1 1 1.1 MISURA DEI SEGMENTI MISURA DEI SEGMENTI La classe dei segmenti Nell’insieme S formato da tutti i segmenti contenuti in un piano introduciamo le seguenti operazioni: Confronto di segmenti: dati due segmenti AB e CD diremo che AB > CD se riportando CD su AB in modo che C ≡ A il punto D risulti interno ad AB Figura 1: Confronto di due segmenti AB e CD Somma di segmenti Vedi la sottostante figura 2 Figura 2: Somma di due segmenti Le due operazioni precedenti ci consentono di definire che cosa è un multiplo e un sottomultiplo di un segmento Definizione 1 (multiplo e sottomultiplo di un segmento) Dato un segmento AB e un numero naturale n diremo che un segmento CD è un multiplo di AB secondo il numero n se: n volte z }| { CD = AB + AB + AB + · · · · · · + AB (1) e scriveremo CD = n · AB Analogamente diremo che PQ è un sottomultiplo di RS secondo il numero n , 1 e scriveremo P Q = RS se: n n volte z }| { RS = P Q + P Q + P Q + · · · · · · + P Q 1 (2) 1.2 Commensurabili e incommensurabili Se 1 MISURA DEI SEGMENTI m è una frazione e AB è un segmento, per definizione poniamo: n µ ¶ m 1 AB = m AB n n (3) I seguenti due assiomi servono a garantire l’esistenza di segmenti comunque grandi e segmenti comunque piccoli Assioma 1 (di Eudosso-Archimede) Dati due segmenti non nulli, esiste sempre un multiplo dell’uno che supera l’altro Questo assioma ci assicura che esistono segmenti comunque grandi. Assioma 2 (della divisibilità) Ogni segmento AB è divisibile , in modo unico, in n parti tra loro tutte uguali, qualunque sia il numero n . Quiesto assioma ci assicura che esistono segmenti comunque piccoli 1.2 Commensurabili e incommensurabili Definizione 2 (di segmenti commensurabili) Due segmenti si dicono commensurabili se ammettono un sottomultiplo comune La definizione precedente ci dice che se due segmenti AB e CD sono commensurabili esistono due numeri interi m e n ed un segmento EF tali che: AB CD = = m · EF n · EF (4) Non tutte le coppie di segmenti sono commensurabili, infatti esiste il seguente teorema: 2 1.2 Commensurabili e incommensurabili 1 MISURA DEI SEGMENTI Teorema 1 In un quadrato il lato e la diagonale non ammettono un sottomultiplo comune Dimostrazione Figura 3: In un quadrato il lato e la diagonale non sono commensurabili Supponiamo per assurdo che il lato l e la diagonale d siano due segmenti commensurabili. Questo significa che esistono un segmento x e due numeri interi positivi n e m tali che : l d = = n·x m·x Indicando con x2 l2 d2 rispettivamente i quadrati di lato x , l , d, per il teorema di Pitagora possiamo scrivere che: l 2 + l 2 = d2 2 · l 2 = d2 Z=⇒ sostituendo si ottiene: 2 = (m · x)2 = m2 · x2 = m2 2 (n · x) 2n2 · x2 2n2 (5) I numeri interi n e m si possono scomporre in fattori primi = 2p · 3q · 5r · 7s · · · · · · m = 2t · 3v · 5w · 7z · · · · · · n (6) Dalle relazioni 5 3 6 si può dedurre che: 2 2 (2p · 3q · 5r · 7s · · · · · ·) = ¡ 2p 2q 2r 2s ¢ 2 2 · 3 · 5 · 7 ······ = 22p+1 · 32q · 52r · 72s · · · · · · = 3 ¡ 2t · 3v · 5w · 7z · · · · · · ¢2 22t · 32v · 52w · 72z · · · · · · 22t · 32v · 52w · 72z · · · · · · (7) 1.3 Misura di un segmento 2 PROPORZIONALITÁ Pertanto: 2p + 1 = 2t questo è assurdo perchè 2p + 1 è un numero dispari, mentre 2t è un numero pari ed un numero pari non può essere uguale a un numero dispari. Definizione 3 Due segmenti con non sono commensurabili si diranno incommensurabili 1.3 Misura di un segmento Tra tutti i segmenti scegliamone uno che chiameremo unità di misura 1 che indicheremo con u , sia AB un segmento commensurabile con u , allora esiste un sottomultiplo x comune ai due segmenti AB e u . Possiamo pertanto scrivere: AB = n · x u = m·x 1 x = ·u mµ ¶ 1 AB = n ·u m n AB = ·u (8) m Definizione 4 Si chiama misura del segmento AB rispetto all’unità di misura u il n mumero razionale (frazione) m Se AB e l’unità di misura u non sono commensurabili la definizione precedente non è più valida, si può comunque dimostrare che esistono segmenti commensurabili con u che si avvicinano ad AB di quanto vogliamo, la loro misura ci da una misura di AB approssimata per difetto o per eccesso. Se ammettiamo l’esistenza dei numeri irrazionali 2 , se AB e u sono incommensurabili, la misura di AB è un numero irrazionale.I numeri irrazionali vengono definiti come elemento di separazioni tra l’insieme delle loro approssimazioni razionali 3 per difetto e l’insieme delle loro approssimazioni razionali per eccesso. Definizione 5 (rapporto tra segmenti) Dati due segmenti AB e CD si chiama AB rapporto tra AB e CD , e si scrive , la misura di AB prendendo come unità CD di misura CD É facile dimostrare questo teorema (che per questioni di tempo non dimostreremo): Teorema 2 Se rispetto ad una unità di misura u la misura di un segmento AB è a AB = a , mentre la misura di un segmento CD è b , allora CD b 2 PROPORZIONALITÁ Consideriamo due insiemi aventi per oggetti dei segmenti 1 Il metro, l’unità più usata, è un particolare segmento √ di misura √ esempio 2 3 π sono numeri irrazionali 3 Le approssimazioni sono dei numeri razionali, cioè delle frazioni che possono anche essere espresse come numeri decimali finiti o periodici 2 Ad 4 2 PROPORZIONALITÁ Figura 4: Classi di segmenti direttamente proporzionali Stabiliamo una corrispondenza fra gli elementi dei due insiemi che al segmento AB di I faccia corrispondere il segmento A’B’ di I’ e cosı̀ via come indicato in figura. Questa corrispondenza ad ogni elemento di I associa uno ed un solo elemento di I’ e, viceversa, ogni elemento di I’ è associato ad uno ed uno solo elemento di I. Corrispondenze di questo tipo vengono chiamate corrispondenze biunivoche . A questo punto possiamo scrivere la seguente definizione. Definizione 6 (classi di segmenti direttamente proporzionali) Due classi 4 di segmenti I e I’ , in corrispondenza biunivoca, si dicono direttamente proporzionali se il rapporto tra due segmenti corrispondenti è costante: AB CD EF = 0 0 = 0 0 = ······ A0 B 0 CD EF (9) In modo simile possiamo definire le classi di segmenti inversamente proporzionali Definizione 7 (classi di segmenti inversamente proporzionali) Due classi di segmenti I e I’ , in corrispondenza biunivoca, si dicono inversamente proporzionali se il prodotto tra le misure (rispetto a una stessa unità di misura) di due segmenti corrispondenti è costante: misura(AB)·misura(A’B’) = misura(CD)·misura(C’D’) = misura(EF)·misura(E’F’) = · · · · · · (10) Vale il seguente teorema: Teorema 3 (detto di Talete) Un fascio di rette parallele forma con due trasversali due classi di segmenti direttamente proporzionali Di questo teorema non diamo la dimostrazione, è però opportuno analizzarlo meglio. La figura 5 di pagina 6 è la rappresentazione grafica del teorema. Il fascio di rette parallele individua sulla trasversale t l’insieme di punti {A, B, C, D, E, F, G} e sulla trasversale t’ l’insieme {A0 , B 0 , C 0 , D0 , E 0 , F 0 , G0 } , tra i due insiemi vi è una ovvia corrispondenza biunivoca: A ↔ A0 4 Classe B ↔ B0 è sinonimo di insieme 5 C ↔ C0 ······ (11) 3 A POLIGONI SIMILI A’ B B’ C C’ D D’ E E’ F F’ G G’ .t .t’ Figura 5: Fascio di parallele tagliate da due trasversali La corrispondenza biunivoca 11 di pagina 5 induce una analoga corrispondenza biunivoca tra l’insieme dei segmenti individuati dal fascio di rette parallele sulla trasversale t e l’insieme dei segmenti individuati dal fascio di rette parallele sulla trasversale t’ , che possiamo cosı̀ schematizzare AB ⇐⇒ A0 B 0 AC ⇐⇒ A0 C 0 AG ⇐⇒ A0 G0 BC ⇐⇒ B 0 C 0 BE ⇐⇒ B 0 E 0 CF ⇐⇒ C 0 F 0 · · · · · · ⇐⇒ · · · · · · · · · · · · ⇐⇒ · · · · · · (12) Il teorema di Talete afferma che le due classi di segmenti cosı̀ individuate sono direttamente proporzionali, cioè: AB AC BC BF = 0 0 = 0 0 = 0 0 = ······ A0 B 0 AC BC BF 3 (13) POLIGONI SIMILI Definizione 8 (poligoni simili) Dati due poligoni, aventi lo stesso numero di vertici, si diranno simili se esiste una corrispondenza biunivoca tra i vertici dei due poligoni tale che gli angoli interni dei due poligoni che hanno vertici corrispondenti sono isometrici,e il rapporto tra due lati omologhi è costante, dove due lati, uno del primo e l’altro del secondo poligono, si dicono omologhi se i loro estremi si 6 3 POLIGONI SIMILI corrispondono nella corrispondenza biunivoca stabilita tra i vertici dei due poligoni. E A E’ A’ D’ D B’ B C’ C Figura 6: Poligoni simili I due poligoni ABCDE ed A’B’C’D’E’ sono simili se  ∼ = Â0 B̂ ∼ = B̂ 0 Ĉ ∼ = Ĉ 0 D̂ ∼ = D̂0 BC CD DE EA AB = 0 0 = 0 0 = 0 0 = 0 0 = 0 0 AB BC CD DE EA Ê ∼ = Ê 0 (14) rapporto di similitudine (15) Per i triangoli la definizione precedente è abbondante, infatti si possono dimostrare i seguenti tre teoremi 5 Teorema 4 (primo criterio di similitudine dei triangoli) Due triangoli aventi gli angoli ordinatamente isometrici sono simili. A A’ B’ B C’ C Figura 7: 1◦ criterio di similitudine dei triangoli Ipotesi :  ∼ = Â0 ; B̂ ∼ = B̂ 0 AB BC AC Tesi : =, 0 0 = 0 0 A0 B 0 BC AC 5 Di ; Ĉ ∼ = Ĉ 0 questi teoremi non è richiesta la dimostrazione 7 3 POLIGONI SIMILI Teorema 5 (secondo criterio di similitudine dei triangoli) Se due triangoli hanno isometrico un angolo e proporzionali i lati che lo comprendono, sono simili Teorema 6 (terzo criterio di similitudine dei triangoli) Due triangoli aventi ordinatamente proporzionali i lati sono simili Grazie al primo criterio di similitudine è possibile dimostrare il seguente teorema Teorema 7 (primo teorema di Euclide) In un triangolo rettangolo un cateto è medio proporzionale tra l’ipotenusa e la proiezione del cateto sull’ipotenusa Ipotesi: CAB è un triangolo rettangolo e AH è l’altezza relativa all’ipotenusa. Tesi: BC : AB = AB : BH Dimostrazione C Angolo retto H .α B A Figura 8: Primo teorema di Euclide Consideriamo il triangolo CAB e il triangolo AHB (grigio), essi hanno: • l’angolo B̂ in comune ˆ ˆ ∼ perchè retti • CAB = AHB • α∼ = Ĉ perchè complementari dello stesso angolo Ĉ 6 I due triangoli considerati sono pertanto simili per il primo criterio di similitudine (teorema 4 di pagina 7) con la seguente corrispondenza biunivoca tra i vertici triangolo CAB vertice C ⇔ triangolo ABH vertice A vertice A vertice B ⇔ ⇔ vertice H vertice B 6 Infatti: Ĉ + B̂ + retto ∼ = angolo piatto ∼ angolo retto Ĉ + B̂ = Ĉ + B̂ ∼ = α + B̂ analogamente analogamente quindi 8 α + B̂ + retto ∼ = angolo piatto ∼ angolo retto α + B̂ = α∼ = Ĉ 3 POLIGONI SIMILI Possiamo pertanto scrivere: CB AB = AB BH Usando le proporzioni si avrà 7 (16) CB:AB=AB:BH Teorema 8 (secondo teorema di Euclide) In un triangolo rettangolo l’altezza relativa all’ipotenusa è media proporzionale tra le due proiezioni dei cateti sull’ipotenusa C Angolo retto H B A Figura 9: 2◦ teorema di Euclide Ipotesi: CAH è un triangolo rettangolo e AH è l’altezza relativa all’ipotenusa. Tesi: BH : AH = AH : CH Dimostrazione Consideriamo i due triangoli rettangoli CAH e AHB, essi hanno: ˆ ∼ ˆ • CHA perchè retti = BHA ˆ ˆ • Ĉ ∼ perchè entrambi sono complemetari dell’angolo CAH = HAB ˆ ˆ • B̂ ∼ perchè entrambi sono complemetari dell’angolo BAH = CAH I due triangoli sono simili per il 1◦ criterio di similitudine, con la seguente corrispondenza tra i vertici: triangolo HAB vertice A vertice H ⇔ ⇔ triangolo ACH vertice C vertice H vertice B ⇔ vertice A Possiamo mpertanto scrivere AH BH = AH CH 7 CB AB usando le proporzioni = CB : AB 9 BH : AH = AH : CH (17) Indice analitico Assioma della divisibilità, 2 Assioma di Eudosso-Archimede, 2 Classi inversamente proporzionali, 5 Classi direttamente proporzionali, 5 Confronto di segmenti, 1 Euclide, 2◦ teorema, 9 Euclide, primo teorema, 8 Frazione di un segmento, 2 Misura di un segmento, 4 Multiplo di un segmento, 1 Poligoni simili, 7 poligoni simili, 6 Primo criterio di similitudine , 7 Rapporto di similitudine, 7 Rapporto tra segmenti, 4 Secondo criterio di similitudine, 8 Segmenti commensurabili, 2 Segmenti incommensurabili, 4 Somma di segmenti, 1 Sottomultiplo di un segmento, 1 Teorema di Talete, 5 Terzo criterio di similitudine, 8 10