ALLEGATO A LO SAPEVATE CHE…… L’homo sapiens(cioè noi) è proprio l’ultimo arrivato? Estratto da: Tesi di Laurea in scienze Antropologiche ed Etnologiche della Dr.ssa Eva Pievani Il concetto di “contingenza”. Nuovi terreni di incontro tra antropologia culturale e teoria dell’evoluzione”. Anno accademico 2011/2012. Il pianeta Terra ha circa 4,5 miliardi di anni e la scienza ha coniato il termine “tempo profondo” per riferirsi a datazioni così ampie e lontane dal nostro comune modo di riferirci al tempo. La vita sulla Terra ha avuto inizio con esseri unicellulari apparsi circa 3,5 miliardi di anni fa ed intorno ai 2 miliardi di anni fa abbiamo invece la comparsa dei già citati Eucarioti. (omossis…)La storia della vita è dunque una vertigine temporale, di difficile comprensione concreta per noi esseri umani, abituati a ragionare in termini di minuti, giorni o mesi, in quanto con la nostra vita possiamo dominare poco meno di un secolo di tempo, se abbiamo fortuna! Per non lasciare dunque le misurazioni in una sfera troppo astratta per il nostro senso comune del tempo, quali certo sono quelle di milioni di anni, può essere davvero efficace ed utile riproporre l’esperimento mentale citato in Pievani (2002, pg. 347) che proporziona quanto sommariamente appena descritto riguardo la storia della vita sulla Terra ad un “nostro” anno, fatto di 365 giorni: “Immaginiamo che l’intera durata della vita sulla Terra, pari a circa quattro miliardi di anni, sia compressa all’interno di un solo anno solare, dal 1 gennaio al 31 dicembre. Ogni giorno corrisponderà all’incirca a 11 milioni di anni di storia naturale. Ora ripercorriamo le grandi tappe della storia all’interno del nostro “calendario della vita”. Verso il 21 gennaio, in pieno inverno, fanno la loro comparsa le prime cellule procariotiche, cioè le cellule primitive prive di nucleo (batteri e alghe azzurre) ma già capaci di produrre processi di fermentazione e di fotosintesi non a ossigeno, nonché di riparare e ricombinare il proprio Dna. Un inizio precoce e abbastanza promettente, ma è meglio non correre troppo con la fantasia. Il 25 marzo, all’inizio della primavera, la quantità di ossigeno presente nell’atmosfera (un veleno per i batteri di allora) sale a livelli insopportabili per gran parte della vita terrestre, a eccezione di una famiglia di batteri che “inventa” la fotosintesi a ossigeno: il veleno diventa una risorsa fondamentale e si assesta intorno al 21% della composizione gassosa dell’atmosfera. Intorno alla fine di maggio si formano le prime cellule dotate di nucleo, o eucariotiche, e di lì a un mese ha inizio la respirazione aerobica. Per l’invenzione della riproduzione sessuale dovremo però attendere fino alla metà di settembre, dopo una lunga e noiosa estate durante la quale non succede nulla di eclatante. Nessuna fretta, a quanto pare. Poco prima del 15 novembre, in autunno inoltrato, si assiste finalmente all’esplosione della vita pluricellulare, che assume una miriade di forme diverse, prima animali e poi vegetali, in gran parte successivamente estinte. Questo significa che per undici mesi e mezzo, cioè l’85% di tutta la storia del mondo, il calendario della vita rimane fermo alla vita unicellulare: uno strano andamento per una marcia di progresso verso l’ottimalità umana. Ma il bello deve ancora venire. Il 26 novembre anfibi e insetti raggiungono la terraferma. Il 9 dicembre iniziano a ramificarsi i rettili, seguiti due giorni dopo dai dinosauri e quattro giorni dopo dai mammiferi. Il giorno di Natale un evento straordinario mette fine all’esistenza dell’intera famiglia dei dinosauri (esclusi gli uccelli) e i mammiferi ereditano le ampie diversificate nicchie ambientali lasciate libere. La mattina di Santo Stefano cominciano a evolversi in alcune zone tropicali le proscimmie, i primi rappresentanti dei primati. La linea evolutiva delle scimmie si distacca il 28 dicembre, in serata, mentre la comparsa dei pongidi (cioè le scimmie antropomorfe) si farà attendere fino alla mattina del 30 dicembre, la vigilia del veglione. Una settimana di fine anno decisamente più vivace, ma dov’è l’uomo? Nei primi 364 giorni del calendario della vita non vi è traccia di umanità. Il giorno di San Silvestro i fuochi d’artificio cominciano sul presto. Alle prime ore dell’alba sono comparse le grandi scimmie antropomorfe attuali: orangutan, gorilla, e scimpanzé. Alle ore 11.00, da qualche parte nell’Africa orientale, una specie appartenente al genere degli scimpanzé si stacca dal suo ceppo d’origine e acquista una postura quasi completamente eretta: ha inizio l’evoluzione del cespuglio degli ominidi […]. Alle 20.15, nell’orario del telegiornale della sera, fa il suo ingresso nel calendario della vita la forma Homo erectus, che abbiamo definito molto longeva e stabile: in effetti sopravvive fino alle 23.00, a un’ora dai botti. Quando siamo già pronti con lo champagne in mano, verso le 23.52, ecco finalmente l’arrivo, in extremis, della specie Homo sapiens, che soltanto alle 23.58 dà segni della sua meravigliosa intelligenza simbolica e artistica. Quando il conto alla rovescia è già scattato, registriamo negli ultimi secondi l’invenzione dell’agricoltura e le prime civiltà della scrittura…”.