Efficacia antibiotici sempre più a rischio

3 aprile 2006
Esperti preoccupati
Efficacia antibiotici sempre più a rischio
Aumentano i casi in cui i batteri diventano insensibili a questi farmaci. La causa è soprattutto
l'abuso
NIZZA - Efficacia degli antibiotici sempre più a rischio a causa delle resistenze a
questi farmaci sviluppate dai batteri. A sottolineare il problema è stato Gianmaria
Rossolini, docente di Microbiologia clinica all'universitá di Siena e direttore del
dipartimento di Biologia molecolare dello stesso ateneo toscano, intervenuto al
16esimo Congresso europeo di Microbiologia clinica e malattie infettive (Eccmid) in
corso a Nizza. L'esperto ha parlato del fenomeno durante una sessione dedicata
proprio all'evoluzione del fenomeno della resistenza alla classe di antibiotici
betalattamici (di cui la penicillina è capostipite), i più conosciuti e utilizzati nel mondo.
«Studiando come i batteri evolvono e diventano resistenti a questi farmaci ci siamo
resi conto che stiamo perdendo progressivamente l'efficacia di tantissime molecole, ed
è un grande problema dal punto di vista medico ed epidemiologico».
«Esistono situazioni - ha proseguito l'esperto- in cui i batteri isolati risultano resistenti
a tutti i farmaci esistenti: in questi casi, se si vuole combattere l'infezione e non
perdere il paziente, si agisce cercando di associare più antibiotici sperando in sinergie
fra loro o ricorrendo a prodotti vecchi e tossici che possono funzionare, ma hanno
pesanti effetti collaterali». «A volte - ha sottolineato Rossolini - assistiamo a fenomeni
che si verificavano soltanto prima della scoperta della penicillina, quando non si
avevano armì efficaci contro le infezioni.
INDUSTRIE FARMACEUTICHE POCO INTERESSATE - «Il problema, soprattutto
riguardo agli antibiotici gram-negativi (i batetri si dividono in duce garndi classi, Gram
negativi e Gram positivi)- ha puntualizzato il microbiologo- è che lo sviluppo di nuove
molecole interessa poco le multinazionali farmaceutiche, perchè costa molto (sia nella
sperimentazione, che nella fase regolatoria e di promozione) ed è poco redditizio
rispetto alla commercializzazione di antipertensivi, anticolesterolemici e antidiabetici.
Le eccezioni ci sono, ma rispetto agli anni '80, quando quasi ogni anno veniva
prodotto un nuovo antibiotico, la situazione è del tutto diversa. E i pochi nuovi
antibiotici in arrivo nel giro di 3-4 anni saranno prevalentemente attivi sui grampositivi. Ciò che possiamo fare - suggerisce l'esperto - è tentare di riaffilare le armi
che abbiamo a disposizione o rallentare l'arrivo del momento in cui si spunteranno».
«Il mio consiglio è di sensibilizzare sia i medici che i pazienti all'utilizzo 'oculatò e
preciso dei farmaci antibiotici. Prendere precauzioni precise come in Olanda, dove ad
esempio tutti i pazienti vengono controllati per la presenza dello stafilococco e, in caso
ne siano portatori, il batterio viene isolato per evitarne la diffusione (ma nel Paese il
batterio ha un'incidenza del 2-3% mentre in Italia del 50%). Da noi tutto ciò è ancora
molto difficile o impossibile».