Economia Politica e Istituzione Economiche Barbara Pancino Lezione 8 Il modello IS-LM in economia aperta Economia aperta Economia aperta applicata a: § mercati dei beni: l’opportunità per i consumatori e le imprese di scegliere tra beni nazionali e beni esteri; § mercati delle attività finanziarie: l’opportunità per gli investitori finanziari di scegliere tra attività finanziarie nazionali ed estere; § mercati dei fattori: l’opportunità delle imprese di scegliere dove localizzare un’attività produttiva e per i lavoratori di scegliere dove lavorare. L’Unione Europea rappresenta il più grande mercato comune tra Stati sovrani mai esistito, che oggi include 28 paesi. I merca( dei beni in economia aperta L’opportunità per i consumatori e le imprese di scegliere tra beni nazionali e beni esteri. Importazioni (IM): acquisti di beni e servizi dall’estero effettuati dai residenti (consumatori, imprese, governo). Esportazioni (X): acquisti di beni e servizi nazionali da parte del resto del mondo. Esportazioni nette o saldo commerciale (X-IM): differenza tra esportazioni ed importazioni. Se (X-IM)>0 il paese registra un avanzo commerciale, se (X-IM)<0 il paese presenta un disavanzo commerciale. Esportazioni e importazioni Regno Unito 1960-2008 Esportazioni e importazioni Col passare del tempo, l’economia del Regno Unito è diventata sempre più aperta: oggi il Regno Unito commercia molto di più con il resto del mondo (in rapporto al Pil) di quanto non facesse cinquant’anni fa. Le impor tazioni e le espor tazioni, pur seguendo approssimativamente lo stesso trend, hanno manifestato una tendenza divergente: dalla metà degli anni Novanta, il Regno Unito registra un forte disavanzo commerciale. Capire le origini e le conseguenze di questi squilibri commerciali (in particolare nel caso di disavanzi) è una questione centrale della macroeconomia moderna. Indice di apertura commerciale Il volume degli scambi non è necessariamente un buon indice del grado di apertura di un’economia. Molte imprese sono esposte alla concorrenza estera senza che questo generi un aumento delle importazioni: tenendo i prezzi bassi per reggere la concorrenza, queste imprese riescono a mantenere la loro quota di mercato e limitare le importazioni dall’estero. Pertanto, un indice di apertura migliore rispetto al rapporto delle importazioni o delle esportazioni sul Pil è la proporzione di prodotto aggregato composta dai beni commerciabili – beni che competono con i beni esteri sia sul mercato interno sia sui mercati esteri. Rapporto esportazioni/Pil Paese Esportazioni/Pil (%) Paese Esportazioni/Pil (%) Belgio 89 Paesi Bassi 75 Danimarca 52 Norvegia 46 Finlandia 46 Svezia 53 Germania 47 Svizzera 56 Irlanda 79 Regno Unito 26 Giappone 18 Stati Unito 12 In Europa quasi tutte le maggiori economie, tra cui Germania, Svizzera, Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia, registrano un rapporto esportazioni/PIL pari a circa il 50%. Le differenze tra paesi in termini di apertura commerciale dipendono essenzialmente da due fattori: la distanza tra i mercati e la dimensione dei paesi stessi (quanto più piccolo è un paese tanto minore sarà il numero di prodotti in cui si specializza). La scelta tra beni nazionali e beni esteri Quando i mercati sono aperti, i consumatori non scelgono solo tra consumo e risparmio, ma devono anche scegliere se comprare beni nazionali o beni esteri. Tutti gli acquirenti nazionali – consumatori, imprese e governo – e gli acquirenti esteri devono compiere questa scelta, che ha un effetto diretto sulla produzione nazionale: se decidono di acquistare più beni nazionali, la domanda per tali beni aumenta e quindi aumenta la produzione. La variabile cruciale in questa scelta è data dal prezzo dei beni nazionali in termini di beni esteri. Questo prezzo relativo è noto come tasso di cambio reale. Tassi di cambio nominali I tassi di cambio nominali tra valute possono essere quotati in due modi: 1) come il prezzo della valuta nazionale in termini di valuta estera. Per esempio se consideriamo la sterlina come valuta nazionale e all’euro come valuta estera, possiamo esprimere il tasso di cambio nominale come il prezzo della sterlina in termini di euro. Nel giugno 2009, il tasso di cambio così definito era 1,15 ossia una sterlina valeva 1,15 euro. 2) come il prezzo della valuta estera in termini di valuta nazionale. Seguendo l’esempio precedente, prezzo di un euro in sterline. Nel giugno 2009, il tasso di cambio così definito era 0,86 ossia un euro valeva 0,86 sterline. Tassi di cambio nominali Noi adottiamo la prima definizione: il tasso di cambio nominale è dato dal prezzo della moneta nazionale in termini di moneta estera, detto E. I tassi di cambio tra le monete cambiano ogni giorno. Queste variazioni sono chiamate apprezzamenti nominali o deprezzamenti nominali. Un apprezzamento della moneta nazionale è un aumento del prezzo della moneta nazionale in termini di moneta estera, quindi un aumento del tasso di cambio. Un deprezzamento della moneta nazionale è una riduzione del prezzo della moneta nazionale in termini di moneta estera, quindi corrisponde a una diminuzione del tasso di cambio. Tasso di cambio nominale tra sterlina ed euro andamento decrescente del tasso di cambio – 1 sterlina valeva 1,4 euro nel 1999 e 1,15 nel 2009 ampie fluttuazioni del tasso di cambio – nell’arco di pochi anni, dal 1999 al 2003, il valore della sterlina è aumentato da 1,4 del 1999 a 1,75 del 2000 per poi scendere a 1,5 a metà del 2001 e a 1,3 a metà del 2003 Dai tassi di cambio nominali ai tassi di cambio reali Come possiamo costruire il tasso di cambio reale tra Regno Unito e area dell’euro, ovvero il prezzo dei beni britannici in termini di beni europei? Supponiamo che il UK produca un solo bene, automobili Jaguar, e che l’EU produca solo Mercedes. Per costruire il tasso di cambio reale, cioè il prezzo dei beni britannici (Jaguar) in termini di beni europei (Mercedes), bisogna esprimere entrambi i beni nella stessa valuta e quindi calcolare il prezzo relativo. Dai tassi di cambio nominali ai tassi di cambio reali Consideriamo il prezzo in euro di una Mercedes e convertiamolo in sterline. Il prezzo è di 50.000 € e se 1 sterlina vale 1,15, allora il prezzo di una Mercedes in sterline è di 50.000 € / 1,15 = 43.000 sterline. Calcoliamo il rapporto tra il prezzo di una Mercedes in euro e il prezzo di una Jaguar in sterline: se una Jaguar costa 30.000 sterline nel Regno Unito, il prezzo di una Mercedes in termini di Jaguar è 43.000/30.000=1.4. In altre parole, il prezzo di una Mercedes è del 40% più alto di una Jaguar nel Regno Unito. Dai tassi di cambio nominali ai tassi di cambio reali Per generalizzare l’esempio, dobbiamo costruire un tasso di cambio reale che rifletta il prezzo relativo di tutti i beni prodotti nel Regno Unito in termini di tutti i beni prodotti nell’area euro. Sia P il deflatore del Pil nel Regno Unito, P* il deflatore del Pil nell’area dell’euro ed E il tasso di cambio nominale sterlina/euro. Il prezzo dei beni britannici in sterline è P. Moltiplicandolo per il tasso di cambio nominale, E – il prezzo delle sterline in termini di euro – otteniamo il prezzo dei beni britannici in euro, EP. Il prezzo dei beni europei in euro è P*. Il tasso di cambio reale – il prezzo dei beni britannici in termini di beni europei – εè dato da: ε= EP/P* Il deflatore del Pil Pt = Pil nominale nell’anno t Pil reale nell’anno t Se il Pil nominale aumenta più velocemente del Pil reale, la differenza è dovuta ad un aumento dei prezzi. Il deflatore del Pil è un numero indice, il suo livello è scelto arbitrariamente (pari a 1 nel 2000). E’ il suo tasso di variazione a dirci il tasso di inflazione, ovvero a quale tasso cresce il livello dei prezzi nel tempo. Il deflatore del Pil ci dice il prezzo medio dei beni inclusi nel Pil, cioè dei beni finali prodotti nell’economia. Dai tassi di cambio nominali ai tassi di cambio reali Il tasso di cambio reale è costruito moltiplicando il prezzo nazionale per il tasso di cambio nominale e dividendo per il livello dei prezzi esteri: EP ε = P * Un aumento del tasso di cambio reale si definisce apprezzamento reale. Una diminuzione del tasso di cambio reale si definisce deprezzamento reale. Costruzione del tasso di cambio reale Prezzo dei beni britannici in sterline: P Prezzo dei beni britannici in euro: EP Prezzo dei beni europei in euro: P* Prezzo dei beni britannici in termini di beni europei: ε= EP/P* Tasso di cambio reali e nominali nel Regno Unito Dai tassi di cambio bilaterali ai tassi di cambio multilaterali Tasso di cambio reale multilaterale: prezzo medio dei beni di una nazione rispetto a quello di tutti i suoi partner commerciali. Per misurare il tasso di cambio reale multilaterale è necessario usare come pesi le quote dei flussi commerciali di questa nazione con gli altri paesi: § dalle quote delle esportazioni si calcola il tasso di cambio all’esportazione; § dalle quote delle importazioni si calcola il tasso di cambio all’importazione; § si calcola la media delle quote di esportazioni e importazioni. Domande 1. Che cosa si intende per avanzo commerciale? a) Le esportazioni sono positive b) Una differenza negativa tra il valore delle importazioni e le esportazioni c) Nessuna delle precedenti risposte è vera 2. Che cosa è un apprezzamento del tasso di cambio nominale? a) Un aumento del tasso di cambio nominale b) Un aumento del prezzo della moneta nazionale in termini di moneta estera c) Entrambe le risposte precedenti sono vere 3. Il tasso di cambio reale aumenta a seguito di: a) un aumento del livello dei prezzi nazionali b) una diminuzione del livello dei prezzi esteri c) entrambe le precedenti risposte sono vere 4. E' possibile che le esportazioni eccedano il Pil? a) Sì, perché il Pil include anche i beni intermedi b) Sì, perché le esportazioni includono anche i beni intermedi c) No, perché il Pil non include i beni intermedi 5. Come viene determinato il tasso di cambio multilaterale? a) Con una media dei tassi di cambio reali bilaterali b) Con una media ponderata dei tassi di cambio reali bilaterali c) Con una media ponderata dei flussi commerciali Soluzioni 1b 2c 3c 4b 5b