Sensori CMOS 1 Micron Products 5/19/2013 ©2006 Micron Technology, Inc. All rights reserved. 2 Micron Confidential Applicazioni dei sensori d’immagine Wireless/Mobile Markets Digital Camera Markets Commerical and Industrial Markets Cellulari Consumer DSCs Appl. automobilistiche Palmari PC cameras Dispositivi medicali Apparecchi mobili Appl. ad alta velocita’ Mercati emergenti Sensori CMOS • I sensori CMOS sono dispositivi “sensibili” alla luce, che la rivelano in termini di segnale elettronico. Ancora più correttamente possono essere deiniti dei trasduttori optoelettronici, ovvero dei dispositivi che “traducono” , ovvero “trasformano” la luce (da cui la radice opto- ) in un segnale elettronico. Il CMOS imager e’ una tecnologia abbastanza recente ma che sta diventando una valida alternativa a quella dei CCD (Charge Coupled Devices), presente sul mercato da molti anni e quindi piu’ matura. La principale differenza tra i due tipi di sensore di immagini e’ che i CCD lavorano nel dominio della carica che, una volta collezionata nel pixel, per essere letta viene spostata di pixel in pixel fino in uscita dove solo allora sara’ trasformata in tensione (uscita analogica). Nei CMOS imagers, invece, la conversione carica/tensione avviene subito all’interno del pixel stesso e questa tensione e’ trasferita utilizzando un bus di colonna, amplificata opportunamente e trasformata in un’uscita digitale. Tipi di sensore Un sensore CCD è costituito di pixel arrangiati a formare una matrice X,Y di righe e colonne. Ogni pixel è ricoperto da un film rosso, verde o blu, in modo tale che ogni pixel cattura un particolare colore. Ogni pixel è a sua volta costituito da un fotodiodo e da una regione adiacente di trasferimento della carica, che è schermata dalla luce. Le regioni di trasferimento di carica che sono tra loro adiacenti sono allineate in colonna per formare un registro di trasferimento di carica verticale. Il fotodiodo converte la luce (i fotoni) in carica elettrica (elettroni). Il numero di elettroni raccolti è proporzionale all’intensità della luce. Tipicamente la luce viene raccolta sull’intero sensore simultaneamente e quindi viene trasferita nelle celle di trasferimento della carica adiacenti. Quindi la carica viene letta. L’operazione di lettura viene effettuata una riga per volta ed il contenuto di ciascun pixel viene trasferito dal registro di trasferimento di carica verticale ad un registro di trasferimento di carica orizzontale separato dal primo. Il contenuto di carica per una data riga viene quindi letto in serie e inviato ad una sezione di amplificazione del segnale e di conversione da carica in tensione. Quindi si passa alla riga successiva. Il processo viene ripetuto finchè vengono lette tutte le righe e quindi viene realizzata un’immagine. Schema tipico del sensore CCD Il Pixel array è costituito solo da pixel. L’operazione di lettura viene effettuata mediante un registro di trasferimento di carica verticale. 5/19/2013 8 Micron Confidential Schema tipico del sensore CMOS A differenza dei sensori CCD, i sensori CMOS vengono realizzati attraverso un processo CMOS standard e quindi può avvalersi delle infrastrutture a elevati volumi dell’industria a semiconduttore, beneficiando dei progressi della tecnologia dei semiconduttori, che si muove verso regole di design sempre più piccole per raggiungere volumi sempre più elevati di produzione e risoluzioni sempre maggiori. L’architettura di un sensore CMOS è realizzata in maniera simile a quella di una cella di memoria. Ogni pixel contiene un fotodiodo, che converte la luce in elettroni, una sezione per effettuare la conversione da carica in tensione; un transistor di reset ed uno di selezione; una sezione di amplificazione. Sovrapposta all’intero pixel array vi è una griglia di interconnessioni metalliche che applica i segnali di tempi e di lettura ed una interconnessione metallica di segnale di uscita per ogni colonna. Questa architettura consente di leggere i segnali di uscita provenienti dall’intero array di pixel o da porzioni di array o da singoli pixel individualmente, con una semplice tecnica di indirizzamento X,Y, impossibile da realizzare con il sensore CCD. 5/19/2013 9 Micron Confidential Schema tipico del sensore CMOS Il Pixel array non è costituito solo dai pixel. Ogni pixel contiene da 3 a 4 transistor. L’operazione di lettura viene effettuata mediante una tecnica di indirizzamento X,Y. 5/19/2013 10 Micron Confidential Vantaggi del sensore CMOS Il sensore CMOS offre una serie di vantaggi sulla tecnologia del sensore CCD. -Integrazione: poichè i sensori CMOS vengono realizzati con gli stessi processi dei processori e delle memorie, i sensori CMOS possono essere integrati con queste stesse componenti su di un singolo pezzo di silicio. In questo modo in un sistema SOC (system on chip), si possono integrare sullo stesso chip vari blocchi di processamento di segnali e di immagini, come amplificatori, ADC, circuiti per il processamento del colore e per la compressione dei dati, ne consente l’applicazioni in dispositivi dalle dimensioni realmente molto ridotte. In contrapposizione il sensore CCD viene realizzato mediante un processo specializzato e questa caratteristica limita la loro applicazione a sistemi discreti che a lungo raggio limiterà il tipo di sistemi portatili in cui il CCD potrà essere integrato. -Ridotto consumo di potenza: a causa dell’elevato numero di segnali di clock esterni necessari per la lettura, i CCD producono un grande consumo di potenza. Ogni clock essenzialmente carica e scarica grandi capacitori nell’array del CCD. Al contrario il sensore CMOS richiede solo un singolo input di tensione ed un solo segnale di clock, determinando un consumo di potenza senz’altro inferiore(da 1/3 a 1/100 di quella del CCD). -Indirizzamento dei pixel: il metodo di trasferimento di carica utilizzato per la lettura del CCD comporta che i singoli pixel non possono essere letti individualmente. Al contrario il sensore CMOS presenta i pixel posizionati in una griglia x-y, consentendone la lettura individuale. Questo permette al sensore CMOS di effettuare delle funzioni quali il “windowing”, in cui solo una piccola porzione del sensore viene letta, -Costi di produzione: il sensore CMOS può avvantaggiarsi dei miglioramenti di processo e delle riduzioni dei costi che si verificano internamente all’industria dei semiconduttori, condividendone l’ambiente di produzione. Capacità di integrazione Ridotto consumo di potenza Indirizzamento dei pixel Costi di produzione Elementi dei dispositivi Di seguito sono rappresentati alcuni elementi fondamentali dei dispositivi: a) Interfaccia metallo – semiconduttore: questo è stato il primo dispositivo a semiconduttore, che può essere utilizzato sia come contatto rettificante, ovvero un dispositivo che consente il passaggio della corrente solo in un’unica direzione, o come contatto ohmico, che può far passare corrente in entrambe le direzioni con una caduta di tensione trascuarbile. b) Il secondo dispositivo è una giunzione p-n, che si forma tra una zona di Silicio drogata di tipo-p (con portatori di carica positivi) ed una zona drogata tipo-n (con portatori di carica negativi). La giunzione p-n è uno dei dispositivi a semiconduttore più importanti ed il suo funzionamento costituisce le basi della fisica a semiconduttore. c) Il terzo dispositivo è una giunzione eterogenea, coiè un’interfaccia costituita da due diversi semiconduttori. Per esempio si può usare l’Arseniuro di Gallio (GaAs) e l’Arseniuro di Alluminio (AlAs) per formare una eterogiunzione. d) L’ultimo dispositivo è una struttura Metallo-Ossido-Semiconduttore (MOS). La struttura può essere considerata come una combinazione di un’interfaccia metallo-ossido ed una ossido-semiconduttore. Usando una struttura MOS come gate e due giunzioni p-n come Source e Drain possiamo formare un MOSFET. (a) Metal-semiconductor interface; (b) p-n junction; (c) heterojunction interface; (d) metal-oxide-semiconductor structure. Giunzione p-n In fig.(a) sono rappresentate due regioni di semiconduttore tipo-p e tipo-n uniformemente drogate e tenute separate. Si noti come il livello di Fermi, EF, si trovi poco al di sopra della banda di valenza nel materiale drogato di tipo-p e poco al di sotto della banda di conduzione nel materiale drogato di tipo-n. Mentre il materiale di tipo-p contiene un’elevata concentrazione di lacune e pochi elettroni, l’opposto si verifica per il materiale di tipo-n. Quando i semiconduttori di tipo-p e di tipo-n vengono congiunti l’uno all’altro, l’elevato gradiente di concentrazione dei portatori alla giunzione genera la diffusione dei portatori. Di conseguenza si forma una distribuzione di carica positiva nel lato n ed una distribuzione di carica negativa nel lato p. Questa regione di carica spaziale crea un campo elettrico che è diretto dalla carica positiva verso la carica negativa. All’equilibrio termico, cioè in condizioni stazionarie ad una data temperatura ed in mancanza di eccitazioni dall’esterno, per ogni tipo di portatore la corrente di diffusione dovuta al gradiente di concentrazione è uguale ed opposta alla corrente di drift dovuta al campo elettrico e la corrente netta di lacune e di elettroni attraverso la giunzione risulta nulla. Il Fotodiodo p-i-n • Un fotorilevatore è un dispositivo in grado di convertire il segnale luminoso in segnale elettrico. • Il fotodiodo è un tipico dispositivo fotorilevatore. Esso è costituito da giunzione p-n polarizzata inversamente. Quando un segnale luminoso incide sul fotodiodo, la regione di svuotamento serve per separare la coppia di portatori (elettrone-lacuna) fotogenerati ed una corrente elettrica fluisce nel circuito esterno. Il Fotodiodo p-i-n Un fotorilevatore è un dispositivo in grado di convertire il segnale luminoso in segnale elettrico. Il funzionamento del fotorilevatore si basa su tre passi fondamentali: 1) la produzione di portatori di carica ad opera della luce incidente; 2) il trasporto dei portatori e la loro moltiplicazione per effetto di un meccanismo di guadagno di corrente e 3) l’interazione della corrente con un circuito esterno per fornire il segnale di uscita. Il fotodiodo è un tipico dispositivo fotorilevatore. Esso è costituito da giunzione p-n polarizzata inversamente. Quando un segnale luminoso incide sul fotodiodo, la regione di svuotamento serve per separare la coppia di portatori (elettrone-lacuna) fotogenerati ed una corrente elettrica fluisce nel circuito esterno. Il fotodiodo p-i-n è uno dei più comuni fotodiodi utilizzati, poichè lo spessore della regione di svuotamento (lo strato intrinseco i) può essere adattato per ottimizzare l’efficienza del sensore. In alto è mostrata la sezione di un fotodiodo p-i-n, che ha uno strato antiriflettente sulla superficie dell’area sensibile per aumentare l’efficienza di risposta. In basso il funzionamento del fotodiodo: un fotone hν incidente all’interno della zona di svuotamento può provocare l’eccitazione di un elettrone che può portarsi in banda di conduzione, lasciando una lacuna in banda di valenza. Se ciò si verifica in corrispondenza della zona di svuotamento, il campo di built-in ivi presente, sottoponendole a forze di segno opposto, può separare le due cariche generatesi: come rappresentato nella figura seguente, l’elettrone viene trascinato nella regione n, la lacuna in quella p. Diodo Metallo-Ossido-Semiconduttore • Il diodo MOS è il cuore del MOSFET (Metal-Oxide-Semiconductor Field Effect Transistor) e può essere anche utilizzato come un capacitore di immagazzinamento del dato e costituisce uno degli elementi principali del dispositivo ad accoppiamento di carica (CCD). Vista prospettica e vista in sezione di un diodo metallo-ossido-semiconduttore (MOS), in cui d è lo spessore dell’ossido e V è la tensione applicata all’elettrodo di metallo. Nelle applicazioni pratiche il diodo MOS è il cuore del MOSFET (Metal-Oxide-Semiconductor Field Effect Transistor), che rappresenta il dispositivo principale dei circuiti integrati. Il diodo MOS può essere anche utilizzato come un capacitore di immagazzinamento del dato e costituisce uno degli elementi principali del dispositivo ad accoppiamento di carica (CCD). Funzionamento del CCD L’elemento fondamentale del sensore CCD è il capacitore MOS (metal-oxidesemiconductor). Quando una tensione positiva viene applicata all’elettrodo di metallo, le lacune vengono respinte dalla superficie di Silicio dove si viene a formare una regione di svuotamento (figura di sinistra). Quindi le linee di flusso del campo elettrico si propagano dall’elettrodo fino alla distribuzione di carica negativa degli ioni accettori nella regione di svuotamento. Se in questa condizione degli elettroni vengono iniettati in questa regione, essi vengono attratti all’interfaccia Si-SiO2 sottostante all’elettrodo. Questo significa che si forma una buca di potenziale per gli elettroni all’interfaccia SiSiO2. Si consideri ora un ‘interazione tra 2 capacitori MOS (figura di destra). Supponiamo che la buca di potenziale del capacitore di sinistra immagazzini una carica elettrica, mentre la buca di potenziale di quello di destra sia vuota. Se all’elettrodo di destra viene applicata una tensione positiva (P3) uguale a quella applicata all’elettrodo di sinistra (P2), le due buche di potenziale finiscono per fondersi l’una con l’altra e la carica elettrica si ridistribuisce uniformemente tra le due. Quindi se si diminuisce la tensione positiva applicata all’elettrodo di sinistra (P2), la carica elettrica si trasferisce completamente nella buca di potenziale di sinistra. In questo modo abbiamo realizzato un trasferimento di carica tra i due capacitori MOS. Funzionamento del CCD Single pixel Il MOSFET In figura è mostrata un’immagine prospettica di un transistore ad effetto di campo costruito in tecnologia MOS (Metal-OxideSemiconductor Field Effect Transistor, MOSFET). Si tratta di un dispositivo a 4 terminali e consiste di un substrato di semiconduttore drogato tipo-p in cui sono state realizzate due regioni di Source e Drain drogate di tipo n+. L’elettrodo di metallo al centro è chiamato il gate ed è costituito generalmente di polisilicio drogato o di una combinazione di strati metallici (W e WSix) e di polisilicio drogato. Il quarto terminale è un contatto di tipo ohmico sul substrato. I parametri di base del dispositivo sono la lunghezza di canale, L, che è la distanza tra le due giunzioni metallurgiche n+/p, la larghezza di canale Z, lo spessore dell’ossido d, la profondità della giunzione rj, ed il drogaggio del substrato NA. Si noto che la parte centrale del dispositivo corrisponde al diodo MOS. Dall’inizio della sua produzione le dimensioni del MOSFET sono state progressivamente diminuite, ma la scelta del Si come substrato e dell’SiO2 accresciuto termicamente come ossido di gate, rimangono la combinazione più importante del MOSFET. Il MOSFET a canale N Metal-Oxide-Semiconductor (MOS) Terminale di Gate Crea il campo elettrico Field Effect Transistor (FET) Meccanismo usato per controllare il flusso della corrente attraverso il dispositivo Ossido di Gate Isola il terminale di gate dal substrato abilitando l’ “Effetto di Campo”. Terminali di Source/Drain Drogati tipo-N Substrato di Silicio Drogato tipo-P (chiamata P-Well) – Tensione negativa applicata al gate Regioni di Funzionamento: 1) Accumulazione -VG I portatori di maggioranza (lacune in questo caso) sono attratte – Si crea un campo elettrico attraverso l’ossido nella regione sotto al gate. Accumulazione di lacune Non fluisce corrente NON FLUISCE CORRENTE Regioni di Funzionamento: 2) Svuotamento +VG • Tensione positiva applicata al gate • Lacune respinte dalla superficie I portatori di maggioranza (lacune in questo caso) sono respinti dalla regione sotto al gate. Lacune respinte, Elettroni attratti Non fluisce corrente finche` Cminoritari= Cmaggioritari dove C=concentazione I portatori di minoranza (elettroni in questo caso) sono attratti verso NON FLUISCE CORRENTE DAL SOURCE AL DRAIN la regione sotto al gate. • Regioni di Funzionamento: 3) Inversione Si aumenta la tensione positiva applicata al gate • Piu`lacune vengono respinte +VG Piu`portatori di maggioranza (lacune in questo caso) sono respinti dalla regione sotto al gate. Lacune respinte, Elettroni attratti Piu`portatori di Fluisce corrente poiche` (elettroni in Cminoritari>Cmaggioritari minoranza questo caso) sono attratti verso la regione sotto SI CREA UNA REGIONE DI INVERSIONE (CANALE) al gate. Funzionamento del MOSFET a) Regione lineare. Polarizzazione positiva del gate, si forma il canale di inversione, il MOSFET è in conduzione, la corrente di drain, ID, è proporzionale alla tensione di drain, VD. b) Regione di strozzamento. La tensione di drain aumenta fino a VDSat, a cui lo spessore del canale si azzera. c) Regione di saturazione. Oltre il valore di strozzamento la corrente di drain rimane praticamente costante all’aumentare della VD. Sensore CMOS Il sensore CMOS è un tipo di sensore d’immagine costruito in tecnologia CMOS. L’architettura di un circuito CMOS è mostrata in figura. Il fotodiodo è la parte sensibile del dispositivo, che è formata da una giunzione p+/n/p. Un transistor MOSFET funge da transfer gate e disaccoppia fisicamente la zona sensibile dal circuito di amplificazione del segnale. Il circuito di amplificazione è costituito da un nodo capacitivo (sense node), dove avviene la trasformazione della carica accumulata nel fotodiodo in valore di tensione, e da altri 3 transistori (M1, M2 ed M3), che costituiscono il circuito amplificatore. Funzionamento del pixel Acquisition Readout Acquisition RST Vaa Vpix SHR RST TX SHS TX Pix out FD a – structure of pixel with pinned PD; b – timing diagram; c – potential diagram Pinned PD Potential Pinned PD Criteria for optimization: QPD = QFD TX FD Immagine 3-D del sensore CMOS Tecnologia Planare 28 Circuiti integrati • Sebbene il processo planare possa essere usato per fabbricare elementi circuitali elettrici, il suo grande vantaggio riguarda la fabbricazione di circuiti integrati (Integrated Circuits, ICs) in cui un grande numero di elementi sono connessi tra loro su uno stesso substrato. Costruzione di un circuito integrato – La costruzione di un circuito integrato richiede la realizzazione di una serie di strutture planari ( ossia sottili nella direzione ortogonale al piano del circuito) costituite da zone drogate, piste metalliche e strati dielettrici. Alla realizzazione di ciascuna di esse concorre un passo del processo di integrazione. Tecnologia Planare • Nella tecnologia planare tutte le fasi intermedie del processo necessario per realizzare e collegare fra loro gli elementi circuitali vengono eseguite in parallelo sul wafer. • Un dispositivo microelettronico é pertanto un insieme di elementi circuitali fabbricati su scala microscopica su un substrato (wafer) di materiale semiconduttore (p.e. silicio). Passi di processo • Per poter realizzare dispositivi in tecnologia planare è necessario disporre di un adeguato set di passi tecnologici che permettano la realizzazione di dispositivi dall’alto! Maschera Fotolitografica • La tecnologia del Si oggi consente di realizzare sul wafer regioni con caratteristiche di conduttore, isolante o semiconduttore. • Per realizzare le desiderate configurazioni di queste regioni si usa la tecnica fotolitografica. Nella figura sono mostrate le fasi del processo litografico di microfabbricazione planare. Passi di processo per la realizzazione del MOSFET a) Silicio di partenza di tipo-n b) Ossidazione della superficie di Si e creazione di uno strato uniforme di SiO2 c) Applicazione di uno strato di photoresist d) Esposizione del photoresist attraverso una maschera Passi di processo a) Sviluppo del Photoresist b) Attacco e rimozione dello strato di SiO2 esposto c) Rimozione del Photoresist d) Impiantazione ionica e formazione di una giunzione p-n e) Deposizione di uno strato metallico f) Etch dello strato metallico 35 Come e`fatta una DRAM Row Drivers Scribe Line Bond Pads Sub-Array Sense Amps (512 rows x 512 columns) 256K Bits La cella di memoria Bit line B/L Contact Cell Capacitor • La cella di memoria di una DRAM include un MOSFET ed un capacitore MOS. • Il transistore MOSFET agisce come un interruttore per controllare le operazioni di scrittura e lettura e refresh. • Il capacitore viene utilizzato come dispositivo di immagazzinamento dei dati. Word line Array della memoria • In questo tipo di array i bit sono accoppiati a due a due, avendo in comune un contatto di Digitline ed eliminando in questo modo le ripetizioni, riducendo le dimensioni dell’array. Area Attiva • Un’ Area Attiva del dispositivo e` una porzione di silicio drogata N+ su di un substrato di silicio drogato tipo-P. Ogni Area Attiva contiene: – Una coppia di bit (poly2 storage node), – una coppia di Wordline (poly1) – un contatto centrale di Digitline – ed una Digitline (bit line) metallica (metal1 digit-line). Circuiteria di periferia • Oltre all’array, per poter interpretare il segnale elettrico contenuto in ciascuna cella e` necessaria tutta una complessa circuiteria che costituisce la “periferia” del chip, denominata Sense Amplifier, Wordline Drivers. DRAM – Sezione di un’area attiva • Transistor Gate – Commutatore – Consente alla Digit Line di connettersi con il capacitore Immagine 3D del Transistor • DRAM – Sezione di un’area attiva Capacitore – Immagazzina la carica nell’armatura inferiore Immagine 3D del capacitore Densità di memoria • Dall’inizio dell’era della microelettronica la più piccola lunghezza caratteristica di un circuito integrale si è ridotta del 13% ogni anno. La miniaturizzazione dei dispositivi comporta: ▶ Aumento di densità di un fattore 2 ogni 18 mesi ▶ la diminuzione dei costi x dispositivo ▶ la diminuzione dei tempi di risposta ▶ l’aumento della velocità Semiconductor Devices, 2/E by S. M. Sze Copyright © 2002 John Wiley & Sons. Inc. All rights reserved. Processo di “scaling-down” dei dispositivi Definizione dei parametri di scaling • Tox è lo spessore dell’ ossido di gate (in A) • Xj è la profondità di giunzione di S/D (μm) • Ws Wd sono le profondità delle zone svuotate di S/D che dipendono dalla tensione VDS (μm) e dal drogaggio del substrato. Regole di Scaling Parametri di scaling Tensione Costante Campo Costante Dimensioni (L,W ,t ox , x j ) 1/λ 1/λ Tensioni (V) 1 1/λ Correnti (I) λ 1/λ Campo Elettrico λ 1 Capacità (C) 1/λ 1/λ Dissipazione di potenza (V⋅I ) λ 1/λ2 Ritardo del gate (V⋅C/I) 1/λ2 1/λ Resistenza dellle linee (R) λ λ Costante di tempo delle linee (R⋅C) 1 1 • Effetti dello scaling Dalla combinazione di queste effetti di carattere generale traggono origine una serie di fenomeni fisici di grande importanza per I' affidabilità dei futuri componenti VLSI. Tra questi: – I' elettromigrazione che riguarda le linee di interconnessione ed i contatti dovuta all’ aumento della densità di corrente; – il riscaldamento dei portatori (Hot Electrons) di canale dei transistori MOS (con le conseguenti correnti di gate e substrato) per effetto degli aumentati campi elettrici; – la rottura dei sottili strati di isolante utilizzate nella tecnologia MOS (anch'essi dovuti all'aumento dei campi elettrici); – La corrente di Punch-Through (che trae origine dall'accresciuta interazione tra le parti diverse di una struttura MOSFET); – L’innesco di Latch-up delle strutture CMOS, che trae origine dall’accresciuta interazione tra parti diverse delle strutture. Latch-up dei circuiti C-MOS Strutture di isolamento Shallow Trench Isolation (STI) Tasso di guasto dei componenti Tecnologia del Silicio 54 Crescita del cristallo Obiettivi: – monocristallo di Si privo di difetti – di grande diametro (fino a 12”) – di purezza di 1 parte per miliardo • • (1013 cm-3 impurezze su 5×1022 cm-3 atomi di silicio) • Tecniche: • Metodo Czochralski • Metodo float-zone (zona fusa mobile) Silicio di partenza • Il silicio e` il secondo elemento per abbondanza nella crosta terrestre dopo l'ossigeno, componendone il 25,7% del peso. Si trova in argilla, feldspato, granito, quarzo e sabbia, principalmente in forma di biossido di silicio, silicati e alluminosilicati (composti contenenti silicio, ossigeno e metalli). Processo di crescita del cristallo • L’SiO2 di partenza viene trattato chimicamente per ottenere Si policristallino estremamente puro, da cui si cresce il monocristallo di Si. • Il lingotto di Si viene quindi modellato fino al diametro richiesto e tagliato in sottili fette di Si, che vengono lucidate a specchio. Processo di purificazione • Il materiale di partenza viene purificato fino al 99.9% (1ppb) e poi processato sino ad ottenere silicio policristallino. • Il silicio metallurgico viene fatto reagire con HCl gassoso per formare (Tricloro silano) SiHCl3 • La miscela di SiHCl3 viene distillata allo scopo di ottenere SiHCl3 di grado elettronico (1ppb). Produzione di Si policristallino • La reazione avviene in un reattore contenente una barra di Si policristallino, che serve da punto di nucleazione per la deposizione di Si. 1100 °C 2SiHCl3 (gas) + 2H2 (gas) → 2Si (solid) + 6HCl (gas) Barra di silicio policristallino dopo che è stata smontata dal reattore di crescita Metodo Czochralski • Questo metodo usa un apparato chiamato crystal puller. • Esso ha tre componenti principali: – La fornace che include un crogiolo di grafite riscaldato per induzione contenente Si fuso – Un meccanismo di elevazione del cristallo dalla superficie liquida, incluso un sistema di rotazione – Un sistema di controllo che include la sorgente di gas Ar e il sistema di exaust Fase di cristallizzazione • Il Silicio policristallino viene portato alla temperatura di circa 1420°C (poco oltre la temperatura di fusione). • Il seme cristallino sospeso sul liquido viene immerso e gradualmente estratto dalla massa fusa. • Il raffreddamento progressivo dell’interfaccia solido-liquido determina rapida cristallizzazione del Si. Taglio delle fette • Una volta estratto il lingotto viene grindato e tagliato in fette con una sega a lama diamantata Lucidatura finale • Dopo il taglio, entrambe le superfici della fetta vengono lappate usando una miscela di Al2O3 e glicerina per produrre un’uniformità di planarizzazione dell’ordine dei 2 µm. Distribuzione del drogante • Come il cristallo viene sollevato dalla massa fusa, la concentrazione di drogaggio incorporata nel solido è generalmente diversa da quella del liquido all’interfaccia. • Il rapporto delle due concentrazioni è definito coefficiente di segregazione all’equilibrio: CS k0 = Cl • Dove CS e Sl sono rispettivamente le concentrazioni di drogaggio nel solido e nel liquido vicino all’interfaccia all’equilibrio. • I valori assunti da ko sono < 1, il che significa che durante la crescita il drogante viene rigettato nel liquido, ch diventa sempre più drogato al procedere della cristallizzazione. Curve di concentrazione • Si dimostra che la concentrazione di drogante della fase solida dipende dalla frazione di massa solidificata (M/Mo) secondo la legge: kO −1 M del = kèO C 1 − iniziale CS M Omassa dove la o MO liquido e C la concentrazione o iniziale del liquido. Esempio numerico • Un lingotto di Si, che dovrebbe contenere 1016 Boron atm/cm3 (ko=0.8), viene cresciuto in tecnica Czochralski. Quale concentrazione di atomi di Boro dovrebbe essere aggiunta al liquido per ottenere la concentrazione solida richiesta? • Se il peso iniziale del Si nel grammi di Boro si devono CScrogiolo 1016 è 60 kg, quanti 163 1.25g/cm ⋅10 boron atm/cm3 Cl =del Si=fuso è=2.53 . aggiungere? La densità 0.8 kO 60 ⋅103 Voll = = 2.37 ⋅10 4 cm3 ( volume di Si) 2.53 Tot atmboron = 1.25 ⋅1016 × 2.37 ⋅10 4 = 2.96 ⋅10 20 boron atm mboron 2.96 ⋅10 20 atm ×10.8 g / mol = = 5.31 mg di boro 23 6.02 ⋅10 atm / mol Processo di crescita FloatZone • Il processo Float-zone viene utilizzato per crescere Si con minore contaminazione della tecnica Czochralski. • Durante il processo di crescita, la barra di Si, mantenuta verticalmente, viene fusa in una piccola zona (pochi cm) a diretto contatto del seme da un riscaldatore a RF. La zona fusa viene poi sollevata verso l’alto, consentendo la crescita di Si come estensione del seme cristallino. • Non viene usato il crogiolo, che quindi non può reagire apportando contaminazioni come nella tecnica Czochralski. Difetti di punto • In un cristallo reale durante la crescita vengono incorporati una serie di difetti reticolari. • Differenti tipi di difetti di punto: a) Impurità sostituzionale Difetti di linea • Dislocazione a spigolo (a) e a vite (b) Difetti di superficie • Stacking fault intrinseca (a), stacking fault estrinseca (b) Intrinseco Mancanza di un piano Estrinseco Inserimento di un piano Geminati e bordi di grano Regioni cristalline variamente orientate sono separate da difetti planari detti bordi di grano Confine tra due regioni di un cristallo che hanno relazione di specularità rispetto ad un piano detto piano di composizione Difetti di volume • I precipitati di impurezze o di atomi di droganti rappresentano i difetti di volume. • Questi difetti insorgono a causa dell’inerente solubilità delle impurezze nel reticolo che li ospita. • A destra curve di solubilita in funzione della temperatura per diversi elementi nel Si. Denuded Zone • Con un trattamento ad alta temperatura (1050 C in N2), l’ossigeno viene fatto evaporare dalla superficie. • In questo modo si crea una zona libera di difetti (denuded zone) la cui profondità dipende dal tempo e dalla temperatura. • Ulteriori cicli termici generano la formazione di precipitati di ossigeno all’interno del wafer per funzionare da gettering delle impurezze. Crescita Epitassiale 74 Tecnica di crescita epitassiale • Nella crescita epitassiale il substrato (wafer) agisce come seme cristallino. • A differenza della crescita dalla massa fusa, in tecnica epitassiale un film di Si può essere cresciuto ad una temperatura sostanzialmente inferiore a quella di fusione (tipicamente 30-40% minore). • Le tecniche comunemente impiegate per la crescita epitassiale sono: – Deposizione chimica in fase vapore (CVD) – Epitassia da fascio molecolare (MBE) Chemical Vapor Deposition (CVD) • Il portacampioni (suscettore) svolge un ruolo analogo al crogiolo: cioè non solo funge da supporto meccanico del wafer, ma serve anche da sorgente di energia termica per la reazione. Differenti tipi di reattori per CVD Fasi del processo CVD 1) Decomposizione in fase gassosa 2) trasporto 3) adsorbimento 4) diffusione 5) decomposizione 6) desorbimento CVD del Silicio • • • 4 tipi di sorgenti possono essere usate per la deposizione del silicio: 1) il tetracloruro di silicio (SiCl4); il diclorosilano (SiH2Cl2); il triclorosilano (SiHCl3) ed il silano (SiH4). Nel caso 1) il processo di deposizione di Si epitassiale è basato sulla riduzione, mediante idrogeno, del tetracloruro di silicio SiCl4 secondo la ben nota reazione chimica (T=1200C): Durante la crescita epitassiale, oltre alla reazione chimica opera simultaneamente anche la reazione competitiva: SiCl4 ( gas ) + 2 H 2 ( gas ) ↔ Si ( solid ) + 4 HCl ( gas ) • In conseguenza se la concentrazione di SiCl4 è troppo elevata si determina l’etching invece della deposizione del Silicio. SiCl4 ( gas ) + Si ( solid ) ↔ SiCl2 ( gas ) • Tasso di crescita Vs concentrazione di SiCl4 Effetto della concentrazione del SiCl4 sulla crescita epitassiale, dove la frazione molare è definita come il rapporto del numero di molecole di una data specie sul numero totale di molecole. Struttura del film epitassiale L’Epitassia e` una deposizione o crescita di materiale cristallino tale da conservare le direzioni cristallografiche del substrato sul quale avviene la deposizione. • Se il film cresciuto e` dello stesso materiale del substrato il processo e` chiamato omoepitassia. L’esempio piu` tipico e` caratterizzato dalla crescita uno strato epitassiale di silicio monocristallino. • Se il film epitassiale viene cresciuto su di un substrato chimicamente differente, il processo viene chiamato eteroepitassia. Adattamento dello strato epitassiale Dislocazioni all’interfaccia Si/GaAs • Immagine al microscopio elettronico in trasmissione (TEM) di dislocazioni all’interfaccia tra GaAs e Si. Le dislocazioni possono essere individuate seguendo verso il basso le linee indicate dai marchi neri nel reticolo cristallino. Fine prima parte