Giovanni Artico e Guerrino Cravin Un progetto di disinquinamento per la laguna Una sinergia d’intenti che ha lo scopo di salvaguardare una delle aree umide più importanti al mondo. Con Giovanni Artico e Guerrino Cravin parliamo del Progetto Integrato Fusina, nato per tutelare la Laguna di Venezia La Laguna di Venezia è una delle aree umide più importanti del mondo per le sue caratteristiche morfologiche, idrogeologiche e ambientali. È inoltre una zona densamente urbanizzata con oltre 1.000.000 di abitanti, oltre ad essere una delle principali aree industriali italiane. Gli effetti derivanti dall’attività umana su un territorio così delicato hanno un forte impatto sull’equilibrio ambientale, con innegabili ripercussioni sull’intera area e i suoi abitanti. Si tratta pertanto di un’area in cui è assolutamente indispensabile intervenire con progetti di politica ambientale, per evitare ripercussioni pericolose sull’intero territorio e i suoi abitanti. È per questo scopo che è nato il Progetto 106 • DOSSIER • VENETO 2012 Nicoletta Bucciarelli Integrato Fusina (PIF), un’evoluzione del preesistente impianto di depurazione di Fusina in “Piattaforma Multifunzionale”, ammodernando i processi biologici e introducendo trattamenti primari chimico-fisici seguiti da un sistema di fito-depurazione nell’area umida denominata “Cassa di Colmata A”. Ne abbiamo discusso con Giovanni Artico, a capo della Direzione Regionale Progetto Venezia, Commissario Straordinario per il Recupero Territoriale e Ambientale di Venezia Porto Marghera e Responsabile Unico per la Concessione del PIF e con Guerrino Cravin, amministratore delegato di SIFA – Concessionario della Regione Veneto per il PIF. Come è nato il “Progetto Integrato Fusina”? GIOVANNI ARTICO: «Il progetto nasce da esigenze condivise e sinergie d’intenti fortemente connesse alle necessità di salvaguardia e tutela del territorio. Queste necessità hanno portato a raccogliere una grande sfida di politica ambientale, culminata con l’adozione da parte della Regione Veneto del “Piano per la prevenzione dell’inquinamento e il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante nella La- guna di Venezia – Piano Direttore 2000”. Il Piano individua alcuni obiettivi il cui raggiungimento è imprescindibile per il mantenimento dell’equilibrio del delicato sistema della Laguna di Venezia; tra questi, la diminuzione di sostanze nutrienti quali azoto e fosforo sversati nel Bacino Scolante nella Laguna di Venezia e la riduzione di sostanze microinquinanti attraverso l’adozione di tecniche industriali all’avanguardia per la depurazione. Queste le premesse che hanno portato la Giunta della Regione Veneto ad adottare il progetto dell’opera denominata “Progetto Integrato Fusina” quale evoluzione dell’allora impianto di depurazione di Fusina in “Piattaforma Multifunzionale”, ammodernando i processi biologici e introducendo trattamenti primari chimico-fisici e un sistema di fito-depurazione nell’area umida denominata “Cassa di Colmata A”, con il successivo allontanamento a mare dei reflui trattati». Quali sono i vantaggi portati dal PIF per l’area interessata? G.A.: «Il PIF è la più grande opera pubblica di disinquinamento mai realizzata nella zona di Venezia. Ne consegue che il vantaggio di maggior rilievo sia ridurre lo sversamento di sostanze inquinanti nella Laguna di Venezia, con una progressiva opera di di- Il PIF è la più grande opera pubblica di disinquinamento mai realizzata nella zona di Venezia. Con essa si ridurrà lo sversamento di sostanze inquinanti nella Laguna sinquinamento di tutto il territorio veneziano e un controllo centralizzato delle rese depurative. Con questa struttura offriamo inoltre un servizio importante alle attività produttive insediate nel sito d’interesse Nazionale di Venezia – Porto Marghera nell’ambito di uno sviluppo sostenibile». Quali le tempistiche e i costi complessivi? GUERRINO CRAVIN: «Le sezioni impiantistiche sono state già ultimate nel 2012 e dopo l’opportuno avviamento propedeutico, con il primo gennaio 2013 verrà avviata la gestione. L’intera opera è stata finanziata per il tramite di un’operazione di project financing del valore di 200.000.000 di euro nel quale Regione del Veneto e privati hanno concorso in parti uguali». Quali sono le motivazioni più importanti che hanno spinto alla realizzazione di VENETO 2012 • DOSSIER • 107 Giovanni Artico e Guerrino Cravin SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO 200 mln IL COSTO PER LA REALIZZAZIONE DEL PIF. L’INTERA OPERA È STATA FINANZIATA ATTRAVERSO UN’OPERAZIONE DI PROJECT FINANCING DALLA REGIONE DEL VENETO E DA PRIVATI questo progetto? G.A.: «La Regione Veneto ha assunto l’impegno di investire su un sistema ingegneristico molto complesso e altamente all’avanguardia, i cui risultati conferiscono quotidianamente ulteriori motivazioni nella prosecuzione dello stesso, con la consapevolezza di agire per il bene del territorio. Un progetto in cui si coniugano gli obiettivi della Pubblica amministrazione con gli strumenti dell’imprenditoria in una finalità legata al bene comune, un’operazione di risanamento 108 • DOSSIER • VENETO 2012 ambientale che non ha eguali nel territorio veneziano». In che modo l’“Impianto polifunzionale integrato” è in grado di tutelare l’ambiente coinvolto? G.C.: «L’impianto polifunzionale integrato è un vero e proprio filtro in grado di trattare le acque di prima pioggia dell’area di Marghera, i reflui industriali prodotti dalle attività degli stabilimenti produttivi insediati nell’area, le acque di falda inquinate derivanti dai lavori di messa in sicurezza del Sito di Interesse Nazionale di Venezia – Porto Marghera. Notevole rilievo ricopre la Cassa di Colmata, un’area naturalistica deputata all’affinamento dei reflui di origine civile, ad oggi uno dei più grandi siti europei di fitodepurazione, che in un non lontano futuro diverrà liberamente fruibile ad usi ricreativi e scientifici (si pensi al birdwatching). I reflui trattati vengono poi avviati al riuso, consentendo la riduzione di utilizzo di risorse idriche per scopi industriali. La parte di reflui trattati e non riutilizzati verrà poi avviata fuori dalla laguna. Il PIF è risultato vincitore della sezione “Industriale” del premio “Pianeta Acqua 2011”». Quali ostacoli avete dovuto superare per la realizzazione del PIF? «Gli ostacoli principali che abbiamo dovuto affrontare sono da imputare alla complessità dell’opera, che ci ha seriamente impegnati in tutte le fasi della realizzazione, e alla recessione industriale che ha fatto venire meno molte realtà produttive insediate all’interno del Sito di Interesse Nazionale di Venezia – Porto Marghera. Il confronto con il mutato scenario socio-economico industriale ci ha portato, in progress, a un adeguamento del progetto che ne tenesse conto». In futuro quali nuovi progetti avete in serbo per SIFA? G.A.: «Una maggiore ottimizzazione della gestione e delle risorse, il potenziamento delle attività in essere al fine di fornire un servizio sempre più soG.A.: stenibile per gli utenti e per il territorio, ed eventualmente il potenziamento della piattaforma». La crisi tocca da vicino, ovviamente, gli investimenti nelle opere pubbliche. Sulla base della vostra esperienza, la formula del Project Financing potrebbe agevolare la ripresa dell’economia? G.A.: «L’intervento del pubblico ha da sempre rappresentato un importante fattore di crescita economica e di impatto sociale. Le motivazioni che hanno generato in Italia l’esigenza di guardare al project financing quale mezzo non più alternativo nella realizzazione di opere di pubblica utilità sono determinate proprio dalla minore possibilità d’indebitamento pubblico e dai vincoli imposti dal Patto di stabilità. Oggi la finanza di progetto, per il tramite della quale si riescono a contemperare gli interessi pubblici con la realizzazione di opere aventi finalità collettive e gli interessi imprenditoriali del privato, può rappresentare un importante volano di crescita per l’economia italiana». Dove si orienteranno i prossimi investimenti? G.C.: «Essendo una società di scopo per l’attuazione di un project financing, tutti i nostri sforzi saranno orientati a migliorare la resa e il potenziamento delle attività, ad esempio attraverso l’integrazione della rete di adduzione, nonché la potenzialità dell’impianto polifunzionale integrato esistente». Giovanni Artico è Responsabile Unico per la Concessione del PIF. Guerrino Cravin è amministratore delegato di SIFA www.regione.veneto.it VENETO 2012 • DOSSIER • 109