IL RUOLO DELLA COSTRUZIONE DI OTTIMALE NUTRIZIONE NELLA UNA PRESTAZIONE “L’attività fisica, le prestazioni atletiche e il recupero in seguito all’esercizio migliorano con un’alimentazione ottimale”. Ciò è quanto dichiarato nella Position statement di American Dietetic Association (ADA), Dietitians of Canada e American College of Sports Medicine (ACSM) del 2009 in seguito ad un’approfondita e rigorosa revisione della letteratura nel campo della nutrizione applicata all’esercizio fisico e allo sport. Ma cosa si intende per “alimentazione ottimale”? In generale gli atleti sono soggetti sani che si differenziano rispetto alla popolazione generale per un più elevato dispendio energetico (DE) e in alcuni casi per maggiori necessità plastiche. Le regole generali per una corretta alimentazione dovranno essere integrate con strategie nutrizionali che permettano all’atleta di sostenere il carico di allenamento, affrontare nel migliore dei modi gli eventi agonistici e ottenere un rapido ed efficiente recupero metabolico per la prestazione sportiva successiva. Si tratta di un compito arduo per cui è importante che gli atleti si affidino a figure professionali competenti in materia che possano aiutarli a mantenere uno stato di salute in primis, ma ma anche a raggiungere o mantenere una composizione corporea funzionale all’attività svolta, e perché no, a contribuire al miglioramento della performance. Il bravo nutrizionista sportivo saprà inoltre accompagnare l’atleta nel suo percorso tenendo conto anche delle sue abitudini e dei suoi gusti alimentari. Uno dei principali obiettivi da soddisfare è il mantenimento del bilancio energetico: la dieta deve fornire una quantità di calorie sufficiente ad equilibrare il DE. Perdite di peso e massa magra si ripercuoterebbero negativamente sulle capacità prestative dell’atleta; ma va sottolineato anche che un eccessivo introito calorico può essere altrettanto dannoso in quanto porta ad un incremento della massa grassa con scadimento delle prestazioni. Il DE è fortemente variabile in base al tipo di attività svolta, alla frequenza degli allenamenti, alla loro durata e intensità e alla distribuzione temporale delle competizioni. Inoltre esistono variazioni interindividuali dipendenti dalle caratteristiche fisiche dell’atleta e per questo motivo, soprattutto ad alti livelli, diventa indispensabile curare ogni dettaglio attraverso trattamenti strettamente personalizzati. È inoltre fondamentale un’appropriata scelta di cibi e bevande, una precisa distribuzione dei pasti durante la giornata in base all’impegno fisico, un’opportuna scelta degli integratori da assumere. I vari sport possono essere distinti in base al metabolismo energetico utilizzato per il gesto atletico in: 1) sport a metabolismo anaerobico - sport di brevissima durata (3-5 secondi) ed elevata intensità come lanci, salti, sollevamento pesi (anaerobici-alattacidi); - sport di breve durata (decine di secondi) ed elevata intensità come corsa fino ai 400 m, nuoto su breve distanza, ciclismo su pista (anaerobico lattacido); 2) sport a metabolismo aerobico - sport di lunga durata (maratona, ciclismo su strada, nuoto su lunghe distanze, sci di fondo) 3) sport a metabolismo misto (in parte anaerobico e in parte aerobico) - sport di squadra, sport singoli come il tennis, discipline estetiche, sport di combattimento LA NUTRIZIONE ALLENAMENTO NEL PERIODO DI Il regime dietetico di base dell’atleta durante la fase di allenamento è qualitativamente comune a quello che dovrebbe seguire la popolazione generale: •buon contenuto di carboidrati integrali e complessi •alimenti proteici di elevato valore biologico e poveri di grassi saturi (carni magre, carni bianche, pesce), con una quantità opportuna ma controllata di proteine vegetali provenienti da legumi •abbondante utilizzo di alimenti freschi in grado di garantire l’apporto idrico minerale e vitaminico di cui ha particolare necessità l’atleta •uso di grassi monoinsaturi (olio extravergine di oliva) e polinsaturi (olio di noce, di borragine) come condimento CARBOIDRATI Un buon consumo di CHO garantisce il reintegro delle riserve di glicogeno, fondamentali negli sport di resistenza ma anche nelle attività di breve/media durata ed elevata intensità, nelle attività di stop and go (giochi di squadra) e nelle fasi di recupero muscolare post-esercizio. Nei giorni di allenamento molto intenso e prolungato il consumo di carboidrati può essere aumentato mentre nei giorni di allenamento meno intenso deve essere ridotto, per evitare modificazioni sconvenienti della composizione corporea. L’apporto medio di CHO consigliato per sport di resistenza varia tra 8 e 12 g per kg di peso corporeo (kg p.c.), per sport di forza e potenza e sport misti (tennis, giochi di squadra, sport di combattimento, sport a forte componente estetica) varia tra 4 e 7 g per kg p.c. al giorno. L’80% dei CHO assunti dovrebbe provenire da CHO complessi. L’assunzione di carboidrati semplici (ad indice glicemico (IG) medio-alto) si dovrebbe concentrare nel pasto successivo all’allenamento perché essi favoriscono la sintesi rapida di nuovi depositi di glicogeno garantendo un più rapido recupero. Il recupero dopo forti carichi di allenamento di forza può essere ulteriormente migliorato associando all’assunzione di carboidrati un’opportuna quantità di proteine. Anche il timing è fondamentale per cui una prima razione di recupero andrebbe assunta entro mezz’ora dal termine dell’esercizio. Il pasto vero e proprio successivo all’allenamento completerà l’opera. L’obiettivo è ridurre la degradazione delle proteine che costituiscono le fibre muscolari e stimolarne una nuova sintesi insieme anche alla sintesi di glicogeno e in entrambi i casi oltre ai “mattoni” serve anche lo stimolo alla costruzione, per cui è importante il ruolo dell’insulina. PROTEINE LIPIDI L’assunzione di P consigliata agli atleti è un argomento molto dibattuto. Le P sono indispensabili per sostenere: - i processi riparativi delle fibre muscolari danneggiate in risposta allo stimolo allenante - lo sviluppo della massa muscolare negli atleti di potenza L’apporto quantitativo e qualitativo di lipidi per l’atleta non differisce sostanzialmente da quello raccomandato per la popolazione generale. La quantità è spesso stabilita per differenza, dopo aver calcolato le quantità corrette di proteine e carboidrati. È importante mantenere bassa la quantità di grassi saturi e prediligere i grassi nobili dell’olio extravergine di oliva e i grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6) contenuti nella frutta secca e in alcune specie ittiche. Acidi grassi omega-6 e omega-3 dovrebbero essere introdotti secondo il rapporto 5:1 e la quota lipidica totale non dovrebbe mai scendere al di sotto del 20% delle calorie totali per assicurare il corretto apporto di acidi grassi essenziali e vitamine liposolubili. Le richieste di P possono aumentare ulteriormente in caso di: - bilancio energetico negativo e/o ridotto apporto di CHO durante periodi di allenamento intenso - inizio di un nuovo programma di allenamento o variazioni delle sue caratteristiche - allenamenti aventi come obiettivo lo sviluppo della forza e/o della massa muscolare Il metabolismo proteico può essere influenzato anche - dagli orari di consumo delle P in relazione all’esercizio - dal consumo di glucidi nel medesimo pasto - dalla composizione amminoacidica e dalla rapidità d’assorbimento delle P consumate Come indicazione generale il consumo giornaliero di P negli sport di endurance dovrebbe essere di 0,8-1,4 g/kg p.c.; negli sport misti tra 1,4-1,6 g/kg p.c.; negli sport di potenza di 1,5-1,8 g/kg p.c. Anche la qualità delle proteine da assumere è importante. Vengono considerate ad alto valore biologico le proteine contenenti elevate quantità di amminoacidi essenziali (amminoacidi che non siamo in grado di sintetizzare autonomamente, per cui dobbiamo introdurli dall’esterno). Buoni esempi di proteine di alta qualità sono le P del latte e dei suoi derivati, quelle delle uova, della carne, del pesce. Possono essere assunte attraverso i cibi o i supplementi e in quest’ultimo caso sono molto diffuse le proteine del siero del latte (whey) e le caseine. Tra le proteine di origine vegetale troviamo le proteine della soia. FIBRE, VITAMINE E MINERALI Il fabbisogno di fibre nell’atleta corrisponde a circa 30 g/die e può essere raggiunto attraverso il consumo di frutta, verdura e alimenti integrali. Il fabbisogno di vitamine e minerali in genere è soddisfatto se la dieta è sufficientemente variata. In alcuni casi può rendersi necessaria un’integrazione ragionata e legata soprattutto a restrizioni caloriche o a problemi di scelta qualitativa dei cibi. ACQUA L’assunzione di liquidi è fondamentale per correggere le perdite idriche legate all’esercizio. Un inadeguato rifornimento di liquidi espone l’organismo al rischio di disidratazione con effetti negativi in generale sullo stato di forma dell’atleta e in particolare sulle capacità prestative dello stesso. La richiesta di fluidi è specifica per ogni individuo ed è influenzata da vari fattori come la taglia corporea, l’intensità dell’esercizio, le condizioni ambientali di temperatura e umidità, l’acclimatazione, l’abbigliamento. Quando la velocità di sudorazione è elevata ed esistono difficoltà pratiche sport-specifiche che impediscono all’atleta di bere adeguatamente nel corso dell’attività, è opportuno adottare una strategia reidratante per evitare sbilanci di liquidi superiori al 2% del peso corporeo pre-esercizio (che sono in grado di aumentare la viscosità del sangue alterando la funzionalità cardiorespiratoria). In generale gli apporti di liquidi variano in base alla disciplina sportiva, la velocità di svuotamento gastrico, la tolleranza individuale e l’effettiva disponibilità delle bevande. I volumi totali da assumere durante l’allenamento/prestazione vanno stabiliti in base alle reali perdite di liquidi e in alcuni casi si possono raggiungere anche quantità importanti di liquidi che sono meglio tollerati se assunti in piccole quantità (150-250 ml) e ad intervalli di 15-20 minuti. L’assorbimento di acqua a livello intestinale è accelerato dalla presenza di glucosio e sodio in opportune concentrazioni, per questo è consigliabile utilizzare sport drink piuttosto che la sola acqua. Inoltre gli sport drink forniscono una piccola quantità di energia utile a sostenere l’attività e mantenere la concentrazione mentale e la quantità di sodio necessaria per il reintegro delle perdite saline avvenute attraverso la sudorazione riducendo il rischio di iponatriemia. La presenza di altri sali ha l’obiettivo di reintegrare ulteriori perdite che si possono avere con la sudorazione e che sono particolarmente importanti negli sport di resistenza e in condizioni ambientali caratterizzate da elevate temperatura e umidità.