VISIONE, APPRENDIMENTO e
RAPPRESENTAZIONE INTERNA
Progetto di Ricerca universitaria sulle abilità visive in
correlazione con disturbi visuospaziali
dell’apprendimento
Di cosa parliamo oggi
• Disturbi visuospaziali dell’apprendimento
• Correlazione tra visione e disturbo visuospaziale
• Abilità visive
• Presentazione del progetto di ricerca
Bartoli Stefania
Psicologa Psicoterapeuta
Semiologa
Ipnologa
Le immagini dentro
la visione fuori
• Rappresentazione interna
• Abilità visuospaziali
• Disturbo non verbale dell’apprendimento
L'immagine mentale
• è una rappresentazione realizzata dalla
mente umana, la quale funziona in
maniera iconica.
• le cose (mai la loro negazione) sono
rappresentate anche quando esse non
sono direttamente percepite dagli organi di
senso.
• esistono immagini mentali relative a tutti i cinque sensi;
la ricerca psicologica studia principalmente le immagini
visive, mentre la ricerca nel campo dell’ipnosi con EEG,
o in altri stati modificati di mente le indagini di imaging
cerebrale funzionale fMRI, PET tomografia a emissione
di positroni, disegnano le “immagini sensoriali” di tutti i 5
sensi.
• questi metodi non misurano direttamente l’attività dei
neuroni, ma permettono di visualizzare variazioni
dell’attività cerebrale in quanto sensibili ai cambiamenti
di tipo metabolico ed emodinamico che accompagnano
l’aumento dell’attività neurale
Imaging
• le tecniche di imaging hanno modificato la comprensione
del funzionamento del cervello umano (e delle cellule
con l’imaging molecolare), sia per i meccanismi legati a
processi sensoriali e motori, sia per i processi più
complessi come funzioni esecutive, memoria e
linguaggio.
• passando da una nozione basata su associazioni
univoche tra funzioni e aree cerebrali a una concezione
dinamica in cui la stessa area può partecipare a diverse
funzioni a seconda delle altre aree con cui di volta in
volta si connette funzionalmente
Imagery
Le componenti essenziali del processo di Mental Imagery, a partire dai
modelli proposti in letteratura (Kosslyn; 1980, 1994; Ahsen, 1985;
Marks, 1985; Paivio, 1986; Cornoldi et al., 1986; Pearson et al.,
2001), possono essere così riassunte:
• generazione dell’immagine dalla memoria a lungo termine (ad
esempio, il ricordo della casa dell’infanzia) oppure dalla percezione
di stimoli esterni (come le immagini appena viste in televisione);
• mantenimento dell’immagine inserendola nel buffer di memoria
visuo-spaziale (visuo-spatial sketch pad secondo Baddeley, 1986);
• ispezione dell’immagine e il confronto con altri elementi presenti in
memoria, attribuendo denominazioni linguistiche e relativi significati;
• possibilità di trasformazione ed elaborazione dell’immagine
prodotta: per esempio, ruotandola o modificandone i contorni e la
forma;
• interpretazione e descrizione, mediata linguisticamente, del
contenuto del buffer d’immagine e delle sue trasformazioni;
• attivazione psicofisiologica correlata o conseguente al processo
immaginativo: eccitamento, emozioni positive o negative, ecc. cui fa
seguito l’eventuale risposta somatica o comportamentale, variabile a
seconda della specifica situazione e del contesto. Quando la
conoscenza mediata dall’immagine si deposita nella memoria a
lungo termine, essa è il frutto di questo complesso processo; ad
esso, e non già puramente allo stimolo originario, si riferirà il
richiamo successivo.
La rappresentazione mentale
interna
• può essere cognitiva ma anche
emozionale o fisiologica
• in tutte le discipline è un ipotetico simbolo
interno che rappresenta la realtà esterna,
oppure è un processo mentale che fa uso
di tale simbolo e nell’utilizzarlo lo realizza
(come fosse una formula).
Jerome Seymour Bruner
NY 1915, psicologo cognitivo, culturale, dell’educazione
• Bruner sarà il primo ad introdurre l'aspetto irrazionale dello studente
come strategia cognitiva in pedagogia.
• Da Bruner nacque un movimento denominato New look on
perception, che ha studiato il rapporto fra percezione visiva e
psicologia , evidenziando l’influenza sulla percezione di fattori
inconsci di natura emozionale, motivazionale e sociale.
• Soprattutto in casi in cui si è davanti a stimoli di natura ambigua e
non chiaramente definita o ci si trova in uno stato di forte attivazione
emozionale (ansia, preoccupazione, gioia, stupore, ecc) la
nostra percezione sarebbe in gran parte influenzata e direzionata da
nostri schemi mentali, le nostre aspettative e le nostre ipotesi
interpretative sul mondo
• Es: disgrafismo altalenante; diverse grafie nel bambino
• Il concetto di set cognitivo di Bruner è però qualcosa di un po’ più
complesso, centrato sul dinamismo della mente nell'atto di
apprendere. La mente dinamica va in controtendenza a quella
statica proposta dalla gestalt. Infatti, il set cognitivo sarebbe un
meccanismo di percezione selettiva degli elementi della realtà, in
continuo mutamento.
• La selezione è in effetti dovuta a strutture mentali intrinseche che
già la gestalt aveva proposto come meccanismi innati e statici di
organizzazione del percepito; diventano mutevoli forme fortemente
influenzate da esperienze passate, bisogni ed interessi sviluppati
dall'individuo. L'individuo quindi percepisce il mondo a seconda di
come le sue strutture mentali interne selezionano il materiale
percepito e queste strutture sono in continua evoluzione e
cambiamento, in funzione di nuovi accomodamenti ed
apprendimenti di cui il soggetto fa esperienza.
Bruner individua tre dimensioni:
1.Rappresentazione operativa, che avviene attraverso le azioni;
2.Rappresentazione iconica, che avviene attraverso immagini e simboli
concreti;
3.Rappresentazione simbolica, che avviene attraverso un codice di
convenzione astratta.
Alla fine Bruner unisce tutte le componenti: quella biologico-naturale di
Piaget, quella socio-culturale di Vygoskij, e quella semiologica dei
linguisti, e definisce la dimensione evolutiva della narrazione: da
allora tutte le prospettive sottolineano la centralità del pensiero
narrativo per i bambini, non solo per gli aspetti cognitivi, ma anche
per il valore dello scambio sociale poichè la narrazione
ha valenze conoscitive ed emotive.
La narrazione è fatta di parole che diventano immagini e viceversa.
Cosa si intende per
“disturbo non verbale dell’apprendimento”
• In ambito scientifico e didattico si è discusso sulle
difficoltà di apprendimento relative all’area linguistica
(disturbi di lettura e scrittura) e verbale: i subtest della
Scala Verbale del test Wais sono: Informazione,
Memoria di cifre, Vocabolario, Ragionamento Aritmetico,
Comprensione e Analogie.
• minore attenzione è stata rivolta alla categoria dei
disordini dell’apprendimento per le abilità di ordine visivo
e spaziale, il cui impatto sul rendimento appare meno
evidente, dato che il soggetto può servirsi dello
strumento linguistico come supporto in numerose attività
scolastiche e sociali.
• Ad esempio nel test Wais, i subtest della Scala di
Performance (non verbale) sono: Completamento di
figure, Riordinamento di storie figurate, Disegno con
cubi, Ricostruzione di oggetti e Associazioni di simboli a
numeri.
• Con la parola “verbale” s’intendono quindi le
competenze sui codici convenzionali (linguaggio, numeri,
aspetti culturali, decodifiche varie)
• Il Disturbo non verbale dell’apprendimento riguarda
soprattutto il “come”
• N.B. Ci sono bambini con alta intelligenza logica (es.
Raven) ma bassa capacità di creare rappresentazioni
interne e bassa teoria della mente
Teoria della mente
• Capacità di rappresentare e immaginare
gli stati emotivi altrui, i loro punti di vista, la
loro posizione rispetto la nostra
• Integra le credenze individuali
• Si fonda su una narrazione coerente
Abilità visuo-spaziali
• Le abilità VS sono un gruppo di processi che permettono la corretta
interazione con il mondo circostante; percepire, agire ed operare
sulle rappresentazioni mentali in funzione di coordinate spaziali;
costruire complesse rappresentazioni spaziali della realtà interna ed
esterna
• Secondo la definizione di Benton (1985), le abilità visuo-spaziali
sono implicate nella stima degli aspetti spaziali tra la persona e
l’oggetto, le relazioni stesse fra diversi oggetti e l’orientamento degli
stimoli visivi; tale erronea stima è correlata ad una caduta nelle
capacità di memoria di lavoro visuo-spaziale (MLVS) e di pensiero
spaziale (Cornoldi, Dalla Vecchia e Tressoldi, 1995; Rigoni, Cornoldi
e Alcetti, 1997).
• C’è quindi di mezzo la percezione e la rappresentazione interna
Cosa osservare sul campo
Di frequente sono presenti problemi prassici e di
coordinazione visuomotoria: per questo bambino non è
facile versare acqua da una caraffa ad un bicchiere, urta
“inavvertitamente” contro cose e persone, fatica quando
deve affrontare compiti che richiedono una valutazione
precisa delle distanze fra le cose.
Il ragazzino con difficoltà VS si dimostra un po’
trasandato nel modo di vestire, scambiando il dritto per il
rovescio oppure invertendo le scarpe; si rifiuta di farsi la
cartella, è disordinato nella pagina e nella camera;
difficoltà nella lettura per affollamento percettivo, nella
geometria, nel calcolo per errato incolonnamento,
difficoltà nella scansione e ricerca visiva
• Il problema può estendersi all’ambito degli altri
apprendimenti perché la questione VS può essere
implicita in molti compiti verbali e farli fallire
• Nei rapporti con le figure educative può condizionare
l’affaticamento che il bambino prova in situazioni
apparentemente normali, alle quali con il tempo vuole
sottrarsi opponendosi, disobbedendo o defilandosi.
• Può causare problemi emotivi, affettivi e dell’umore:
frequenti insuccessi favoriscono la demotivazione
all’apprendere da cui difficilmente il ragazzino può
risollevarsi senza uno specifico aiuto e soprattutto senza
la comprensione precisa del suo problema specifico.
“Screening” e “correlazione”
significano aspettarsi una direzione
• medico sanitario : identificazione precoce,
affidabilità, economicità, epidemiologico
• scolastico es.DSA: strumenti complessi, su
pochi soggetti, limitati nel tempo, solo in scuole
sensibilizzate
• Aspettarsi una traiettoria di sviluppo o avere già
una risposta sicura?
• Errore più grave sono i falsi negativi
Gravità
Disturbo specifico di apprendimento
• Innato
• Resistente all’intervento diretto al problema
• Resistente all’automatizzazione
Difficoltà specifica di apprendimento
• Non innato
• Modificabile con interventi didattici mirati
• Automatizzabile anche se in tempi più dilatati
rispetto alla classe
Le variabili psicologiche osservate nella
ricerca - 4 test veloci ma standardizzati
Ricopiare una figura astratta geometrica
complessa e successivamente ricordarla (VS
statico)
Tre minuti per valutare la fluenza di scrittura
(visuomotorio)
Un esercizio per valutare l’attenzione visiva
selettiva e la rotazione (livello metodologico
utilizzato)
Fluenza categoriale (rappresentazione interna di
sistemi semantici figurati; funzioni esecutive)
Bibliografia per sviluppare il
pensiero visivo
• Telzrow, Koch (2003) Nonverbal Learning Disabilities: Vocational
implications and rehabilitation treatment approaches, Jornal of
Applied Rehabilitation Counseling, 34,9-16
• Antonietti, Colombo (1999) Educare alla visualizzazione, Erickson
• Benedan (1997) Pensare le immagini. Schede per lo sviluppo della
visualizzazione mentale, Erickson
• Antonietti, Angelini, Ceriana (1995) L’intuizione visiva. Utilizzare le
immagini per analizzare e risolvere i problemi, Angeli
• Kosslyn (1989) Le immagini della mente, Giunti
• Bartoli (2012) La metafora somatica, in “Elementi di efficacia della
psicoterapia ipnotica”, Amisi Associazione Medica Italiana per lo
studio dell’ipnosi
Bibliografia per approfondire
• Stella (2014) Screening e potenziamento a scuola,
Psicologia e Scuola, n.32, 34-41
• Cornoldi, Vecchi (2003) Visuo-spatial working memory
and individual differences, Psychology Press
• Mammarella, Pazzaglia, Cornoldi (2007), Il disturbo
dell’apprendimento non verbale (VS), in Cornoldi, a cura
di, Difficoltà e disturbi dell’apprendimento, Il Mulino
• Rourke (1995) Syndrome of Nonverbal Learning
Disabilities: neurodevelopmental manifestations, Guilford
Press
Mattioli Nadia
Dott.ssa in Ottica ed Optometria
Fellow College of Optometry in Vision
Developement
- Specializzata in training visivo funzionale
optometrico dal bambino all’adulto
- Optometria pediatrica
- Sport Vision