Controlli periodici e corretto stile di vita contro una delle forme

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Medicina e prevenzione
Settembre 2008
Controlli periodici e corretto stile di vita
contro una delle forme tumorali più letale
I CONSIGLI DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI UROLOGIA
Il carcinoma alla prostata, solo
in Italia, colpisce 46.400 persone all’anno, con 7 mila decessi.
Nell’anno corrente i casi di tumore diagnosticati sono già stati 44mila. Dati ancora più
preoccupanti se si considera
che il carcinoma alla prostata è,
nell’uomo, la seconda causa di
morte per tumore dopo il cancro ai polmoni e che l’aumento
dei casi si è incrementato del
12-13 per cento negli ultimi
cinque anni. A settembre 2007
a seguito della giornata
Europea di informazione tenuta
dalla European Association of
Urology, la Società Italiana di
Urologia ha divulgato un decalogo salvavita contro le malattie prostatiche.
Una serie di semplici regole di
vita atte a contrastare l’insorgenza di un fenomeno che potenzialmente tende ad aumentare la propria incidenza con
l’avanzare dell’età.
Lo specialista di riferimento
per le vie urinarie e l’apparato
genitale maschile è l’urologo
che vigila sulla salute dei pazienti in tutte le varie età della
vita maschile con una particolare attenzione per gli uomini
che hanno superato i 50 anni di
età. Tali soggetti sono più
esposti a rischi di patologie
prostatiche che possono essere
colte in fase precoce come
l’IPB e il Carcinoma della
Prostata.
È sicuramente auspicabile che
l’urologo venga interpellato e
consultato dagli uomini di tutte
le età e non solo da chi ha superato i 50 anni. Sia a scopo
preventivo e di monitoraggio
che qualora insorgano disturbi
alle vie urinarie e genitali,
l’Urologo è lo specialista a cui
rivolgersi per la salute del proprio apparato urogenitale.
È indispensabile però che il
paziente si affidi all’urologo
con fiducia e senza particolari
ritrosie o pudori che spesso
non fanno altro che ostacolare
Anno XII - n. 5 - settembre 2008
Direttore responsabile
Enzo Abramo
Editore:
Associazione C.A.L.T.
Centro Assistenza
Lotta ai Tumori
c/o Ospedale Cardarelli
Padiglione C
Via A. Cardarelli, 9
80131 Napoli
Redazione:
c/o Osp. Cardarelli - Pad. C
Via A. Cardarelli, 9
80131 Napoli
www.calt.it
[email protected]
Autorizzazione Tribunale di Napoli
n. 4682 del 30-9-1995
Stampa:
Rotostampa srl - Nusco (AV)
Decalogo salva-prostata
1. Dopo i 50 anni, effettuare una visita urologica di
controllo almeno una volta ogni 12 mesi - Nei soggetti a rischio (familiarità per cancro della prostata) lo
screening va iniziato più precocemente (40 anni) e ad
intervalli più frequenti;
2. eseguire un dosaggio del Psa - nelle sue tre frazioni
(totale, libero e rapporto libero/totale), almeno una volta ogni 12 mesi dopo i 50 anni;
3. evitare cibi dannosi per la prostata - Evitare cibi dannosi alla prostata, anzitutto, quelli che un tempo non a
caso venivano considerati afrodisiaci, per il semplice
fatto che infiammavano l’area, creando un artificiale
impulso al coito: moderazione dunque nel mangiare peperoncino (non più di due volte a settimana), ma anche
birra, insaccati, spezie, pepe, superalcolici, caffè, e aragoste;
e ritardare il buon operato del
medico.
Un semplice esame del sangue,
un’esplorazione rettale eseguita
da mani esperte ed eventualmente un’ecografia prostatica
trans-rettale, possono in molti
casi essere sufficienti a diagnosticare precocemente le patologie della prostata e migliorarne
di conseguenza la terapia e l’evoluzione.
Soprattutto nel caso di un tumore della prostata una diagnosi precoce può significare una
guarigione completa dalla malattia. Pertanto il compito dello
specialista non è tanto quello di
richiedere il test PSA, ma piuttosto interpretare il valore di
quest’ultimo nel contesto del
quadro clinico, dirimendo tra le
varie patologie, tumorali e non.
L’urologo non potrà forse evitare che insorga la malattia prostatica ma può sicuramente fare
in modo che sia curata prontamente e nella maniera più efficace!
Il pericolo di sviluppare una
neoplasia prostatica aumenta,
infatti, a partire dall’età di 40
anni: più dell’80 per cento dei
casi di carcinoma alla prostata
sono diagnosticati in pazienti
sopra i 65 anni e il 94 per cento
dei decessi avviene nella stessa
fascia di età.
Altro fattore discriminante è
l’ereditarietà. Se tra i parenti di
primo grado si registrano dei
casi di tumore, infatti, la probabilità di ammalarsi aumenta di
ben 4 volte. Ed è per questo
che è indispensabile la prevenzione. Secondo gli esperti, dopo la soglia dei 50 anni, è necessario effettuare una visita almeno una volta all’anno.
È bene tener presente che non
esistono molte terapie farmacologiche veramente determinanti
contro le malattie della prostata, anche nei casi meno preoccupanti. La prostatite, nelle sue
manifestazioni più o meno gravi, non ha trovato finora dei
farmaci che oggettivamente si
possano ritenere capaci di curarla in maniera definitiva ma è
anche una patologia che, generalmente, con un adeguato stile
di vità e regolari controlli periodici può non influenzare ne
eventuali ripercussioni sulle
proprie attività lavorative e sociali.
Ricordate, infine, che stare seduti a lungo, non aiuta. Se il
lavoro costringe a lunghi periodi alla scrivania, il consiglio è quello di alzarsi ogni
tanto e fare qualche passo.
Se la sedentarietà è da combattere, anche gli sport troppo “pesanti” sono però da
evitare. Da preferire, secon-
do gli specialisti, sono invece il nuoto e le lunghe camminate. Attenzione o, comunque, cautela, con la bicicletta, la moto, il motorino,
l’equitazione ed il canottaggio, così come i lunghi viaggi in macchina. Questo tipo
di attività, infatti, causano
delle sollecitazioni traumatiche che si ripercuotono su
tutto il pavimento pelvico,
irritando di conseguenza anche la prostata, che può, in
soggetti predisposti, infiammarsi e dare disturbi.
FONTE: SIU (SOCIETÀ ITALIANA UROLOGIA)
4. preferire cibi contenenti sostanze antiossidanti Vitamina A (carote, albicocche, spinaci, broccoli, pomodori), Vitamina C (ribes, kiwi agrumi, fragole, cavolfiori, peperoni), Vitamina E (olio d’oliva, oli vegetali, germe di grano), Selenio (carne, noci, tuorlo d’uovo), Zinco (carni rosse, noci, fegato), Manganese (cereali integrali, tè nero, verdure a foglie verdi);
5. bere almeno 2 litri d’acqua al giorno - Per ridurre il
peso specifico delle urine ed evitare le infezioni urinarie, che sono molto frequenti nel paziente prostatico,
bere 2 litri d’acqua, a piccoli sorsi e frequentemente,
nell’arco delle 24 ore;
6. regolarizzare la funzione intestinale - La funzione
dell’intestino deve essere regolare. Sia la stipsi cronica
che la diarrea devono essere evitate dal paziente prostatico, perché in grado di determinare fenomeni irritativi
tra intestino e prostata (circolo entero-urinario);
7. mantenere un’attività sessuale regolare - L’attività
sessuale non è nociva, anzi: se praticata con regolarità,
ha effetti benefici.L’astinenza prolungata provoca ristagno di secrezioni nella ghiandola prostatica ed una possibile infezione seminale
8. evitare di praticare il coito interrotto - Quando vi è lo
stimolo all’ eiaculazione, esso va assecondato, non interrotto volontariamente;
9. praticare attività fisica - Camminare almeno mezz’ora
al giorno o dedicarsi ad un’attività sportiva in modo da
favorire la circolazione pelvica;
10. moderazione nell’uso delle due ruote nei soggetti a
rischio - I microtraumi perianali possono essere responsabili di processi infiammatori prostatici.
Pericoloso bruciare in casa le bacchettine di incenso aromatico
L’incenso è tradizionalmente conosciuto
nell’ambito delle cerimonie religiose ma
da molti anni, ormai, si è diffusa l’abitudine di bruciare anche in casa il cosiddetto incenso indiano per dare una profumazione esotica all’ambiente.
Purtroppoo, è arrivato uno degli innumerevoli studi americani per mettere in
guardia contro l’abitudine di bruciare i
bastoncini aromatici quotidianamente e
per lunghe ore perché potrebbe aumentare il rischio di una serie di tumori dell’apparato respiratorio, addirittura
dell’80%.
L’indagine pubblicata sulla rivista specializzata Usa ‘Cancer’ è stata condotta
per 12 anni su di un gruppo di 61.000 cinesi residenti a Singapore. I volontari,
tutti tra i 45 ed i 74 anni di età, erano sani all’inizio dello studio, ma nei 12 anni
presi in esame 325 di loro hanno manifestato diversi tipi di cancro dell’apparato
respiratorio e 821 neoplasie dei polmoni.
Tenendo in considerazione tutti i possibili
fattori di rischio, incluso il fumo di sigarette, i ricercatori hanno osservato tra i
cinesi che bruciavano incenso nelle loro
case - come è tradizione in molte culture
orientali - per tutto il giorno o tutta la
notte un aumento dei pericoli di tumore
della gola o orale dell’80%.
Nessun collegamento e’ stato invece
identificato con il cancro dei polmoni o
del naso. Il rapporto evidenzia come i risultati ottenuti siano coerenti con la presenza di sostanze cancerogene sprigionate nel fumo di incenso derivato da piante,
resine, oli aromatici.
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