Relazione sull`Euro dell`avvocato Marco di Paco

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consulenza tributaria e fiscale
via Vittor Pisani, 27
20124 Milano
Paramond
Redazione e uffici commerciali
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20129 Milano
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Atti del convegno
di Milano
17 marzo 1999
Aspetti legali e fiscali connessi
con l’introduzione dell’Euro
avv. Marco di Paco
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[[[[ Studio Associato
Le nuove banconote
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Argomenti
 Introduzione
-che cosa è e che cosa rappresenta l’Euro
-le tappe per l’introduzione dell’Euro
 Le fonti normative
 I principi generali
 Aspetti legali:
- il principio della continuità degli strumenti giuridici ;
conseguenze e aspetti pratici
[[[[ Studio Associato
Argomenti
 Aspetti contabili e di bilancio:
-la scelta dell’unità di conto
-la presentazione dei documenti contabili obbligatori
-conversione del capitale in Euro
-costi e spese sostenuti per l’adeguamento all’Euro
-trattamento delle differenze cambio
-stabili organizzazioni estere
-contabilità plurimonetaria
[[[[ Studio Associato
Argomenti
 Aspetti fiscali:
-fatture e ricevute fiscali
-scontrini fiscali
-libri obbligatori ai fini fiscali
-Iva di gruppo
-dichiarazioni
-versamenti
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Che cosa è l’Euro
 E’ un evento che segna una svolta epocale nel
lunghissimo processo di costruzione dell’Europa
 Per l’opinione pubblica e per i consumatori è un evento
appena percepito ma ancora remoto di cui non si
riescono a percepire interamente i vantaggi e gli
svantaggi a livello individuale ed aziendale
 Per gli operatori economici è la fonte di problemi
tecnici e rischi/opportunità strategiche ed organizzative
che necessitano di tempestive soluzioni
[[[[ Studio Associato
Che cosa è l’Euro
 Per i giuristi è lo stimolo a mettere a fuoco per tempo i
vari problemi che insorgeranno soprattutto nel periodo
transitorio
 Per i contabili è la fonte di qualche grattacapo nella
tenuta della contabilità e nella redazione dei bilanci
 Per le banche centrali è un’occasione per avere una
moneta stabile
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Che cosa è l’Euro
 Per i governanti è una sfida per rendere convergenti in
modo duraturo sistemi significativamente diversi,
cercando anche nel contempo di non renderli troppo
competitivi fra loro
[[[[ Studio Associato
Paesi IN e OUT











Austria
Belgio
Finlandia
Francia
Germania
Lussemburgo
Irlanda
Italia
Paesi Bassi
Portogallo
Spagna
[[[[ Studio Associato




Danimarca
Gran Bretagna
Grecia
Svezia
The euro zone
SF
N S
DK
IRL
R
GB
P
NL
B
L
EU member in 1st Wave
D
CZ
EU member in later Wave
Non-EU
F
A
CH
H
SLV
I
P
[[[[ Studio Associato
E
GR
Date ed eventi - Calendario Euro
Anno 2000
1996
1997
1998
1999
Maggio 1998
Controllo
criteri
di
convergenza Decisione sui
partecipanti e
fissazione di
cambi
bilaterali
Fissazione
cambi Euro
[[[[ Studio Associato
2000
2001
2002
Politica monetaria unica
(Banca Centrale Europea)
Adozione dell’Euro
Introduzione
banconote e
monete
Annullamento
banconote e
monete
nazionali
Date ed eventi - Calendario Euro
2/3 maggio 1998
Fase A: preparazione dell’Emu
 Decisione sui paesi
partecipanti
 Insediamento della Banca
Centrale Europea (BCE) e del
sistema delle banche centrali
europee
 Approvazione della
legislazione per l’introduzione
dell’Euro
1 gennaio
1999
[[[[ Studio Associato
 Intensificazione della
preparazione all’Euro
specialmente nel settore
bancario e finanziario
Date ed eventi - Calendario Euro
1 gennaio
1999
Fase B: transizione all’Emu
condotta dal mercato
 Fissazione irrevocabile dei tassi di
cambio nei confronti dell’Euro
 Politica monetaria in carico a BCE
 Introduzione dell’Euro come valuta
di conto
 Inizio della produzione delle
banconote e monete Euro
 SEBC lancia Target (Trans European
Automated Real Time Grosssettlement Express Transfe
1 gennaio 2002 al più tardi  Nuove emissioni titoli di stato in Euro
 Adeguamento del mercato alla
transizione all’Euro
[[[[ Studio Associato
Date ed eventi - Calendario Euro
1 gennaio 2002 al più tardi
Fase C: sostituzione di banconote
e monete e completamento della
transizione all’Euro
 Introduzione delle banconote e
monete Euro
 Completamento del
cambiamento per pubblica
amministrazione e imprese
1 luglio 2002 al più tardi
[[[[ Studio Associato
 Entro l’1 luglio 2002 le banconote
e monete nazionali cessano il loro
corso legale (ma possono essere
convertite presso il
sistema bancario)
Tassi di conversione
It l: 1936,27
Iep : 0,78756
Dem : 1,95583
At s : 13,7603
FrF : 6,55957
Bef : 40,3399
Fim : 5,94573
Nfl : 2,20371
Esp : 166,386
Pt e : 200,482
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Quadro normativo di riferimento
Normativa comunitaria
 Trattato di Maastricht, in particolare artt. da 105 a
109M, relativi alla politica monetaria, alla Banca
Centrale Europea (BCE), al Sistema Europeo delle
Banche Centrali (SEBC), all’Istituto Monetario Europeo
(IME) ed alle fasi di introduzione dell’Euro
 Risoluzione del Consiglio Europeo 97/C 236/03
sull’istituzione di un meccanismo di cambio nella terza
fase dell’UEM
 Risoluzione del Consiglio Europeo 97/C 236/01 relativa
al ‘patto di stabilità‘
[[[[ Studio Associato
Quadro normativo di riferimento
Normativa comunitaria
 Regolamento CE 1103/97 del 17 giugno 1997 relativo
a talune disposizioni per l’introduzione dell'Euro valide
per tutti i paesi membri UE (cd. Regolamento 1)
 Regolamento CE 874/98 del 3 maggio 1998
(cd.Regolamento 2)
[[[[ Studio Associato
Quadro normativo di riferimento
Normativa comunitaria
 Parere dell’IME 97/C 205/07 sulle proposte di
normativa e talune disposizioni per l’introduzione
dell'Euro
 Risoluzione del Consiglio relativa al quadro giuridico
per l’introduzione dell'Euro del 7 luglio 1997, con
allegato progetto di regolamento relativo
all’introduzione dell'Euro per i soli stati membri
dell’UEM (cd. Regolamento 2)
 Delibere del Consiglio Europeo del 2/3 maggio 1998
[[[[ Studio Associato
Quadro normativo di riferimento
Altre fonti interpretative comunitarie
 Documento di orientamento della Commissione
europea, Direzione Generale XV, Mercato Interno e
Servizi Finanziari, sugli aspetti contabili
dell’introduzione dell'Euro
[[[[ Studio Associato
Quadro normativo di riferimento
Normativa italiana
 Legge delega n. 433/97 per l’introduzione dell'Euro
 Decreto legislativo 24 giugno 1998 n213
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Altre disposizioni rilevanti contenute
nella legge delega
 art. 4 Parametri di indicizzazione
 art. 5 Calcoli intermedi
 art. 6 Conversione in Euro degli importi contenuti
in norme vigenti
 art. 8 Adozione dell’Euro quale moneta di conto
(rinvio)
 art. 9 Bilanci delle imprese e adozione dell’Euro
(rinvio)
[[[[ Studio Associato
Quadro normativo di riferimento
Normativa italiana
 Documento della Commissione Dottori Commercialisti
e Ragionieri
 Disposizioni Consob per società quotate
 Disposizioni Banca d’Italia per banche e finanzarie
 Disposizioni Isvap per assicurazioni
[[[[ Studio Associato
Quadro normativo di riferimento
Altre fonti interpretative italiane
 Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3
giugno 1997
 Atti parlamentari della legge delega n. 3855 costituiti
da:
-pareri espressi dalla Ia, IIa, IIIa, VIa, Xa e XIVa
commissione permanente della Camera relazione
della Va Commissione permanente della Camera
 Circolare Ministero delle Finanze 291/E l 23 dicembre
1998
[[[[ Studio Associato
Principi generali
 I principi giuridici guida emergenti dalla normativa
comunitaria e dalla normativa italiana sono i seguenti:
-piena informativa delle regole del passaggio all'Euro
-nessuna proibizione ,nessun obbligo di adozione
dell’Euro nel periodo transitorio
-neutralità del passaggio all'Euro
-continuità legale degli strumenti giuridici
[[[[ Studio Associato
Principio della piena informativa delle regole
del passaggio all’Euro
 Fonti: 4° considerando del Regolamento 1 ed art. 2,
comma 1, lett. c) del disegno di legge delega
 Il principio è espressione della necessità di assicurare
ai cittadini e alle imprese di tutti gli Stati UE la certezza
giuridica delle disposizioni relative alla transizione
verso l'Euro in congruo anticipo rispetto all’avvio della
terza fase
 Soggetti all’osservanza del principio sono in primo
luogo gli organi statali e della pubblica amministrazione
e, in secondo luogo, le imprese nei rapporti con la
propria clientela
[[[[ Studio Associato
Principio del ‘nessun obbligo,nessun divieto’
 Tutto il processo di adozione dell'Euro deve
rispondere al principio generale ‘nessun obbligo,
nessun divieto’
 Con riguardo alle fonti italiane tale principio è
contenuto nella Direttiva del Presidente del
Consiglio dei Ministri del 3 giugno 1997
[[[[ Studio Associato
Principio del ‘nessun obbligo,nessun divieto’
 I cittadini e le imprese devono essere liberi nel periodo
transitorio di adottare l’Euro o meno senza dover
subire le scelte della pubblica amministrazione
 A tal fine le pubbliche amministrazioni devono garantire
una posizione unitaria e il coordinamento tra tutti i
soggetti che partecipano ai processi amministrativi
(amministrazioni sia centrali che periferiche)
[[[[ Studio Associato
Principio del ‘nessun obbligo,nessun divieto’
 In armonia a tale principio, le pubbliche
amministrazioni, fin dall’avvio della fase transitoria (1
gennaio 1999 - 31 dicembre 2001), devono assicurare
ai cittadini e alle imprese la possibilità:
 di utilizzare l'Euro nei pagamenti alla pubblica
amministrazione che non avvengano in contanti
-di richiedere versamenti in Euro dalla pubblica
amministrazione
-di comunicare con la pubblica amministrazione in
Euro
[[[[ Studio Associato
Principio della ‘neutralità‘
del passaggio all’Euro
 E’ espressione del principio di continuità e chiarisce
che il passaggio all’Euro deve incidere esclusivamente
sull’unità monetaria utilizzata
[[[[ Studio Associato
Continuità legale degli strumenti giuridici
Fonte comunitaria
Art. 3 Regolamento 1
Fonte interna
Art. 2, comma 1, lett. a)
Legge Delega
 L’introduzione dell'Euro non comporta alcuna modifica
delle ‘fonti delle obbligazioni giuridiche’ nè sui rapporti
giuridici in corso (‘legal instruments’)
[[[[ Studio Associato
Continuità legale degli strumenti giuridici
 Il termine ‘strumenti giuridici’ (‘Legal instruments’)
comprende, oltre ai contratti, anche disposizioni
normative, atti amministrativi, decisioni giudiziarie, atti
unilaterali, strumenti di pagamento diversi dalle
banconote ed altri strumenti aventi efficacia giuridica
[[[[ Studio Associato
Continuità legale degli strumenti giuridici
 Si tratta di un principio generalmente accettato negli
ordinamenti giuridici europei (e in molti extraeuropei)
secondo cui il mutamento della moneta non incide
sulle obbligazioni e sui rapporti giuridici in corso
 In ambito comunitario il principio contenuto nel
Regolamento 1 ha, dunque, mera funzione ricognitiva
[[[[ Studio Associato
Continuità legale degli strumenti giuridici
 Tale principio ha una duplice valenza nell’ordinamento
italiano:
- applicazione dell’art. 1277 C.C. secondo cui ‘i debiti
pecuniari si estinguono con moneta avente corso
legale nello Stato al momento del pagamento’.
- Il pagamento in Euro varrà dunque ad estinguere
obbligazioni sorte in lire
- Inapplicabilità dell’art. 1467 C.C. riguardante la
risoluzione del contratto per sopravvenuta
eccessiva onerosità
L’introduzione dell'Euro non costituisce ‘evento
straordinario ed imprevedibile’ e non dà titolo alla
risoluzione anticipata del contratto
[[[[ Studio Associato
Aspetti legali
 applicazione pratica dei principi generali
 principio della continuità
[[[[ Studio Associato
Conseguenze della continuità nell’area dei
pagamenti
 Nei rapporti basati su contratti retti da legislazioni di
paesi UE l’obbligazione di pagare importi espressi in
una delle valute sostituite sarà assolta in Euro (fase C)
 Per il resto le condizioni contrattuali restano identiche
[[[[ Studio Associato
Aree critiche della continuità
 Difficoltà possono sorgere nell’area pagamenti nel
caso di rapporti basati su contratti retti da legislazioni
extra UE per i quali il principio di continuità previsto dal
Regolamento 1 non è automaticamente applicabile
 Può esservi infatti il rischio che in un contratto regolato
da una legislazione extra UE la controparte:
-rifiuti di adempiere in Euro un’obbligazione sorta
in una valuta sostituita (oppure denominata in
ECU paniere)
-pretenda il pagamento nella valuta sostituita
rifiutando di accettare un pagamento in Euro
[[[[ Studio Associato
Aree critiche della continuità
 Secondo certa dottrina internazionalistica i Paesi
extraeuropei non possono disconoscere gli effetti del
passaggio all’Euro secondo il principio di ordine
pubblico internazionale che prevede che ogni Stato è
sovrano in ordine alla propria moneta
[[[[ Studio Associato
Aree critiche della continuità
 Tale principio potrebbe non essere recepito
nell’ordinamento che regge il contratto o potrebbe
essere disapplicato dai tribunali locali
 Opportunità di cautelarsi introducendo specifiche
clausole di salvaguardia nei contratti
[[[[ Studio Associato
“Discontinuità” pattizia degli strumenti giuridici
 E’ fatto salvo il diritto di prevedere clausole contrattuali
che deroghino al principio della continuità
 Le parti possono quindi concordare che il passaggio
all’Euro determini per esempio la risoluzione del
contratto ovvero l’adempimento in altra valuta
[[[[ Studio Associato
Contrattualistica
 Nei contratti retti dalla legge italiana o da quella di altro
stato membro UE non è necessario apporre alcuna
clausola che disciplini i pagamenti da effettuarsi dopo
l’1 gennaio 2002
 Il principio di continuità è infatti assicurato dal
Regolamento 1
[[[[ Studio Associato
Contrattualistica
 Nei contratti retti dalla legge di un paese extra UE è
opportuno inserire clausole di salvaguardia che
inseriscano, in via pattizia, il principio di continuità per i
pagamenti da effettuarsi dopo l’1 gennaio 2002
[[[[ Studio Associato
Contrattualistica
 Tali clausole possono avere il seguente tenore ‘le parti
prendono atto e, per quanto occorra, convengono che
qualora l’Italia (o altro paese UE) partecipi alla moneta
unica, le obbligazioni pecuniarie derivanti dal presente
contratto denominate in lire (o altra valuta UE), il cui
adempimento è previsto a far data dall’1 gennaio 2002,
saranno pagabili esclusivamente in Euro’
[[[[ Studio Associato
Contrattualistica
 Clausole similari possono essere inserite anche in
contratti già in essere attraverso ‘amendments’
concordati con la controparte
[[[[ Studio Associato
Aspetti contabili
 Scelta della moneta di conto
 Costi connessi all’introduzione dell’Euro
 Conversione poste in valuta e consolidamento gestioni
estere
 Rivalutazione monetaria immobilizzazioni
 Regole di arrotondamento
[[[[ Studio Associato
Scelta della moneta di conto
[[[[ Studio Associato
Scelta della moneta di conto
 Il decreto legislativo 213/98 prevede la possibilità di
presentare bilanci in Euro sin dall’1 gennaio 1999
 Obbligo dal 1 gennaio 2002
 Omogeneità fra moneta di conto e moneta di bilancio
 Il requisito dell’omogeneità non è previsto per banche,
assicurazioni, società quotate e le rispettive imprese
controllate
[[[[ Studio Associato
Scelta della moneta di conto
 L’adozione dell’Euro quale moneta di conto per la
presentazione dei bilanci d’esercizio risponde ai
seguenti principi:
-irreversibilità, salvo casi eccezionali
-omogeneità di presentazione di tutti i documenti
contabili obbligatori a rilevanza esterna
[[[[ Studio Associato
Scelta della moneta di conto
 Documenti contabili obbligatori
- bilancio di esercizio e nota integrativa
- bilancio consolidato
- relazione semestrale (quotate)
- rendiconti periodici e straordinari destinati al
pubblico
 Non riguarda prospetti o documenti richiesti da organi
di vigilanza
 Le fatture emesse non sono documenti contabili
obbligatori a rilevanza esterna
[[[[ Studio Associato
Scelta della moneta di conto
 I dati comparativi sono convertiti in Euro adottando il
tasso di conversione con la lira
 Il saldo delle differenze di traduzione può essere
imputato direttamente in una riserva
 Il bilancio è redatto in Euro, senza decimali. La nota
integrativa può essere redatta in migliaia di Euro, così
come il bilancio consolidato
 Per le società quotate la Consob ha chiarito che la
nota integrativa del bilancio ed il bilancio consolidato
sono redatti in migliaia di Euro; possono essere redatti
in milioni di Euro
[[[[ Studio Associato
Scelta della moneta di conto
La libertà di scelta della valuta nella quale rilevare
analiticamente i fatti gestionali comporta delle scelte
fondamentali, così riassumibili:
continuare ad operare in moneta nazionale, quindi rilevazione in lire,
con conversione dei flussi originati in Euro
 operare solo in Euro, quindi rilevazione in Euro dei
flussi e dei movimenti originati in Euro, con
conversione in Euro delle attività aziendali in altra
valuta
 rilevazione duplice, sia in lire che in Euro, di tutti i
movimenti
 contabilità plurimonetaria
[[[[ Studio Associato
Scelta della moneta di conto
Rilevazione in lire con conversione dei flussi
originati in Euro:
-per queste imprese l’Euro non avrà effetti sulle
procedure contabili fino al termine del periodo
transitorio, in quanto la fatturazione attiva, la
contabilità e il bilancio continueranno ad essere
in lire
-non sono prevedibili interventi sul piano dei
conti e sulla base dei dati contabili, salvo
inserimento di tabelle di conversione
[[[[ Studio Associato
Scelta della moneta di conto
-sarà comunque opportuno mantenere traccia
delle operazioni di conversione (specularmente
a quanto evidenziato nell’estratto conto della
banca)
-inoltre, l’azienda che sceglierà questa strada
arriverà impreparata alla fase finale di
introduzione dell’Euro e dovrà comunque
gestire le transazioni con le controparti che
utilizzeranno l’Euro (es. fatturazione indicante
‘lire pari a Euro’)
[[[[ Studio Associato
Scelta della moneta di conto
Rilevazione in Euro:
-ciò comporta la completa conversione delle
attività aziendali. In particolare:
– la fatturazione attiva nazionale in Euro per agevolare l'acquirente
potrà essere espressa in ‘Euro pari a lire’
– la fatturazione passiva richiederà un’opportuna sensibilizzazione dei
fornitori affinchè venga espressa in Euro o ‘lire pari a Euro’
– il pagamento di salari e stipendi sarebbe opportuno fosse espresso
in ‘lire pari a Euro’
-i rapporti con il settore bancario non
rappresentano alcun vincolo
Rilevazione duplice di tutti i movimenti (doppio
binario):
-è l’ipotesi più complessa ed onerosa, quindi da
sconsigliare
[[[[ Studio Associato
Scelta della moneta di conto
Alcune considerazioni circa la scelta della data di
passaggio all’Euro:
 complessità (coordinamento del progetto Euro globale)
 vincoli interni (risorse IT, esigenze commerciali,
obiettivi della Direzione, etc.)
 vincoli esterni (scelte di clienti, fornitori e concorrenti,
risorse IT, etc.)
 opportunità
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
 L'introduzione dell’Euro avrà per le imprese
implicazioni operative, a cui corrisponderà il
sostenimento di costi per il cambiamento,
principalmente nelle seguenti aree:
 rapporti con clienti e fornitori:
-utilizzo di Euro per la fatturazione ed il
regolamento di incassi e pagamenti
-rapporti con il pubblico e i dipendenti:
-listini prezzi e cedolini paga espressi in Euro e
in divisa locale
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
-sistemi amministrativi e informativi:
-contabilità e bilanci espressi in Euro e in divisa
locale; conversione di dati storici (statistiche,
banche dati);
-adeguamento delle tecnologie informative alla
gestione parallela di più valute
-fatturazione ed altri documenti societari in Euro
e in divisa locale
-informativa:
-adeguamento alle necessità di informazione al
pubblico e alle nuove regole amministrative
-formazione del personale
-rapporti con gli azionisti:
-conversione dei certificati azionari
-distribuzione dividendi
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
 Tali costi consisteranno principalmente in:
-software
-sostituzione di cespiti (hardware, registratori di
cassa, distributori, ecc.)
-implementazione di sistemi di gestione della
doppia valuta
-costi di formazione del personale
-costi di informazione/comunicazione alla clientela
-costi di adeguamento della modulistica
-altri costi di consulenza
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Documento della Commissione congiunta Dottori
Commercialisti e Rag.
 Il D. Lgs. 213/98 non contiene disposizioni specifiche
sul trattamento contabile e fiscale di tali costi
 L’introduzione dell’Euro non è un caso eccezionale che
consenta di derogare ai principi generali della IV
direttiva
 Il trattamento contabile dei costi connessi alla
transizione va quindi affrontato nell'attuale quadro
normativo
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Trattamento contabile - Intangibles
 I costi più frequentemente connessi all’introduzione
dell’Euro hanno natura immateriale
 I principi contabili italiani non disciplinano (ancora) il
trattamento contabile delle immobilizzazioni
immateriali, che rappresenta l’aspetto più problematico
 Pertanto ci si può riferire ai principi enunciati dallo IAS
(IAS 38 Intangible assets)
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Trattamento contabile IAS - Intangibles
 Caratteristiche delle immobilizzazioni immateriali:
-identificabili (separabili; distinguibili dal goodwill)
-controllati dall'azienda (che ha il potere di
ottenere benefici economici da tale risorsa e di
restringere l'accesso di altri a tali benefici)
-generatori di futuri benefici economici probabili e
quantificabili in modo attendibile
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Trattamento contabile IAS - Intangibles
 Relativamente ai benefici economici futuri occorre
dimostrare:
-potenzialità della risorsa di incrementare i
benefici economici futuri per l'azienda
-possibilità e intenzione di utilizzo della risorsa da
parte dell'azienda
-disponibilità di adeguate risorse (tecniche,
finanziarie) che consentano il perseguimento di
tali benefici
[[[[ Studio Associato

Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Trattamento
contabile
Il documento della Commissione Dottori
Commercialisti e Ragionieri sottolinea i seguenti
concetti:
-i costi della transizione sono generalmente
paragonabili a costi ordinari (ordinario
adattamento delle imprese all'evoluzione del
quadro economico e del progresso tecnologico)
-non sono destinati a produrre benefici economici
incrementali, ma semplicemente consentono il
mantenimento delle condizioni di funzionamento
-di norma debbono essere imputati alle spese
dell'esercizio di sostenimento
-ove significativi occorre segnalarne l'impatto sul
conto profitti e perdite
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Trattamento contabile
-quando i costi della transizione generano benefici
futuri individuabili (es. fase transitoria) è
consentito capitalizzarli o includerli nel valore
contabile della relativa attività fissa (rinvio);
conseguentemente vanno ammortizzati nell'arco
del periodo in cui sono economicamente utili
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Trattamento contabile - Risorse umane
 I principi di generale accettazione tendono a
distinguere tra risorse immateriali (di carattere
durevole) ‘identificabili’ e ‘non identificabili’, includendo
implicitamente il valore del capitale umano fra i secondi
 Ciò ne consente una misurazione economica solo in
fase di acquisizione di aziende (goodwill) e non una
loro separata capitalizzazione (FASB - Intangible
Assets - Section I60 §101)
 Pertanto i costi legati alla formazione delle risorse
umane non sono normalmente capitalizzabili
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Trattamento contabile - Software (applicativo)
 Qualora venga acquistato a titolo di proprietà o di
licenza d'uso a tempo indeterminato è correttamente
classificabile fra i diritti di utilizzazione delle opere
dell'ingegno
 Quando l'acquisto avviene a titolo di licenza d'uso a
tempo determinato, con pagamento di un corrispettivo
‘una tantum’, i relativi costi vanno classificati tra le
licenze
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Trattamento contabile - Software (applicativo)
 Nel caso fosse autoprodotto, raramente è tale da
assumere una propria individualità economica e poter
essere alienato autonomamente. Pertanto il costo
sostenuto generalmente deve essere classificato tra le
spese di ricerca e sviluppo
 Costi di adeguamento o integrazione del software per
la sola gestione dell’Euro non sono capitalizzabili
(nessun beneficio incrementale)
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Trattamento contabile
 In termini esemplificativi possiamo riepilogare:
-costi capitalizzabili:
-software (con limitazioni)
-sostituzione di cespiti (hardware, registratori di
cassa, distributori, ecc.)
-costi capitalizzabili in relazione al periodo di
transizione:
-implementazione di sistemi di gestione della
doppia valuta
-costi non capitalizzabili:
-costi di formazione del personale
-costi di informazione alla clientela
-costi di adeguamento della modulistica
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Accantonamento dei costi
 La IV direttiva (art. 20) e il Codice Civile (art. 2424-bis,
comma 3) ammettono accantonamenti per rischi e
oneri solo se:
-sono nettamente individuati nella loro natura
-servono a coprire perdite o debiti certi o probabili
ma indeterminati quanto al loro importo o alla
data della loro manifestazione
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Accantonamento dei costi
 Il principio contabile n. 19 distingue tra:
-accantonamenti per oneri, ossia per passività
certe il cui ammontare o la data in cui si
manifestano sono indeterminate
-accantonamenti per rischi, ossia per passività la
cui esistenza è solo probabile
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Accantonamento dei costi
 I futuri costi diretti connessi all’introduzione dell’Euro
non sono assimilabili a rischi e non costituiscono oneri
inerenti a ristrutturazioni
 Non sono quindi accantonabili
 Vengono contabilizzati nell’esercizio di sostenimento
 I futuri costi indiretti dovuti all’introduzione dell’Euro
(costi di ristrutturazione e simili) seguiranno ognuno il
trattamento contabile tipico loro applicabile
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Immobilizzazioni materiali e immateriali
 Il costo delle immobilizzazioni la cui utilizzazione è
limitata nel tempo deve essere sistematicamente
ammortizzato in relazione alla loro residua possibilità di
utilizzazione (art. 2426, comma 2)
 L'introduzione dell'Euro potrà modificare la durata
economica di alcune attività immobilizzate (distributori
automatici, registratori di cassa, ecc.)
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Immobilizzazioni materiali e immateriali
 Il costo delle immobilizzazioni la cui utilizzazione è
limitata nel tempo deve essere sistematicamente
ammortizzato in relazione alla loro residua possibilità di
utilizzazione (art. 2426, comma 2)
 L'introduzione dell'Euro potrà modificare la durata
economica di alcune attività immobilizzate (distributori
automatici, registratori di cassa, ecc.)
[[[[ Studio Associato
Costi connessi all’introduzione dell’Euro
Immobilizzazioni materiali e immateriali
 In tali casi sarà necessario, fin dal prossimo bilancio:
-ridefinire la vita residua del bene, con
conseguente adattamento del periodo di
ammortamento
-procedere ad una nuova determinazione del
valore economico (residuo) del bene (art. 2426,
comma 3)
[[[[ Studio Associato
Conversione in Euro
[[[[ Studio Associato
Conversione in Euro
 I criteri di rilevazione delle operazioni ed i criteri di
trattamento delle relative differenze di cambio: l’impatto
sulle imprese
 La traduzione in Euro delle partecipazioni e delle altre
immobilizzazioni: rapporti con le disposizioni in vigore
 Il bilancio consolidato e le differenze derivanti dalla
conversione del patrimonio netto delle controllate
estere
[[[[ Studio Associato
Conversione in Euro
Principi fondamentali
 L’Euro sostituisce ai tassi di conversione applicabili a
partire dall’1 gennaio 1999 le monete degli Stati IN
 1 ECU = 1 Euro
 Le monete nazionali divengono unità divisionali
dell’Euro
 Qualunque importo in unità Euro o in unità monetaria
nazionale pagabile mediante accredito sul conto del
creditore può essere versato dal debitore
indifferentemente in unità Euro o nell’unità monetaria
nazionale
[[[[ Studio Associato
Conversione delle poste di bilancio in Euro
 Nella redazione dei bilanci al 31 dicembre 1998
occorre tenere conto dei tassi fissi di conversione
stabiliti a tale data
[[[[ Studio Associato
Conversione delle poste di bilancio in Euro
 Alla luce dei principi generali le differenze di cambio tra
le monete dei paesi partecipanti debbono essere
considerate realizzate (indipendentemente alla moneta
di conto utilizzata per redigere il bilancio)
 La realizzazione di differenze di cambio comporta il
riconoscimento dei risultati di cambio nel conto
economico
[[[[ Studio Associato
Conversione delle operazioni in
moneta estera
(P.C. n. 9)
 Le operazioni in valuta estera sono convertite nella
moneta nazionale al tasso di cambio vigente alla data
in cui si è verificata l’operazione. A volte è accettabile
utilizzare un tasso di cambio medio
[[[[ Studio Associato
Conversione delle attività/passività correnti
denominate in moneta estera
(P.C. n. 9)
 1° metodo:
-adeguamento delle attività/passività correnti al
cambio di fine periodo e riconoscimento delle
differenze cambio positive e negative nel conto
economico
-2° metodo:
-in caso di differenze di cambio nette negative,
riconoscimento delle differenze nel conto
economico con addebito in apposito fondo del
passivo
-in caso di differenze di cambio nette positive, le
differenze non vengono rilevate
[[[[ Studio Associato
Conversione delle attività/passività non
correnti denominate in moneta estera
(P.C. n. 9)
 Conversione delle singole attività/passività non correnti
al cambio di fine periodo e riconoscimento delle sole
differenze cambio negative nel conto economico. Le
differenze cambio positive sono differite e riconosciute
quando le attività/passività che le hanno generate
diventano correnti
[[[[ Studio Associato
Conversione delle attività/passività non
correnti denominate in moneta estera
(P.C. n. 9)
 Se dalla conversione delle singole attività/passività non
correnti derivano sia utili che perdite, tali utili e perdite
vanno considerati congiuntamente per classi di
scadenza. Se dalla conversione delle attività/passività
di una classe emergono utili netti, tali utili vanno
differiti; nel caso di perdita netta, tale perdita va
riconosciuta nel conto economico
[[[[ Studio Associato
Conversione delle poste in valuta
Metodi consentiti dal D.lgs. 213/98
Applicabile ai bilanci chiusi a partire dal 31/12/98
 1° metodo:
-le differenze cambio sono incluse nel conto
economico (1998)
 2° metodo:
-la differenza cambio positiva o negativa di
ciascun elemento monetario è ripartita
nell’esercizio e in quelli successivi in funzione
della durata residua e della prevista evoluzione
del capitale dell’elemento considerato
-3° metodo:
-le differenze cambio sono ripartite in quote
costanti nell’esercizio e nei tre successivi
[[[[ Studio Associato
Conversione delle poste in valuta
(Bozza di P.C.)
 L’imputazione a c/e della sola quota di competenza, in
applicazione dei metodi alternativi II e III, si può
ottenere alternativamente tramite
 rilevazione di risconti per gli utili e le perdite da differire
(iscritti separatamente dagli altri);
-iscrizione a patrimonio netto degli utili/perdite da
differire, al netto delle imposte differite (se utili),
e successiva imputazione nei c/e futuri delle
quote di competenza
[[[[ Studio Associato
Conversione delle poste in valuta
(Bozza di P.C)
 Il metodo analitico pro-rata e quello forfettario non
possono essere utilizzati per differire differenze
negative su cambi di competenza di precedenti
esercizi (sorte ma non rilevate ante 1998)
[[[[ Studio Associato
Conversione delle poste in valuta
(Bozza di P.C.)
Informativa in Nota Integrativa (art.2427,n.1, comma
1,c.c)
-criterio di conversione prescelto e vantaggi fiscali
conseguenti
-ammontare delle differenze cambio risultanti e
quanto imputato a c/e
-ammontare delle differenze cambio iscritte nelle
voci dell’attivo e del passivo
-eventuali imposte differite iscritte
-effetti sul patrimonio netto e sul risultato
dell’esercizio
[[[[ Studio Associato
Conversione delle poste di bilancio in Euro
(Documento di orientamento della CE)
 Le differenze di cambio realizzate sui contratti a
termine di cambio speculativi vanno riconosciute
immediatamente nel conto economico in quanto
realizzate e non collegate a proventi od oneri futuri
 Nel caso di contratto a termine di copertura di
attività/passività, la somma delle differenze cambio
relative al contratto a termine e all’attività/passività
coperta devono essere riconosciute nel conto
economico
[[[[ Studio Associato
Conversione delle poste di bilancio in Euro
(Documento di orientamento della CE)
 Nel caso di un contratto a termine in cambi utilizzato
per coprire il rischio di cambio su impegni o operazioni
future, le differenze di cambio relative dovranno essere
riconosciute nel conto economico
 Il riconoscimento delle differenze di cambio derivanti
da tali contratti deve essere differito qualora ciò
consenta una migliore correlazione tra costi e ricavi
[[[[ Studio Associato
Conversione delle poste in valuta
Conclusioni
 Le differenze cambio tra le monete dei paesi
partecipanti sono considerate come realizzate
 Pertanto il trattamento più corretto è di norma
l’iscrizione a conto economico di tali differenze
(metodo 1)
 Dal punto di vista fiscale le differenze cambio sono
rilevanti nell’esercizio di iscrizione a conto economico
[[[[ Studio Associato
Traduzione in Euro di partecipazioni e altre
immobilizzazioni
Bilancio di esercizio
 Per le imprese industriali e mercantili, la
conversione di queste poste si attua applicando i
criteri previsti dall’art. 18 del D.lgs. 213/98:
 si applica il tasso di cambio tra valuta nazionale ed Euro al 31
dicembre 1998
-si converte il costo iscritto (in lire) derivante dalla traduzione
dell’importo originario in divisa al cambio vigente alla data
del loro acquisto
-Non è prevista la possibilità concessa alle
imprese finanziarie di convertire il costo
iscritto in base al valore della valuta
originaria adeguato a fine esercizio
[[[[ Studio Associato
Traduzione in Euro di partecipazioni e altre
immobilizzazioni
Bilancio di esercizio - Esempio
Acquisto di una immobilizzazione a Fr. 1.000
Imprese
industriali
Lit.
Importo pagato nel 1997 (1)
280.00
0
Costo iscritto in bilancio
al 31/12/98
Conversione in Euro
(Euro 1 = L1.936,27)
Imprese
finanziarie
(facoltà)
Lit.
280.000
(2) 295.182
280.00
0
152,45
144,61
(1) Ottenuto applicando il tasso di cambio vigente alla data di acquisto (Fr1 = L280).
(2) Ottenuto dall’adeguamento del tasso di cambio Fr/Euro/L al 31 dicembre 1998.
[[[[ Studio Associato
Il bilancio consolidato e le differenze
derivanti dalla conversione del patrimonio
netto delle controllate estere
[[[[ Studio Associato
Conversione dei bilanci di gestioni estere
Metodi di consolidamento
 Come previsto dal principio contabile n. 17 (CNDC):
-metodo del cambio di corrente/investimento netto
(utilizzato per entità separate indipendenti non
integrate con la società controllante)
-metodo temporale (utilizzato per entità che
costituiscono parte integrante della società
controllante)
[[[[ Studio Associato
Metodo del cambio corrente/investimento
netto
(Bozza di P.C del CNDC)
 Attività e passività convertite al cambio di chiusura.
 Conto economico convertito al cambio medio o al
cambio di chiusura.
 Le differenze di conversione risultanti incluse
direttamente nel patrimonio netto consolidato
(nonostante tali differenze siano da considerarsi
realizzate a seguito della fissazione dei tassi di
cambio).
[[[[ Studio Associato
Metodo del cambio di chiusura/investimento
netto
(Bozza di P.C del CNDC)
 E’ necessario riconoscere l’importo cumulativo di tali
differenze di conversione nel conto economico
dell’esercizio in cui avviene la cessione o la
liquidazione della gestione estera interessata
[[[[ Studio Associato
Metodo del cambio di chiusura
Esempio
31/12/1997
Attività correnti
Immobilizzazioni
Totale attività
Passività correnti
Passività m/l termine
Capitale sociale
Riserve
Riserva di conversione
Utile
Fr
1.200
2.800
4.000
800
1.800
1.000
300
100
4.000
(1) Tasso di cambio Lire/Fr.
[[[[ Studio Associato
Tasso di
cambio (1)
12/97
Lire
300
300
360.000
840.000
1.200.000
240.000
540.000
220.000
87.000
83.600
29.400
1.200.000
300
300
220
290
294
Metodo del cambio di chiusura
Esempio
Fr.
Tasso di
cambio
12/98
Lit.
Attività correnti
1.450
(1)
428.015
Immobilizzazioni
2.700
(1)
796.993
Totale attività
4.150
800
(1)
1.225.00
8
Passività m/l termine
1.800
(1)
236.146
Capitale sociale
1.000
220
531.328
400
291
220.000
31/12/1998
Passività correnti
Riserve
116.400
Riserva di conversione
Utile
150
4.150
(1) 1Ffr/6,55957*L1936,27
[[[[ Studio Associato
298
76.434
44.700
1.225.00
8
Metodo di cambio di chiusura
Riserva di conversione
Fr.
D cambio
Lit.
1.000
80
80.000
Riserve
300
10
3.000
Utile
100
6
600
31/12/1997
Capitale sociale
83.600
Fr.
D cambio
Lit.
1.000
75,182
75.182
Riserve
400
4,182
1.673
Utile
150
(2,817)
(421)
31/12/1998
Capitale sociale
76.434
[[[[ Studio Associato
Metodo temporale
(Principi generali)
 Le attività e passività non monetarie sono convertite al
cambio storico
 Le attività e passività monetarie sono valutate
coerentemente con i principi contabili utilizzati dalla
controllante
 Le voci di conto economico sono convertite al cambio
medio o storico in base alla loro natura
 Le differenze di cambio risultanti sono
addebitate/accreditate al conto economico
[[[[ Studio Associato
Conversione dei bilanci di gestione estere
(Documento di orientamento della CE)
Nel caso di utilizzo del metodo temporale
Attività in moneta nazionale
Tasso
storico
Fr. 1.200
3,00
DM 400
5,00
-
2,00
240
-
Euro 200
Tassi fissi di conversione
Attività in Euro
Tasso
controllante
Società
controllata
Euro
La differenza di Euro40 rispecchia le oscillazioni valutarie del periodo
intercorrente tra l’acquisto dell’attività e l’introduzione dell’Euro. Questa
differenza scompare con l’ammortamento progressivo o la vendita dell’attività
sottostante.
[[[[ Studio Associato
Metodo temporale
(Esempio)
Fr.
Tasso di
cambio (*)
Attività correnti
1.200
300
360.000
Immobilizzazioni
2.800
230
644.000
Totale attività
4.000
800
300
1.004.00
0
Passività m/l termine
1.800
300
240.000
Capitale sociale
1.000
220
540.000
Riserve
300
290
220.000
Utile
100
(**)
87.000
31/12/1997
Passività correnti
(*)
(83.000)
Tasso di cambio Lit/Fr.
(**) Utile dell’esercizio
100
293
1.004.00
0
Effetto economico della conversione
29.300
[[[[ Studio Associato
(112.300)
(83.000)
Metodo temporale
(Esempio)
Fr.
Tasso di
cambio
Lire
Attività correnti
1.450
(1)
428.015
Immobilizzazioni
2.700
230
621.000
Attività
4.150
800
(1)
1.049.01
5
Passività m/l termine
1.800
(1)
236.146
Capitale sociale
1.000
220
531.328
31/12/1998
Passività correnti
Riserve
400
Utile
150
220.000
(**)
57.541
(1) 1Ffr/6,55957*L1936,27
(**)
Utile dell’esercizio
4.000
150
296
1.049.01
5
Effetto economico della conversione
44.400
[[[[ Studio Associato
13.141
57.541
Metodo temporale
Effetto a conto economico della conversione
31/12/1997
31/12/1998
Fr.
D cambio
Lit.
Fr.
D cambio
Lit.
Immobilizzazioni
2.800
(70)
2.700
(65,182)
Capitale sociale
1.000
80
(196.000
)
1.000
75,182
(175.992
)
Riserve
300
10
80.000
400
285,182
75.182
Utile
100
7
3.000
150
(0,817)
114.073
[[[[ Studio Associato
700
(122)
(112.300)
13.141
Rivalutazione monetaria delle
immobilizzazioni
[[[[ Studio Associato
Rivalutazione monetaria delle
immobilizzazioni
 L’esistenza di tassi di inflazione sensibilmente diversi
tra i vari paesi per periodi di tempo prolungati comporta
alcune distorsioni nel confronto tra i valori storici delle
immobilizzazioni. Tali distorsioni sono più evidenti con
l’utilizzo di un’unica moneta di conto per la
predisposizione dei bilanci
[[[[ Studio Associato
Rivalutazione monetaria delle
immobilizzazioni
 Possibili effetti per i paesi che hanno registrato alti
tassi d’inflazione nel passato:
-minori costi per ammortamento
-maggiore carico fiscale
-minore capacità di autofinanziamento
 Alcuni ravvisano quindi la necessità di una
rivalutazione monetaria (in esenzione fiscale).Questa
ipotesi non è al momento condivisa dal Comitato Euro
[[[[ Studio Associato
Rivalutazione monetaria delle
immobilizzazioni
 A questo proposito bisogna tuttavia osservare che:
-l’introduzione rende più evidente un fenomeno
che ha cause diverse (differenziale tassi di
inflazione) dall’introduzione dell’Euro
-negli ultimi anni si è registrata una progressiva
convergenza dei tassi di inflazione
-in passato sono già state permesse rivalutazioni
monetarie che hanno, almeno parzialmente,
corretto le distorsioni illustrate
-l’eventuale rivalutazione delle immobilizzazioni
presuppone un intervento normativo specifico,
attualmente allo studio del Ministero delle
Finanze
[[[[ Studio Associato
Regole riguardanti i tassi di conversione e
l’arrotondamento
[[[[ Studio Associato
Regole riguardanti i tassi di conversione e
l’arrotondamento
 Regole riguardanti l’utilizzo dei tassi di conversione e
l’arrotondamento:
-vengono fissati irrevocabilmente solo i tassi di
conversione tra l’Euro e le unità monetarie
nazionali
-i tassi di conversione adottati comportano sei
cifre significative e non possono essere
arrotondati all’atto della conversione
-le sei cifre di cui è composto il tasso vanno
calcolate da sinistra a partire dalla prima cifra
diversa da zero. Comporteranno quindi da due a
sei decimali
[[[[ Studio Associato
Regole riguardanti i tassi di conversione e
l’arrotondamento
-tali tassi saranno utilizzati per la conversione
dell’Euro alle monete nazionali e viceversa. Al
fine di evitare che l’arrotondamento possa
causare risultati differenti, non è consentito l’uso
del reciproco del tasso di conversione utilizzato
-la conversione da una moneta nazionale all’altra
dovrà effettuarsi convertendo preliminarmente
l’ammontare in Euro, utilizzando non meno di
quattro decimali arrotondando al terzo e quindi
procedendo alla conversione nell’altra moneta
nazionale
[[[[ Studio Associato
Regole riguardanti i tassi di conversione e
l’arrotondamento
-gli importi da contabilizzare all’atto della
conversione tra Euro e valute nazionali vengono
arrotondati al centesimo (superiore o inferiore)
più vicino (0,5 va ad 1,0)
-nella conversione tra valute gli importi sono
arrotondati all’unità divisionale più vicina o
all’unità più vicina all’unità monetaria nazionale
ovvero, in conformità a leggi nazionali o alle
pratiche di mercato, al multiplo o alla frazione
della suddivisione o unità monetaria nazionale
(flessibilità nell’applicare le pratiche nazionali)
[[[[ Studio Associato
Regole riguardanti i tassi di conversione e
l’arrotondamento
-La conversione degli importi diversi da quelli
contenuti in norme oppure che sono da
pagare/contabilizzare autonomamente (cd calcoli
intermedi) devono essere convertiti in Euro
utilizzando:
-5 decimali per importi originari in lire
-4 decimali per importi originari in decine di lire
-3 decimali per importi originari in centinaia di
lire
-2 decimali per importi originari in migliaia di lire
[[[[ Studio Associato
Regole riguardanti i tassi di conversione e
l’arrotondamento
 Casi di applicabilità delle regole suddette (non
esaustivi):
-valutazione di poste in valuta nel bilancio redatto
in moneta nazionale
-consolidamento di partecipate estere
-transazioni (pagamenti/incassi) tra valute
nazionali
-conversione delle emissioni pubbliche
-sistemi (gestionali e contabili) di riconciliazione o
quadratura (es.: stanza di compensazione per i
movimenti interbancari)
[[[[ Studio Associato
Regole riguardanti i tassi di conversione e
l’arrotondamento
Esempio di conversione da lire a Euro (principio
comunitario)
Euro1 = L1.936,27
L17.240.232/(cambio) L1.936,27 = 8.903,836
 Principio dell’arrotondamento all’Eurocent:
-il 2° decimale va arrotondato per eccesso se
il terzo decimale è superiore a 4 =
Euro8.903,84
[[[[ Studio Associato
Regole riguardanti i tassi di conversione e
l’arrotondamento
Esempio di conversione da Euro a lire (principio
comunitario)
Euro1 = L1.936,27
Euro8.903,84 * (cambio) L1.936,27 = 17.240.238,27
 Principio dell’arrotondamento:
-arrotondamento all’unità della moneta =
17.240.238
[[[[ Studio Associato
Regole riguardanti i tassi di conversione e
l’arrotondamento
Esempio di conversione da marco a lire
(principio comunitario)
 Euro1 = L1.936,27
 Euro1 = DM1,95583
 DM482,20/ (cambio) 1,95583 = 246,5449
 Arrotondamento = 246,545
 Conversione in lire = 246,545 * L1.936,27 =
477.377,6871 = L477.378
[[[[ Studio Associato
Regole riguardanti i tassi di conversione e
l’arrotondamento
Esempio di calcolo intermedio
 Euro1 = L1.936,27
 Prezzo unitario contrattuale L15
 L15/1936,27= Euro0,00774
 Arrotondamento = Euro 0,0077
[[[[ Studio Associato
Conversione del capitale in Euro
 Conversione del capitale moltiplicando il numero delle
azioni per il loro valore nominale convertito in Euro
 Conseguenze
- arrotondamento per eccesso
- arrotondamento per difetto
[[[[ Studio Associato
Conversione del capitale in Euro
Arrotondamento per eccesso
aumento del valore nominale
mediante utilizzo di riserve
[[[[ Studio Associato
Conversione del capitale in Euro
Arrotondamento per difetto
o in mancanza di riserve
Riduzione del valore nominale
delle azioni con accredito a riserva
[[[[ Studio Associato
Conversione del capitale in Euro
Esempio n. 1
 1 Euro = Lit 1936,27
 Capitale Lit 10.000.000.000
 Valore nominale azioni Lit 800
 Numero azioni 12.500.000
[[[[ Studio Associato
Conversione del capitale in Euro
Esempio n. 1
 Valore nominale in Euro di ogni azione
- Lit 800 : 1936,27 = 0,4131 = Euro 0,41
 Conversione del capitale
- Euro 0,41x 12.500.000 = Euro 5.125.000
 Effetti degli arrotondamenti per difetto
- Lit 10.000.000.000 : 1936,27 = 5.164.568,990=
Euro 5.164.568,99
Riduzione del capitale mediante accredito alla
riserva legale di Euro 39.568,99
[[[[ Studio Associato
Conversione del capitale in Euro
Esempio n. 2
 1 Euro = Lit 1936,27
 Capitale Lit 25.325.000.000
 Valore nominale azioni Lit 9500
 Numero azioni 2.665.789
[[[[ Studio Associato
Conversione del capitale in Euro
Esempio n. 2
 Valore nominale in Euro di ogni azione
- Lit 9500 : 1936,27 = 4,906 = Euro 4,91
 Conversione del capitale
- Euro 4,91 x 2.665.789 =Euro 13.089.023,99
 Effetti degli arrotondamenti per eccesso e troncamento
- Lit 25.325.000.000 : 1936,27 = 13.079.270,969=
Euro 13.079.270,97
Aumento del capitale con riserve = Euro
9752,03
Riduzione per troncamento = Euro 0.99
[[[[ Studio Associato
Conversione del capitale in Euro
 Speciali regole di raggruppamento per:
- azioni con privilegi commisurati al valore
nominale onde evitare che tale valore subisca
variazioni a motivo della conversione in Euro
- azioni di valore unitario inferiore a Lit 500
- portare il valore nominale ad 1 Euro o suoi
multipli
[[[[ Studio Associato
Conversione del capitale in Euro
 Agevolazioni
- movimentazione delle riserve come nei casi
generali
- acquisto di azioni proprie in deroga all’art. 2357
- procedura semplificata (C.d.a senza notaio )
- indicazione nella corrispondenza del capitale in
Euro (art. 2250) entro un biennio
- esenzione da imposte indirette ?
- altre agevolazioni ?
[[[[ Studio Associato
Conversione del capitale in Euro
 Nuovi minimi legali
- per Spa = Euro 100.000
- per Srl = Euro 10.000
[[[[ Studio Associato
Aspetti fiscali
 Libertà nella emissione delle fatture in Euro o in lire
indipendentemente dalla unità di conto utilizzata ai fini
della contabilità
 Si devono seguire le regole comuni di conversione
 Libertà di emissione degli scontrini fiscali con
indicazione separata dei totali delle due valute nello
scontrino di chiusura giornaliera
[[[[ Studio Associato
Aspetti fiscali
 speciali regole per i misuratori fiscali
 Iva di gruppo : si utilizza a tutti i fini l’unità scelta dalla
controllante , anche se diversa da quella adottata dai
soggetti controllati
[[[[ Studio Associato
Aspetti fiscali
 possibilità di presentare dichiarazioni in Euro per i
periodi d’impostadecorrenti dal 1 gennaio 1999 ovvero
chiusi nel corso di tale anno
 obbligo di dichiarazione in Euro dal primo esercizio in
cui si presenta il bilancio in Euro
 obbligo di continuità per i soggetti in contabilità
semplificata dal momento in cui presentano la prima
dichiarazione in Euro
 obbligo di continuità per le dichiarazioni periodiche Iva
[[[[ Studio Associato
Aspetti fiscali
 dichiarazioni Invim in lire anche nel 2002
 possibilità di utilizzare l’Euro per l’imposta sostitutiva
Invim
 versamenti dell’imposta in lire o in Euro
indipendentemente dalla valuta utilizzata per la
presentazione delle relative dichiarazioni
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