Nota 13 - Ministero dello Sviluppo Economico

Note di lettura
FMI
World Economic Outlook
aprile 2016
a cura della Segreteria Tecnica
Nota n. 13/2016 – 20 aprile 2016
Nota 13/2016 – World Economic Outlook– aprile 2016
Premessa
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha presentato il 12 aprile il suo ”World Economic
Outlook” di primavera.
Cosa è?
Il Fondo Monetario Internazionale pubblica periodicamente una rassegna congiunturale il
“World Economic Outlook” che analizza la dinamica per Paese delle principali statistiche
macroeconomiche, fornendo stime previsionali per gli anni successivi.
'Too slow for too long' è il titolo dell’ultimo rapporto dedicato alle condizioni di salute della
congiuntura mondiale, che evidenzia correzioni al ribasso per la crescita globale nei prossimi
due anni che non risparmiano gli Stati Uniti, il Giappone e l'intera zona Euro.
Valutazione del quadro economico globale
Il Fondo Monetario prevede un rialzo del Pil globale nel 2016 del 3,2%, un tasso
inferiore di 2 decimi di punto rispetto alle stime di gennaio. Per il 2017, si prevede una
crescita del prodotto interno lordo del 3,5%, anche in questo caso inferiore di 1 decimo
rispetto alle previsioni di gennaio. Il rialzo del 3,2% del Pil nel 2016 è comunque superiore
rispetto al +3,1% del 2015. Secondo gli economisti di Washington "la crescita continua, ma ad
un ritmo sempre più insoddisfacente, lasciando il mondo più esposto a rischi al ribasso".
Nel complesso la ripresa delle economie dei Paesi avanzati dovrebbe essere
modesta, pari all’1,9% nel 2016 e al 2% nel 2017, valori in flessione rispetto a quelli stimati a
inizio d’anno.
Il Pil Usa è stato rivisto al ribasso nel 2016 a +2,4% (+2,6% la stime precedente) e a +2,5%
per il 2017 (+2,6%). Il Fondo prevede un aumento dei tassi negli Stati Uniti di 50 punti base
nel 2016 e poi rialzi graduali. “Dopo l’aumento di 25 punti base in dicembre, si è assistito a
una stretta delle condizioni finanziarie più forte delle attese”, un’efficace strategia di
comunicazione della politica monetaria è “essenziale soprattutto in un contesto di più elevata
volatilità finanziaria”.
La stima per la crescita dell’economia giapponese in pochi mesi si è dimezzata al +0,5% nel
2016, mentre l’anno prossimo dovrebbe essere in lieve recessione (-0,1%). Il Pil del Regno
Unito aumenterà dell’1,9% e del 2,2%, rispettivamente quest’anno (-0,3 punti rispetto alle
previsioni di gennaio) e l’anno prossimo (stima invariata).
Per quanto riguarda le economie emergenti, il tasso medio di crescita si conferma più che
doppio rispetto a quello dei Paesi avanzati (+4,1% nel 2016 e +4,6% nel 2017).
L’India dovrebbe registrare un ritmo pari al +7,5%. Si prevede quest'anno una contrazione
del Pil in Russia pari all'1,8% (-0,8 punti rispetto alla stima di gennaio) e un parziale recupero
nel 2017 (+0,8%). Il Brasile sarà in forte recessione anche nel 2016 (-3,8% come nel 2015),
ma la contrazione del Pil si arresterà l’anno prossimo.
Per la Cina le prospettive sono migliorate rispetto a gennaio con il Pil rivisto al rialzo di
0,2 punti sia quest'anno e sia nel 2017, rispettivamente a +6,5% e +6,2%, il che riflette la
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forte crescita nel settore dei servizi, compensando la debolezza nel settore manifatturiero. Gli
sforzi della Cina di orientare l’economia nazionale sulla spesa dei consumatori e sul settore dei
servizi sono un fattore positivo per l’intera economia mondiale.
L'area Euro conserva un ritmo contenuto: il Fondo prevede quest’anno un Pil in aumento
dell'1,5% (-0,2 punti percentuali rispetto alle stime di gennaio), mentre per il 2017 la
previsione al +1,6% è in ribasso di 0,1 punti. Il rapporto sottolinea che "la ripresa della zona
Euro risulta sostanzialmente in linea alle previsioni di gennaio, grazie al rafforzamento della
domanda interna che compensa un impulso più debole dal canale estero".
Le stime sul Pil tedesco sono state tagliate di 0,2 punti all'1,5% per il 2016 e di 0,1 all'1,6%
per il 2017. Per la Francia, le attese sono di un Pil all'1,1% nel 2016 (-0,2 rispetto a gennaio)
e all'1,3% (-0,2). In Spagna la crescita è stata ribassata al 2,6% quest'anno (-0,1) e
confermata al 2,3% il prossimo.
Il Fondo invita la Banca centrale europea a mantenere una politica monetaria
accomodante per fronteggiare la bassa inflazione e la debolezza della crescita. Anche per
questo il Fondo apprezza il programma di acquisto di asset nell'ambito del quantitative easing
che ha "sostenuto la ripresa, migliorando la fiducia e le condizioni finanziarie", affermando che
le recenti misure contribuiranno anche a migliorare i finanziamenti delle banche all'economia
reale. Gli sforzi della Bce dovrebbero essere accompagnati da misure per rafforzare i bilanci
delle banche, in modo da migliorare la trasmissione della politica monetaria, l'offerta di
credito e ridurre le debolezze del sistema.
Il Fondo ritiene che i Paesi che hanno spazio di manovra all'interno del Patto di
stabilità e crescita debbano fare di più per sostenere la domanda, ad esempio
attraverso un aumento della spesa pubblica.
A pesare sull’andamento globale sono una molteplicità di criticità, si va dalla rinnovata
volatilità dei mercati, alla perdita di slancio nelle economie avanzate, alle difficoltà che
interessano i Paesi emergenti. Si aggiungono “diverse pressioni di natura non economica”, tra
cui viene anche citata la minaccia terroristica, passando per l’ipotesi di “Brexit” e alla tendenza
a “ripiegare sempre più sull’interno” della politica in Usa ed Europa, mentre crescono le
pressioni migratorie.
Il Fondo mette in guardia i governi soprattutto dal rischio "Brexit" che potrebbe
provocare "un grave danno regionale e globale mettendo a rischio relazioni commerciali
costituite". Il referendum in calendario a giugno sulla possibile uscita del Regno Unito dall'UE
ha "già creato incertezza per gli investitori". Una scelta "contro l'integrazione economica
globale rischia di bloccare, se non di invertire, il trend del dopoguerra e rapporti commerciali
ancora più aperti", e il fenomeno non riguarda solo l'Europa ma anche gli Stati Uniti.
Il Fondo invita i governi affinché preparino piani anti-shock visto che la ripresa
rischia di arrestarsi bruscamente. I governi "non devono ignorare la necessità di prepararsi
per possibili scenari avversi, identificando pacchetti di politiche strutturali e fiscali, in grado di
sostenersi reciprocamente, da dispiegare nel caso si materializzassero in futuro rischi al
ribasso". In questo contesto i governi "devono concentrarsi su due compiti". Il primo è "il
rafforzamento della crescita" e "il secondo compito è quello di preparare piani di emergenza”.
Altro importante fattore di rischio è la crisi dei rifugiati e dei migranti, una "catastrofe
umanitaria" che sta minando l'essenza stessa dell'Unione europea. "L'instabilità persistente e
violenta di una serie di Paesi, e della Siria in particolare, sta affondando le loro economie,
spingendo milioni di rifugiati nei Paesi vicini così come in Europa".
Il peggioramento delle prospettive economiche globali impone "una immediata vigorosa
risposta", insiste il Fondo e "non c'è più molto margine di errore". Tuttavia, "individuando i
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pericoli e agendo insieme, preparandosi, i governi nazionali possono accrescere la fiducia,
sostenere la crescita e proteggersi in modo più efficace dai rischi di una ripresa deragliata".
Le previsioni di crescita del Pil nel biennio 2016-2017
(variazioni % sull’anno precedente)
2016
2015
Stime di
aprile
2017
Differenza
con le
stime di
gennaio
Stime di
aprile
Differenza
con le
stime di
gennaio
Mondo
3,1
3,2
-0,2
3,5
-0,1
Paesi avanzati
1,9
1,9
-0,2
2,0
-0,1
Stati Uniti
2,4
2,4
-0,2
2,5
-0,1
Area Euro
1,6
1,5
-0,2
1,6
-0,1
-Francia
1,1
1,1
-0,2
1,3
-0,2
-Germania
1,5
1,5
-0,2
1,6
-0,1
-Italia
0,8
1,0
-0,3
1,1
-0,1
-Spagna
3,2
2,6
-0,1
2,3
0,0
Regno Unito
2,2
1,9
-0,3
2,2
0,0
Giappone
0,5
0,5
-0,5
-0,1
-0,4
Paesi emergenti
4,0
4,1
-0,2
4,6
-0,1
-India
7,3
7,5
0,0
7,5
0,0
-Cina
6,9
6,5
0,2
6,2
0,2
-Russia
-3,7
-1,8
-0,8
0,8
-0,2
-Brasile
-3,8
-3,8
-0,3
0,0
0,0
Previsioni sulla dinamica dell’economia italiana
In un contesto in cui le prospettive di crescita dell’economia mondiale sono in peggioramento,
il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso anche le previsioni dell'Italia, al
+1% per quest'anno e al +1,1% per il 2017, con un taglio rispettivamente di 3 decimi e un
decimo di punto rispetto alle stime di gennaio.
L’export di beni Made in Italy continuerà a crescere in volume a tassi molto
apprezzabili prossimi al 4%.
Miglioramento in corso per il tasso di disoccupazione che dall'11,9% della forza lavoro
con il quale si è chiuso il 2015 scenderà all'11,4% quest'anno e al 10,9% nel 2017.
L’occupazione continuerà ad aumentare a un tasso costante nei due anni.
L’inflazione rimarrà molto bassa anche quest’anno e l’anno prossimo, allo 0,2% nel
2016 e allo 0,7% nel 2017, in aumento rispetto allo 0,1% di fine 2015.
Infine i conti pubblici, su cui l'Italia manterrà una dinamica di risanamento. Quest'anno il
deficit di bilancio sarà al 2,7% del Pil, mentre il prossimo anno segnerà una forte riduzione
all’1,6%. Il rapporto debito pubblico/Pil segnerà un picco al 133% quest'anno, per poi contrarsi
al 131,7% nel 2017.
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Secondo il Fondo, l'Italia non può mollare la presa sul riequilibrio dei conti pubblici:
"ulteriori misure di risanamento fiscale sono necessarie in primo luogo attraverso un mix di
misure a favore della crescita economica composto da razionalizzazione della spesa pubblica e
da riduzione delle agevolazioni fiscali per mettere il debito pubblico su di un sentiero
stabilmente discendente". Per l’Italia, come per tutte le economie avanzate, si legge nel
rapporto, “il rischio di una crescita persistentemente bassa insieme a bassa inflazione rende la
riduzione del debito ancora più sfidante”.
Previsioni per l’economia italiana
2015
2016
2017
Pil (variazione %)
0,8
1,0
1,1
Esportazioni in volume (variazione %)
4,3
3,6
4,2
Occupazione (variazione %)
0,8
0,8
0,9
Tasso di disoccupazione (%)
11,9
11,4
10,9
0,1
0,2
0,7
Deficit/Pil (%)
-2,6
-2,7
-1,6
Debito/Pil (%)
132,6
133,0
131,7
Tasso di inflazione (%)
(a cura di Enrico Martini)
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