La seconda guerra mondiale L’Europa verso il disastro, 1938-1939 Conferenza di Monaco, settembre 1938: da destra Chamberlain, Daladier, Hitler, Mussolini, Ciano Lo squilibrio europeo: gli obiettivi della Germania • La tensione internazionale crebbe in Europa nella seconda metà degli anni ‘30 soprattutto per opera della Germania • La Germania di Hitler aveva due obiettivi • I. cancellare gli equilibri geopolitici di Versailles per unificare i popoli di lingua e cultura tedesca in un Reich • II. espandersi verso Est ai danni della Russia La strategia inglese dell’appeasement • Francia e Gran Bretagna non avevano reagito in modo deciso alle iniziative condotte dai paesi fascisti: conquista dell’Etiopia da parte italiana e guerra civile spagnola • La Germania constatando questa debolezza e contando sull’alleanza con l’Italia riteneva possibile raggiungere i suoi obiettivi • La Gran Bretagna, a sua volta, riteneva possibile trattare la Germania in base alla politica dell’appeasement, una strategia condivisa dalla maggioranza dei conservatori e dell’opinione pubblica inglese, contraria a qualsiasi conflitto, e non rigidamente osteggiata dai laburisti • La strategia dell’appeasement si basava sulla convinzione che la Germania nazista fosse controllabile: era possibile lasciare che Hitler raggiungesse i suoi obiettivi più “ragionevoli” e in questo modo la Germania sarebbe stata compensata delle dure condizioni impostale a Versailles Le difficoltà della Francia tra Fronte popolare e destre • La Francia scontava grosse difficoltà interne e l’opinione pubblica francese non voleva un altro conflitto • I francesi non volevano imbarcarsi in una guerra per difendere la Russia o la “piccola Intesa” dagli attacchi nazisti • I socialisti erano tradizionalmente pacifisti, mentre i conservatori guardavano con simpatia alle potenze fasciste, che nella loro idea potevano evitare che l’esperienza del Fronte popolare si ripetesse: “meglio Hitler che Blum” era uno slogan molto diffuso tra i conservatori francesi La strategia tedesca/1: il 1938 • Contando su queste fragilità, l’azione nazista si dispiegò nel giro di due anni, 1938 e 1939, determinando uno sconvolgimento totale della carta politica europea e l’avvio verso un nuovo conflitto mondiale Nel 1938 i fatti salienti furono • 1. l’Anchsluss tra Austria e Germania • 2. la questione dei Sudeti • 3. la conferenza di Monaco di Baviera La strategia tedesca/1: l’Anschluss • • • L’Anchluss tra Germania e Austria • • • • • • Manifesto di propaganda a favore dell’Anchluss per il plebiscito Hitler, austriaco per nascita, aveva già cercato nel 1934, senza esito, di annettere l’Austria alla Germania All’inizio del 1938, su impulso di Berlino, i nazisti austriaci tentano di far cadere il governo legittimo del cancelliere Schuschnigg attraverso una campagna di violenze e disordini con cui vogliono arrivare all’Anschluss Il cancelliere convoca allora un referendum per sapere quanti austriaci vorrebbero l’annessione alla Germania, contando sul fatto che l’opinione pubblica austriaca sembrava favorevole a mantenere l’indipendenza Hitler decide allora di forzare i tempi per evitare il referendum, e fa schierare truppe tedesche al confine con l’Austria, pronte a entrare nel paese vicino Schuschnigg capisce che la situazione è compromessa e si dimette Al suo posto subentra come cancelliere il nazista Seyss Inquart Quest’ultimo decise di chiedere l’intervento dell’esercito tedesco “per salvare il paese dal caos” Il 13 marzo 1938 l’esercito tedesco entra a Vienna e occupa l’Austria In aprile l’unificazione tra Austria e Germania viene sancita da un plebiscito in cui una maggioranza amplissima vota a favore dell’Anchluss La strategia tedesca/1: i Sudeti • • • • • La regione dei Sudeti (in viola scuro) • • • La Germania hitleriana proseguì nella sua azione rivendicativa, rivolgendosi questa volta verso la regione dei Sudeti, compresa entro la Cecoslovacchia, e abitata da tre milioni di tedeschi Anche nei Sudeti, i nazisti locali si mobilitarono per chiedere al governo cecoslovacco concessioni sempre più ampie per la minoranza tedesca Il governo decise, in un primo momento, di concedere ai tedeschi dei Sudeti maggiore autonomia Hitler voleva però l’annessione della regione e la dissoluzione della Cecoslovacchia, e lanciò nel settembre 1938 un ultimatum al governo cecoslovacco perché cedesse i Sudeti La Cecoslovacchia era alleata con Francia e Urss, che non confinavano con essa I sovietici, alleati della Francia, erano obbligati a intervenire solo se questa lo avesse fatto a sua volta La Francia era condizionata nella sua azione dall’operato britannico Il primo ministro inglese Neville Chamberlain andò due volte a Berlino nel settembre 1938 per ottenere una soluzione di compromesso da Hitler, ma senza esito La strategia tedesca/1: la conferenza di Monaco La “Grande Germania” dopo la conferenza di Monaco del 1938 • Chamberlain, temendo lo scoppio di una guerra, contattò allora Mussolini, spingendolo a promuovere una Conferenza internazionale tra i capi dei grandi stati europei, a parte l’Urss • Si riunirono a Monaco di Baviera il 29 e 30 settembre 1938 Chamberlain, Mussolini, Daladier (primo ministro francese) e Hitler ,mentre il governo cecoslovacco non venne coinvolto e nemmeno consultato • I primi ministri francese e inglese approvarono il piano di Mussolini, che in pratica era una totale accettazione delle imposizioni tedesche: annessione dei Sudeti alla Germania, dopo che fosse stato tenuto un plebiscito • La Cecoslovacchia dovette accettare la soluzione imposta a Monaco e aprire i suoi confini ai tedeschi • L’Urss comprese che in caso di aggressione tedesca non avrebbe potuto contare su nessun aiuto dai grandi paesi dell’Europa occidentale e abbandonò l’alleanza con la Francia • L’esito della conferenza fu visto con favore dall’opinione pubblica europea perché sembrava allontanare definitivamente la guerra L’inizio della guerra, 1939 L’Europa nel 1939 L’invasione tedesca della Boemia e della Moravia • Hitler aveva preparato i piani per invadere Boemia e Moravia già nell’autunno 1938 • Le due zone più sviluppate e abitate della Cecoslovacchia furono invase dai tedeschi nel marzo 1939, e questo determinò lo sfaldamento del paese • Boemia e Moravia furono dichiarate dai tedeschi invasori “protettorato” • La Slovacchia si autoproclamò indipendente, diventando uno stato-satellite di Hitler I patti di assistenza militare di Gran Bretagna e Francia: la Polonia • L’ attacco tedesco alla Boemia e Moravia suscitò finalmente la reazione di Francia e Gran Bretagna, che mise fine all’appeasement • La strategia dei due stati consistette nel creare una rete di alleanze militari (Belgio, Olanda, Grecia, Romania e Turchia) in funzione anti-Asse • Tra i patti di assistenza militare promossi da inglesi e francesi, quello con la Polonia fu il più importante • Hitler voleva prendere la città libera di Danzica, a maggioranza tedesca, e così acquisire il “corridoio” di terra che dalla città portava verso la Polonia, al fine di conquistarla • Il patto di assistenza militare tra Polonia, Francia e Gran Bretagna doveva evitare che la Polonia avesse lo stesso trattamento della Cecoslovacchia L’occupazione italiana dell’Albania e il “patto d’acciaio” Da sinistra, Mussolini, Hitler e Ciano alla conferenza di Monaco • L’idea di Mussolini era che la Germania fosse assolutamente superiore in un probabile conflitto, e che l’Italia non avrebbe dovuto • 1. da una parte rimanere neutrale • 2. dall’altra lasciare alla Germania ogni spazio di manovra • Nell’aprile del 1939 Mussolini aveva fatto occupare il regno di Albania, con l’obiettivo di penetrare profondamente nei Balcani • Nel maggio del ‘39 il dittatore italiano accettò di trasformare il legame generico dell’Asse in una alleanza militare vera e propria, chiamato “patto d’accciaio” • Era un accordo vincolante in base al quale i due alleati avrebbero dovuto intervenire l’uno al fianco dell’altro in caso fosse nato, per una causa qualsiasi, un conflitto • Il patto d’acciaio, dovuto oltre che a Mussolini, anche al ministro degli esteri Galeazzo Ciano (genero del “duce”), fu un grave errore politico e militare: l’Italia non aveva i mezzi militari per combattere una guerra europea • Mussolini e Ciano si lanciarono in questo azzardo credendo alle promesse di Hitler per il quale la guerra non si sarebbe combattuta prima di due - tre anni L’atteggiamento dell’Urss • Gli squilibri internazionali furono aumentati dall’atteggiamento sovietico • I sovietici ritenevano che i grandi paesi occidentali non li avrebbero sostenuti nel caso di attacco tedesco • Le grandi democrazie occidentali sospettavano che l’Urss volesse espandersi nelle zone orientali d’Europa • La Polonia non intendeva concedere alle truppe dell’Armata Rossa un attraversamento del proprio territorio, se l’Urss fosse stata attaccata dalla Germania • In questa incertezza, l’Urss decise di aprire a un possibile accordo con la Germania Il patto Von Ribbentropp-Molotov Stalin tra Von Ribbbentrop e Molotov il 23 agosto 1939, alla firma del “patto di non aggressione” • A Mosca il 23 agosto 1939 avvenne un fatto considerato impossibile fino a quel momento • I ministri degli esteri Von Ribbentropp (tedesco) e Molotov (sovietico) firmarono un “patto di non aggressione” • L’Urss ne avrebbe ricavato vantaggi • I.sia di tempo, perché allontanava il pericolo di un immediato attacco tedesco, e si poteva armare per un probabile attacco differito di Hitler • II. sia di natura territoriale, perché il patto prevedeva la spartizione di Polonia e Romania tra Germania e Urss; inoltre con il patto l’Urss poteva conquistare anche gli stati baltici (Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia) • La Germania ricavava dal patto la possibilità di conquistare parte della Polonia, senza rischiare di subire attacchi sovietici L’invasione della Polonia L’attacco di Germania e Urss alla Polonia In questa famosa foto, soldati tedeschi alzano la sbarra di confine tra Polonia e Germania • Il primo giorno di settembre del 1939, le truppe della Germania invasero la Polonia • Il 3 settembre Gran Bretagna e Francia dichiararono guerra alla Germania • Così aveva inizio la II guerra mondiale • L’Italia, come accadde nel 1914, dichiarò subito la sua “non belligeranza” • La Russia invase la parte orientale della Polonia I e II guerra mondiale: somiglianze e differenze • Le cause e le caratteristiche della II guerra mondiale erano simili alla prima, ma con alcune differenze: • La Germania voleva imporre la sua egemonia all’Europa • Gran Bretagna e Francia volevano impedirlo • Il conflitto da europeo diventò globale in pochi mesi • La battaglia ideologica tra i contendenti fu però ancora più radicale di quanto accadde nel ‘15-18 • La mobilitazione dei cittadini fu più ampia rispetto alla grande guerra, tanto che si può parlare di guerra “totale” La Germania conquista la Polonia • La Germania conquistò la Polonia occidentale in poco più di un mese • La strategia vincente fu quella dell’attacco congiunto da parte dell’aviazione e delle forze corazzate, secondo la strategia della guerra –lampo • I carri armati e i blindati costituivano reparti “meccanizzati” che attuavano una guerra di movimento e permettevano di occupare in pochi giorni ampi territori. • In questo modo gli eserciti avversari non avevano possibilità di rifornimento Il 1940-41 Adolf Hitler a Parigi nel 1940 La drole de guerre • Tedeschi e sovietici imposero alla Polonia un’occupazione durissima, e la eliminarono di nuovo dalla geografia del continente • A Occidente l’offensiva fu sospesa per sette mesi, perché i tedeschi si dovevano riorganizzare • e si creò la situazione chiamata dai francesi drole de guerre, cioè “attesa di guerra”, tale da indebolire il morale delle truppe alleate Il nord-Europa: Finlandia, Norvegia e Danimarca • Alla fine di novembre del ‘39, l’Urss attaccò la Finlandia, col pretesto che quest’ultima aveva richiesto indebitamente modifiche di confine, e la conquistò nel marzo ‘40 • Nella primavera del ‘40, in aprile, la Germania andò all’attacco di Norvegia e Danimarca, conquistandole entrambe • Così alla fine della primavera del ‘40 i tedeschi controllavano i due terzi dell’Europa settentrionale e si apprestavano a attaccare la Francia • L’iniziativa tedesca cominciò il 10 maggio 1940, e nel giro di poche settimane giunse ai suoi obiettivi. I tedeschi attaccano la Francia a Sedan La linea Maginot • L’esercito tedesco agì con una strategia identica alla I guerra mondiale,invadendo il Belgio, ma anche Olanda e Lussemburgo, per poi dirigersi verso la Francia • La maggior parte delle truppe dei francesi erano schierate a difendere il Belgio a nord e a presidiare la linea Maginot, una lunga serie di fortificazioni sul confine con la Germania • La tattica vincente dei tedeschi fu attaccare il punto debole della linea di difesa francese, Sedan, cioè il confine tra Belgio e Lussemburgo, che era in parte sguarnito di difese militari • I tedeschi sfondarono in pianura e chiusero verso il mare francesi, belgi e inglesi, che erano appena sbarcati per sostenere i loro alleati • Gli inglesi furono costretti a reimbarcarsi a Dunquerque, con qualche migliaio di belgi e francesi, approfittando di un breve rallentamento tedesco nell’azione di guerra L’attacco tedesco alla Francia, maggio-giugno 1940 I tedeschi entrano a Parigi. Armistizio di Rhetondes Truppe tedesche sfilano a Parigi Il maresciallo Petain • La breve pausa servì a Hitler per testare la reazione inglese, in vista di un possibile accordo, che però non giunse • Le truppe tedesche ripresero allora la loro iniziativa d’attacco, e il 14 giugno 1940 entrarono a Parigi, mentre una parte della cittadinanza lasciava la capitale per dirigersi a Sud • La classe politica francese si disperse, e l’incarico di primo ministro fu assunto dall’anziano maresciallo Petain, che subito agì per raggiungere un armistizio con i tedeschi, firmato il 22 giugno, con l’assenso dei capi di stato maggiore, convinti che resistere alla Germania fosse inutile • Simbolicamente, l’armistizio fu firmato a Rethondes, la località in cui 22 anni prima la Germania si era arresa ai suoi avversari, e sul medesimo vagone ferroviario, per volontà di Hitler La Francia di Petain La divisione della Francia dopo l’invasione tedesca • Il governo francese stabilì la propria sede nella città termale di Vichy e accettò di governare solo la parte centro-meridionale della Francia e le colonie (“Francia libera”), mentre il resto del territorio rimase sotto il controllo dei tedeschi • La “Francia di Vichy” diventò uno stato-satellite della Germania • Petain incolpò della sconfitta francese il regime repubblicano, la sua classe dirigente e il sistema dei partiti • Impose un regime politico ispirato ai valori dell’ancien régime: Dio, patria e famiglia L’entrata in guerra dell’Italia Mussolini annuncia l’entrata in guerra dell’Italia dal balcone di Palazzo Venezia • La sconfitta della Francia spinse Mussolini a decidere l’entrata in guerra dell’Italia, anche se il paese non era assolutamente preparato ad affrontare un conflitto: l’equipaggiamento militare era insufficiente dopo le guerre in Etiopia e Spagna e il paese doveva ricorrere alle importazioni di materie prime • In realtà anche l’opinione pubblica non era favorevole alla guerra, così come alcuni gerarchi e gli imprenditori, nonché buona parte delle alte gerarchie militari • L’orientamento dell’opinione pubblica cambiò quando apparve possibile vincere con facilità e rapidità grazie alle difficoltà estreme della Francia • Mussolini annunciò l’entrata in guerra il 10 giugno 1940 L’attacco italiano alla Francia • Mussolini voleva combattere una guerra parallela rispetto ai tedeschi, e non un conflitto insieme a loro • L’attacco alla Francia, militarmente allo sbando, cominciò il 21 giugno del 1940, ma andò peggio del previsto: perdite consistenti (5000 tra morti e feriti) e vantaggi territoriali minimi, nel momento in cui la Francia chiese la pace il 24 giugno • In Africa, le truppe italiane, partendo dalla Libia, cercarono di attaccare l’esercito inglese in Egitto, ma dovettero interrompere l’azione perché i mezzi corazzati erano insufficienti La resistenza inglese ai tedeschi • La Gran Bretagna, dopo il crollo dei francesi, era rimasta sola a combattere contro la Germania • Le alternative erano due • I. trattare con Hitler da una posizione di debolezza, riconoscendogli le sue conquiste • II. continuare il conflitto, contando sulla propria potenza navale e sui rifornimenti che venivano dal Commonwealth • La seconda alternativa era sostenuta con forza dal primo ministro conservatore Winston Churchill, che a metà del 1940 era stato chiamato a guidare il governo di coalizione nazionale • La scelta inglese fu dunque di combattere,anche a costo di sacrifici pesanti, preannunciati da Churchill nel suo discorso di insediamento L’operazione “Leone marino” Bombardamento di Londra, 23 agosto 1940 Churchill visita le zone bombardate di Londra, 10 settembre 1940 • La Germania cominciò allora l’operazione “Leone Marino”, con l’obiettivo di invadere la Gran Bretagna, utilizzando massicciamente la Luftwaffe, l’aviazione militare, che avrebbe permesso di controllare i cieli dell’Europa settentrionale e sopra la Manica, contrastando la superiorità degli inglesi per mare • Per tre mesi l’aviazione tedesca bersagliò la Gran Bretagna con attacchi pesantissimi per danneggiare la sua potenza industriale e indebolirne il morale: furono colpiti sia i centri industriali, come Coventry, sia le città principali, tra cui Londra che subì diverse incursioni, causa di numerosi morti e feriti • L’aviazione inglese, la Royal Air Force (Raf) riuscì però a organizzare e attuare una difesa antiaerea relativamente efficace • Con l’arrivo dell’autunno gli attacchi tedeschi si esaurirono, a causa della imprevista tenacia inglese nel resistere Il fallimento della guerra parallela italiana: 1/la Grecia • La strategia di guerra parallela voluta da Mussolini portò l’esercito italiano a attaccare la Grecia alla fine di ottobre 1940, per bilanciare l’iniziativa militare dei tedeschi in Romania • L’attacco fu però sbagliato nei tempi e nei modi: frettoloso e poco curato nella preparazione • La resistenza della Grecia, retta fino allora da un regime conservatore amico dell’Italia, fu estremamente decisa • Dopo un mese, gli italiani furono costretti a indietreggiare e ritirarsi di fatto in Albania • L’insuccesso determinò una grossa crisi di sfiducia nell’opinione pubblica italiana, in mezzo alla quale circolarono, anche per effetto delle lettere che i soldati italiani riuscivano a spedire a casa e sfuggivano alla censura, le voci di sbandamenti delle truppe, carenza di equipaggiamento e disorganizzazione complessiva Il fallimento della guerra parallela italiana: 2/ la Cirenaica Il generale tedesco Rommel • Il fronte africano fu a sua volta una zona di guerra poco fortunata per l’Italia • Alla fine del 1940 la Gran Bretagna, grazie ai suoi carri armati e alla migliore organizzazione dell’esercito, aveva conquistato la parte orientale della Libia (la Cirenaica), e aveva inferto all’esercito italiano perdite molto pesanti, nell’ordine di decine di migliaia di morti, feriti e prigionieri • Mussolini fu costretto a chiedere l’aiuto dell’alleato tedesco per evitare che gli italiani fossero cacciati dalla Libia • L’intervento dei tedeschi guidati dal brillante generale Rommel fu decisivo per la riconquista della Cirenaica nell’aprile del ‘41 • In quello stesso mese, tuttavia, gli inglesi occuparono Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, dove rientrò il negus Hailè Sellassiè. • Anche questi eventi fecero precipitare il prestigio italiano al suo punto più basso, e di fatto posero fine al progetto di “guerra parallela” La conquista di Jugoslavia e Grecia da parte di tedeschi e italiani • Il progetto tedesco di occupazione dei Balcani si sovrappose a quello italiano di conquista della Grecia • Le truppe italiane e tedesche nell’aprile del 1941 attaccarono insieme la Jugoslavia e la Grecia, conquistandole entrambe • L’effetto fu di spingere fuori dalla Grecia gli inglesi, che si trovavano qui dal mese precedente La spartizione dei Balcani, 1941-9143 Il 1941 L’attacco della Germania all’Urss • Nel giugno del 1941, la Germania cominciò l’operazione Barbarossa, cioè l’attacco all’Urss • Si sviluppò su un fronte che andava dal Baltico al Mar Nord, e i sovietici furono sorpresi dall’azione tedesca • Mussolini decise di far partecipare all’azione anche un corpo di spedizione italiano, il Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) L’operazione Barbarossa, estate –autunno 1941 Le direttrici lungo le quali le truppe tedesche si mossero durante l’estate del 1941 furono il nord, attraverso i territori del Baltico, e il Sud, attraverso l’Ucraina,con l’obiettivo di conquistare zone del Caucaso, ricche di petrolio L’attacco a Mosca avvenne però molto tardi, a ottobre, mentre si preparava il grande inverno russo I tedeschi si dovettero bloccare a pochi chilometri da Mosca, perché le condizioni atmosferiche impedivano l’avanzata, rallentando gli automezzi A dicembre i sovietici riuscirono a allontanare da Mosca i tedeschi L’invasione tedesca dell’Urss secondo le sue direttrici La resistenza sovietica e i problemi dei tedeschi • Nell’inverno del 1941-42, la situazione peggiorò per i tedeschi • Controllavano i territori baltici, l’Ucraina e la Bielorussia, utili per i rifornimenti, ma l’esercito della Germania era bloccato nelle pianure russe a causa della stagione avversa e della resistenza tenace dei russi, guidata da Stalin • Questa resistenza era sostenuta dalla produzione industriale delle regioni a est del fiume Volga e trasformò la guerra-lampo prevista da Hitler in una guerra di usura logorante e incerta Gli Usa dal non intervento al sostegno ai britannici • Gli Usa non erano entrati in guerra nel 1939-40, ma la politica di non intervento cominciò a mutare dopo che Roosevelt fu rieletto per la terza volta alla presidenza nel novembre 1940 • Iniziò un’azione di sostegno economico statunitense alla Gran Bretagna attraverso una legge apposita per cui gli Usa potevano fornire materiale bellico a condizioni di favore agli stati strategici per gli interessi americani • Nel maggio 1941, gli Usa interruppero i rapporti diplomatici con Italia e Germania La “Carta atlantica” Roosevelt e Churchill si incontrano a Terranova • A metà agosto del 1941, Roosevelt e Churchill si incontrarono al largo dell’isola di Terranova (Canada) e firmarono la Carta atlantica • Era un documento in otto punti che condannava i regimi fascisti e indicava i principi in base ai quali edificare un nuovo ordine democratico alla fine della guerra: • rispettare la sovranità popolare • rispettare il diritto di autodeterminazione dei popoli • libertà di commercio • libertà dei mari • cooperazione internazionale • evitare l’uso della forza nei rapporti internazionali L’imperialismo giapponese e il “patto tripartito” Cartolina di propaganda giapponese che celebra il patto tripartito • Il Giappone spinse gli Usa a entrare in guerra • Dal 1937 il Giappone stava portando avanti un conflitto contro la Cina per conquistarla • Nel settembre del 1940 il paese asiatico aveva firmato un patto tripartito di alleanza con Italia e Germania • Con lo scoppio della guerra, i giapponesi avevano ampliato i loro obiettivi imperialistici a tutto il Sud-Est asiatico, invadendo l’Indocina francese • Usa e Gran Bretagna decisero l’embargo, cioè il blocco delle esportazioni verso il Giappone, come ritorsione per l’invasione L’attacco giapponese a Pearl Harbor • Il Giappone non volle però ritirarsi né dalla Cina, né dall’Indocina e decise di portare il conflitto con le potenze occidentali alle estreme conseguenze • Il 7 dicembre 1941 il Giappone attaccò la flotta americana ancorata in gran parte nella baia di Pearl Harbor, alle Hawaii, senza dichiarazione di guerra • Anche gli Usa entrarono così in guerra • Germania e Italia dichiararono anch’esse guerra agli Usa • Vista la distruzione di buona parte della flotta americana, i giapponesi conquistarono in sei mesi Filippine, Malesia, Birmania e Indonesia, e minacciavano anche Australia e India • Le minacce a questi territori e le perdite coloniali spinsero i britannici a spostare una parte delle loro forze militari dal Medio all’Estremo Oriente La baia di Pearl Harbor e l’espansionismo giapponese La guerra in Europa, 1939-1941 Fenomeni di resistenza antifascista De Gaulle • La resistenza all’occupazione nazista si espresse nei diversi paesi in forme varie: non collaborazione; diffusione di volantini; passaggio di informazione agli Alleati; sabotaggi di strade, ponti, linee elettriche e ferroviarie • L’attuazione di queste iniziative era opera nei primissimi tempi della guerra di gruppi piccoli, che erano legati ai governi in esilio o ai movimenti di liberazione, come la Francia Libera guidata dal generale De Gaulle, che fin dall’inizio della guerra aveva cercato di spingere i suoi connazionali a resistere ai nazisti • A partire dal 1941 si rafforzarono e organizzarono movimenti di resistenza con il forte coinvolgimento della popolazione, come in Jugoslavia e Grecia • Quando l’Urss fu invasa dai tedeschi, i comunisti europei furono ulteriormente stimolati a resistere e a combattere il nazismo, uscendo dall’ambiguità che, dopo il patto Von Ribbentropp-Molotov, li aveva portati a condannare i due “opposti imperialismi” (tedesco e delle democrazie occidentali) Le diffidenze reciproche tra antinazisti Tito • Le diverse realtà della resistenza antinazista e antifascista non sempre si accordarono tra loro per attuare strategie comuni • I comunisti erano comunque sospetti agli angloamericani e anche agli occhi degli antinazisti di tendenza politica moderata • Vi furono zone dell’Europa orientale come la Jugoslavia in cui l’esercito popolare di ispirazione comunista guidato da Tito (nome di battaglia di Josip Brodz) ebbe una forza decisamente superiore agli antifascisti moderati, nazionalisti e monarchici,che furono emarginati dalla lotta Collaborazionismi e collaborazionisti Pierre Laval successe a Petain come primo ministro nella Francia di Vichy • Vi furono anche importanti fenomeni di collaborazionismo, cioè di aiuto, volontario o forzato, nei confronti degli occupanti nazisti da parte della popolazione degli stati invasi • Si trattò di persone disposte a combattere contro i movimenti resistenziali, oppure arruolate a forza nei reparti delle SS • Vi furono uomini politici come Petain che governarono al servizio dei nazisti:in alcuni casi erano fascisti già prima dell’occupazione tedesca,come accadde in Ungheria; in altri erano leader separatisti, che trovarono un sostegno nel nazismo, come accadde in Slovacchia e Croazia; in altri ancora si trattò di esponenti politici che in nome di un anticomunismo esasperato accettarono di sostenere la politica del nazismo 1942, Il “nuovo ordine” dell’Asse Campo di concentramento giapponese nelle Indie Orientali Campo di concentramento di Mauthausen Giappone e Germania: il nuovo ordine in Asia e Europa • Nel 1942, la Germania e il Giappone controllano rispettivamente buona parte dell’Europa continentale e dell’Asia sud-orientale • Questi territori sono governati da tedeschi e giapponesi in modo simile, cioè una sottomissione delle popolazioni e della società, un esasperato sfruttamento delle risorse • Le classi dirigenti della Germania e del Giappone hanno questo approccio al potere perché ritengono che la razza tedesca e giapponese siano superiori a ogni altro popolo d’Europa e d’Asia Il Giappone: “sfera di coprosperità della Grande Asia Orientale” • Il dominio giapponese sull’Asia viene presentato dai nipponici come “sfera di coprosperità della Grande Asia Orientale” • Secondo la propaganda giapponese, i popoli asiatici sono stati liberati grazie al Giappone dalla nefasta presenza e influenza delle nazioni occidentali, di conseguenza possono vivere in modo libero e prospero sotto la guida dei giapponesi • La realtà dei fatti fu che il Giappone sottopose le zone dominate a uno sfruttamento molto pesante, sottraendo loro tutte le risorse necessarie, dalle materie prime al lavoro umano, allo sforzo bellico nipponico La Germania: stati-satellite e occupazioni militari • Anche i paesi sottomessi al dominio tedesco subiscono una sorte simile • I sistemi di occupazione tedeschi sono diversificati a seconda delle zone • Vi sono gli stati-satellite, come la Francia di Vichy o la Slovacchia, a cui i tedeschi imposero contribuzioni coatte; o ricavarono risorse e materie prime a prezzo conveniente, che erano poi mandate alle fabbriche della Germania • Nell’Est Europa, vi furono occupazioni militari vere e proprie • L’occupazione militare aveva come effetto principale il reclutamento forzato e deportazione di manodopera (circa 13 milioni di persone, tra civili, prigionieri di guerra, ebrei imprigionati), che veniva utilizzata nelle fabbriche e nei campi tedeschi al posto dei lavoratori “ariani” al fronte • Queste persone sono trattate in modo disumano • I tedeschi, inoltre, tolgono ai loro paesi risorse alimentari e materie prime,impoverendoli ulteriormente Il “nuovo ordine europeo” della Germania Heinrich Himmler fu a capo delle SS dal 1929 e dell’ufficio centrale per la sicurezza del Reich dal 1939 Dal 1943 divenne ministro dell’Interno • Questa organizzazione imposta dai nazisti prefigura quello che essi chiamano “il nuovo ordine europeo” • Nella loro prospettiva esistevano aree europee popolate da Untermenschen (sottouomini), che dovevano essere sottomesse e sfruttate per sempre: erano le aree orientali dove si trovavano in grandi quantità gli slavi, i rom e gli ebrei • Il Governatorato Generale, composto da Polonia centrale e Galizia; Ucraina; Bielorussia e altri territori già sovietici erano zone sottoposte al comando della SS guidate da H. Himmler • Il piano per queste zone prevedeva la colonizzazione forzata con lo spostamento di coloni tedeschi a cui dare i terreni sottratti alle popolazioni “inferiori” • Inoltre gli slavi di ascendenze tedesche, anche se lontane, andavano individuati e rieducati per entrare a far parte del popolo tedesco • Gli slavi privi di “germanità” dovevano essere in parte deportati verso Est, nelle zone liberate dalla presenza sovietica, e in parte essere mantenuti nelle zone di origine per lavorare come servi • I bambini di queste popolazioni dovevano essere educati in scuole per semiservi, dove avrebbero ricevuto nozioni solo di lingua e matematica, visto che il loro destino era comunque già scritto: dovevano diventare lavoratori per i tedeschi I ghetti Il ghetto di Varsavia Il ghetto di Cracovia • La politica dei tedeschi verso gli ebrei si modificò con il progressivo avanzare verso Est delle conquiste e occupazioni • In un primo tempo i tedeschi pensavano alla deportazione e dispersione degli ebrei fuori dal Reich • Verso est, però, gli ebrei dei territori conquistati sono 8.500.000 • Nel 1939, i tedeschi decisero che gli ebrei polacchi fossero deportati dalle aree rurali entro ghetti costruiti nelle città più grandi • Dal 1941, i ghetti della Polonia diventano luogo di deportazione anche per gli ebrei originari di zone dell’Europa occidentale Rastrellamenti e campi di concentramento Hermann Göring, responsabile della “questione ebraica” nel Reich • I ghetti come prigioni permanenti sono però considerati poco funzionali al progetto di eliminazione del “problema ebraico” • I tedeschi decidono allora due strategie complementari, anche se nessuna delle due li soddisfa pienamente • 1. Durante l’operazione Barbarossa, le Eisantzengruppen delle SS e truppe ausiliarie della Wermarcht rastrellano la popolazione ebraica che si trova nei territori progressivamente conquistati dai tedeschi e fucilano sul posto molti dei rastrellati • 2. L’altra strategia fu la deportazione in massa degli ebrei individuati, in campi di concentramento, in cui vi erano già oppositori politici e “indesiderabili”, “alieni al popolo tedesco” (alcoolizzati, clochard, disoccupati, prostitute, omosessuali, malati di mente) La conferenza di Wansee e la “soluzione finale” Reinhard Heydrich Il luogo della conferenza di Wansee • La decisione definitiva sul trattamento verso gli ebrei fu presa il 20 gennaio 1942, data in cui a Wansee, una località presso Berlino, Reihnard Heydrich (governatore di Boemia e Moravia e stretto collaboratore di Himmler) comunica a alcuni ministri e ai capi delle SS di avere ricevuto dal responsabile della questione ebraica Göring l’incarico di organizzare la “soluzione finale del problema ebraico” • Il piano è di uccidere tutti gli ebrei nei territori tedeschi e controllati dai tedeschi • Vengono costruiti sei campi di sterminio di nuovo tipo (Auschwitz-Birkenau, Treblinka, Belzec, Sobibor, Chelmno e Majdanek) in cui attuare l’eliminazione fisica degli ebrei sulla base di un’organizzazione “tecnicamente efficiente”, che prevede la deportazione di tutti gli ebrei già detenuti nei ghetti e nei campi di concentramento Campi di concentramento e di sterminio tra la Germania e l’Europa orientale Il sistema dello sterminio • I campi di concentramento e di sterminio occupano un’amministrazione numerosa, con l’obiettivo di minimizzare i costi e massimizzare i risultati • Le deportazioni dai ghetti avvenivano via treno, e per le condizioni tragiche in cui si svolgevano i viaggi molti morivano sui vagoni • Vi era poi la spoliazione di vestiti e averi, il taglio dei capelli, l’assegnazione delle divise non appena si giungeva al campo • Donne, bambini e uomini venivano divisi • I responsabili avevano programmato che i più deboli sarebbero morti già nei campi di concentramento per le condizioni disumane di igiene e salute, per la fame, a causa del lavoro massacrante e delle condizioni atmosferiche spesso proibitive • I sopravvissuti erano poi deportati nei campi di sterminio dove venivano impiegate tecniche di soppressione finalizzate a uccidere moltissime persone con un impiego relativamente modesto di uomini e mezzi • La morte avveniva nelle camere a gas, con l’utilizzo di monossido di carbonio o acido cianidrico (Zyklon-B prodotto dalla IG-Farben, grande industria tedesca) • I cadaveri venivano poi ispezionati, per ricavarne i metalli preziosi, come denti d’oro • Venivano poi inceneriti nei forni crematori, spesso con la collaborazione di SonderKommandos, squadre speciali di detenuti ebrei che preparavano forni e salme Mauthausen: tavolo di ispezione dei cadaveri (1) Camera a gas (2,3) forno crematorio (4) 2 4 1 3 Minoranze sterminate e tentativi di ribellione Triangoli di colore diverso posti sulle sulle divise identificavano le diverse tipologie di prigionieri • Nei campi di concentramento e sterminio furono deportati non solo ebrei, ma anche Rom, omosessuali, Testimoni di Geova, malviventi comuni, detenuti politici, “indesiderabili” anch’essi in gran parte eliminati • Si calcola che siano stati uccisi in vario modo circa sei milioni di ebrei, di cui almeno un milione erano bambini • Gli ebrei, col tempo, furono convogliati non solo dalle zone tedesche, ma anche da Francia, Olanda, Balcani, Grecia, spesso vittime di delazioni, anche se vi furono persone che cercarono di salvarli e nasconderli • Uno dei pochi episodi di ribellione fu quello del Ghetto di Varsavia, il 19 aprile 1943, quando gli ebrei ancora dentro il ghetto si rivoltarono contro il contingente militare che doveva deportarli • La ribellione durò circa un mese, ma alla fine i nazisti ripresero il controllo del ghetto: gli uccisi e i morti nella rivolta furono circa 28.000 La svolta del 1942-43, l’area del Pacifico Le battaglie vittoriose degli statunitensi nel Pacifico • Lo svolgimento del conflitto ebbe una svolta tra 1942 e 1943 • Vi furono le prime battaglie nel Pacifico in cui furono impiegate da parte di giapponesi e statunitensi flotte imponenti, che utilizzavano anche portaerei, da cui decollavano gli aerei per il bombardamento • Le battaglie del Mar dei Coralli e di Midway furono le prime in cui gli americani fermarono l’offensiva giapponese • All’inizio del 1943, i marines statunitensi presero l’isola di Guadalcanal, costringendo i giapponesi a difendere le posizioni che avevano conquistato tra ‘41 e ‘42 L’assedio tedesco fallito a Stalingrado • Fu l’assedio di Stalingrado, in Urss, da parte dei tedeschi a determinare un cambiamento nella guerra in Europa • L’assedio della città, che era fondamentale per la conquista della Russia sudorientale,cominciò ad agosto del 1942 • Fino a novembre i tedeschi sembrarono avere la meglio, con combattimenti anche dentro la città, quasi casa per casa • In seguito i sovietici riuscirono nel contrattacco e accerchiarono i tedeschi e i loro alleati • Hitler,nonostante le difficoltà causate anche dal terribile inverno russo, decise che i tedeschi resistessero a oltranza, ma così facendo esaurì le risorse della sua armata, che nel febbraio 1943 fu costretta a una catastrofica ritirata. • Durante la ritirata morirono anche molti soldati italiani dell’ Armir, l’Armata italiana in Russia, che aveva rimpiazzato Il Csir nel 1942 • Era stato Mussolini a voler inviare i soldati italiani in prima linea, affermando di voler offrire un sacrificio di sangue, e con la solita speranza di condurre una guerra parallela • Durante la controffensiva sovietica di dicembre 1942, morirono quasi 75.000 uomini dell’Armir L’assedio e la ritirata tedesca La ritirata di Germania e Italia dall’Africa • Anche sul fronte africano i tedeschi e italiani subirono una sconfitta pesante • Le truppe dell’Asse arrivarono a meno di cento chilometri da Alessandria, a El Alamein, ma lì si fermarono • L’esercito inglese comandato da Montgomery aveva una grande superiorità in uomini e mezzi, e nell’ottobre 1942 attuò una controffensiva che già un mese dopo aveva fatto arretrare italiani e tedeschi, i quali dovettero infine ritirarsi • Truppe inglesi e americane sbarcarono in Algeria e Marocco a novembre, e di conseguenza italiani e tedeschi, inseguiti e fronteggiati dagli avversari, si dovettero arrendere e andarsene a febbraio del 1943 • La ritirata dall’Africa delle truppe dell’Asse fu decisiva per consentire agli alleati di attaccare l’Europa controllata dai tedeschi L’alleanza “forzata” di Usa, Gran Bretagna e Urss • Tra fine ‘41 e inizio ‘42 le nazioni in guerra contro l’Asse si riunirono a Washington per sottoscrivere il patto delle Nazioni Unite: prevedeva che rispettassero i principi della Carta atlantica e combattessero l’Asse fino alla fine senza armistizi e paci separate • Sovietici, statunitensi e britannici,nazioni ideologicamente molto lontani tra loro, si erano trovati a combattere insieme per fronteggiare i tedeschi, piuttosto che per propria scelta strategica • Queste diversità ideologiche produssero anche incertezze strategiche sul modo di condurre il conflitto • I sovietici volevano che si aprisse un fronte di guerra nel nord Europa, per ridurre la pressione della Germania sull’Urss • I britannici ritenevano migliore la strategia di attaccare dall’Italia, che venne decisa insieme agli statunitensi nella conferenza di Casablanca, a inizio del 1943 • In questa conferenza, tuttavia, i sovietici ottennero che fosse deciso il principio per cui la guerra sarebbe continuata fino alla resa incondizionata del nemico La caduta del regime fascista (e non “la morte della patria”) e la “guerra civile” L’indebolimento del regime fascista • Il regime fascista era stato indebolito dalle sconfitte militari, che gli avevano tolto molti consensi, a causa della durata e dell’andamento negativo della guerra • Nel marzo 1943, nel Nord Italia scoppiarono scioperi imponenti che coinvolsero Torino, quindi Milano, Genova e altre città industriali • Erano scioperi non di natura politica, ma contro il caro-vita e il razionamento dei generi alimentari, problemi acuiti dai bombardamenti aerei alleati dell’inverno ‘42-43 • Esprimevano la forte insofferenza di molti italiani verso il fascismo • In questi scioperi aveva avuto un ruolo comunque non secondario anche l’organizzazione clandestina del Partito comunista, che aveva contribuito a fomentarli • • • • L’azione Alleata in Sicilia L’iniziativa militare alleata rese il regime ancora più fragile La conquista dell’isola di Pantelleria il 12 giugno 1943 avviò la campagna d’Italia degli angloamericani Il 10 luglio le truppe angloamericane sbarcarono in Sicilia e la occuparono, anche perché le truppe italiane, sfiduciate, non opposero una resistenza decisa e i siciliani accolsero gli Alleati come liberatori (anche grazie all’opera di “sensibilizzazione” a favore degli angloamericani svolta dalla mafia, in seguito a trattative segrete con gli Alleati) Questa conquista fu il segno che il regime fascista era ormai sull’orlo del collasso Il 25 luglio, la caduta di Mussolini e la fine del regime • La caduta del regime avvenne, tuttavia, non per un’iniziativa popolare, quanto per una manovra politica a cui parteciparono Vittorio Emanuele III e diversi gerarchi • Nella notte tra 24 e 25 luglio 1943, il Gran Consiglio del fascismo, che non veniva convocato dal1939, approvò un ordine del giorno proposto da Dino Grandi, importante gerarca e ministro della Giustizia: votarono a favore altri gerarchi importanti come i quadrumviri De Bono e De Vecchi, Bottai e Ciano • L’ odg prevedeva che il re avrebbe guidato da solo le forze armate, senza più condividere il comando con Mussolini • In sostanza determinava l’esautoramento del “Duce”, il quale fu costretto a dimettersi da Capo del governo e fu arrestato al termine della seduta • Il re quasi contemporaneamente nominò il generale Pietro Badoglio, che era stato allontanato dal comando delle forze armate italiane dopo le sconfitte in Grecia (1940), Presidente del consiglio I “quarantacinque giorni”, 25 luglio-8 settembre 1943 • Vi furono immediate manifestazioni di gioia da parte di moltissimi italiani, non tanto per la caduta del regime in sé, quanto perché si associava questo fatto alla fine della guerra • Tuttavia il primo annuncio del governo Badoglio fu “la guerra continua”, cioè l’Italia avrebbe tenuto fede agli impegni presi da Mussolini con gli alleati tedeschi e giapponesi • In realtà nei quarantacinque giorni successivi, il governo e il re avviarono trattative segrete con gli angloamericani per sfilarsi dalla guerra nelle condizioni meno umilianti possibili • Nel contempo i tedeschi avevano cominciato a far affluire verso l’Italia un grosso numero di soldati per contrastare l’avanzata degli angloamericani L’armistizio dell’8 settembre e il caos nel paese • Il 3 settembre a Cassibile, presso Siracusa, fu raggiunto tra governo italiano e Alleati l’accordo per l’armistizio, che prevedeva la resa incondizionata dell’Italia Gli italiani dovevano deporre le armi cessare la collaborazione con la Germania mettere il territorio italiano in mano agli Alleati consegnare flotta e aeronautica • Il giorno 8 settembre alle 19.45 Badoglio annunciò via radio il raggiungimento dell’armistizio, ma non diede ai militari nessuna indicazione precisa sul comportamento da tenere, a parte una disposizione generica ai comandi di reagire a “eventuali attacchi di altra provenienza” • Sempre in quel giorno il governo e il re fuggirono a Brindisi, nella zona controllata dagli alleati La dissoluzione dell’esercito italiano • Si creò in questo modo una situazione pericolosa, in cui le strutture militari senza ordini e abbandonate a se stesse si dissolsero • Il 10 settembre, nonostante i tentativi di resistenza dei militari e della popolazione civile, i tedeschi occuparono Roma • 650.000 soldati furono deportati in Germania • 200.000 riuscirono a sfuggire alla deportazione • 180.000 uomini si misero,invece, al servizio dei tedeschi, ritenendo da “traditori” il comportamento del governo e del re, e volendo rimanere fedeli all’alleato • L’episodio più tragico si ebbe nell’isola greca di Cefalonia, dove 10.000 soldati italiani della Divisione Aqui non vollero arrendersi ai tedeschi e dopo otto giorni di combattimenti furono uccisi da loro (14-22 settembre 1943) in combattimento e dopo la fine della battaglia L’Italia spezzata in due La linea Gustav • L’Italia fu divisa in due entità statali distinte: nella zona centrosettentrionale si attestarono i tedeschi lungo la linea Gustav, mentre nell’Italia centromeridionale gli Alleati avevano il controllo del territorio, in cui il governo italiano e la sua burocrazia esercitavano la loro sovranità • Nel nord Italia, invece, il fascismo cercò di ricostruire il regime con un cambiamento di nome e rilanciando le parole d’ordine “rivoluzionarie” alle origini del movimento La Repubblica sociale italiana e la guerra civile Situazione politica italiana tra ‘43 e ‘45 • Mussolini, che era tenuto prigioniero sul Gran Sasso, in Abruzzo, fu liberato da un commando tedesco il 12 settembre 1943 • Qualche giorno dopo cominciò a costruire una nuova entità politica, la Repubblica sociale italiana, Rsi, imperniata sul Partito fascista repubblicano e su un esercito che doveva continuare la guerra al fianco dei tedeschi • La Rsi si riteneva l’unico stato italiano legittimo, contro il governo monarchico stanziato nel Sud • Questa “stato” fissò uffici e rappresentanze tra Lombardia e Veneto, specie sul lago di Garda, da cui il nome di “Repubblica di Salò” • Esso era in realtà un governo totalmente dipendente dai tedeschi, che erano un esercito di occupazione e si comportavano come tale: sfruttavano le risorse e rastrellavano oppositori e ebrei, con l’attivo supporto della Rsi • Di fatto il compito principale della Rsi fu soprattutto la repressione dei partigiani • Ne nacque una situazione effettiva di guerra civile tra italiani di orientamenti politici opposti I gruppi armati della Resistenza • I gruppi armati della Resistenza antifascista si formarono nei giorni successivi all’8 settembre, soprattutto tra le montagne, e spesso si formarono grazie all’incontro tra militanti antifascisti attivi in clandestinità già sotto il regime,o rientrati in Italia dall’estero, e soldati sbandati, che erano sfuggiti ai tedeschi • I partigiani agivano come bande, alcune organizzate in una struttura superiore di preciso orientamento politico , altre senza una connotazione politica determinata I principali gruppi partigiani Bandiera delle Brigate Garibaldi Bandiera delle Brigate GL Mostrine delle Fiamme Verdi • I gruppi organizzati erano • Le Brigate Garibaldi, di orientamento comunista • Le Brigate Giustizia e Libertà, legate al Partito d’azione • Le Brigate Matteotti, legate al Partito socialista • Le Fiamme Verdi, che nacquero dall’incontro tra attivisti di orientamento cattolico e liberale, e militari, soprattutto ex alpini, attivi soprattutto in Lombardia e Emilia La formazione del Cln Proclama del CLN appena costituito, nel settembre 1943 • Il 9 settembre 1943 si formò a Roma il Comitato di liberazione nazionale, Cln, che fu composto da rappresentanti di sette formazioni politiche • Partito comunista italiano, Pci • Partito socialista di unità proletaria, ex Psi • Partito d’azione, Pd’A, che prosegue l’esperienza politica di Giustizia e Libertà • Democrazia cristiana, che ereditò il ruolo del Partito popolare • Partito liberale italiano • Partito repubblicano italiano • Democrazia del lavoro Il Cln dall’opposizione a Badoglio alla “svolta di Salerno” Palmiro Togliatti al tempo della svolta di Salerno • Il Cln. diviso fortemente al suo interno per ideologie e strategia politica, assunse in un primo tempo un atteggiamento decisamente ostile al governo Badoglio e al re, considerati incapaci e indegni di rappresentare un’Italia libera, a causa del passato legame con il fascismo • Tuttavia gli Alleati ritenevano il governo di Badoglio e il re come gli unici interlocutori legittimi con i quali trattare • Il Cln riuscì a farsi riconoscere come controparte solo quando nel marzo 1944 Palmiro Togliatti, leader del Pci, rientrò in Italia dalla Russia, dove si era rifugiato e propose di tralasciare la contrapposizione frontale con il re e il governo • Partiti e istituzioni dovevano operare insieme per eliminare il fascismo e i nazisti dall’Italia: si trattò della cosiddetta “svolta di Salerno”, strategia sostenuta dall’Urss, per la quale la vittoria nel conflitto era prioritaria rispetto alle questioni ideologiche • Il 24 aprile Badoglio formò il primo governo di unità nazionale, composto da rappresentanti di tutti i partiti del Cln • Il re si impegnò a cedere i poteri al figlio Umberto, quando Roma fosse stata liberata, per dare un segno di discontinuità istituzionale Il governo di Bonomi espressione del Cln • Gli Alleati liberarono Roma nel giugno del ‘44 • Umberto di Savoia assunse la luogotenenza del regno al posto del padre • Badoglio si dimise dalla Presidenza del consiglio, della quale fu incaricato, con una soluzione di mediazione, Ivanoe Bonomi, che già aveva ricoperto questa carica vent’anni prima • Il governo di Bonomi era rappresentativo del Comitato di liberazione nazionale • Il governo di Bonomi era più legato di quello di Badoglio ai movimenti della Resistenza attivi nel nord Italia Il Clnai e la lotta partigiana nell’Alta Italia Bandiera del Corpo volontari della libertà • Le bande partigiane erano guidate politicamente dal Comitato di liberazione Alta Italia, Clnai, a partire dal gennaio 1944 • Nel giugno 1944 le formazioni resistenziali riuscirono anche a darsi un comando militare unificato, il Corpo volontari della libertà (CVL) • Le bande avevano reclutato un numero consistente di uomini tra l’8 settembre 1943 e il giugno 1944: operai, contadini, studenti, tanto che il loro numero era di circa 100.000 uomini e donne. • Molti uomini erano sfuggiti alla leva obbligatoria imposta dalla Rsi e si erano rifugiati sulle montagne, arruolandosi nelle formazioni partigiane I partigiani in provincia di Bergamo Fonte: E sulla terra faremo libertà, Isrec Bergamo, 2005 La zona grigia nella “guerra civile” • L’attività dei partigiani “aveva un valore politico e simbolico molto superiore alla sua reale forza militare” (Sabbatucci-Vidotto) • I contrasti che divisero il movimento resistenziale, e che diverse volte provocarono conflitti tra i partigiani stessi, furono un limite all’incisività dell’azione di resistenza • Inoltre la mobilitazione e il coinvolgimento della popolazione nella resistenza furono difficili: la cosiddetta “zona grigia” dell’Italia, era formata da moltissime persone, la maggioranza, segnate dalla durezza della guerra e preoccupate in primo luogo di sopravvivere • Molti non presero posizione nel corso della “guerra civile”, ma furono tanti anche coloro che, senza partecipare attivamente alla lotta, aiutarono e fiancheggiarono il movimento partigiano 1944-45, la fine della guerra Il contrattacco dell’Urss e la conferenza di Teheran La conferenza di Teheran, fine 1943 • I sovietici respinsero nell’estate del 1943 un ultimo assalto tedesco, quindi cominciarono un contrattacco in tutta l’Europa orientale, lento ma costante, durato quasi due anni • Le vittorie contro i tedeschi diedero a Stalin una notevole forza diplomatica nei confronti di Usa e Gran Bretagna • Questa forza si manifestò appieno durante la conferenza di Teheran alla fine del 1943, in cui il leader sovietico, Churchill e Roosevelt si incontrarono per la prima volta • Stalin ottenne da statunitensi e britannici l’impegno a attaccare i tedeschi in Europa occidentale, e furono scelte per l’attacco le coste della Normandia, nel nord-ovest della Francia Il piano per lo sbarco in Normandia Il generale Dwight Eisenhower • Il piano prevedeva uno sbarco in forze sulle coste settentrionali della regione, che erano state munite dai tedeschi con il vallo atlantico, un sistema imponente di fortificazioni • Gli alleati dovettero impiegare un grandissimo numero di uomini e mezzi, per attaccare sia per mare, sia con l’aeronautica militare • Il comando fu unificato nelle mani del generale statunitense Eisenhower Lo sbarco in Normandia Lo sbarco in Normandia e la liberazione di Parigi Lo sbarco in Normandia, 6 giugno 1944 La liberazione di Parigi dai tedeschi, agosto 1944 • La cosiddetta operazione Overlord cominciò il 6 giugno del 1944, dopo bombardamenti aerei a tappeto e il lancio di numerosi paracadutisti • Lo sbarco di uomini e mezzi continuò per il mese successivo, raggiungendo la cifra di 1.500.000 soldati • Alla fine di luglio gli alleati riuscirono a sfondare il fronte nemico e invasero il nord della Francia • Parigi fu liberata dalla Resistenza francese e qui i soldati alleati entrarono il 25 agosto • Il mese successivo la Francia era libera quasi del tutto • Tuttavia l’offensiva si arrestò a causa di alcuni errori strategici degli angloamericani e questo diede modo ai tedeschi di riprendersi parzialmente Lo sfondamento della linea Gustav e la “linea gotica” • Gli alleati sfondarono la linea Gustav in Italia a metà del 1944 e entrarono a Roma in giugno • L’avanzata verso il nord fu fermata nell’autunno di quell’anno dall’ultima linea di difesa tedesca, la “linea gotica” che correva sul crinale dell’Appennino toscoemiliano da La Spezia a Rimini • Per un breve periodo in autunno tra le vallate del Piemonte sorsero alcune repubbliche democratiche partigiane (Monferrato, Alba, Val d’Ossola, Montefiorino) • Tuttavia l’inverno del 1944-45 fu durissimo a causa dell’estrema resistenza dei tedeschi, che agirono con rabbia per intimidire le popolazioni civili accusate di collaborare con i partigiani e soprattutto in questo periodo si verificarono stragi efferate da parte nazista Il generale Alexander Il proclama di Alexander e la crisi dell’autunno’44 • Il generale inglese Alexander, comandante in capo delle truppe alleate nel Mediterraneo, diffuse via radio un proclama a novembre con cui richiedeva ai partigiani la cessazione di ogni operazione organizzata su vasta scala e di attestarsi su posizioni difensive, e allo stesso tempo dichiarava sospesa ogni operazione militare Alleata per l'inverno 1944/'45 • Questa iniziativa alleata creò divisioni e tensioni tra i leader del Clnai, da una parte, gli angloamericani e il governo di Bonomi, che era a Roma, dall’altra, in quanto venne interpretato dal movimento resistenziale come espressione della la volontà da parte degli Alleati e della corona di smobilitare le bande partigiane • Solo in dicembre la situazione si riequilibrò, quando il governo italiano riconobbe il Clnai come suo rappresentante a nord della linea gotica Il difficile autunno del 1944 Appello del Cln, fonte, Isrec Bg La Resistenza e le stragi naziste • L’effetto del proclama di Alexander fu anche di rafforzare temporaneamente nazisti e fascisti, che compresero di avere tempo per organizzare le proprie difese e le proprie strategie repressive • La strategia nazista e della Rsi contro le azioni resistenziali si fondò soprattutto sui rastrellamenti di civili e sulle ritorsioni, che spesso provocano grandi massacri • I più efferati furono: • a Roma, dove la ritorsione verso un attentato di partigiani contro un camion di soldati nazisti avvenuto in via Rasella, provocò la fucilazione di 335 persone alle Fosse Ardeatine (marzo 1944) • a S.Anna di Stazzema, tra Liguria e Toscana, dove furono uccisi 560 persone il 12 agosto del 1944 • a Marzabotto, sull’Appennino bolognese, dove le persone massacrate da nazisti e fascisti furono 770 Si calcola che i morti per queste azioni siano stati più di 10.000 L’obiettivo delle stragi naziste • Molte di queste stragi sono state occultate per opportunità politica nel secondo dopoguerra, fino alla scoperta avvenuta nel 1994 presso la procura militare di Roma di un armadio che conteneva molti documenti a proposito di tali massacri • Le stragi facevano parte di una precisa strategia nazista: diffondere il terrore tra la popolazione civile, suscitare odio verso i partigiani, premere su questi ultimi per spingerli alla resa, punire le popolazioni di determinate zone considerata complici della presenza partigiana La guerra in Italia, 1943-45 La tragedia finale della Germania di Hitler Bombardamento alleato su Dresda, febbraio 1945 • La Germania stava perdendo il conflitto • I suoi “alleati”, Romania e Bulgaria passarono dalla parte degli Alleati, mentre Finlandia e Bulgaria avevano chiesto l’armistizio all’Urss a fine estate • Per indebolire la Germania gli Alleati intensificarono i bombardamenti contro obiettivi militari, ma colpirono duramente con le bombe sganciate dagli aerei anche grandi città come Dresda e Amburgo: in questi bombardamenti morirono più di cinquecentomila persone • Hitler non voleva però arrendersi, e pensò di poter modificare la situazione del conflitto sia con l’uso di armi come i razzi V1 e V2 che colpirono Londra, sia sperando sempre che l’alleanza tra opposti, Urss e potenze “capitalistiche” prima o poi si sarebbe dissolta • Tuttavia gli Alleati intensificarono la loro collaborazione proprio tra la fine del ‘44 e l’inizio del ‘45, cominciando a prospettare anche una nuova divisione del mondo L’incontro di Yalta, febbraio 1945 • I leader delle tre potenze alleate si incontrarono nel febbraio 1945 a Yalta, in Crimea decisero • 1. che la Germania sarebbe stata divisa in quattro zone di occupazione (Usa,Urss,Gran Bretagna e Francia) • 2. che sarebbe stata denazificata • 3. che i popoli dei paesi liberati si sarebbero dati un governi eletti democraticamente • 4. che la Polonia avrebbe avuto un governo composto da comunisti e filo-occidentali L’Urss decise quindi di entrare in guerra contro il Giappone L’attacco sovietico lungo l’Europa orientale • A gennaio gli Alleati ripresero la guerra • I sovietici entrarono a Varsavia e poi occuparono progressivamente il resto del territorio polacco • Stalin voleva che l’Armata rossa raggiungesse Berlino prima degli angloamericani • Gli altri obiettivi raggiunti dai sovietici furono l’Ungheria, Vienna e Praga (aprile-maggio 1945) • In Europa orientale i tedeschi combatterono con grande tenacia, per proteggere i civili dall’avanzata violenta dell’Armata rossa e ridurre l’area di occupazione sovietica L’attacco alleato alla Germania • Gli Alleati attaccarono la Germania da ovest, sul Reno • In marzo giunsero in pieno territorio tedesco, con una resistenza piuttosto debole da parte dei soldati tedeschi • Il 25 aprile angloamericani e sovietici raggiunsero il fiume Elba, nei dintorni di Berlino, e si unirono ai sovietici, che assediavano la città da settimane La liberazione in Italia, 25 aprile 1945 L’esposizione dei corpi a Piazzale Loreto • In Italia, il 25 aprile il Clnai lanciò l’ordine dell’insurrezione generale contro tedeschi e fascisti in ritirata • Mussolini fu arrestato dai partigiani a Dongo, vicino al confine con la Svizzera, vestito da tedesco insieme alla sua amante Claretta Petacci • Portato a Milano, fu fucilato insieme a altri gerarchi • Il suo cadavere, appeso per i piedi a testa sotto, fu esposto a Piazzale Loreto, nello stesso luogo in cui l’anno precedente erano stati fucilati per rappresaglia alcuni milanesi da parte dei tedeschi La liberazione a Bergamo Il giornale del popolo, organo del Cln di Bergamo, del 25 aprile 1945 Fonte Isrec Bg La morte di Hitler • Hitler si tolse la vita il 30 aprile, mentre i russi stavano entrando a Berlino • Come presidente designò l’ammiraglio Dönitz, che firmò la resa tedesca a Reims il 7 maggio 1945 • Le ostilità finirono tra 8 e 9 maggio 1945 La tenace resistenza dei giapponesi • Gli statunitensi in Asia avevano ottenuto importanti successi, grazie al supporto tecnico delle portaerei e dei grandi bombardieri, capaci di sganciare tonnellate di bombe sul territorio giapponese • Tuttavia i giapponesi, per quanto piegati dalla guerra, resistettero a agli Alleati e fino all’ultimo cercarono di difendersi, impiegando anche i kamikaze, aviatori che si suicidavano gettandosi con i propri aerei pieni di esplosivo contro le unità navali statunitensi La decisione di usare la bomba atomica e le sue motivazioni • Il nuovo presidente staunitense Henry Truman (succeduto a Roosevelt scomparso il 12 aprile 1945) decise di usare la bomba a fissione nucleare, su cui aveva lavorato un gruppo di grandi fisici, tra cui l’italiano Enrico Fermi • La prima sperimentazione dell’ordigno fu fatta nel deserto del New Mexico nel luglio del ‘45 • Truman con l’uso della bomba volle sia piegare la resistenza giapponese, sia mostrare la forza del potenziale bellico americano, soprattutto ai sovietici Il bombardamento atomico su Hiroshima e Nagasaki e la fine della guerra La firma dell’armistizio tra Usa e Giappone il 2 settembre 1945 • Il 6 agosto 1945 il bombardiere americano Enola Gay sganciò sulla città di Hiroshima, importante centro industriale, la prima bomba atomica, che uccise subito 100.000 individui • Tre giorni dopo un ordigno dello stesso genere fu sganciato anche sulla città di Nagasaki, in cui morirono 60.000 persone • L’effetto fu quello voluto dagli americani: l’imperatore nipponico Hirohito decise la resa senza condizioni agli Alleati • L’armistizio fu firmato il 2 agosto 1945, e con esso la seconda guerra mondiale ebbe termine “Little boy” fu la bomba sganciata su Hiroshima Il fungo atomico sprigionato dallo scoppio della bomba Hiroshima dopo il bombardamento Bilancio finale della II guerra mondiale • Il bilancio della seconda guerra mondiale fu terrificante: 55 milioni di morti, di cui 40 nella sola Europa. • Il bilancio è ancora più tragico se consideriamo che più della metà delle vittime era costituita da civili. • Questa allarmante proporzione, mai verificatasi in precedenza, è connessa in parte all’adozione di nuova tecniche distruttive, soprattutto i bombardamenti aerei che colpivano indiscriminatamente obbiettivi militari e civili, in parte al carattere di guerra partigiana e di rivolta politica e morale contro la barbarie nazista assunto dal conflitto. Bibliografia • Aa.Vv., E sulla terra faremo libertà, Bergamo, Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea • A.M.Banti, Il senso del tempo, Bari-Roma, Laterza, vol. 3 • W.Laqueur, A.Cavaglion (a cura di), Dizionario dell’Olocausto, Torino, Einaudi • B.H.Liddell Hart, Storia militare della II guerra mondiale, Milano, Mondadori • S.Peli, Storia della Resistenza in Italia, Torino, Einaudi • G. Sabbatucci - V. Vidotto,L’età contemporanea. Dal 1848 a oggi, Roma-Bari, Laterza • G. Schreiber, La seconda guerra mondiale, Bologna, il Mulino