Sviluppo dell’identità sessuale Lo sviluppo dell’identità sessuale procede inizialmente tramite l’identificazione di caratteristiche fisiche simili alle proprie e a quelle delle persone familiari Port aa Creazione di categorie mentali sulla differenza di genere, grazie a cui il bambino apprende anche la propria identità sessuale e i comportamenti tipici del proprio sesso Studi sulle differenze di genere Gli studi sul rapporto tra le caratteristiche di personalità e le differenze di genere sostenevano l’esistenza di notevoli diversità tra i due sessi: maschi Maggiore aggressività, autostima, spinta al successo, dipendenza dal campo, autorealizzazione femmine Maggiore socievolezza, livello di ansia, suggestionabilità, paura dell’insuccesso Tali studi sono stati giudicati non attendibili, in quanto influenzati da stereotipi sociali; oggi si pensa che vi siano numerose somiglianze tra maschi e femmine, e che le differenze si possano riscontrare: - nella preferenza della scelta dei giocattoli - nella scelta dei compagni di gioco - nello stile relazionale Fattori che influenzano la tipizzazione sessuale La tipizzazione sessuale è il risultato dell’interazione di 4 fattori : Sociali Educativi Cognitivi Biologici Teorie sulla tipizzazione sessuale Teorie psicoanalitiche Teorie dell’apprendimento sociale Identificazione con il genitore dello stesso sesso e interiorizzazione del ruolo sessuale Valorizzazione dei meccanismi di imitazione del comportamento degli adulti e dei modelli sociali, che rinforzano gli stereotipi legati alle differenze di genere Teoria cognitiva di Kohlberg sulla tipizzazione sessuale La tipizzazione sessuale è un processo primariamente cognitivo che deriva dalla tendenza dei bambini a pensare per categorie. La tipizzazione sessuale avviene in 3 stadi: Identità di genere il bambino differenzia le 2 categorie di appartenenza sociale, stabilendo la propria Stabilità di genere il bambino comprende che le differenze sessuali non cambiano nel tempo Congruenza di genere il bambino comprende che la differenza di genere è una caratteristica intrinseca e immodificabile anche al variare dei segni esteriori Prime relazioni con i pari Con lo sviluppo si moltiplicano le occasioni di contatto con i coetanei, accresce la capacità del bambino di interagire e valutare la prospettiva degli altri e si strutturano le prime relazioni amicali. Prima dei 3 anni, le relazioni coi pari sono caratterizzate da: • unidirezionalità all’azione di un bambino non corrisponde l’azione coordinata dell’altro • interazioni speculari contemporenee i bambini tendono a fare la stessa cosa contemporaneamente • interazioni speculari differite il bambino imita l’azione dell’altro bambino Evoluzione del rapporto coi pari Età prescolare Dopo i 3 anni, le interazioni diventano complementari e reciproche. Si sviluppano le attività di gruppo grazie all’incremento della capacità di comunicare e delle capacità simboliche giochi di finzione Infanzia Le relazioni diventano sempre più selettive, basate sulle affinità, sulla comunanza di interessi e di attività. In questa fase si nota una spiccata tendenza a scegliere compagni dello stesso sesso (segregazione sessuale) Adolescenza Le relazioni diventano stimolo per il confronto, fonte di sostegno e supporto all’autostima Dinamiche di gruppo nei bambini secondo Montagner L’autore sottolinea l’importanza delle sequenze di comportamenti non verbali (NV) nella dinamica “accettazionerifiuto” nel gruppo, distinguendo: Bambini popolari Esibiscono comportamenti NV rassicuranti e non aggressivi; mediano i conflitti e difendono gli altri bambini Bambini rifiutati Esibiscono comportamenti NV di minaccia, sono instabili nelle attività, hanno scarsa concentrazione e attivano interventi disorganizzati Caratteristiche delle relazioni amicali Prima infanzia • amicizia come bisogno di vicinanza e di rassicurazione emotiva Età prescolare • rapporti meno esclusivi • creazione di legami affiliativi caratterizzati da affettività, difesa dell’esclusività, prossimità fisica, reciprocità, e rispondenza dei segnali • interazioni basate su scambi verbali • creazione di un mondo comune condiviso • rapporti più flessibili Stadi di consapevolezza dell’amicizia secondo Selman L’autore evidenzia la connessione tra sviluppo del senso dell’amicizia e abilità di role-taking Stadio 0: 3-5 anni • compagni di gioco momentanei • amicizia come ricerca di contatto fisico • assenza di comprensione dei pensieri altrui Stadio 2: 9-12 anni • cooperazione in circostanze favorevoli • capacità di coordinare diversi punti di vista • iniziale consapevolezza della reciprocità del rapporto Stadio 1: 6-8 anni • amicizia come aiuto unilaterale • natura soggettiva del legame • iniziale considerazione delle caratteristiche psicologiche dell’altro Stadio 3: dai 12 anni • condivisione mutualistica • amicizia solida e duratura caratterizzata da intimità e fiducia reciproca • ricerca di compatibilità psicologica Comportamenti favoriti dai legami di amicizia I legami di amicizia: • promuovono i comportamenti prosociali • facilitano la cooperazione, la solidarietà e l’aiuto • aiutano ad appianare i conflitti • consentono di superare le emozioni negative di ira e paura favorendo la collaborazione • incrementano la sensibilità e l’interesse per l’altro • aumentano le risposte simpatetiche • incrementano la prontezza all’intervento per alleviare il disagio altrui Amicizia e risoluzione dei conflitti Le relazioni di amicizia agevolano la risoluzione delle divergenze e la ricerca di punti di consonanza nell’appianare i conflitti Il conflitto assume un valore funzionale, come occasione di confronto utile a rafforzare l’identità Già in età prescolare i bambini sono capaci di utilizzare strategie di mitigazione e di risoluzione positiva del conflitto, impiegando il compromesso, la controproposta, la giustificazione e la riconciliazione Diverse dimensioni delle norme morali L’acquisizione di una norma morale è un processo che contiene diverse dimensioni: Significato affettivo-emotivo: fornisce indicazioni su come sentirsi se si rispettano o meno le norme sensazione morale Guida per la condotta: prescrizione di comportamenti socialmente desiderabili e sanzione di quelli non desiderabili Conoscenza delle norme: comprensione del significato implicito ed esplicito delle norme, favorita dallo sviluppo intellettivo Teorie sullo sviluppo morale Teorie Psicoanalitiche l’uomo è amorale per natura (dominio del principio di piacere). L’interiorizzazione di norme e divieti parentali precursori sociali e culturali formano il Super-Io, che coincide con la coscienza (principio di realtà) Teoria dell’apprendimento sociale il bambino apprende le norme attraverso l’osservazione e l’imitazione dei modelli proposti dalla famiglia, dalle agenzie sociali e dai mass media. Importanza del concetto di rinforzo per l’attivazione-disattivazione dei controlli interni responsabili del comportamento morale Teorie cognitiviste lo sviluppo intellettivo promuove lo sviluppo morale. Importanza della valutazione cognitiva Lo sviluppo morale secondo Piaget Il metodo clinico e l’osservazione diretta consentono a Piaget di delineare le diverse fasi dello sviluppo morale Anomia (assenza di regole) Realismo morale (morale eteronoma) Relativismo morale (morale autonoma) Realismo morale Nel periodo del realismo morale (fino agli 8-9 anni), il bambino: • possiede un punto di vista egocentrico: giudica la responsabilità oggettiva (conseguenza dell’azione) più importante della responsabilità soggettiva (intenzionalità) • utilizza una morale eteronoma: la validità dei principi morali è strettamente connessa con l’autorità che li promuove • rispetta le norme morali per paura delle sanzioni • considera la menzogna un comportamento sbagliato tanto più grave quanto più si discosta dalla realtà Relativismo morale Nel periodo del relativismo morale (dai 9 anni), il bambino: • considera le regole come determinate dal consenso reciproco e quindi modificabili • utilizza una morale autonoma: la validità dei principi morali è svincolata dall’autorità che li promuove • attribuisce importanza agli elementi specifici della situazione e alle intenzioni (responsabilità soggettiva) • considera la menzogna immorale in sé perché danneggia la fiducia reciproca e i rapporti interpersonali, minando la stabilità e l’ordine sociale • ritiene che tutti abbiano diritto al rispetto e alla giustizia Pratica e coscienza della regola secondo Piaget PRATICA DELLA REGOLA COSCIENZA DELLA REGOLA Primo stadio: abitudini motorie il bambino manipola gli oggetti non secondo regole, ma secondo regolarità individuali in funzione dei suoi desideri e secondo schemi di comportamento rituali. Il gioco è individuale e mancano regole collettive Primo livello La regola viene inconsapevolmente subita Secondo stadio: egocentrismo (2-5 anni) il bambino imita le regole codificate che riceve dall’esterno e imita i bambini più grandi iniziando a praticare le regole. Gioca senza entrare in rapporto con i compagni, senza competere. Ognuno gioca per proprio conto, senza preoccuparsi delle regole Secondo livello (3-8 anni) La regola viene considerata sacra e intangibile, imposta dagli adulti e per questo intrinsecamente valida. Modificare le regole significa trasgredirle PRATICA DELLA REGOLA Terzo stadio: cooperazione incipiente (6-11 anni) compare l’agonismo e ognuno vuole vincere. Nasce l’esigenza di cooperare per codificare le regole in base alle quali definire vincitori e vinti Quarto stadio: codificazione delle regole (da 11 anni) Le regole assumono un significato collettivo e ben definito che tutti conoscono. Si acquisisce la consapevolezza che per cambiare le regole è necessario l’accordo di tutti COSCIENZA DELLA REGOLA Terzo livello (dai 9 anni) Le regole sono concepite come frutto del consenso reciproco e generale e, come tali, possono essere modificate Lo sviluppo morale secondo Kohlberg Lo sviluppo morale consiste nel passaggio da strutture cognitive più elementari a strutture cognitive più mature ed evolute Concetto chiave della teoria di Kolhberg è quello di “CONVENZIONALE” Conformarsi ed attenersi alle regole, alle aspettative, alle convenzioni della società o dell’autorità proprio perché sono regole, aspettative e convenzioni della società Livelli di giudizio morale secondo Kohlberg Livello preconvenzionale (fino a 9 - 10 anni) valutazione delle conseguenze delle azioni sul soggetto stesso stadio 1: orientamento premio-punizione stadio 2: orientamento individualistico e strumentale Livello convenzionale (13 - 20 anni) focalizzazione sui rapporti interpersonali e sui valori sociali stadio 3: orientamento del bravo ragazzo stadio 4: orientamento al mantenimento dell’ordine sociale Livello postconvenzionale (dopo i 20 anni) focalizzazione su principi etici astratti stadio 5: orientamento del contratto sociale stadio 6: orientamento della coscienza e dei principi universali Regole convenzionali e morali Le regole morali differiscono dalle regole convenzionali Regole interiorizzate basate su modelli di convivenza e di relazione sociale, rispettate perché ritenute giuste e non per paura della punizione Regole che dipendono dalle abitudini dei gruppi, delle istituzioni e della famiglia, favorite dalla interazione sociale e dalle attività di routine I bambini sono in grado di discriminare i due tipi di regole già in età prescolare e considerano più grave la trasgressione delle regole morali