IL SISTEMACARDIOVASCOLARE ABC DEL CUORE UNA POMPA costituita da: >cavità : atri e ventricoli >pareti muscolari >valvole UN SISTEMA DI ALIMENTAZIONE : le coronarie UN APPARATO ELETTRICO: il sistema di eccito-conduzione Il cuore è diviso in due metà (sinistra e destra) NON COMUNICANTI tra loro, ognuna costituita da un atrio e da un ventricolo. L’atrio sinistro riceve il sangue dalla CIRCOLAZIONE POLMONARE e lo passa al ventricolo sinistro che lo spinge nel circolo sistemico. L’atrio destro riceve il sangue venoso proveniente dai TESSUTI e lo passa al ventricolo destro il quale, a sua volta, lo spinge, attraverso l’arteria polmonare, nel polmone. Il cuore ha il compito di pompare sangue che circola in tutto il corpo e, passando per i polmoni, si carica di ossigeno e rilascia diossido di carbonio. Le vene sono i vasi sanguigni che riportano il sangue al cuore. Le arterie sono i vasi sanguigni che portano il sangue lontano dal cuore. Ogni cavità cardiaca è dotata di una VALVOLA, costituita da un denso tessuto connettivo, per impedire il reflusso del sangue nella direzione sbagliata. Le ARTERIE CORONARIE destra e sinistra distribuiscono sangue al cuore; le vene coronarie drenano il sangue dal cuore al seno coronario. Se le arterie coronarie sono sane, il cuore può aumentare rapidamente il proprio rifornimento di ossigeno, quando ne aumenta la richiesta (ad esempio durante attività fisica). La parete di un’arteria coronaria normale è liscia, senza ostruzioni, per poter trasportare al cuore la quantità di sangue ricco di ossigeno sufficiente a mantenerlo in buona salute. SISTEMA DI ELETTRO-CONDUZIONE Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009 IL CICLO CARDIACO Il termine SISTOLE si riferisce alla fase di contrazione. Il termine DIASTOLE alla fase di rilasciamento. SISTEMA CARDIOREGOLATORE Tortora, Derrickson Conosciamo il corpo umano © Zanichelli editore 2009 IL CUORE UNA POMPA costituita da cavità rivestite di tessuto muscolare LE CORONARIE irrorano il cuore IL SISTEMA di CONDUZIONE dell’impulso investe progressivamente le camere generando la contrazione cardiaca LA POMPA IL SISTEMA ELETTRICO LE CORONARIE DEFICIT LA POMPA SCOMPENSO DISPNEA respiro difficoltoso, affanno, “fiato corto INSUFFICIENZA DELLE CORONARIE ANGINA - INFARTO ANGINA dolore, oppressione stringimento al petto ANOMALIA DEL SISTEMA ELETTRICO ARITMIE CARDIPALMO sensazione molesta del battito cardiaco LE CORONARIE INSUFFICIENZA CORONARICA ATTACCO CORONARICO ACUTO ANGINA INFARTO ALTRE MANIFESTAZIONI IN ITALIA: 160.000 nuovi attacchi/anno L’ ANGINA PECTORIS cos’è? il cuore “avverte” di non ricevere una quantità di sangue (ossigeno e di nutrimento) sufficiente alle sue necessità L’ANGINA PECTORIS, il cui termine deriva dal latino e letteralmente significa “DOLORE DI PETTO”, è il nome dato ad un dolore toracico che compare quando una parte di tessuto muscolare cardiaco soffre a causa di una temporanea carenza di ossigeno (ischemia transitoria). Il cuore, come ogni altro organo, deve essere continuamente irrorato da sangue arterioso, ossia ricco di sostanze nutritive prima fra tutte l’ossigeno (O2) e povero di cataboliti cioè di sostanze di rifiuto quali l’anidride carbonica (CO2). Questo compito è svolto dalle arterie coronarie. Se le ARTERIE CORONARIE sono sane, il cuore può aumentare rapidamente il proprio rifornimento di ossigeno, quando ne aumenta la richiesta (ad esempio durante attività fisica). La parete di un’arteria coronaria normale è LISCIA, senza ostruzioni, per poter trasportare al cuore la quantità di sangue ricco di ossigeno sufficiente a mantenerlo in buona salute. QUANDO LE ARTERIE SI AMMALANO? la parete di un’arteria può essere danneggiata: - dalla pressione sanguigna elevata, - dal fumo, - dall’elevato tasso di colesterolo e di zuccheri che si accumulano su di essa creando un deposito di grasso = PLACCA ATEROSCLEROTICA. Quando la placca si forma, il flusso sanguigno al cuore SI RIDUCE. In presenza di una piccola ostruzione (stenosi), tuttavia, la quantità di sangue che arriva al cuore ne consente ancora un normale funzionamento per cui il soggetto può non percepire alcun sintomo. UN’ARTERIA STENOTICA Man mano che la placca si ispessisce, sporgendo maggiormente all’interno del lume vascolare, la coronaria si restringe. Il flusso sanguigno al cuore diviene così parzialmente ostacolato e il soggetto può percepire i sintomi dell’angina. CAUSA PRIMARIA DI ANGINA: ATEROSCLEROSI CORONARICA All’ ATEROSCLEROSI si associa una causa scatenante: - un ridotto apporto di sangue e quindi di ossigeno e nutrimento - una maggiore richiesta per : - uno sforzo -una forte emozione - ↑PAO - ↑Frequenza cardiaca Caratteristiche del DOLORE - OPPRESSIVO - COME UNA MORSA - ANGOSCIANTE - AL CENTRO DEL PETTO - IRRADIATO mandibola spalla sinistra braccio sinistro L’ INFARTO MIOCARDICO cos’è? La conseguenza di uno sbilanciamento critico tra le necessità del muscolo cardiaco e l’apporto di ossigeno che vi giunge attraverso il flusso sanguigno delle arterie coronariche. L’infarto miocardico é quindi la conseguenza di una occlusione di un’arteria coronarica. L’ INFARTO MIOCARDICO La conseguenza di questa occlusione é lo sviluppo di alterazioni irreversibili (necrosi) del tessuto miocardico, che col tempo diventa elettricamente e meccanicamente inerte e viene sostituito da tessuto di cicatrizzazione fibroso. Sintomi e segni nell’infarto -DOLORE costrittivo, opprimente nella regione dello sterno - può IRRADIARSI al collo, alla mandibola, alle braccia e alle spalle oppure alla parte alta del ventre (epigastrio) - nausea, vertigini, senso di debolezza, - accessi di sudorazione, - difficoltà di respirazione, - polso irregolare - stato di angoscia, - pallore del viso - dolori che durano almeno 15 minuti Nell’Infarto Miocardio la chiusura di un’arteria coronarica è PERMANENTE. La zona di tessuto irrorata va incontro a necrosi. Il dolore dura almeno 15 min. Nell’Angina Pectoris questa chiusura è TRANSITORIA o incompleta. Il dolore tipico dura alcuni minuti. Complicanze aritmiche dell’ Infarto Acuto • praticamente tutte le aritmie ipercinetiche Fibrillazione Ventricolare • praticamente tutte le aritmie ipocinetiche Blocco AV completo FREQUENTI CAUSE DI MORTALITA’ NELLE PRIME FASI Chi è a rischio? Tra i 40–60 anni l’infarto miocardico colpisce in misura maggiore il sesso maschile, mentre oltre i 60 anni non vi sono più differenze di sesso. La malattia compare più frequentemente sopra i 45 anni, tuttavia alcuni gruppi particolari di popolazione (consumatori di cocaina, pazienti con diabete mellito o ipercolesterolemici, pazienti con predisposizione genetica) possono esserne colpiti anche in età giovanile. Timing La riapertura dell’arteria chiusa deve essere effettuata in tempo in modo da limitare i danni provocati dalla mancanza di apporto di ossigeno al muscolo cardiaco. Il muscolo cardiaco è in grado di sopravvivere in mancanza di apporto di ossigeno circa 4 ore (4-6 ore). Superato questo intervallo se non si ristabilisce l’apporto di ossigeno i danni al muscolo cardiaco diventano irreversibili. UTIC Unità di Terapia Intensiva Cardiologica E’ una sezione del reparto di cardiologia attrezzata ed organizzata per la cura dei cardiopatici critici con particolare riguardo al paziente con sindrome coronarica acuta (infarto, angina) gia’ con la loro introduzione e diffusione (anni ’60 e anni ’70) la mortalita’ per infarto si e’ dimezzata passando dal 30% al 15%. attualmente, grazie alle terapie introdotte negli anni ’80 e ’90, la mortalita’ per infarto e’ scesa al di sotto del 5% Ricanalizzazione coronarica Arteria occlusa Scopi Terapia trombolitica Ristabilire la pervietà coronarica Salvare miocardio Angioplastica Migliorare la sopravvivenza Stent Ricanalizzazione coronarica La ricanalizzazione coronarica può essere conseguita farmacologicamente o meccanicamente mediante PTCA o bypass aortocoronarico. IL COLLASSO CARDIOCIRCOLATORIO Collasso o svenimento significa cedimento che avviene per improvvisa insufficienza funzionale del cuore e si accompagna di conseguenza a quella circolatoria, quindi si ha una diminuzione passeggera del rifornimento di ossigeno al cervello. Chi colpisce? Si tratta in genere di soggetti sofferenti di cuore, quelli sottoposti a sforzo continuo da una pressione troppo alta o perché portatori di vizi valvolari o menomati da un infarto. Le cause ? forti emozioni, fatica eccessiva, una cattiva aereazione, prolungata permanenza in piedi, ecc... Gli interventi da compiere: -Sdraiare il paziente sulla schiena con la testa abbassata; -Slacciare gli indumenti stretti; -Somministrare tè o caffè quando il paziente torna in se; -Tenere al caldo il paziente; -Controllare polso e respiro. EDEMA POLMONARE ACUTO Un aumento di pressione nei vasi polmonari porta alla trasudazione di liquido (plasma) dai vasi stessi che si riversa negli alveoli respiratori con grave disturbo dello scambio di ossigeno (O2) e di anidride carbonica (CO2). Tutto ciò comporta una grave insufficienza cardiorespiratoria A cosa è dovuto? Alcune malattie cardiache (infarto cardiaco, grave ipertensione arteriosa) possono causare una riduzione della forza di contrazione del ventricolo sinistro. La conseguenza di ciò è l’incapacità del ventricolo di espellere tutto il sangue che riceve dalla piccola circolazione. Questo crea un aumento di pressione prima del ventricolo stesso, prima nell’atrio di sinistra e da ultimo anche nella piccola circolazione (circolazione polmonare) Sintomatologia: -DISPNEA -FREQUENZA CARDIACA ACCELERATA -ALTERAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA -COLORAZIONE CUTE (pallina e sudata >>>cianosi) Cosa devo fare? -Ricordarsi che il paziente può, nel volgere di pochi attimi, andare in arresto cardiaco. -porre il paziente in posizione seduta, poiché la posizione distesa fa sì che i liquidi ristagnanti nelle gambe vengono reimmessi in circolo; -liberarlo da indumenti stretti; -evitare qualsiasi attività fisica; -tranquillizzare il paziente; -controllare i parametri vitali. Formare e addestrare un numero elevato di persone, capaci di svolgere le prime manovre della catena della sopravvivenza dall’allarme alla rianimazione cardiopolmonare aumenta le probabilità di consegnare al 118 UN PAZIENTE VIVO E SENZA DANNI CEREBRALI