le organizzazioni internazionali, tutti gli organismi che hanno bisogno di avere database, di acquisire informazioni quantitative nei più svariati settori. I matematici sono impegnati da sempre a dimostrare delle teorie che coinvolgono le infinite possibilità di combinare i numeri. I matematici studiano per individuare delle leggi sempre nuove che collegano i numeri. Alcune di queste leggi sono state scoperte e dimostrate in passato, ma sono infinite come i numeri, per cui in matematica si può sempre scoprire qualcosa di nuovo. Inoltre i matematici lavorano anche per dimostrare quelle teorie che sono solo state intuite, ma che non sono state ancora dimostrate con una prova assoluta, che è diventata legge, teorema, formula come per esempio la formula per generare i numeri primi. Ma tutto questo lavoro non rimane nelle aule, sulle lavagne piene di segni per noi comuni mortali incomprensibili, ma viene poi utilizzato a fini pratici nei più svariati campi.