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PSICOLOGIA COGNITIVA: DALLE ORIGINI AD OGGI
La psicologia è la scienza che utilizza le evidenze
introspettive e comportamentali per comprendere i
processi che portano le persone a pensare e a
comportarsi in una certa maniera nei diversi contesti
della vita quotidiana.
PSICOLOGIA COGNITIVA: DALLE ORIGINI AD OGGI
La psicologia cognitiva è quella parte della psicologia
che si focalizza essenzialmente sui processi interni che
implicano la manipolazione di forme di conoscenza
0,0
Homo sapiens
0,2
Homo neanderthalensis
0,4
Homo rhodesiensis
0,6
0,8
Homo antecessor
Homo mauritanicus
1,0
1,2
Homo heidelbergensis
1,4
1,6
Homo ergaster
1,8
2,0
EUROPA
AFRICA
ASIA
AMERICA
PSICOLOGIA COGNITIVA: DALLE ORIGINI AD OGGI
habilis
erectus
neanderthal
sapiens
Gli stadi evolutivi nella produzione di artefatti (1)
periodo
Stadio 1 --
oggetti
Oggetti già dotati delle
caratteristiche necessarie per
eseguire un compito (un ramoscello
infilato nel nido delle termiti)
azioni
Stadio 2 Oltre 2 milioni e Oggetti che hanno le caratteristiche
600 mila anni
per eseguire un compito ma queste
non sono quelle dominanti (foglie
assorbenti vengono usate come
spugne per raccogliere acqua)
Stadio 3 Circa 2 milioni e
Oggetti che presentano la
ripetizione
600 mila anni
rimozione di scaglie
Oggetti stadio 3
Gli stadi evolutivi nella produzione di artefatti (2)
Stadio 4 2 milioni di
anni
Utensili di Oldowan, incisi tramite iterazione
la rimozione ripetuta di scaglie per
ottenere un bordo tagliente
Stadio 5 1 milione e 500 Asce con il bordo curvo che va a iterazione
mila anni
formare una superficie
bidimensionale
Oggetti stadio 4
Oggetti stadio 5
Gli stadi evolutivi nella produzione di artefatti (3)
Stadio 6 300 mila anni
Stadio 7 50 mila anni
Strumenti realizzati per mezzo
algoritmo
della tecnica Levallois: l’azione è
guidata dalla preparazione di un
nucleo con l’intento di produrre
delle scaglie che vengono poi
lavorate ulteriormente per produrre
altri strumenti
Gli strumenti diventano
ricorsione
tridimensionali e si realizzano
oggetti taglienti già preparati per la
produzione di altri oggetti taglienti
Oggetti stadio 6
a
a
b
c
e
Oggetti stadio 7
All’incirca 50.000 anni fa gli artefatti diventano cognitivi,
diventano strumenti di sostegno all’attività umana permettendo
la gestione della risorsa più importante:
LA CONOSCENZA
PSICOLOGIA COGNITIVA: DALLE ORIGINI AD OGGI
La filosofia greca, nelle massime
espressioni di Platone e Aristotele,
ha cercato di risolvere il problema
del dualismo mente-corpo.
PSICOLOGIA COGNITIVA: DALLE ORIGINI AD OGGI
Ad Aristotele si devono anche dei contributi
fondamentali come l’aver stabilito che i modelli di
pensiero dipendono da tre leggi di associazione:
Contiguità
Similarità
Contrasto
PSICOLOGIA COGNITIVA: DALLE ORIGINI AD OGGI
Dopo gli splendori greci la filosofia e
soprattutto la psicologia suscitarono
scarso entusiasmo.
Fino all’espressione del pensiero di
R. Descartes (1596-1650) il quale
sostenne la differenza tra
corpo e mente/spirito
PSICOLOGIA COGNITIVA: DALLE ORIGINI AD OGGI
Nella concezione di Descartes, l’anima non è materiale
e non è indagabile
PSICOLOGIA COGNITIVA: DALLE ORIGINI AD OGGI
La psicologia cognitiva come scienza sperimentale
nasce nel 1879 a Lipsia, dove W. Wundt fondò il primo
laboratorio di psicologia sperimentale.
Prima di questa data ci si
può riferire agli studi psicofisici
Realizzati da studiosi quali
Fechner e Weber
PSICOLOGIA COGNITIVA: DALLE ORIGINI AD OGGI
La soglia percettiva è la soglia di
percezione al di sotto della quale
uno Stimolo Sensoriale non viene
avvertito.
In realtà la definizione più corretta è
quella di: soglia di percezione al disotto
della quale lo stimolo viene percepito nel
50% delle stimolazioni
PSICOLOGIA COGNITIVA: DALLE ORIGINI AD OGGI
La più piccola differenza discriminabile
tra due stimoli viene detta soglia
differenziale
(discriminabile dal 50% dei soggetti)
PSICOLOGIA COGNITIVA: DALLE ORIGINI AD OGGI
I metodi utilizzati, erano
Metodo delle più piccole differenze
-gli stimoli crescono e decrescono finchè il soggetto riferisce di
percepire la differenza-
Metodo dei casi veri e falsi
-due stimoli vicini sono paragonati e sono considerati diversi
quando lo sono per il 75% dei soggetti-
Metodo degli errori medi (o degli aggiustamenti)
- I soggetti manipolano uno stimolo finchè non scelgono quello che
pare loro uguale ad uno stimolo di confronto-
PSICOLOGIA COGNITIVA: DALLE ORIGINI AD OGGI
Tutto ciò porto alla formulazione della famosa legge di
Weber-Fechner
Sensazione = K log S
PSICOLOGIA COGNITIVA: DALLE ORIGINI AD OGGI
Più comune oggi la legge di Stevens
S=cIb
L’associazionismo e la riflessologia
L’associazionismo è un’impostazione teorica vecchia
come l’uomo. Alla base vi è la concezione della mente
come tabula rasa.
Con l’esperienza si strutturano delle reti di associazioni
tra eventi.
La riflessologia russa si basava su questo riferimento
teorico
L’associazionismo e la riflessologia
Pavlov è lo studioso
che ha proposto la
teoria del
condizionamento
classico.
L’associazionismo e la riflessologia
L’associazionismo e la riflessologia
prima del condizionamento
Nessuna risposta
Stimolo neutro
Stimolo
incondizionato
Riflesso incondizionato
Risposta
incondizionata
durante il condizionamento
Stimolo neutro
Stimolo
incondizionato
Risposta
incondizionata
dopo il condizionamento
Stimolo
condizionato
Riflesso condizionato
Risposta
condizionata
L’associazionismo e il comportamentismo
La nascita del comportamentismo può essere fatta
risalire al secondo decennio del 1900, negli Stati Uniti.
Watson nel 1913
pubblicò il manifesto del
comportamentismo
L’associazionismo e il comportamentismo
Il primo grande esponente del comportamentismo è
Thorndike che riferendosi a sperimentazioni con
animali studiò l’apprendimento per prove ed errori e
propose la “legge dell’effetto”.
L’associazionismo e il comportamentismo
L’associazionismo e il comportamentismo
Un altro studioso, Skinner, è storicamente il principale
esponente del comportamentismo.
A lui si deve la concezione della Skinner-Box alla base
della formulazione del “condizionamento operante”.
L’associazionismo e il comportamentismo
rinforzo positivo
presentazione di uno stimolo che soddisfa un bisogno (cibo, acqua)
rinforzo negativo
cessazione di uno stimolo negativo (scossa, rumore)
punizione
presentazione di uno stimolo avversivo
rinforzo intermittente
il rinforzo è presentato solo ogni tanto con intervalli
temporali fissi o variabili
L’associazionismo e il comportamentismo
diversi programmi di rinforzo intermittente
(sempre, però, dopo che è stata fornita una risposta)
Intervallo fisso
intervallo variabile
rapporto fisso
rapporto variabile
rinforzo ogni X secondi
rinforzo ogni X secondi circa
rinforzo ogni X risposte
rinforzo ogni X risposte circa
L’associazionismo e il comportamentismo
Discriminazione
un comportamento è rinforzato solo quando è
accompagnato da un certo stimolo
l’animale impara a discriminare lo stimolo e produce
il comportamento solo quando lo stimolo è presente
Esempio: il ratto riceve cibo solo quando abbassa la leva in
presenza di un tono di 1000 Hz
Generalizzazione
risposta a stimoli simili allo stimolo che è stato rinforzato
Esempio: il ratto abbassa la leva anche in presenza di un tono
di 500 Hz
L’associazionismo e il comportamentismo
L’apprendimento tramite sequenze di stimoli e risposte
può portare alla creazione di catene associative che
rendono conto di comportamenti complessi
L’associazionismo e il comportamentismo
Gli esperimenti di
Tolman portarono alla
considerazione di un
paradigma S-O-R
L’associazionismo e il comportamentismo
Gli esperimenti di
Tolman:
Gruppo A >> no R
Gruppo B >> R sempre
Gruppo C >> R dopo
11 gg
L’associazionismo e il comportamentismo
Chomsky ha criticato
duramente
l’impostazione
comportamentista in
quanto non in grado
di rendere conto di
fenomeni quali l’uso
creativo del
linguaggio.
La Psicologia della Gestalt
Nata e sviluppata in Germania all’inizio del secolo
E’ la corrente di psicologia della percezione che ha
maggiormente inciso nell’indagine sperimentale.
Alla base della teoria vi è un’impostazione che
considera l’esperienza non scomponibile nelle sue
unità più semplici: “il tutto è più della somma delle
parti”
La Psicologia della Gestalt
Gli individui, organizzano l’esperienza secondo la
configurazione più semplice. Tale configurazione è
determinata dai fattori percettivi gestaltici :
vicinanza
buona continuazione
somiglianza
chiusura
buona forma
La Psicologia della Gestalt
Campagna contro
l’abuso minorile
La Psicologia della Gestalt
La Psicologia della Gestalt
La Psicologia della Gestalt
La psicologia della Gestalt ha ridimensionato il ruolo
dell’esperienza passata e ha enfatizzato la funzione
svolta dal contesto…. Però…..
La Psicologia della Gestalt
La psicologia della Gestalt ha ridimensionato il ruolo
dell’esperienza passata e ha enfatizzato la funzione
svolta dal contesto
La Psicologia della Gestalt
La psicologia della Gestalt si è anche occupata dei
processi di pensiero e di apprendimento.
La lezione che i gestaltisti hanno proposto non è stata
ancora pienamente valutata.
Molti psicologi gestaltisti, insieme con altri studiosi di
psicologia della percezione si sono occupati anche
dello studio delle illusioni percettive.
Illusione di Oppel
Illusione Muller-Lyer
Illusione di Ponzo
Illusione di Sander
Illusione di Zoellner
Illusione di Hering
http://illusionoftheyear.com/cat/top-10-finalists/2012/
La psicoanalisi è sia una teoria del
funzionamento della mente che una
terapia dei disturbi psichici
Tradizionalmente il fondatore della
psicoanalsi è considerato Sigmund Freud
(Freiberg 1856 - Londra 1939) che utilizza
per la prima volta
il termine
psicoanalisi
nel 1896
Freud fu allievo di Jean-Marie Charcot che
curava le problematiche nervose con la
terapia ipnotica.
Freud prospetta che alla base delle nevrosi
vi siano esperienze negative di tipo
traumatico vissute dal paziente in passato e
che ora sono collocate nella sfera
dell’inconscio
PRINCIPIO DEL PIACERE
PRINCIPIO DI REALTA’
Rimozione: esclusione dalla sfera della
consapevolezza di rappresentazioni, desideri,
voglie o sentimenti vissuti come inaccettabili.
Regressione: tentativo di eliminazione di
un'angoscia attuale tramite gratificazioni che
appartengono ad uno stadio psichico
precedente, o anche infantile. Ritorno
proceduralità mentali precedenti o primordiali.
Formazione reattiva: trasformazione
nel suo opposto di un desiderio o di
impulso inaccettabile.
Introiezione: processo inconscio attraverso il
quale un oggetto libidico esterno viene
simbolicamente assimilato, accolto in sé come
parte di se stessi. La rappresentazione del Sé e
quella dell'oggetto libidico risultanto indistinte e
confuse
Proiezione: attribuzione ad altri di un proprio
desiderio, aspetto, o di una propria pulsione
ritennuta negativa. In base questo meccanismo
si possono biasimare gli altri e sentirsi liberi
dal problema.
Sublimazione: slittamento di una
propria pulsione sessuale o aggressiva
nei riguardi di un obiettivo, una meta
socialmente accettata e magari anche
ammirata.
Lo sviluppo psicosessuale viene articolato da Freud
in cinque stadi
Al riguardo sono importanti i concetti di
Zona erogena
E
Oggetto libidico
Fase orale 0-18 mesi
Eccitamento della cavità orale
Fase anale 18-36 mesi
Appagamento dal controllo degli sfinteri
Fase fallica 3-6 anni
L’energia libidica si trasferisce alla zona genitale
Periodo di latenza 6 anni-pubertà
In questo periodo la libido è dormiente
Fase genitale
Sviluppo sessuale della vita adulta
Aspetti rilevanti
Amnesia infantile
Ipnosi
Lapsus
Aspetti congruenti
Intelligenza emotiva e alexithymia
La teoria
dell’Epistemologia
Genetica
di J. Piaget (1896-1980)
Lo sviluppo cognitivo è un processo adattivo
che ha la sua genesi nelle azioni compiute dal
bambino sull’ambiente
Le rappresentazioni mentali delle azioni sono
dette da Piaget
SCHEMI
Gli schemi si sviluppano tramite due processi
Assimilazione
Accomodamento
Lo sviluppo degli schemi e della conoscenza è
di tipo stadiale.
Sono individuati 4 stadi, relativi a tipi di
pensiero diverso, in sequenza invariante.
Stadio sensomotorio (nascita – 2 anni circa)
Si sviluppano le rappresentazioni mentali delle
azioni
Aumentano gli schemi e si sviluppa l’abilità di
rappresentare mentalmente gli oggetti
Stadio preoperatorio (dai 2 anni ai 7 anni circa)
Si sviluppa la capacità di rappresentare
simbolicamente le qualità costanti di oggetti ed
eventi
Ma non si comprendono ancora appieno le leggi di
causa-effetto
Conservazione della sostanza
Stadio operatorio concreto (7 – 12 anni circa)
I bambini comprendono che le operazioni sono
azioni reversibili
Il pensiero è ancora legato alla rappresentazione di
azioni concrete
Stadio operatorio formale (12 anni circa – età
adulta)
La reversibilità può applicarsi anche ad azioni solo
astratte
La modalità di pensiero si esplica in ragionamenti
induttivi e deduttivi
Si può quindi risolvere il seguente sillogismo:
Tutti gli animali sanno volare, le giraffe sono animali
quindi…..
La scuola storico-culturale
sovietica
Di ispirazione marxista ha tra i suoi esponenti
Lurija, Leont’ev e
Vygotskji
La scuola storico-culturale
sovietica
La nozione degli strumenti psicologici si basa sulla
concezione marxista che afferma come l’utilizzazione
degli strumenti sia una caratteristica della vita umana
Le funzioni psichiche si sviluppano in connessione con
degli strumenti sviluppati nel corso dell’evoluzione
umana
Esempi di strumenti sono i metodi di calcolo, le opere
d’arte, le mappe….e soprattutto Il linguaggio
La scuola storico-culturale
sovietica
Per Vygotskji ogni funzione dello sviluppo culturale
appare due volte:
•prima come attività collettiva, sociale
•poi come attività interna, individuale, intrapsichica
Quindi lo sviluppo intellettuale del bambino dipende
dal suo controllo dei veicoli sociali del pensiero, vale a
dire dal linguaggio.
La scuola storico-culturale
sovietica
Il linguaggio, oltre a essere esso stesso strumento
psicologico, ha il ruolo di rendere esplicito il significato
la storia degli altri strumenti
La scuola storico-culturale
sovietica
La zona di sviluppo prossimale si riferisce alla distanza
tra il livello attuale dello sviluppo, determinato dalla
capacità di risolvere autonomamente un problema, al
livello prossimale dello sviluppo, determinato dalla
capacita di risolvere un problema sotto la guida di un
adulto o in collaborazione con un compagno più abile.
Gli adulti sono quindi mediatori di cultura.
La teoria dell’elaborazione
dell’informazione
Il concetto di informazione si riferisce alla capacità di
ridurre l’ignoranza o l’incertezza in relazione ad uno
stato di cose particolare.
Il manifestarsi di una variabile dicotomica (vivo-morto,
testa-croce, acceso-spento…) può essere informativo.
Se la variabile può manifestarsi in più occorrenze
allora si ha un grado di incertezza maggiore.
L’unità di misura per l’informazione è il bit.
In generale al raddoppio delle alternative i bit
aumentano di un’unità.
La teoria dell’elaborazione
dell’informazione
L’aggancio alla teoria dell’informazione ha
stimolato la ricerca sulle capacità
comunicative e di elaborazione.
Tra i primi studiosi in questo settore Miller,
Galanter e Pribram (“Piani e strutture del
comportamento”).
Alla base della loro proposta vi è una
considerazione del comportamento di tipo
configurazionale, basato su “piani” che
possono contenere unità di
comportamento molari e molecolari.
La teoria dell’elaborazione
dell’informazione
I piani sono strutturati con unità di monitoraggio
“TOTE” (test-operate-test-exit)
La teoria dell’elaborazione
dell’informazione
L’aggancio alla teoria dell’informazione ha permesso
anche di riferirsi alla metafora del computer.
A proposito della similitudine tra il comportamento
umano e quello esibito da un calcolatore
adeguatamente programmato è interessante il test di
Turing.
La teoria dell’elaborazione
dell’informazione
il test di Turing non va confuso con la macchina di
Turing
La teoria dell’elaborazione
dell’informazione
L’insieme di queste argomentazioni è confluito nel libro
di Neisser “Cognitive Psychology” pubblicato nel 1967.
Neisser ha proposto la possibilità di utilizzare il
computer come metafora dell’elaborazione cognitiva.
Come per il computer anche per l’uomo è possibile
distinguere una parte hardware da una parte software.
L’approccio è fortemente caratterizzato da una
considerazione sequenziale dell’elaborazione delle
informazioni.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
I modelli relativi al funzionamento della mente maggiormente
accettati e condivisi prevedono dei percorsi che dalla
presenza di segnali fisici portano all’elaborazione di entità
mentali (immagini, concetti…)
Segnali
fisici
Trasduzione
sensoriale
reiterazione
Registro
sensoriale
Riconoscimento
di pattern
MBT
MLT
Versione modificata di un modello generale proposto per illustrare il
funzionamento della mente intesa come elaboratore di informazioni
(Atkinson e Shiffrin, 1971)
La mente e l’elaborazione delle informazioni
I segnali fisici
Segnali
fisici
Trasduzione
sensoriale
reiterazione
Registro
sensoriale
Riconoscimento
di pattern
MBT
MLT
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Segnali
fisici
I segnali fisici presenti nel mondo sono di varia
natura e per poterli cogliere occorrono dei
recettori specifici per ciascun tipo di segnale.
Ma anche nei casi in cui siamo dotati dei recettori necessari a
percepire una certa tipologia di segnale fisico, non è
garantito che si riesca a percepire tutte le possibili
manifestazioni dello stesso.
Le onde sonore, ad esempio sono misurate in Hz, e l’orecchio
umano riesce a percepire solo quelle comprese tra 20 e
20.000 Hz.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Segnali
fisici
Nel caso degli stimoli visivi, invece, si ritiene che la
luce possa propagarsi anche attraverso il vuoto,
in quanto consiste di particelle che si chiamano
fotoni.
Se ci si sofferma sulle capacità ondulatorie delle radiazioni
luminose si evidenzia come la luce percepibile dall’occhio
umana sia quella compresa tra 400 e 700 nm.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Segnali
fisici
Al di sotto di queste frequenze vi sono i raggi ultravioletti,
mentre al di sopra vi sono i raggi infrarossi.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
La trasduzione sensoriale
Segnali
fisici
Trasduzione
sensoriale
reiterazione
Registro
sensoriale
Riconoscimento
di pattern
MBT
MLT
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Trasduzione
sensoriale
Il processo che fa sì che gli stimoli fisici, grazie alla
presenza di recettori, vengano tradotti in
differenze di potenziale trasmesse poi alle cellule
nervose, viene chiamato “trasduzione
sensoriale”.
Ogni volta che l’energia dello stimolo appropriato raggiunge
un recettore, questo altera le caratteristiche della sua
membrana che diventa più permeabile agli ioni sodio e
potassio (ioni che sono carichi elettricamente).
Si genera così una differenza di potenziale che attiva il
meccanismo di trasmissione delle differenze di potenziale
tra le cellule nervose.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Trasduzione
sensoriale
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Trasduzione
sensoriale
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Trasduzione
sensoriale
La mente e l’elaborazione delle informazioni
La mente e l’elaborazione delle informazioni
La mente e l’elaborazione delle informazioni
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Il registro sensoriale
Segnali
fisici
Trasduzione
sensoriale
reiterazione
Registro
sensoriale
Riconoscimento
di pattern
MBT
MLT
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Registro
sensoriale
Una prima forma di memoria è stata scoperta in
relazione agli stimoli che sono stati elaborati
tramite la trasduzione sensoriale.
Questa prima memoria, chiamata “registro sensoriale” è stata
studiata sia in relazione alle sue capacità, e cioè quanti
stimoli è in grado di elaborare in un dato momento, sia in
relazione alla durata, cioè quanto tempo riusciamo a
ricordare quegli stessi stimoli.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Registro
sensoriale
Una prima forma di memoria è stata scoperta in
relazione agli stimoli che sono stati elaborati
tramite la trasduzione sensoriale.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Registro
sensoriale
Nei diversi esperimenti condotti da Sperling (1960),
i soggetti dovevano riferire le lettere presentate
su di una matrice dopo che queste erano
scomparse alla vista.
T D R
H U D
P Q M
Una delle matrici di lettere usate
nell’esperimento di Sperling (1960)
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Registro
sensoriale
Nei diversi esperimenti condotti da Sperling (1960),
i soggetti dovevano riferire le lettere presentate
su di una matrice.
Le lettere erano presentate solo per
pochi msc, poi lo schermo veniva
oscurato.
T D R
H U D
In questi casi i soggetti che
partecipavano all’esperimento
P Q M
mediamente erano in grado di riferire
3-4 lettere
Una delle matrici di lettere usate
nell’esperimento di Sperling (1960)
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Registro
sensoriale
In una variazione dell’esperimento, subito dopo la
presentazione della matrice di lettere i soggetti
ascoltavano un tono sonoro alto, medio o basso.
Il loro compito, in questo caso, era di
ripetere solo le lettere corrispondenti
al tono.
In questa condizione sperimentale i
soggetti potevano ripetere tutte e tre
le lettere che corrispondevano alla
riga del tono sonoro.
T D R
TONO ALTO
H U D
TONO MEDIO
P Q M
TONO BASSO
Esemplificazione della corrispondenza
tra toni sonori e righe di lettere
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Registro
sensoriale
Questi risultati indicano che il registro sensoriale
può essere considerato illimitato nella sua
capacità, vale a dire che possiamo percepire tutti
gli elementi in una scena e ricordarli per qualche
istante.
Questi ricordi, però, non sono di lunga durata. E
infatti nel primo compito bastava il tempo
necessario a ripetere le prime lettere a cancellare
dalla memoria gli altri stimoli.
Cosa che invece non si verifica nella seconda
condizione sperimentale.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Il riconoscimento di pattern
Segnali
fisici
Trasduzione
sensoriale
reiterazione
Registro
sensoriale
Riconoscimento
di pattern
MBT
MLT
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Riconoscimento
di pattern
Le relazioni tra percezione e memoria sono invece
analizzate dagli studi relativi al riconoscimento
di pattern.
Due le ipotesi:
• confronto tra sagome - il pattern è confrontato
con la sagoma prototipica;
• Analisi delle caratteristiche - i tratti distintivi
sono rilevati e integrati (v. il pandemonium di
Selfridge, 1995)
E
La mente e l’elaborazione delle informazioni
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Riconoscimento
di pattern
Si può ritenere che gli elementi stimolo che si
configurano come unità percettive siano
riconosciuti grazie a confronti con “sagome”
Contenute in un deposito di memoria dove teniamo le
conoscenze consolidate, quelle che costituiscono la
nostra enciclopedia mentale.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Riconoscimento
di pattern
“L'idea di Pandemonium era che nel riconoscimento
di qualcosa, ….. noi disponiamo di un piccolo
demonio per ogni caratteristica, per ogni parte
dell'immagine. I demoni, quando vedono
un'immagine, gridano: "Quello sono io! Quello
sono io!" Un demonio superiore ascolta questi
altri demoni e decide chi grida più forte. Se si sta
leggendo un carattere in una parola e il demonio
superiore sente il demonio della lettera A gridare
più forte, allora dice: "Ecco, questa è una lettera
A". L'idea è di disporre di diverse reti neurali che
rappresentano i demoni; ciò che essi gridano, cioè
il loro output, corrisponde alla quantità di se stessi
che essi riconoscono”. (da un’intervista a
Selfridge, 1995)
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Riconoscimento
di pattern
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Analisi delle caratteristiche
Riconoscimento
di pattern
S
S
S
S
S
S
SSSSSSSSS
S
S
S
S
S
S
(Navon, 1977)
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Probabilmente i volti umani sono un pattern speciale
• Li riconosciamo in età precocissima
• Ma si evidenzia un effetto negativo per il riconoscimento di
volti di razze diverse – effetto cross-race (con l’avanzare
dell’età)
La mente e l’elaborazione delle informazioni
La mente e l’elaborazione delle informazioni
La mente e l’elaborazione delle informazioni
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Riconoscimento
di pattern
Quello sul quale tutti gli studiosi concordano è che
il sistema per il riconoscimento di pattern è in
diretta relazione con almeno altri due sistemi,
quello della memoria a breve termine (inclusa
l’attenzione) e quello della memoria lungo
termine.
Il primo sistema elabora poche informazioni per brevi periodi di
tempo, mentre il secondo potenzialmente può contenere una
quantità infinita di informazioni e per periodi ti tempo che
possono durare anche l’intera esistenza.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
Riconoscimento
di pattern
Dal sistema per il riconoscimento di pattern le
informazioni, una volta riconosciute sono
passate ad una memoria temporanea (MBT) che
le sottoporrà ad elaborazioni ulteriori.
Le relazioni con la MLT sono tali per cui:
• o da questa sono recuperate le informazioni necessarie per
interpretare il presente;
• oppure in essa sono immesse direttamente le informazioni,
come nei casi di evidente sorpresa o forte motivazione.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
La memoria a breve termine
Segnali
fisici
Trasduzione
sensoriale
reiterazione
Registro
sensoriale
Riconoscimento
di pattern
MBT
MLT
La mente e l’elaborazione delle informazioni
reiterazione
MBT
La memoria a breve termine riceve
informazioni sia dal sistema per il
riconoscimento dei pattern sia dal sistema
di memoria a lungo termine.
La capacità di questo sistema è alquanto
limitata. Può contenere poche informazioni
alla volta e per piccole frazioni ti tempo.
Uno di primi studiosi a occuparsi della
determinazione dei limiti della MBT fu H.
Ebbinghaus (1885) che condusse lunghi
studi sulla memorizzazione di sillabe.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
reiterazione
MBT
La mente e l’elaborazione delle informazioni
reiterazione
MBT
Quasi tutte le ipotesi teoriche sul
funzionamento
Della MBT prevedono che questa sia anche
un centro di controllo dei processi della
mente:
Attenzione – interpretabile come il
controllo del flusso di informazioni dal
deposito sensoriale al deposito a breve
termine;
Codificazione – controllo del passaggio
delle informazioni dalla MBT alla MLT;
Recupero – controllo del passaggio delle
informazioni dalle MLT alla MBT
E
La mente e l’elaborazione delle informazioni
reiterazione
MBT
Per rendere conto della capacità della
MBT si fa riferimento al numero
magico di MILLER
7+/-2
7
6
5
4
3
2
1
scimpanzè
uomo
1 24 48 72 96 120 144 mesi
La mente e l’elaborazione delle informazioni
reiterazione
La capacità della MBT aumenta se il
materiale è raggruppato
MBT
Chunking
2 0 1 4 1 1 8 8 9 2 4 2 4
La mente e l’elaborazione delle informazioni
reiterazione
MBT
Alcuni degli effetti maggiormente
riscontrati negli studi sulla MBT si
riferiscono ad un miglioramento dei
ricordi per stimoli che, presentati
sotto forma di lista, si trovano in
posizione iniziale (effetto primacy),
o in posizione finale (effetto recency)
La mente e l’elaborazione delle informazioni
reiterazione
MBT
Il primo di questi effetti sarebbe dovuto al fatto
che nelle fasi iniziali del compito di
memorizzazione, tutte le risorse della MBT
sono dedicate ai primi stimoli, e quindi questi
possono facilmente accedere alla MLT.
Gli ultimi stimoli, invece, quelli presentati in
fase finale, al momento del recupero
sarebbero ancora contenuti nella MBT, e
quindi facilmente recuperabili.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
reiterazione
MBT
Il meccanismo principale che porta al
decadimento delle informazioni in
memoria è quello dell’interferenza
L’interferenza può essere:
Retroattiva
Proattiva
La mente e l’elaborazione delle informazioni
reiterazione
Il meccanismo principale per il ricordo si basa
invece sulla ripetizione che può essere
MBT
Di mantenimento
Elaborativa
La mente e l’elaborazione delle informazioni
reiterazione
MBT
Nelle formalizzazioni più recenti la MBT è
considerata come una memoria di lavoro, vale a
dire un sistema dove vengono essenzialmente
svolte delle elaborazioni finalizzate alla
manipolazione degli stimoli.
Questa si compone di quattro sottosistemi:
L’esecutivo centrale – che ha il compito di gestire le risorse
attenzionali e le modalità operative del sistema nel suo
complesso;
• il loop articolario – deputato all’elaborazione di stimoli verbali;
• la lavagna visuo-spaziale – deputata all’elaborazione delle
immagini.
• il buffer episodico
La mente e l’elaborazione delle informazioni
reiterazione
MBT
La mente e l’elaborazione delle informazioni
reiterazione
MBT
In uno studio di Robbins et al (1996), giocatori di scacchi,
più o meno esperti, dovevano eseguire in contemporanea
uno dei seguenti compiti
Tamburellare con le dita (controllo)
Produrre dei numeri casuali (esecutivo centrale)
Premere i tasti di una tastiera in senso antiorario (taccuino V-S)
Ripetere rapidamente le parole see/saw (loop articolatorio)
La mente e l’elaborazione delle informazioni
MBT
Qualità della mossa
reiterazione
Controllo
Loop art.
Non esperti
Esperti
Taccuino V-S
esecutivo c.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
La memoria a lungo termine
Segnali
fisici
Trasduzione
sensoriale
reiterazione
Registro
sensoriale
Riconoscimento
di pattern
MBT
MLT
La mente e l’elaborazione delle informazioni
MLT
Sebbene la reiterazione del materiale informativo possa
portare con più probabilità a registrare delle
informazioni all’interno della MLT, si possono
verificare dei fenomeni che negano questa
concezione.
Oggi, infatti, come già detto, gli studiosi tendono a considerare
due tipi di ripetizioni diverse:
• la ripetizione di mantenimento;
• la ripetizione integrativa.
La seconda è maggiormente funzionale al consolidamento delle
informazioni all’interno della MLT.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
MLT
Quello che si apprende nel corso della nostra esistenza,
nella maggior parte dei casi non è dovuto ad uno
sforzo consapevole esercitato proprio al fine di
imparare.
E’ possibile dire, invece, che più è profonda la
riflessione su una certa informazione e più saranno
alte le possibilità di ricordarla.
Questo viene definito “ripetizione integrativa” e si caratterizza per
il fatto che il fine immediato non è quello che porta al ricordo
del materiale informativo bensì quello relativo alla sua
comprensione.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
MLT
Si può riferire di due diverse ipotesi in
relazione al formato delle informazioni in
memoria
Memorie come tracce
Memorie come schemi
MLT
Per discriminare tra le diverse impostazioni sui
formati delle informazioni nella memoria a lungo
termine si può fare riferimento agli studi sui flash
di memoria .
Questi potrebbero sostenere l’ipotesi delle tracce
di memoria in quanto darebbero prova del fatto
che alcuni eventi possono essere registrati così
come sono avvenuti.
I flash di memoria sono, infatti, ricordi
particolarmente vividi relativi a eventi di pubblica
rilevanza.
I primi e più importanti studi sono stati
condotti da Brown e Kulik (1977) in relazione
alla morte del presidente Kennedy.
MLT
Lo studio è retrospettivo è ha messo in
evidenza che i soggetti in relazione alla
notizia dell’evento riescono a ricordare
anche dopo anni:




•
il luogo
cosa facevano
chi l’ha riportata
il proprio stato d’animo
cosa è accaduto dopo
La teoria elaborata al riguardo è quella del
“NOW PRINT”
Gli stadi sono quelli relativi
MLT
1 - alla sorpresa
2 - all’importanza
3 - alla produzione del flash di memoria
(“now print”)
4 - alla reiterazione
5 - al resoconto del flash
Altri studi però non sembrano confermare
l’esistenza dei flash di memoria.
MLT
Lo studio di McCloskey et al (’88) è stato
condotto con questionari follow up (1- tre giorni
e 2 - nove mesi dopo l’evento, l’esplosione del
Challenger).
I risultati sono relativi a resoconti più generali e
con errori di ricostruzione.
MLT
Per Bohannon è l’impatto emotivo a determinare
la vividezza dei ricordi.
Sono i ricordi con maggiore impatto emotivo e
reiterati più frequentemente quelli che risultano
più vividi.
Ad ogni modo le caratteristiche dei flash di
memoria sono continue e non tutto o nulla.
Altri studi – che implicano una doppia procedura
relativa a ricordi riferibili a compagni di studi e
ad eventi pubblicamente rilevanti come l’inizio
della guerra in Iraq (Weaver, 1993) - indicano che
è il grado di fiducia dei soggetti in relazione al
proprio ricordo ciò che varia tra ricordi ordinari e
flash di memoria.
La mente e l’elaborazione delle informazioni
MLT
Diverse ricerche hanno dimostrato che i ricordi si
consolidano con più facilità quando gli stimoli sono
presentati all’interno di circostanze logicamente
coerenti.
A sostegno di questi risultati anche quelli che evidenziano come
“l’organizzazione del materiale” sia una strategia di
memorizzazione intimamente legata alla ripetizione elaborativa.
Questa, da un punto di vista strutturale può esplicitarsi nella
ricerca di
• raggruppamenti;
• ordinamenti;
• gerarchie.
mela
bisturi
volontà
sabbia
circo
rumore
fiocco
videogioco
roccia
lente
attenzione prugna
angelo
piuma
La mente e l’elaborazione delle informazioni
MLT
La teoria degli schemi di memoria è stata
elaborata a a partire dagli studi di Bartlett
negli anni ’30
Lo schema è una struttura organizzata e
dinamica, capace di modificarsi a seconda
delle esperienze correnti e pregresse
La mente e l’elaborazione delle informazioni
MLT
Bartlett ha utilizzato il metodo delle
riproduzioni in serie
Con storie
Con disegni
La mente e l’elaborazione delle informazioni
MLT
Gli studi di Loftus e Palmer (‘74) hanno
inquadrato le testimonianze oculari
nell’ambito degli studi studi sugli schemi
mentali
Scontrare
40,8
Urtare
34,0
Entrare in contatto 31,8
La mente e l’elaborazione delle informazioni
MLT
Il concetto di Script si riferisce alla memoria di
eventi, e pertanto si riferisce a schemi che
hanno anche una dimensione temporale
Script di eventi (la lezione di oggi)
di eventi generalizzati (le lezioni di cognitiva)
situazionali (le lezioni universitarie)
intenzionali (le lezioni)
La mente e l’elaborazione delle informazioni
MLT
Infine, per quanto riguarda il formato delle
rappresentazioni all’interno della MLT occorre
distinguere quanto meno tra memoria dichiarativa e
memoria procedurale.
La prima è relativa a quelle conoscenze che siamo in grado di
riferire, che hanno carattere enciclopedico, e possono essere
abbastanza facilmente soggette a oblio.
La seconda, invece, si riferisce al saper fare le cose, non è
facilmente riferibile ed è molto più resistente.
La teoria dell’elaborazione
dell’informazione
La linearità di tale modello è rigettata in quello proposto da
Broadbent (1984)
Memoria di Lavoro
astratta
Registro
sensoriale
Sistema di
elaborazione
centrale
Magazzino associativo
a lungo termine
Magazzino delle
risposte motorie
La teoria dell’elaborazione
dell’informazione
L’approcccio di Gibson, detto approccio ecologico, invece,
ha spostato l’accento sulle capacità informative
dell’ambiente:
Le informazioni non sono solo ciò che viene elaborato
dall’individuo, ma sono disponibili nell’ambiente, e tutto ciò
che occorre è solo che l’individuo vi presti attenzione.
Le invarianti strutturali sono la parte stabile dei percetti,
sono queste che costituiscono l’infomazione.
La teoria dell’elaborazione
dell’informazione
La teoria dell’elaborazione
dell’informazione
L’impostazione data da Gibson ha permesso di considerare
l’individuo come un organismo attivamente impegnato nel
compito di rilevazione delle informazioni.
Rilevante al riguardo il concetto di affordance.
Il Connessionismo
Il connessionismo rappresenta una sorta di fusione tra
l’approccio associazionista e quello informazionale.
Il Connessionismo
Le reti connessioniste si auto-strutturano sulla base di
esempi di apprendimento
Gatto
Tartaruga
Ha quattro Ha due
zampe
zampe
Rondine
Non ha zampe
Seppia
Ha il pelo
Uomo
Squalo
Cervo
Ha le squame
Ha la corazza
Ha le penne
Il Connessionismo
Il Connessionismo
Il Connessionismo
Le rappresentazioni possono essere esplicitate tramite il ricorso
alle hidden units
Gatto
Tartaruga
Ha quattro Ha due
zampe
zampe
Rondine
Non ha zampe
Seppia
Ha il pelo
Uomo
Squalo
Cervo
Ha le squame
Ha la corazza
Ha le penne
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