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Galileo Galilei (1564 -1642),
ebbe l’idea di utilizzare il cannocchiale ,
già inventato da alcuni mercanti olandesi, per
guardare il cielo e gli oggetti lontani.
In origine il cannocchiale , assai rudimentale, era
composto da una lente semplice convessa,
come obiettivo, e da una concava, come oculare,
e non era corretto per una buona vista cromatica.
Così egli racconta:
[…] “Mensibus abhinc decem fere,
rumor ad aures nostras increpuit:
fuisse a quodam Belga
Perspicillum elaboratum,
cuius beneficio obiecta visibilia,
licet ab oculo inspicientis longe dissita,
veluti propinqua distincte cernebantur…
(Galileo Galilei: Sidereus nuncius)
Eppure Galileo riuscì a scoprire che sulla Luna
esistevano monti, pianure (che egli chiamò Mari) e
crateri che erano molto simili a quelli terrestri, e si
rese conto che la Luna era, di conseguenza, un
corpo simile al nostro pianeta, e non perfetto o
quasi divino come si credeva dal tempo di Aristotele.
Così egli scrive:
[…]Ex ipsarum autem saepius inspectionibus
in eam deducti sumus sententiam, ut certo intelligamus,
Lunae superficiem, non perpolitam, aequabilem,
exactissimaeque sphaericitatis existere,
ut magna philosophorum cohors de ipsa deque reliquis
corporibus caelestibus opinata est,
sed, contra, inaequalem, asperam, cavitatibus
tumoribusque confertam, non secus ac ipsiusmet
Telluris facies, quae montium iugis valliumque
profunditatibus hinc inde distinguitur…
(Galileo Galilei: “Sidereus nuncius”)
Osservò anche quattro grandi satelliti di giove, che chiamò
Pianeti Medicei:Io, Callisto, Europa e Ganimede, e notò che
ruotavano intorno a Giove, e che quindi rappresentavano un
vero e proprio Sistema Solare in miniatura.
Si trattava della conferma indiretta che era la Terra a girare
intorno al Sole e che esistevano Sistemi simili oltre a quello
Terra-Sole.
Così egli scrive:
[…] Die itaque septima Ianuarii, instantis anni millesimi sexcentesimi
decimi, hora sequentis noctis prima, cum celestia sidera per
perspicillum spectarem, Iuppiter sese obviam fecit;
cumque admodum excellens mihi parassem instrumentum
(quod antea ob alterius organi debilitatem minime contigerat),
tres illi adstare stellulas, exiguas quidem, veruntamen clarissimas,
cognovi; quae, licet e numero inerrantium a me crederentur,
nonnullam tamen intulerunt admirationem, eo quod secundum
exactam lineam rectam atque ecliptice parallelam disposite
videbantur, ac ceteris magnitudine paribus splendidiores.
Eratque illarum inter se et ad Iovem talis constitutio …
(Galileo Galilei:”sidereus nuncius”)
Quest’ uomo era uno
scienziato poliedrico: oltre
all’ Astronomia studiò anche
la caduta dei Gravi nel vuoto
arrivando alla conclusione
che cadono tutti alla stessa
velocità, dalla piuma al
piombo.
Le prime leggi della
Meccanica e della Dinamica,
basate sull’ osservazione
diretta, si devono a lui.
Il Cannocchiale Galileiano
Le Fonti
• Testi: da Wikipedia (in italiano) e da Galileo
Galilei:Sidereus Nuncius (le citazioni in latino).
• Foto: da Wikipedia
• Autori: Veronica Silvestrini, Viola Russo e Flavia
Moroni
• Classe 2B
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