ORIGINE ED EVOLUZIONE DEL GENERE UMANO p. 4 - 5

ORIGINE ED EVOLUZIONE
DEL GENERE UMANO p. 4 - 5
Le prime forme di vita sulla Terra dovrebbero essere
state organismi unicellulari simili alle
alghe azzurre e ai batteri
(ARCHEOZOICO, 4500 - 570 milioni di anni fa)
PRIMA DELL'UOMO
Pollice che può toccare le altre dita. Vantaggi:
- si riducono le mandibole perchè non deve più
combattere a morsi, aumenta il cranio che può ospitare
un cervello più grande
- la presa di precisione che aumenta la corteccia cerebrale
Pesci, anfibi, piante e primi rettili
(PALEOZOICO, 570 - 230 milioni di anni fa);
SVILUPPA POLLICE OPPONIBILE
Uccelli e primi mammiferi, simili ai roditori di oggi (MESOZOICO,
230 - 65 milioni di anni fa; è l'epoca dei dinosauri)
Dopo l'estinzione dei dinosauri, 65 milioni di anni fa, i
mammiferi si diffusero differenziandosi in molti ordini:
tra questi assunsero grande importanza
i PRIMATI (ordine dei mammiferi che comprende
anche le varie famiglie di scimmie).
Nel CENOZOICO
(greco kainòs recente, 65 - 2 milioni di anni fa)
i primati si sarebbero evoluti in due grandi famiglie:
1. scimmie antropomorfe (gorilla, scimpanzè e oranghi)
2. OMINIDI (comprendevano il genere australopithecus e homo),
che avrebbero dato origine alla nostra specie.
Nel NEOZOICO (2 milioni di anni fa - ad oggi) comparve il genere HOMO
Significato del nome: scimmia dell'emisfero australe
Viveva circa 4 milioni di anni fa in Africa (Etiopia)
Caratteristica principale: lo scheletro adatto alla posizione eretta,
quindi a muoversi solo sugli arti posteriori (bipedismo)
Così gli arti anteriori si potevano usare per procurarsi e usare bastoni, foglie, cortecce.
Solo 3 - 2,5 milioni di anni fa avrebbero iniziato ad usare
pietre appuntite o taglienti trovate in natura come strumenti per tagliare
AUSTRALOPITECUS
TEORIA DELL'EVOLUZIONE
Inizio del XIX secolo Jean-Baptiste Lamarck, scienziato francese,
sostiene che gli organismi tendono a modificare la
propria struttura per migliorare le condizioni di vita.
1859, nel suo libro L'origine delle specie, Charles Darwin,
scienziato inglese, teorizza che le specie animali e vegetali presenti
sulla Terra non sono sempre esistite, ma risultano da un
lento processo di trasformazione avvenuta per SELEZIONE NATURALE.
Si salvarono dall'estinzione solo quelle
specie che possedevano e trasmisero ai loro discendenti
caratteristiche adatte per sopravvivere in un ambiente
che si trasformava.