Appunti LA SINDROME DEL “BURNOUT” Irmo Carraro • Il funzionamento dei servizi e la qualità degli interventi offerti dipendono anche da: - stato di salute degli operatori - loro capacità di resistere a condizioni di lavoro molto stressanti • Se un operatore sanitario non riesce ad affrontare con successo certe situazioni, rischia di “bruciarsi”, di essere colpito da quella che viene definita la “sindrome del burnout” (essa rappresenta uno dei costi legati al lavorare in certe condizioni e a contatto con categorie di utenti problematici) • In particolare, gli operatori possono trovarsi nella situazione di dover rispondere a bisogni e a domande non sempre soddisfacibili, sia per: - la limitatezza delle risorse del servizio - la sua inadeguata organizzazione - le richieste improprie dopo un certo periodo di tempo stato di logoramento e di stress psicofisico con minore attenzione e disponibilità nei confronti degli utenti calo professionale e psicologico con insorgenza di conflittualità o deterioramento interpersonale IN COSA CONSISTE LA SINDROME DA BURNOUT? • Psicologicamente rappresenta un tipo di risposta a una situazione avvertita come intollerabile, in quanto l’operatore percepisce una distanza incolmabile tra: - quantità delle richieste rivoltegli dagli utenti, e - risorse disponibili (individuali e organizzative) per rispondervi senso di impotenza acquisita (per la convinzione di non potere far nulla per modificare la situazione di incongruenza) Esaurimento di energie che si può manifestare con: • sintomi fisici (fatica, mal di testa frequenti, disturbi gastrointestinali, insonnia, cambiamenti nelle abitudini alimentari, uso di farmaci) • sintomi psicologici (senso di colpa, negativismo, alterazioni dell’umore, scarsa fiducia in sé, irritabilità, scarsa empatia e capacità di ascolto) • reazioni comportamentali (sul luogo di lavoro, quali assenze, ritardi, tendenza a rinviare gli appuntamenti, scarsa creatività) • cambiamenti di atteggiamento (nei confronti dei pazienti quali chiusura difensiva al dialogo, cinismo, spersonalizzazione nei rapporti, distacco emotivo e indifferenza ai problemi dell’altro) Secondo Maslach e Jackson (1984) il burnout è caratterizzato da 3 dimensioni inter-indipendenti: 1. esaurimento emotivo svuotamento delle risorse emotive, personali e la sensazio-ne di essere inaridito e di non aver più niente da offrire a livello psicologico 2. depersonalizzazione espressa in atteggiamenti negativi di distacco, cinismo, freddezza ed ostilità nei confronti degli utenti 3. ridotta realizzazione personale la percezione della propria inadeguatezza e incompetenza nel lavoro, la caduta dell’autostima e l’attenuazione del desiderio di successo Questa definizione ha assunto molto rilievo, perché è alla base di uno specifico strumento d'indagine, Maslach Burnout Inventory (MBI) testato e adattato anche in versione italiana (Sirigatti e Stefanile, 1993) per - operatori dei servizi sociosanitari - educatori - personale insegnante • Alcune ricerche sottolineano che il burnout si verifica quando certe risorse: - vengono a mancare o - risultano inadeguate a soddisfare le richieste - non consentono di raggiungere le aspettative • Gli esiti sono: - intenzione a cambiare lavoro - minore coinvolgimento nell’organizzazione - diminuita percezione al lavoro - minore soddisfazione lavorativa. Ciò significa che: le persone sono più sensibili alle richieste lavorative, piuttosto che alle risorse disponibili ALTRE RICERCHE EMPIRICHE SUL BURNOUT Altri ricercatori, tra cui Cherniss (1980), descrivono il burnout come un processo articolato in 3 fasi: 1. disequilibrio fra risorse e richieste (=stress) 2. tensione emotiva, fatica, esaurimento immediato, a breve termine (=strain) 3. cambiamenti negli atteggiamenti e nel comportamento, come la tendenza a trattare i pazienti: - in modo distaccato o - con una preoccupazione cinica circa la gratificazione dei propri bisogni (=coping difensivo) • Molti Autori sottolineano lo stress derivante dalla discrepanza tra: - le aspettative e ideali del soggetto - la realtà del lavoro quotidiano • Lo stress può essere: - riconosciuto consapevolmente, oppure - rimanere nascosto per lungo tempo: gradualmente l’ individuo comincia a sentirsi emozionalmente esaurito e a cambiare i suoi atteggiamenti nei confronti del: - lavoro . persone con cui lavora inizia un percorso che porta al BURNOUT Concludendo: • una maggiore autonomia lavorativa • l’incremento delle proprie competenze • l’attribuzione di importanza e di significato alle proprie azioni • la constatazione di un’influenza di tali azioni sull’ambiente lavorativo SONO LEGATI A UNA DIMINUZIONE DEI LIVELLI DI BURNOUT (Zani e Pietrantoni, 2001) FATTORI PREDITTIVI DEL BURNOUT I fattori di insorgenza del burnout sono oggetto di numerosi studi e seguono 3 orientamenti principali: 1. approcci di tipo individualistico: - sottolineano il ruolo dei processi intrapersonali - sono di tipo descrittivo - tendono a rilevare la discrepanza tra aspettative e la realtà quotidiana 2. approcci di tipo interpersonale: considerano soprattutto le relazioni di squilibrio tra: - caregiver e l'utente, e - le dinamiche delle relazioni sociali nel contesto lavorativo (colleghi, superiori, familiari degli utenti) alcuni autori: burnout = risultato del “processo di confronto sociale” operatore richieste emotive confronto delle proprie reazioni con quelle dei colleghi, per verificarne l’adeguatezza (“confronto vs l’alto”: minore esaurimento emotivo, specie se con alta autostima) 3. approcci organizzativi: In questo ambito è emerso che la qualità dell'organizzazione, dell'ambiente di lavoro e del lavoro in sé, può incidere sulla esperienza dello stress e sulla salute degli operatori I tre tipi di orientamento non si escludono a vicenda • Nelle ricerche più recenti si considera il burnout come un fenomeno multidimensionale, in cui interagiscono: - fattori socioambientali (relativi ad aspetti fisici e organizzativi del luogo di lavoro) e - variabili individuali (relative a caratteristiche motivazionali e a tratti di personalità) Aree dei fattori socio-ambientali • Area dei ruoli lavorativi tensioni di ruolo come: - sovraccarico di richieste di un ruolo, - mancato consenso alle aspettative di quel ruolo - sovrapposizioni e incompatibilità tra i ruoli • Area del compito lavorativo - lavoro poco vario e interessante - mancanza di stimoli e significati cognitivi e affettivi pesantezza - poche occasioni di sviluppo e apprendimento se non c’è feedback di persone significative • Area della struttura di potere (= modo in cui si svolgono i processi decisionali e di controllo lavorativo) - decisionalità centralizzata e gerarchizzata con poca partecipazione quindi BURNOUT una strategia particolare adottata dagli operatori per fronteggiare una condizione di stress lavorativo, legato a uno squilibrio fra: - Richieste ed esigenze lavorative e - Risorse disponibili Pertanto, il burnout: - non è l'intero processo di stress - ma una delle possibili modalità di risposta alle difficoltà del lavoro quotidiano, tipiche delle professioni d'aiuto BURNOUT E VARIABILI DEMOGRAFICHE Fattori incidenti sulle manifestazioni del burnout: sesso femminile, età media e maggiore anzianità BURNOUT E VARIABILI INDIVIDUALI le persone rispondono in maniera diversa alle situazioni stressanti in rapporto a caratteristiche di personalità e stili di vita acquisiti. Quali caratteristiche ? CARATTERISTICHE DI PERSONALITÀ E STILI DI VITA ACQUISITI - soggetti relazionalmente deboli e remissivi - con incerti limiti fra coinvolgimento personale e quello professionale - impulsivi, impazienti e intolleranti - si frustrano facilmente di fronte agli ostacoli - con senso di impotenza acquisita per non ottenere risultati in situazioni difficili (es. pz terminali o cronici) - scarsa autostima - dipendenza e ricerca di conferme - eccessivo coinvolgimento nelle richieste dell’utente CARATTERISTICHE SPECIFICHE DI PERSONALITÀ - ESTROVERSIONE - NEUROTICISMO - ANSIA - PERSONALITA’ DI TIPO A (molto competitivi, alte aspirazioni, impulsività, impazienza, fretta) - LOCUS OF CONTROL INTERNO - ELEVATE O IRREALISTICHE ASPETTATIVE PROFESSIONALI STRATEGIE DI GESTIONE E DI PREVENZIONE Le ricerche condotte dagli anni ’80 hanno messo in evidenza i fattori eziologici nonchè la possibilità di individuare strategie di intervento efficaci a livello di: - prevenzione - riduzione del disagio in atto (se i sintomi dello stress si sono già espressi) a seconda delle ipotesi interpretative del fenomeno… Se il burnout = sintomo di una sofferenza individuale, collegata alla attività lavorativa: • Tecniche a orientamento cognitivo-comportamentale per modificare cognizioni sbagliate: es. aspettative irrealistiche o false speranze • Tecniche di rilassamento • Tecniche di gestione dello stress • Tecniche di gestione del tempo • Tecniche di rinforzo di abilità sociali: es l’assertività • Tecniche di distanziamento (interessamento distaccato) • Tecniche di apprendimento di + efficaci strategie di coping per: - il singolo: es. - spostare gli interessi dal lavoro all’ambito extralavoro - imparare a dire di no a certe richieste - prendersi pause o vacanze - il gruppo di lavoro: es. - valorizzare i rinforzi e il sostegno emotivo; - enfatizzare la collaborazione e lo scambio sistematico di informazioni Se, invece, il burnout è visto: - sia come un sintomo di una sofferenza individuale, collegata all’attività di lavoro - sia come un possibile indicatore di inadeguatezze organizzative - sia come un problema di natura sociale allora occorre individuare altre indicazioni operative… Cherniss (1980) propone un intervento a livello organizzativo del lavoro: 1. 2. 3. 4. 5. Sviluppo professionale dello staff Cambiamenti nella struttura di lavoro e di ruolo Sviluppo del management Incremento delle modalità di problem solving organizzativo e di presa di decisioni Definizione degli obiettivi del programma e di modelli di gestione Santinello e Furlotti hanno individuato 4 categorie generali di programmi di intervento, per un'organizzazione che intenda agire sul fronte della prevenzione: a) partire da un'accurata valutazione dei bisogni e dei problemi individuali e organizzativi b) lavorare per obiettivi e piani a medio-lungo termine, (misurabili e verificabili, con un’analisi organizzativa del clima e delle fonti di stress) c) promuovere la partecipazione del personale ai momenti decisionali (favorisce il coinvolgimento e consente un flusso di informazioni più aperto) d) agire sulla struttura dei compiti e delle mansioni prevedendo: - margini di autonomia personale - standard di qualità e feedback sul proprio lavoro - varietà di mansioni - attribuzione di significato al proprio lavoro e) realizzare un sistema di monitoraggio periodico Necessità di realizzare un sistema di monitoraggio periodico con l'obiettivo di cogliere: - il clima psicologico presente - gli atteggiamenti e le opinioni su aspetti e condizioni di lavoro Nella prevenzione del burnout è importante la formazione degli operatori a livello di: a. formazione di base b. interventi di formazione continua in ambito lavorativo c. di supervisione.