Che cos’è l’Ipnosi A corollario della psicoterapia ipnotica indicata nel trattamento di un ampio spettro di disturbi d’ansia, stati depressivi e disturbi psicosomatici, l’ipnosi clinica fornisce un importante contributo alla “psicologia del benessere”: preparazione al parto, tecniche di rilassamento anti-stress, gestione delle emozioni e delle situazioni problematiche, aumento del La mia voce ti senso di efficacia nella vita, accrescimento accompagnerà… dell’autostima. M.H.Erickson I Pionieri dell’Ipnosi clinica L’ipnosi così come noi la intendiamo (superata quindi la fase magico religiosa) venne riscoperta ed introdotta in campo medico, nel XVIII secolo, da Franz Mesmer il quale era convinto che esistesse un fluido magnetico nell’ipnotizzatore. La forte personalità dell’operatore consentiva la trasmissione di questo “fluido”. In Francia, ove visse per alcuni anni, Mesmer lasciò dei seguaci: Puysègur, Lièbeault, Bernheim. Fu proprio in quella nazione che, sul finire del XIX secolo, prese avvio, con Charcot e Janet, la fase psicologico scientifica dell’ipnosi che venne applicata soprattutto nel campo della cura dell’isteria. Freud e l’ipnosi Metafora freudiana: psiche come iceberg, la parte invisibile e preponderante rappresenta l’inconscio Freud, che fu allievo di Charcot, ebbe modo di apprezzare la validità dell’ipnosi e la utilizzò nella propria pratica terapeutica per poi abbandonarla per la difficoltà di gestire i rapporti transferali e controtransferali con le pazienti. Fu proprio l’ipnosi, però, ad offrirgli una prova dell’esistenza dell’inconscio come “luogo” ove si depositavano i comandi postipnotici che sfuggivano alla consapevolezza dei pazienti ma che pure venivano attuati. Della sua pratica di ipnotista rimase nel set psicoanalitico il famoso “lettino” sul quale si realizzava quel rilassamento muscolare che facilita tanto il fluire libero dei pensieri che quello stato modificato di coscienza proprio della trance. Erickson l’innovatore In tempi più recenti, Milton H.Erickson (psichiatra statunitense 1901-1980) si interessò in particolare dei metodi naturalistici (senza induzione formale), il che lo portò ad utilizzare l’ipnosi in modo creativo, non più, cioè, come una serie di rituali standard ma come un particolare stile comunicativo ed una particolare “situazione comunicativo relazionale”. Una convinzione fondamentale di Erickson fu che l’ipnosi, come aveva potuto verificare, esistesse in un gran numero di situazioni della vita quotidiana, non era quindi necessario un rituale specifico, strano o complicato per indurla. La trance ipnotica conduceva ad uno stato modificato di coscienza caratterizzato dallo spostamento della dominanza cerebrale dalle strutture appartenenti all’emisfero logico a quelle dell’emisfero analogico. Scopo dell’ipnosi, era per lui, quello di accedere al potenziale inconscio e alla capacità naturale di apprendere del cliente, depotenziando, al contempo, i suoi schemi limitanti. Colpito in giovane età dalla poliomielite, trattò gli altri così come aveva trattato se stesso, insegnando alla sua mente inconscia a recuperare le risorse perdute e ad utilizzare ogni cosa necessaria al raggiungimento del risultato volgendola nel suo positivo. L’inconscio descritto da Erickson non corrisponde a quello freudiano, si tratta di una forza amica dalla quale trarre risorse ma che funziona , comunque, secondo la logica descritta da Freud, cioè per metafora e metonimia. Per capire come Erickson intendesse l’inconscio è sufficiente esaminare alcuni brani delle sue induzioni:”...e nello stato di trance puoi lasciare che la tua mente inconscia passi in rassegna il vasto deposito di cose che hai appreso nel corso della tua vita. Ci sono molte cose che hai imparato senza saperlo. E molte delle conoscenze che ritenevi importanti a livello conscio sono scivolate nella tua mente inconscia….” Erickson era capace di comunicare all’inconscio poiché utilizzava il suo stesso linguaggio mentre al contempo distraeva e sovraccaricava la mente cosciente. In effetti sembra che Erickson considerasse l’Io cosciente la vera causa dei problemi con i suoi pregiudizi, i suoi schemi rigidi e le convinzioni limitanti per cui “la guarigione è ottenuta tramite una ri-associazione delle esperienze della persona.” Dott. Mario Vanni Psicologo, membro dell’AMISI Tel.: 338/5019401; e-mail: [email protected] Dott.ssa Larissa Sazanovitch Psicologa, membro dell’AMISI Tel.:338/5318543; e-mail: [email protected] Ricevono per appuntamento a MILANO - viale Cirene 18; GENOVA – via XX Settembre, 23 Una delle più importanti associazioni che riunisce in Italia medici e psicologi che si occupano di ipnosi è l’Associazione Medica Italiana per lo Studio dell’Ipnosi—Fondazione A.M.I.S.I. di Milano, creata e diretta dal Prof. Giampiero Mosconi che nel 1957 preparò il primo parto in Italia con un procedimento ipnotico e l’anno successivo attuò la prima laparotomia in ipnosi.