26 Febbre di origine sconosciuta Chantal P. Bleeker-Rovers, Jos W.M. van der Meer O JJDEFINIZI NE I clinici chiamano febbre di origine sconosciuta (fever of unknown origin, FUO) ogni malattia febbrile senza una causa evidente. La maggior parte delle malattie febbrili si risolve prima che possa essere posta una diagnosi, oppure sviluppa col tempo caratteristiche distintive che conducono alla diagnosi. Il termine FUO dovrebbe essere riservato alle malattie febbrili di lunga durata senza che si sia definita una eziologia, nonostante una valutazione clinica completa ed estese indagini diagnostiche. Questo capitolo si focalizzerà sulla FUO classica nel paziente adulto. La FUO fu originariamente definita da Petersdorf e Beeson nel 1961 come malattia della durata > 3 settimane con febbre > 38,3 °C in almeno 2 occasioni e con una diagnosi incerta nonostante 1 settimana di valutazione in ambito ospedaliero. Oggigiorno, la maggior parte dei pazienti viene ospedalizzata se le condizioni cliniche lo richiedono, ma non per i soli scopi diagnostici; per questo, il requisito della valutazione in regime di ricovero è stato abolito dalla definizione. La definizione di FUO è stata ulteriormente modificata con l’esclusione dei pazienti immunocompromessi, la cui gestione richiede un approccio diagnostico e terapeutico del tutto differente. Per il confronto ottimale dei pazienti con FUO in differenti aree geografiche, è stato proposto che il criterio quantitativo (diagnosi ancora incerta dopo 1 settimana di indagini) sia sostituito da un criterio qualitativo che richiede l’esecuzione di una specifica lista di indagini. In accordo con questa nuova definizione, si parla di FUO in presenza di: OLO O E nfezioni Malattie infiammatorie non infettive I eoplasie Miscellanea S umero di pazienti (periodo di arruolamento) N P rimo autore (paese e anno di pubblicazione) ercentuale di casi dovuti alla causa indicata N P O Principali manifestazioni e quadri clinici delle malattie GIA ED EPIDEMI GIA Il ventaglio eziologico della FUO si è evoluto nel tempo come risultato del cambiamento nello spettro di malattie causa di FUO, del diffondersi dell’uso degli antibiotici e della disponibilità di nuove tecniche diagnostiche. La proporzione di casi secondari ad ascessi addominali e tumori, per esempio, è diminuita per effetto di una diagnosi precoce attraverso la TC o gli ultrasuoni. Inoltre, l’endocardite infettiva è meno frequente perché le emocolture e le tecniche ecocardiografiche sono migliorate. Al contrario, alcune diagnosi, come l’infezione acuta da HIV, erano sconosciute fino a quattro decadi fa. La tabella 26-1 riassume i risultati di diversi ampi studi sulla FUO condotti negli ultimi 20 anni. In generale, nei paesi occidentali le infezioni rendono conto del 20-25% dei casi di FUO; seguono per frequenza le neoplasie e le malattie infiammatorie non infettive (noninfectious inflammatory diseases, NIID), che comprendono le “malattie del collagene o reumatiche”, le sindromi vasculitiche e le malattie granulomatose. In aree geografiche non occidentali, le infezioni sono una causa molto più comune di FUO (43 vs 22%), mentre la quota dei casi dovuta a NIID o neoplasie è simile. Più del 50% dei casi da infezione nei pazienti con FUO al di fuori delle nazioni occi- JJEZI TABELLA 26-1 ziologia della febbre di origine sconosciuta (FU ) negli ultimi 20 anni: risultati dei grandi studi sulla FU PARTE 2 febbre > 38,3 °C in almeno 2 occasioni; durata di malattia ≥ 3 settimane; stato di immunocompetenza; diagnosi che rimane incerta dopo un’anamnesi accurata, un attento esame obiettivo e dopo i seguenti test obbligatori: determinazione della velocità di eritrosedimentazione (VES) e della proteina C-reattiva (PCR); conta piastrinica; conta dei leucociti con formula; misurazione dei livelli di emoglobina, elettroliti, creatinina, proteine totali, fosfatasi alcalina, alanina aminotransferasi, aspartato aminotransferasi, lattato deidrogenasi, creatinchinasi, ferritina, anticorpi antinucleo e fattore reumatoide; elettroforesi proteica; esame urine; emocolture (n = 3); urinocoltura; radiografia standard del torace; ecografia addominale; test cutaneo alla tubercolina (tuberculin skin test, TST). OLO Capi to lo 1. 2. 3. 4. conosciuta Paesi occidentali 26 24 13 Vanderschueren et al. (Belgio, 2003) 185 (1990-1999) 11 18 10 Zenone et al. (Francia, 2006) 144 (1999-2005) 23 26 10 73 (2003-2005) 16 22 7 4 51 Mansueto et al. (Italia, 2008) 30 8 53 15 26 8 Bleeker-Rovers (Paesi Bassi, 2007) 167 (1992-1994) De Kleijn et al. (Paesi Bassi, 1997) 12 14 10 32 30 33 11 5 21 TOTALE 772 22 23 11 9 36 117 (1984-2001) 34 29 19 4 14 87 (1994-2002) 59 18 14 2 7 80 (1993-1999) 52 16 18 94 (2001-2002) 57 7 9 32 112 (2001-2007) 91 (1991-2002) Efstathiou et al. (Grecia, 2010) Kucukardali et al. (Turchia, 2008) 154 (2003-2004) 34 31 14 93 (2009-2010) 42 15 30 43 23 16 TOTALE 174 Ali-Eldin et al. (Egitto, 2011) 838 0160-0180_Parte02_Sez02_Cap023-026.indd 174 Harrison 19 ed. - BOZZA 3 11 9 18 6 13 14 32 27 36 45 142 (2002-2003) 71 (2001-2004) Hu et al. (Cina, 2008) Colpan et al. (Turchia, 2007) Chin et al. (Taiwan, 2006) Ergonul et al. (Turchia, 2005) Saltoglu et al. (Turchia, 2004) Tabak et al. (Turchia, 2003) Altre localizzazioni geografiche 9 5 14 5 16 0 12 4 13 ISBN 978-88-08-18538-9 03/11/16 11:19 cc appro io al L O TEST DIAGN STICI DI PRIMA INEA La figura 26-1 mostra un approccio strutturato al paziente che si presenta con FUO. Il passo più importante nel percorso diagnostico consiste nella ricerca di potenziali indizi diagnostici (potentially diagnostic clues, PDC) attraverso un’anamnesi e un esame obiettivo completi e ripetuti e attraverso le indagini obbligatorie sopra elencate. Sono definiti PDC tutti i sintomi, i segni di localizzazione e le anomalie che potenzialmente indirizzano verso una diagnosi. Sebbene i PDC siano spesso ingannevoli, solo con il loro contributo si può stilare una lista concisa di possibili diagnosi. L’anamnesi dovrebbe fornire indicazioni utili circa l’andamento della febbre (continua o ricorrente) e sulla sua durata, sulla storia medica precedente del paziente, sull’uso recente e attuale di farmaci, sulla storia familiare o sessuale, sul paese d’origine, su viaggi recenti e passati, su esposizioni ambientali inusuali associate con viaggi o hobby e su contatti con animali. Andrebbe eseguito un esame obiettivo completo, con un’attenzione speciale agli occhi, ai linfonodi, alle arterie temporali, al fegato e alla milza, alle sedi di precedenti interventi chirurgici, all’intera superficie cutanea e alle membrane mucose. Prima di avviare ulteriori test diagnostici, dovrebbero essere interrotti trattamenti con antibiotici e glucocorticoidi, che possono mascherare molte malattie. Per esempio, le colture di sangue e di altri materiali non sono affidabili quando i campioni vengono prelevati durante un trattamento antibiotico, e le dimensioni dei linfonodi patologici di solito diminuiscono durante il trattamento con glucocorticoidi indipendentemente dalla causa L O Harrison 19 ed. - BOZZA ISBN 978-88-08-18538-9 0160-0180_Parte02_Sez02_Cap023-026.indd 175 apit Febbre di origine sconosciuta aziente P Febbre di origine sconosciuta La diagnosi differenziale della FUO è ampia, ma è importante ricordare che la FUO è molto più spesso determinata dalla presentazione atipica di una malattia comune, piuttosto che da una malattia molto rara. La tabella 26-2 mostra una sintesi delle possibili cause di FUO. Una presentazione atipica di endocardite, diverticolite, osteomielite vertebrale e tubercolosi extrapolmonare sono le malattie infettive di più comune diagnosi, la febbre Q e la malattia di Whipple sono abbastanza rare ma dovrebbero sempre essere considerate come causa di FUO dal momento che i sintomi d’esordio possono essere aspecifici. I test sierologici per la febbre Q, provocata dall’esposizione ad animali o a prodotti animali, dovrebbero essere eseguiti quando il paziente vive in un’area rurale o ha un’anamnesi di cardiopatia valvolare, un aneurisma aortico o una protesi vascolare. Nei pazienti con sintomi inspiegabili localizzati al sistema nervoso centrale (SNC), al tratto gastrointestinale o alle articolazioni, dovrebbe essere eseguito il test della reazione a catena polimerasica (polymerase chain reaction, PCR) per Tropheryma whipplei. Il viaggio o la residenza (precedente) nei paesi tropicali o nell’America sud-occidentale dovrebbero far pensare a malattie infettive come la malaria, la leishmaniosi, l’istoplasmosi o la coccidioidomicosi. La febbre con segni di endocardite ed emocolture negative pone un problema peculiare. Le endocarditi con colture negative possono essere dovute a batteri difficili da coltivare come varianti nutrizionali batteriche, i microrganismi HACEK [Haemophilus parainfluenzae, H. paraphrophilus, Aggregatibacter spp. (actinomycetemcomitans, aphrophilus), Cardiobacterium spp. (hominis, valvarum), Eikenella corrodens e Kingella kingae; vedi oltre], Coxiella burnetii (come indicato sopra), T. whipplei e Bartonella spp. L’endocardite marantica è una malattia trombotica sterile che si verifica come fenomeno paraneoplastico, soprattutto in caso di adenocarcinoma. Una endocardite sterile si verifica anche nel contesto del lupus eritematoso sistemico e della sindrome da antifosfolipidi. Tra le NIID, le vasculiti dei grossi vasi, la polimialgia reumatica, la sarcoidosi, la febbre mediterranea familiare e la malattia di Still dell’adulto sono diagnosi abbastanza comuni nei pazienti con FUO. Le sindromi autoinfiammatorie ereditarie sono molto rare e in genere si presentano in pazienti giovani. La sindrome di Shnitzler si può presentare a ogni età, è poco comune, ma spesso si diagnostica facilmente nei pazienti con FUO che si presentano con orticaria, dolore osseo e gammopatia monoclonale. olo 26 JJDIAGN SI DIFFERENZIA E Sebbene molti tumori possano presentarsi con febbre, i linfomi maligni sono di gran lunga la più comune diagnosi di FUO fra le neoplasie. Talvolta la febbre può anche precedere la linfoadenopatia evidenziabile con l’esame obiettivo. Tranne la febbre da farmaco e l’ipertermia da attività fisica, nessuna delle cause miscellanee di febbre viene riscontrata molto frequentemente nei pazienti con FUO. Virtualmente tutti i farmaci possono dare febbre, anche quelli in uso da molto tempo. La febbre da farmaco, compresa la reazione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (drug reaction with eosinophilia and systemic symptoms, DRESS; Fig. 25e-49), è spesso accompagnata da eosinofilia e da linfoadenopatia, che può essere diffusa. Le cause più comuni di febbre da farmaco sono: allopurinolo, carbamazepina, lamotrigina, fenitoina, sulfasalazina, furosemide, antibiotici (soprattutto sulfonamidi, minociclina, vancomicina, betalattamici e isoniazide), alcuni farmaci cardiovascolari (per es. chinidina) e alcuni farmaci antiretrovirali (per es. nevirapina). L’ipertermia da attività fisica (Cap. 479) è caratterizzata da una temperatura corporea elevata correlata a un esercizio da moderato a intenso che dura da mezz’ora a molte ore, senza incremento della PCR o della VES; tipicamente questi pazienti sudano durante l’innalzamento della temperatura. La febbre factitia (artificialmente indotta dal paziente, per esempio mediante iniezione di acqua contaminata) dovrebbe essere presa in considerazione in tutti i pazienti, ma è più comune nelle giovani donne che svolgono professioni sanitarie. Nella febbre fraudolenta, il paziente è normotermico ma manipola il termometro. Misurazioni simultanee in diversi siti corporei (retto, orecchio, bocca) dovrebbero poter rapidamente identificare questa diagnosi. Un altro indizio di febbre fraudolenta è la dissociazione fra polso e temperatura. Studi precedenti sulla FUO avevano dimostrato che una diagnosi è più probabile negli anziani che nei gruppi di pazienti più giovani. In molti casi, la FUO negli anziani risulta da una manifestazione atipica di una malattia comune; l’arterite a cellule giganti e la polimialgia reumatica sono le più frequentemente coinvolte. La tubercolosi è la causa infettiva più comune associata a FUO nei pazienti anziani, fra i quali si verifica molto più spesso che fra i pazienti più giovani. Dal momento che molte di queste malattie sono trattabili, è doveroso lo sforzo di ricercare la causa di febbre nei pazienti anziani. C dentali è dovuto alla tubercolosi, che è una causa meno comune negli Stati Uniti e nell’Europa occidentale. Il numero di pazienti con FUO da NIID probabilmente non diminuirà nel prossimo futuro, perché in queste malattie la febbre può precedere di mesi le alterazioni più tipiche o le evidenze sierologiche. Inoltre, molte NIID possono essere diagnosticate solo dopo una prolungata osservazione e dopo l’esclusione di altre malattie. In Occidente, in studi più recenti, la percentuale di casi non diagnosticati di FUO è aumentata. Un fattore importante che contribuisce alla quota apparentemente elevata di fallimenti diagnostici è che la diagnosi viene più spesso definita prima che siano trascorse 3 settimane dalla presentazione, dal momento che i pazienti tendono a rivolgersi al medico con maggiore anticipo, e tecniche diagnostiche migliori, come la TC e la RM, sono ormai ampiamente disponibili; per questo, solo i casi che sono più difficili da diagnosticare continuano a soddisfare i criteri per la FUO. Inoltre, la maggior parte dei pazienti con FUO in assenza di una diagnosi sta generalmente bene; pertanto, un approccio diagnostico meno aggressivo può essere applicato a pazienti clinicamente stabili, una volta che si siano ragionevolmente escluse eventuali malattie con conseguenze terapeutiche o prognostiche immediate. Questo fattore può essere rilevante in particolare per i pazienti con febbre ricorrente che sono asintomatici fra gli episodi febbrili. Nei casi di febbre ricorrente (definita da episodi ripetuti di febbre intervallati da periodi di apiressia di almeno 2 settimane e apparente remissione della malattia di base), la probabilità di definire una diagnosi eziologica è inferiore al 50%. 175 03/11/16 11:19 O TABELLA 26-2 Totalità delle cause di FU descrittea Infezioni PARTE 2 Principali manifestazioni e quadri clinici delle malattie Batteriche, non specificate Ascesso addominale, annessite, granuloma apicale, appendicite, colangite, colecistite, diverticolite, endocardite, endometrite, ascesso epidurale, infezione di catetere vascolare, infezione di protesi articolare, infezione di protesi vascolare, artrite infettiva, mionecrosi infettiva, ascesso intracranico, ascesso epatico, ascesso polmonare, malacoplachia, mastoidite, mediastinite, aneurisma micotico, osteomielite, malattia infiammatoria pelvica, prostatite, pielonefrite, pileflebite, ascesso renale, flebite settica, sinusite, spondilodiscite, infezione xantogranulomatosa del tratto urinario Batteriche, specificate Actinomicosi, infezione da micobatteri atipici, bartonellosi, brucellosi, infezione da Campylobacter, infezione da Chlamydia pneumoniae, meningococcemia cronica, ehrlichiosi, gonococcemia, legionellosi, leptospirosi, listeriosi, febbre ricorrente da pidocchio (Borrelia recurrentis), malattia di Lyme, melioidosi (Pseudomonas pseudomallei), infezione da Mycoplasma, nocardiosi, psittacosi, febbre Q (Coxiella burnetii), rickettsiosi, infezione da Spirillum minor, infezione da Streptobacillus moniliformis, sifilide, febbre ricorrente da zecca (Borrelia duttonii), tubercolosi, tularemia, febbre tifoide e altre salmonellosi, malattia di Whipple (Tropheryma whipplei), yersiniosi Fungine Aspergillosi, blastomicosi, candidosi, coccidioidomicosi, criptococcosi, istoplasmosi, infezione da Malassezia furfur, paracoccidioidomicosi, polmonite da Pneumocystis jirovecii, sporotricosi, zigomicosi Parassitarie Amebiasi, babesiosi, echinococcosi, fascioliasi, malaria, schistosomiasi, strongiloidiasi, toxocariasi, toxoplasmosi, trichinellosi, tripanosomiasi, leishmaniosi viscerale Virali Febbre da zecca del Colorado, infezione da coxsackievirus, infezione da citomegalovirus, dengue, infezione da virus di Epstein-Barr, infezione da hantavirus, epatiti (A,B,C,D,E), infezione da herpes simplex, infezione da HIV, infezione da herpesvirus umano 6, infezione da parvovirus, infezione da virus del Nilo occidentale Malattie infiammatorie non infettive Malattie sistemiche reumatiche e autoimmuni Spondilite anchilosante, sindrome da antifosfolipidi, anemia emolitica autoimmune, epatite autoimmune, sindrome di Behçet, crioglobulinemia, dermatomiosite, sindrome di Felty, gotta, connettivite mista, polimiosite, pseudogotta, artrite reattiva, policondrite ricorrente, febbre reumatica, artrite reumatoide, sindrome di Sjögren, lupus eritematoso sistemico, sindrome di Vogt-Koyanagi-Harada Vasculiti Vasculiti allergiche, sindrome di Churg-Strauss, vasculite a cellule giganti/polimialgia reumatica, granulomatosi con poliangioite, vasculite da ipersensibilità, malattia di Kawasaki, poliarterite nodosa, arterite di Takayasu, vasculite orticarioide Malattie granulomatose Epatite granulomatosa idiopatica, sarcoidosi Sindromi autoinfiammatorie Malattia di Still dell’adulto, sindrome di Blau, CAPSb (sindromi periodiche associate a criopirina), malattia di Crohn, DIRA (deficit di antagonisti dei recettori dell’interleuchina 1), febbre mediterranea familiare, sindrome emofagocitica, HIDS (sindrome da iperIgD, anche nota come deficit di mevalonato-chinasi), artrite idiopatica giovanile, sindrome PAPA (artrite piogenica sterile, pioderma gangeroso e acne), sindrome PFAPA (febbre periodica con stomatite aftosa, adenite e faringite), pericardite idiopatica ricorrente, SAPHO (sinovite, acne, pustolosi, iperostosi, osteomielite), sindrome di Schnitzler, TRAPS (sindrome periodica associata al recettore 1 per il fattore di necrosi tumorale) Neoplasie Neoplasie ematologiche Amiloidosi, linfoma angioimmunoblastico, malattia di Castleman, malattia di Hodgkin, sindrome ipereosinofila, leucemia, granulomatosi linfomatoide, istiocitosi maligna, mieloma multiplo, sindrome mielodisplastica, mielofibrosi, linfoma nonHodgkin, plasmocitoma, mastocitosi sistemica, crisi vasocclusiva nell’anemia a cellule falciformi Tumori solidi La maggior parte dei tumori solidi e delle metastasi possono causare febbre. Quelli che più frequentemente provocano FUO sono il tumore della mammella e del colon, l’epatocarcinoma, il tumore del polmone e del pancreas e il carcinoma a cellule renali Tumori benigni Angiomiolipoma, emangioma cavernoso del fegato, craniofaringioma, necrosi del tumore dermoide nella sindrome di Gardner Miscellanea ADEM (encefalomielite acuta disseminata), insufficienza surrenalica, aneurismi, anomalie del dotto toracico, dissecazione aortica, fistola aortoenterale, meningite asettica (sindrome di Mollaret), mixoma atriale, ingestione di lievito di birra, malattia di Caroli, emboli di colesterolo, cirrosi, sindrome epilettica parziale complessa, neutropenia ciclica, febbre da farmaco, malattia di Erdheim-Chester, alveolite allergica estrinseca, malattia di Fabry, malattia factitia, polmone del mangiafuoco, febbre fraudolenta, malattia di Gaucher, sindrome di Hamman-Rich (polmonite interstiziale acuta), encefalopatia di Hashimoto, ematomi, polmonite da ipersensibilità, ipertrigliceridemia, ipopituitarismo ipotalamico, idrocefalo normoteso idiopatico, pseudotumor infiammatorio, malattia di Kikuchi, dermatosi a IgA lineari, fibromatosi mesenterica, febbre da fumi di metallo, allergia alle proteine del latte, distrofia miotonica, osteite non batterica, sindrome tossica da polveri organiche, panniculite, POEMS (polineuropatia, organomegalia, endocrinopatia, proteina M, alterazioni cutanee), febbre da fumi polimerici, sindrome successiva a danno cardiaco, colangite biliare primitiva, iperparatiroidismo primitivo, embolia polmonare, pioderma gangrenoso, fibrosi retroperitoneale, malattia di Rosai-Dorfman, mesenterite sclerosante, emboli di silicone, tiroidite subacuta (di De Quervain), sindrome di Sweet (dermatosi neutrofilica febbrile acuta), trombosi, TINU (nefrite tubulointerstiziale con uveite), colite ulcerativa Disordini della termoregolazione Centrali Tumore cerebrale, accidenti cerebrovascolari, encefalite, disfunzioni ipotalamiche Periferici Displasia ectodermica anidrotica, ipertermia da attività fisica, ipertiroidismo, feocromocitoma Questa tabella include tutte le cause di FUO che sono state descritte in letteratura. CAPS include CINCA (sindrome cronica infantile neurologica cutanea articolare, anche nota come NOMID, malattia infiammatoria multisistemica a esordio neonatale), FCAS (sindrome autoinfiammatoria familiare da freddo) e la sindrome di Muckle-Wells. a b 176 Harrison 19 ed. - BOZZA 0160-0180_Parte02_Sez02_Cap023-026.indd 176 ISBN 978-88-08-18538-9 03/11/16 11:19 Febbre ≥ 38 °C e durata di malattia ≥ 3 settimane e nessuno stato di immunocompromissione Anamnesi ed esame obiettivo Interrompi trattamenti antibiotici e glucocorticoidi apit C Analisi obbligatorie: VES e PCR, emoglobina, conta piastrinica, conta totale e differenziale dei leucociti, elettroliti, creatinina, proteine totali, elettroforesi proteica, fosfatasi alcalina, AST, ALT, LDH, creatinchinasi, anticorpi antinucleo, fattore reumatoide, esame urine, emocolture (n = 3), urinocoltura, RX torace, ecografia addominale e test cutaneo della tubercolina olo 26 Escludi manomissioni del termometro Interrompi o sostituisci le terapie in corso per escludere la febbre da farmaci PDC assenti o confondenti Test diagnostici guidati Crioglobuline e fundoscopia DIAGNOSI FDG-PET/TC (o scintigrafia con leucociti marcati o con gallio) NO DIAGNOSI Scintigrafia anormale Scintigrafia normale Conferma dell’anormalità (es. biopsie, colture) Ripeti anamnesi ed esame obiettivo Esegui test invasivi secondo i PDC DIAGNOSI Febbre di origine sconosciuta PDC presenti NO DIAGNOSI DIAGNOSI NO DIAGNOSI TC del torace e dell’addome Biopsia dell’arteria temporale (≥ 55 anni) DIAGNOSI NO DIAGNOSI Condizioni stabili: Condizioni in aggravamento: Follow-up per nuovi PDC Ulteriori test diagnostici Considera FANS Considera tentativo terapeutico Figura 26-1 O A pproccio strutturato al paziente con FU . ALT: alanina aminotransferasi; AST: aspartato aminotransferasi; FANS: farmaci antinfiammatori non steroidei; FDG-PET/TC: tomografia ad emissione di positroni con 18F-fluorodeossiglucosio combinata con tomografia computerizzata a bassa emissione; LDH: lattato deidrogenasi; PCR: proteina C-reattiva; PDC: indizi potenzialmente diagnostici (tutti i segni focali, i sintomi e le anomalie che possono indirizzare verso la diagnosi); VES: velocità di eritrosedimentazione. della linfoadenopatia. Nonostante il gran numero di ecografie falsamente positive e di radiografie standard del torace relativamente poco sensibili, l’esecuzione di questi test semplici e poco costosi rimane obbligatoria in tutti i pazienti con FUO per separare i casi che sono di diagnosi facile da quelli che non lo sono. L’ecografia addominale viene preferita alla TC come test obbligatorio poiché costa relativamente meno, non comporta l’esposizione a radiazioni né effetti collaterali. Solo raramente le analisi biochimiche (al di là di quelle necessarie per definire la febbre del paziente come FUO) portano direttamente a definire la diagnosi in assenza di PDC. La resa diagnostica di una sierologia immunologica ulteriore rispetto a quella compresa fra le analisi obbligatorie è relativamente bassa. Questi test il più delle volte forniscono risultati falsamente positivi invece di veri positivi e sono di scarsa utilità in assenza di PDC che indirizzino verso specifici disordini immunologici. Data l’assenza di sintomi specifici in molti pazienti e il costo relativamente basso del test, sembra che la ricerca delle crioglobuline sia un’indagine di screening preziosa nei pazienti con FUO. Campioni multipli di sangue dovrebbero essere coltivati in laboratorio per un periodo di tempo abbastanza lungo da garantire ampi tempi di crescita anche a eventuali organismi difficili, come Harrison 19 ed. - BOZZA ISBN 978-88-08-18538-9 0160-0180_Parte02_Sez02_Cap023-026.indd 177 177 03/11/16 11:19 Febbre ricorrente Nei pazienti con febbre ricorrente, il percorso diagnostico dovrebbe consistere in un’accurata anamnesi, un attento esame obiettivo e nei test obbligatori. La ricerca dei PDC dovrebbe essere indirizzata a quegli indizi che si accompagnano a sindromi ricorrenti note (Tab. 26-3). Si dovrebbe chiedere ai pazienti di tornare durante un episodio febbrile, così che l’anamnesi, l’esame obiettivo e i test di laboratorio possano essere ripetuti durante la fase sintomatica. Ulteriori test, come l’imaging scintigrafico (vedi oltre), dovrebbero essere eseguiti solo durante un episodio febbrile, perché tra gli episodi potrebbero non esserci anomalie. Nei pazienti con febbre ricorrente da più di 2 anni, è molto poco probabile che la febbre sia causata da infezioni o neoplasie. Ulteriori test diagnostici in questa direzione dovrebbero essere considerati solo quando siano presenti PDC di infezione, sindromi vasculitiche o neoplasie, oppure quando le condizioni cliniche del paziente peggiorino. Tomografia a emissione di positroni con fluorodeossiglucosio La tomografia a emissione di positroni (positron emission tomography, PET) con 18F-fluorodeossiglucosio (FDG) è diventata una procedura codificata di imaging nella FUO. L’FDG si accumula nei tessuti con un’alta velocità di glicolisi, come si verifica non solo nelle cellule maligne, ma anche nei leucociti attivati, e questo permette di evidenziare processi infiammatori acuti e cronici. Il normale uptake può oscurare foci patologici a livello di cervello, cuore, intestino, reni e vescica. Nei pazienti con febbre, l’uptake del midollo osseo è frequentemente aumentato in modo aspecifico a causa dell’attivazione citochinica, che aumenta i trasportatori del glucosio nelle cellule del midollo osseo. In confronto alla scintigrafia convenzionale, la FDGPET offre il vantaggio di una migliore risoluzione, di una maggiore sensibilità per le infezioni croniche lievi e un elevato tasso di accuratezza sullo scheletro centrale. Inoltre, l’uptake vascolare dell’FDG è aumentato nei pazienti con vasculite. I meccanismi responsabili dell’uptake dell’FDG non permettono di differenziare tra infezioni, infiammazioni sterili e tumori maligni. Tuttavia, nei pazienti con FUO, poiché tutti questi disordini sono causa di FUO, la FDG-PET può essere utilizzata per indirizzare test diagnostici addizionali (per es. biopsie mirate) che possano condurre alla diagnosi finale. La migliore risoluzione anatomica che si ottiene attraverso l’integrazione diretta con la TC (FDG-PET/TC) ha ulteriormente migliorato l’accuratezza di questa modalità. Il tasso complessivo di utilità nella diagnosi finale della FUO è del 40% per la FDG-PET e del 54% per la FDG-PET/TC. In uno studio, la FDG-PET non è mai stata utile nella diagnosi di FUO nei pazienti con PCR e VES normali. In due studi prospettici di pazienti con FUO, la FDG-PET si è dimostrata superiore alla scintigrafia con 67 Ga-citrato, con una resa diagnostica superiore o simile e risultati che erano disponibili in ore invece che in giorni. In uno studio, la sensibilità della FDG-PET è risultata superiore a quella della scintigrafia con 111In-granulociti (86% vs 20%) nei pazienti con FUO. Sebbene le tecniche scintigrafiche non forniscano direttamente una diagnosi definitiva, spesso identificano la localizzazione anato Principali manifestazioni e quadri clinici delle malattie Scintigrafia L’imaging scintigrafico è un metodo non invasivo che permette di localizzare sedi di malattia in ogni parte del corpo sulla base delle modifiche funzionali dei tessuti. Questa procedura gioca un ruolo importante nella diagnosi dei pazienti con FUO nella pratica clinica. Le metodiche scintigrafiche convenzionali usate nella pratica clinica sono la scintigrafia con 67Ga-citrato, oppure con leucociti marcati con 111In o 99mTc. Processi infettivi o infiammatori focali possono essere rilevati attraverso molte altre tecniche radiologiche, come la TC, la RM e l’ecografia. Tuttavia, vista l’assenza di alterazioni patologiche significative in fase precoce, foci infettivi o infiammatori non possono essere rilevati in questa fase. Inoltre, distinguere lesioni infettive o infiammatorie attive da alterazioni residue di processi curati o da esiti chirurgici rimane difficile. Infine, la TC e la RM di solito forniscono informazioni solo su una parte del corpo, mentre la scintigrafia fornisce direttamente un imaging dell’intero corpo. PARTE 2 178 gli organismi HACEK. È importante informare il laboratorio dell’intenzione di cercare organismi inusuali. Quando l’anamnesi suggerisce la possibilità di microrganismi non comuni, come Histoplasma o Legionella, dovranno essere utilizzati terreni particolari. Effettuare più di tre emocolture o più di una urinocoltura è inutile nei pazienti con FUO in assenza di PDC (per es. un alto livello di sospetto clinico di endocardite). Ripetere la coltura di sangue o di urina è utile solo quando campioni coltivati precedentemente siano stati raccolti durante un trattamento antibiotico o entro una settimana dalla sua sospensione. Un caso di FUO con cefalea dovrebbe comportare una tempestiva analisi microbiologica del liquido cerebrospinale (LCS) per microrganismi come herpes simplex virus (HSV, soprattutto HSV-2), Cryptococcus neoformans e Mycobacterium tuberculosis. Nella tubercolosi del SNC, il LCS ha tipicamente una concentrazione elevata di proteine e una concentrazione bassa di glucosio con una pleiocitosi mononucleare. I livelli di proteine del LCS variano da 100 a 500 mg/dL nella maggior parte dei pazienti, la concentrazione di glucosio è < 45 mg/dL nell’80% dei casi e usualmente la conta di cellule nel CSF è compresa fra 100 e 500 cellule/μL. La sierologia microbiologica non dovrebbe essere inclusa nel percorso diagnostico del paziente con FUO in assenza di PDC per specifiche infezioni. Il TST è incluso fra le indagini obbligatorie, ma può comportare risultati falsamente negativi tra i pazienti con tubercolosi miliare, malnutrizione o immunosoppressione. Sebbene il test di rilascio dell’interferone γ sia meno influenzato da una precedente vaccinazione con il bacillo di Calmette-Guérin o dall’infezione da micobatteri non tubercolari, la sua sensibilità è simile a quella del TST; perciò, un TST negativo o un test di rilascio dell’interferone γ negativo non escludono la diagnosi di tubercolosi. La tubercolosi miliare è particolarmente difficile da diagnosticare. Una malattia granulomatosa su campioni bioptici di fegato o di midollo osseo, per esempio, dovrebbe sempre condurre a (ri)considerare questa diagnosi. Se si sospetta la tubercolosi miliare, la biopsia epatica alla ricerca di germi acido-resistenti, la coltura e la PCR forniscono probabilmente ancora la migliore resa diagnostica. Tuttavia, si può considerare anche la biopsia del midollo osseo, dei linfonodi o di altri organi coinvolti. La resa diagnostica dell’ecocardiografia, della radiografia dei seni, della valutazione radiologica o endoscopica del tratto gastrointestinale e della broncoscopia è molto bassa in assenza di PDC. Pertanto, questi test non dovrebbero essere utilizzati come procedure di screening. Dopo l’identificazione di tutti i PDC desunti dall’anamnesi, dall’esame obiettivo e dai test obbligatori, dovrebbe essere stilata una lista limitata alle diagnosi più probabili. Poiché la maggior parte delle indagini è utile solo per i pazienti con PDC della diagnosi ricercata, ulteriori procedure diagnostiche dovrebbero essere limitate a indagini specificamente indirizzate a confermare o escludere le patologie presenti su questa lista. Nella FUO, gli indicatori diagnostici sono molti e diversi, ma possono sfuggire alla valutazione iniziale, venendo spesso identificati solo attraverso un esame molto attento eseguito successivamente. In assenza di PDC, l’anamnesi e l’esame obiettivo dovrebbero quindi essere ripetuti periodicamente. Uno dei primi passi dovrebbe consistere nell’escludere la febbre factitia o fraudolenta, soprattutto in quei pazienti senza segni di infiammazione ai test di laboratorio. Tutti i farmaci, inclusi i farmaci da banco e gli integratori alimentari, dovrebbero essere sospesi precocemente nella valutazione per escludere la febbre da farmaco. Se la febbre persiste dopo 72 ore dalla sospensione del farmaco sospetto, è molto improbabile che questo farmaco ne sia la causa. Nei pazienti senza PDC o con PDC solo fuorvianti, nelle fasi diagnostiche precoci potrebbe essere utile una fundoscopia eseguita da un oculista. Quando i test diagnostici di prima linea non conducono alla diagnosi, dovrebbe essere eseguita una scintigrafia, soprattutto quando la VES e la PCR sono elevate. Harrison 19 ed. - BOZZA 0160-0180_Parte02_Sez02_Cap023-026.indd 178 ISBN 978-88-08-18538-9 03/11/16 11:19 TABELLA 26-3 Totalità delle cause di febbre ricorrente descrittea Infezioni Granuloma apicale, diverticolite, prostatite, batteriemia ricorrente dovuta a neoplasia del colon o a infezione focale persistente, cellulite ricorrente, colecistite o colangite ricorrente, polmonite ricorrente, sinusite ricorrente, infezioni ricorrenti del tratto urinario Batteriche, specificate Bartonellosi, brucellosi, gonococcemia cronica, meningococcemia cronica, febbre ricorrente da pidocchio (Borrelia recurrentis), melioidosi (Pseudomonas pseudomallei), febbre Q (Coxiella burnetii), salmonellosi, infezione da Spirillum minor, infezione da Streptobacillus moniliformis, sifilide, febbre ricorrente da zecca (Borrelia duttonii), tularemia, malattia di Whipple (Tropheryma whipplei), yersiniosi Fungine Coccidioidomicosi, paracoccidioidomicosi Parassitarie Babesiosi, malaria, toxoplasmosi, tripanosomiasi, leishmaniosi viscerale Virali Infezione da citomegalovirus, virus di Epstein-Barr, herpes simplex apit C Batteriche, non specificate olo 26 Malattie infiammatorie non infettive Spondilite anchilosante, sindrome da antifosfolipidi, anemia emolitica autoimmune, epatite autoimmune, sindrome di Behçet, crioglobulinemia, gotta, polimiosite, pseudogotta, artrite reattiva, policondrite ricorrente, lupus eritematoso sistemico Vasculiti Sindrome di Churg-Strauss, vasculite a cellule giganti/polimialgia reumatica, vasculiti da ipersensibilità, poliarterite nodosa, vasculite orticarioide Malattie granulomatose Epatite granulomatosa idiopatica, sarcoidosi Sindromi autoinfiammatorie Malattia di Still dell’adulto, sindrome di Blau, CAPSb (sindromi periodiche associate a criopirina), malattia di Crohn, DIRA (deficit di antagonisti dei recettori dell’interleuchina 1), febbre mediterranea familiare, sindrome emofagocitica, HIDS (sindrome da iperIgD, anche nota come deficit di mevalonato-chinasi), artrite idiopatica giovanile, sindrome PAPA (artrite piogenica), sindrome PFAPA (febbre periodica con aftosi, adenite e faringite), pericardite idiopatica ricorrente, SAPHO (sinovite, acne, pustolosi, iperostosi, osteomielite), sindrome di Schnitzler, TRAPS (sindrome periodica associata al recettore 1 per il fattore di necrosi tumorale) Febbre di origine sconosciuta Malattie sistemiche reumatiche e autoimmuni Neoplasie Linfoma angioimmunoblastico, malattia di Castleman, carcinoma del colon, craniofaringioma, malattia di Hodgkin, linfoma nonHodgkin, istiocitosi maligna, mesotelioma Miscellanea Insufficienza surrenalica, fistola aortoenterale, meningite asettica (sindrome di Mollaret), mixoma atriale, ingestione di lievito di birra, emboli di colesterolo, neutropenia ciclica, febbre da farmaco, alveolite allergica estrinseca, malattia di Fabry, malattia factitia, febbre a scopo di frode, malattia di Gaucher, polmonite da ipersensibilità, ipertrigliceridemia, ipopituitarismo ipotalamico, pseudotumor infiammatorio, febbre da fumi di metallo, allergia alle proteine del latte, febbre da fumi polimerici, embolia polmonare, mesenterite sclerosante Disordini della termoregolazione Centrali Disfunzioni ipotalamiche Periferici Displasia ectodermica anidrotica, ipertermia da attività fisica, ipertiroidismo, feocromocitoma Questa tabella include tutte le cause di febbre ricorrente che sono state descritte in letteratura. b CAPS include CINCA (sindrome cronica infantile neurologica cutanea articolare, anche nota come NOMID, malattia infiammatoria multisistemica a esordio neonatale), FCAS (sindrome autoinfiammatoria familiare da freddo) e la sindrome di Muckle-Wells. a mica di un particolare processo metabolico in corso e, con l’aiuto di altre tecniche come la biopsia e la coltura, facilita una diagnosi e un trattamento tempestivi. Un uptake patologico dell’FDG è velocemente eradicato dal trattamento con glucocorticoidi in molte patologie, incluse vasculiti e linfomi; per questo, l’uso dei glucocorticoidi dovrebbe essere sospeso o posticipato fino a dopo l’esecuzione della FDG-PET. I risultati riportati in letteratura e i vantaggi offerti dalla FDG-PET indicano che le tecniche di scintigrafia convenzionale dovrebbero essere rimpiazzate dalla FDG-PET/TC nell’indagine dei pazienti con FUO nelle istituzioni nelle quali tale tecnica sia disponibile. La FDG-PET/TC è una tecnica relativamente costosa, la cui disponibilità è ancora limitata se confrontata con quella della TC e della scintigrafia convenzionale. Ciò nonostante la FDG-PET/ TC può essere costo-efficace nel percorso diagnostico della FUO se usata in fase precoce, contribuendo a raggiungere una diagnosi precoce, riducendo i giorni di ospedalizzazione per intenti diagnostici ed evitando test non necessari o inutili. L O O TEST DIAGN STICI DI SEC NDA INEA In alcuni casi sono indicati test diagnostici più invasivi. Spesso le anomalie osservate nei test scintigrafici necessitano di essere confermate istologicamente o con colture di campioni bioptici. Se si apprezza una linfoadenopatia, è necessaria la biopsia linfonodale, anche quando i linfonodi affetti sono difficili da raggiungere. Nel caso di lesioni cutanee, deve essere effettuata una biopsia cutanea. In uno studio, l’esecuzione (alla luce dei PDC o delle anomalie risultate alla FDG-PET) di una resezione polmonare a cuneo, dell’esame istologico di una tonsilla recisa e della biopsia del peritoneo hanno permesso la diagnosi. Se non si ottiene una diagnosi definitiva nonostante esami di anatomia patologica o colture guidate dai PDC o dalle anomalie scintigrafiche, dovrebbero essere presi in considerazione test di screening di secondo livello (Fig. 26-1). In tre studi, la resa diagnostica dello screening mediante TC toracica e addominale nei pazienti con FUO era del 20% circa. La specificità della TC del torace era dell’80%, mentre quella della TC dell’addome variava fra il 63 e l’80%. Nonostante la specificità relativamente limitata della TC dell’addome e del valore aggiunto verosimilmente limitato della TC del torace dopo una FDG-PET normale, la TC toracica e addominale dovrebbe essere eseguita come procedura di screening in fasi successive del protocollo diagnostico, per la sua natura non invasiva e la sua alta sensibilità. L’aspirato midollare solo raramente è utile in assenza di PDC per disturbi del midollo osseo. Con l’aggiunta della FDG-PET, che è molto sensibile nel riscontrare i linfomi, i carcinomi e l’osteomielite, il valore della biopsia del midollo osseo come procedura di screening è probabilmente ulteriormente ridotto. Molti studi hanno dimostrato un’alta prevalenza di arterite a cellule Harrison 19 ed. - BOZZA ISBN 978-88-08-18538-9 0160-0180_Parte02_Sez02_Cap023-026.indd 179 179 03/11/16 11:19 ANAKINRA L’interleuchina (IL) 1 è una citochina chiave nell’infiammazione locale e sistemica e nella risposta febbrile. La disponibilità di un agente specificamente indirizzato su IL-1 ha evidenziato il ruolo patologico dell’infiammazione IL-1-mediata in una lista crescente di patologie. Anakinra, una forma ricombinante dell’antagonista naturale del recettore dell’IL-1 (IL-1Ra), blocca l’attività sia di IL-1α che di IL-1β. Anakinra è estremamente efficace nel trattamento di molte sindromi autoinfimmatorie, come la febbre mediterranea familiare, la sindrome periodica associata alle criopirine, le sindromi periodiche associate al recettore per il fattore di necrosi tumorale, la sindrome da iper-IgD e la sindrome di Schnitzler. Esiste una lista crescente di altri disturbi infiammatori cronici nei quali la riduzione dell’attività IL-1 può essere molto efficace. Si può considerare un tentativo terapeutico con anakinra nei pazienti nei quali la FUO non abbia ricevuto una diagnosi eziologica dopo i test diagnostici di secondo livello. Sebbene la maggior parte delle condizioni infiammatorie croniche senza una base nota possa essere controllata con i glucocorticoidi, la monoterapia con i bloccanti dell’IL-1 può garantire un miglior controllo senza gli effetti collaterali metabolici, immunologici e gastrointestinali della somministrazione dei glucocorticoidi. OL O TERAPIA ANTIBI TICA E ANTITUBERC ARE La terapia antibiotica o antitubercolare può diminuire irrevocabilmente la probabilità di coltivare batteri difficili o micobatteri. In ogni caso, l’instabilità emodinamica del paziente e la neutropenia sono una corretta indicazione per una terapia antibiotica empirica. Se il TST è positivo o se è presente una malattia granulomatosa con anergia e la sarcoidosi sembra improbabile, dovrebbe essere iniziato un tentativo terapeutico per la tubercolosi. Specialmente nella tubercolosi miliare, può essere molto difficile ottenere una diagnosi rapida. Se la febbre non risponde dopo 6 settimane di trattamento antitubercolare empirico, dovrebbe essere considerata un’altra diagnosi. JJPR GN SI 180 O O O L OL C CHICINA, FANS E G UC C RTIC IDI La colchicina è molto efficace nel prevenire gli attacchi di febbre mediterranea familiare, ma non è molto efficace quando l’attacco sia ormai ben avviato. Quando si sospetti la febbre mediterranea familiare, la risposta alla colchicina non è uno strumento diagnostico del tutto affidabile in fase acuta, O Tentativi terapeutici empirici con antibiotici, glucocorticoidi o farmaci antitubercolari dovrebbero essere evitati nei pazienti con FUO, eccetto quando le condizioni del paziente siano rapidamente ingravescenti dopo che i sopracitati test diagnostici non abbiano permesso una diagnosi definitiva. ma con il trattamento a base di colchicina la maggior parte dei pazienti mostra miglioramenti significativi nella frequenza e nella gravità degli attacchi febbrili successivi entro settimane o mesi. Se la febbre persiste e la fonte rimane elusiva dopo il completamento degli studi di fase tardiva, può essere utile il trattamento di supporto con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). La risposta della malattia di Still dell’adulto ai FANS è drammatica in alcuni casi. Gli effetti dei glucocorticoidi sull’arterite a cellule giganti e sulla polimialgia reumatica sono ugualmente significativi. Trattamenti empirici precoci con i glucocorticoidi, peraltro, diminuiscono le probabilità di raggiungere una diagnosi per la quale potrebbero essere più appropriati trattamenti più specifici e talvolta salvavita, come accade per il linfoma maligno. La capacità dei FANS e dei glucocorticoidi di mascherare la febbre, permettendo il diffondersi di infezioni o linfomi, comporta che il loro utilizzo debba essere evitato, a meno che malattie infettive e linfomi maligni non siano stati ampiamente esclusi e che una malattia infiammatoria sia probabile e debilitante o minacciosa per la vita. O Principali manifestazioni e quadri clinici delle malattie Febbre di origine sconosciuta T rattamentO PARTE 2 giganti fra i pazienti con FUO, con percentuali che superano il 17% fra i pazienti anziani. L’arterite a cellule giganti spesso coinvolge le arterie di grosso calibro e, nella maggior parte dei casi, può essere diagnosticata attraverso la FDG-PET. Tuttavia, la biopsia dell’arteria temporale è ancora raccomandata per i pazienti con età ≥ 55 anni, in una fase successiva del protocollo diagnostico: la FDG-PET non sarà utile nelle vasculiti limitate all’arteria temporale per via del piccolo diametro di questi vasi e dell’alto livello di uptake del FDG nel cervello, che maschera la captazione locale. In passato, la biopsia epatica è stata spesso utilizzata come procedura di screening nei pazienti con FUO. In due studi recenti, la biopsia epatica come parte di una fase successiva del protocollo diagnostico di screening si è rivelata utile solo in un paziente. Inoltre, test epatici anormali non sono predittivi di una biopsia epatica diagnostica nella FUO. La biopsia epatica è una procedura invasiva che comporta la possibilità di complicanze e anche di morte. Pertanto, non dovrebbe essere utilizzata con intenti di screening nei pazienti con FUO, ad eccezione di quelli con PDC per patologie epatiche. Nei pazienti con febbre inspiegabile dopo tutte le succitate procedure, l’ultimo step nel percorso diagnostico – con una resa diagnostica solo marginale – comporta un costo straordinario sia in termini di spesa che di disagio per il paziente. Sono raccomandate la ripetizione di un’attenta anamnesi e di un accurato esame obiettivo e la revisione dei risultati di laboratorio e delle indagini di imaging (inclusi quelli da altri ospedali). Il ritardo diagnostico spesso deriva dal mancato riconoscimento dei PDC tra le informazioni disponibili. In questi pazienti con FUO persistente, aspettare che si manifestino nuovi PDC è probabilmente meglio che prescrivere ulteriori indagini di screening. Solo quando le condizioni del paziente peggiorano senza comportare nuovi PDC dovrebbe essere effettuato un ulteriore approfondimento diagnostico. I tassi di mortalità legati alla FUO sono continuamente diminuiti nelle ultime decadi. La maggior parte delle febbri è causata da malattie curabili e il rischio di morte correlato alla FUO dipende, ovviamente, dalla malattia sottostante. In uno studio del nostro gruppo (Tab. 26-1), nessuno dei 37 pazienti con FUO senza una diagnosi è morto durante un periodo di follow-up di almeno 6 mesi; 4 dei 36 pazienti con una diagnosi sono morti a causa di un’infezione (n = 1) o di una neoplasia maligna (n = 3). Altri studi hanno inoltre dimostrato che le neoplasie rendono conto della maggior parte delle morti associate alla FUO. I linfomi non Hodgkin comportano un tasso di mortalità particolarmente elevato. Nella FUO non neoplastica, i tassi di mortalità sono molto bassi. L’esito positivo nei pazienti senza una diagnosi conferma che malattie occulte potenzialmente letali sono molto rare e che la terapia empirica con antibiotici, farmaci antitubercolari o glucocorticoidi è raramente richiesta nei pazienti stabili. Nelle regioni del mondo meno sviluppate le malattie infettive sono ancora una causa maggiore di FUO e gli esiti possono essere diversi. Harrison 19 ed. - BOZZA 0160-0180_Parte02_Sez02_Cap023-026.indd 180 ISBN 978-88-08-18538-9 03/11/16 11:19