Guide d’onda (cont.) Nella lezione precedente Risolta l’equazione d’onda per Guida a Piatti piani paralleli Introdotta la guida rettangolare A b Bx y z a Possiamo immaginare almeno alcune delle soluzioni con un’argomentazione molto semplice; chiaramente non supporta un modo TEM (1 solo cond.) Potremmo vedere la guida d’onda rettangolare come una guida a piatti piani paralleli, orientata lungo x, e chiusa su dei corto-circuiti Chiaramente, a frequenza zero, i 2 punti A e B (posti per esempio sul piano di simmetria) sono allo stesso potenziale: un’eventuale generatore connesso tra A e B risulterebbe completamente cortocircuitato Ma la guida a piatti piani paralleli supporta un modo TEM, cioè tipo linea di trasmissione; sappiamo che con segnali tempovarianti, la linea può produrre onde stazionarie, e che un corto circuito può addirittura trasformarsi in un circuito aperto in presenza di una linea lunga un quarto d’onda, ovvero se / 4 a / 2 2a f c / c / 2a 1 / 2a A tale frequenza potremmo ben applicare un generatore tra A e B: vedremo che tale frequenza è LA FREQUENZA DI TAGLIO DEL MODO FONDAMENTALE di una guida Chiaramente una condizione simile si ripete in virtù del periodo della linea Inoltre potremmo applicare lo stesso ragionamento in direzione y: otterremmo un’altra frequenza di taglio, maggiore della precedente se b<a; un valore standard è a=2b Per ottenere il quadro esatto della situazione possiamo risolvere l’equazione d’onda: partiamo dai TM t E z kc E z 0 2 2 Ora in generale E dipenderà da x e da y, visto che la struttura non è uniforme in nessuna delle direzioni. Possiamo però sperare nella “separazione delle variabili”, ovvero che sia possibile scrivere E come prodotto di una funzione solo di x, diciamo X(x) ed una funzione solo di y Y(y) E z ( x, y) X ( x)Y ( y) Sostituendo nell’equazione d’onda otteniamo X ' ' Y XY ' ' k c 2 XY Dividendo per XY otteniamo X '' Y '' k c 2 X Y I due termini a sinistra sono uno solo funzione di x (e quindi costanti per variazioni in y) e l’altro solo funzione di y: possiamo porli separatamente uguali ad una costante X '' Y '' 2 k x ; k y 2 X Y E chiaramente deve essere k x 2 k y 2 kc 2 Entrambe hanno soluzioni armoniche X A cosk x x Bsin k x x ; Y C cosk y y Dsin k y y Imponendo le condizioni al contorno si ottiene E z x 0, y 0 A 0 E z x, y 0 0 C 0 Ez x, y BDsink x xsin k y y n m E z x a, y 0 k x E z x, y b 0 k y a b n ed m sono numeri naturali, eccetto 0: se uno dei due indici diviene 0, Ez si annulla, ed il TM diverrebbe un TEM che sappiamo non possibile Costante di propagazione e, conseguentemente, impedenza modale sono determinate da kc 2 k c n ,m k x k y 2 2 2 n m a b 2 n, m f c n, m 2 2 n m 2 a b 1 2 2 n m a b 2 La frequenza di taglio del primo modo è quella con indici 1,1; non sappiamo ancora però se esistono frequenze di taglio più basse per i TE; il primo modo si definisce modo fondamentale TE Analogo, solo che ora risolveremo per Hz ottenendo H z A cosk x x Bsin k x x C cosk y y Dsin k y y Le condizioni al contorno vanno imposte sulle derivate H z n x 0, a H z x 0 x 0, a H z n y 0, b H z y 0 y 0, b Da cui Con gli stessi autovalori (modi degeneri) H z BDcosk x xcos k y y n m kx ,ky a b Solo che ora n OPPURE m possono essere z. Non contemporaneamente o avremmo Hz uniforme (non dipende da x e y) Hz uniforme non sarebbe ammissibile, visto che il campo magnetico tangenziale Ht 2 t H z kc Finirebbe per essere nullo, e così il campo elettrico (che è solo tangenziale), legato dall’impedenza modale al campo magnetico. Tra l’altro n ed m=0 darebbero una costante di propagazione coincidente con quella del TEM, impossibile Se a>b il modo fondamentale è il TE10. Notate che l’indice 0, indica che in y non ci sono variazioni In tal caso i campi non nulli risultano solo Ey, Hx ed Hz (provatelo), come nel caso della guida a piatti piani paralleli: del resto in una della direzioni non vi è variazione, proprio come in tale guida In tal caso i campi risultano H z B cos x a E la frequenza di taglio fc a j a Hx Bsin x E y Bsin x a a 1, 0 1 2 2 1 2a a …cioè quella ricavata in principio. Chiaramente il ragionamento iniziale ci consentiva di determinare le frequenze di taglio di modi che avevano uno degli indici 0, non quelli in cui si ha contemporaneamente una variazione in x ed una in y Noti i campi magnetici, conosciamo le correnti indotte sulle pareti J nH Qualche “interpretazione” Considerate per semplicità una guida a piatti piani paralleli: sappiamo che k 2 kc2 2 k x2 2 Consideriamo il TM: quando kx=0, =k e diviene il TEM; in pratica l’onda si sta propagando parallelamente ai piatti con costante di propagazione k x Et k=uz z Hy In generale però k non coinciderà con , ed il vettore d’onda sarà inclinato k x Et z kz Hy In tal caso Et avrà una componente lungo z (ecco che il TEM diviene un TM) Qualche “interpretazione” L’onda si propaga per “rimbalzi” multipli; la velocità di fase, inversamente proporzionale alla costante di propagazione lungo z, può ben essere maggiore della velocità della luce Al “taglio”, la componente lungo z della costante di propagazione, , è nulla, e l’onda rimbalza, risuonando, tra le due pareti metalliche. I “rimbalzi” si schiacciano poi verso l’asse all’aumentare della frequenza (del resto si avvicina a k) k=kxux x Et z Hy La forma di tali correnti è importante: se pratichiamo un’incisione sulla guida, essa perturberà il modo più o meno in funzione delle linee di corrente Un’applicazione JAVA scaricata dal sito www.falstad.com (http://www.falstad.com/embox/guide.html) (courtesy of P. Falstad) vi consente di familiarizzare con le forme dei campi e delle correnti dei diversi modi. Ecco i campi magnetici Correnti Fessure invece non trascurabili e che intercettino linee di corrente irradiano: le antenne a “slot” Si capisce allora come la fessura centrale sul piano superiore nella linea fessurata, se sufficientemente sottile, poco perturbi il modo Relazioni di ortogonalità I modi all’interno di una guida rettangolare sono ortogonali, ovvero il prodotto scalare (opportunamente definito) tra componenti di campo omologhe di due diversi modi è zero i , j d i, j A2 Dove la d indica la delta di Kronecker d i, j 1 if i j 0 if i j rappresenta una delle componenti di campo (es. Ez o Hz) e la costante A è legata all’ampiezza dei campi; rapportando ad A i campi (normalizzazione), i modi risultano ortonormali In realtà, con l’accortezza di modificare la definizione di prodotto scalare qualora le soluzioni non possano essere scritte in termini di modi TE o TM (ovvero modi “ibridi”), una relazione di ortogonalità esiste sempre nel caso di onde guidate, anche se le dimostrazioni risultano più complicate. Incidentalmente: diremo che la struttura supporta modi “ibridi” qualora un singolo modo TE o TM non è in grado di soddisfare tutte le condizioni al contorno Relazioni di ortogonalità: dimostrazione Nel caso di guide rettangolari, a piatti piani paralleli e circolari, che non hanno modi ibridi, la dimostrazione è semplice. Definiamo in particolare il prodotto scalare come i , j i j ds S Scriviamo l’equazione d’onda per ciascuno dei modi 2 2 2 2 t i kci i 0 t j kc j j 0 Premoltiplichiamo la prima per j e la seconda per i e sottraiamo j t i i t j kc j kci i j 2 2 2 2 Integriamo a destra e sinistra sulla sezione della guida 2 2 2 2 ds k k j t i i t j cj ci i j ds S S Ora utilizziamo una delle identità che consentono di ridurre l’ordine d’integrazione; usiamo la 2a identità di Green 2 2 j n i i n j ds kc j kci C ds i j S Essendo n la normale al contorno C, che è il bordo della sezione S. Ora su tale contorno o i campi o le loro derivate vanno a zero (parliamo di conduttori perfettamente metallici), per cui il termine a sinistra si annulla 0 k 2 cj kci 2 ds i j S Ecco che i due casi possibili sono: il prodotto scalare si annulla gli autovalori coincidono Gli autovalori possono coincidere o perché i=j, oppure perché si tratta di modi degeneri. Nel caso di modi degeneri, si può dimostrare che si possono costruire due modi, combinazione lineare i e j, tra loro ortogonali L’ortogonalità dei modi implica che due modi in una guida uniforme in z non si scambino energia. Per aversi scambio di energia occorre una perturbazione lungo il percorso Di fatto i modi costituiscono non solo un insieme di funzioni ortogonali, ma anche COMPLETO: un campo di forma arbitraria può essere ottenuto sommando un numero infinito di modi opportunamente pesati Il campo di forma arbitraria è quello che potrebbe essere per esempio necessario per descrivere il campo del generatore, oppure un campo che soddisfi le condizioni al contorno in una sezione in cui la guida viene perturbata (per esempio inserendo una vite metallica) Se inseriamo per esempio una vite metallica in un certo punto, nessun modo singolarmente soddisfa le condizioni al contorno (annullamento campi E tangenziali sulla vite), ma una loro sovrapposizione sì: per esempio se rappresentano le componenti x dei campi elettrici dei modi, in una sezione z, poniamo z=0 sarà E x ( x, y) Vnn n 0 Il calcolo dei coefficienti Vn è immediato: se vogliamo per esempio conoscere Vi, facciamo il prodotto scalare a destra e sinistra per i E x ( x, y)i ds Vn in ds Vi n 0 S Poiché tutti i prodotti scalari si sono annullati tranne quello per i=n (abbiamo poi considerato i modi normalizzati) Pensiamo alla guida più semplice: i TM hanno campi (Ex,Ez, Hy) ed i TE (Ey, Hx, Hz). Se vogliamo rappresentare tutto il campo elettrico trasversale, avremo bisogno di sovrapporre sia i modi TE (che ci danno le componenti in x) che quelle TM (per avere le componenti in y). In una sezione arbitraria Et ( x, z ) u x Vn S TM TM e n ( x)e x n z n z u y VnTE eTE ( x ) e n y n 0 n 1 In realtà, l’apice “+” preannuncia che occorrerà considerare sia onde progressive che onde regressive. Le espressioni appena introdotte suggeriscono di trattare le guide come insiemi di linee di trasmissione, che non si vedono per via dell’ortogonalità dei modi In un tratto con un solo modo, basta una linea, con l’accortezza di considerare V non la “tensione”, ma l’ampiezza elettrica del modo. Ecco che, sebbene non valgano le leggi di Kirchoff, e sebbene non si sia il più delle volte in presenza di modi TEM (in cui il concetto di differenza di potenziale resta valido purché ci si limiti a sezioni trasversali), POSSIAMO RECUPERARE UNA RAPPRESENTAZIONE CIRCUITALE Infatti per il campo magnetico H t ( x, z ) Vn TM n 0 TM h n ( x)e n z n z VnTE hTE ( x ) e n n 1 Ma sappiamo di poter usare il concetto di impedenza modale h n y0n u z e n H t ( x, z ) Vn n 0 TM y0TM uz n e n ( x)e TM n z n z VnTE y0TEn u z eTE ( x ) e n n 1 Guide circolari La maggiore complicazione discende dalla necessità di utilizzare le coordinate cilindriche: basta verificare come si scrive il laplaciano. Per i TM 1 1 r E z r E z 2 2 E z k c 2 E z r r 2 Proviamo di nuovo con la separazione di variabili Ottenendo E z Rr F R' F F ' ' R R F 2 k c 2 FR r r E dividendo per FR / r 2 F'' 2 '' F R R ' F ' ' 2 2 2 '' r r kc r R R' 2 2 2 2 r r k r R R F c R R '' Mentre la prima è la solita, la seconda ha come soluzione funzioni di Bessel di ordine R AJ (k c r ) BN (k c r ) F C cos( ) Dsin ( ) Notiamo che, perché il comportamento angolare si ripeta dopo =2, deve essere intero (dopo tutto F descrive il campo al variare dell’angolo nella sezione della guida). Inoltre =0 è accettabile, poiché individua solo soluzioni senza variazione angolare 1 Le J si dicono di “prima specie” ed hanno un comportamento simile alle funzioni armoniche: di fatto si approssimano con coseni per argomenti grandi J0( x ) 0.5 J1( x ) Jn( 2 x ) 0 0.5 0 5 10 x 15 Le N (Y in figura, notazione di Mathcad) si dicono di seconda specie: sono singolari nell’origine ed approssimano dei seni per argomenti grandi 2 0 Y0( x ) Y1( x ) Yn( 2 x ) 2 4 0 5 10 x 15 Poiché non ci aspettiamo un campo Ez infinito nel centro, scartiamo le N: B=0 Notiamo che delle funzioni seno e coseno possiamo ritenerne una sola, eventualmente sfasata. Per determinare kc dobbiamo imporre l’annullamento per r=a, se a è il raggio della guida: questo restituisce l’equazione caratteristica (quella che che da i kc, che abbiamo detto sono gli autovalori) J (kc a) 0 Ora, per ogno , avremo infiniti zeri. Per esempio per =0 avremo il primo zero a 2.405. In generale se indichiamo con pn,m l’m-simo zero della funzione di Bessel di ordine n, otterremo k c n ,m p n , m / a In particolare per il primo modo kc0,1 2.405 / a f c 2.405 2a Per i TE dovremo risolvere l’equazione duale: tutto segue allo stesso modo, ma ora la condizione al contorno va applicata alla derivata di Hz H z H z n r r a 0 J n ' k c a 0 E dovremo trovare max e min di J Troviamo così che il primo modo è il TE11, per il quale kc1,1 1.84 / a f c 1.84 2a E che risulta anche il modo fondamentale Quanto detto ci consente anche di calcolare i modi superiori di un cavo coassiale, per il quale, come sappiamo, il modo fondamentale è TEM In tal caso, però, non potremo scartare le funzioni di Bessel di seconda specie, perché andremo a costruire la soluzione solo tra ri ed re Dovremo imporre l’annullamento di Ez su ri ed re, essendo E z A cos( )BJ (kc r ) CN (kc r ) re ri Imponendo le condizioni al contorno si ha BJ (k c ri ) CN (k c ri ) 0 BJ (k c re ) CN (k c re ) 0 E’ un sistema omogeneo che ammette soluzioni solo se il determinante della matrice associate è nullo, ovvero se N (k c ri ) J (k c ri ) N (k c re ) J (k c re ) Che è la nostra equazione caratteristica; si risolve numericamente. Analogamente si fa per i TE, in cui le condizioni sono applicate sulle derivate prime N ' (k c ri ) J ' (k c ri ) N ' (k c re ) J ' (k c re ) Un’espressione approssimata del primo TE, che risulta effettivamente il primo modo superiore, è Che consente di calcolare la frequenza kc 2 /(ri re ) oltre il quale il coassiale smette di essere monomodale