La sacramentalità del matrimonio Corso sul Matrimonio Lezione 2 L’alleanza matrimoniale nell’AT Nei libri profetici il matrimonio è indicato come immagine dell’alleanza tra Dio e il suo popolo: Osea 1 e 3, Geremia 3, Ezechiele 16 e 23, Isaia 54, Cantico dei Cantici La rivelazione dell’amore di Dio verso il suo popolo come amore coniugale rende più chiaro l’alto valore assegnato da Dio all’istituto matrimoniale; si preannunzia la futura dignità che riceverà il matrimonio nell’era messianica Il matrimonio come mistero e segno della comunione con Dio nel NT Ef 5, 21-33: “Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa […] Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!” Interpretazioni del mistero Alcuni Padri lo interpretano riferito allo stesso coniugio che forma un’unione più forte del legame con i genitori Altri Padri spiegano il mistero in riferimento a Cristo e alla Chiesa: Cristo lascia suo Padre Dio e si unisce nella carne alla sua sposa la Chiesa formatasi dal suo fianco aperto sulla Croce San Giovanni Crisostomo infine stabilisce un collegamento tra il mistero del coniugio ed il mistero dell’unione sponsale di Cristo con la Chiesa L’istituzione da parte di Cristo del sacramento del matrimonio Dopo l’affermazione sulla sacramentalità del matrimonio fatta da vari Padri della Chiesa, tra cui Sant’Agostino, San Grogorio Nazianzeno e San Giovanni Crisostomo, si hanno tre documenti espliciti del Magistero della Chiesa: la professione di fede del Concilio di Lione (1274), la bolla per gli Armeni del Concilio di Firenze (1439), un canone del Concilio di Trento (1563) Nel Concilio di Trento si afferma che il matrimonio è sacramento in senso proprio, istituito da Cristo e conferisce la grazia CCC, 1615: “Questa grazia del Matrimonio cristiano è frutto della Croce di Cristo” Il matrimonio nella vita della Chiesa FC 13: “Gli sposi sono […] il richiamo permanente per la Chiesa di ciò che è accaduto sulla Croce; sono l'uno per l'altra e per i figli, testimoni della salvezza, di cui il sacramento li rende partecipi. Di questo evento di salvezza il matrimonio, come ogni sacramento è memoriale, attualizzazione e profezia: «in quanto memoriale, il sacramento dà loro la grazia e il dovere di fare memoria delle grandi opere di Dio e di darne testimonianza presso i loro figli; in quanto attualizzazione, dà loro la grazia e il dovere di mettere in opera nel presente, l'uno verso l'altra e verso i figli, le esigenze di un amore che perdona e che redime; in quanto profezia, dà loro la grazia e il dovere di vivere e di testimoniare la speranza del futuro incontro con Cristo». […] Il matrimonio è un simbolo reale dell'evento della salvezza, ma a modo proprio. «Gli sposi vi partecipano in quanto sposi, in due, come coppia, a tal punto che l'effetto primo ed immediato del matrimonio [è] il legame coniugale cristiano, una comunione a due tipicamente cristiana perché rappresenta il mistero dell'Incarnazione del Cristo e il suo mistero di Alleanza. E il contenuto della partecipazione alla vita del Cristo è anch'esso specifico: […] esso mira ad una unità profondamente personale, quella che, al di là dell'unione in una sola carne, conduce a non fare che un cuor solo e un'anima sola [...] si tratta di caratteristiche normali […] con un significato nuovo che […] le eleva al punto di farne l'espressione di valori propriamente cristiani» La celebrazione del matrimonio Condizioni per la validità: – Capacità consensuale: uso di ragione, giudizio sui diritti e doveri, capacità psichica di assumere gli obblighi essenziali, conoscenza essenziale della sessualità – Assenza di impedimenti dirimenti (inabilità a contrarre validamente): età, impotenza, vincolo precedente, disparità di culto, ordine sacro, voto pubblico, rapimento, crimine del coniuge, consanguineità, affinità, pubblica onestà (consanguinei di concubini), parentela legale, parentela spirituale Condizioni per la liceità: – Essere in grazia di Dio e confermati – Motivazioni buone e rette – Istruttoria matrimoniale e corsi di preparazione Consenso e vincolo matrimoniale “Il consenso matrimoniale è l’atto della volontà con cui l’uomo e la donna, con patto irrevocabile, danno e accettano reciprocamente se stessi per costituire il matrimonio” (CIC, 1057 §2) Il consenso è la causa del matrimonio, ma il vincolo che ne nasce non è propriamente un vincolo consensuale, bensì un vincolo naturale, sacro e indipendente dall’arbitrio dell’uomo Il patto coniugale ha inoltre una grande rilevanza sociale sia per la Chiesa che per la società civile ed è quindi ragionevole che sia sottoposto a precise formalità che ne garantiscano la dovuta pubblicità La grazia del sacramento del matrimonio Lo Spirito Santo offre agli sposi il dono di una comunione nuova, d’amore, immagine dell’unità di Cristo con al Chiesa Viene perfezionato il loro amore coniugale dalla dedizione sponsale di Cristo ricca di fede, speranza e carità: comprensione, buon umore, pazienza, perdono, delicatezza nel rapporto reciproco Lo Spirito Santo li arricchisce con i doni di sapienza, consiglio e fortezza per aiutare i figli nella loro crescita umana e spirituale Inseparabilità di matrimonio e sacramento per i battezzati Dal XIV secolo ad oggi, diversi teologi hanno teorizzato che potesse esistere tra i battezzati un vero matrimonio non sacramento Il Magistero della Chiesa però si è più volte espresso sulla non separabilità del contratto dal sacramento Negli ultimi secoli Pio IX, Leone XIII, il Codice di Diritto Canonico del 1917, Pio XI, il Concilio Vaticano II, Giovanni Paolo II, nella Familiaris Consortio ed infine il Codice del 1983 e quello per le Chiese Orientali del 1990 ribadiscono la stessa affermazione