CARTESIO
OPERE
IL METODO
DAL METODO
ALLA METAFISICA
ESCI
VITA
IL METODO
GEOMETRICO
RES COGITANS
RES EXTENSA
LA MORALE
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Il metodo geometrico




Cartesio parte da una critica al sistema di
istruzione e all’organizzazione del sapere
esistenti.
Procede alla revisione dei saperi dell’epoca (in
particolare della filosofia)
La mancanza di fondamenti sicuri per la
filosofia, comprometteva
la possibilità di
sviluppo delle altre scienze, che da essa
traggono i loro principi
Tra le materie che aveva studiato, quelle più
apprezzabili, gli erano sembrate le scienze
matematiche
per
l’evidenza
dei
loro
ragionamenti.
INTUIZIONE
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L’intuizione di Cartesio...
Nasce nella sua mente l’idea di una scienza nuova, di un
modo di fare scienza diverso da quelli fino ad allora
seguiti:
seguire il modello del ragionamento matematico,
il metodo deduttivo dei geometri,
che partendo da certezze evidenti, perviene a
conclusioni della stessa evidenza delle premesse.
Questo metodo gli sembra applicabile
della conoscenza e anche alla filosofia.
ai diversi ambiti
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Le regole del metodo
EVIDENZA
ANALISI
SINTESI
ENUMERAZIONE
4
EVIDENZA
Non accettare mai per vera nessuna cosa che non
conoscessi con evidenza esser tale: cioè evitare
accuratamente la Precipitazione e la Prevenzione e
non comprendere nei miei giudizi se non ciò che si
fosse presentato con tale
CHIAREZZA e DISTINZIONE
da non aver nessun motivo di metterlo in dubbio.
Cartesio, Discorso sul metodo
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ANALISI
Dividere ciascuna difficoltà che stessi esaminando in
tante piccole parti quante fosse possibile per giungere
alla migliore soluzione di essa.
Cartesio, Discorso sul metodo
6
SINTESI
Condurre con ordine i miei pensieri, cominciando
dagli oggetti più semplici e più facili da
conoscere, per salire a poco a poco, come per
gradi, fino alla conoscenza dei più complessi e
supponendo poi un ordine anche tra quelli di cui
gli uni non precedono naturalmente gli altri.
Cartesio, Discorso sul metodo
7
ENUMERAZIONE
E l’ultima. di fare in tutti i casi enumerazioni tanto
perfette e rassegne tanto complete, da essere sicuro di
non omettere nulla.


Cartesio, Discorso sul metodo
8
Dal
metodo
alla
metafisica
9
il mondo fisico


Lo studio scientifico dei corpi
esterni è finalizzato alla conoscenza
della loro forma mediante
l’intelletto (non i sensi)
La realtà effettiva e immodificabile
delle cose è la materia, che Cartesio
concepisce come estensione
RES EXTENSA
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RES EXTENSA



è continua
coincide con lo spazio che occupa
non esiste lo spazio vuoto, tutto è pieno di
materia
Che non la pesantezza, né la durezza, né il colore,
ecc.., costituisce la natura del corpo, ma l’estensione
sola.
Ciò facendo, non sapremo che la natura della materia,
o del corpo preso in generale, non consiste in questo,
che esso è una cosa dura, o pesante, o colorata, o che
tocca i nostri sensi in qualsiasi altro modo, ma sol in
questo, che esso è una sostanza estesa in lunghezza,
larghezza e profondità.
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Per quel che riguarda la durezza, noi non ne
conosciamo altro, per mezzo del contatto, se non che
le parti dei corpi duri resistono al movimento delle
nostre mani quand’esse li incontrano; ma se, tutte le
volte che portiamo le nostre mai verso qualche parte, i
corpi che sono in questo luogo si ritirassero tostoché
esse si avvicinano, è certo che non sentiremmo mai
durezza; e nondimeno, non abbiamo nessuna ragione
che ci possa far credere che i corpi che si ritirassero in
questo modo perderebbero per questo quello che li fa
corpi.
Cartesio, I principi della filosofia
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RES EXTENSA


Dio le ha impresso una certa
quantità di moto, che non subisce
variazioni nel tempo
la materia può ricevere figure e
subire cambiamenti di forma, ma
senza modificare la sua quantità
la scienza si applica solo agli
elementi
QUANTITATIVI
della
realtà,
MISURABILI
CON
LA
MATEMATICA
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Il meccanicismo

l’intero universo è interpretato da
Cartesio in modo MECCANICISTICO:





esso è una di macchina
si muove secondo le leggi dell’estensione e
del movimento
non esistono intenzioni o finalità libere
la natura è soltanto materia
anche gli uomini e gli animali sono
assimilabili a macchine (come orologi)


gli esseri viventi sono dunque degli automi
possono funzionare male
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il dualismo cartesiano
l’uomo è diverso da tutti gli altri
esseri viventi:
è unione di
res cogitans
pensiero
anima
res extensa
materia
corpo
15
il dualismo cartesiano


res cogitans e res extensa sono due
realtà eterogenee
la res cogitans:



non è estesa
pensa liberamente
la res extensa:

è
sottoposta
meccanicismo
alle
leggi
del
COME INTERAGISCONO?
16
come interagiscono le due
sostanze?

la
necessità
di
trovare
una
soluzione spinge Cartesio a trovare
una parte del corpo umano in cui
l’anima possa entrare in rapporto
con il corpo:



la ghiandola pineale
Cartesio stesso si rende conto di
quanto
deboli
siano
i
suoi
argomenti...
il problema rimane, di fatto,
insoluto.
17
L’ETICA


Cartesio non ha mai scritto un’opera
sistematica dedicata al problema etico.
opere:




La passioni dell’anima
Discorso sul metodo
epistolario
Reticenze a scrivere sulla morale: è già
stato inquisito per aver trattato di
“innocenti problemi di fisica”.
18
La morale provvisoria

decide di condurre la propria vita
secondo dei valori che, seppur in
via provvisoria, possono guidarlo
nelle scelte e nei comportamenti
pratici.
Prima di por mano alla ricostruzione della casa che
abbiamo, non basta abbatterla e provvedere ai
materiali e all’architetto, o farci noi stessi architetti;
occorre, anzitutto, provvedersi di un altro alloggio,
dove sia possibile abitare comodamente finché durano
i lavori.
Discorso sul metodo
19
il bisogno di una morale provvisoria



la sospensione del giudizio in ordine
del
dubbio
iperbolico
non
è
perseguibile in ambito pratico
si deve stabilire qualche criterio in
base al quale orientare la propria
condotta.
da questo principio derivano le regole
della morale provvisoria
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Le Regole della morale provvisoria
PRIMA REGOLA
obbedire alle leggi e ai costumi del proprio
paese, avere fede nella religione alla quale si è
stati educati, vivere in conformità alle opinioni
delle persone più assennate
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La prima prescriveva di obbedire alle leggi e ai costumi
del mio paese, osservando con fermezza la religione
nella quale Dio mi aveva fatto la grazia di essere stato
educato fin dall’infanzia e conducendomi in ogni altra
occasione secondo le opinioni più moderate e più
lontane dagli eccessi, quelle che comunemente
seguivano le persone più assennate con cui avrei
dovuto vivere.
Discorso sul metodo.
22
Le Regole della morale provvisoria
SECONDA
REGOLA
mantenere ferme le decisioni assunte come se
fossero vere, così da evitare di smarrirsi in
continue oscillazioni
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La mia seconda massima risiedeva nel
rimanere sempre risoluto e saldo quanto più
potessi nelle mie azioni e nel seguire anche le
opinioni più dubbie, una volta che avessi
deciso di accettarle, con la stessa costanza con
cui seguivo quelle certe e sicure.
Cartesio. Discorso sul metodo.
24
Le Regole della morale provvisoria
TERZA
modificare i propri desideri piuttosto che
l’ordine del mondo
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La mia terza massima era di cercare di vincere sempre
piuttosto me stesso che la fortuna e di mutare i miei
desideri piuttosto che l’ordine del mondo e, in generale,
di abituarmi a credere che nulla sia interamente in
nostro potere, se si eccettuano i nostri pensieri, in modo
che, quando avremo fatto del nostro meglio riguardo
alle cose che non dipendono da noi, tutto ciò che non ci
riesce compiere possiamo ritenerlo del tutto impossibile
per le nostre forze.
Cartesio. Discorso sul metodo.
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René Descartes




René Descartes nasce a La Haye in Touraine
nel 1596
Fu educato dai gesuiti nel collegio di La Flèche,
dove ebbe una formazione, per quel tempo
eccellente, improntata allo studio dei classici,
della filosofia scolastica e della matematica
studiò diritto presso l'Università di Poitiers e dal
1619 si arruolò nell'esercito del principe
protestante olandese Maurizio di Nassau,
partecipando alla guerra dei Trent’anni.
La sua attenzione era tuttavia già rivolta ai
problemi filosofici e matematici, ai quali poi
dedicò tutta la vita.
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René Descartes



Tra il 1623 e il 1625 viaggiò in Italia; dal 1625
al 1628 visse in Francia dedicandosi alla
filosofia e agli esperimenti di ottica.
Per sfuggire all'Inquisizione, in seguito si
trasferì in Olanda, dove visse in diverse città,
tra le quali Amsterdam e Leida
Nel 1649 fu invitato alla corte di Stoccolma per
dare lezioni di filosofia alla regina Cristina di
Svezia; ammalatosi di polmonite, morì l'anno
seguente
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Le sue opere
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

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
1627-1628 Regole per la giuda dell'intelligenza (trattato
metodologico)
1630-1633 Il mondo o Trattato della luce (sui fenomeni
naturali)
1637 Il Discorso sul metodo (una sorta di autobiografia
intellettuale che segna l'inizio della filosofia moderna)
1637
Diottrica,
Meteore,
Geometria
(saggi scientifici preceduti dal Discorso sul metodo)
1641 Meditazioni metafisiche (trattato sull'origine delle
idee, nel quale sono dimostrate l'esistenza di Dio e la
distinzione tra l'anima e il corpo)
1644 Principi di filosofia (trattato che riassume le teorie
cartesiane sul mondo naturale)
1649 Le passioni dell'anima (trattato morale)
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