Gli organismi “dalla pelle spinosa” Stelle marine, stelle serpentine, cetrioli di mare, ricci e gigli di mare appartengono al grande gruppo degli echinodermi (Phylum Echinodermata). Gli organismi adulti presentano una simmetria pentamera o pentaraggiata, ovvero basata su cinque parti simili. Privi di capo, di parte anteriore e posteriore, di lato ventrale o dorsale, sono caratterizzati invece da due superfici: una superficie orale dove si trova la bocca e all’opposto, una superficie aborale dove si trova l’ano. Gli echinodermi possiedono un sistema digerente completo, un celoma ben sviluppato (in cui sono contenuti i visceri), uno scheletro interno (endoscheletro) e un sistema idraulico unici in natura. Le stelle marine appartengono alla classe Asteroidea e generalmente sono caratterizzate da cinque braccia che si dipartono da un disco centrale, anche se in alcune specie, queste possono essere più di cinque. Si muovono lentamente grazie all’ estroflessione e alla contrazione di organi detti pedicelli ambulacrali. Fig. 1 Stella marina – Catania (Foto di Thalassia Giaccone) Fig. 2 Stella marina – Ustica (Foto di Thalassia Giaccone) I pedicelli, che si trovano sul lato orale, sono centinaia e si protrudono verso l’esterno, lungo canali disposti radialmente su ciascun braccio detti solchi ambulacrali. L’endoscheletro è flessibile ed è costituito da placche di calcio interconnesse tra loro. Sul lato aborale, molte specie di stelle marine presentano degli organi simili a pinzette che hanno la funzione di mantenere pulita questa superficie, evitando così la presenza di larve di invertebrati o di particelle in sospensione. Le stelle marine si nutrono di bivalvi, gasteropodi, cirripedi e altri invertebrati sessili o relativamente poco mobili. Le stelle serpentine o ofiure appartengono alla classe Ophiuroidea e sono caratterizzate sempre da una struttura a cinque braccia, tuttavia queste risultano molto più lunghe e flessibili. Fig.3 Stella serpentina (foto di www.biologiamarina.org) Fig.4 Stella serpentina (foto di www.mondomarino.net ) Questi organismi si muovono grazie ai movimenti serpentini delle braccia mentre i pedicelli hanno unicamente funzione alimentare. Mancano di ano e si nutrono di piccoli invertebrati presenti nel detrito. I cetrioli di mare o oloturie appartengono alla classe Holothuroidea e possono assomigliare a grossi vermi. Fig. 5 Cetriolo di mare – Maldive (Foto di Thalassia Giaccone) Fig. 6 Cetriolo di mare (Foto di www.biologia.org) Questi animali giacciono su un lato, sul quale si concentrano le cinque file di pedicelli ambulacrali, mentre la bocca e l’ano si trovano alle estremità. L’endoscheletro è costituito da piccolissime spicole e placche calcaree che si trovano disperse nella parte esterna del corpo. Si nutrono di cibo che trovano sulla superficie dei sedimenti o direttamente nell’interfaccia acqua-sedimento. I pedicelli che infatti si trovano vicino alla bocca, sono modificati in braccia tentacolari e utilizzate per raccogliere il cibo dal fondo e per portarlo alla bocca. Le oloturie hanno un sistema di difesa innovativo: quando vengono disturbate, molte specie, emettono dall’ano alcune sostanze vischiose filamentose, talvolta tossiche, che scoraggiano l’eventuale predatore. In alcuni casi, emettono anche l’intestino e alcuni organi interni, sia dall’ano sia dalla bocca (fenomeno dell’eviscerazione) in modo da distrarre l’aggressore. In breve tempo questi organismi hanno la possibilità di rigenerare gli organi estromessi. I ricci appartengono alla classe Echinoidea e sono caratterizzati da un endoscheletro costituito da una teca rigida dotata di spine mobili e di pedicellarie. Fig. 7 Ricci (Foto di www.riccidimare.wordpress.com e di www.pagurus.it) Le spine mobili si articolano sui tubercoli della teca ed insieme ai pedicelli ambulacrali, i quali sulla sommità presentano presentano delle ventose, garantiscono la locomozione di questi animali. Nei ricci, i solchi ambulacrali sono sempre cinque e si distribuiscono sulla superficie esterna del corpo sferico, mentre la bocca e l’ano si aprono sul lato inferiore e su quello superiore. Fig. 8 Riccio matita - Ustica (Foto di Thalassia Giaccone) Le piastre che formano la teca si possono individuare facilmente quando il riccio è privo di spine. Si nutrono di alghe e fanerogame marine (piante), ingerendo spesso anche detrito e piccole spugne o briozoi incrostanti. I ricci che comunemente si trovano sui nostri fondali sono quelli di colore nero e quelli di colore viola, erroneamente detti rispettivamente riccio maschio e riccio femmina. In realtà sono due ricci appartenenti a specie diverse. A profondità generalmente superiori a -45 metri è possibile incontrare il riccio matita, così chiamato per la presenza di spine che per la loro dimensione ricordano le matite. I gigli di mare o crinoidi appartengono alla classe Crinoidea e il loro piano di simmetria può essere paragonato a quello delle ofiure ma rivoltato, con i solchi ambulacrali e la bocca rivolti verso l’alto. La bocca e gli organi principali sono concentrati in un piccolo corpo a forma di calice da cui si irradiano le lunghe braccia piumose. Le braccia posso essere cinque ma posso arrivare anche a fino 200. La maggior parte delle specie sono sessili e di profondità, ma ve ne sono altre sia di superficie sia di profondità, che si muovono sui fondali o che addirittura sono in grado di effettuare brevi nuotate. Si nutrono di particelle alimentari in sospensione nell’acqua, le quali vengono catturate utilizzando una sostanza mucosa secreta dai pedicelli ambulacrali. Fig. 9 Giglio di mare - Maldive (Foto di Thalassia Giaccone) Fig. 10 Giglio di mare - Maldive (Foto di Thalassia Giaccone)