Critica a Hegel

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DOPO HEGEL
Hegel muore nel 1831
I filosofi contemporanei o immediatamaente successivi ad Hegel si rapportano ad esso in modo
diverso, ma sempre critico.
È possibile individuare tre diverse correnti:
1. i PROSECUTORI DELL’HEGELISMO: seppur in modo critico portano avanti la filosofia di
Hegel. A loro volta si dividono in DESTRA e SINISTRA hegeliana;
2. gli ANTI-HEGELIANI: si discostano da Hegel perchè contrari ad ogni forma di razionalità. Alla
sua esasperata ricerca della razionalità, rivendicando la natura irrazionale della realtà
Rientrano in questo gruppo: SCHOPENHAUER, KIERKEGAARD e NIETZSCHE;
3. gli ANTI-EGELIANI di stampo razionalistico: questa terza corrente rinfaccia ad Hegel di aver
elaborato una filosofia razionale in cui però la ragione in questione non è quella della scienza
di tipo illuministico, ma è quella dialettica. Essa è rappresentata dal POSITIVISMO. I Positivisti
sono sostenitori della superiorità della scienza in ogni ambito della conoscenza e della realtà.
Tesi portante del Positivismo è l'identificazione totale della ragione e, in generale, di ogni
conoscenza, con la scienza (a cui Hegel non aveva dato molto peso), come se ciò che esula
dalla scienza non potesse costituire in alcun modo la conoscenza.
A. DESTRA E SINISTRA HEGELIANA
I discepoli di Hegel si dividono in due principali correnti, in forte dissenso sulle concezioni
filosofiche, politiche e, soprattutto, sulla questione religiosa.
Nel 1837, David Strauss, denominò queste due correnti: Destra hegeliana e Sinistra hegeliana, in
riferimento alla posizione in aula dei parlamentari francesi (destra: conservatori – sinistra:
progressisti-rivoluzionari).
La destra, o “vecchi hegeliani” è rappresentata prevalentemente da professori universitari,
inquadrati nell’ordine borghese dello Stato prussiano. Essa non presenta nessun pensiero
originale e tende a conciliare la filosofia di Hegel con l’ortodossia religiosa e l’assolutismo politico.
La sinistra, o “giovani hegeliani” include invece nomi di enorme rilievo le cui posizioni radicali si
spinsero fino all’ateismo (Feuerbach) e al comunismo (Marx). È più importante dal punto di vista
storico, più critica e più razionale.
MOTIVI DI DISSENSO
1) LEGITTIMAZIONE O CRITICA DELL’ESISTENTE
Nel pensiero hegeliano convivono tranquillamente un aspetto rivoluzionario (ciò che è razionale è
reale), secondo il quale tutto ciò che è giusto deve essere realizzato, e un aspetto conservatore
(ciò che è reale è razionale), secondo il quale le cose così come sono vanno bene, in quanto
manifestazioni di una razionalità profonda.
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La sinistra coglie nella filosofia di Hegel il continuo cambiamento dialettico della realtà e, così
facendo, “legge” in chiave progressista e spesso rivoluzionaria la tesi 'tutto ciò che è razionale è
reale'. Interpreta il pensiero di Hegel in chiave dinamica, finendo per concepire la filosofia come
critica dell’esistente.
La destra, invece, preferisce l’assunto 'tutto ciò che è reale è razionale', dandone
un’interpretazione
fortemente stagnante e conservatrice, ostile ad ogni tipo di cambiamento.
Sostiene l’identità ontologica fra realtà e ragione, assumendo una posizione giustificatrice nei
confronti dell’esistente.
2) CONSERVAZIONE O DISTRUZIONE DELLA RELIGIONE
Il Cristianesimo è compatibile con la filosofia hegeliana ?
Hegel afferma che filosofia e religione esprimono uno stesso contenuto (l’Assoluto) in forme
diverse: la religione nella forma della rappresentazione e la filosofia nella forma del concetto.
Destra e sinistra interpretano in modo opposto tale assunto.
- La destra, legata ai valori della religione e della Chiesa, ritiene che il sistema di Hegel PREVEDE
L’ESISTENZA DI DIO e sia quindi sicuramente COMPATIBILE con i dogmi del Cristianesimo
(immortalità dell’anima, mistero della Trinità...). Hegel, infatti, aveva insistito sul fatto che i
contenuti della filosofia e quelli della religione cristiana coincidessero. La posizione di Hegel viene
interpretata come uno sforzo per rendere la fede compatibile con il pensiero moderno. I “vecchi
hegeliani” ritengono definite, in Hegel, le verità essenziali del Cristianesimo
FILOSOFIA = CONSERVAZIONE DELLA RELIGIONE
- La sinistra, invece, ritiene che nel sistema hegeliano non ci sia NECESSITÀ DI DIO in quanto
Hegel aveva sottolineato la superiorità della filosofia sulla religione, sostenendo che la filosofia
esprime gli stessi contenuti della religione cristiana, ma ad un livello incalcolabilmente superiore e
che la religione, pur contenendo la stessa verità della filosofia, non la presentava nè la investigava
nella maniera giusta. La sinistra hegeliana è convinta che ormai la religione fosse stata
definitivamente superata dalla filosofia. La religione non ha alcuna funzione conoscitiva, ciò che
dev’essere rivaqlutato è la filosofia perchè essa usa la ragione.
I “giovani hegeliani” sostengono l’incompatibilità tra filosofia e fede. Cominciano così ad
evidenziarsi posizioni atee: l’uomo può conoscere se stesso solo dopo aver eliminato la religione
FILOSOFIA = DISTRUZIONE DELLA RELIGIONE
3) CONCEZIONE POLITICA
Nel 1840 circa, quando l’intera Europa è attraversata dai moti rivoluzionari, il conflitto
destra/sinistra si allarga al terreno politico.
- La destra appoggia la monarchia prussiana conservatrice; sostiene, grosso modo, che lo Stato
prussiano, con le sue istituzioni e le sue realizzazioni economiche e sociali, debba venir visto come
il punto di approdo della dialettica, come la massima realizzazione della razionalità dello spirito. Lo
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Stato prussiano è visto come punto d’arrivo della dialettica storica ed espressione della razionalità
dello spirito.
- La sinistra, rivoluzionaria, sostiene, invece, posizioni radicali che mirano ad un “ribaltamento”
dello Stato prussiano. Dichiara che la teoria della dialettica implica l’impossibilità di “arrestarsi ad
un assetto determinato”: è impossibile che la storia si fermi ad una determinata configurazione
politica (monarchia costituzionale prussiana di Hegel) ed è necessario superare tale assetto
negandolo e facendo sì che si realizzi una più alta razionalità.
IN SINTESI: LA DESTRA USA LA DIALETTICA HEGELIANA COME GIUSTIFICAZIONE DELLO STATO ESISTENTE,
MENTRE LA SINISTRA, IN NOME DELLA DIALETTICA, INTENDE NEGARE LO STATO ESISTENTE.
B. CRITICA A HEGEL
La polemica all’idealismo hegeliano può essere riassunta con quattro termini, ognuno riconducibile
ad uno specifico filosofo ed al suo pensiero:
1. RIFIUTO → ARTHUR SCHOPENHAUER
All’ottimismo cosmico PANLOGISTICO di Hegel (tutto è logos: la realtà è intesa come
manifestazione necessaria del Logos o della Ragione, il reale non è che il concreto farsi del
razionale e pertanto si identifica con esso) Schopenhauer contrappone un RADICALE PESSIMISMO
IRRAZIONALISTICO, dovuto anche all’esito dei moti rivoluzionari del 1848. Vedere nel mondo la
perfezione di un sistema, l'organizzazione provvidenziale di una qualunque sorta di Dio, Spirito,
Sostanza o Ragione, è solo “un'illusione consolatoria”.
Nella sua opera più importante “Il mondo come volontà e rappresentazione” egli espone il perchè
del suo pessimismo: la volontà di vivere è causa di sofferenza per tutti gli esseri conoscenti, in
quanto, essendo volontà, pretende in continuazione, senza mai essere soddisfatta. Ciò vale
soprattutto per l'uomo, la cui maggiore razionalità fa sì che egli sia infinitamente più consapevole di
sé rendendo la sua vita più dolorosa rispetto a quella degli altri animali (infatti, a differenza degli
animali, l'uomo sa di dover morire, e si rappresenta oltre al dolore presente, anche dolori passati
ed ansie future). Schopenhauer RIFIUTA a tal punto l’IDEALISMO, considerato polemicamente
“filosofia delle università” al servizio non della verità, ma di interessi volgari quali il successo e il
potere, da ritenere Hegel un “sicario della verità”, “un ciarlatano pesante e stucchevole”.
(Schopenhauer è uno dei massimi teorici del pessimismo).
2. ROTTURA → SØRER KIERKEGAARD → FILOSOFIA DELL’ESISTENZA
Il pensiero di Kierkegaar è strettamente connesso a quello hegeliano, nonostante ciò egli contesta
radicalmente Hegel spezzandone e sbriciolandone il sistema. L’antihegelismo di Kierkegaad è
parte integrante della sua difesa dell’ “esistenza”.
Contro l’armonia del sistema razionale di Hegel, Kierkegaar afferma l’IRRIDUCIBILITÀ
DELL’ESISTENZA INDIVIDUALE, dominata dalla POSSIBILITÀ (a cui si lega il concetto di angoscia).
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Alla riflessione oggettiva, contrappone la riflessione soggettiva, connessa con l’esistenza; il singolo
è superiore al genere (solo nell’uomo); questo è l’insegnamento fondamentale del cristianesimo ed
è il punto di partenza per combattere contro la filosofia hegeliana e tutte le filosofie che utilizzano
la riflessione oggettiva.
3. CAPOVOLGIMENTO → LUDWIG FEUERBACH (sinistra hegeliana)
Feuerbach, come Kierkegaard, contesta radicalmente il sistema hegeliano, ma anzichè spezzarlo
lo CAPOVOLGE e ROVESCIA. Intende sostituire la filosofia dell’assoluto con la FILOSOFIA
DELL’UOMO. Secondo kierkegaard, Hegel non tiene abbastanza in considerazione l’essere
sensibile, materiale e da’ un’importanza eccessiva al pensiero. Per Feuerbach il concreto non è
predicato o attributo dell’astratto, ma viceversa: l’idealismo offre una visione rovesciata delle cose
in cui ciò che viene realmente prima (il concreto, la causa) figura come ciò che avviene dopo, e ciò
che viene realmente dopo (l’astratto, l’effetto) figura come ciò che viene prima.
Il pensiero hegeliano rappresenta una razionalizzazione della teologia: lo spirito hegeliano ha
trasposto la realtà sul piano del pensiero e si rapporta all’uomo concreto come il Dio della religione
si relaziona alla natura umana (lo spirito sta all’uomo come Dio sta alla natura umana). Feuerbach
propone una “FILOSOFIA DELL’AVVENIRE” che ponga al centro l’uomo concreto e naturale al
quale dev’essere ricondotto tutto lo sviluppo della realtà (UMANESIMO NATURALISTICO). Feurbach
propone un ateismo positivo in cui sostituire l’amore per Dio con l’amore per l’uomo.
4. DEMISTIFICAZIONE → KARL MARX (sinistra hegeliana) → FILOSOFIA DELLA “PRASSI”
Marx si propone, come Feuerbach, di capovolgere l’hegelismo facendolo camminare “sui piedi”
anzichè “sulla testa”. Tuttavia egli non si limita a porre al centro della filosofia l’UOMO CONCRETO,
ma interpreta quest’ultimo in termini SOCIO-ECONOMICI avanzando l’esigenza di una radicale
DEMISTIFICAZIONE (ricondunzione di un'idea a una dimensione reale, criticandone l'immagine
apparente: rendere palese che qualcosa è ingannevole; evidenziazione dell'aspetto reale di un
comportamento, di un'ideologia ecc., che viene così sfrondato dei suoi tratti esteriori, spesso
ingannevoli) del concetto idealistico di spirito; critica Hegel così come si presenta nelle sue
APPARENZE o IMMAGINI ufficiali sostituendole con caratteristiche reali.
Feuerbach e Marx contestano l’assunto di base del sistema hegeliano (relativo all’identità
realtà/ragione): l’inutilità sostanziale di modificare la realtà.
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