John RAWLS

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John RAWLS
A Theory of Justice (1971)
Lo stato di natura dei contrattualisti inteso
come “posizione originaria”, situazione
ipotetica caratterizzata da “velo di
ignoranza” ed “equità”.
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Velo di ignoranza:
nessuno degli individui nella posizione originaria
“conosce il suo posto nella società, la sua
posizione di classe o il suo status sociale, la parte
che il caso gli assegna nella suddivisione delle
doti naturali, la sua intelligenza, forza o simili”.
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Giustizia come equità:
la giustizia è frutto di una scelta
compiuta da individui in condizioni di
equità (accordo tra persone morali:
razionali, libere ed eguali)
(imperativi categorici e non quelli ipotetici degli
utilitaristi).
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Scelta di due principi di giustizia basilari:
1) “Il primo richiede l’eguaglianza nella assegnazione dei
diritti e dei doveri fondamentali;
2) il secondo sostiene che le ineguaglianze economiche e
sociali, come quelle di ricchezza e di potere, sono giuste
soltanto se producono benefici compensativi per ciascuno, e
in particolare per i membri meno avvantaggiati della società.
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Questi principi escludono la possibilità di
giustificare le istituzioni in base al fatto che
i sacrifici di alcuni sono compensati da un
maggior bene aggregato. Il fatto che alcuni
abbiano meno affinché altri prosperino può
essere utile, ma non è giusto” (30).
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Motivazioni:
- egoistiche (pensare solo a se stessi)
- utilitaristiche (pensare alla maggioranza)
- morali (incondizionate o kantiane: pensare a
tutti)
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• “Primo: ogni persona ha un eguale diritto alla più
estesa libertà fondamentale compatibilmente con una
simile libertà per gli altri;
• Secondo: le ineguaglianze sociali ed economiche devono
essere combinate in modo da essere: a)
ragionevolmente previste a vantaggio di ciascuno; b)
collegate a cariche e posizioni aperte a tutti” (66).
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Libertà fondamentali civili e politiche (prioritarie
e inviolabili):
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politica (diritto di voto, attivo e passivo)
di parola e riunione
di coscienza e di pensiero
personale e di possesso di proprietà personale
dall’arresto e dalla detenzione arbitrari
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• Differenze e ineguaglianze nella distribuzione del reddito sono
“ingiuste” se arrecano danno a qualcuno; sono ammesse se
portano vantaggi non a pochi o a molti, ma a tutti, e in particolare
ai meno avvantaggiati.
• Le cariche (autorità, responsabilità) devono essere aperte a tutti:
eguaglianza delle opportunità.
• “L’ingiustizia, quindi, coincide semplicemente con le ineguaglianze
che non vanno a beneficio di tutti” (67)
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• “Gruppo meno favorito”: chi si trova in condizioni
economiche precarie o chi per ragioni naturali, non
dipendenti dalla società, sono meno avvantaggiati
rispetto alla media (svantaggi “immeritati”).
• “Le società aristocratiche o castali sono ingiuste perché
fanno di questi fatti contingenti la base ascrittiva su cui
assegnare l’appartenenza a una classe sociale più o meno
chiusa e privilegiata” (99).
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• Principio di “riparazione”: “L’idea è quella di riparare torti dovuti al
caso,
in
direzione
dell’eguaglianza…maggiori
risorse
nell’educazione dei meno intelligenti invece che in quella dei più
dotati, almeno in un determinato periodo della vita, quello dei primi
anni di scuola” (97).
• Principio di differenza (parte dalla condizione dei più avvantaggiati
anziché dei meno avvantaggiati): “richiede che le maggiori aspettative
dei più avvantaggiati contribuiscano alle prospettive di quelli che lo
sono meno” (93), cosicché “il benessere di ognuno dipende da uno
schema di cooperazione sociale, in mancanza del quale nessuno
potrebbe avere un’esistenza soddisfacente
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Passaggio da una condizione etica (scelta dei due principi di giustizia)
a una condizione politica (scelta delle istituzioni conformi ai due
principi):
• assemblea costituente: primo principio delle libertà fondamentali;
• assemblea legislativa: distribuzione delle risorse e garanzia delle pari
opportunità per le cariche;
• fase applicativa: “applicazione, da parte dei giudici e amministratori,
delle norme ai casi particolari, e del loro rispetto, in generale, da
parte dei cittadini. In questo stadio, ognuno ha pieno accesso a tutti i
fatti” (174). E’ caduto il velo d’ignoranza.
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