GRUPPI , GRUPPI DI LAVORO, BURNOUT, LAVORO D’EQUIPE Un gruppo sociale è costituito da un certo numero di persone che interagiscono tra di loro con una certa regolarità. I sociologi hanno distinto i gruppi primari e i gruppi secondari. Nei gruppi vi sono sequenze di eventi che vengono definite dinamiche e tendono a ripetersi. Tra queste possono essere ricordate: la pressione a conformarsi; lo strutturarsi di atteggiamenti di rifiuto da parte del gruppo e l’emergere di leader strumentali (leader delle idee) ed espressivi (leader della simpatia). Cosa significa esattamente all’interno delle nostre organizzazioni "Lavorare in gruppo"? Un gruppo di lavoro è costituito da un insieme di individui che interagiscono tra loro con una certa regolarità, nella consapevolezza di dipendere l’uno dall’altro e di condividere gli stessi obiettivi e gli stessi compiti. "Se vogliamo dare una definizione di Team Working (Lavorare in Gruppo), potremmo dire che si tratta di una attività in cui ci sono alcune persone che lavorano insieme in una situazione in cui esiste un compito o un mandato". Gli elementi che concorrono nella costruzione e nell’evoluzione di un efficace gruppo di lavoro: Obiettivo Metodo Ruolo Leadership Comunicazione Clima Sviluppo OBIETTIVO Nessun gruppo di lavoro può essere efficace se l'obiettivo che deve raggiungere non è chiaro e ampiamente condiviso dai suoi membri. METODO Un buon metodo di lavoro da sicurezza al gruppo e permette un miglior utilizzo nell'uso e nella gestione delle risorse disponibili. RUOLO Il ruolo rappresenta la parte assegnata a ciascun membro del gruppo in funzione del riconoscimento delle sue competenze e capacità; esso racchiude poi anche l'insieme dei comportamenti che ci si attende da chi occupa una certa posizione all'interno del gruppo stesso. LEADERSHIP È una funzione che garantisce e presidia sia la soddisfazione dei bisogni personali che quelli del gruppo. Il leader ha la funzione di armonizzazione e mantenimento del gruppo come sistema, ricevendone, in cambio, gratificazioni (e responsabilità) maggiori. COMUNICAZIONE La comunicazione è il processo chiave che permette il funzionamento del lavoro di gruppo poiché permette lo scambio di informazioni finalizzato al raggiungimento dei risultati. CLIMA Il clima consiste nell'insieme degli elementi, delle opinioni, delle percezioni dei singoli membri rispetto alla qualità dell'ambiente del gruppo e della sua atmosfera. SVILUPPO Questa variabile identifica la costruzione del sistema di competenze del gruppo di lavoro e parallelamente la crescita del sistema delle competenze individuali. I due processi dovrebbero portare da una parte allo sviluppo del singolo all'interno del gruppo e dall'altra alla creazione all'interno del gruppo di un sapere condiviso e diffuso e alla capacità di lavorare in modo efficace. Burnout Il termine appartiene al mondo dello sport (1930) ed era usato per indicare l’atleta che, dopo un periodo di successi, non era più in grado di ripetere gli stessi risultati pur essendo in perfetta forma fisica. La parola anglosassone, che significa “bruciarsi, essere bruciato”, descrive una sindrome che può colpire una determinata persona sottoposta per un lungo periodo a situazioni particolarmente stressanti. Sindrome del burnout Questa patologia rappresenta un fenomeno di portata internazionale e in questi ultimi anni ha subito un notevole aumento. A rischio di burnout sono, particolarmente soggette, tutte le “professioni d’aiuto”, quali la sanità, la scuola ed i servizi sociali. Quadro della sindrome Il burnout è un insieme di manifestazioni psicologiche e comportamentali che può insorgere in operatori che lavorano a contatto con la gente e che possono essere raggruppate in tre categorie di disturbi: Esaurimento emotivo Depersonalizzazione Ridotta realizzazione personale. Esaurimento emotivo L’esaurimento emotivo consiste nel sentimento di essere emotivamente svuotato e annullato dal proprio lavoro, per effetto di un inaridimento emotivo del rapporto con gli altri Depersonalizzazione La depersonalizzazione si presenta come un atteggiamento di allontanamento e di rifiuto (risposte comportamentali negative e sgarbate) nei confronti di coloro che richiedono o ricevono la prestazione professionale, il servizio o la cura. Ridotta realizzazione personale La ridotta realizzazione personale riguarda la percezione di: • una propria (ipotetica) inadeguatezza al lavoro, • la caduta dell'’autostima • il sentimento di insuccesso nel proprio lavoro. Sintomi del burnout Le possibili manifestazioni del burnout possono essere divise in quattro gruppi: Sintomi fisici: fatica e senso di stanchezza, mal di testa, insonnia, uso di farmaci, disturbi gastrointestinali, cambiamenti delle abitudini familiari. Sintomi psicologici: senso di colpa, sensazioni di fallimento, alterazioni dell’umore, scarsa fiducia in sé, scarsa empatia e capacità d’ascolto. Reazioni comportamentali: alta resistenza ad andare al lavoro, assenteismo e ritardi, ricorso a procedura standardizzate. Cambiamenti di atteggiamento con gli utenti: perdita di disponibilità all’ascolto, indifferenza, utilizzo di misure di controllo del comportamento come l’uso di tranquillanti; (anche con i colleghi si sviluppano atteggiamenti di evitamento dei contatti e di risentimento). L’insorgenza della sindrome negli operatori sanitari segue generalmente quattro fasi: Entusiasmo idealistico (aspettative di onnipotenza) Stagnazione (passaggio da un superinvestimento iniziale ad un graduale disimpegno) Frustrazione (sensazione di inadeguatezza e inutilità Graduale disimpegno emozionale (passaggio dall’empatia all’apatia) La migliore strategia verso il burnout è la prevenzione, svolta con interventi sugli operatori e sull’organizzazione del lavoro. L’organizzazione del lavoro deve prevedere la creazione di un clima lavorativo positivo attraverso l’analisi e il confronto delle motivazioni e delle prestazioni dell’equipe lavorativa. Strategie di lavoro in gruppo Il risultato del lavoro dell’equipe può dipendere molto dal modo in cui il gruppo opera, e cioè dalla strategia di lavoro in gruppo, che può essere COERCITIVA o PERSUASIVA. Strategia coercitiva Il gruppo è governato dal capo e/o da una serie di regole burocratiche: è stato, storicamente, il primo modo usato dall'uomo per ottenere efficienza (famiglia tradizionale, militari). STRATEGIA PERSUASIVA È la strategia che nella ricerca dell’efficienza utilizza altri metodi di intervento, come gli approcci negoziali, la condivisone di obiettivi…… Gli strumenti di gestione si incentrano su: • Formazione • Informazione • Gestione efficace della conoscenza Regole per stare in equipe 1. Rispettare l'altro riconoscendo all'altro dei valori; 2. Riconoscere i propri limiti e sapere che l'altro può aiutarci a operare meglio; 3. Riconoscere la propria precarietà e sostituibilità; 4. Apprezzare il lavoro degli altri; 5. Saper ascoltare e comprendere; 6. Esprimere il proprio parere liberamente; 7. Essere disponibili ad accettare le varie opinioni; 8. Essere disponibili alla comunicazione, alla collaborazione; 9. Avere autocontrollo. Capacità per stare in equipe Dal (e con il) rispetto delle regole nascono le Capacità per stare in equipe, che sono quelle: • di cooperare, • di mettersi in discussione, • di dare il giusto peso ai problemi e alle varie conflittualità (che inevitabilmente sono presenti). La riunione di equipe In ogni équipe vanno organizzate riunioni periodiche nelle quali è necessario confrontarsi, esprimere le proprie opinioni, fare una verifica del lavoro svolto, correggere le varie impostazioni, etc. Come gestire una riunione Occorre che ci sia una persona che coordina, che introduce, che modera la discussione dando la parola a tutti, che interviene per limitare gli interventi che non sono pertinenti, che riassume e che avvia alla conclusione. “Conflitto”: deriva dal Latino “conflictus”, che significa propriamente “urto, cozzo”. Non è mai un episodio isolato, ma si sviluppa nel tempo. I motivi per cui due persone possono entrare in conflitto sono diversi: divergenza di idee, competizione, istinto a padroneggiare, gap generazionale, linguaggi diversi, interessi conflittuali, antipatia , possibilità di carriera. MOBBING Il mobbing è, nell'accezione più comune in Italia, un insieme di comportamenti violenti (abusi psicologici, angherie, emarginazione, umiliazioni, maldicenze, etc.) perpetrati da parte di superiori e/o colleghi nei confronti di un lavoratore, prolungato nel tempo e lesivo della dignità personale e professionale nonché della salute psicofisica dello stesso. Conflitto positivo L’azione del conflitto da un lato rappresenta un’occasione di scontro e separazione potenzialmente distruttiva, ed dall’altro un’occasione di incontro e di confronto potenzialmente costruttivo. Il conflitto diventa, così, “un’opportunità di relazione e può condurre ad una crescita e al superamento di ostacoli. Il conflitto da positivo diventa negativo quando avviene il passaggio dalla divergenze delle idee agli antagonismi emotivi. La migliore strategia a lungo termine nell’interazione sociale è quella indulgente. Importante è non perdere la pazienza, difendersi in maniera adeguata e sentirsi bene anche dopo. Cruciali tre fattori per tentare di risolvere rapporti professionali difficili: innanzi tutto la necessità di riconoscere i confini e le responsabilità professionali poi altrettanto importante la necessità di darsi dei limiti e di dire “no” ed infine fondamentale è la capacità di neutralizzare situazioni potenzialmente esplosive.