perio tribune - Dental Tribune International

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PERIO TRIBUNE
The World’s Periodontic Newspaper • Italian Edition
Allegato n. 1
di Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2016 - anno XII n. 10
Ottobre 2016 - anno IV n. 1
www.dental-tribune.com
The role of melatonin
in periodontal and periimplant bone homeostasis
and regeneration
IL PRIMO IBRIDO TRIFUNZIONALE
LA PRIMA SUPERFICIE
NANOTECNOLOGICA
con cristalli DCD per sviluppare
un alto livello di BIC nelle prime
due settimane (70-80%)
P. Galindo Moreno, G. Avila Ortiz, H. Wang,
M. Padial Molina, I. Ortega Ollera, F. O’Valle
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Complessivo
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L’articolo è stato pubblicato su Journal of Oral Science & Rehabilitation No. 2, 2016
T1 Tecnologia Bone
IL PRIMO IBRIDO
DI NUOVA GENERAZIONE
per contrastare efficacemente
la perimplantite
Introduction
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T2 Tecnologia Safe
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Numerous
systemic
hormonal
changes are known to be associated
with aging.1 Some conditions linked
to circadian rhythms and age may
alter bone metabolism, resulting
in changes in immune activity or
bone-associated pathologies,2 such
as periodontal disease. These disorders may be associated with alterations in normal levels of melatonin.3,4
Melatonin
(N-acetyl-5-methoxytryptamine), a hormone that is endogenously synthesized, primarily
in the pineal gland, is a molecule with
intense antioxidant activity5 and a
wide range of biological actions, notably in the control of metabolism
and bone development.6 Melatonin
is currently used in therapies as a
coadjuvant in cancer therapy,7 for
antiaging,8 as an immunostimulatory agent9 or as a sleep regulator,10
as well as to increase bone density
in menopausal patients11 (Fig. 1). It
is reported that salivary melatonin
is released by the acinar cells of the
major salivary glands and the gingival crevicular luid. It follows a
circadian rhythm, with the highest
values at night. Moreover, in the
oral cavity, melatonin can act both
by receptor-mediated and by receptor-independent pathways.12 Therefore, through complex molecular
pathways that have gained special
interest for the research community
in periodontology, it may play a role
in alveolar periodontal and periimplant bone maintenance and regen-
Resistenze batteriche
Occorre valutarle
Fondamentale per le terapie mediche
e parodontali
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La ricerca e i risultati dimostrano
sempre di più le dificoltà di azione
delle terapie antibiotiche, e alcuni
lavori ci dimostrano come avvengono le resistenze dei patogeni. Nelle
terapie orali questi meccanismi devono essere conosciuti al ine di determinare la scelta dell’antibiotico
in relazione alle resistenze presenti. In questo articolo viene fatto il
punto sulle resistenze batteriche in
senso generale e le valutazioni speciiche nel cavo orale.
Valutazione generale
I batteri che aderiscono a dispositivi
medici applicati nel cavo orale, o in
altri distretti corporei, o nel tessu-
to danneggiato possono diventare
causa di infezioni persistenti. Questi batteri si racchiudono in una
matrice idratata formata da polisaccaridi e proteine, formando un strato viscido conosciuta come bioilm:
questo è il problema. L’analisi microscopica diretta delle superici colonizzate mostra aggregati densi dei
batteri tenuti insieme da polimeri
extracellulari. La formazione del
bioilm è importante perché questa
modalità di crescita è associata alla
natura cronica delle successive infezioni e, con la loro intrinseca resistenza, alla terapia antibiotica.
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eration. Melatonin is an amphiphilic
molecule that is able to cross most
biological barriers. It can exert its effect by binding to G-protein-coupled
membrane receptors (MT1 and MT2)
or by penetrating the cell through
a speciic family of transmembrane
channels,13 subsequently initiating
a nuclear or cytoplasmic molecular
cascade. When it reaches the nuclei,
melatonin binds to a subfamily of nuclear receptors key in regulating bone
metabolism, the RZR (retinoid Z receptor)/ROR (retinoid orphan receptor)
receptor.14
> pagina 22
WEB ARTICLE
18 Speciale
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Perio Tribune Italian Edition - Ottobre 2016
Valutare le resistenze batteriche è fondamentale
per le terapie mediche e parodontali
< pagina 17
Parodontite, infezione polmonare
cronica e pazienti affetti da ibrosi cistica sono esempi di malattie
diverse, ma che presentano un’associazione comune; sono patologie
associate alla presenza dei bioilm.
Varie infezioni nosocomiali come
quelle connesse all’uso di cateteri venosi centrali, cateteri urinari,
protesi e valvole cardiache, devices
ortopedici ecc. sono chiaramente
associate a bioilm aderenti alla supericie del biomateriale. Queste infezioni condividono caratteristiche
comuni, anche se le cause microbiche e i siti di accoglienza variano
notevolmente. La più importante di
queste caratteristiche è che i batteri
nel bioilm sono in grado di eludere
le difese dell’ospite e resistono alla
terapia antimicrobica. Modelli di
bioilm in vitro hanno dimostrato
la sopravvivenza batterica, dopo il
trattamento con antibiotici, a concentrazioni centinaia, o addirittura
migliaia, di volte più alte della minima concentrazione inibente dei
batteri misurata in culture.
I meccanismi noti di resistenza agli
antibiotici, come pompe di lusso,
enzimi che si modiicano, mutazioni ecc. non sembrano essere responsabili per la protezione dei batteri in
un bioilm.
Anche i batteri sensibili, se aggregati in un bioilm, modiicano la loro
suscettibilità all’azione dell’antibiotico. Se, viceversa, vengono dispersi
dal bioilm risulta molto più eficace la terapia, che deve essere il più
possibile mirata (eficacia dell’antibiogramma). I batteri presenti in
un bioilm persistono e attivano
una tenace sopravvivenza, più che
espletare una virulenza aggressiva,
e tendono a creare cronicizzazione.
Poiché la resistenza del bioilm dipende dall’aggregazione dei batte-
ri in comunità multicellulari, una
strategia potrebbe essere quella
di sviluppare terapie che alterino
l’aggregazione multicellulare del
bioilm. Se la pluricellularità del
bioilm viene sconitta, le difese
dell’ospite potrebbero essere in
grado di risolvere l’infezione, e l’eficacia degli antibiotici favorirne la
guarigione. Le potenziali terapie
includono gli enzimi che sono in
grado di sciogliere i polimeri della
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ODONTOIATRICA:
gli aggiornamenti irrinunciabili
Nell’arco di un decennio le conoscenze acquisite durante gli studi universitari vengono spesso superate dall’evoluzione della
scienza applicata alla medicina condizionando negativamente le scelte terapeutiche ed esponendo il paziente a rischi per la
salute e l’operatore a rischi medico-legali. Questo vale ancor più per le conoscenze farmacologiche necessarie ad affrontare
la pratica odontoiatrica. Anche l’educazione continua, oggi obbligatoria, insegna le procedure odontoiatriche in senso stretto, affrontando il “come si fa” in luogo del “perché si fa”. Il corso vuole trattare le implicazioni farmacologiche della pratica
odontoiatrica, sottolineando gli aspetti che più di altri hanno subito evoluzioni significative nelle conoscenze e quelli che presentano i maggiori rischi in relazione alle procedure odontoiatriche.
N. Perrini
C. Scarpignato
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A. Sardella
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Cenni storici sulle terapie antalgiche
Uso appropriato dei FANS in Odontoiatria:
benefici e rischi
La antibioticoterapia e la profilassi in odontoiatria
Farmaci antiriassorbitivi e antiangiogenetici:
istruzioni per l’odontoiatra nella prevenzione
e cura dell’osteonecrosi delle ossa mascellari (ONJ)
Nuove terapie in oncologia: implicazioni per il cavo orale
Nuovi anticoagulanti orali:
consigli terapeutici per l’odontoiatria
Il paziente polimedicato: dimensione del problema
Anti-biofilm therapy: razionale ed applicazione
in Parodontologia e Implantologia
Nuove strategie per il trattamento dell’ipersensibilità
dentinale
Sostanze/Farmaci Anticarie
Farmacologia in parodontologia
Le patologie del cavo orale che richiedono sostitutivi salivari
Effetti collaterali dei farmaci e cavità orale
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matrice del bioilm. Altri autori convergono su azioni sinergiche di più
antibiotici al ine di destrutturare il
bioilm.
Valutazione parodontale
Gli antibiotici sono aggiunte importanti nel trattamento delle malattie
infettive, compresa la parodontite.
Le critiche più ampie che riguardano l’uso indiscriminato di questi
farmaci è che tra i loro effetti collaterali presentano lo sviluppo delle
resistenze batteriche. La valutazione delle resistenze batteriche è fondamentale per una terapia corretta.
La conoscenza dei meccanismi biologici derivanti dall’uso di antibiotici può aiutare il medico e la comunità dentale in generale a superare
i problemi derivanti dall’uso indiscriminato o non mirato. Di seguito
possiamo valutare i meccanismi di
azione degli antibiotici più comunemente utilizzati per il trattamento
parodontale (ovvero le penicilline,
le tetracicline, i macrolidi e il metronidazolo) e i principali meccanismi
di resistenza batterica a questi farmaci. La resistenza antimicrobica
può essere classiicata in tre gruppi:
intrinseca, mutazionale e acquisita. La penicillina, la tetraciclina e
l’eritromicina sono farmaci ad ampio spettro, eficaci contro i batteri
gram-positivi e gram-negativi.
La resistenza batterica alla penicillina può veriicarsi a causa di una
permeabilità diminuita della cellula
batterica all’antibiotico, alterazione
delle proteine leganti la penicillina,
o produzione di beta-lattamasi. Tuttavia, una percentuale molto piccola del microbiota sottogengivale
è resistente alle penicilline (dato in
letteratura da rivedere dopo l’uso
indiscriminato delle penicilline negli ultimi anni, ed è uno dei progetti
di AIRO). Le resistenze dei batteri
alle tetracicline o ai macrolidi sono
legate al tentativo del batterio di limitarne l’accesso al batterio stesso,
con alterazioni intracellulari che
impediscono il legame del farmaco,
o producendo enzimi che inducono
l’inattivazione delle tetracicline o
dei macroclimi. Con questi meccanismi, i patogeni parodontali possono
diventare resistenti agli antibiotici
rendendo inutile la loro somministrazione salvo antibiogramma speciici che ne determino le sensibilità
verso il farmaco utilizzato. Inine, il
metronidazolo che può essere con-
siderato un profarmaco nel senso
che richiede un’attivazione metabolica dai microrganismi anaerobi.
La resistenza acquisita o secondaria
a questo farmaco è meno riportato
ed è oggetto di studio. A causa di
questi bassi tassi di resistenza e alla
sua elevata attività contro i gramnegativi anaerobici, il metronidazolo è uno tra i più utilizzati nel trattamento delle infezioni parodontali.
Deve essere valutata appieno la sua
eficacia contro i gruppi patogeni
più aggressivi e se è utile l’associazione con un altro antibiotico al ine
di aumentarne lo spettro d’azione.
Conclusioni
Un maggior lavoro di ricerca risulta
fondamentale per chiarire pienamente i meccanismi dell’antibiotico-resistenza. Inoltre, le valutazioni dei bioilm (e degli aggregati
batterici) deve essere un incentivo
a sviluppare nuove strategie terapeutiche. Ma abbiamo prove suficienti per fare alcune osservazioni e suggerimenti. Primo: diversi
sono i meccanismi di resistenza
che possono agire insieme, per cui
le terapie antibioilm devono poter
contrastare più di un meccanismo
contemporaneamente e devono risultare clinicamente eficaci. L’eterogeneità è il tema comune di questa resistenza agli antibiotici; nel
bioilm parodontale esistono più
microrganismi in un ampio spettro
di stati; in questa organizzazione i
batteri potrebbero essere esposti a
diverse concentrazioni di antibiotico, a seconda della loro collocazione
spaziale. Secondo: i gradienti di concentrazione dei nutrienti microbici
e dei prodotti di scarto attraversano
il bioilm alterando l’ambiente locale, con dei tassi di crescita elevati delle singole cellule microbiche.
Terzo: una piccola percentuale di
cellule in un bioilm batterico potrebbe differenziarsi in un fenotipo altamente protetto dagli effetti
degli antibiotici (super batterio?).
Inoltre, sta emergendo l’importanza della valutazione genetica del
bioilm: il riconoscimento genetico
richiesto per la formazione delle
colonie multicellulari diventerà il
potenziale bersaglio delle terapie
antibiotiche. In altre parole, il futuro risiede nel capire chi abbiamo di
fronte e come colpirne gli aggregati.
AIRO, Accademia Italiana Ricerca Orale
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