Geniali questi greci! Nascita e sviluppo della geometria C’è molta geometria nel mondo in cui si vive: regolarità naturali come simmetrie nei fiori, negli animali, nei cristalli; regolarità costruite dall’uomo, come i tanti angoli retti presenti nella stanza dove ci troviamo… La GEOMETRIA nasce e si sviluppa quando l’uomo, pensando e ragionando, ha dovuto risolvere problemi riguardanti linee, superfici, volumi. Secondo lo storico Erodoto (V secolo a.C.) l’origine della geometria ( geo – metria, misurazione della terra ) risale agli antichi Egizi. «Dicevano che questo re distribuì il territorio tra tutti gli Egiziani, dando a ciascuno un lotto uguale, di forma quadrata e che in base a questa suddivisione aveva imposto il pagamento di un tributo annuo. Se da un podere il fiume asportava qualche parte, il re mandava funzionari che misuravano di quanto era diminuito il terreno, affinchè il proprietario pagasse in proporzione il tributo futuro. Io ritengo che in seguito a ciò sia stata inventata la geometria e sia poi passata in Grecia….» Verso l’anno 1800 a.C. , sotto il regno del faraone Ammenemes III ( vissuto nel Medio Regno alla fine della XII dinastia ), fu scritta una raccolta di 87 problemi, con relative soluzioni, che costituisce una delle più antiche testimonianze sulla matematica di tutti i tempi. Questa raccolta fu trascritta su un papiro qualche decennio dopo, quando l’Egitto cadde sotto la dominazione degli Hyksos, e scomparve per circa 3500 anni. Fu ritrovato a Tebe a metà Ottocento e oggi si chiama papiro di Rhind dal nome dello scozzese Alexander Harry Rhind che lo comprò a Luxor nel 1858. Ora tale papiro è conservato al British Museum Inizia come i nostri libri : Metodo corretto per entrare nella Natura e conoscere tutto ciò che esiste, ogni mistero e ogni segreto. Questo libro è stato copiato nell’anno 33, quarto mese dalla inondazione, sotto la maestà del Re dell’Alto e Basso Egitto Auser Ra, vivente, da scritti fatti nel passato,al tempo del re Ammenemes III, defunto E’ lo scriba Ahmose ad averlo copiato. Si capisce che gli Egizi vedevano la Natura come un scrigno misterioso, e la matematica come la chiave per poterlo aprire!! Una chiave per «addetti ai lavori», visto che le soluzioni ai problemi venivano enunciate senza dimostrazioni , anche se qualcuno doveva averle intuite e verificate in qualche modo! Questo metodo rifletteva la struttura politica dell’antico Egitto : nell’assolutismo, infatti, chi comanda non ha il dovere di giustificare i propri ordini, né chi obbedisce ha il diritto di discuterli!!!! Diverso sarà in Grecia al tempo della democrazia , quando gli ordini saranno dati ed eseguiti solo dopo un patto di mutuo consenso, preceduto da discussioni relativamente aperte, che in matematica si tradurranno nel metodo della dimostrazione. Il papiro di Rhind è più simile ad un manuale di istruzioni che a un libro di spiegazioni e sul percorso intellettuale che gli sta dietro si può solo tirare ad immaginare. Anche a partire dal papiro di Rhind si intuisce il motivo per cui , ad un certo punto, gli Egizi cominciarono ad interessarsi alla geometria: nella prima pagina si citano le inondazioni del Nilo che erano così importanti da servire come riferimento per il computo del tempo ed erano cruciali per l’agricoltura. Come spiega Erodoto, le terre fertili erano quelle intorno al Nilo ed esso le inondava ogni anno; era fondamentale per l’economia del paese saper ricostruire i confini dei campi e degli appezzamenti, quando l’acqua si ritirava. Possiamo quindi immaginare che i «geometri» egizi determinassero i segmenti mediante corde tese e che definissero l’angolo retto come una «equa divisione» tra due appezzamenti contigui. Si dovevano risolvere problemi pratici mediante strumenti di disegno che si avevano a disposizione. Per molti secoli gli unici strumenti furono due : riga ( corda tesa ) e compasso ( corda tesa fatta ruotare attorno ad un punto) . Facciamo qualche esempio di problema contenuto nel papiro di Rhind: Problema 49 : calcolare l’area di un appezzamento rettangolare di terreno mediante la moltiplicazione di base e altezza. Problema 51 : si parla di triangoli e si dice come calcolare l’area mediante il prodotto di base e altezza diviso due, partendo dal triangolo isoscele e generalizzando. 5 problemi riguardano la pendenza delle piramidi. Il più avanzato e sorprendente risultato della matematica egizia è contenuto nel papiro di Mosca (conservato a Mosca dal 1912 ) che purtroppo manca dell’inizio e che quindi non si sa con precisione a che periodo risalga. Gli studiosi però lo fanno risalire al periodo del papiro di Rhind. Il papiro di Mosca contiene solo 25 problemi, ma tra essi c’è quello che dice come calcolare il volume di un tronco di piramide, cioè di una piramide incompiuta. Come gli Egizi abbiano trovato i risultati contenuti nei papiri non si sa: probabilmente avranno fatto modellini, li avranno riempiti di acqua o sabbia, li avranno pesato fisicamente…insomma si saranno «arrangiati» con metodi empirici… Sicuramente sappiamo che il primo ad aver dimostrato come si calcolava il volume di una piramide lo fece circa 1000 anni dopo….agli Egizi va il grandissimo merito di aver capito così presto tante cose!!!! E’ ora di parlare di Greci…… Il mito della fondazione di Atene vede due dei che si contendono la città : Poseidone, dio del mare, e Atena, dea della sapienza e della saggezza. Essi offrirono alla città dei doni : Poseidone un cavallo, Atena un ulivo. A dirimere la questione vennero chiamati i cittadini stessi che interpretarono i doni come due «programmi di governo» : guerra e conquista nel primo caso, pace e prosperità nel secondo. La città scelse, ovviamente, Atena come protettrice, ne assunse il nome e le dedicò un tempio sull’Acropoli. In cambio la dea instradò Atene su un cammino di sapienza intellettuale e di saggezza politica che la porterà alla democrazia. Nell’anno 583 a.C. furono proclamati i Sette Saggi greci ( una specie di premio Nobel dell’antichità ) tra i quali è presente Talete di Mileto che ancora oggi è universalmente ricordato come il primo matematico al quale furono personalmente attribuiti teoremi e dimostrazioni. Diogene Laerzio, nel suo Vite di filosofi, racconta alcuni aneddoti su di lui. Uno di questi narra che, essendo un gran pensatore, era anche un po’ distratto:una sera, mentre passeggiava guardando le stelle, cadde in un pozzo. La sua serva, sentendo i lamenti, lo trovò in fondo al pozzo e lo apostrofò così : «Pretendi di conoscere il cielo e non vedi cos’hai sotto i piedi!!» Fu infatti Talete a individuare la Stella Polare che poi i Fenici adottarono come guida della navigazione. L’innovazione di Talete nella matematica fu l’introduzione della dimostrazione che stabilisce un «ponte di collegamento» tra l’ipotesi (punto di partenza del ragionamento o «supposizione» ) e la tesi (punto di arrivo o «posizione» che si deve raggiungere ). Facciamo due esempi : Per i geometri egizi sembrava ovvia questa affermazione : « due angoli opposti al vertice sono uguali» « Abbiamo capito, però, che Talete non si accontentava dell’ «ovvio»!!! Talete voleva analizzare e dimostrare ciò che è o sembra essere ovvio Un primo modo per «dimostrare» l’affermazione consiste nel notare che entrambi , sommati allo stesso angolo, danno un angolo piatto. Un secondo modo è osservare che i due angoli sono l’uno il riflesso dell’altro in uno specchio che venga posizionato lungo la bisettrice dell’angolo esterno. In modo analogo si può dimostrare un altro dei teoremi «ovvi» di Talete : Un triangolo isoscele ha angoli alla base uguali. Basta osservare che i due angoli sono uno il riflesso dell’altro in uno specchio che venga posizionato su CH. Nel 332 a.C. Alessandro Magno conquista l’Egitto e fonda la città di Alessandria. Alla sua morte, qualche anno dopo, in Egitto diventa satrapo Tolomeo che assume il titolo di re e fonda la dinastia dei Tolomei. Tolomeo I fece seppellire Alessandro Magno ad Alessandria e fece fiorire la città tanto da poter rivaleggiare con Atene e Roma. Fu sempre lui a iniziare i lavori del Faro che divenne una delle sette meraviglie del mondo antico. Fu sempre lui a volere il Museo ( centro dello sviluppo umanistico e scientifico della cultura ellenistica ) e a fondare la famosa Biblioteca annessa al Museo. Verso il 300 a.C. al Museo andò a lavorare un matematico di nome Euclide che passerà alla storia come l’autore degli Elementi. Negli Elementi è presente una retrospettiva dei risultati della matematica egizia e greca, dai primordi ai tempi moderni. Questa opera è stata nei secoli l’unica opera in grado di contendere alla Bibbia il primato di edizioni,commenti e studi. Il primo insegnamento che gli Elementi offrono è l’esempio «canonico» del ragionamento alla greca che si basa su due procedimenti complementari. Anzitutto la definizione di concetti via via più complessi a partire da concetti primitivi non definiti Poi la dimostrazione di proposizioni via via più complesse, a partire da proposizioni primitive non dimostrate, chiamate postulati o assiomi ( richiesti di fede o degni di fede ) Per passare dal semplice al complesso ilo filosofo Aristotele individuò nella logica lo strumento che permette di dimostrare teoremi e proposizioni a partire da postulati ed assiomi. Aristotele studiò a fondo la logica in una serie di sei opere riunite in una collezione chiamata Organon Ora tocca a noi…….partiamo per un viaggio alla scoperta della Geometria Euclidea!!