TEOLOGIA MORALE
Scuola pastorale
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IL CONCETTO DI MORALE
La morale vissuta, intesa come elaborazione delle
scelte libere implica:
1.
Una persona umana, quale soggetto del pensare
e dell’agire umano;
2.
Un processo interiore di tale individuo capace di
valutare e determinare proprie decisioni;
3.
Decisioni caratterizzate dalla libertà;
IL CONCETTO DI MORALE
4.
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Principi di azione che rendano possibile scelte
significative, indicati più precisamente con il termine di
legge morale.
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Il riferimento a dei principi oggettivi è richiesto dal fatto che la terminazione libera di
una persona avviene sempre tra alternative, cioè nella scelta tra due strade diverse
percorribili.

Anche chi non vuole scegliere di fatto lo fa. (suicidio come rifiuto di vivere)

Individuare il criterio valido per le scelte umane è senz’altro uno dei compiti più
difficili e controversi, ma altrettanto essenziali, se non si vuole decretare la caduta
nell’arbitrarietà dell’agire umano e con ciò anche la fine della morale come disciplina
di studio valida in se
5. La Responsabilità, cioè l’adempimento di una scelta giusta
che consenta alla persona lo sviluppo della sua vita nel mondo
più significativo possibile, in rapporto ai principi di azione
suddetti. Perciò la scelta responsabile non è legata
all’arbitrarietà ma al concetto di dovere morale.
 Il passaggio dall’elaborazione della scelta morale alla sua
esecuzione chiama in causa la categoria della moralità.
Essa può determinare un comportamento positivo, se
l’agire è conforme con le indicazioni precettive ricevute dal
confronto compiuto in coscienza con la legge morale in una
determinata situazione; viceversa, se il comportamento
non è coerente con le indicazioni suddette, è
negativo.(Immoralità intesa come trasgressione della
legge morale)
 Un aspetto tipico dell’immoralità odierna è dato dalla
caratteristica della permissività tipica di una società:
 pluralista,
 laica,
 Tollerante: sociale, giuridica
 La permissività pone molti problemi:
 Mette in questione il rapporto tra legge morale e legge
civile imponendo un netta e inaccettabile separazione
tra esse;
 Pone il problema della pubblicizzazione di determinati
comportamenti(incitamento)
 Induce alla relativizzazione dei principi morali.
Amoralità
 La punta estrema dell’immoralità è l’amoralità inteso
come comportamento messo in atto a prescindere da ogni
principio etico.
 Ciò può essere conseguente ad una negazione teorica del
senso della vita oppure può essere frutto di una negazione
pratica
Per un discorso sulla teologia morale
 Fino alla metà del XX secolo, la teologia morale era
definita:«scientia theologica regulans actus humanos ad
finem ultimum supernaturalem».
 Questa definizone è stata rifiutata durante il Concilio
Vaticano II (1962-65) perché si incentrava sulla «disciplina
degli atti umani».
 Ciò è avvenuto in forza di due radicali cambiamenti:
 Il cambiamento nella concezione antropologica: infatti la
teologia morale post-conciliare è riferita alla globalità della persona
quale soggetto di varie espressioni morali.
 Il cambiamento sul versante teologico:in tensione tra due
estremi, moralizzare la teologia sottolineando la sua autonomia
dalla rivelazione e teologizzare la morale sottolineando gli aspetti
specifici dell’etica cristiana.
Un rapporto corretto con la scienza
 La OT 16 richiede che l’esposizione della teologia morale sia
scientifica.
 Cosa intendiamo per scienza?
 In senso stretto: scienza esatta di tipo analitico-matematico
o in senso più ampio includendo storia psicologia diritto
ecc.
Distanza tra etica e le scienze
 Per alcuni questa distanza è incolmabile per vari motivi.
 Il sapere etico converge per altri verso le opinioni della
scienza su alcuni parametri essenziali del sapere
scientifico, come i seguenti:
 La fondazione di un determinato sapere;
 La rigorosità del metodo di ricerca;
 La coerenza dello sviluppo espositivo.
Fondamentale
 La teologia morale si suddivide in due ambiti:
 La teologia morale fondamentale;
 La teologia morale speciale, che si articola in vari rami.