Il comportamento autolesivo nella bulimia nervosa Dott.ssa Sarah Di Bello Psicologa e psicoterapeuta Responsabile servizio di consulenza psicologica e psicoterapia – Fisiomed Center – via Primula, 2 Cusano Milanino (MI) Perché è importante lo studio dei comportamenti autoaggressivi nei disturbi del comportamento alimentare E’ stata osservata un’alta percentuale di comportamenti autoaggressivi nei soggetti con disturbi del comportamento alimentare (Welch e Fairnburn, 1996; Lacey e Evans, 1986; Favaro e Santonastaso, 1996) Viceversa tra i soggetti che presentano comportamenti autolesivi i casi con disturbi alimentari sembrano essere comuni (Favazza et al., 1989). E’ importante per la pianificazione di trattamenti efficaci Rappresentano un indice di gravità clinica e aumentano la difficoltà del trattamento I comportamenti autoaggressivi Tutti i comportamenti che implicano un danno diretto al proprio corpo senza intento suicidario (Simeon & Favazza, 2001). Classificazione: 1) autoaggressività “maggiore” (self-mutilation): amputazioni, castrazione, lesioni occhi. disturbi psicotici intossicazione acuta da sostanze 2) autoaggressività “stereotipica”: lesioni ripetute ritardati mentali lunghe istituzionalizzazioni 3) autoaggressività “minore” (self-injurious behavior): lesioni superficiali: tagliarsi o bruciarsi la pelle, strapparsi i capelli, grave onicofagia. Adolescenti, disturbi di personalità, depressione, disturbi alimentari. Autoaggressività minore (Self-Injurious Behavior, SIB) Danni lievi o moderati Autoaggressività “diretta”, ma spesso comportamenti autoaggressivi “indiretti” (alcool, fumo, guida pericolosa). No intento suicidario Ripetitività associata a Autoaggressività minore (Self-Injurious Behavior, SIB) Viene spesso vissuta come una forma di “auto-aiuto” cioè come un modo per risolvere uno stato di tensione ed angoscia non tollerabile. Può avere caratteristiche impulsive o compulsive. I comportamenti autoaggressivi di tipo impulsivo Tagli con lamette, taglierini o coltelli Bruciature Punture con aghi Botte al ventre o sbattere i pugni o la testa Morsi Caratteristiche Spesso ha un “grilletto” Episodico Ha uno scopo comunicativo a livello interpersonale E’ egosintonico Spesso non è accompagnato da dolore, ma da sollievo Ha lo scopo di ottenere una gratificazione immediata senza riguardo per le conseguenze I comportamenti autoaggressivi di tipo compulsivo Tirarsi e strapparsi i capelli Lesioni o escoriazioni da grattamento Lesioni al viso e acne Lesioni mucose (pellicine labbra e bocca) Onicofagia grave Caratteristiche Ripetitivo Egodistonico La persona cerca di resistere al comportamento Non c’è un “grilletto” Sensibilità al dolore è conservata Per prevenire ansia e angoscia, non per gratificazione L’autoaggressività nella bulimia nervosa Nella letteratura clinica sui disordini alimentari il comportamento autolesivo è stato ampiamente associato con: storie precoci di abuso dissociazione multi – impulsività (prof Lacey, Londra) disturbi di personalità specialmente di tipo borderline L’autoaggressività nella bulimia nervosa Si conosce ancora poco sulla relazione specifica tra il comportamento autolesivo e la bulimia nervosa. Una relazione significativa è stata dimostrata da Welch and Fairburn nel 1996. In uno studio svolto su un campione di 125 pazienti con bulimia nervosa, novanta soggetti (72%) hanno riportato almeno un tipo di comportamento autoaggressivo (Favaro & Santonastaso, 1998;2000). L’autoaggressività nella bulimia nervosa Uno studio epidemiologico recente (Favaro e Santonastaso, 2007) ha esaminato su un campione di 934 giovani donne di età compresa tra i 18 e i 25 anni la prevalenza di: comportamenti autoaggressivi, abusi fisici e sessuali, suicidalità, uso di sostanze e abuso di alcool la diagnosi di disturbo alimentare lifetime. L’autoaggressività nella bulimia nervosa Il 24% dei soggetti presenta un qualche tipo di SIB. L’analisi fattoriale mostra che i diversi tipi di SIB tendono a raggrupparsi in quattro dimensioni: due con caratteristiche impulsive e due con caratteristiche compulsive. Bassi livelli di scolarità, una diagnosi lifetime di disturbo dell’alimentazione e gli abusi infantili sono significativamente associati ai comportamenti impulsivi. Le molestie sessuali e gli stupri nell’infanzia sono predittori significativi dello skin picking. Le cause del comportamento autolesivo nella bulimia nervosa Variabili biologiche (disturbi nel funzionamento serotoninergico) Trauma e maltrattamento infantile - la ricerca scientifica non ha confermato l’esistenza di uno specifico legame di tipo causale tra abuso e disturbi alimentari (Pope e Hudson, 1992). - Tra le vittime di abusi sessuali dell’infanzia il rischio di ammalarsi di un DCA non è più alto del rischio di ammalarsi di un qualsiasi altro disturbo psichiatrico (Welch e Fairnburn, 1994) Le cause del comportamento autolesivo nella bulimia nervosa Nei soggetti con disturbi del comportamento alimentare l’esperienza di abuso si associa ad una diminuzione della capacità di controllare i propri comportamenti, ossia ad un aumento dell’impulsività che si può manifestare: - nella perdita di controllo sul cibo - come aumento dell’autoaggressività Tali sintomi rappresenterebbero, quindi, una reazione ad un trauma grave, in questo senso l’esperienza di abuso può costituire un maggior rischio per lo sviluppo di disordini alimentari. Il trattamento del comportamento autolesivo nella bulimia nervosa Protocollo messo a punto da Wonderlich S., Myers T., Norton M. e Crosby R., nel 2002 presso la facoltà di Medicina e l’Istituto di Ricerca Neuropsichiatrica del Nord Dakota (USA) La meta finale non è l’eliminazione del comportamento alimentare problematico, piuttosto indirizzare i pazienti verso un miglioramento della regolazione dei propri stati emotivi. Il trattamento del comportamento autolesivo nella bulimia nervosa Psicoterapia individuale (Esplorare le valutazioni cognitive e le reazioni emotive agli eventi e alle relazioni che caratterizzano la vita dei pazienti, riconoscere e modificare l’espressione degli stati emotivi, aumentare la stabilità delle relazioni interpersonali). Skills group (12 sedute; obiettivi: regolazione emotiva, diminuzione del comportamento impulsivo, sviluppo di nuove abilità interpersonali e training assertivo) Altri interventi (farmacoterapia, trattamento ospedaliero). Conclusioni Un legame significativo tra comportamenti autoaggressivi e disturbi del comportamento alimentare è stato dimostrato da uno studio recente svolto sulla popolazione generale femminile (Favaro e Santonastaso, 2007). Esiste una associazione specifica tra DCA e: - Skin picking - Comportamenti autoaggressivi di tipo impulsivo - Tentato suicidio Conclusioni Considerata la frequenza con cui è possibile ritrovare l’associazione diagnostica tra comportamento autolesivo e bulimia, i protocolli terapeutici dovranno comprendere, in modo più completo ed integrato, strategie terapeutiche che riguardino non solo il trattamento dei comportamenti bulimici, ma in modo più ampio, una maggiore regolazione emozionale e una migliore gestione degli impulsi.