Istituto Comprensivo Orvieto Baschi

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Laboratori
“ORTO FREE”
“l'Erbario DA MANGIARE”
“Io raccolgo l'orto”
Si ringraziano
la Ditta Albergati di Orvieto
gli alunni partecipanti
la Prof.ssa Francesca Rosella
Anteas di Orvieto
Cesvol di Orvieto
Istituto
Comprensivo
Orvieto - Baschi
facile), tagliatela a fette sottili, poi a listelli e infine a dadini regolari. Se
avete acquistato la zucca già sbucciata potete ridurre il tempo di cottura in
forno a 10/15 minuti.
Affettate e riducete a dadini la cipolla, scaldatela in una larga padella
insieme a poco olio fino a dorarla, unite la zucca e cuocete per 10/15 minuti
aggiungendo poca acqua per volta, per evitare che il composto si asciughi
troppo e che le cipolle si brucino.
ZUCCA
Nome scientifico Cucurbita
Con il termine zucca vengono identificati i frutti di diverse piante
appartenenti alla famiglia delle Cucurbitaceae, in particolare alcune specie
del genere Cucurbita (Cucurbita maxima, Cucurbita pepo e Cucurbita
moschata) ma anche specie appartenenti ad altri generi come ad esempio la
Lagenaria vulgaris o zucca ornamentale. Il periodo di raccolta in Italia va da
Settembre a tutto Novembre.
La zucca è comunemente usata nella cucina di diverse culture: oltre alla
polpa di zucca, se ne mangiano anche i semi, opportunamente salati. La
zucca è un ortaggio che si presta a mille ricette: si consuma cucinata al
forno, al vapore, nel risotto o nelle minestre, fritta nella pastella.
Particolarmente famosi sono i tortelli alla mantovana, ripieni appunto
dell'omonima varietà di zucca. Dai semi si ottiene un olio rossiccio usato in
cosmesi e cucina tradizionale. Nei paesi anglosassoni la zucca è utilizzata
per la costruzione della Jack-o'-lantern, caratteristica lanterna rudimentale
utilizzata durante la festa di Halloween per scacciare Spiriti maligni che
secondo la leggenda vagano sperduti sulla terra e si dice che se una persona
o un animale posseduto da uno di questi spiriti si avvicini alla casa in cui è
presente una zucca quest ultima si illumini di un azzurro intenso e lo spirito
che tenta di entrarvi viene intrappolato nella fiamma della zucca
La zucca è stata importata in Europa dai coloni spagnoli dall'America.
Ricette
Cuocete la fetta di zucca per 15/20 minuti in forno caldo, 180°, per
ammorbidirla. Lasciatela intiepidire prima di sbucciarla (ora sarà molto più
Lessate la pasta, scolatela e aggiungetela al sugo di zucca, unite il prosciutto
crudo a bastoncini e fate insaporire qualche minuto. Versate nella padella
anche la scamorza a dadini, spegnete il fuoco e girate bene.
Servite le vostre penne, crudo, zucca e scamorza caldissime, con una grattata
di pepe.
Proprietà terapeutiche
Le proprietà terapeutiche della zucca sono dovute specialmente al
betacarotene, che riesce a prevenire l’insorgenza di varie patologie. In effetti
proprio il betacarotene riesce a proteggere il sistema circolatorio, è un
antinfiammatorio e presenta delle proprietà antiossidanti: contrasta l’azione
dei radicali liberi e rallenta l’invecchiamento delle cellule. Questa sostanza
riesce ad avere anche degli effetti diuretici e lassativi.
Inoltre la zucca presenta delle proprietà sedative: è indicata per chi soffre di
ansia, di nervosismo e di insonnia. Il consumo di semi di zucca o dell’olio
derivante dall’ortaggio viene indicato per eliminare i parassiti intestinali e
per trattare le infiammazioni della pelle, quando si verifica una scottatura o
quando si ha un prurito intenso, con fenomeni di arrossamento.
La zucca, infatti, riesce ad ammorbidire la pelle e ha, inoltre, delle capacità
emollienti, che la rendono molto utile anche nel caso di punture di insetti. A
questo scopo si possono fare anche dei cataplasmi preparati con la polpa
cotta e frullata.
Con la zucca si possono mettere a punto anche delle creme e delle maschere
antinvecchiamento, che rendono sempre giovane l’aspetto. Il succo di zucca
dovrebbe essere bevuto soprattutto in caso di ulcera e di acidità dell’apparato
digerente.
FAVA
Possiede un apparato radicale fittonante, con numerose ramificazioni laterali nei
primi 20 cm che ospitano specifici batteri azotofissatori.
Il fusto ha sezione quadrangolare, cavo, ramificato alla base, alto da 70 a
140 cm.Le foglie, stipolate, glauche, pennato-composte, sono costituite da 26 foglioline ellittiche.I fiori sono raccolti in brevi racemi che si sviluppano
all'ascella delle foglie a partire dal 7º nodo. Ogni racemo porta 1-6 fiori con
vessillo ondulato, di colore bianco striato di nero e ali bianco o violacee con
macchia nera. La fecondazione è autogama.Il frutto è un legume allungato,
cilindrico o appiattito, terminante a punta, eretto o pendulo, glabro o
pubescente che contiene da 2 a 10 semi con ilo
evidente, inizialmente verdi e di colore più scuro
(dal nocciola al bruno) a maturità.Quando arriva
la bella stagione, si pensa subito alle merende
all’aria aperta, a quei momenti di allegria
spensierata in cui stare su un prato con gli amici
a sgranare le fave e mangiare pecorino … ma se
volete portare il pic-nic al chiuso della vostra
tavola di casa, i cartocci di fave e formaggio
sono la soluzione ideale! I sapori più tipici della
primavera, avvolti in una crema di ricotta alla menta e al limone, sono tutti
racchiusi in queste piccole delizie monoporzione, da cuocere in forno e
schiudere direttamente nel piatto, per conservarne i profumi fino al momento
dell’assaggio. Siamo certi che i vostri amici apprezzeranno moltissimo il
piacevole effetto sorpresa dei cartocci, da scartare come piccoli e preziosi
regali direttamente dall’orto!Fave da consumare freschefave fresche - Vicia
fabaIn relazione alla grandezza del seme, in Vicia faba L. vengono distinte
quattro varietà botaniche:Vicia faba var. paugyuga con semi molto piccoli, di
origine indiana, non è coltivataVicia faba var. minor Beck, detta
comunemente favino, con peso dei 1000 semi inferiore a 700 grammi e
baccello clavato e corto; è utilizzata come foraggio o sovescio;Vicia faba
var. equina Pers., detta comunemente favetta, con peso dei 1000 semi
compreso tra 700 e 1000 grammi e baccello clavato e allungato; è utilizzata
come foraggera;Vicia faba var. major Harz. con semi grossi, il peso dei 1000
semi è superiore a 1000 grammi, il baccello è lungo 15–25 cm ed è pendulo
e di forma appiattita che contiene 5-10 semi.
PEPERONCINO
Il peperoncino piccante era usato come alimento fin da tempi antichissimi.
Dalla testimonianza di reperti archeologici sappiamo che già nel 5500 a.C.
era conosciuto in Messico come pianta coltivata, ed era la sola spezia usata
dagli indiani del Perù e del Messico. In Europa il peperoncino giunse grazie
a Cristoforo Colombo che lo portò dalle Americhe col suo secondo viaggio,
nel 1493. Poiché Colombo sbarcò in un'isola caraibica, molto probabilmente
la specie da lui incontrata fu il Capsicum chinense, delle varietà Scotch
Bonnet o Habanero, le più diffuse in quelle isole.Introdotto quindi in Europa
dagli spagnoli, ebbe un immediato successo, ma i guadagni che la Spagna si
aspettava dal commercio di tale frutto (come accadeva con altre spezie
orientali) furono deludenti, poiché il peperoncino si acclimatò benissimo nel
vecchio continente, diffondendosi in tutte le regioni meridionali, in Africa e
in Asia, e venne così adottato come spezia anche da quella parte della
popolazione che non poteva permettersi l'acquisto di cannella, noce moscata
e altre spezie molto usate per il condimento e la conservazione di alimenti.Il
frutto venne chiamato peperone a causa della somiglianza nel gusto (sebbene
non nell'aspetto), con il pepe, Piper in latino. Il nome con il quale era
chiamato nel nuovo mondo in nāhuatl era chilli o xilli, e tale è rimasto
sostanzialmente nello spagnolo del Messico e dell'America Centrale e nella
lingua inglese e pure in alcuni nomi di varietà, come il chiltepin, derivato
dalla Lingua nahuatl chilitecpintl o peperoncino pulce, per le dimensioni e il
gusto ferocemente piccante. Il chiltepin è ritenuto l'antenato di tutte le altre
specie. Nei paesi del Sudamerica di lingua spagnola e portoghese, invece,
viene comunemente chiamato ají, modernizzazione dell'antillano asci. La
parola in lingua quechua per i peperoncini è uchu, come nel nome usato per
il rocoto dagli Inca: rócot uchu, peperoncino spesso, polposo.Tutte le specie
possono essere coltivate in Italia, anche in balcone, seminando verso
febbraio al Centro e al Sud e marzo al Nord, mentre i frutti si possono
raccogliere in estate e in autunno. Questi andrebbero usati subito dopo la
raccolta affinché non perdano le loro proprietà, ma si possono conservare
anche sott'olio o in polvere, oppure congelandoli.
AGLIO
Nome scientifico: allium sativum
FAMIGLIA: liliace
PIANTA: erbacea ,perenne, alta fino a
circa 50 cm
FUSTO:sotterraneo(bulbocomposto)
formato da bulbilli(spichhi)rivestiti da un
involuclo
cartilagineo di colore roseo, racchiusi tutti
in un
Involuclo comune, piu' esterno di colore biancastro
FOGLIE: nastriformi, con apice acuminato, lunghe da
30 a 50 cm di colore verde pallido
FIORI: bianchi riuniti in un'ombrella portata da un asse fiorale alto
fino a 80 cm
FRUTTI: capsule con uno o due semi per ogni loggia
L'aglio (Allium sativum L.) è una pianta coltivata bulbosa, assegnata
tradizionalmente alla famiglia delle Liliaceae, ma che la recente
classificazione APG III attribuisce alle Amaryllidaceae (sottofamiglia
Allioideae).
Il suo utilizzo primo è quello di condimento, ma è ugualmente usato a
scopo terapeutico per le proprietà congiuntamente attribuitegli dalla
scienza e dalle tradizioni popolari. A causa della sua coltivazione
molto diffusa l'aglio viene considerato quasi ubiquitario, ma le sue
origini sono asiatiche (sono state rintracciate sia nella Siberia sudoccidentale), velocemente diffusosi nel bacino mediterraneo e già
conosciuto nell'antico Egitto. L'odore caratteristico dell'aglio è dovuto
a numerosi composti organici di zolfo tra cui l'alliina ed i suoi
derivati, come l'allicina ed il disolfuro di diallile. Per coltivare l'aglio,
bisogna prima dividerlo in spicchi uguali e poi piantarli uno a uno con
la punta dello spicchio rivolta verso l'alto. Si pianta nello strato attivo.
FINOCCHIO
Si distinguono le varietà di finocchio
selvatico dalle varietà di produzione
orticola (dolce).
Il finocchio selvatico è una pianta
spontanea, perenne, dal fusto ramificato,
alta fino a 2 m. Possiede foglie che
ricordano il fieno, di colore verde e
produce in estate ombrelle di piccoli fiori
gialli. Seguono i frutti, prima verdi e poi
grigiastri. Del finocchio selvatico si
utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti (impropriamente chiamati "semi").
Il finocchio coltivato (o dolce) è ua pianta annuale o biennale con radice a fittone.
Raggiunge i 60–80 cm di altezza. Si consuma la grossa guaina a grumolo bianco che
si sviluppa alla base.
In cucina si possono usare tutte le parti del finocchio. Il grumolo bianco
(erroneamente ritenuto un bulbo) del finocchio coltivato si può mangiare crudo nelle
insalate oppure lessato e gratinato e si può aggiungere agli stufati. Per quanto
riguarda il finocchio selvatico, chiamato in cucina anche "finocchina" o
"finocchietto", si usano sia i fiori freschi o essiccati, sia i frutti o "diacheni",
impropriamente chiamati "semi", che sono più o meno dolci, pepati o amari, a
seconda della varietà, sia le foglie (o "barba"), sia i rametti più o meno grandi
utilizzati nelle Marche per cucinare i bombetti (lumachine di mare); le foglie si
usano fresche e sminuzzate per insaporire minestre, piatti di pesce, insalate e
formaggi: nella "pasta con le sarde", nota ricetta siciliana, le foglie del finocchio
selvatico sono uno degli ingredienti essenziali.
I fiori si usano per aromatizzare le castagne
bollite, i funghi al forno o in padella, le olive in
salamoia e le carni di maiale (in particolare la
"porchetta" dell'Alto Lazio). I cosiddetti "semi"
si usano soprattutto per aromatizzare tarallini
(Puglia), ciambelle o altri dolci casalinghi e per
speziare vino caldo o tisane. Fanno inoltre parte
della ricetta di un biscotto tipico del Piemonte, il
finocchino. È in uso nelle regioni costiere del
Tirreno, un "liquore di finocchietto", per il quale
s'utilizzano i fiori freschi e/o i "semi" e le foglie.
CUCINA:
Il mio risotto ai finocchi e zafferano è
estremamente delicato, non ho voluto appesantirlo con burro o soffritti vari, ho
cercato di lasciarlo più 'neutro' possibile per esaltare il sapore del finocchio e il
profumo dello zafferano. Mi sono concessa solo un pò di Grana grattugiato per
mantecare, proprio non posso fare a meno del formaggio sul risotto.
affitti e come doni. I medici prescrivevano le cipolle per alleviare il mal di
capo, per curare i morsi di serpente e la perdita dei capelli. La cipolla fu
introdotta in America da Cristoforo Colombo nel suo viaggio del 1493 a
Haiti.
CIPOLLA
FAGIOLI
La cipolla è una pianta coltivata bulbosa tradizionalmente attribuita alla
famiglia delle Liliaceae, secondo schemi tassonomici più recenti da inserire
tra le Amaryllidaceae. È una pianta
erbacea biennale il cui ciclo di vita, in
coltivazione, viene interrotto a un anno al
fine di destinarla al consumo. Ha radici
superficiali, con foglie che si ingrossano
nella porzione basale dando la parte
commestibile. Forma un lungo stelo
fiorale che porta un'infiorescenza a
ombrella con fiori di colore biancogiallastro. Il frutto è una capsula.
Il suo utilizzo principale è quello di alimento e condimento, ma è anche
adoperata a scopo terapeutico per le proprietà attribuitele dalla scienza e
dalle tradizioni della medicina popolare.
Sembra che i bulbi di cipolla e di altre piante della famiglia siano stati usati
come cibo già nell'antichità. Negli insediamenti cananei dell'età del bronzo,
accanto a semi di fico e noccioli di dattero risalenti al 5000 a.C., sono stati
ritrovati resti di cipolle, ma non è chiaro se esse fossero effettivamente
coltivate a quell'epoca. Le testimonianze archeologiche e letterarie
suggeriscono che la coltivazione potrebbe aver avuto inizio circa duemila
anni dopo, in Egitto, insieme all'aglio e al porro. Sembra che le cipolle e i
ravanelli facessero parte della dieta degli operai che costruirono le piramidi.
La cipolla si propaga, si trasporta e si immagazzina facilmente. Gli antichi
egizi ne fecero oggetto di culto, associando la sua forma sferica e i suoi
anelli concentrici alla vita eterna. L'uso delle cipolle nelle sepolture è
dimostrato dai resti di bulbi rinvenuti nelle orbite di Ramesse II. Gli egizi
credevano che il forte aroma delle cipolle potesse ridonare il respiro ai morti.
Nell'antica Grecia gli atleti mangiavano cipolle in grandi quantità, poiché si
credeva che esse alleggerissero il sangue. I gladiatori romani si strofinavano
il corpo con cipolle per rassodare i muscoli. Nel medioevo le cipolle
avevano grande importanza come cibo, tanto che erano usate per pagare gli
I fagioli hanno ottimi valori
nutrizionali, sono ricchi di
carboidrati e con un buon
apporto proteico. I fagioli
hanno un contenuto ridotto di
grassi, inferiore anche alla
soia,
mentre
l’elemento
costituente della buccia è la
fibra che ha un ruolo
determinante nella regolarità
delle funzioni intestinali.
Rilevante è anche la quantità di vitamine del gruppo B. Il valore nutritivo dei
fagioli è molto alto, ed è costituito per la maggior parte da carboidrati, che si
combinano perfettamente con i cereali, a completamento di un quadro
proteico dall’elevato valore biologico, pari a quello fornito dalle carni o
dalle uova, e privo di colesterolo.
I fagioli sono molto nutrienti e, ricchi di vitamine A, B, C, ed E, contengono
inoltre sali minerali e oligominerali, come potassio, ferro, calcio, zinco e
fosforo. Essendo legumi, i fagioli sono ricchi di lecitina, un fosfolipide che
favorisce l'emulsione dei grassi, evitandone l'accumulo nel sangue e
riducendo di conseguenza il livello di colesterolo.
Tutti i tipi di fagioli contengono molta fibra, ma alcune varietà ne hanno in
particolare abbondanza: i fagioli neri, per esempio, contengono 6 grammi di
fibra ogni porzione di mezza tazza, i fagioli comuni e i fagioli di Lima si
aggirano sui 7 grammi, e con i fagioli dall'occhio si arriva a 8 grammi.
I fagioli in scatola fanno bene quanto quelli secchi, ma hanno un alto tenore
di sodio, per cui è bene scolarli e sciacquarli prima di consumarli.
La fibra è molto preziosa per il metabolismo e aiuta a raggiungere
facilmente la sensazione di sazietà. I fagioli sono composti dal 60% di amidi
e zuccheri, mentre i fagiolini sono costituiti dal 90% di acqua, pertanto il
loro contenuto proteico è nettamente inferiore a quello dei fagioli, tuttavia
contengono una maggior quantità di sali minerali e di vitamina A.
Scuola Secondaria di Primo Grado
Baschi
Laboratori Pomeridiani
in attesa del prossimo raccolto...
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