Diapositiva 1 - Arcat Toscana

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Depressione, suicidio e problemi alcol- correlati
F. Bardicchia
S.I. Club La Rinascita- Roselle
(Grosseto)
Grosseto- 9 Febbraio 2014
PROBLEMI ALCOL CORRELATI
DEPRESSIONE
SUICIDIO
3
P.A.C. + DEPRESSIONE:
quale causa e quale effetto ?
PROBLEMI
ALCOLCORRELATI
DEPRESSIONE
M. Catalano, 2000
DEPRESSIONE
PROBLEMI
ALCOLCORRELATI
Corlito, Genova, 23.01.05
PROBLEMI
ALCOLCORRELATI
DEPRESSIONE
I CLUB
CONSIDERAZIONI SULLE SITUAZIONI
COMPLESSE
 NON
CONOSCIAMO L’ESTENSIONE DEL FENOMENO (la
Banca Dati non ci aiuta)
ABBIAMO LA PERCEZIONE CHE SIA UN FENOMENO IN
AUMENTO (+ invii dai Servizi) (calcolo indiretto dall’utilizzo di
psicofarmaci)
CI SENTIAMO IMPREPARATI E “DIFENDIAMO I CLUB” O
RENDENDO DIFFICILI GLI INGRESSI O FAVORENDO
FUORIUSCITE PRECOCI
RISCHIO CHE L’APPROCCIO MEDICO SOPPIANTI
L’APPROCCIO ECOLOGICO SOCIALE
DEPRESSIONE
- COME RICONOSCERLA
- COS’È
- COME AFFRONTARLA
Come riconoscerla: I SINTOMI

I sintomi principali della depressione sono 2:
 Umore depresso = sentirsi giù di morale, tristi,
infelici, piangere spesso, per la maggior parte del
tempo
 Perdita di interesse e di piacere nel fare le cose
che prima piacevano
L’umore (tono dell’umore) è lo stato di fondo della nostra affettività
(sentimenti, emozioni): come tale condiziona profondamente
l’aspetto e la percezione di noi stessi e del mondo!
Come riconoscerla: I SINTOMI

Gli altri sintomi sono:
 Mancanza di appetito e dimagrimento o al contrario
mangiare smodatamente
 Difficoltà a dormire o dormire molto come rifugio
 Sentirsi stanchi e senza forze anche se non si è lavorato
tanto
 Difficoltà a concentrarsi, a ricordare le cose, a
prendere decisioni anche banali
 Essere rallentati, nella mente e nei movimenti, oppure
sentirsi agitati (spesso c’è irritabilità)
Il tono dell’umore arriva ad alterare il sistema nervoso autonomo (quello che ci fa respirare,
battere il cuore, digerire). Infatti ci possono essere anche alterazioni mestruali e dell’attività
sessuale (diminuzione dell’interesse sessuale, diminuita capacità sessuale)
Come riconoscerla: I SINTOMI

E ancora:
 Avere la sensazione di non valere nulla, sentirsi in
colpa, vedere tutto grigio o, peggio, temere che tutto
sia rovinato per sempre
 Pensieri di morte: pensieri frequenti sulla morte,
augurarsi di morire
 Pensieri suicidari: pensare al suicidio (60% delle
persone con un disturbo depressivo maggiore!) o,
peggio, pensare a come metterlo in pratica o, peggio,
tentare il suicidio
Spesso sono presenti anche sintomi di tipo ansioso, come
palpitazioni, nodo alla gola, allo stomaco, tremarella
(“Sindrome ansioso-depressiva”)
Come riconoscerla: quando è un
DISTURBO PSICHIATRICO?




Molti dei sintomi che abbiamo detto sono vissuti da tutti,
soprattutto in determinate situazioni della vita (per esempio a
seguito di un lutto, o di una malattia).
Si possono considerare “normali” se lievi, transitori e collegati
a qualcosa che è successo
Quando vi è una compromissione del “funzionamento” = i
sintomi incidono sulla vita relazionale e professionale,
indipendentemente dalla causa, siamo di fronte ad un disturbo
depressivo che richiede un intervento.
Vi sono forme più lievi e forme più gravi
NB: A volte la persona depressa non riesce ad essere consapevole di stare male e
di avere un disturbo. Talvolta sono le persone che le stanno vicine ad accorgersene
(anche dal cambiamento dell’espressione del volto, che esprime tristezza e
disperazione)
Cos’è: LE CAUSE



La depressione è un disturbo multifattoriale: deriva cioè
dal combinarsi di fattori biologici , psicologici (anche le
esperienze infantili) e sociali (situazioni attuali di vita)
Questi fattori hanno peso diverso a seconda della
persona (in una persona cioè possono avere maggior
peso i fattori psicologici, in un’altra quelli sociali)
Li chiamiamo fattori di rischio perché non
necessariamente una persona che li ha svilupperà una
depressione!
Cos’è: FATTORI DI RISCHIO

Quindi sono fattori di rischio per la depressione:
 Eventi stressanti della vita: per esempio il termine di una
relazione sentimentale, la perdita di una persona cara,
problemi sul lavoro e pensionamento, problemi economici,
soffrire da tempo di una malattia fisica.
 Esperienze infantili e giovanili. Un fattore di rischio molto
importante è la perdita di un genitore prima degli 11 anni.
 Avere un parente stretto che ha avuto disturbi psichici.
 Molta differenza la fa se una persona ha qualcuno vicino
oppure no = la solitudine è un fattore di rischio
Cos’è: FREQUENZA

La depressione è un disturbo molto frequente: nell’arco di una vita si
ammalano di un disturbo depressivo maggiore:
Il 10-25% delle donne
Il 5-12% degli uomini



Seria disabilità
Elevati costi sociali
Età di insorgenza: nel 50% dei casi insorge tra i 20 ed i 50 anni.
Decorso:
 un episodio depressivo non curato dura di solito 6-13 mesi.
Curato: 3 mesi!
 Nel 50% dei casi la depressione arriva a guarigione completa
 1 persona su 2 avrà nuovi episodi depressivi (il rischio di ricaduta
aumenta all’aumentare del numero di episodi)
Esistono forme di depressione cronica
Cos’è: da non confondere
con….
Nella depressione ed in
altri disturbi mentali, le
malattie mediche sono più
frequenti. I disturbi mentali,
non compensati, influiscono
negativamente sulla
guarigione dalle malattie
mediche!
DIAGNOSI DIFFERENZIALE:
 Depressione secondaria a
 Malattie mediche, per es.:
 Malattie endocrine
(es. ipotiroidismo)
 Malattie neurologiche
(es. ictus, demenza)
 Farmaci (molto frequente con interferone)
 uso di alcol e/o sostanze

Altri disturbi mentali
Casi particolari:


Nei bambini la depressione si manifesta spesso con:
 Disturbi somatici
 Ansia
 Fobia scolastica e altre fobie
Negli adolescenti:
 uso di sostanze
 Devianza sociale (atti vandalici, promiscuità sessuale)
 Irrequietezza
 Problemi scolastici
Casi particolari: GLI ANZIANI




Tra gli anziani la depressione è molto frequente (fino al 50%!)
Sotto-diagnosticata (e quindi, sotto-trattata)
Espressione sintomatologica:
 Lamentele somatiche (dolori diffusi, mal di testa, stitichezza)
 “DEPRESSIONE MASCHERATA”
 Deficit cognitivi  “PSEUDO-DEMENZA”, cioè una
depressione che simula una demenza
NB: stare attenti anche al caso contrario: spesso le fasi
iniziali di una demenza vera e propria assomigliano, e
vengono scambiate, per depressione!
Spesso il trattamento è più lento ad agire
Come affrontarla:
Un trattamento precoce e per il giusto tempo è il solo
modo per diminuire il rischio di ricadute!

Terapia farmacologica: Farmaci anti-depressivi:
Richiedono di solito 2-3 settimane per l’effetto (talvolta fino
a 6)
 Vanno continuati minimo per 6 mesi da quando la persona si
sente meglio
 Alla conclusione, vanno diminuiti gradualmente!


Psicoterapia:
Ne esistono molte forme, più o meno adatte a seconda del
caso
 Poco spazio nel Servizio Pubblico

COMUNITA’

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




Attivazione
Condivisione
Reciprocità
Legame
Fiducia
Rispetto
Responsabilità
Sono invece da evitare:
 Il conformismo alle regole
del gruppo
 La “confessione” fine a sé
stessa
 La chiusura rispetto alla
comunità
Comunità
 si condivide la propria esperienza con persone che vivono in
situazioni simili e ci si aiuta mostrando l’uno all’altro come
affrontare problemi comuni
 Si ascolta e si è ascoltati senza giudizio e pregiudizio in un
clima armonioso, empatico e di solidarietà
 Si chiede il rispetto di regole condivise necessarie per il
funzionamento del gruppo stesso
 Si sperimentano nuovi stili di vita e di comportamento, nuovi
modi di sentire e trasmettere i propri vissuti
 Si creano nuove amicizie
CLUB o GRUPPI AMA che si ispirano
al funzionamento del CLUB
Vorremmo che vi ricordaste:





La depressione è un disturbo molto frequente
Ma curabile nella maggior parte dei casi
Soffrire di depressione non è colpa di nessuno
Soffrire di depressione non è per mancanza di forza di
volontà
Accanto ad una terapia farmacologica, esiste
l’opportunità della gruppalità.

SUICIDIO
Nei paesi occidentali il suicidio rappresenta
almeno l’1% di tutti i decessi, costituendo per
gli adolescenti la seconda-terza causa di morte
e per gli anziani la nona-decima.
Si calcola che ogni medico, mediamente, possa
entrare in contatto con almeno tre pazienti
gravemente suicidari ogni anno, mentre il
numero
di
soggetti
che
riportano
spontaneamente ideazioni autosoppressive
sarebbe cinque volte più grande.
suicidio: «l’atto umano di autoinfliggersi intenzionalmente
la cessazione della vita» (Shneidman, per l’edizione 1973
dell’Enciclopedia Britannica)
Suicidio: tutti i casi di morte risultanti direttamente o
indirettamente da un atto positivo o negativo della
vittima, consapevole delle conseguenze del proprio
agito. (Durkheim, Le Suicide del 1897)
parasuicidio: tutti i comportamenti suicidari non letali senza
riferimento all’intenzionalità degli stessi, riservando il termine
di suicidio mancato (“failed suicide”) per i più rari casi di
sopravvivenza fortuita.
L’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità (Copenhagen) ha proposto nel 1986 la seguente
definizione di parasuicidio: «Atto con esito non fatale che
induca
un
individuo,
deliberatamente,
ad
un
comportamento non abituale che, senza l’aiuto di altri,
danneggia se stesso, oppure all’ingestione di una sostanza
generalmente riconosciuta come terapeutica che gli/le era
stata prescritta, mirando ad ottenere, in diretta
conseguenza di ciò, un danno fisico».
In Europa il fenomeno del suicidio varia notevolmente da uno stato all’altro, le zone più colpite sono quelle del
nord-est, mentre gli stati meno esposti risultano quelli del mediterraneo.
WORLD HEALT ORGANIZATION
Suicidi in Italia – per regione.
tasso di mortalità
/10.000 – Anno 2003
Tasso mortalità sucidio,autolesione M+F
2003
ITALIA
0.69
Superiore
4-a
3-a
2-a
Inferiore
No dati
Min = 0.38
Health For All - Italia – ISTAT
2007
Osservatorio Epidemiologico – APSS – Trento
Tentativi di suicidio e suicidio



Circa il 20% dei suicidi ha avuto un precedente
tentativo
Dal 10 al 12% di chi ha effettuato un tentativo
suicidario ripete l’atto entro i 12 mesi successivi
Tra chi ha tentato un suicidio l’1% lo realizza entro
un anno e più del 5% entro 10 anni
Chang et al. Emerg Med Pract 2011
Suicidio come


Conseguenze sulla
rete familiare e
amicale
Atto personale
Evento sociale
Condizionato dal
contesto sociale e
comunitario
Indicatore negativo del
benessere psichico
della comunità
Il suicidio è una risposta individuale, non
necessariamente o non esclusivamente patologica in sé
e per sé, che può essere però considerata traduzione
di una condizione patologica esistente, se non a livello
individuale almeno a livello relazionale, o sociale o
generalmente esistenziale…
Siciliani O. Fondamenti critici di psicopatologia generale 1978
Trasversalità
del comportamento suicidario
L’atto suicidario:
 è l’esito finale di una complessa catena di cause
predisponenti e fattori precipitanti, e attraversa
diverse dimensioni cliniche
 si inserisce in un complesso modello di diatesi
allo stress, secondo il quale su diversi fattori di
rischio agiscono - con intensità differente a
seconda della predisposizione individuale -,
diversi fattori precipitanti, e in cui elevati livelli di
impulsività consentono il passaggio all’atto, al di
là della presenza di un disturbo psichiatrico
Lo stato mentale del paziente che
tenta il suicidio





Scopo: ricerca di una soluzione
Obiettivo: cessazione della sensazione di
consapevolezza nei confronti della sofferenza e
dei problemi
Stimolo: insopportabilità della sofferenza
psicologica
Stressor: frustrazione dei bisogni psicologici
Sensazione emotiva: disperazione e abbandono
(hopelessness-helplessness)
Ed Schniedman
Lo stato mentale del paziente
che tenta il suicidio





Stato cognitivo: ambivalenza ( impulso di
morte/fantasie di salvezza)
Stato percettivo: costrizione che interessa le
emozioni e il pensiero
Azione: fuga o uscita dalla situazione (“almeno
mi tirerò fuori”)
Gesto interpersonale: comunicazione delle
intenzioni
Quadro comune: “maniacalizzazione” nel
momento dell’atto (grandiosità, onnipotenza)
Ed Schniedman
Le caratteristiche psicologiche che
sottendono l’atto suicidario
Disperazione
 Ansia persistente
 Agitazione psichica
 Impulsività
 Disinibizione
 Senso di vergogna o umiliazione
 Ridotta autostima
 Rigidità cognitiva (pensiero dicotomico aut-aut),
scarse capacità di coping (adattamento alle
situazioni di difficoltà) e problem solving
( risoluzione dei problemi)

Indicatori di suicidalità acuta







Pensieri suicidari incalzanti
Disperazione e forti sentimenti di colpa
Forte desiderio di azione (“non ce la faccio più”)
Sia aperti che velati annunci di suicidio
Piani attuali o preparativi di atti suicidali
Letalità dei piani suicidali
Non si riesce più a creare una distanza dalle idee
suicidarie o dal desiderio di compiere il suicidio
anche dopo una lunga consultazione
Stati del rischio di suicidio
Numero di persone affette
Richio medio
di suicidio
Desiderio di morire
Pensieri o idee
di suicidio
considerazione
Alto rischio
di suicidio
Piani e preparativi
suicidari
ambivalenza
atti
suicidari
decisione
Fattori clinici di rischio suicidario
 Precedenti TS
 Presenza di una patologia psichiatrica e/o un
disturbo da uso di sostanze
 Presenza di specifiche caratteristiche
psicopatologiche (impulsività-aggressività, stati
misti e instabilità affettiva, disperazionepessimismo)
 Patologie fisiche croniche o invalidanti
Il suicidio è un fenomeno complesso che nasce dalla
molteplice interazione di fattori genetici, biologici,
psicologici, sociali e ambientali.
La comprensione delle condotte suicidarie è
possibile soltanto andando ad analizzarle secondo
una prospettiva multifattoriale.
Modello di valutazione del rischio
suicidario
RISCHIO SUICIDARIO
fattori di rischio generici
fattori di rischio
a lungo termine
fattori di rischio
a breve termine
fattori precipitanti
valutazione predittiva del rischio suicidario
fattori protettivi
Fattori di rischio generici


Età:
Le fasce di età più frequentemente colpite sono 45-55 e
65-75 ma sta aumentando l’incidenza nelle fasce giovanili
24-35
Sesso:
Rapporto maschi:femmine=3:1
Negli ultimi anni vi è un’inversione di
tendenza con aumento dell’incidenza del
suicidio nelle donne
Fattori di rischio generici


Stato civile:
Il matrimonio appare un fattore protettivo verso il suicidio,
in particolare per gli uomini.
Divorzio e separazioni, vedovanza e vivere da soli
aumentano il rischio di suicidio.
Dis/Occupazione:
Alcune categorie professionali sembrano presentare un
maggior rischio suicidario (medici, dentisti, farmacisti,
chirurghi).
Ci sono significative associazioni tra disoccupazione e
suicidio, sia per comprensibili motivi di natura economica e
sociale, sia forse, perché è più probabile che una persona
con disturbi psichiatrici resti senza lavoro. Comunque il
rischio aumenta all’aumentare del periodo di
disoccupazione.
Fattori di rischio generici


Aree rurali/ urbane:
A seconda della nazione vi sono differenze significative
nell’incidenza suicidaria tra zone urbane e periferie.
Migrazione:
Le difficoltà incontrate (povertà, ricerca di lavoro e casa,
mancanza di supporto sociale) possono aumentare il rischio
suicidario.
Fattori di rischio a lungo-termine

Fattori genetici, biologici ed evolutivi:
Storia familiare di suicidi o TS
Storia familiare di disturbo psichiatrico
Storia familiare di problemi legati all’ alcool o a sostanze stupefacenti
Storia familiare di abusi e violenze

Tratti di personalità:
Rigidità del pensiero (pensiero dicotomico, poco modificabile)
Perfezionismo
Impulsività
Bassa autostima, senso di inutilità personale
Scarsa capacità di adattamento
Scarse capacità di coping
Fattori di rischio a breve-termine






Precedente tentativo di suicidio
Fattori ambientali:
divorzio, separazione, vedovanza
pensionamento
scarsi rapporti sociali
disoccupazione
Disturbo psichiatrico
alcool
Consumo di sostanze stupefacenti
Malattie fisiche invalidanti o dolorose
Fattori precipitanti (life-events)

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






Problematiche relazionali
Recente separazione
Recente perdita del lavoro
Recente perdita della casa
Problemi di lavoro o a scuola
Lutti o altre perdite significative
Incarcerazione
Gravidanza non desiderata
Violenze, traumi
Migrazione, mobilità sociale
Ambienti particolari (es caserme)
Fattori protettivi






Flessibilità cognitiva
Forte supporto sociale e/o
familiare
Senso di speranza
Assenza di eventi
traumatici durante l’età
evolutiva
Trattamento adeguato di
eventuali disturbi
psichiatrici
Non utilizzo di alcol e
sostanze
Catena multi-fattoriale della condotta suicidari
FATTORI
FATTORI
FATTORI
DI RISCHIO DI RISCHIO
DI RISCHIO
A LUNGO
A BREVE
GENERICI
TERMINE
TERMINE
FATTORI
PROTETTIVI
FATTORI
PRECIPITANTI
Condotta
suicidiaria
E’ essenziale non ignorare o negare
il rischio
Condividere i propri pensieri con qualcuno capace di
ascoltarli può essere utile a sentirsi meno soli e spesso
riduce l’ansia, facendo sentire la persona sollevata di
essere stata compresa, non giudicata.
Parlare del problema non aumenterà il rischio che la
persona commetta un suicidio
Suicidio: costi sociali


L’ impatto sociale e
psicologico del suicidio
sulla famiglia e sulla
comunità è enorme.
In media si stima che un
solo suicidio colpirà
emotivamente e in maniera
profonda almeno 6
persone, tra familiari,
colleghi, amici.
ATTENZIONE!
Il suicidio di per sé non è una
malattia, né è necessariamente la
manifestazione di una malattia,
ma i disturbo mentali sono i
fattori più frequentemente
associati al suicidio
World Health Organization, 2000
Patologia Psichiatrica
e Condotte Suicidarie
 Più del 90% circa delle persone che si toglie la vita soffre di
un disturbo psichico o presenta una problema da uso di
alcool o di altre sostanze
 Dal 30 al 87% dei suicidi sono commessi da soggetti affetti
da disturbo depressivo
 Tra i giovani che commettono suicidio, il 20-50% presenta
un disturbo di personalità, in prevalenza di tipo borderline e
antisociale
 Il Problema Sostanze, da solo o in comorbilità con disturbo
psichiatrico, è presente nel 19-50% dei soggetti che si
suicidano
 L’82% presenta una comorbilità
Patologia psichiatrica
e mortalità lifetime per suicidio
 Disturbo Bipolare: 20%
Il 29-50% dei soggetti commette almeno un TS.
Il rischio è 15 volte più alto rispetto alla popolazione
generale.
 Depressione Maggiore: 15%
Il 12% ha più di un TS.
 Schizofrenia: 10%
 PAC e Problemi di Sostanze: 18%
 Disturbo Borderline e Antisociale di personalità: 5-10%
Mann 2002
Depressione e condotte suicidarie
Il suicidio è un rischio rilevante che corrono le persone affette da
depressione, a maggior ragione se non diagnosticata e trattata. Si
stima che circa il 30% delle persone viste da un mmg soffra di
depressione, talvolta mascherata da disturbi somatici.
FATTORI DI RISCHIO SUICIDARIO NELLA DEPRESSIONE:
•
•
•
•
•
•
•
Precedenti TS
Maschio sotto i 25 anni
Prime fasi del disturbo
Presenza di sintomi depressivi quali: hopelessness, agitazione
psicomotoria, insonnia, irritabilità, trascuratezza, attacchi di panico.
Presenza di sintomi psicotici (deliri di colpa, indegnità, rovina,
ipocondriaci)
Grave compromissione sociolavorativa
Comorbilità: -PAC e Sostanze (16-30%)
-Disturbo di Personalità Borderline e Antisociale
Alcool, sostanze stupefacenti e
condotte suicidarie (1)

I PAC e i Problemi da uso di sostanze incrementano il rischio
di TS, ma soprattutto di suicidio

Il rischio di suicidio aumenta proporzionalmente agli anni di
persistenza del problema

Il rischio aumenta all’aumentare della quantità di alcol
consumata abitualmente

L’ideazione suicidaria è più grave in chi usa anche “cannabis”
Alcool, sostanze stupefacenti e
condotte suicidarie (2)

In persone cocaina e eroina dipendenti è elevato il rischio di
overdose intravenosa a scopo suicidario

Frequenti sintomi
aggressività

I disturbi legati alle sostanze aggravano il decorso e le
complicanze di un disturbo psichiatrico e compromettono la
risposta alla terapia

La comorbilità “è la regola”:- Disturbi dell’Umore
- Malattie somatiche concomitanti
- Disturbo Borderline Personalità
quali
labilità
emotiva,
impulsività,
Suicidalità e alcool




20% dei soggetti che commettono suicidio è ubriaco al
momento del gesto.
25-50% dei suicidi presentano PAC.
L’ alcool modifica le capacità di giudizio, accresce l’ impulsività
e riduce l’ inibizione con conseguente riduzione dell’
autocontrollo e tendenza all’ agito.
Fattori di rischio per il suicidio tra le persone con PAC sono:
sesso maschile,vivere soli, disoccupazione, assumere grandi
quantità di alcool, storia familiare di PAC, disturbi psichiatrici,
uso di altre sostanze, soprattutto cocaina.
Malattie fisiche e condotte suicidarie (1)
 Le malattie croniche, soprattutto se invalidanti
e a prognosi negativa, e il dolore cronico,
aumentano il rischio di suicidio
 Tali condizioni mettono a dura prova le
capacità di adattamento di una persona, che
può considerare il suicidio l’unica via di uscita
da una situazione percepita come inaccettabile
e priva di senso
IL RISCHIO IN ADOLESCENZA
Il suicidio è la seconda causa di morte tra gli adolescenti
Si verifica 5 volte più spesso nei maschi che nelle femmine, mentre i tentativi di suicidio
hanno un tasso 3 volte maggiore nelle ragazze che nei ragazzi.
Negli ultimi anni vi è un aumento dell’incidenza del suicidio in età giovanile.
Fattori di rischio associati:
Disturbi dell’umore
Problemi dell’immagine
corporea
Problemi riferibili alla qualità e
quantità del sonno
Impulsività e aggressività
uso di droghe anche leggere
Comportamenti a rischio (alta
velocità, promiscuità)
Difficoltà relazionali e familiari
Difficoltà scolastiche
Nei giovani l’uso di sostanze
causa
instabilità
umorale
e
aggrava gli aspetti di impulsività
Il suicidio nell’anziano




Il tasso di suicidio cresce con l’avanzare dell’età
ed è maggiore negli over 65.
Nell’anziano le malattie fisiche e la solitudine
giocano un ruolo importante come fattori di
rischio.
La presenza di un disturbo dell’umore e la
disgregazione delle relazioni sociali e familiari
sono i maggiori fattori di rischio di suicidio
Le malattie fisiche e la riduzione dell’autonomia
agiscono indirettamente aggravando la patologia
depressiva
Prendersi cura delle persone a rischio
suicidario:
 L’ascolto attento ed empatico può essere già sufficiente a alleviare
l’angoscia e a prendere tempo per attivare altre opportunità
 Necessario coinvolgere persone significative (familiari, amici) per
ottenere informazioni aggiuntive e attivare quindi reti di sostegno
sociale
 Agire per rimuovere i mezzi letali ove possibile (es farmaci)
 Prevedere un successivo incontro ravvicinato
 Mettere in evidenza le risorse della persone e sostenere le sue
ragioni per vivere
 Possibile costruire un “contratto terapeutico” in cui il paziente si
impegna ad evitare gesti anticonservativi
 Evitare prescrizioni non controllate di farmaci
 Attivare Servizi Specialistici, se necessario, e favorire l’invio,
garantendo altresì un appuntamento dopo la visita specialistica
CLUB E SUICIDIO
60

Il Club può essere un valido antagonista dei fattori di
rischio suddetti:
1. Favorendo la sobrietà
2. Favorendo la diagnosi e il trattamento della
depressione
3. Favorendo i rapporti interpersonali
4. Riducendo l’isolamento sociale
5. Ridando speranza
Allora la capacità di accoglienza del Club è il fattore
decisivo
Corlito, Genova, 23.01.05
GRAZIE
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