Stretching1

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Per comprendere gli
effetti degli esercizi
di stiramento è bene
rifarsi ad alcune
considerazioni
preliminari:
la struttura del
muscolo scheletrico
L’ unità
motoria: un
“QUANTO”
di contrazione
non tutti i
quanti sono
uguali
Gli elementi elastici del sarcomero: tra l’actina e la miosina sono
rappresentati dai filamenti di titina.
A) sarcomero in posizione “normale con gli elementi elastici della
titina che appaiono rilasciati.
B) con una lunghezza maggiore del sarcomero (stiramento) la titina
risulta anche allungata. Horowitz, Podolsky ’87
Rappresentazione degli elementi
“elastici” che costituiscono il
sarcomero. Da Hoppeler ‘94
Il complesso troponinico
Rappresentazione schematica del
modello meccanico del muscolo
2
Tendine
1
Muscolo
Le vie di trasmissione della tensione dal tendine al muscolo:
1 quella classica attraverso la congiunzione tendine muscolo;
2 quella attraverso le strutture elastiche trasversali del
muscolo. G.Cometti ‘04
Quando si realizza un allungamento muscolare
attivo o passivo questo investe in successione:




le strutture muscolari
la congiunzione muscolo tendine
il tendine
la congiunzione tendine – osso
Le strutture coinvolte riguardano perciò:



il tessuto connettivo
gli elementi elastici del sarcomero
i ponti actomiosinici
Durante gli esercizi d’allungamento
variano i parametri rigidità viscosità, ma
rientrano dopo circa un’ora
Evoluzione della rigidità (curva a sinistra) e della viscosità
(curva a destra) tra il primo e quinto stiramento nel corso
della medesima seduta. G. Cometti ’04.
Evoluzione dell’eccitabilità dei
motoneuroni rispetto al tempo
Il rilassamento è massimo tra il quinto ed il decimo secondo, poi
diminuisce. Alla fine degli esercizi l’eccitabilità ritorna ai livelli di
partenza.
Negli stiramenti di piccola ampiezza la
diminuzione dell’eccitabilità dipende da
inibizione presinaptiche mentre quelli di
grande ampiezza da inibizioni post
sinaptiche.
Gli stiramenti diminuiscono l’eccitabilità
del muscolo e perciò il rilassamento
L’eccitabilità dei motoneuroni in funzione dell’ampiezza dello
stiramento. G. Cometti.
A lungo termine questi parametri si
assestano migliorando le proprietà visco
- elastiche dei muscoli mentre aumenta
l’ampiezza articolare.
Effetti degli esercizi di allungamento

Gli esercizi di stiramento portati come sistema devono essere
compresi nella zona fisiologica delle possibilità muscolari
Curva tensione – deformazione del tendine dalla fase “ondulata” fino
alla rottura totale. Le zone fisiologica e “utilizzo intenso” sono quelle
relative alla pratica sportiva. Butler ‘78
I metodi più efficaci
Miglioramento dell’ampiezza articolare rispetto a differenti metodi:
stiramenti statici (SS), contrazione – rilasciamento (CR), e contrazione
dell’antagonista (RC).
Mobilità, flessibilità,

La mobilità riguarda l’ampiezza articolare di una singola
articolazione

La flessibilità riguarda il gioco congiunto di più articolazioni



Queste caratteristiche costituiscono un presupposto
condizionale di prestazione che varia da una specialità
sportiva ad un’altra
Distinguiamo una mobilità ATTIVA quando l’ampiezza
articolare avviene per stiramento forzato dei muscoli
antagonisti da parte degli agonisti. Vantaggi
Distinguiamo una mobilità PASSIVA quando l’opposizione
antagonista è scarsa. Svantaggi
Effetti degli esercizi di allungamento

Aumento della lunghezza del
muscolo perciò della velocità
Diagramma forza/velocità
di un muscolo sartorio di
rana. La forza F è
espressa come frazione
della massima forza
isometrica (Fol)
sviluppata dal muscolo
alla lunghezza anatomica
(lo). La velocità v è
rapportata alla lunghezza
anatomica (lo). “G. A.
Cavagna 1971”

Riduzione dell’angolo di pennazione
del muscolo e quindi della forza e della
velocità “Kawakami e Fokunaga ’93-97,
Ishikawa ’06, Cometti ’07”
Aumento della mobilità
articolare
Soggetto di 78 anni che
esegue esercizi di
stretching,
sistematicamente.
Probabile riduzione della
reattività muscolare
CONSIDERAZIONI:


Uno sviluppo ottimale della mobilità
articolare allarga la gamma delle
tecniche motorie specifiche della
disciplina sportiva praticata ed
accelera il processo di apprendimento
motorio.
Una muscolatura accorciata e con
minore capacità di allungamento ha
anche una minore forza.
( cit J. Weineck, L’allenamento
ottimale pag 458 cfr 11).
Prevenzione dei traumi e
delle lesioni

L’efficacia di un allenamento della
mobilità articolare per la prevenzione
degli infortuni, si può ricavare da tutta
una serie di studi (cfr. ViktorssonMoller 1983, 349; Hnericson et al.
1983, 74; Ekstrand et al. 1983, 116;
Schober er al. 1990, 88).

Dopo ogni allenamento della forza o
della rapidità i muscoli interessati ad
esso vanno allungati, opponendosi così
alla loro tendenza all’accorciamento
( cfr Knebel, Herbeck, Schaffner 1988
; 113).


Già dopo un unico allenamento della
forza, la mobilità o la capacità di
allungamento del muscolo che viene
allenato diminuisce dal 5% al 13%.
Un abbassamento del tono muscolare
non migliora soltanto al mobilità, ma
mette anche il muscolo in condizioni di
essere capace di rigenerarsi meglio
dopo il carico.

Se si dispone del tempo necessario, lo
stretching deve essere utilizzato non
solo prima, ma anche dopo un carico
sportivo. In questo modo, si ottiene un
recupero muscolo più rapido,perché il
muscolo attraverso lo stretching, si
rilassa più rapidamente e viene
rimosso più rapidamente lo stato di
acidosi.

Più viene aumentata la forza di un
gruppo muscolare, più è necessario
che esso venga allungato e sciolto
( cit J. Weineck, L’allenamento
ottimale pag 458 cfr 11).



Lo stretching va considerato come una
contrazione in allungamento
Lo stretching è un lavoro fatto sul
muscolo e non dal muscolo cioè a dire
energia in entrata come …
Bisogna però distinguere stretching di
allenamento e di sviluppo e attivazione
generale
Conclusioni


Lo stretching presenta i vantaggi
precedentemente elencati
Dubbi rimangono sulle capacità
reattive del muscolo che potrebbe
essere un prezzo da pagare non
provato

Perciò ai fini della prestazione “ la
mobilità articolare deve essere
migliorata fino a dove è necessaria
per uno sviluppo della tecnica ottimale
del movimento e l’utilizzazione efficace
della capacità motorie nello sport
praticato”(cfr. Matwejew 1981, 174).
Mi sento tutto stracciato!!
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