IL SISTEMA SOLARE Il Sistema solare è il sistema planetario cui

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IL SISTEMA SOLARE
Il Sistema solare è il sistema planetario cui appartiene la Terra, costituito da
vari oggetti celesti mantenuti in orbita dalla forza di gravità attorno alla nostra stella,
il Sole. È costituito da otto pianeti e le loro 166 lune conosciute, da cinque pianeti
nani (Cerere, Plutone, Makemake, Haumea, Eris) e le loro sette lune conosciute,
qualche centinaia di migliaia di asteroidi, un numero imprecisato ma sicuramente
enorme di comete e da miliardi di altri corpi minori, come piccoli oggetti ghiacciati o
polvere interplanetaria.
ASTRONOMIA
L’Astronomia, dal greco “legge delle stelle”, è la scienza il cui oggetto è
l'osservazione e la spiegazione degli eventi celesti. Studia le origini e l'evoluzione, le
proprietà fisiche, chimiche e temporali degli oggetti che formano l'universo e che
possono essere osservati sulla sfera celeste.
I termini "astronomia" o "astrofisica" possono essere usati generalmente per riferirsi
allo stesso soggetto; in particolare, "Astronomia" viene riferito allo "studio della
materia e di oggetti fuori dall'atmosfera terrestre, delle loro proprietà fisiche e
chimiche"; mentre l'"astrofisica" si riferisce alla branca dell'astronomia che tratta "il
comportamento, le proprietà fisiche e i processi dinamici degli oggetti celesti e altri
fenomeni".
STORIA DELL’ASTRONOMIA
Alle origini, l’astronomia si occupava solo dell'osservazione e della previsione dei
movimenti degli oggetti celesti che potevano essere osservati ad occhio
nudo dall'uomo. I fenomeni più importanti furono l'alternanza fra il dì e la notte,
le fasi lunari, il moto del sole, i transiti planetari e le variazioni stagionali della volta
celeste.
I primi astronomi furono i sacerdoti; crearono i primi calendari, indispensabili per
l'organizzazione della vita.
Un notevole contributo allo studio dell’astronomia lo diedero i Greci, soprattutto con
l'opera di Tolomeo l’Almagesto che contiene tutta la conoscenza greca sulla
matematica e sull’astronomia.
Durante il Medioevo, nel mondo occidentale l'astronomia faceva parte del corso
ordinario di studi: si vedano, ad esempio, le notevoli conoscenze astronomiche che
esprime Dante nella Divina Commedia. Nel XIII secolo, Guido Bonatti si vanta di
aver scoperto ulteriori 700 stelle.
Durante il Rinascimento, Niccolò Copernico formulò la teoria eliocentrica. Il suo
lavoro fu difeso, sviluppato e corretto da Galileo Galilei e Keplero.
Keplero fu il primo astronomo a fornire leggi che descrivessero correttamente i
dettagli del movimento dei pianeti intorno al Sole. Newton elaborò i principi
della meccanica celeste e la legge di gravitazione universale.
LEGGI DI KEPLERO
La prima legge afferma:
“L’orbita descritta da un pianeta è un’ellisse, di cui il Sole occupa uno dei due
fuochi.”
Keplero propone un modello eliocentrico in cui le orbite non hanno forma circolare
perfetta ma ellittica. Poiché l'ellisse è una figura piana, i moti dei pianeti avvengono
in un piano, detto piano orbitale. Per la Terra tale piano è detto eclittica.
La distanza dei pianeti dal Sole non è costante, ma varia da in massimo (afelio) a un
minimo (perielio)
La Seconda Legge (o Legge delle aree, del 1609) afferma:
“Il segmento (raggio vettore) che unisce il centro del Sole con il centro del
pianeta descrive aree uguali in tempi uguali”
Ne consegue che: la velocità orbitale non è costante, ma varia lungo l'orbita; è
massima al perielio e minima all’afelio.
La Terza Legge (o Legge dei periodi, del 1619) afferma:
“I quadrati del tempo che i pianeti impiegano a percorrere le loro orbite sono
proporzionali al cubo delle loro distanze medie dal sole.”
Il rapporto tra il quadrato del periodo di rivoluzione e il cubo del semiasse maggiore
dell'orbita è lo stesso per tutti i pianeti
Va specificato che le leggi di Keplero sono precise se e solo se sono soddisfatte le
seguenti ipotesi:
- la massa del pianeta è trascurabile rispetto a quella della stella di riferimento;
- si possono trascurare le interazioni tra diversi pianeti che portano a leggere
perturbazioni sulla forma delle orbite.
STORIA DEL TELESCOPIO
Il telescopio è uno strumento che raccoglie la luce o altre radiazioni
elettromagnetiche provenienti da un oggetto lontano, la concentra in un punto detto
fuoco e ne produce un'immagine ingrandita.
Con il termine "telescopio" si indica solitamente il telescopio ottico, operante nelle
frequenze della luce visibile, esistono telescopi sensibili anche alle altre frequenze
dello spettro elettromagnetico.
Il nome, dal greco significa vedere lontano, è stato coniato dal matematico Giovanni
Demisiani il 14 aprile 1611, in onore della cooptazione di Galileo Galilei
nell’Accademia dei Lincei.
Fu inventato nel 1608 da Hans Lipperhey, fabbricante di lenti olandese.
Galileo Galilei adattò la nuova tecnologia all’astronomia. Usò lenti di diverse
curvature ottenendo strumenti che ingrandivano di 8, 20 e poi anche di 30 volte. Con
questi telescopi scoprì la forma a falce di Venere e i satelliti di Giove, entrambi visti
come prove della teoria di Copernico.
Keplero analizzò matematicamente l’ottica e arrivò ad un progetto che usava due
lenti convesse.
I pianeti e gli altri corpi celesti generalmente brillano di luce fatta da un miscuglio di
colori; del problema si occupò Isaac Newton e nel 1668 progettò un telescopio in cui
la luce veniva raccolta da uno specchio curvo, fatto di una lega con buone proprietà
riflettenti, lo “speculum metallum”. Fu con uno di questi strumenti che William
Herschel scoprì nel 1781 un nuovo pianeta, ora noto come Urano.
IL TELESCOPIO
MONTATURA
Per montatura di un telescopio, s'intende la struttura meccanica che si occupa di
sostenere la componente strumentale ottica e la relativa strumentazione osservativa.
OBIETTIVO
L’Obiettivo è un dispositivo ottico in grado di raccogliere e riprodurre un'immagine;
nei telescopi la sua posizione dipende dal tipo di schema ottico sul quale si lavora.
OCULARE
L’oculare è una lente o un gruppo di lenti (detto gruppo ottico) posto all'estremità
visiva di un telescopio; è posizionato nel punto focale dell'obiettivo, ed ha la
funzione di ingrandire l'immagine da questo catturata; in base alla lunghezza focale
dell'oculare cambia l'ingrandimento.
TUBO OTTICO
I tubi ottici servono a mantenere l'intera struttura ottica di un telescopio, a
preservarla da polvere, luce e turbolenze dettate dagli spostamenti d'aria.
FOCHEGGIATORE (solo per certi tipi di telescopi).
Il focheggiatore è la parte del telescopio che sostiene l'oculare. Permette la messa a
fuoco dell'oggetto inquadrato.
CERCATORE
I telescopi inquadrano un campo visivo estremamente piccolo, è difficile se non
impossibile puntare qualsiasi oggetto osservandolo direttamente. Occorre perciò
guardare attraverso il cercatore per centrare l'oggetto tramite una croce che funge da
mirino, dopo di che lo si può osservare dallo strumento principale.
Alcune Foto scattate durante le nostre osservazioni della luna.
Grazie dell’attenzione!!!
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