L’ELLENISMO Dopo la guerra del Peloponneso si avrà il prevalere della nuova realtà politica del regno Macedone che giungerà alla creazione dell’immenso impero di Alessandro Magno. La città di Atene perde il primato politico e culturale. Si realizzano grandiosi complessi architettonici (es. il teatro di Epidauro) e la scultura è piena di artisti che seguono i grandi del passato. Due eccezioni sono Prassitele e Scopas. ARTE GRECA Confini dell’Impero di Alessandro Magno L’ELLENISMO (323 - 31 a.c.) Con il termine Ellenismo si indica il lungo periodo che va dalla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) alla vittoria di Ottaviano ad Azio (31 a.C.). L’impero costruito dal giovane condottiero macedone si smembra in diversi regni, dove elementi della cultura originale si fondono con elementi di origine greca per dare vita ad una cultura fondamentalmente imitativa e rielaborativa. Con l’Ellenismo nasce il Classicismo , fenomeno culturale che tornerà più volte nel corso della storia e che consiste nel rifarsi a opere dell’età classica. Classico e classicità si riferiscono a tutto ciò che è stato creato tra il V e il IV sec. A. C. Classicista e classicismo si riferiscono a tutto ciò che deriva da quel periodo. L’Ellenismo è un periodo di grande interesse culturale poiché grande sarà il suo peso nella formazione della civiltà romana. In Architettura la maestosità dei templi si trasforma spesso in grandezza metrica (Tempio di Zeus Olimpio ad Atene che era più grande dello stesso Partenone). Non è tanto il singolo edificio che interessa quanto la sua inserzione scenografica nel complesso urbanistico. La scultura ricerca effetti di moto violento ed improvviso; con il pathos cerca di coinvolgere emotivamente lo spettatore (spiccato senso teatrale). Ad Atene, che ha ormai perso la sua funzione di città-guida, si affiancano altri importanti centri di cultura ellenistica come Pergamo, Rodi, Alessandria, Magnesia, Antiochia e Smirne. Nel IV. sec. a.C. mancarono grandi opere di architettura. Si consolidò l’ordine corinzio e,soprattutto, si precisò la forma del teatro. Nella civiltà greca venne mantenuto il senso educativo-religioso dello spettacolo, infatti sulla scena si narravano i grandi miti. L’ELLENISMO Caratteristica del teatro greco è quella di sfruttare il naturale pendio del territorio. Particolare per il Teatro di Epidauro è il Coro circolare. L'antico teatro di Epidauro vicino ad Atene in Grecia è stato costruito alla fine del 4 ° sec. a.C. ed è uno dei meglio conservati antichi teatri. Anche in tempi antichi, il teatro è stato considerato per la sua grande acustica. Gli attori possono essere perfettamente sentiti da tutti i 15.000 spettatori, senza amplificazione. ARTE GRECA E’ tale la qualità del suono che per anni moltissimi attori preferivano recitare in questo teatro che in altri. La risposta della particolare acustica è nei posti a sedere. Nel 2007 ricercatori del Georgia Institute of Technology hanno scoperto che è il calcare dei sedili a fornire un effetto di filtraggio, sopprimendo le basse frequenze della voce, in modo da minimizzare il rumore di fondo della folla, così i sedili diventano delle trappole acustiche. Non è ancora noto se la proprietà acustiche sono il risultato del caso o il prodotto di un inconsapevole design avanzato. Il Posto dell’'orchestra (o pista da ballo) ha la forma di un cerchio perfetto, con un diametro di appena 19,50 metri. Una base circolare ancora conservata al suo centro esatto dove vi era molto probabilmente un altare di Dioniso (il dio greco del vino). SIRACUSA –TEATRO GRECO IV SEC. A.C. ARTE GRECA Prassitele- HERMES CON DIONISO BAMBINO – ca 340-330 a.C. (Olimpia,museo archeologico) La sua opera è nota soprattutto da copie romane. Scolpisce figure di giovani divinità in atteggiamenti umani e con linee flessuose che abbandonano ogni sforzo e tensione a favore dell’unità di grazia e bellezza. Le figure sono più libere e caratterizzate da un equilibrio instabile. In questa statua la levigatezza del marmo e la morbida trattazione dei particolari anatomici consentono di parlare di “effetto pittorico” perché, al pari di un dipinto,essa prende vita proprio dai passaggi delicati dal chiaro allo scuro e dagli addensamenti d’ombra o di luce. Scopas- MENADE DANZANTECa 335-330 a.C.- Dresda Skulpturensammlung- Copia romana alta 45 cm. Pur richiamandosi alle ricerche dei grandi del passato, lo scultore sviluppa e rinnova lo stile e la composizione creando una scultura innovativa che rende bene la passione e le emozioni umane, il pathos. Elementi principali diventano la linea marcata, il forte chiaro-scuro e le evidenti torsioni del corpo. L’inquietudine emanata dall’agitazione del corpo della Menade, conferisce alla scultura una grande vitalità. ARTE GRECA L’ELLENISMO Arte Ellenistica Periodizzazione (caratteri dell’arte ellenistica): 323 – 301: persistenza della tradizione classica; 301 – 168: innovazione e sperimentazione 168 – 31: ritorno alla tradizione del passato Caratteristiche : è al servizio della magnificenza (sovrani e nobili) privata; è intesa come ornamento e non più solo come espressione di devozione civile e religiosa; acquista un valore mondano di eleganza raffinata; si accentua il carattere artigianale. Un esempio eccezionale è l’arte legata alla città di Pergamo, in particolare l’Altare di Zeus, e per l’arte dell’ultimo periodo il Laocoonte. L’ELLENISMO TEMPIO DI ZEUS OLIMPIO-ATENE- II SEC. A.C. E’ più grande del Partenone, ma non ne possiede la solennità. Le colonne sono in ordine Corinzio. L Altare di Zeus di Pergamo è uno degli edifici più famosi e uno dei capolavori dell'arte ellenistica. Fu fatto edificare da Eumene II (200 a.C.) in onore di Zeus Sóter e Atena Nikephòra (Zeus salvatore e Atena portatrice di vittoria) per celebrare la vittoria sui Galati. Il fregio fu distrutto durante le invasioni barbariche e ricostruito coi frammenti superstiti da archeologi tedeschi a Berlino, nel Pergamon Museum. L’ELLENISMO L’ELLENISMO Pianta dell’ Altare di Zeus Sóter e Atena Nikephòra Ha forma quadrangolare con un lato occupato quasi totalmente da un’ampia gradinata che, limitata a pochi gradini, gira attorno all’altare rialzando il già alto zoccolo L'altare consisteva di un ampio recinto quadrilatero, contornato all'esterno da un colonnato, alto circa 4 metri: questo si protendeva in due avancorpi a forma di U. Al centro, era situata una scala, facendo in modo che il colonnato si trovasse alla sommità di un alto basamento, in parte modellato ad alto rilievo, in parte liscio. La parte superiore è costituita da un doppio porticato con colonne in stile ionico: il primo si estende lungo tutto il perimetro della piattaforma superiore; il secondo invece , a coppie di colonne unite da un'anima muraria, si estende intorno all'altare interno. In secondo piano, dietro alla prima fila di colonne, si svolge un fregio continuo che rappresenta le storie di Telefo, figlio di Eracle. Lungo tutti i lati dello zoccolo e i bordi della scalinata centrale, si estendono complessi scultorei raffiguranti scene di gigantomachia. Il fregio rappresenta la lotta tra dei e giganti. Non si parla però solamente di una rappresentazione, ma anche di una vera e propria trasposizione del mito alla realtà della guerra appena vinta: lo scontro tra i Pergameni e i Galati. L'identificazione di questi ultimi però non è del tutto casuale; fonti attestano infatti che per incutere timore ai nemici, i Galati usassero acconciarsi i capelli in piccole ciocche rigide, frizionadoli con un impasto di gesso: questo in greco prende il nome di tìtanos. Da qui l'ulteriore similitudine al termine Titànes, i Titani, simili ai giganti. Le figure, realizzate a basso rilievo,(fregio interno) rappresentano in una narrazione continua, le avventure di Telefo, figlio di Eracle, trasportato dall'Arcadia in Misia dove diviene re e fonda una dinastia; queste hanno un senso tutt’altro che aneddotico: ricollegando la propria stirpe a questa stirpe eroica, Eumene si proclama discendente da una progenie divina, in quanto Eracle era figlio di Zeus. Oggi ignoriamo quale potesse essere la portata di questa propaganda per immagini. ARTE GRECA Il fregio interno, con le storie di Tèlefo, è continuo ed è scolpito a bassorilievo, lo spazio è poco profondo, le figure sono tracciate con linee morbide senza forti contrasti di chiaro-scuro L’ELLENISMO Dall’ambiente rodiota proviene uno dei capolavori dell’età ellenistica: la Nike di Samotracia (inizi del II sec. a.C.), visitabile al Louvre di Parigi. La figura è rappresentata nell’atto di giungere o di spiccare il volo dalla prora di una nave. Appoggiata sulla gamba destra, la sinistra arretrata per dare slancio, si protende in avanti, aprendo le grandi ali e penetrando nello spazio con un movimento veloce e continuo. L’equilibrio è instabile per il contrapporsi di due forze opposte: la spinta in avanti del corpo e l’attrito dell’aria sulle ali. Si afferma così la vita della figura nello spazio con l’evidenza della terza dimensione: la statua vive immergendosi nell’atmosfera. Forme uniche della continuità nello spazio di U. Boccioni, 1913, bronzo, Milano. L’ELLENISMO NIKE DI SAMOTRACIA AL LOUVRE- ALTEZZA 2,04m - II SEC. A.C. L’ELLENISMO Sempre di Rodi, ma di un periodo più tardo è il Laocoonte con i figli. Attualmente conservato nei Musei Vaticani, fu rinvenuto nel 1506 nelle rovine delle terme di Tito a Roma. Gli autori, nonostante la violenza espressiva dell’opera, non riescono comunque a manifestare adeguatamente il dolore. La figura del Laocoonte è, in ogni modo, di valore artistico superiore a quelle dei figli. AGESANDRO,POLIDORO,ATENODORO- LAOCOONTE CON I FIGLI-II SEC. A.C.(H 2,42m) COPIA ROMANA –MARMO-ROMA, MUSEI VATICANI. [Nel 1506, vicino alla Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, viene ritrovata una statua marmorea alta m.2,45. E’ la copia di un famoso bronzo Ellenistico (l’Ellenismo è la parte della storia dell’antica grecia che va dal IV al I sec a.C.), raffigurante il sacerdote di Apollo, Laocoonte, ucciso con i figli da due serpenti]. Michelangelo è a Roma e assiste al ritrovamento, rimanendo fortemente colpito da questa scultura. L’ELLENISMO Si narra che, quando i troiani portarono nella città il celebre cavallo di Troia, egli corse verso di esso scagliandogli contro una lancia che ne fece risonare il ventre vuoto, proferendo la celebre frase Timeo Danaos et dona ferentes («Temo i Greci, anche quando portano doni»).Poseidone, che parteggiava per i greci, punì Laocoonte mandando due enormi serpenti marini che uscendo dal mare avvinghiarono i suoi due figli. Egli accorse in loro aiuto e fu stritolato assieme ad essi. I Troiani presero questo come un segno, introducendo così il cavallo tra le loro mura. TESTA DEL LAOCOONTE DOPO IL RESTAURO L’ELLENISMO GALATA MORENTE; SECONDA META’ DEL II SEC. A.C.- COPIA ROMANA,MARMO, ROMA, MUSEI CAPITOLINI. L'opera fu commissionata tra il 230 e il 220 a.C. da Attalo I di Pergamo per celebrare la sua vittoria contro i Galati. Non si conosce esattamente l'identità dell'artista che realizzò l'opera: si ritiene si tratti di Epigono, lo scultore di corte della dinastia dei sovrani di Pergamo. La statua raffigura, con grande realismo (specie nel volto), un guerriero galata morente. Il soggetto presenta i tratti tipici del guerriero celtico, considerando l'acconciatura dei capelli e i tipici baffi. Eccezion fatta per un torquis - un collare - intorno al collo, il guerriero è completamente nudo. L'opera ha essenzialmente due finalità: da un lato, di ricordare la sconfitta dei Celti (e, dunque, il valore di chi li ha sconfitti) e, dall'altro, di riconoscere il coraggio degli sconfitti. VENERE DI MILO AL LOUVREII SEC. A.C. L’ELLENISMO La Venere di Milo venne ritrovata spezzata in due parti nel 1820 sull'isola greca di Milos da un contadino. Il drappo che scivola dolcemente dalle anche, provoca la chiusura delle gambe e rende l'idea del movimento istantaneo e spontaneo della figura. Le dense pieghe del drappeggio hanno in particolare la funzione di nascondere la giuntura tra i due blocchi sovrapposti, scolpiti separatamente, con i quali è stata realizzata la statua. Altrettanto separatamente erano stati scolpiti il braccio e il piede sinistro. L’ELLENISMO Periodo della Diffusione (323 - 31 a.C.) A questo periodo si dà, di solito, il nome di Arte Ellenistica. Esso va convenzionalmente dalla morte di Alessandro Magno ( i suoi generali dividono l’impero nei regni “ellenistici”), alla battaglia di Azio (31 a.C. tramonto della Repubblica romana e inizio dell’impero di Augusto), quando l’ellenismo viene assorbito da quell’arte romana che rappresenta la continuità con l’arte greca.