La seconda guerra mondiale
L’Europa verso il disastro,
1938-1939
Conferenza di Monaco, settembre 1938:
da destra
Chamberlain, Daladier, Hitler, Mussolini, Ciano
Lo squilibrio europeo:
gli obiettivi della Germania
• La tensione internazionale crebbe in Europa
nella seconda metà degli anni ‘30 soprattutto
per opera della Germania
• La Germania di Hitler aveva due obiettivi
• I. cancellare gli equilibri geopolitici di
Versailles per unificare i popoli di lingua e
cultura tedesca in un Reich
• II. espandersi verso Est ai danni della Russia
La strategia inglese dell’appeasement
• Francia e Gran Bretagna non avevano reagito in modo deciso alle
iniziative condotte dai paesi fascisti: conquista dell’Etiopia da parte
italiana e guerra civile spagnola
• La Germania constatando questa debolezza e contando sull’alleanza
con l’Italia riteneva possibile raggiungere i suoi obiettivi
• La Gran Bretagna, a sua volta, riteneva possibile trattare la
Germania in base alla politica dell’appeasement, una strategia
condivisa dalla maggioranza dei conservatori e dell’opinione
pubblica inglese, contraria a qualsiasi conflitto, e non rigidamente
osteggiata dai laburisti
• La strategia dell’appeasement si basava sulla convinzione che la
Germania nazista fosse controllabile: era possibile lasciare che
Hitler raggiungesse i suoi obiettivi più “ragionevoli” e in questo
modo la Germania sarebbe stata compensata delle dure condizioni
impostale a Versailles
Le difficoltà della Francia tra Fronte popolare e destre
• La Francia scontava grosse difficoltà interne e
l’opinione pubblica francese non voleva un altro
conflitto
• I francesi non volevano imbarcarsi in una guerra per
difendere la Russia o la “piccola Intesa” dagli attacchi
nazisti
• I socialisti erano tradizionalmente pacifisti, mentre i
conservatori guardavano con simpatia alle potenze
fasciste, che nella loro idea potevano evitare che
l’esperienza del Fronte popolare si ripetesse: “meglio
Hitler che Blum” era uno slogan molto diffuso tra i
conservatori francesi
La strategia tedesca/1: il 1938
• Contando su queste fragilità, l’azione nazista si
dispiegò nel giro di due anni, 1938 e 1939,
determinando uno sconvolgimento totale
della carta politica europea e l’avvio verso un
nuovo conflitto mondiale
Nel 1938 i fatti salienti furono
• 1. l’Anchsluss tra Austria e Germania
• 2. la questione dei Sudeti
• 3. la conferenza di Monaco di Baviera
La strategia tedesca/1: l’Anschluss
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L’Anchluss tra Germania e Austria
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Manifesto di propaganda a favore
dell’Anchluss per il plebiscito
Hitler, austriaco per nascita, aveva già cercato nel 1934,
senza esito, di annettere l’Austria alla Germania
All’inizio del 1938, su impulso di Berlino, i nazisti austriaci
tentano di far cadere il governo legittimo del cancelliere
Schuschnigg attraverso una campagna di violenze e
disordini con cui vogliono arrivare all’Anschluss
Il cancelliere convoca allora un referendum per sapere
quanti austriaci vorrebbero l’annessione alla Germania,
contando sul fatto che l’opinione pubblica austriaca
sembrava favorevole a mantenere l’indipendenza
Hitler decide allora di forzare i tempi per evitare il
referendum, e fa schierare truppe tedesche al confine con
l’Austria, pronte a entrare nel paese vicino
Schuschnigg capisce che la situazione è compromessa e si
dimette
Al suo posto subentra come cancelliere il nazista Seyss
Inquart
Quest’ultimo decise di chiedere l’intervento dell’esercito
tedesco “per salvare il paese dal caos”
Il 13 marzo 1938 l’esercito tedesco entra a Vienna e
occupa l’Austria
In aprile l’unificazione tra Austria e Germania viene
sancita da un plebiscito in cui una maggioranza amplissima
vota a favore dell’Anchluss
La strategia tedesca/1: i Sudeti
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La regione dei Sudeti
(in viola scuro)
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La Germania hitleriana proseguì nella sua azione
rivendicativa, rivolgendosi questa volta verso la
regione dei Sudeti, compresa entro la
Cecoslovacchia, e abitata da tre milioni di tedeschi
Anche nei Sudeti, i nazisti locali si mobilitarono per
chiedere al governo cecoslovacco concessioni
sempre più ampie per la minoranza tedesca
Il governo decise, in un primo momento, di
concedere ai tedeschi dei Sudeti maggiore
autonomia
Hitler voleva però l’annessione della regione e la
dissoluzione della Cecoslovacchia, e lanciò nel
settembre 1938 un ultimatum al governo
cecoslovacco perché cedesse i Sudeti
La Cecoslovacchia era alleata con Francia e Urss,
che non confinavano con essa
I sovietici, alleati della Francia, erano obbligati a
intervenire solo se questa lo avesse fatto a sua volta
La Francia era condizionata nella sua azione
dall’operato britannico
Il primo ministro inglese Neville Chamberlain andò
due volte a Berlino nel settembre 1938 per
ottenere una soluzione di compromesso da Hitler,
ma senza esito
La strategia tedesca/1: la conferenza di Monaco
La “Grande Germania” dopo
la conferenza di Monaco del 1938
• Chamberlain, temendo lo scoppio di una guerra,
contattò allora Mussolini, spingendolo a promuovere
una Conferenza internazionale tra i capi dei grandi
stati europei, a parte l’Urss
• Si riunirono a Monaco di Baviera il 29 e 30 settembre
1938 Chamberlain, Mussolini, Daladier (primo ministro
francese) e Hitler ,mentre il governo cecoslovacco non
venne coinvolto e nemmeno consultato
• I primi ministri francese e inglese approvarono il piano
di Mussolini, che in pratica era una totale accettazione
delle imposizioni tedesche: annessione dei Sudeti alla
Germania, dopo che fosse stato tenuto un plebiscito
• La Cecoslovacchia dovette accettare la soluzione
imposta a Monaco e aprire i suoi confini ai tedeschi
• L’Urss comprese che in caso di aggressione tedesca non
avrebbe potuto contare su nessun aiuto dai grandi
paesi dell’Europa occidentale e abbandonò l’alleanza
con la Francia
• L’esito della conferenza fu visto con favore dall’opinione
pubblica europea perché sembrava allontanare
definitivamente la guerra
L’inizio della guerra, 1939
L’Europa nel 1939
L’invasione tedesca della Boemia e della Moravia
• Hitler aveva preparato i piani per invadere
Boemia e Moravia già nell’autunno 1938
• Le due zone più sviluppate e abitate della
Cecoslovacchia furono invase dai tedeschi nel
marzo 1939, e questo determinò lo sfaldamento
del paese
• Boemia e Moravia furono dichiarate dai tedeschi
invasori “protettorato”
• La Slovacchia si autoproclamò indipendente,
diventando uno stato-satellite di Hitler
I patti di assistenza militare di Gran Bretagna e
Francia: la Polonia
• L’ attacco tedesco alla Boemia e Moravia suscitò finalmente
la reazione di Francia e Gran Bretagna, che mise fine
all’appeasement
• La strategia dei due stati consistette nel creare una rete di
alleanze militari (Belgio, Olanda, Grecia, Romania e
Turchia) in funzione anti-Asse
• Tra i patti di assistenza militare promossi da inglesi e
francesi, quello con la Polonia fu il più importante
• Hitler voleva prendere la città libera di Danzica, a
maggioranza tedesca, e così acquisire il “corridoio” di terra
che dalla città portava verso la Polonia, al fine di
conquistarla
• Il patto di assistenza militare tra Polonia, Francia e Gran
Bretagna doveva evitare che la Polonia avesse lo stesso
trattamento della Cecoslovacchia
L’occupazione italiana dell’Albania e il “patto d’acciaio”
Da sinistra,
Mussolini, Hitler e Ciano
alla conferenza di Monaco
• L’idea di Mussolini era che la Germania fosse
assolutamente superiore in un probabile conflitto, e che
l’Italia non avrebbe dovuto
• 1. da una parte rimanere neutrale
• 2. dall’altra lasciare alla Germania ogni spazio di manovra
• Nell’aprile del 1939 Mussolini aveva fatto occupare il
regno di Albania, con l’obiettivo di penetrare
profondamente nei Balcani
• Nel maggio del ‘39 il dittatore italiano accettò di
trasformare il legame generico dell’Asse in una alleanza
militare vera e propria, chiamato “patto d’accciaio”
• Era un accordo vincolante in base al quale i due alleati
avrebbero dovuto intervenire l’uno al fianco dell’altro in
caso fosse nato, per una causa qualsiasi, un conflitto
• Il patto d’acciaio, dovuto oltre che a Mussolini, anche al
ministro degli esteri Galeazzo Ciano (genero del “duce”),
fu un grave errore politico e militare: l’Italia non aveva i
mezzi militari per combattere una guerra europea
• Mussolini e Ciano si lanciarono in questo azzardo
credendo alle promesse di Hitler per il quale la guerra
non si sarebbe combattuta prima di due - tre anni
L’atteggiamento dell’Urss
• Gli squilibri internazionali furono aumentati
dall’atteggiamento sovietico
• I sovietici ritenevano che i grandi paesi occidentali
non li avrebbero sostenuti nel caso di attacco
tedesco
• Le grandi democrazie occidentali sospettavano che
l’Urss volesse espandersi nelle zone orientali
d’Europa
• La Polonia non intendeva concedere alle truppe
dell’Armata Rossa un attraversamento del proprio
territorio, se l’Urss fosse stata attaccata dalla
Germania
• In questa incertezza, l’Urss decise di aprire a un
possibile accordo con la Germania
Il patto Von Ribbentropp-Molotov
Stalin tra Von
Ribbbentrop e
Molotov il 23 agosto
1939, alla firma del
“patto di non
aggressione”
• A Mosca il 23 agosto 1939 avvenne un fatto
considerato impossibile fino a quel momento
• I ministri degli esteri Von Ribbentropp
(tedesco) e Molotov (sovietico) firmarono un
“patto di non aggressione”
• L’Urss ne avrebbe ricavato vantaggi
• I.sia di tempo, perché allontanava il pericolo di
un immediato attacco tedesco, e si poteva
armare per un probabile attacco differito di
Hitler
• II. sia di natura territoriale, perché il patto
prevedeva la spartizione di Polonia e Romania
tra Germania e Urss; inoltre con il patto l’Urss
poteva conquistare anche gli stati baltici
(Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia)
• La Germania ricavava dal patto la possibilità di
conquistare parte della Polonia, senza rischiare
di subire attacchi sovietici
L’invasione della Polonia
L’attacco di Germania e Urss
alla Polonia
In questa famosa foto, soldati
tedeschi alzano la sbarra di confine
tra Polonia e Germania
• Il primo giorno di settembre del
1939, le truppe della Germania
invasero la Polonia
• Il 3 settembre Gran Bretagna e
Francia dichiararono guerra alla
Germania
• Così aveva inizio la II guerra
mondiale
• L’Italia, come accadde nel 1914,
dichiarò subito la sua “non
belligeranza”
• La Russia invase la parte
orientale della Polonia
I e II guerra mondiale:
somiglianze e differenze
• Le cause e le caratteristiche della II guerra mondiale
erano simili alla prima, ma con alcune differenze:
• La Germania voleva imporre la sua egemonia
all’Europa
• Gran Bretagna e Francia volevano impedirlo
• Il conflitto da europeo diventò globale in pochi mesi
• La battaglia ideologica tra i contendenti fu però ancora
più radicale di quanto accadde nel ‘15-18
• La mobilitazione dei cittadini fu più ampia rispetto alla
grande guerra, tanto che si può parlare di guerra
“totale”
La Germania conquista la Polonia
• La Germania conquistò la Polonia occidentale in poco
più di un mese
• La strategia vincente fu quella dell’attacco congiunto
da parte dell’aviazione e delle forze corazzate,
secondo la strategia della guerra –lampo
• I carri armati e i blindati costituivano reparti
“meccanizzati” che attuavano una guerra di
movimento e permettevano di occupare in pochi giorni
ampi territori.
• In questo modo gli eserciti avversari non avevano
possibilità di rifornimento
Il 1940-41
Adolf Hitler a Parigi nel 1940
La drole de guerre
• Tedeschi e sovietici imposero alla Polonia
un’occupazione durissima, e la eliminarono di
nuovo dalla geografia del continente
• A Occidente l’offensiva fu sospesa per sette
mesi, perché i tedeschi si dovevano
riorganizzare
• e si creò la situazione chiamata dai francesi
drole de guerre, cioè “attesa di guerra”, tale
da indebolire il morale delle truppe alleate
Il nord-Europa:
Finlandia, Norvegia e Danimarca
• Alla fine di novembre del ‘39, l’Urss attaccò la
Finlandia, col pretesto che quest’ultima aveva richiesto
indebitamente modifiche di confine, e la conquistò nel
marzo ‘40
• Nella primavera del ‘40, in aprile, la Germania andò
all’attacco di Norvegia e Danimarca, conquistandole
entrambe
• Così alla fine della primavera del ‘40 i tedeschi
controllavano i due terzi dell’Europa settentrionale e
si apprestavano a attaccare la Francia
• L’iniziativa tedesca cominciò il 10 maggio 1940, e nel
giro di poche settimane giunse ai suoi obiettivi.
I tedeschi attaccano la Francia a Sedan
La linea Maginot
• L’esercito tedesco agì con una strategia identica
alla I guerra mondiale,invadendo il Belgio, ma
anche Olanda e Lussemburgo, per poi dirigersi
verso la Francia
• La maggior parte delle truppe dei francesi erano
schierate a difendere il Belgio a nord e a
presidiare la linea Maginot, una lunga serie di
fortificazioni sul confine con la Germania
• La tattica vincente dei tedeschi fu attaccare il
punto debole della linea di difesa francese,
Sedan, cioè il confine tra Belgio e Lussemburgo,
che era in parte sguarnito di difese militari
• I tedeschi sfondarono in pianura e chiusero
verso il mare francesi, belgi e inglesi, che erano
appena sbarcati per sostenere i loro alleati
• Gli inglesi furono costretti a reimbarcarsi a
Dunquerque, con qualche migliaio di belgi e
francesi, approfittando di un breve
rallentamento tedesco nell’azione di guerra
L’attacco tedesco alla Francia, maggio-giugno 1940
I tedeschi entrano a Parigi. Armistizio di Rhetondes
Truppe tedesche sfilano a
Parigi
Il maresciallo Petain
• La breve pausa servì a Hitler per testare la
reazione inglese, in vista di un possibile accordo,
che però non giunse
• Le truppe tedesche ripresero allora la loro
iniziativa d’attacco, e il 14 giugno 1940 entrarono
a Parigi, mentre una parte della cittadinanza
lasciava la capitale per dirigersi a Sud
• La classe politica francese si disperse, e l’incarico
di primo ministro fu assunto dall’anziano
maresciallo Petain, che subito agì per
raggiungere un armistizio con i tedeschi, firmato
il 22 giugno, con l’assenso dei capi di stato
maggiore, convinti che resistere alla Germania
fosse inutile
• Simbolicamente, l’armistizio fu firmato a
Rethondes, la località in cui 22 anni prima la
Germania si era arresa ai suoi avversari, e sul
medesimo vagone ferroviario, per volontà di
Hitler
La Francia di Petain
La divisione della Francia
dopo l’invasione tedesca
• Il governo francese stabilì la propria
sede nella città termale di Vichy e
accettò di governare solo la parte
centro-meridionale della Francia e le
colonie (“Francia libera”), mentre il
resto del territorio rimase sotto il
controllo dei tedeschi
• La “Francia di Vichy” diventò uno
stato-satellite della Germania
• Petain incolpò della sconfitta
francese il regime repubblicano, la
sua classe dirigente e il sistema dei
partiti
• Impose un regime politico ispirato ai
valori dell’ancien régime: Dio, patria
e famiglia
L’entrata in guerra dell’Italia
Mussolini annuncia l’entrata
in guerra dell’Italia dal balcone
di Palazzo Venezia
• La sconfitta della Francia spinse Mussolini a
decidere l’entrata in guerra dell’Italia, anche se
il paese non era assolutamente preparato ad
affrontare un conflitto: l’equipaggiamento
militare era insufficiente dopo le guerre in
Etiopia e Spagna e il paese doveva ricorrere alle
importazioni di materie prime
• In realtà anche l’opinione pubblica non era
favorevole alla guerra, così come alcuni
gerarchi e gli imprenditori, nonché buona parte
delle alte gerarchie militari
• L’orientamento dell’opinione pubblica cambiò
quando apparve possibile vincere con facilità e
rapidità grazie alle difficoltà estreme della
Francia
• Mussolini annunciò l’entrata in guerra il 10
giugno 1940
L’attacco italiano alla Francia
• Mussolini voleva combattere una guerra parallela
rispetto ai tedeschi, e non un conflitto insieme a loro
• L’attacco alla Francia, militarmente allo sbando,
cominciò il 21 giugno del 1940, ma andò peggio del
previsto: perdite consistenti (5000 tra morti e feriti) e
vantaggi territoriali minimi, nel momento in cui la
Francia chiese la pace il 24 giugno
• In Africa, le truppe italiane, partendo dalla Libia,
cercarono di attaccare l’esercito inglese in Egitto, ma
dovettero interrompere l’azione perché i mezzi
corazzati erano insufficienti
La resistenza inglese ai tedeschi
• La Gran Bretagna, dopo il crollo dei francesi, era
rimasta sola a combattere contro la Germania
• Le alternative erano due
• I. trattare con Hitler da una posizione di debolezza,
riconoscendogli le sue conquiste
• II. continuare il conflitto, contando sulla propria
potenza navale e sui rifornimenti che venivano dal
Commonwealth
• La seconda alternativa era sostenuta con forza dal
primo ministro conservatore Winston Churchill, che a
metà del 1940 era stato chiamato a guidare il governo
di coalizione nazionale
• La scelta inglese fu dunque di combattere,anche a
costo di sacrifici pesanti, preannunciati da Churchill nel
suo discorso di insediamento
L’operazione “Leone marino”
Bombardamento di Londra,
23 agosto 1940
Churchill visita le zone
bombardate
di Londra, 10 settembre 1940
• La Germania cominciò allora l’operazione “Leone
Marino”, con l’obiettivo di invadere la Gran
Bretagna, utilizzando massicciamente la
Luftwaffe, l’aviazione militare, che avrebbe
permesso di controllare i cieli dell’Europa
settentrionale e sopra la Manica, contrastando la
superiorità degli inglesi per mare
• Per tre mesi l’aviazione tedesca bersagliò la Gran
Bretagna con attacchi pesantissimi per
danneggiare la sua potenza industriale e
indebolirne il morale: furono colpiti sia i centri
industriali, come Coventry, sia le città principali,
tra cui Londra che subì diverse incursioni, causa di
numerosi morti e feriti
• L’aviazione inglese, la Royal Air Force (Raf) riuscì
però a organizzare e attuare una difesa antiaerea
relativamente efficace
• Con l’arrivo dell’autunno gli attacchi tedeschi si
esaurirono, a causa della imprevista tenacia
inglese nel resistere
Il fallimento della guerra parallela italiana:
1/la Grecia
• La strategia di guerra parallela voluta da Mussolini portò l’esercito
italiano a attaccare la Grecia alla fine di ottobre 1940, per bilanciare
l’iniziativa militare dei tedeschi in Romania
• L’attacco fu però sbagliato nei tempi e nei modi: frettoloso e poco
curato nella preparazione
• La resistenza della Grecia, retta fino allora da un regime
conservatore amico dell’Italia, fu estremamente decisa
• Dopo un mese, gli italiani furono costretti a indietreggiare e ritirarsi
di fatto in Albania
• L’insuccesso determinò una grossa crisi di sfiducia nell’opinione
pubblica italiana, in mezzo alla quale circolarono, anche per effetto
delle lettere che i soldati italiani riuscivano a spedire a casa e
sfuggivano alla censura, le voci di sbandamenti delle truppe, carenza
di equipaggiamento e disorganizzazione complessiva
Il fallimento della guerra parallela italiana:
2/ la Cirenaica
Il generale tedesco Rommel
• Il fronte africano fu a sua volta una zona di guerra
poco fortunata per l’Italia
• Alla fine del 1940 la Gran Bretagna, grazie ai suoi carri
armati e alla migliore organizzazione dell’esercito,
aveva conquistato la parte orientale della Libia (la
Cirenaica), e aveva inferto all’esercito italiano perdite
molto pesanti, nell’ordine di decine di migliaia di
morti, feriti e prigionieri
• Mussolini fu costretto a chiedere l’aiuto dell’alleato
tedesco per evitare che gli italiani fossero cacciati dalla
Libia
• L’intervento dei tedeschi guidati dal brillante generale
Rommel fu decisivo per la riconquista della Cirenaica
nell’aprile del ‘41
• In quello stesso mese, tuttavia, gli inglesi occuparono
Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, dove rientrò il
negus Hailè Sellassiè.
• Anche questi eventi fecero precipitare il prestigio
italiano al suo punto più basso, e di fatto posero fine
al progetto di “guerra parallela”
La conquista di Jugoslavia e Grecia
da parte di tedeschi e italiani
• Il progetto tedesco di occupazione dei Balcani
si sovrappose a quello italiano di conquista
della Grecia
• Le truppe italiane e tedesche nell’aprile del
1941 attaccarono insieme la Jugoslavia e la
Grecia, conquistandole entrambe
• L’effetto fu di spingere fuori dalla Grecia gli
inglesi, che si trovavano qui dal mese
precedente
La spartizione dei Balcani,
1941-9143
Il 1941
L’attacco della Germania all’Urss
• Nel giugno del 1941, la Germania cominciò
l’operazione Barbarossa, cioè l’attacco all’Urss
• Si sviluppò su un fronte che andava dal
Baltico al Mar Nord, e i sovietici furono
sorpresi dall’azione tedesca
• Mussolini decise di far partecipare all’azione
anche un corpo di spedizione italiano, il Csir
(Corpo di spedizione italiano in Russia)
L’operazione Barbarossa, estate –autunno 1941
Le direttrici lungo le quali le truppe tedesche si
mossero durante l’estate del 1941 furono
il nord, attraverso i territori del Baltico,
e il Sud, attraverso l’Ucraina,con l’obiettivo di
conquistare zone del Caucaso, ricche di
petrolio
L’attacco a Mosca avvenne però molto tardi, a
ottobre, mentre si preparava il grande inverno
russo
I tedeschi si dovettero bloccare a pochi
chilometri da Mosca, perché le condizioni
atmosferiche impedivano l’avanzata,
rallentando gli automezzi
A dicembre i sovietici riuscirono a allontanare
da Mosca i tedeschi
L’invasione tedesca dell’Urss
secondo le sue direttrici
La resistenza sovietica e i problemi dei tedeschi
• Nell’inverno del 1941-42, la situazione peggiorò
per i tedeschi
• Controllavano i territori baltici, l’Ucraina e la
Bielorussia, utili per i rifornimenti, ma l’esercito
della Germania era bloccato nelle pianure russe
a causa della stagione avversa e della resistenza
tenace dei russi, guidata da Stalin
• Questa resistenza era sostenuta dalla produzione
industriale delle regioni a est del fiume Volga e
trasformò la guerra-lampo prevista da Hitler in
una guerra di usura logorante e incerta
Gli Usa dal non intervento al sostegno ai
britannici
• Gli Usa non erano entrati in guerra nel 1939-40,
ma la politica di non intervento cominciò a
mutare dopo che Roosevelt fu rieletto per la
terza volta alla presidenza nel novembre 1940
• Iniziò un’azione di sostegno economico
statunitense alla Gran Bretagna attraverso una
legge apposita per cui gli Usa potevano fornire
materiale bellico a condizioni di favore agli stati
strategici per gli interessi americani
• Nel maggio 1941, gli Usa interruppero i rapporti
diplomatici con Italia e Germania
La “Carta atlantica”
Roosevelt e
Churchill si
incontrano a
Terranova
• A metà agosto del 1941, Roosevelt e
Churchill si incontrarono al largo dell’isola di
Terranova (Canada) e firmarono la Carta
atlantica
• Era un documento in otto punti che
condannava i regimi fascisti e indicava i
principi in base ai quali edificare un nuovo
ordine democratico alla fine della guerra:
• rispettare la sovranità popolare
• rispettare il diritto di autodeterminazione dei
popoli
• libertà di commercio
• libertà dei mari
• cooperazione internazionale
• evitare l’uso della forza nei rapporti
internazionali
L’imperialismo giapponese e il “patto tripartito”
Cartolina di propaganda
giapponese che celebra
il patto tripartito
• Il Giappone spinse gli Usa a entrare in
guerra
• Dal 1937 il Giappone stava portando
avanti un conflitto contro la Cina per
conquistarla
• Nel settembre del 1940 il paese asiatico
aveva firmato un patto tripartito di
alleanza con Italia e Germania
• Con lo scoppio della guerra, i giapponesi
avevano ampliato i loro obiettivi
imperialistici a tutto il Sud-Est asiatico,
invadendo l’Indocina francese
• Usa e Gran Bretagna decisero l’embargo,
cioè il blocco delle esportazioni verso il
Giappone, come ritorsione per l’invasione
L’attacco giapponese a Pearl Harbor
• Il Giappone non volle però ritirarsi né dalla Cina, né
dall’Indocina e decise di portare il conflitto con le
potenze occidentali alle estreme conseguenze
• Il 7 dicembre 1941 il Giappone attaccò la flotta
americana ancorata in gran parte nella baia di Pearl
Harbor, alle Hawaii, senza dichiarazione di guerra
• Anche gli Usa entrarono così in guerra
• Germania e Italia dichiararono anch’esse guerra agli Usa
• Vista la distruzione di buona parte della flotta americana,
i giapponesi conquistarono in sei mesi Filippine,
Malesia, Birmania e Indonesia, e minacciavano anche
Australia e India
• Le minacce a questi territori e le perdite coloniali
spinsero i britannici a spostare una parte delle loro forze
militari dal Medio all’Estremo Oriente
La baia di Pearl Harbor e l’espansionismo
giapponese
La guerra in Europa, 1939-1941
Fenomeni di resistenza antifascista
De Gaulle
• La resistenza all’occupazione nazista si espresse nei
diversi paesi in forme varie: non collaborazione;
diffusione di volantini; passaggio di informazione agli
Alleati; sabotaggi di strade, ponti, linee elettriche e
ferroviarie
• L’attuazione di queste iniziative era opera nei
primissimi tempi della guerra di gruppi piccoli, che
erano legati ai governi in esilio o ai movimenti di
liberazione, come la Francia Libera guidata dal
generale De Gaulle, che fin dall’inizio della guerra aveva
cercato di spingere i suoi connazionali a resistere ai
nazisti
• A partire dal 1941 si rafforzarono e organizzarono
movimenti di resistenza con il forte coinvolgimento
della popolazione, come in Jugoslavia e Grecia
• Quando l’Urss fu invasa dai tedeschi, i comunisti
europei furono ulteriormente stimolati a resistere e a
combattere il nazismo, uscendo dall’ambiguità che,
dopo il patto Von Ribbentropp-Molotov, li aveva portati
a condannare i due “opposti imperialismi” (tedesco e
delle democrazie occidentali)
Le diffidenze reciproche tra antinazisti
Tito
• Le diverse realtà della resistenza
antinazista e antifascista non sempre si
accordarono tra loro per attuare strategie
comuni
• I comunisti erano comunque sospetti agli
angloamericani e anche agli occhi degli
antinazisti di tendenza politica moderata
• Vi furono zone dell’Europa orientale come
la Jugoslavia in cui l’esercito popolare di
ispirazione comunista guidato da Tito
(nome di battaglia di Josip Brodz) ebbe
una forza decisamente superiore agli
antifascisti moderati, nazionalisti e
monarchici,che furono emarginati dalla
lotta
Collaborazionismi e collaborazionisti
Pierre Laval
successe
a Petain
come primo
ministro
nella Francia
di Vichy
• Vi furono anche importanti fenomeni di
collaborazionismo, cioè di aiuto, volontario o
forzato, nei confronti degli occupanti nazisti da
parte della popolazione degli stati invasi
• Si trattò di persone disposte a combattere
contro i movimenti resistenziali, oppure
arruolate a forza nei reparti delle SS
• Vi furono uomini politici come Petain che
governarono al servizio dei nazisti:in alcuni casi
erano fascisti già prima dell’occupazione
tedesca,come accadde in Ungheria; in altri
erano leader separatisti, che trovarono un
sostegno nel nazismo, come accadde in
Slovacchia e Croazia; in altri ancora si trattò di
esponenti politici che in nome di un
anticomunismo esasperato accettarono di
sostenere la politica del nazismo
1942,
Il “nuovo ordine” dell’Asse
Campo di concentramento
giapponese nelle Indie Orientali
Campo di concentramento di Mauthausen
Giappone e Germania:
il nuovo ordine in Asia e Europa
• Nel 1942, la Germania e il Giappone controllano
rispettivamente buona parte dell’Europa continentale
e dell’Asia sud-orientale
• Questi territori sono governati da tedeschi e
giapponesi in modo simile, cioè una sottomissione
delle popolazioni e della società, un esasperato
sfruttamento delle risorse
• Le classi dirigenti della Germania e del Giappone hanno
questo approccio al potere perché ritengono che la
razza tedesca e giapponese siano superiori a ogni
altro popolo d’Europa e d’Asia
Il Giappone:
“sfera di coprosperità della Grande Asia Orientale”
• Il dominio giapponese sull’Asia viene presentato dai
nipponici come “sfera di coprosperità della Grande
Asia Orientale”
• Secondo la propaganda giapponese, i popoli asiatici
sono stati liberati grazie al Giappone dalla nefasta
presenza e influenza delle nazioni occidentali, di
conseguenza possono vivere in modo libero e prospero
sotto la guida dei giapponesi
• La realtà dei fatti fu che il Giappone sottopose le zone
dominate a uno sfruttamento molto pesante,
sottraendo loro tutte le risorse necessarie, dalle
materie prime al lavoro umano, allo sforzo bellico
nipponico
La Germania: stati-satellite e occupazioni militari
• Anche i paesi sottomessi al dominio tedesco subiscono una sorte
simile
• I sistemi di occupazione tedeschi sono diversificati a seconda delle
zone
• Vi sono gli stati-satellite, come la Francia di Vichy o la Slovacchia, a
cui i tedeschi imposero contribuzioni coatte; o ricavarono risorse e
materie prime a prezzo conveniente, che erano poi mandate alle
fabbriche della Germania
• Nell’Est Europa, vi furono occupazioni militari vere e proprie
• L’occupazione militare aveva come effetto principale il
reclutamento forzato e deportazione di manodopera (circa 13
milioni di persone, tra civili, prigionieri di guerra, ebrei
imprigionati), che veniva utilizzata nelle fabbriche e nei campi
tedeschi al posto dei lavoratori “ariani” al fronte
• Queste persone sono trattate in modo disumano
• I tedeschi, inoltre, tolgono ai loro paesi risorse alimentari e materie
prime,impoverendoli ulteriormente
Il “nuovo ordine europeo” della Germania
Heinrich Himmler
fu a capo delle SS
dal 1929 e
dell’ufficio
centrale per la
sicurezza del Reich
dal 1939
Dal 1943 divenne
ministro
dell’Interno
• Questa organizzazione imposta dai nazisti prefigura quello che
essi chiamano “il nuovo ordine europeo”
• Nella loro prospettiva esistevano aree europee popolate da
Untermenschen (sottouomini), che dovevano essere
sottomesse e sfruttate per sempre: erano le aree orientali
dove si trovavano in grandi quantità gli slavi, i rom e gli ebrei
• Il Governatorato Generale, composto da Polonia centrale e
Galizia; Ucraina; Bielorussia e altri territori già sovietici erano
zone sottoposte al comando della SS guidate da H. Himmler
• Il piano per queste zone prevedeva la colonizzazione forzata
con lo spostamento di coloni tedeschi a cui dare i terreni
sottratti alle popolazioni “inferiori”
• Inoltre gli slavi di ascendenze tedesche, anche se lontane,
andavano individuati e rieducati per entrare a far parte del
popolo tedesco
• Gli slavi privi di “germanità” dovevano essere in parte
deportati verso Est, nelle zone liberate dalla presenza sovietica,
e in parte essere mantenuti nelle zone di origine per lavorare
come servi
• I bambini di queste popolazioni dovevano essere educati in
scuole per semiservi, dove avrebbero ricevuto nozioni solo di
lingua e matematica, visto che il loro destino era comunque già
scritto: dovevano diventare lavoratori per i tedeschi
I ghetti
Il ghetto di Varsavia
Il ghetto di Cracovia
• La politica dei tedeschi verso gli ebrei si
modificò con il progressivo avanzare verso
Est delle conquiste e occupazioni
• In un primo tempo i tedeschi pensavano
alla deportazione e dispersione degli
ebrei fuori dal Reich
• Verso est, però, gli ebrei dei territori
conquistati sono 8.500.000
• Nel 1939, i tedeschi decisero che gli ebrei
polacchi fossero deportati dalle aree
rurali entro ghetti costruiti nelle città più
grandi
• Dal 1941, i ghetti della Polonia diventano
luogo di deportazione anche per gli ebrei
originari di zone dell’Europa occidentale
Rastrellamenti e campi di concentramento
Hermann Göring,
responsabile della
“questione ebraica”
nel Reich
• I ghetti come prigioni permanenti sono però
considerati poco funzionali al progetto di
eliminazione del “problema ebraico”
• I tedeschi decidono allora due strategie
complementari, anche se nessuna delle due li
soddisfa pienamente
• 1. Durante l’operazione Barbarossa, le
Eisantzengruppen delle SS e truppe ausiliarie
della Wermarcht rastrellano la popolazione
ebraica che si trova nei territori
progressivamente conquistati dai tedeschi e
fucilano sul posto molti dei rastrellati
• 2. L’altra strategia fu la deportazione in massa
degli ebrei individuati, in campi di
concentramento, in cui vi erano già oppositori
politici e “indesiderabili”, “alieni al popolo
tedesco” (alcoolizzati, clochard, disoccupati,
prostitute, omosessuali, malati di mente)
La conferenza di Wansee e la “soluzione finale”
Reinhard Heydrich
Il luogo della conferenza
di Wansee
• La decisione definitiva sul trattamento verso gli
ebrei fu presa il 20 gennaio 1942, data in cui a
Wansee, una località presso Berlino, Reihnard
Heydrich (governatore di Boemia e Moravia e
stretto collaboratore di Himmler) comunica a
alcuni ministri e ai capi delle SS di avere ricevuto
dal responsabile della questione ebraica Göring
l’incarico di organizzare la “soluzione finale del
problema ebraico”
• Il piano è di uccidere tutti gli ebrei nei territori
tedeschi e controllati dai tedeschi
• Vengono costruiti sei campi di sterminio di
nuovo tipo (Auschwitz-Birkenau, Treblinka,
Belzec, Sobibor, Chelmno e Majdanek) in cui
attuare l’eliminazione fisica degli ebrei sulla base
di un’organizzazione “tecnicamente efficiente”,
che prevede la deportazione di tutti gli ebrei già
detenuti nei ghetti e nei campi di
concentramento
Campi di concentramento e di sterminio tra
la Germania e l’Europa orientale
Il sistema dello sterminio
• I campi di concentramento e di sterminio occupano un’amministrazione
numerosa, con l’obiettivo di minimizzare i costi e massimizzare i risultati
• Le deportazioni dai ghetti avvenivano via treno, e per le condizioni tragiche in
cui si svolgevano i viaggi molti morivano sui vagoni
• Vi era poi la spoliazione di vestiti e averi, il taglio dei capelli, l’assegnazione
delle divise non appena si giungeva al campo
• Donne, bambini e uomini venivano divisi
• I responsabili avevano programmato che i più deboli sarebbero morti già nei
campi di concentramento per le condizioni disumane di igiene e salute, per la
fame, a causa del lavoro massacrante e delle condizioni atmosferiche spesso
proibitive
• I sopravvissuti erano poi deportati nei campi di sterminio dove venivano
impiegate tecniche di soppressione finalizzate a uccidere moltissime persone
con un impiego relativamente modesto di uomini e mezzi
• La morte avveniva nelle camere a gas, con l’utilizzo di monossido di carbonio o
acido cianidrico (Zyklon-B prodotto dalla IG-Farben, grande industria tedesca)
• I cadaveri venivano poi ispezionati, per ricavarne i metalli preziosi, come denti
d’oro
• Venivano poi inceneriti nei forni crematori, spesso con la collaborazione di
SonderKommandos, squadre speciali di detenuti ebrei che preparavano forni e
salme
Mauthausen:
tavolo di ispezione
dei cadaveri (1)
Camera a gas (2,3)
forno crematorio (4)
2
4
1
3
Minoranze sterminate e tentativi di ribellione
Triangoli di colore diverso posti sulle
sulle divise identificavano le diverse
tipologie di prigionieri
• Nei campi di concentramento e sterminio furono
deportati non solo ebrei, ma anche Rom,
omosessuali, Testimoni di Geova, malviventi
comuni, detenuti politici, “indesiderabili”
anch’essi in gran parte eliminati
• Si calcola che siano stati uccisi in vario modo circa
sei milioni di ebrei, di cui almeno un milione erano
bambini
• Gli ebrei, col tempo, furono convogliati non solo
dalle zone tedesche, ma anche da Francia, Olanda,
Balcani, Grecia, spesso vittime di delazioni, anche
se vi furono persone che cercarono di salvarli e
nasconderli
• Uno dei pochi episodi di ribellione fu quello del
Ghetto di Varsavia, il 19 aprile 1943, quando gli
ebrei ancora dentro il ghetto si rivoltarono contro il
contingente militare che doveva deportarli
• La ribellione durò circa un mese, ma alla fine i
nazisti ripresero il controllo del ghetto: gli uccisi e i
morti nella rivolta furono circa 28.000
La svolta del 1942-43,
l’area del Pacifico
Le battaglie vittoriose degli statunitensi
nel Pacifico
• Lo svolgimento del conflitto ebbe una
svolta tra 1942 e 1943
• Vi furono le prime battaglie nel
Pacifico in cui furono impiegate da
parte di giapponesi e statunitensi
flotte imponenti, che utilizzavano
anche portaerei, da cui decollavano
gli aerei per il bombardamento
• Le battaglie del Mar dei Coralli e di
Midway furono le prime in cui gli
americani fermarono l’offensiva
giapponese
• All’inizio del 1943, i marines
statunitensi presero l’isola di
Guadalcanal, costringendo i
giapponesi a difendere le posizioni
che avevano conquistato tra ‘41 e ‘42
L’assedio tedesco fallito a Stalingrado
• Fu l’assedio di Stalingrado, in Urss, da parte dei tedeschi a determinare un
cambiamento nella guerra in Europa
• L’assedio della città, che era fondamentale per la conquista della Russia
sudorientale,cominciò ad agosto del 1942
• Fino a novembre i tedeschi sembrarono avere la meglio, con combattimenti
anche dentro la città, quasi casa per casa
• In seguito i sovietici riuscirono nel contrattacco e accerchiarono i tedeschi e i
loro alleati
• Hitler,nonostante le difficoltà causate anche dal terribile inverno russo,
decise che i tedeschi resistessero a oltranza, ma così facendo esaurì le
risorse della sua armata, che nel febbraio 1943 fu costretta a una
catastrofica ritirata.
• Durante la ritirata morirono anche molti soldati italiani dell’ Armir, l’Armata
italiana in Russia, che aveva rimpiazzato Il Csir nel 1942
• Era stato Mussolini a voler inviare i soldati italiani in prima linea, affermando
di voler offrire un sacrificio di sangue, e con la solita speranza di condurre
una guerra parallela
• Durante la controffensiva sovietica di dicembre 1942, morirono quasi 75.000
uomini dell’Armir
L’assedio e la ritirata tedesca
La ritirata di Germania e Italia dall’Africa
• Anche sul fronte africano i tedeschi e italiani
subirono una sconfitta pesante
• Le truppe dell’Asse arrivarono a meno di cento
chilometri da Alessandria, a El Alamein, ma lì si
fermarono
• L’esercito inglese comandato da Montgomery
aveva una grande superiorità in uomini e mezzi, e
nell’ottobre 1942 attuò una controffensiva che già
un mese dopo aveva fatto arretrare italiani e
tedeschi, i quali dovettero infine ritirarsi
• Truppe inglesi e americane sbarcarono in Algeria
e Marocco a novembre, e di conseguenza italiani
e tedeschi, inseguiti e fronteggiati dagli avversari,
si dovettero arrendere e andarsene a febbraio del
1943
• La ritirata dall’Africa delle truppe dell’Asse fu
decisiva per consentire agli alleati di attaccare
l’Europa controllata dai tedeschi
L’alleanza “forzata” di Usa, Gran Bretagna e Urss
• Tra fine ‘41 e inizio ‘42 le nazioni in guerra contro l’Asse si
riunirono a Washington per sottoscrivere il patto delle Nazioni
Unite: prevedeva che rispettassero i principi della Carta atlantica
e combattessero l’Asse fino alla fine senza armistizi e paci
separate
• Sovietici, statunitensi e britannici,nazioni ideologicamente molto
lontani tra loro, si erano trovati a combattere insieme per
fronteggiare i tedeschi, piuttosto che per propria scelta strategica
• Queste diversità ideologiche produssero anche incertezze
strategiche sul modo di condurre il conflitto
• I sovietici volevano che si aprisse un fronte di guerra nel nord
Europa, per ridurre la pressione della Germania sull’Urss
• I britannici ritenevano migliore la strategia di attaccare dall’Italia,
che venne decisa insieme agli statunitensi nella conferenza di
Casablanca, a inizio del 1943
• In questa conferenza, tuttavia, i sovietici ottennero che fosse
deciso il principio per cui la guerra sarebbe continuata fino alla
resa incondizionata del nemico
La caduta del regime fascista
(e non “la morte della patria”)
e la “guerra civile”
L’indebolimento del regime fascista
• Il regime fascista era stato indebolito dalle sconfitte
militari, che gli avevano tolto molti consensi, a causa
della durata e dell’andamento negativo della guerra
• Nel marzo 1943, nel Nord Italia scoppiarono scioperi
imponenti che coinvolsero Torino, quindi Milano,
Genova e altre città industriali
• Erano scioperi non di natura politica, ma contro il
caro-vita e il razionamento dei generi alimentari,
problemi acuiti dai bombardamenti aerei alleati
dell’inverno ‘42-43
• Esprimevano la forte insofferenza di molti italiani verso
il fascismo
• In questi scioperi aveva avuto un ruolo comunque non
secondario anche l’organizzazione clandestina del
Partito comunista, che aveva contribuito a fomentarli
•
•
•
•
L’azione Alleata in Sicilia
L’iniziativa militare alleata rese il regime ancora più
fragile
La conquista dell’isola di Pantelleria il 12 giugno 1943
avviò la campagna d’Italia degli angloamericani
Il 10 luglio le truppe angloamericane sbarcarono in
Sicilia e la occuparono, anche perché le truppe
italiane, sfiduciate, non opposero una resistenza decisa
e i siciliani accolsero gli Alleati come liberatori (anche
grazie all’opera di “sensibilizzazione” a favore degli
angloamericani svolta dalla mafia, in seguito a
trattative segrete con gli Alleati)
Questa conquista fu il segno che il regime fascista era
ormai sull’orlo del collasso
Il 25 luglio, la caduta di Mussolini e la fine del regime
• La caduta del regime avvenne, tuttavia, non per
un’iniziativa popolare, quanto per una manovra
politica a cui parteciparono Vittorio Emanuele III e
diversi gerarchi
• Nella notte tra 24 e 25 luglio 1943, il Gran Consiglio
del fascismo, che non veniva convocato dal1939,
approvò un ordine del giorno proposto da Dino
Grandi, importante gerarca e ministro della Giustizia:
votarono a favore altri gerarchi importanti come i
quadrumviri De Bono e De Vecchi, Bottai e Ciano
• L’ odg prevedeva che il re avrebbe guidato da solo le
forze armate, senza più condividere il comando con
Mussolini
• In sostanza determinava l’esautoramento del
“Duce”, il quale fu costretto a dimettersi da Capo del
governo e fu arrestato al termine della seduta
• Il re quasi contemporaneamente nominò il generale
Pietro Badoglio, che era stato allontanato dal
comando delle forze armate italiane dopo le sconfitte
in Grecia (1940), Presidente del consiglio
I “quarantacinque giorni”,
25 luglio-8 settembre 1943
• Vi furono immediate manifestazioni di gioia da parte di
moltissimi italiani, non tanto per la caduta del regime in sé,
quanto perché si associava questo fatto alla fine della
guerra
• Tuttavia il primo annuncio del governo Badoglio fu “la
guerra continua”, cioè l’Italia avrebbe tenuto fede agli
impegni presi da Mussolini con gli alleati tedeschi e
giapponesi
• In realtà nei quarantacinque giorni successivi, il governo e
il re avviarono trattative segrete con gli angloamericani
per sfilarsi dalla guerra nelle condizioni meno umilianti
possibili
• Nel contempo i tedeschi avevano cominciato a far affluire
verso l’Italia un grosso numero di soldati per contrastare
l’avanzata degli angloamericani
L’armistizio dell’8 settembre e il caos nel paese
• Il 3 settembre a Cassibile, presso Siracusa, fu
raggiunto tra governo italiano e Alleati l’accordo
per l’armistizio, che prevedeva la resa
incondizionata dell’Italia
 Gli italiani dovevano deporre le armi
 cessare la collaborazione con la Germania
 mettere il territorio italiano in mano agli Alleati
 consegnare flotta e aeronautica
• Il giorno 8 settembre alle 19.45 Badoglio
annunciò via radio il raggiungimento
dell’armistizio, ma non diede ai militari nessuna
indicazione precisa sul comportamento da
tenere, a parte una disposizione generica ai
comandi di reagire a “eventuali attacchi di altra
provenienza”
• Sempre in quel giorno il governo e il re
fuggirono a Brindisi, nella zona controllata dagli
alleati
La dissoluzione dell’esercito italiano
• Si creò in questo modo una situazione pericolosa, in cui le
strutture militari senza ordini e abbandonate a se stesse si
dissolsero
• Il 10 settembre, nonostante i tentativi di resistenza dei
militari e della popolazione civile, i tedeschi occuparono
Roma
• 650.000 soldati furono deportati in Germania
• 200.000 riuscirono a sfuggire alla deportazione
• 180.000 uomini si misero,invece, al servizio dei tedeschi,
ritenendo da “traditori” il comportamento del governo e
del re, e volendo rimanere fedeli all’alleato
• L’episodio più tragico si ebbe nell’isola greca di Cefalonia,
dove 10.000 soldati italiani della Divisione Aqui non
vollero arrendersi ai tedeschi e dopo otto giorni di
combattimenti furono uccisi da loro (14-22 settembre
1943) in combattimento e dopo la fine della battaglia
L’Italia spezzata in due
La linea Gustav
• L’Italia fu divisa in due entità statali
distinte:
nella
zona
centrosettentrionale si attestarono i
tedeschi lungo la linea Gustav,
mentre
nell’Italia
centromeridionale gli Alleati avevano il
controllo del territorio, in cui il
governo italiano e la sua burocrazia
esercitavano la loro sovranità
• Nel nord Italia, invece, il fascismo
cercò di ricostruire il regime con un
cambiamento di nome e rilanciando
le parole d’ordine “rivoluzionarie”
alle origini del movimento
La Repubblica sociale italiana e la guerra civile
Situazione politica italiana tra ‘43 e ‘45
• Mussolini, che era tenuto prigioniero sul Gran
Sasso, in Abruzzo, fu liberato da un commando
tedesco il 12 settembre 1943
• Qualche giorno dopo cominciò a costruire una
nuova entità politica, la Repubblica sociale
italiana, Rsi, imperniata sul Partito fascista
repubblicano e su un esercito che doveva
continuare la guerra al fianco dei tedeschi
• La Rsi si riteneva l’unico stato italiano legittimo,
contro il governo monarchico stanziato nel Sud
• Questa “stato” fissò uffici e rappresentanze tra
Lombardia e Veneto, specie sul lago di Garda, da
cui il nome di “Repubblica di Salò”
• Esso era in realtà un governo totalmente
dipendente dai tedeschi, che erano un esercito di
occupazione e si comportavano come tale:
sfruttavano le risorse e rastrellavano oppositori e
ebrei, con l’attivo supporto della Rsi
• Di fatto il compito principale della Rsi fu
soprattutto la repressione dei partigiani
• Ne nacque una situazione effettiva di guerra civile
tra italiani di orientamenti politici opposti
I gruppi armati della Resistenza
• I gruppi armati della Resistenza antifascista si
formarono nei giorni successivi all’8 settembre,
soprattutto tra le montagne, e spesso si
formarono grazie all’incontro tra militanti
antifascisti attivi in clandestinità già sotto il
regime,o rientrati in Italia dall’estero, e soldati
sbandati, che erano sfuggiti ai tedeschi
• I partigiani agivano come bande, alcune
organizzate in una struttura superiore di preciso
orientamento politico , altre senza una
connotazione politica determinata
I principali gruppi partigiani
Bandiera delle
Brigate Garibaldi
Bandiera delle
Brigate GL
Mostrine delle Fiamme Verdi
• I gruppi organizzati erano
• Le Brigate Garibaldi, di
orientamento comunista
• Le Brigate Giustizia e Libertà, legate
al Partito d’azione
• Le Brigate Matteotti, legate al
Partito socialista
• Le Fiamme Verdi, che nacquero
dall’incontro tra attivisti di
orientamento cattolico e liberale, e
militari, soprattutto ex alpini, attivi
soprattutto in Lombardia e Emilia
La formazione del Cln
Proclama del CLN appena
costituito, nel settembre 1943
• Il 9 settembre 1943 si formò a Roma il
Comitato di liberazione nazionale, Cln,
che fu composto da rappresentanti di
sette formazioni politiche
• Partito comunista italiano, Pci
• Partito socialista di unità proletaria, ex
Psi
• Partito d’azione, Pd’A, che prosegue
l’esperienza politica di Giustizia e
Libertà
• Democrazia cristiana, che ereditò il
ruolo del Partito popolare
• Partito liberale italiano
• Partito repubblicano italiano
• Democrazia del lavoro
Il Cln dall’opposizione a Badoglio alla
“svolta di Salerno”
Palmiro
Togliatti al
tempo della
svolta di Salerno
• Il Cln. diviso fortemente al suo interno per ideologie e strategia
politica, assunse in un primo tempo un atteggiamento
decisamente ostile al governo Badoglio e al re, considerati
incapaci e indegni di rappresentare un’Italia libera, a causa del
passato legame con il fascismo
• Tuttavia gli Alleati ritenevano il governo di Badoglio e il re
come gli unici interlocutori legittimi con i quali trattare
• Il Cln riuscì a farsi riconoscere come controparte solo quando
nel marzo 1944 Palmiro Togliatti, leader del Pci, rientrò in Italia
dalla Russia, dove si era rifugiato e propose di tralasciare la
contrapposizione frontale con il re e il governo
• Partiti e istituzioni dovevano operare insieme per eliminare il
fascismo e i nazisti dall’Italia: si trattò della cosiddetta “svolta
di Salerno”, strategia sostenuta dall’Urss, per la quale la
vittoria nel conflitto era prioritaria rispetto alle questioni
ideologiche
• Il 24 aprile Badoglio formò il primo governo di unità nazionale,
composto da rappresentanti di tutti i partiti del Cln
• Il re si impegnò a cedere i poteri al figlio Umberto, quando
Roma fosse stata liberata, per dare un segno di discontinuità
istituzionale
Il governo di Bonomi espressione del Cln
• Gli Alleati liberarono Roma nel giugno del ‘44
• Umberto di Savoia assunse la luogotenenza del
regno al posto del padre
• Badoglio si dimise dalla Presidenza del consiglio,
della quale fu incaricato, con una soluzione di
mediazione, Ivanoe Bonomi, che già aveva
ricoperto questa carica vent’anni prima
• Il governo di Bonomi era rappresentativo del
Comitato di liberazione nazionale
• Il governo di Bonomi era più legato di quello di
Badoglio ai movimenti della Resistenza attivi nel
nord Italia
Il Clnai e la lotta partigiana nell’Alta Italia
Bandiera del
Corpo volontari
della libertà
• Le bande partigiane erano guidate
politicamente dal Comitato di liberazione
Alta Italia, Clnai, a partire dal gennaio 1944
• Nel giugno 1944 le formazioni resistenziali
riuscirono anche a darsi un comando
militare unificato, il Corpo volontari della
libertà (CVL)
• Le bande avevano reclutato un numero
consistente di uomini tra l’8 settembre 1943
e il giugno 1944: operai, contadini, studenti,
tanto che il loro numero era di circa 100.000
uomini e donne.
• Molti uomini erano sfuggiti alla leva
obbligatoria imposta dalla Rsi e si erano
rifugiati sulle montagne, arruolandosi nelle
formazioni partigiane
I partigiani in provincia di Bergamo
Fonte: E sulla terra faremo
libertà, Isrec Bergamo, 2005
La zona grigia nella “guerra civile”
• L’attività dei partigiani “aveva un valore politico e
simbolico molto superiore alla sua reale forza militare”
(Sabbatucci-Vidotto)
• I contrasti che divisero il movimento resistenziale, e che
diverse volte provocarono conflitti tra i partigiani stessi,
furono un limite all’incisività dell’azione di resistenza
• Inoltre la mobilitazione e il coinvolgimento della
popolazione nella resistenza furono difficili: la
cosiddetta “zona grigia” dell’Italia, era formata da
moltissime persone, la maggioranza, segnate dalla
durezza della guerra e preoccupate in primo luogo di
sopravvivere
• Molti non presero posizione nel corso della “guerra
civile”, ma furono tanti anche coloro che, senza
partecipare attivamente alla lotta, aiutarono e
fiancheggiarono il movimento partigiano
1944-45,
la fine della guerra
Il contrattacco dell’Urss e la conferenza di Teheran
La conferenza di Teheran, fine 1943
• I sovietici respinsero nell’estate del 1943
un ultimo assalto tedesco, quindi
cominciarono un contrattacco in tutta
l’Europa orientale, lento ma costante,
durato quasi due anni
• Le vittorie contro i tedeschi diedero a
Stalin una notevole forza diplomatica nei
confronti di Usa e Gran Bretagna
• Questa forza si manifestò appieno durante
la conferenza di Teheran alla fine del
1943, in cui il leader sovietico, Churchill e
Roosevelt si incontrarono per la prima
volta
• Stalin ottenne da statunitensi e britannici
l’impegno a attaccare i tedeschi in Europa
occidentale, e furono scelte per l’attacco
le coste della Normandia, nel nord-ovest
della Francia
Il piano per lo sbarco in Normandia
Il generale Dwight Eisenhower
• Il piano prevedeva uno sbarco in
forze sulle coste settentrionali
della regione, che erano state
munite dai tedeschi con il vallo
atlantico, un sistema imponente di
fortificazioni
• Gli alleati dovettero impiegare un
grandissimo numero di uomini e
mezzi, per attaccare sia per mare,
sia con l’aeronautica militare
• Il comando fu unificato nelle mani
del generale statunitense
Eisenhower
Lo sbarco in Normandia
Lo sbarco in Normandia e la liberazione di Parigi
Lo sbarco in Normandia,
6 giugno 1944
La liberazione di Parigi dai tedeschi,
agosto 1944
• La cosiddetta operazione Overlord cominciò il 6
giugno del 1944, dopo bombardamenti aerei a
tappeto e il lancio di numerosi paracadutisti
• Lo sbarco di uomini e mezzi continuò per il mese
successivo, raggiungendo la cifra di 1.500.000
soldati
• Alla fine di luglio gli alleati riuscirono a sfondare
il fronte nemico e invasero il nord della Francia
• Parigi fu liberata dalla Resistenza francese e qui
i soldati alleati entrarono il 25 agosto
• Il mese successivo la Francia era libera quasi del
tutto
• Tuttavia l’offensiva si arrestò a causa di alcuni
errori strategici degli angloamericani e questo
diede modo ai tedeschi di riprendersi
parzialmente
Lo sfondamento della linea Gustav e la “linea gotica”
• Gli alleati sfondarono la linea Gustav in Italia a metà del
1944 e entrarono a Roma in giugno
• L’avanzata verso il nord fu fermata nell’autunno di
quell’anno dall’ultima linea di difesa tedesca, la “linea
gotica” che correva sul crinale dell’Appennino toscoemiliano da La Spezia a Rimini
• Per un breve periodo in autunno tra le vallate del
Piemonte sorsero alcune repubbliche democratiche
partigiane (Monferrato, Alba, Val d’Ossola, Montefiorino)
• Tuttavia l’inverno del 1944-45 fu durissimo a causa
dell’estrema resistenza dei tedeschi, che agirono con
rabbia per intimidire le popolazioni civili accusate di
collaborare con i partigiani e soprattutto in questo
periodo si verificarono stragi efferate da parte nazista
Il generale
Alexander
Il proclama di Alexander
e la crisi dell’autunno’44
• Il generale inglese Alexander, comandante in capo
delle truppe alleate nel Mediterraneo, diffuse via
radio un proclama a novembre con cui richiedeva
ai partigiani la cessazione di ogni operazione
organizzata su vasta scala e di attestarsi su
posizioni difensive, e allo stesso tempo dichiarava
sospesa ogni operazione militare Alleata per
l'inverno 1944/'45
• Questa iniziativa alleata creò divisioni e tensioni tra
i leader del Clnai, da una parte, gli angloamericani
e il governo di Bonomi, che era a Roma, dall’altra,
in quanto venne interpretato dal movimento
resistenziale come espressione della la volontà da
parte degli Alleati e della corona di smobilitare le
bande partigiane
• Solo in dicembre la situazione si riequilibrò, quando
il governo italiano riconobbe il Clnai come suo
rappresentante a nord della linea gotica
Il difficile autunno del 1944
Appello del Cln,
fonte, Isrec Bg
La Resistenza e le stragi naziste
• L’effetto del proclama di Alexander fu anche di rafforzare
temporaneamente nazisti e fascisti, che compresero di avere
tempo per organizzare le proprie difese e le proprie strategie
repressive
• La strategia nazista e della Rsi contro le azioni resistenziali si
fondò soprattutto sui rastrellamenti di civili e sulle ritorsioni,
che spesso provocano grandi massacri
• I più efferati furono:
• a Roma, dove la ritorsione verso un attentato di partigiani
contro un camion di soldati nazisti avvenuto in via Rasella,
provocò la fucilazione di 335 persone alle Fosse Ardeatine
(marzo 1944)
• a S.Anna di Stazzema, tra Liguria e Toscana, dove furono uccisi
560 persone il 12 agosto del 1944
• a Marzabotto, sull’Appennino bolognese, dove le persone
massacrate da nazisti e fascisti furono 770
Si calcola che i morti per queste azioni siano stati più di 10.000
L’obiettivo delle stragi naziste
• Molte di queste stragi sono state occultate per
opportunità politica nel secondo dopoguerra,
fino alla scoperta avvenuta nel 1994 presso la
procura militare di Roma di un armadio che
conteneva molti documenti a proposito di tali
massacri
• Le stragi facevano parte di una precisa strategia
nazista: diffondere il terrore tra la popolazione
civile, suscitare odio verso i partigiani, premere
su questi ultimi per spingerli alla resa, punire le
popolazioni di determinate zone considerata
complici della presenza partigiana
La guerra in Italia, 1943-45
La tragedia finale della Germania di Hitler
Bombardamento alleato
su Dresda, febbraio 1945
• La Germania stava perdendo il conflitto
• I suoi “alleati”, Romania e Bulgaria passarono dalla
parte degli Alleati, mentre Finlandia e Bulgaria
avevano chiesto l’armistizio all’Urss a fine estate
• Per indebolire la Germania gli Alleati
intensificarono i bombardamenti contro obiettivi
militari, ma colpirono duramente con le bombe
sganciate dagli aerei anche grandi città come
Dresda e Amburgo: in questi bombardamenti
morirono più di cinquecentomila persone
• Hitler non voleva però arrendersi, e pensò di
poter modificare la situazione del conflitto sia con
l’uso di armi come i razzi V1 e V2 che colpirono
Londra, sia sperando sempre che l’alleanza tra
opposti, Urss e potenze “capitalistiche” prima o
poi si sarebbe dissolta
• Tuttavia gli Alleati intensificarono la loro
collaborazione proprio tra la fine del ‘44 e l’inizio
del ‘45, cominciando a prospettare anche una
nuova divisione del mondo
L’incontro di Yalta, febbraio 1945
• I leader delle tre potenze alleate si incontrarono nel
febbraio 1945 a Yalta, in Crimea decisero
• 1. che la Germania sarebbe stata divisa in quattro zone di
occupazione (Usa,Urss,Gran Bretagna e Francia)
• 2. che sarebbe stata denazificata
• 3. che i popoli dei paesi liberati si sarebbero dati un governi
eletti democraticamente
• 4. che la Polonia avrebbe avuto un governo composto da
comunisti e filo-occidentali
L’Urss decise quindi di entrare in guerra contro il Giappone
L’attacco sovietico lungo l’Europa orientale
• A gennaio gli Alleati ripresero la guerra
• I sovietici entrarono a Varsavia e poi occuparono
progressivamente il resto del territorio polacco
• Stalin voleva che l’Armata rossa raggiungesse
Berlino prima degli angloamericani
• Gli altri obiettivi raggiunti dai sovietici furono
l’Ungheria, Vienna e Praga (aprile-maggio 1945)
• In Europa orientale i tedeschi combatterono con
grande tenacia, per proteggere i civili
dall’avanzata violenta dell’Armata rossa e ridurre
l’area di occupazione sovietica
L’attacco alleato alla Germania
• Gli Alleati attaccarono la Germania da ovest,
sul Reno
• In marzo giunsero in pieno territorio tedesco,
con una resistenza piuttosto debole da parte
dei soldati tedeschi
• Il 25 aprile angloamericani e sovietici
raggiunsero il fiume Elba, nei dintorni di
Berlino, e si unirono ai sovietici, che
assediavano la città da settimane
La liberazione in Italia, 25 aprile 1945
L’esposizione dei corpi
a Piazzale Loreto
• In Italia, il 25 aprile il Clnai lanciò
l’ordine dell’insurrezione generale
contro tedeschi e fascisti in ritirata
• Mussolini fu arrestato dai partigiani a
Dongo, vicino al confine con la Svizzera,
vestito da tedesco insieme alla sua
amante Claretta Petacci
• Portato a Milano, fu fucilato insieme a
altri gerarchi
• Il suo cadavere, appeso per i piedi a
testa sotto, fu esposto a Piazzale Loreto,
nello stesso luogo in cui l’anno
precedente erano stati fucilati per
rappresaglia alcuni milanesi da parte dei
tedeschi
La liberazione a Bergamo
Il giornale del popolo, organo del Cln
di Bergamo, del 25 aprile 1945
Fonte Isrec Bg
La morte di Hitler
• Hitler si tolse la vita il 30 aprile,
mentre i russi stavano entrando a
Berlino
• Come presidente designò
l’ammiraglio Dönitz, che firmò la
resa tedesca a Reims il 7 maggio
1945
• Le ostilità finirono tra 8 e 9
maggio 1945
La tenace resistenza dei giapponesi
• Gli statunitensi in Asia avevano ottenuto
importanti successi, grazie al supporto tecnico
delle portaerei e dei grandi bombardieri,
capaci di sganciare tonnellate di bombe sul
territorio giapponese
• Tuttavia i giapponesi, per quanto piegati dalla
guerra, resistettero a agli Alleati e fino
all’ultimo cercarono di difendersi, impiegando
anche i kamikaze, aviatori che si suicidavano
gettandosi con i propri aerei pieni di esplosivo
contro le unità navali statunitensi
La decisione di usare la bomba atomica
e le sue motivazioni
• Il nuovo presidente staunitense Henry Truman
(succeduto a Roosevelt scomparso il 12 aprile
1945) decise di usare la bomba a fissione
nucleare, su cui aveva lavorato un gruppo di
grandi fisici, tra cui l’italiano Enrico Fermi
• La prima sperimentazione dell’ordigno fu fatta nel
deserto del New Mexico nel luglio del ‘45
• Truman con l’uso della bomba volle sia piegare
la resistenza giapponese, sia mostrare la forza
del potenziale bellico americano, soprattutto ai
sovietici
Il bombardamento atomico
su Hiroshima e Nagasaki e la fine della guerra
La firma dell’armistizio
tra Usa e Giappone
il 2 settembre 1945
• Il 6 agosto 1945 il bombardiere
americano Enola Gay sganciò sulla città
di Hiroshima, importante centro
industriale, la prima bomba atomica,
che uccise subito 100.000 individui
• Tre giorni dopo un ordigno dello stesso
genere fu sganciato anche sulla città di
Nagasaki, in cui morirono 60.000
persone
• L’effetto fu quello voluto dagli
americani: l’imperatore nipponico
Hirohito decise la resa senza condizioni
agli Alleati
• L’armistizio fu firmato il 2 agosto 1945,
e con esso la seconda guerra mondiale
ebbe termine
“Little boy” fu la bomba
sganciata su Hiroshima
Il fungo atomico
sprigionato dallo
scoppio della bomba
Hiroshima dopo
il bombardamento
Bilancio finale della II guerra mondiale
• Il bilancio della seconda guerra mondiale fu
terrificante: 55 milioni di morti, di cui 40 nella sola
Europa.
• Il bilancio è ancora più tragico se consideriamo che più
della metà delle vittime era costituita da civili.
• Questa allarmante proporzione, mai verificatasi in
precedenza, è connessa in parte all’adozione di nuova
tecniche distruttive, soprattutto i bombardamenti
aerei che colpivano indiscriminatamente obbiettivi
militari e civili, in parte al carattere di guerra
partigiana e di rivolta politica e morale contro la
barbarie nazista assunto dal conflitto.
Bibliografia
• Aa.Vv., E sulla terra faremo libertà, Bergamo, Istituto
bergamasco per la storia della Resistenza e dell’Età
contemporanea
• A.M.Banti, Il senso del tempo, Bari-Roma, Laterza, vol. 3
• W.Laqueur, A.Cavaglion (a cura di), Dizionario
dell’Olocausto, Torino, Einaudi
• B.H.Liddell Hart, Storia militare della II guerra mondiale,
Milano, Mondadori
• S.Peli, Storia della Resistenza in Italia, Torino, Einaudi
• G. Sabbatucci - V. Vidotto,L’età contemporanea. Dal 1848 a
oggi, Roma-Bari, Laterza
• G. Schreiber, La seconda guerra mondiale, Bologna, il
Mulino