Principi di igiene orale - Istituto Comprensivo A. D`Angeli

Nell’ambito del progetto sull’ educazione alla
salute,
“La scuola aiuta a crescere”
la classe I A della Scuola secondaria di I grado di
Cantalice, ha approfondito il tema dell’igiene
orale. Gli argomenti analizzati dagli alunni sono
stati raccolti e rielaborati con la presentazione
multimediale che segue.
Insegnante coordinatore: Patrizia Masini
Perché la salute dentale è importante?
La salute dei denti e della bocca è collegata in vari modi alla salute
e al benessere generale:
•La capacità di masticare e deglutire il cibo è essenziale per
ottenere i nutrienti di cui abbiamo bisogno per mantenerci in salute.
•Oltre all’impatto sullo stato nutrizionale, una cattiva salute dentale
può anche influire negativamente sul linguaggio e sull’autostima.
Infatti i denti non svolgono solo una funzione masticatoria ma sono
coinvolti nei processi di articolazione del linguaggio. I denti formano
una barriera sulla quale poggia la lingua per formare determinati
suoni.
•I problemi e le malattie dentali posso ripercuotersi sullo stato
generale di salute del nostro corpo con disturbi non
necessariamente odontoiatrici:
– Mal di schiena.
– Difetti di deambulazione.
– Infezioni nel circolo sanguigno.
Com’è fatto un dente?
Osservando un dente dall’esterno si possono distinguere
tre parti principali:
 La CORONA è la parte visibile del dente.
 Il COLLETTO è la zona intermedia tra corona e radice.
 La RADICE è la parte situata nell’osso sotto la
gengiva.
Osservando un dente all’interno si
distinguono diversi elementi:
• Lo SMALTO è il tessuto più duro del nostro organismo,
copre tutta la corona ed è costituito per il 95% da sostanze
minerali. Appare traslucido.
• La DENTINA è mineralizzata, dura ma più fragile dello
smalto, costituisce la maggior parte del dente e gli dà la
colorazione.
• La POLPA è situata al centro del dente ed è la parte viva.
Ricca di vasi sanguigni e di terminazioni nervose che
danno la sensibilità al dente.
• Il CEMENTO è uno strato di tessuto duro che ricopre tutta
la radice.
• L’OSSO ALVEOLARE, è la sede ossea del dente e
costituisce un corpo unico con l’osso mascellare e quello
mandibolare.
Anatomia di un dente
I vari tipi di denti
I denti decidui o da latte
La formazione della nostra dentatura inizia nei primi
mesi di vita con l’eruzione dei primi denti da latte.
Questa dentatura si dice decidua perché tali denti
cadranno a partire dai 5-6 anni per essere
gradualmente sostituiti con denti definitivi.
I denti da latte sono in tutto 20 (10 per ogni arcata)
In questa dentatura vi sono:
• 8 incisivi = denti adatti ad incidere e tagliare il cibo
• 4 canini = denti adatti a strappare e lacerare il cibo
• 8 premolari = denti adatti a triturare e sminuzzare
il cibo
I denti definitivi o permanenti
I denti definitivi iniziano ad erompere tra i 5-6 anni
quando le radici dei denti da latte cominciano a
riassorbirsi. Il dente da latte, ormai mobile, cade
e consente l’eruzione del dente definitivo.
L’eruzione dei denti definitivi si completa verso i 17
anni con i terzi molari detti “ denti del giudizio”.
I denti definitivi sono in tutto 32 (16 per ogni
arcata):
•
•
•
•
8 incisivi = denti adatti ad incidere e tagliare il cibo
4 canini = denti adatti a strappare e lacerare il cibo
8 premolari = denti adatti a triturare e sminuzzare il cibo
12 molari = denti adatti a triturare e sminuzzare il cibo
Come appaiono i vari tipi di denti definitivi
Dentatura definitiva di
un’arcata
Da dove viene la saliva?
La saliva è una miscela di acqua, enzimi, muco e
sali minerali; è prodotta dalle ghiandole salivari
principali e da quelle accessorie che si trovano
sotto la mucosa.
A cosa serve la saliva?
 Lubrifica le superfici delle mucose e dei denti e permette
così di pronunciare bene le parole.
 Prepara alla digestione: mescolando gli alimenti
permette loro di scivolare facilmente nell’esofago. Inoltre
contiene la PTIALINA, un enzima che inizia la digestione
degli amidi spezzandoli in molecole di zuccheri più
semplici.
 Disinfetta il cavo orale grazie ad una sostanza detta
LISOZIMA.
 Regola l’acidità della bocca riducendo l’attacco degli
acidi prodotti dai batteri.
 Rimineralizza lo smalto riparando lievi lesioni dello
smalto.
Cos’è la placca batterica?
Durante i pasti, sui denti si deposita una patina fatta di
residui alimentari e di saliva.
A questa patina aderiscono milioni di batteri, molto comuni
nella bocca, spesso trasmessi dai genitori ai figli.
Alcuni esempi di batteri sono gli Streptococchi mutans e i
Lactobacilli.
Questi batteri sono cariogeni, ossia capaci di causare la
carie. Creano sulla superficie del dente una pellicola
appiccicosa, che prende il nome di placca dentaria o
placca batterica.
Cos’è il tartaro?
Quando la placca non viene rimossa con cura
regolarmente, si mineralizza, calcifica, diventa
dura, formando così il TARTARO.
A causa della sua composizione e della presenza
di batteri, il tartaro può causare irritazioni e
problemi gengivali.
Può essere tolto solo dal dentista con tecniche
specifiche dette detartrasi (con l’uso di dispositivi
ad ultrasuoni).
Immagine di denti
con placca
Con delle sostanze
rivelatrici il dentista
può evidenziare le
parti dei denti
coperte dalla
placca e dal tartaro
Denti con tartaro
Queste
immagini
mostrano la
formazione
del tartaro a
partire dalla
placca
batterica.
Come si forma la carie?
I batteri contenuti nella placca dentaria si servono
dei carboidrati fermentabili per formare gli acidi.
I carboidrati fermentabili sono zuccheri e altri
carboidrati contenuti negli alimenti e nelle
bevande che possono essere fermentati dai
batteri.
Gli acidi formati dissolvono i minerali come il calcio
e il fosfato contenuti nei denti . Questo processo
prende il nome di demineralizzazione
Descrizione
del
processo di
formazione
della carie
Varie
tipologie di
carie
Il principale metodo di prevenzione delle
carie è la corretta pulizia dei denti, tramite
alcuni strumenti semplici ma efficaci :
 Lo spazzolino da denti.
Il dentifricio.
Il filo interdentale.
Lo “specchietto da dentista”.
Il colluttorio
Compra spazzolini con setole artificiali che hanno le punte perfettamente
arrotondate. Le setole naturali hanno punte irregolari e cave, trattengono
sostanze al loro interno e non hanno un azione di sfregamento ottimale come
quelle artificiali.
Usa preferibilmente spazzolini con setole di durezza media a meno che il tuo
dentista, per motivi particolari, non ti consigli diversamente.
Spazzola i denti per almeno 2 minuti dopo ogni pasto. Al disotto di questo
tempo è difficile eliminare completamente la placca batterica da denti e
gengive.
Cambia lo spazzolino spesso. Quando le setole hanno perso la loro compattezza
non esercitano più una efficace azione di pulizia. Il tempo normalmente
indicato è di 2 mesi ma accorciandolo un po’ si aumenta la qualità dello
spazzolamento.
Lo spazzolino elettrico non è indispensabile ma aiuta , con i suoi movimenti
oscillatori a rimuovere più facilmente la placca da tutti gli interstizi e i solchi
dei denti.
 Lo spazzolino va sempre mosso in direzione perpendicolare alla
gengiva, e sempre dalla gengiva verso il dente.
 Per pulire i denti superiori il suo movimento deve avvenire verso il
basso, non verso l'alto, in modo da penetrare con le setole anche
negli interstizi dentali e con un inclinazione di 45°, per rimuovere la
placca da sotto il colletto gengivale.
 Per la parte inferiore della bocca vale l'opposto, cioè il movimento
deve procedere verso l'alto; ovviamente l'operazione va ripetuta sia
sulla parte esterna della dentatura che su quella interna, spesso
tralasciata.
 Per quanto riguarda invece la pulizia della parte masticatoria
dei denti posteriori, l'ideale é spazzolare queste superfici prima dal
dietro verso l'avanti e viceversa e poi, ad operazione conclusa, con
il solito movimento laterale per pulire gli interstizi dentali.
 Il suo uso quotidiano ci permette di eliminare la placca batterica
presente negli spazi interdentali, che sono del tutto inaccessibili allo
spazzolamento ordinario.
 Se non viene adoperato la placca batterica che qui si accumula
causerà prima o poi carie e infiammazioni della gengiva interdentale
(papillite, ovvero l'infiammazione della papilla, com'è chiamata la
porzione di gengiva che sta tra due denti).
Come si usa?
Il filo interdentale si inserisce tra due denti, lo si spinge fino a
toccare la gengiva, poi si tira verso l'esterno facendolo aderire bene
alla parete di uno dei denti. L'azione di strofinamento esercitata
stacca la placca batterica dal dente, un successivo sciacquo
l'eliminerà dalla bocca. La manovra va ripetuta due volte per ogni
interstizio, per pulire la parete mesiale di un dente e quella distale
del dente adiacente, ed eseguita come azione finale, al termine
dello spazzolamento.
Il filo interdentale
è confezionato in
piccole scatoline,
comode anche
per portarle con
se’.
Bisogna far
scorrere il filo
attraverso gli spazi
interdentali di
entrambe le
arcate, superiore
ed inferiore, senza
trascurare gli ultimi
spazi tra i molari.
Presa corretta del
filo interdentale,
I DENTIFRICI FLUORATI
L'abitudine di lavarsi i denti con un dentifricio nella cui formula
è contenuto il FLUORO è benefica in quanto questo
minerale rende lo smalto più resistente alla placca
batterica.
Un dentifricio fluorato è pertanto più efficace nella
prevenzione della carie dentaria rispetto al dentifricio
non fluorato, purché siano rispettate le seguenti
condizioni: il contatto tra il dentifricio e il dente non deve
essere troppo fuggevole; il dentifricio deve contenere
costantemente il fluoro sotto forma di sale solubile.
• ABRASIVITA' DI UN DENTIFRICIO
Un'altra importante caratteristica che deve avere un dentifricio è la
bassa abrasività: per levigare le superfici dure del dente senza
danneggiarlo. Rendere liscia e lucida la superficie dello smalto
previene la formazione di macchie e il trattenimento della placca
batterica. Sempre più dentifrici indicano il loro grado di abrasività
sulla confezione con una sigla che è l'acronimo di Relative Dentin
Abrasivity (RDA): esso non dovrebbe superare 100.
Al di sopra di questo valore il potere abrasivo del dentifricio sarebbe
troppo elevato e, nel tempo, potrebbe causare danni allo smalto.
• DENTIFRICI SBIANCANTI
Il ruolo dei dentifrici sbiancanti dovrebbe essere quello di liberare i denti
dalla patina scura e riportarli al bianco splendente. Quando questo è
ottenuto attraverso l’abrasione, però, il rischio è di abradere lo
smalto dei denti che ne costituisce la principale protezione. I
dentifrici sbiancanti, generalmente, hanno valori
di RDA raddoppiati rispetto alle normali paste dentifricie e pertanto
il doppio di abrasività.
Il fluoro è un minerale che penetra negli
strati più superficiali dello smalto e si lega
agli ioni calcio, ancorandoli insieme, in
modo da renderli più resistenti allo
sfaldamento da parte degli acidi della
placca.
Inoltre inibisce la fermentazione degli
zuccheri.
Il fluoro si può
assumere per via
topica, tramite:
•Gel e paste fluorate.
•Dentifrici fluorati.
•Colluttori fluorati.
Il fluoro si può assumere
quotidianamente tramite :
•Acqua potabile arricchita di
fluoro.
•Latte.
•Sale da cucina.
•Pasticche o gocce a base di
fluoro.
• L’alimentazione corretta per mantenere sani i denti deve
essere meno elaborata possibile. Quindi latte, yoghurt,
uova,formaggi, carne, pesce, uova, frutta, sono alimenti
adeguati.
• Alcuni alimenti sono detergenti, come la mela;altri sono
anticariogeni come il formaggio e la cioccolata fondente
(che contiene tannini, fluoro e fosfati), pertanto è utile finire
il pasto con questi alimenti.
• Non bisogna assumere cibo più di 5/6 volte al giorno.
• Limitare a 2 il numero degli snack tra i pasti, soprattutto se
sono a base di dolci o bibite gassate.
• Più i residui di cibo restano nei denti più la
placca se ne nutre. Quindi deve essere
moderato l’uso di alimenti gommosi, che si
appiccicano ai denti (dolci,frutta candita, gomme
contenenti zucchero,marmellate, miele) e se si
utilizzano è consigliabile lavare subito dopo i
denti.
• Bisogna inoltre limitare l’uso di bevande gassate
perché sono acide e ricche di zuccheri.