LA MENTA
Descrizione
della pianta
Qualche ricetta
Curiosità
Classificazione
scientifica
Proprietà
ed usi
Coltivazione
Gli oli
essenziali
Produzione
Usi e proprietà
Che cos’è la Menta?
La Menta (genere Mentha) è una pianta erbacea perenne, stolonifera,
fortemente aromatica, che appartiene alla famiglia delle Labiate (Lamiaceae).
Cresce in modo massiccio in tutta Europa, in Asia e in Africa e predilige sia le
posizioni in pieno sole che la mezza ombra, ma può resistere anche a basse
temperature. Molto conosciuta già dal tempo degli Egizi e dei Romani, veniva
usata da Galeno come pianta medicinale.
Come la riconosciamo?
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La menta, secondo la specie, è un'erba alta da qualche cm a poco più di un
metro, con steli eretti e radici rizomatose che si espandono notevolmente nel
suolo.
Le foglie sono opposte e semplici e nella maggior parte delle specie sono
lanceolate e ricoperte di una leggera peluria di colore verde brillante.
I fiori sono raccolti in spighe terminali, coniche, che fioriscono a partire dal
basso verso l'alto. I singoli fiori, simpetali e irregolari, sono piccoli, di colore
bianco, rosa o viola; la corolla, parzialmente fusa in un tubo, si apre in due
labbra, la superiore con un solo lobo, l'inferiore con 3 lobi disuguali. La
fioritura avviene in piena estate e prosegue fino all'autunno.
Il frutto è una capsula che contiene da 1 a 4 semi.
Classificazione scientifica
della Menta
Regno :
Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe:
Magnoliopsida
Ordine:
Lamiales
Famiglia:
Lamiaceae
Genere:
Mentha
Specie: ne esistono 20-30 specie, la cui sistematica è complicata dalla
presenza di diversi ibridi naturali. Le specie presenti in Italia allo stato
spontaneo sono:
Mentha aquatica
Mentha arvensis
Mentha pulegium
Mentha requienii (solo Sardegna e Arcipelago Toscano)
Mentha rotundifolia
Mentha silvestris
Mentha spicata o viridis (inselvatichita)
Coltivazione
della Menta
• Di facile coltivazione, predilige una zona poco ombrosa e
umida.
• La moltiplicazione avviene per talea, oppure per divisione dei
cespi, a fine settembre. Alla base della pianta si formano degli
stoloni da cui hanno origine nuovi germogli che verranno usati
per rinnovare le colture. Se coltivata in zone di scarsa umidità,
la pianta guadagnerà in ricchezza di essenza ma perderà in
sviluppo.
• La pianta della menta è facilmente attaccata da funghi parassiti
(Puccinia menthae); i suoi steli e le foglie si riempiono di
rigonfiamenti e puntini rossastri che poi si evolvono in
macchioline nerastre, le piante infette vanno eliminate e
bruciate. Viene, inoltre, attaccata dalle lumache che ne sono
ghiotte.
• La raccolta della menta viene fatta quando la pianta è
completamente fiorita e portata nelle apposite distillerie,
mentre per uso domestico viene essiccata in luogo fresco e
arieggiato.
Specie coltivate
Quasi
tutte
le
specie
spontanee vengono anche
coltivate,
ma
un
cenno
particolare merita la Menta
piperita che è la più nota e la
più usata in medicina, in
cucina, in cosmesi.
La “Mentha X piperita“,
originaria dell‘Inghilterra, è un
ibrido tra la Mentha acquatica
e la Mentha viridis ed è tra le
più conosciute della sua
specie. Ha foglie color verde
intenso,
con
sfumature
porpora lungo il fusto, e per
questo si distingue in menta
bianca o menta nera; ha i fiori
a spiga campanulati e può
raggiungere fino a un metro e
mezzo di altezza. Molto diffusa
in Italia settentrionale, da essa
si estrae un olio molto usato
nelle industrie dolciarie ed in
farmacia.
Menta piperita
Alcune specie di Menta
M.rotundifolia
Infiorescenza di M.
aquatica
Tavola botanica
di M.spicata
M.longifolia
Tavola botanica
di M.arvensis
Tavola botanica di
M.pulegium (Mentuccia)
Tavola botanica di
M.X piperita
Curiosità sulla Menta
Da che cosa deriva il nome Menta?
• Secondo una leggenda della mitologia greca, la Menta prende il nome
dalla ninfa Minthe, amata da Plutone, che venne trasformata in pianta da
Proserpina.
Un po’ di storia
• Tutte le Mente sono state utilizzate per le proprietà tetapeutiche dalla più
remota antichità. La Menta è citata nei Vangeli di Matteo (c.XXIII,23) e
Luca (c.XI, 42), ma se ne hanno notizie già da un papiro egiziano del 1500
a.C. I Cartaginesi usavano il succo della pianta mescolandolo in masse
resinose per l’imbalsamazione dei cadaveri; gli Egiziani mettevano l’intera
pianta nelle tombe. Aristotile (384-322 a.C.) ne sconsiglia l’uso in tempo di
guerra perché, eccitando i sensi, rende l’uomo debole. Diversamente la
pensava Alciato nel secolo XVI, che la propone come simbolo di sobrietà e
temperanza. Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) nella Historia naturalis enumera
le proprietà della Menta e la distingue dai Mentastri o mente selvatiche.
• Il Regimen Sanitatis della Scuola Medica Salernitana ne evidenzia le
proprietà con i seguenti versi:
Della Menta
Medicina fia bugiarda
quella menta, che ritarda
a scacciar lombrici e vermi
da' ventrigli e grembi infermi.
Proprietà ed usi della Menta
• In medicina ha funzioni di digestivo, stimolante delle funzioni
gastriche, antisettico ed antispasmodico, tonificante; si
possono preparare decotti e infusi.
• Secondo alcuni, sarebbe sconsiglibile assumerla di sera
perché potrebbe causare disturbi del sonno.
• È da evitare nel caso si stia facendo una cura omeopatica
perché riduce l'assorbimento dei farmaci omeopatici.
• In cucina si usa nelle zuppe, nelle salse, nella carne, in special
modo per cucinare l'agnello, per preparare liquori, sciroppi,
caramelle.
• Le caramelle alla menta sono largamente usate per il loro
gusto e per la loro capacità di rinfrescare l'alito e lenire il mal di
gola.
• Dalla menta si estrae il mentolo, che è un ingrediente di molti
profumi, cosmetici, medicinali e viene usato persino per
aromatizzare le sigarette.
• Va notato che queste proprietà sono limitate ad alcune specie
di Mentha. Altre specie, p.es. la Mentha pulegium, contengono
sostanze velenose.
Che cos’è il mentolo?
Il mentolo è un alcool terpenico secondario contenuto nell’olio
essenziale di M. piperita.
Che cos’è un olio essenziale?
Gli oli essenziali sono essenze oleose, particolarmente
concentrate in alcune parti della pianta: fiori, resina, corteccia,
radici, buccia, foglie,frutti.
Gli oli essenziali sono frazioni volatili ottenute dalle piante
mediante distillazione in corrente di vapore. Presentano una
composizione complessa. Sono poco solubili in soluzioni
acquose.
Stimolano intensamente l' olfatto, in quanto si volatilizzano a
temperatura ambiente.
L'olio essenziale di Mentha piperita è quello più dolce. Ne
riconosciamo il profumo (purtroppo spesso sintetico) in
dentifrici, farmaci, gomme da masticare ecc. Ottimo per
insaporire bevande e insalate; basta aggiungere poche gocce
all'olio, al miele o a un distillato.
Come si ottengono gli oli essenziali?
•
I principali metodi di estrazione degli oli essenziali sono due:
distillazione e spremitura.
1) Nel processo di distillazione le gocce di essenza di una pianta si
ottengono introducendo le piante, dopo averle sminuzzate, in un alambicco
con acqua bollente. Il vapore acqueo che si forma porta con sé le parti
aromatiche che sono convogliate e raccolte in una serpentina raffreddata.
2) Il metodo di estrazione per spremitura è basato sulla pressione a freddo
delle bucce sminuzzate con l' aggiunta di un po' d' acqua. Viene utilizzato
per la preparazione degli oli essenziali ottenuti dagli agrumi (limone,
bergamotto).
Gli oli essenziali presentano una concentrazione estremamente elevata.
Per questa ragione la produzione di oli essenziali richiede spesso una
grande quantità della materia prima di partenza. Per esempio, per
ottenere 0,900 Kg. di essenza di Lavanda, devo utilizzare ben 100 Kg della
pianta.
Tecnologia di produzione degli oli essenziali
• Distillazione a vapore di olio essenziale
Uso degli oli essenziali nel passato
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Gli oli essenziali come li conosciamo oggi sono un prodotto
relativamente moderno. Nonostante il concetto di estrazione in
corrente di vapore sia abbastanza antico e probabilmente sia stato
sviluppato dai tecnologi arabi più di mille anni fa, questa tecnologia
non fu mai utilizzata per isolare gli oli essenziali, bensì per ottenere le
acque aromatiche, che erano considerate le vere "essenze" delle
piante. Soltanto con il progredire della tecnologia fu possibile isolare
con sempre maggior efficienza gli oli essenziali ed iniziare ad
utilizzarli.
Uso antico degli oli essenziali
Non esiste un uso antico degli oli essenziali, se per antichità ci
riferiamo all'antichità classica. I profumi o gli oli profumati di cui si
parla nei documenti di origine mesopotamica ed egiziana, e poi grecoromana, sono da intendersi come oleoliti (estrazione delle essenze
tramite macerazione in olio) o come resine grezze (ad esempio
incenso, mirra, sandalo, ecc.). Gli utilizzi medico-religiosi o razionali
delle piante aromatiche in antichità si riferiscono all'utilizzo della
pianta in toto e non all'olio essenziale.
Proprietà degli oli essenziali
•
Gli oli essenziali hanno proprietà fisiche, chimiche e terapeutiche.
Le principali proprietà fisiche degli oli essenziali sono la volatilità e la
diffusibilità.
In generale gli oli essenziali, se lasciati a contatto con l' aria, evaporano
completamente.
Prendendo come riferimento il pentagramma musicale, un profumiere francese
del 1800, Piesse, classificò le essenze in base ad una scala di note: alta, media
e bassa.
Oli essenziali con "nota alta" sono:
Arancio - Basilico - Bergamotto - Cayeput - Carvi - Coriandolo - Eucalipto Lemongrass - Limone - Mandarino - Niaouli - Petitgrain - Salvia - Tea tree - Timo
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Oli essenziali con "nota media" sono:
Camomilla - Cipresso - Finocchio - Geranio - Ginepro - Issopo - Lavanda Maggiorana - Melissa - Menta - Pepe nero - Rosa (legno) - Rosmarino - Salvia
Oli essenziali con "nota bassa"
Benzoino - Cannella - Cedro - Estragone - Garofano - Gelsomino - Incenso Mirra - Neroli - Noce moscata - Patchouli - Rosa damascena - Sandalo - Tagete
- Ylang-Ylang - Zenzero
Proprietà degli oli essenziali
• Le proprietà chimiche degli oli essenziali sono responsabili
direttamente degli effetti terapeutici delle piante da cui si
estraggono, perché ne contengono i principi attivi:
Alcoli (linalolo, mentolo). Svolgono soprattutto un' attività antisettica
e tonificante.
Aldeidi (benzaldeide). Sviluppano attività sedativa e antisettica.
Chetoni (tujone, jasmone). Facilitano l' eliminazione di muco
bronchiale.
Esteri (acetato di linalile, acetato di geranile). Hanno proprietà
fungicida e sedativa.
Fenoli (eugenolo, timolo). Sono dotati di azione antibatterica e
stimolante.
Ossidi (cineolo). Svolgono un' azione espettorante.
Terpeni (limonene, pinene). Hanno proprietà antinfiammatorie e
antisettiche.
Alcune ricette terapeutiche a base di Menta
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Thè di Menta (per calmare la tosse e come espettorante nelle bronchiti da
fumo): porre un cucchiaio di foglie di Menta in una tazza di acqua bollente
per 15 minuti; filtrare e aggiungere un cucchiaio di miele.
Liquore di Menta: mettere a macerare in 400 g di alcool a 95° per 3 giorni
50 g di foglie di Mhenta piperita, 30g di foglie di Mhenta aquatica e 30g di
foglie di Eucalipto. Si aggiungono poi mezzo litro di vino bianco secco, tre
scorze di limone e 150-200g di miele. Si lascia riposare due giorni, poi si
filtra e si imbottiglia in vetro scuro. (Si consiglia di berne 1-3 cucchiaini al
giorno in caso di palpitazioni di cuore, di indigestione o di inappetenza).
Bagno stimolante: 185g di fiori di lavanda, 125g di menta piperita, 185g di
rosmarino e 125g di timo in 4 litri di acqua; setacciare e versare nella vasca
al momento del bagno.
Infuso di Menta (contro l’alitosi): porre 15g di foglie di menta in 300ml di
acqua bollente per 10 minuti. Utilizzare per sciacqui o gargarismi
Perché le caramelle a menta lasciano
in bocca quel senso di freschezza?
• Il mentolo in esse contenuto, come tutti gli alcooli, evapora a
contatto con il caldo umido della bocca. Il calore sottratto per
favorire l’evaporazione rinfresca la bocca.
• La stessa cosa accade alla pelle del viso quando si usano
dopobarba al mentolo.
GLOSSARIO
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ANTIFLOGISTICO o ANTINFIAMMATORIO: riduce le infiammazioni,
opponendosi alle reazioni naturali dell’organismo.
ANTISETTICO: che uccide i microbi o ne impedisce lo sviluppo, evitando il
contagio: serve a disinfettare le ferite e certi organi.
ANTISPASMODICO: che rilassa certi muscoli doloranti agendo sull’influsso
nervoso che comanda il ritmo della contrazione muscolare.
DECOTTO: Si ottiene mettendo in acqua fredda la dose opportuna di droga
e facendo bollire, coperto, per 5-15 minuti. Si filtra e si beve caldo.
ESPETTORANTE: favorisce l’espulsione delle secrezioni bronchiali e
faringee.
INFUSO: Si ottiene versando acqua bollente sulla droga. Si copre e si
lascia in infusione per circa 5 minuti. Si filtra e si beve caldo.
RIZOMA: fusto strisciante sotterraneo o superficiale, simile a radice,
capace di emettere nuove radici
SEDATIVO: calma e regolarizza l’attività nervosa.
SIMPETALO: si dice di fiore con corolla a petali saldati
STOLONE: fusto strisciante capace di emettere nuove radici
TALEA:porzione di ramo, germoglio, foglia o radice, che, posta nel terreno,
è in grado di generare una nuova pianta.
TONICO: esercita un’azione stimolante e fortificante, eliminando
l’affaticamento dell’organismo.