Disegnare in scala Come produrre e leggere disegni in scala, usare la fotocopiatrice in modo efficiente, interpretare cartine topografiche e stradali con un solo semplice strumento matematico. 1 Sommario 1 – Cosa significa disegnare in scala 3 2 – Cosa imparerai sul disegno in scala 3 3 – Idee di base: uguaglianza delle forme e proporzionalità 4 4 – Formule intuitive per trovare le misure in scala 6 5 – Usiamo la matematica per ridurre il numero di formule 7 6 - Il fattore di scala e la formula fondamentale 8 7 - Casi applicativi 9 7.1 – Disegnare in scala conoscendo i valori reali ed il fattore di scala 9 7.2 – Ricavare le misure reali di un oggetto di cui si abbia un disegno in scala e si conosca il fattore di scala usato 11 7.3 – Ricavare il fattore di scala di una rappresentazione fotografica 12 8 – Gli stili di scrittura del fattore di scala 13 8.1 Alcuni esempi 14 9 – Un’altra applicazione: usare bene la fotocopiatrice 15 Appendici 16 A.1 Numeri giusti, numeri imprecisi, numeri e basta 16 A.2 Un altro modo per trovare la formula fondamentale 17 2 Disegnare in scala - 3 1 – Cosa significa disegnare in scala Disegnare in scala significa fare il disegno più grande o più piccolo rispetto alle dimensioni reali dell’oggetto che vogliamo rappresentare, mantenendo però la stessa forma (guarda la fig. 1) Figura 1 – Si parla di disegno in scala (ingrandita o ridotta) quando il nuovo disegno mantiene la forma di quello originale. Il disegno ingrandito di sinistra appare in scala; quello di destra è deformato in vari modi: è troppo stretto rispetto all’altezza le linee sono curvate e piegate e, quindi, non è una rappresentazione in scala. Rappresentazioni in scala si possono ottenere anche con tecniche fotografiche, con uso di pellicola tradizionale o con fotocamere digitali. La scala può essere in riduzione o in ingrandimento, secondo le necessità. Non è sempre vero, però, che le foto mantengano esattamente la forma dell’oggetto rappresentato: in realtà tutti gli obiettivi introducono deformazioni che in alcuni casi sono estremamente evidenti ed in altri possono essere trascurabili e inoltre ogni foto introduce una deformazione prospettica per cui le cose più lontane appaiono più piccole, le linee parallele convergono ecc.. Se, usando opportuni accorgimenti, si ottengono foto praticamente prive di deformazione allora si possono applicare alle fotografie tutti gli argomenti sviluppati riguardo la riduzione in scala dei disegni. Figura 2 – L’immagine fotografica può essere distorta a causa dell’obiettivo, per effetto della sua lunghezza focale (A), per deformazione prospettica, dipendente dalla posizione rispetto al soggetto (B). Se le deformazioni sono ridotte o eliminate scegliendo opportunamente l’obiettivo (focali lunghe) e la posizione di scatto (frontale) e usando eventualmente appositi programmi di grafica computerizzata, allora l’immagine fotografica può essere usata come una rappresentazione in scala e da essa si possono ricavare i valori delle misure reali come se fosse un disegno (C). 2 – Cosa imparerai sul disegno in scala Lo scopo di questi appunti è quello di insegnarti due cose: - il modo in cui si può realizzare un disegno in scala, calcolando le giuste dimensioni di ogni elemento prima di passare alla esecuzione; il modo di leggere un disegno in scala, per capire quali sono le dimensioni effettive dell’oggetto rappresentato. Quando avrai imparato queste due cose fondamentali sarai anche in grado di fare cose che, a prima vista, non hanno molto a che fare con esse: saprai, per esempio, usare la fotocopiatrice per ottenere immagini ingrandite e ridotte senza fare molti noiosi tentativi prima di ottenere il risultato voluto, oppure saprai ricavare informazioni da fotografie, leggere 3 Disegnare in scala - 4 e costruire grafici scientifici… Imparerai ad usare strumenti concettuali, che sono poi, inevitabilmente, strumenti matematici. In teoria il metodo di cui parlerò permetterebbe di disegnare in scala qualunque oggetto reale. In alcuni casi, però, la complessità delle forme, la quantità di dettagli è tale che il metodo sarebbe di fatto impraticabile – pensa a una persona, una natura morta, un intero paesaggio – e allora si preferisce un modo meno tecnico, come quando si fa “disegno dal vero”, sfruttando la percezione visiva ed il senso estetico. In altri casi, invece, gli oggetti sono composti da elementi che hanno forme semplici le quali possono essere tradotte in disegni di quadrati, triangoli, cerchi; questi oggetti possono essere rappresentati da un numero abbastanza piccolo di elementi geometrici semplici, su cui è facile eseguire calcoli, e questo è il caso, per esempio, delle strutture architettoniche. Spiegherò la tecnica proprio usando disegni di figure geometriche semplici; in particolare parlerò di quelle che sono composte, a loro volta, da segmenti – come i quadrati, i rettangoli e, più in generale, i poligoni - o da cerchi o da archi di cerchio (in realtà per disegnare un cerchio basta conoscere il raggio, che, alla fine, è un segmento). Il disegno di una di queste figure o di un insieme di esse sarà ingrandito o rimpicciolito mantenendone la forma. 3 – Idee di base: uguaglianza delle forme e proporzionalità Riconoscere a vista se due figure hanno la stessa forma non è sempre facile, soprattutto se sono complesse, e comunque non è un compito che tutti sanno compiere nello stesso modo. L’esempio della figura 1 non lascia dubbi, ma deformazioni meno evidenti possono sfuggire ad un occhio poco allenato: anche questa è una capacità che si deve educare e questo è uno dei motivi per cui disegnare a mano libera è, per molti, piuttosto difficile. Per questo motivo è conveniente dare al concetto di “uguaglianza delle forme” un significato meno legato alla percezione, più definito e più facilmente verificabile. Figura 3 – Una struttura architettonica è di solito composta di parti che sono rappresentabili da figure geometriche semplici, Fra gli elementi di un disegno si possono riconoscere come linee, rettangoli, archi di cerchio, messe in evidenza nella alcune relazioni; quelle più significative, in un disegno foto. Applicare in questo caso le regole della riduzione in scala tecnico, sono quelle spaziali, precisamente: risulta facile - le relazioni di posizione, secondo cui riconosciamo, per esempio, se un elemento è a destra o a sinistra di un altro, più alto o più basso eccetera; - le relazioni di dimensione, per le quali possiamo dire se un elemento è più lungo o più corto di un altro, ed, eventualmente, quante volte lo contenga o ne sia contenuto. Il disegno in scala di un oggetto si fa perché di solito è più semplice lavorare sulla rappresentazione grafica che sull’oggetto reale: progettare l’arredamento di una stanza portando tavoli, armadi o sedie sul posto, per verificare le dimensioni o l’armonizzazione delle parti, è praticamente impossibile mentre sulla carta il lavoro è piuttosto semplice. È necessario però che il disegno riproduca correttamente le relazioni fra gli oggetti reali che rappresenta, è cioè necessario che gli elementi del disegno siano fra loro nelle stessa relazione in cui stanno i corrispondenti oggetti rappresentati: per esempio, se due muri della stanza formano un angolo retto allora anche le linee corrispondenti sul foglio devono formare un angolo retto; se un armadio sta tre volte nella lunghezza del muro, il disegno dell’armadio deve stare tre volte nel disegno del muro F i g u r a 4 Disegnare in scala - 5 4 - Affinché un disegno sia effettivamente in scala bisogna che siano mantenute le relazioni spaziali fra gli oggetti: nell’ambiente mostrato dalla fotografia ripresa dall’alto la misura del divano sta 3 volte nella misura della larghezza del pavimento della stanza: in modo simile la misura del disegno del divano sta 3 volte nella misura di larghezza del disegno del pavimento. Naturalmente le relazioni devono essere mantenute anche per le lunghezze di tutti gli altri oggetti. Questa condizione può essere tradotta nel linguaggio della matematica, precisamente: - - - il confronto fra lunghezze, quello che ci dice quante volte un oggetto sta nell’altro, corrisponde in matematica all’operazione di divisione; il simbolo 6 : 3 , per esempio, corrisponde alla domanda “quante volte il numero tre sta nel numero 6?” (qui non conta come facciamo a dare la risposta, con la calcolatrice o contando sulle dita, ma il significato del simbolo); più in generale, un oggetto di lunghezza L(A) sta in un oggetto di lunghezza L(B) un numero di volte L(B) calcolabile come L(B) : L(A) di volte, o anche, usando il linguaggio delle frazioni, L(A) se scrivo L R , la lunghezza originale di un oggetto, che chiamerò lunghezza reale LS , la lunghezza dell’elemento grafico rappresentativo, che chiamerò lunghezza in scala L(B) R allora la relazione fra due oggetti reali A e B, che è espressa dalla divisione , deve essere la stessa di L(A) R L(B) S quella fra i corrispondenti elementi grafici, , cioè deve essere vera l’uguaglianza: L(A) S L(B) S L(B) R L( A) S L( A) R Questa relazione esprime matematicamente il fatto che la rappresentazione grafica è in scala - si usa anche dire che la rappresentazione è proporzionale. La relazione, però, non và pensata come una “formula” per ricavare le misure da usare nel disegno; serve solo a controllare che il disegno fatto sia corretto. 5 Disegnare in scala - 6 4 – Formule intuitive per trovare le misure in scala Molti trovano intuitivamente evidente che per disegnare un oggetto in scala ridotta bisogna dividere le misure di ogni sua parte per uno stesso numero e, in modo simile, per disegnarlo più grande bisogna moltiplicare tutte le misure per uno stesso numero. L’esempio che segue mostra chiaramente l’effetto delle operazioni suggerite dall’intuito: “l’oggetto reale” da rappresentare è il disegno di un rettangolo, di cui si vuole ottenere un disegno doppio ed uno dimezzato. Figura 5 –Se si vuole disegnare in una scala raddoppiata è intuitivo pensare di moltiplicare per 2 le misure dell’oggetto iniziale e se si vuole dimezzare è intuitivo dividere per 2. L’osservazione a vista dell’effetto delle operazioni sembra confermare ce si siano ottenute figure in scala, confermando la validità dell’idea. Ma a volte l’intuizione e la vista ingannano … Se vogliamo disegnare un rettangolo doppio di quello originale ci basta raddoppiare la lunghezza di ogni suo lato: fare il doppio significa moltiplicare per 2 le rispettive misure, così se vogliamo raddoppiare un rettangolo con una base di 4 cm ed una altezza di 2 cm, allora possiamo scrivere: LBaseR 4cm dimensioni reali del rettangolo LAltezzaR 2cm da cui ricaviamo LBaseS 2 LBaseR 8cm LAltezzaS 2 LAltezzaR 4 cm che sono le dimensioni in scala raddoppiata; Se invece vogliamo disegnare dimezzando il rettangolo dobbiamo dimezzare ogni sua parte, cioè dobbiamo dividere le misure dei suoi lati per 2: LBaseS LAltezzaS LBaseR 2 2cm LAltezzaR 2 1cm e otteniamo le dimensioni in scala dimezzata, Questa intuizione non è legata, però, in modo evidente al concetto di rappresentazione in scala data prima in modo così formale, potrebbe sembrare, anzi, completamente diversa, più semplice e quindi più attraente: allora perché non 6 Disegnare in scala - 7 accontentarsene? Il fatto è che l’intuizione e i sensi a volte ingannano 1, mentre i ragionamenti matematici danno certezze assolute. Ora verificheremo che in questo caso l’intuizione ha un fondamento matematico solido e potrà quindi essere usata sempre con tranquillità.. Si sa che il valore di una frazione non cambia se moltiplico o se divido “sopra e sotto” per lo stesso numero (proprietà invariantiva): per esempio 6 6 6 2 12 6 2 oppure 3 15 15 2 30 15 15 5 3 Allora, se penso di trovare il valore in scala dividendo tutte le lunghezze reali per uno stesso numero, per esempio 2, e scrivo: LS LR 2 è evidente che L(B) R L(B) S L(B) R 2 L( A) S L( A) R L( A) R 2 che corrisponde alla relazione di scala! La stessa cosa succede se moltiplico tutte le lunghezze per lo stesso numero, per esempio 2: LR LS 2 Raddoppiare e dimezzare non sono le due uniche possibilità; si può triplicare, quadruplicare, quintuplicare e allora si moltiplica per 3, per 4 o per 5, rispettivamente, e così via; e in modo analogo si può ridurre a un terzo o un quarto dividendo per tre o per quattro … Tutto sembra potersi riassumere nella forma di una regola: - per ingrandire un disegno dobbiamo moltiplicare ogni suo elemento per uno stesso numero; per rimpicciolire un disegno dobbiamo dividere ogni suo elemento per uno stesso numero. Secondo questa regola per disegnare in scala servono due operazioni. 5 – Usiamo la matematica per ridurre il numero di formule In realtà le due operazioni possono essere ridotte ad una soltanto. Le divisioni, ovvero le frazioni, possono essere viste come moltiplicazioni. Per esempio si può scrivere: 6 1 6 2 2 così a sinistra dell’uguale c’è una frazione (divisione), in cui il numero 6 fa da numeratore ed il numero 2 fa da 1 denominatore, mentre a destra dell’uguale c’è una moltiplicazione in cui la frazione è ora il primo fattore ed il 2 numero 6 il secondo fattore. 1 Faccio notare ai diffidenti, o a quelli che tremano ancora di fronte alla frazione , che essa può essere espressa come il 2 1 numero in forma decimale 0,5 visto che 1 : 2 0,5 e allora, proprio volendo, si potrebbe anche scrivere 2 6 0,5 6 : non si può più dubitare! 2 Come spesso accade nell’algebra, si può cambiare l’aspetto delle cose mantenendone il valore, e questo permette spesso di vedere le cose da un punto di vista più interessante ed efficace. Nel nostro caso vediamo che per disegnare in scala basta la sola moltiplicazione. 1 …pensa alle illusioni ottiche 7 Disegnare in scala - 8 6 - Il fattore di scala e la formula fondamentale Riprendo l’esempio del rettangolo riscrivendo, solo per la base, i calcoli già fatti ma ora uso solo la moltiplicazione: LBaseR 4cm è la misura reale del lato LBase S 2 LBase R 8cm è la misura in scala del lato in scala raddoppiata LBaseS 1 LBaseR 2cm 2 è la misura in scala del lato in scala dimezzata L’operazione di ingrandimento e quella di rimpicciolimento seguono uno stesso schema: il valore in scala si ottiene moltiplicando il valore reale per un numero. Nota che: - per raddoppiare si è moltiplicato per 2, che è più grande di 1; 1 - per dimezzare si è moltiplicato per , che è più piccolo di 1: 2 in effetti è sempre vero che: ogni volta che si moltiplica per un numero maggiore di 1 si ingrandisce, ogni volta che si moltiplica per un numero minore di 1 si rimpicciolisce. Si può ora riassumere tutto in modo simbolico. Ogni trasformazione di scala si ottiene applicando la formula fondamentale: LS f S LR il simbolo f S si chiama fattore di scala (infatti è un termine di una moltiplicazione), gli altri due ti sono ormai noti. Se f S 1 si ottiene un disegno ingrandito, se f S 1 si ottiene un disegno più piccolo. La formula fondamentale è l’unica che serve ricordare per risolvere tutti i problemi che riguardano il disegno in scala: si tratta solo di saperla “rigirare” secondo le necessità, e per farlo basta sapere risolvere le equazioni. Nella formula ci sono tre grandezze: in ogni situazione pratica che potrai incontrare due di esse saranno note e tu dovrai ricavare la terza, usando le proprietà delle equazioni. L’abilità consiste soprattutto nel mettere al posto giusto i dati ed è su questo che dovrai concentrarti principalmente. 8 Disegnare in scala - 9 7 - Casi applicativi Prima di cominciare - Una delle difficoltà che potresti trovare nella pratica deriva dal modo in cui potresti trovare scritto il fattore di scala: in effetti ci sono vari “stili” di scrittura: lo stile usato in un progetto architettonico è diverso da quello usato per impostare la riduzione di una fotocopia. Per questo motivo proporrò gli esempi applicativi in due parti: nella prima non mi preoccuperò dello stile del fattore di scala ma solo dell’uso della formula fondamentale. La seconda parte sarà affrontata dopo un paragrafo dedicato agli stili del fattore di scala e al modo di passare da uno all’altro. 7.1 – Disegnare in scala conoscendo i valori reali ed il fattore di scala Esempio 1.1 – Disegnare la proiezione sul Piano Orizzontale, P.O. (o sul piano 1 , parlando nel linguaggio della geometria descrittiva) di un tavolo rettangolare di dimensioni 120 cm x 80 cm, usando un fattore di scala pari a 0,1 dobbiamo trovare i Soluzione: conosciamo i valori reali di due lati e il fattore di scala; corrispondenti valori in scala; traduciamo quello che conosciamo in simboli LBaseR 120 cm LAltezzaR 80 cm naturalmente i nomi “base” ed “altezza”sono stati associati alle misure in modo arbitrario. Scriviamo la formula fondamentale LS fS LR per ogni lato LBase S f S LBase R LAltezza S f S L Altezza R LBase S 0,1120cm 12cm LAltezza S 0,180cm 8cm in questo caso la soluzione è immediata perché le incognite sono già isolate a sinistra. 9 Disegnare in scala - 10 3 , il quadrato che nella pianta rappresenta 2 un tavolino, all’interno di una proposta di arredamento Esempio 1.2 – Ridisegnare, secondo un fattore di scala di Soluzione: in questo caso l’oggetto da rappresentare è già un disegno che è, a sua volta, la rappresentazione in scala di un oggetto vero. Conosciamo in modo esplicito solo il fattore di scala, possiamo ricavare, misurandola, la lunghezza del quadrato della figura: questo valore misurato ha il significato del valore reale. Dopo avere misurato possiamo rappresentare quello che sappiamo: L(lato) R 2,2cm 3 fS 2 anche in questo caso la soluzione si riduce all’applicazione immediata della formula fondamentale L(lato) S f S L(lato) R 3 2,2cm 3,3cm 2 Nota che il fattore di scala può essere riscritto in almeno altri due modi: 3 f S 1,5 2 oppure 3 1 f S 1 2 2 così si capisce che abbiamo ingrandito una volta e mezza. 10 Disegnare in scala - 11 7.2 – Ricavare le misure reali di un oggetto di cui si abbia un disegno in scala e si conosca il fattore di scala usato Esempio 2.1 – Ricavare le dimensioni della porta centrale rappresentata nel prospetto sapendo che il fattore di 1 scala usato è f S 100 Soluzione: Avere il disegno corrisponde a conoscere le misure in scala, che però devono, in pratica, essere ricavate da una misura (con il righello) Dopo la misura possiamo scrivere: Larghezza porta S 1,1cm Altezza porta S 2,3cm fS 1 100 Se sostituiamo questi dati nella equazione fondamentale vediamo che l’incognita, che in questo caso è il valore reale, non è isolata e bisognerà manipolare l’equazione. Vediamo come ottenere la larghezza reale: Larghezza porta S f S Larghezza porta R 1,1cm 1 Larghezza porta R 100 ma possiamo usare una proprietà delle equazioni per isolare l’incognita 100 1,1cm 100 1 Larghezza porta R 100 110cm Larghezza porta R cioè: Larghezza porta R 110cm Per l’altezza si procede in modo analogo, senza mostrare tutti i passaggi, si ha 1 11 Altezza porta R Altezza porta R 230cm 2,3cm 100 Disegnare in scala - 12 Una osservazione – Nella soluzione di questo esercizio i numeri noti sono stati inseriti direttamente nella equazione fondamentale che è stata poi manipolata. Si sarebbe potuto procedere in un ordine diverso, preparando prima la formula (con un lavoro solo sui simboli) e inserendo i numeri alla fine. In pratica: LS f S LR cioè: LR 1 1 LS f S LR fS fS LS LR fS LS fS Se ora sostituiamo i numeri che si riferiscono, per esempio, alla larghezza abbiamo: Larghezza porta R 1,1cm 100 1,1cm 110cm 1 1 100 Questo secondo modo è più elegante e, di solito, semplifica l’esecuzione dei calcoli: in questo caso particolare, però, ci ha portato ad un passaggio in cui compariva una frazione al denominatore (insomma una frazione di frazione), che a prima vista può lasciare perplessi… 7.3 – Ricavare il fattore di scala di una rappresentazione fotografica Esempio 3.1 – La figura è la rappresentazione fotografica di una moneta. Calcolare il fattore di scala determinato dall’obiettivo fotografico. Soluzione: Come è stato anticipato prima, tutti i concetti sviluppati sono applicabili alla rappresentazione fotografica, quando non sono introdotte evidenti distorsioni. La fotografia della moneta ci permette di misurare il valore in scala del suo diametro, una moneta vera ci permette di misurare il suo diametro reale e da queste due informazioni possiamo infine ricavare il fattore di scala prodotto dal processo fotografico. Dopo le misurazioni i nostri dati sono: (Diametro) R 2,3cm (Diametro) S 3,5cm Applichiamo la formula fondamentale, che manipoleremo per isolare l’incognita, che è, ora, il fattore di scala (Diametro) S f S (Diametro) R 3,5cm f S 2,3cm 1 1 3,5cm f S 2,3cm 2,3 2,3 3,5 fS 2,3 12 f S 1,52 Disegnare in scala - 13 8 – Gli stili di scrittura del fattore di scala Avrai forse notato che negli esempi precedenti il fattore di scala è stato scritto in due modi diversi: come numero in forma decimale e come frazione. Dovresti già sapere che ogni frazione può essere riscritta nella forma di numero decimale, eseguendo semplicemente la divisione cui corrisponde, per esempio: 2 0,4 5 e che ogni numero decimale può essere riscritto come frazione, con una tecnica spesso molto semplice 2; per esempio 6 3 0,6 10 5 Non dovresti dunque essere rimasto sorpreso. La scala e le proporzioni Nei progetti architettonici e nelle rappresentazioni cartografiche il fattore di scala sembra scritto, e soprattutto pronunciato, in un modo totalmente diverso: su una mappa si può trovare, per esempio, l’indicazione Scala 1 : 200.000 che tutti pronunciano “scala uno a duecentomila”, cosa che potrebbe sembrare strana perché: - non si parla di fattore; - il segno “:”viene pronunciato “a” e non sembra avere nulla a che fare con le operazioni matematiche, se non per un richiamo alle proporzioni. Questo modo di scrivere e pronunciare è il risultato di una abitudine, di una traduzione che può confondere gli inesperti, ma se si pronuncia la stessa scrittura come “uno diviso duecentomila” la scrittura misteriosa rivela una semplice divisione ovvero, se si preferisce, una normale frazione. In pratica, per applicare facilmente le regole di calcolo imparate, conviene ripensare la scrittura Scala 1 : 200.000 come fs 1 200000 sostituendo anche la parola “Scala” con un simbolo algebrico legato alla frazione da una relazione di uguaglianza. In modo analogo possono essere tradotte le scale usate più comunemente nei progetti architettonici: Scala 1 : 20 corrisponde a fs 1 0,05 20 Scala 1 : 100 corrisponde a fs 1 0,01 100 La scala in forma percentuale Esiste un altro modo ancora di esprimere il fattore di scala che potrebbe apparirti inizialmente piuttosto strano, cioè il modo percentuale. La parola “percentuale” è di uso abbastanza comune: parlando di prezzi (uno sconto del dieci per cento), di questioni politiche (il 18 per cento dei votanti …), di questioni sanitarie ( il 2 per cento degli uomini si ammala di …); in tutti i casi, apparentemente così diversi, il valore percentuale si riferisce ad una stessa idea matematica, che può sembrare inizialmente strana ma è, in sé, abbastanza semplice L’idea di percentuale nasce da un certo modo di vedere e di pronunciare le frazioni il cui denominatore valga 100: per 2 Le regole per trasformare un numero decimale in frazione, che dovresti già avere conosciuto, sono di due tipi: quella per i casi con un numero finito di cifre dopo la virgola, come 12,235, e quelle per i numeri che hanno infinite cifre dopo la virgola, organizzate in gruppi periodici, come 1, 3 oppure 14, 3576 . Nel primo caso la regola è semplice – dovresti ricordarla semplicemente studiando gli esempi proposti ; nel secondo è un po’ complicata e strana, ma non ne parliamo in questi appunti, nei quali ci limitiamo alle situazioni più semplici e comuni. 13 Disegnare in scala - 14 13 viene pronunciata in almeno due modi: 100 - nel modo normale, che suona “tredici centesimi”, cui siamo abituati fin dall’inizio dello studio delle frazioni; - in un modo che suona “13 per cento”, in cui la parola “per”, contrariamente alla nostra abitudine, non indica una moltiplicazione; questo è molto strano e può confondere e certamente la frase sarebbe più chiara se si dicesse ogni cento”, ma è una abitudine acquisita da molto di cui siamo costretti a tenere conto. “tredici esempio la frazione Legato al secondo modo di pronunciare la frazione c’è anche un modo particolare di scrivere, più sintetico, usando il segno %, cosi può scrivere: 13 13% 100 in cui il segno “ ” serve a dire che i due simboli indicano, in grafie diverse, esattamente la stessa cosa. In modo simile è immediato dire: 47 2,3 47% 2,3% 100 100 eccetera... Ma ragionamenti simili possono essere estesi abbastanza facilmente a frazioni qualunque ed a numeri qualunque espressi in forma decimale , tenendo conto che: - ogni numero in forma decimale può essere trasformato in frazione; - ogni frazione può essere trasformata in modo che il suo denominatore valga 100. 8.1 Alcuni esempi 7 20 Soluzione – Il problema può essere risolto in modo “meccanico”, secondo un metodo preciso e sicuro, oppure in modo più diretto, “furbo”, purché si abbia un po’ d’occhio e di esperienza per i numeri. Vediamo i due casi. Esempio 1 – Esprimere in forma percentuale la frazione Metodo diretto – Vogliamo che il denominatorevalga 100: se ci ricordiamo che 20 5 100 allora possiamo modificare 7 75 35 la frazione con la proprietà invariantiva in questo modo: 35% 20 20 5 100 Metodo “meccanico” – Si usa ancora la proprietà invariantiva, in un modo che dovrebbe essere chiaro dall’esempio 7 100 7 75 semplifico 20 35% stesso: 20 20 100 100 20 Il “trucco” consiste nella scelta di una frazione che produca sempre 100 al denominatore e questo è sempre possibile, anche se poi costringe a qualche calcolo in più al numeratore; per schematizzare la procedura in modo generale si può scrivere: a 100 a 100 a semplifico eseguo i calcoli al numeratore ... b b ... b b 100 100 b 14,3 Esempio 2 – Esprimere in forma percentuale la frazione 35 Soluzione – Non essendo evidente per quanto bisogna moltiplicare 35 per ottenere 100 usiamo il metodo meccanico: 100 14, 3 14, 3 35 40, 857142 41 semplifico ed eseguo i calcoli 41% 100 35 35 35 100 100 N.B. – Il calcolo del numeratore eseguito con una calcolatrice fornisce un risultato decimale periodico 100 14,3 40, 857142 35 14 Disegnare in scala - 15 che, naturalmente, non è comodo da manipolare, per cui è pratica comune troncarlo e arrotondarlo; il punto “giusto” per il troncamento dipende, generalmente, dalle situazioni e non è necessariamente, come qualcuno dice, alla seconda cifra dopo la virgola: parlando di fattori di scala in situazioni normali di disegno architettonico o di arredo di interni troncare alla cifra delle unità va di solito bene. Esempio 3 - Esprimere in forma percentuale il numero 0,37 Soluzione - Il numero 0,37 può certamente essere considerato come la frazione 0, 37 che è immediato 1 ridurre ad una frazione con denominatore 100: 0,37 0,37 0,37 100 37 37% 1 1100 100 Esempio 4 - Esprimere in forma percentuale il numero 1,5 Soluzione In modo simile all’esempio precedente: 1,5 1,5100 150 1,5 150% 1 1100 100 9 – Un’altra applicazione: usare bene la fotocopiatrice Il fattore di scala in forma percentuale è usato tipicamente nelle fotocopiatrici e, spesso, nei programmi di grafica computerizzata. Usare bene la fotocopiatrice significa risparmiare tempo e carta, evitando inutili tentativi fatti seguendo l’intuito Esempio 1 – Come impostare la fotocopiatrice per dimezzare un disegno Soluzione – Per dimezzare un disegno il fattore di scala deve essere f s 1 , che può 2 essere facilmente trasformato in forma percentuale: fs 1 1 50 50 50% 2 2 50 100 La fotocopiatrice deve essere impostata con un fattore 50% 2 – Come impostare la fotocopiatrice affinché la bocca del mostro rappresentato nella Esempio fotografia sia alta 4 cm Soluzione – Misurando sulla foto, con un righello, la bocca del mostro troviamo una altezza di circa 2,2 cm, che corrisponde al valore “reale”; se si vuole che l’altezza nella fotocopia, che consideriamo come valore in scala, sia di 4 cm allora il fattore di scala deve essere L 4cm fS S 1,81 LR 2,2cm La trasformazione di un numero periodico in forma percentuale non è difficile ma non è neanche immediata; siccome la fotocopiatrice non è uno strumento estremamente preciso e, comunque, neppure la misura fatta col righello è esatta, ci premettiamo di fare una approssimazione, così 1,82 1,82 100 182 f S 1,82 182% 1 1100 100 Dunque la fotocopiatrice deve essere impostata a182% 15 Disegnare in scala - 16 Appendici A.1 Numeri giusti, numeri imprecisi, numeri e basta Tutti sono d’accordo che 25 è un numero, come il 7 o il 5314. Qualcuno può cominciare ad avere qualche dubbio con numeri come 12,5 o 17,324 o, peggio ancora, come 23,257893 – più sono le cifre dopo la virgola più fastidi si hanno nel fare le operazioni. Ma sono sicuro che di fronte a una frazione quasi tutti storcano il naso: se provo a calcolarla come divisione quasi sempre viene fuori un numero con la virgola, e va già bene se le cifre a un certo punto finiscono, perché ci sono anche quelle che sembrano non fermarsi mai – o almeno arrivano fino in fondo allo spazio disponibile 100 sul foglio o sul display della calcolatrice: la frazione , per esempio, produce il numero 40,857142857142857142… 35 il quale, per fortuna, contiene un gruppo di cifre che si ripete, infinitamente ma sempre uguale, il che ci permette, almeno, di semplificarne la scrittura come 40,857142. Così ci resta un inquietante senso di mistero, e la sensazione che alcuni numeri siano - come dire – “meno precisi” di altri, quasi più sfumati, un po’ meno numeri, insomma. Ma le cose non stanno così: quei numeri pieni di cifre dopo la virgola non sono affatto numeri imprecisi, sono solo numeri che hanno la “sfortuna” di avere una “brutta” scrittura decimale. La questione in realtà è questa: dobbiamo distinguere fra il concetto di numero e il modo di scriverlo, di rappresentarlo: i romani, per esempio, scrivevano gli stessi nostri numeri in un modo tutto diverso, e non conoscevano neppure la virgola. Questa considerazione è importante e complessa: non è qui che può essere discussa in dettaglio, perciò cercherò di fartene intuire la verità attraverso un semplice esempio. Se cerchi di dividere in tre parti un segmento lungo 10 cm la prima cosa che può venirti in mente è quella di calcolare la lunghezza di ogni sua terza parte3: Ldi un terzo 10 cm 3,3cm 3 così, trovandoti a segnare una lunghezza espressa da un numero periodico - pari a 3 centimetri, 3 millimetri, 3 decimi di millimetro, …e così via fino all’infinito – ti convinci subito che l’impresa è teoricamente impossibile, e sarai tentato di dire che la divisione 10:3 corrisponde a uno di quei numeri piuttosto imprecisi. Figura 6 – Divisione del segmento AB in tre parti uguali. Si considera una semiretta s passante per A; sulla semiretta si considerano tre segmenti fra loro congruenti, AC=CD=DE che non sono il risultato della divisione di AE ma, al contrario, determinano AE succedendosi l’uno dopo l’altro. Si considerano poi i segmenti CK e DH, paralleli al segmento EB: per il teorema di Talete deve essere esattamente vero che: AK KH HB 1 AB . 3 Se il segmento AB misura 10 cm, il punto K individua esattamente la lunghezza che 10 cm corrisponde al valore 3 3 Se invece di ragionare sulla divisione numerica fai come hai imparato in Disegno Geometrico, sfruttando il Teorema di Talete (vedi la fig. 6) , allora riesci teoricamente a fare una divisione esatta - la stessa divisione di prima perché il punto che ottieni non sarà “circa a un terzo”, ma segnerà esattamente la terza parte del segmento lungo 10 cm, e allora il numero che ne indica la lunghezza deve essere altrettanto preciso, e questo vuol dire anche che la scrittura con le cifre decimali deve avere qualche “difetto”. La stessa considerazione si può fare con le divisioni 1:3, 2:3 ecc… Insomma: numeri senza virgola, numeri con poche tante o infinite cifre dopo la virgola, risultati di divisioni o di radici quadrate, sono tutti semplicemente numeri e corrispondono a un valore preciso, anche se è scritto in modo strano. …ti consiglio di eseguire il calcolo a mano, la comparsa infinita della cifra 3 dopo la virgola risulta più evidente 16 Disegnare in scala - 17 A.2 Un altro modo per trovare la formula fondamentale Nei paragrafo 4 ti ho detto che l’intuizione suggerisce a molti due formule per eseguire disegni ingranditi o rimpiccioliti di un oggetto: si moltiplicano o si dividono tutte le sue misure per uno stesso numero. Poi nel paragrafo 5 ho mostrato che le due formule possono essere ridotte ad una soltanto: la formula fondamentale che è stata poi usata in tutti gli esempi applicativi Qualcuno può essere semplicemente d’accordo, perché ha avuto la stessa intuizione o perché si fida, qualcun altro potrebbe restare perplesso e diffidente. C’è un modo molto rigoroso e matematico per ricavare la formula, partendo dal significato di disegno in scala: serve un po’ di concentrazione ma poi non restano dubbi. Fingi ora, per un po’, di non avere mai saputo cosa sia il fattore di scala. Nel paragrafo 3 si è detto che se un disegno è veramente in scala allora il rapporto fra due misure reali deve essere lo stesso di quello fra le corrispondenti misure in scala: per esempio, si diceva, se la misura del divano sta 3 volte nella misura della stanza allora il disegno del divano deve stare 3 volte nel disegno della stanza. Questo può essere espresso in una relazione matematica abbastanza semplice 4 L(B) S L(B) R L( A) S L( A) R Questa relazione può essere trasformata usando una delle proprietà delle uguaglianze, cioè la possibilità di moltiplicare a sinistra e a destra per una stessa quantità: L(B) S L(A)S L(B) R L(A)S L(A) S L(B)R L(A) R L(B)R L(A) S si vede bene, perché è in grassetto, che si è moltiplicato per L(B) R Allora, se esegui la semplificazione fra le frazioni ottieni L(B) S L(A)S L(B)R L(A) R Questa formula mostra che il rapporto fra ogni misura in scala e la corrispondente misura reale dà sempre lo stesso valore, che si può chiamare, appunto, fattore di scala; così si può scrivere, separando i termini dell’espressione precedente: L(B) fS L(B)R L(A)S fS L(A) R ................. Insomma, per un oggetto qualunque la cui misura reale sia L R e quella in scala sia LS si ha appunto LS LS fs L f s LR LS f s LR LR LR R che è la formula fondamentale, ricavata in modo assolutamente rigoroso. 4 ricorda che A e B indicano due oggetti o due elementi (per esempi una zampa e uno schienale di una sedia) e che L(A) rappresenta la misura di A, che può essere quella REALE L(A) R o quella IN SCALA L(A)S e in modo simile per B… 17