NEUROFTALMOLOGIA Sul piano della VB occorre che ci sia una visione coniugata degli occhi. L’oculomotricità permette la VB mantenendo il parallelismo degli assi visivi se guardiamo per lontano o la convergenza degli assi nella visione per vicino. Le strutture visive per la VB includono 6 sistemi fisiologici specifici che rappresentano l’esagono di Jackson che comprende: sensorialità motricità postura sostegno ottica accomodazione Occorre che ci sia un’integrazione tra questi. Il funzionamento binoculare è il risultato di interconnessioni tra queste differenti strutture: con interconnessioni omologhe e crociate attraverso l’emidecussazione delle vie ottiche, le vie motrici crociate, le connessioni interemisferiche, e attraverso connessioni tra i 6 sistemi tra di loro unilaterali; Le funzioni psicologiche (attenzione, intenzione, reazione), i sistemi aspecifici (sostanza reticolata, talamo) modulano e modificano le sensazioni ricevute. Esiste quindi una binocularietà posturale data da due parametri omologhi, il sistema vestibolare e propriocettivo. La propriocettività è legata ai fusi neuromuscolari, a dei recettori periferici muscolari (testa-collo, collo- piedi); i riflessi oculomotori vestibolari e propriocettivi agiscono sempre in modo inconscio. Fanno parte di quei riflessi puri o automatico-riflessi. Il sistema posturale fine è composto da due tipi di recettori: esterocettivi (legati alla sensazione che arriva alla retina) ed endocettivi (in funzione della posizione dell’ambiente). Il pattern posturale fine è simmetrico e il suo funzionamento è simile ai riflessi sottocorticali descritti da Pavlov. La binocularietà sensoriale è dovuta dalla realizzazione della comunicazione dei due emisferi cerebrali attraverso il corpo calloso; le numerose strutture responsabilità di tale binocularietà non si sviluppano simultaneamente e ciò spiega le diverse tipologie di strabismo. Le funzioni della B sensoriale sono la localizzazione spaziale, la fusione, la rivalità e la dominanza, la sommazione bin, la disparità bin e la stereopsi: nella sensorialità intervengono quegli schemi che prendono il nome di percezione simultanea, capacità fusionale e stereopsi. La localizzazione spaziale è un processo percettivo che consente la localizzazione di un oggetto nello spazio: la localizzazione oculomotrice e la loc. egocentrica intervengono in modo simultaneo. La prima è fornita dal segnale retinico dove la fovea è il punto centrale, la seconda deriva dalla somma di tre reperi: senso di posizione del bulbo nell’orbita, senso di posizione della testa rispetto al tronco e senso della posizioni del corpo rispetto al suolo. La concordanza delle localizzazioni spaziali costituisce la corrispondenza retinica (corrispondenza retino-corticale). Le sensazioni ricevute da uno e dall’altro occhio sono percepite come uniche: ciò è possibile se vi è sincinesia, sincronismo della motilità oculare ed è possibile quando le sensazioni sono quasi identiche (altrimenti rivalità retiniche) per grandezza, forma e contrasto. La fusione è sensoriale, motrice (occorre che gli occhi siano in asse verso lo stesso oggetto) e propriocettiva. La dominanza di un occhio è sensoriale, motrice e propriocettiva. La sommazione binoculare può essere temporale e spaziale ed è rappresentata da un guadagno percettivo (quando guardiamo con tutti e due gli occhi si legge qualche linea in più dell’ottotipo). La disparità oculare è dovuta allo scarto interpupillare, le due immagini non sono identiche, e può essere spaziale, temporale e può essere dovuta al fatto che gli stimoli arrivino con latenze diverse agli occhi in base alla loro distanza (per l’incidenza della luce diversa nei due occhi). La stereopsi (il senso di tridimensionalità) rientra nel caso della disparità, distanza di 60” di arco. Il sistema oculomotore consta di un sistema tonico e fasico; il tonico è sostenuto dai riflessi oculomotori non ottici ed è il primo nella scala filo-ontogenetica. Dopo la nascita il sistema tonico è la base dell’elaborazione del sistema FASICO che si sviluppa con l’apertura degli occhi sotto l’influenza dei riflessi oculo-motori non ottici del sistema tonico influenzato da stimoli di luce e ombre che inducono uno sviluppo motore dinamico prima e statico poi. Nella funzione visiva acquisita le funzioni toniche e fasiche si integrano, l’azione dei motoneuroni alfa(fibre extrafusali: referenza miostatica) e gamma (fibre infrafusali: referenza sensoriale) è simultanea. Il sistema tonico con il tono di base e il tono non ottico sono in attività continua: i fusi neuro-muscolari ci informano sulla tensione muscolare e sulla relazione sinergicoantagonista, preparano i movimenti, fissano l’attitudine, mantengono la statica e l’equilibrio Il funzionamento tonico si realizza in modo quantitativo (aumento, diminuzione del tono) ma anche qualitativo (modificazione della ripartizione del tono secondo la direzione di sguardo per la legge di Hering). Il sistema fasico: induce i movimenti sotto comando corticale. I pattern oculomotori si sviluppano con l’apprendimento; le basi anatomiche si situano su tre piani dell’esagono di Jackson e sono rappresentati dalla corteccia frontale (ultimo piano) e lobo occipitale per i movimenti volontari, dai centri motori sottocorticali per la tonicità e postura (nuclei della base, cervelletto e vestibolo) e dagli effetti periferici (stimoli come luce…). I pattern si perfezionano grazie alla struttura anatomica (vie ottiche con decussazione chiasmatica e muscoli oculomotori), alla differenziazione foveale e alla bifoveazione. Dopo un periodo di apprendimento si arriva alla motricità che si subordina alla sensorialità. Accanto all’esecuzione motoria volontaria, c’è n’è una mnemonica comandata dal lobo parietale per cui anche se l’automatismo soggiace al pattern motore volontario si ha una % maggiore di movimenti automatici. I pattern oculomotori comandano il mov oculare tramite l’integrità degli effettori e dell’innervazione dell’apparato di sostegno. LEGGI Qui rientrano le leggi di Hering (innervazione identica dei muscoli corrispondenti dei due occhi), di Sherrington (innervazione reciproca) e di Donders (i gradi di libertà di un occhio attorno al centro di rotazione implicano una correlazione precisa tra le 3 paia di muscoli antagonisti con gioco massimo di scarto di un grado). La binocularità del sistema tonico non è ben precisa ma sotto l’influenza sensoriale è presente come nella sinergia accomodazione-convergenza-miosi . La binocularietà accomodativa si sviluppa in legame stretto con la convergenza dove interviene un movimento disgiunto (occhi in convergenza o divergenza). Le reazioni accomodative non sono rapide e precise come le reazioni oculomotrici, in quanto determinate dalla contrazione dei muscoli ciliari lisci Esiste una binocularità del sistema di sostegno che modula frenando o accelerando i movimenti Binocularità dell’apparato oculare: i raggi devono essere in asse con i fotorecettori (effetto Stilles-Crawford) l’orientamento del sistema ottico è solidale con la posizione dei globi, con il processo di emmetropizzazione, con il diametro pupillare e l’accomodazione . Va dalla nascita fino al conseguimento della sovrapposizione perfetta ed integrazione delle percezioni a livello corticali verso i 18/24 mesi, anche se lo sviluppo del sistema ottico può subire delle modificazioni fino a 11 anni e più (miopie patologiche). VB e stereopsi sono fenomeni di questa sintonia di apparati e l’organizzazione visuomotoria considera non solo il rapporto fra i due occhi ma il rapporto con il corpo e lo spazio circostante; quando l’immagine di un oggetto cade su un punto retinico periferico si ha un movimento saccadico che porta tale immagine sulla fovea, la cui ampiezza dipende dal valore retino motorio degli elementi retinici stimolati: maggiore è la differenza del valore retimotorio, maggiore sarà il movimento che i due occhi dovranno compiere affinchè vi sia una corrispondenza retinica. Il campo recettivo è l'area dello spazio esterno in grado di eccitare, tramite la mediazione di un certo numero di fotorecettori, una cellula ganglionare. I campi recettivi sono più ampi sulla periferia della retina e più piccoli nella parte centrale in particolare sulla fovea. La visione binoculare è garantita dalla presenza di neuroni attivati da entrambi gli occhi, tramite la stimolazione di campi recettivi il più possibile congrui come orientamento e posizione rispetto al punto di fissazione. La foveola è il punto con maggior capacità percettiva e localizza lo stimolo che riceve nella posizione visiva principale e rappresenta il punto 0 della motilità; gli altri elementi localizzatori definiscono direzioni visive secondarie. L’organizzazione retino topica dei campi retinici si definisce oculocentrica. Il riflesso di fissazione consente di centrare l’occhio sull’oggetto fissato indipendentemente dal movimento dell’oggetto o della testa; questo evento si realizza in entrambi gli occhi e per la distanza interpupillare e per la posizione dell’oggetto rispetto ai due occhi fa in modo che ciò che vede un occhio non sia sovrapponibile a ciò che vede l’altro, ma il processo psicosensoriale corticale definito come fusione sensoriale, dà un’immagine unica. I piani di J sono costituiti da 6 elementi che sono la correlazione tra la situazione ottica, sensoriale, motoria, posturale, sostegno. L’integrazione di questi 6 sistemi attraverso le vie corticali, sottocorticali, i centri oculomotori, l’interconnessi emisferica e la condizione di unidirezionalità anche delle vie con l’interconnessione fa sì che si sviluppi una VBN. VBN che abbraccia nella sua estensione totale vari aspetti, non solo l’acuità visiva in termini numerici, ma anche la dominanza di un occhio, la stereopsi, la rivalità retinica. Esistono riflessi di stereopsi particolari che possono essere quando una sorgente luminosa colpisce un oggetto dando l’impressione di una falsa tridimensionalità; la stereopsi può essere anche monoculare basata sullo sviluppo di sensazioni percettive guadagnate nell’ambito dell’ontogenesi che fanno sì che si possa stabilire che un’immagine è al davanti di un'altra, basandosi sull’ombra e sulla grandezza. Affinchè vi sia la stereopsi le immagini che arrivano alle due fovee devono essere simili e senza grandi differenze di forma, dimensioni e contrasto. L’anisometropia può alterare la stereopsi e la VB; essa consiste nella differenza di potere rifrattivo dei due occhi. In base alle rifrazione si definiscono 5 tipi di anisometropia: miopica semplice (miopia solo da un occhio), miopica composta (i due occhi con diversa miopia), ipermetropica semplice (ipermetropia solo in un occhio), ipermetropia composta (occhi con valori di ipermetropia differenti) e mista (o antimetropica, un occhio miope e uno ipermetrope). L’anisometropia determina questo alterato sviluppo della VB perché l’entità della differenze rifrattiva comporta la formazione di immagini che hanno grandezze diverse fra i due occhi, per cui il soggetto non riesce a fonderle (anisecoina). Ciò porta a una rivalità oculare con sviluppo da una visione dominata dall’occhio direttore (quello con minore ametropia). La dimensioni delle immagini risente di questo fattore neuro retinico, ossia un fattore anatomico che dipende dalla densità dei fotorecettori per mm quadrato. Una riduzione dei fotorecettori fa diminuire l’immagine che viene vista più piccola, una aumento dei fotorecettori la ingrandisce. Un edema maculare del diabete può provocare una micropsia. Nella miopia patologica vi è una retrazione della densità; per difetti miopici abbiamo un’aniseiconia negativa che porta a un rimpicciolimento delle immagini (rimpicciolita di 2,91 D per ogni grado di miopia), nell’ipermetropia un’aniseiconia positiva che le ingrandisce. In età scolare l’anisometropia varia dal 2 al 4%; la presenza anche di un piccolo difetto, ad esempio astigmatismo, può influenzare lo sviluppo della VB. L’anisometropia (e anche l’aniseiconia) può essere strabogena e ampliopigena: la differenza nella percezione delle immagini porta al non utilizzo dell’occhio che vede peggio che a volte può andare incontro ad uno spostamento dell’asse visivo. Alla fine delle crescita i difetti refrattivi si distribuiscono secondo una curva gaussiana con la prevalenza di emmetropi. L’anisometropia è definitiva primaria se è associata a strabismo; secondaria se non è associata. Vi sono delle forme di microtropia che rientrano nella secondaria, che a volte vengono inserite nella forma di anisometropia primaria: per fugare i dubbi va fatto il test delle 4 D di Irvine e vede se con un prisma davanti, l’occhio si muove. Esiste una correlazione tra l’entità dell’anisometropia e la profondità dell’ambliopia: l’ambliopia viene definita in grave (al di sotto di 1/10), media (tra 1 e 5) e lieve (sopra a 5). L’ambliopia moderata è proporzionale all’entità alla diottria. Nel caso di un’anisometropia miopica anche con astigmatismo la compensazione con lenti è ben tollerata. Nel trattamento dell’aniseiconia le lenti temporali assolvono male il compito, ma nel miope possono essere utilizzate perché ha una capacità di adattamento maggiore e quindi vi può essere un recupero della VB. In base all’entità dell’anisometropia, si può avere una VBN, una alternante o monoculare se l’occhio non vede. Il valore di 3 D corrisponde ad una aniseiconia del 6 %; oltre il 6% non si può sviluppare una VBN. Se tale difetto si instaura nel periodo di maturamento del sistema visivo, la VB non si sviluppa. Si definisce ambliopia paradossa la situazione in cui l’occhio ambliope è emmetrope; tale situazione si spiega con l’evoluzione del difetto verso una emmetropizzazione allorchè viene tappato l’occhio contro laterale e quindi l’occhio dominante tende ad andare verso una miopizzazione. La VB si instaura quando l’occhio con maggior difetto refrattivo viene soppresso nella sua attività visiva; se questo si verifica nel periodo di maturazione dell’asse neurovisivo si ha un’ampliopia, se si verifica in seguito vi possono essere turbe della percezione visiva, come diplopia. L’anisometropia astigmatica prevede oltre l’influenza del difetto refrattivo anche l’influenza dell’asse dell’astigmatismo: infatti un meridiano con curvatura diversa rispetto all’altro modifica la percezione dell’immagine (addirittura anche il colore della stessa). L’aniseiconia simmetrica ha forma uguale ma grandezza diversa sul meridiano orizzontale o verticale, e viene perciò detta orizzontale o verticale a seconda dell’asse interessato. L’aniseiconia asimmetrica si verifica per immagini diverse per forma ma non per grandezza (puntaspilli per miopia o botte per ipermetropia). L’aniseiconia si può verificare anche per diversa angolazione. L’aniseiconia può dare affaticamento per sforza accomodativo asimmetrico, cefalea, errata valutazione della profondità, falsa percezione stereoscopica, una distorsione apparente degli oggetti nello spazio. La diagnosi di aniseiconia si valuta valutando il difetto refrattivo nei due occhi; la diagnosi di ambliopia si fa valutando la sensorialità e la capacità stereoscopica. Le tecniche diagnostiche sono la sciascopia in età pediatrica, autorefrattometria in età pediatrica e adulta e metodi soggettivi di valutazione dell’acuità visiva (metodo di Donders). Per valutare la binocularietà va valutata la centratura dei riflessi (Hirschberg) per lontano e vicino, corretti con eventuali prismi, l’ispezione dei movimenti oculari, cover test alternante e monoculare, studio della corrispondenza retinica con i vetri di Bagolini. La diagnosi della capacità percettiva varia a seconda dell’età: si valuta il preferential looking con il cilindro di Barany, ottotipi per bambini, ottotipi per letterati. Per il trattamento dell’ambliopia anisometropica è importante evidenziare se è primaria o secondaria, ossia se è associata o meno a strabismo. Se lo strabismo non è presente, vanno usate metodiche non dissociante perché potrebbero indurre uno strabismo; se il paziente è già strabico si possono usare anche tecniche dissocianti, dato che non si corre il rischio di instaurare uno strabismo essendo esso già presente (penalizzazione totale). Bisogna tenere presente il problema della compensazione ottica sulla possibilità o meno della cooperazione binoculare; se con la migliore correzione ottica l’immagine ha dimensioni diverse non tollerabili, va lasciato l’occhio con meno difetti come occhio dominante. L’uso delle lenti tempiali può andar bene nel miope. Nell’ipermetrope quindi si devono usare lenti tempiali aniseiconiche o a chirurgia refrattiva. Le tecniche per ridurre l’aniseiconia sono riduzione del potere compensatorio della lente dal lato dell’ametropia più elevata; in caso di antimetropia (un occhio miope e uno iper.) può essere utile azzerare la compensazione ottica dell’occhio peggiore, a seconda dell’età del soggetto. Usando la lente tempiale si può influenzare la grandezza dell’immagine agendo sulla forma delle lenti, in particolare sul fattore frontale posteriore (la curvatura della parte post della lente) essendo il rapporto tra le dimensioni delle immagini direttamente proporzionale ai fattori frontali (ant e post); si propongono per tanto lenti molto curve con fattori frontali diversi. Altra possibilità è il ricorso a lenti aniseiconiche combinate con la lente correttiva, basandosi sul principio dei vetri afocali (fuoco immagine e fuochi oggetti si annullano). Per la lente aniseiconica si associa un valore di -10 alla superficie posteriore del vetro che può presentare uno spessore variabile per permettere un ingrandimento dal 10 al 50 %; se la superficie posteriore del vetro ha una curvatura torica può compensare un aniseiconia meridionale. La LAC ha capacità di compensare fino al 10% della differenza delle immagini; mantengono il campo visivo, sovrapponibile a quello dell’occhio emmetrope e soprattutto permettono di neutralizzare l’anisoforia (diversa localizzazione delle immagini percepite da ciascun occhio), creando un effetto prismatico. La regola per cui la grandezza delle immagini è inversamente proporzionale al potere della lente negativa rende ragione del vantaggio della LAC sulla grandezza ottenuta rispetto a quella determinata dalla lente tempiale. MOTILITA’ OCULARE PERTURBATA NELLO SVILUPPO I movimenti coniugati si sviluppano entro il primo anno di vita, attraverso la trasformazione dal processo fasico a quello tonico a seguito di stimoli luminosi che portano al raggiungimento allo sviluppo di una buona coordinazione oculare nei primi mesi. I movimenti sono le versioni, movimenti coordinati, e le vergenze, movimenti disgiunti, estremamente importanti per mantenere la fusione. Come la convergenza esiste anche una divergenza, caratterizzate da un excursus prismatico differente (conv > diverg). I movimenti volontari derivano da segnali dei centri corticali del lobo frontale e occipitale; i rilessi psicoottico (uditivi-visivi) sono gestiti in parte dal vestibolo, in parte dalla parete temporale e in parte dai nuclei sottocorticali; i riflessi otto cinetici di inseguimento, ossia il nistagmo indotto dal movimento di qualcosa che scorre; stato cinetici, movimenti compensatori di origini labirintica, fra cui il riflesso utricolare che è il segno di Bielchowsky (posizione del soggetto con paralisi del OS che tende a inclinare la testa dalla parte opposta del muscolo paralizzata, a causa di uno squilibrio torsionale, e ad abbassare il mento, essendo anche un abbassatore), che nasce dalla sinergia tra RS e OS, antagonisti fra loro. In base alla velocità dei movimenti si distinguono in saccadici (rapidi) e di inseguimento (lenti). Le basi anatomiche del movimento: il sistema motorio estrinseco è proiettato in entrambi gli emisferi intorno agli assi retino corticali, che si decussano a livello del chiasma, che proseguono con le bandellette dei corpi genicolati laterali e poi le radiazioni ottiche per terminare sul lobo occipitale. Il sistema oculomotorio estrinseco comprende un sistema periferico effettore, costituito dal globo oculare e dai muscoli dei nervi, nel percorso extra assiale. I globi permettono che l’immagini cada sulla fovea che, essendo lievemente temporale, ha un asse ottico che non coincide con l’asse visivo. Il centro di rotazione dell’occhio è posta a circa 13,5 mm posteriormente all’apice corneale. La muscolatura estrinseca interviene consentendo il movimento degli occhi nelle varie posizioni di sguardo. Si realizzano movimenti su più piani e intorno all’asse antero-posteriore (movimenti torsionali). L’azione muscolare è determinata da: Linea d’azione: data dall’inserzione orbitaria e l’insezione bulbare del muscolo Arco di contatto Piano d’azione che si modifica a seconda della posizione dell’occhio Ogni muscolo ha un suo antagonista omolaterale ed un sinergista controlaterale Le fibre muscolari sono multi-innervate con una INERVAZIONE TONICA che è responsabile dei movimenti lenti e continui ed una INNERVAZIONE FASICA per i movimenti rapidi Il muscolo RL è innervato dal nucleo del VI (n.abducente) omolaterale; il muscolo OS è innervato dal nucleo del IV (n.trocleare) controlaterale Gli altri muscoli sono innervati dai nuclei del III (n. oculomotore) ma il: - RS riceve fibre nucleari omolaterali - RI riceve fibre nucleari controlaterali - Il RM e OI ricevono fibre omo e controlaterali Il tronco di questi nervi ha una origine apparente nella loggia cerebrale posteriore sulla superficie del tronco cerebrale, scorrono sulla base del cranio attraversando il seno cavernoso e terminano nell’orbita passando dalla fessura orbitaria superiore dove sono accompagnati dalle branche terminali del n. di Willis. SISTEMA DI SENSIBILITA’ Esistono dei fusi neuromuscolari che seguono la via del n. di Willis che trasmette l’impulso ai centri sottocorticali (N. mesencefalico del V) e all’area 17 corticale di Brodman, che invia segnali ai centri superiori sulla postura dell’occhio nella cavità orbitaria. Questa propriocettività consente una forma di stereopsi : localizzazione degli oggetti rispetto al corpo allorché la retina l’identifica . Sembra essere importante nell’acquisizione della VB nel periodo post-natale. I centri sottocorticali sono responsabili dei movimenti coniugati, esistono inoltre dei centri mesencefalici posturali proiettanti sulla corteccia dipendenti dall’innervazione sensitiva Più chiaro è il ruolo dei nuclei dei nervi : Il n. del VI comanda il RL omolaterale ma anche attraverso connessioni con il III il RM controlaterale per i movimenti di LATERALITA Il n. del IV comanda l’OS Il n. del III comprende tre parti: la superiore (n. di Edinger-Westphal) per la motricità simpatica intrinseca, una parte centrale (n. di Perlia) coordinatrice ma non generatrice di movimenti, e due parti laterali per i m oculari estrinseci Inoltre altri due centri sottocorticali il fascio mesencefalico longitudinale laterale(FML) e la formazione reticolata (FR) intervengono nei movimenti coniugati. FML: con il VI rappresenta la via finale comune, è in connessione con i nuclei vestibolari per cui interviene nella motilità della testa e degli occhi (OCULOCEFALOGIRO), la sua porzione interstiziale rostrale mesencefalica rappresenta il centro dei movimenti verticali saccadici e dello sguardo verticale La FR presenta due centri generatori dei movimenti: FR mesencefalica per lo sguardo verticale e le saccadi verticali e la FR pontina paramediana per lo sguardo orizzontale, le saccadi, e i movimenti di inseguimento. Lo stadio centrale corticale e sottocorticale eccitatore della motilità comprende tre grandi vie provenienti dalla corteccia FRONTALE, OCCIPITO-PARIETALE, e dai nuclei VESTIBOLARI. Dal Centro FRONTALE parte il tratto oculogiro piramidale che attraversa la capsula interna dove le fibre si decussono per i centri sotto-talamici ed i nn. oculomotori ed i nn. vestibolari da questa via dipendono i MOVIMENTI VOLONTARI e le SACCADI. Il centro parieto-occipitale comprende le aree 18-19 da cui parte il tratto OCCIPITOMESENCEFALICO che attraversa la capsula interna e le cui fibre sono in connessione con il FML i nuclei OCULOMOTORI e i nuclei VESTIBOLARI. Esso è la via responsabile dei movimenti PSICO-OTTICI VISIVI e UDITIVI, dei riflessi OTTOCINETICI di INSEGUIMENTO, la lesione emisferica di questa via può determinare una PARALISI di SGUARDO assoluta o elettiva, la lesione del tratto OCULOGIRO a livello del TRONCO da le S. ALTERNE. I nuclei vestibolari danno la terza via eccitatrice d’origine LABIRINTCA, responsabile dell’adattamento posturale e dell’equilibrio. Le afferenze vestibloari, i nuclei oculo-motori attraverso il FML rappresentano una via autonoma. Le afferenze al cervelletto sono importanti per il controllo dei movimenti oculari. Altre strutture sono: Nucleo preposto ipoglosso (NPI) che riceve afferenze dai nuclei vestibolari, dalla FR , dal cervelletto e dai nuclei oculomotori e emette efferenze alle stesse strutture, rappresenta un centro inibitore delle saccadi I collicoli superiori (meno importanti nell’uomo) ricevono informazioni dalla retina per cui coordinano i movimenti della testa con quelli degli occhi L’archeo-cervelletto riceve afferenze propriocettive, visive, vestibolari e ha afferenze coi nuclei vestibolari, il NPI, e la FR pontina paramediana; permette l’adattamento dei movimenti oculari e l’oculocefalogiria FILO-ONTOGENESI La VB e la sua evoluzione nell’uomo consta di tre processi: Frontalizzazione degli occhi Encefalizzazione del SN con formazioni di connessioni neuronali complesse Modificazione del tragitto nervoso con la formazione di un FASCIO-RETINOCORTICALE diretto e fibre decussate (decussazione nell’uomo del 50%) in modo che il sistema visivo posturale e monoculare indipendente è evoluto in sensoriale-binoculare-interdipendente Alla nascita la funzione motrice è presente: gli occhi sono in lieve divergenza, sono presenti i riflessi visivo-motori e posturali; la BINOCULARITA è assente. Nel periodo post-natale l’ENCEFALIZZAZIONE con il progressivo sviluppo dei circuiti neuronali permette l’acquisizione della sensorialità e binocularità. SEMEIOTICA DELLE PARALISI OCULOMOTRICI PERIFERICHE Il quadro clinico viene influenzato da: Epoca d’insorgenza Evoluzione della paralisi Fenomeni di adattamento L’epoca di insorgenza si divide in: periodo pre-retinico, prima ancora della differenziazione del tessuto muscolare, durante l’embriogenesi, si può avere una SINDROME FIBROTICA RESTRITTIVA; se la noxa interviene nel periodo prenatale si ha una deviazione tonica a cui segue una fibrosi del muscolo contratto per cui se l’occhio non prende la fissazione è impossibile o difficoltoso mettere in risalto la deviazione secondaria; periodo retinico: la deviazione secondaria , se la noxa agisce nel periodo neonatale, non ha la stessa intensità di quella osservabile per una paralisi più tardiva, tra 0 e 6 mesi si stabiliscono i legami binoculari per cui una paralisi del VI, nervo più vulnerabile per traumi ostetrici, può realizzare lo strabismo essenziale definito dalla SPIELMAN sindrome dello strabismo precoce; oltre i 2-3 anni la turba motoria ha le stesse caratteristiche dello strabismo paralitico dell’adulto però con possibilità di neutralizzazione più marcata Nel bambino può essere difficile stabilire la differenza tra una paralisi congenita ed una acquisita, elementi utili possono essere: Nella congenita sono da ricercare i caratteri di ereditarietà, i fenomeni di fibrosi e la deviazione secondaria poco evidente. EVOLUZIONE DELLA PARALISI MODIFICAZIONI iniziali Perdita di capacità contrattile del muscolo che si allunga Zona di equilibrio delle forze si sbilancia dalla parte opposta alla paralisi Ipertonia del muscolo antagonista La deviazione secondaria è > di quella primaria rispecchia la legge fisiologica di HERING limitazione nel campo d’azione del muscolo paralizzato e subordinata all’intensità della paralisi; dalla parte opposta il movimento può essere quasi normale con possibilità di POSIZIONE d’EQUILIBRIO in cui non c’è diplopia Fenomeno del PAST-POINTING o falsa localizzazione quando si invita il paziente a prendere un oggetto in fissazione monoculare con l’occhio interessato dalla paralisi si ha il superamento dell’oggetto L’evoluzione può essere verso la concomitanza per IPERTONIA da contrattura dell’ANTAGONISTA omolaterale, e, per stimolo innervazionale, del SINERGISTA controlaterale Il muscolo antagonista controlaterale diviene ipoattivo per : - minor stimolo innervazionale - viene frenato dalla contrattura del suo antagonista La CONCOMITANTIZZAZIONE da una parte e la comparsa di INCOMITANZE in direzione opposta per contratture che si anatomizzano (effetto BRIGLIA) rendono difficile la diagnosi di primitiva paralisi. Si può avere anche la regressione della paralisi (la velocità di rigenerazione di una fibra nervosa è di 1 mm.die per cui la durata di recupero è di circa 6 mesi) nei bambini si realizza uno scotoma con impossibilità di recupero della vergenza fusionale. Fenomeni di adattamento sono il torcicollo o la PAC. TORCICOLLO da fissazione monoculare per la ricerca della posizione di equilibrio tra muscolo paralizzato e suo antagonista per ottenere una visione stabile e centrata In fissazione binoculare: se la visione binoculare è possibile, per rifuggire dalla diplopia, si può osservare un ATTEGGIAMENTO VIZIATO del capo che in tal caso è CONFORME STRABISMO PARALITICO Esso è caratterizzato dai seguenti segni e sintomi: DIPLOPIA CONFUSIONE VERTIGINI TORCICOLLO ATTEGGIAMENTO di DIFESA (chiusura di un occhio) DEVIAZIONE oculare FALSA LOCALIZZAZIONE Si ha diplopia quando l’oggetto fissato cade su 2 punti retinici non corrispondenti per perdita di allineamento degli assi visivi; esiste anche una diplopia monoculare da cause rifrattive, da alterazioni dei mezzi diottrici (edema corneale, flogosi, midriasi), Retiniche (trombosi vena centrale) e Neurosensoriali (trattamento di CRA, encefaliti, meningiti). La diplopia binoculare scompare con l’occlusione di un occhio; può essere orizzontale omonima, crociata, concordante o paradossa (ad es. crociata nel convergente), saltuaria o costante, anche fisiologica, verticale, torsionale. La diplopia è tipica dello strab. Paralitico. Talora il paziente accusa maggiormente il sintomo di CONFUSIONE: quando la seconda immagine è distanziata. Importanti sono le caratteristiche come: Diplopia fluttuante che si accentua con l’affaticamento ci indirizza verso una diagnosi di MIASTENIA (ricerca degli anticorpi anti-recettori acetilcolina,+ solo nel 50% se miastenia oculare) Un altro problema è differenziare una diplopia insorta in uno strabismo paralitico congenito o in una eterotropia scompensata da una paralisi acquisita La diagnosi è complessa in base all’età del paziente e al periodo di comparsa della paralisi. Per valutarla: test di Hirschberg e Krimsky con i prismi. La diplopia è eccezionale nelle forme congenite di strabismo restrittivo, ma costante nelle forme acquisite; nelle forme congenite la seconda immagine viene TRASCURATA mentre nelle forme acquisite si può osservare l’inversione della diplopia. PAC E SINDROMI RESTRITTIVE CONGENITE Nella S. di Duane I la PAC non è infrequente: il capo sta ruotato verso l’occhio affetto Nella Duane II il capo è ruotato verso l’occhio sano, nella Duane III vi può essere eso o exo in PP Nella S. di Brown congenita ci può essere PAC che sta inclinata verso il lato della patologia S. RESTRITTIVE ACQUISITE Brown acqusita: per alterazione flogistica della troclea o traumatica o per eccessivo rinforzo del tendine riflesso Orbitopatia basedowiana Intervento di DR (AA consigliano BOTOX) Evy S.: nella MP con l’erniazione del bulbo dal cono il RM si disloca in basso ed il RS nasalmente: per tale motivo recentemente è stata proposta come terapia una sutura equatoriale non riassorbibile tra RS e RM che ricolloca il bulbo nel cono Fratture delle pareti orbitarie : talora in caso di evidente incarceramento una trazione muscolare stabile per 24 h può consentire un recupero La crossed fixation syndrome simula una paralisi uni o bilaterale del VI si caratterizza per : Assenza di nistagmo Raramente c’è ambliopia SINDROME da BLOCCO di NISTAGMO : è presente un nistagmo in abduzione e il fenomeno della testa di BAMBOLA e IL RIFLESSO OCULO-CEFALICO hanno alto valore diagnostico. Nelle s. restrittive si possono evidenziare: SEGNO della CORDA dovuto alla congiuntiva in tensione Test della BILANCIA o MOLLA o “RAPPEL ELASTIQUE” Schermo traslucido di SPIELMAN sotto schermo, se contrattura, l’angolo rimane invariato, se paralisi si può ridurre Nei sogg. Collaboranti per la diagnostica si usano strimenti aploscopici come il sinottoforo e sinottometro. Sono i più indicati anche per la possibile presenza di una neutralizzazione, consentono una valutazione anche quantitativa di quanto osservato con lo studio delle versioni e misurato con la stecca prismatica nella visione per lontano e per vicino anche in base all’occhio fissante. Rappresentano una evoluzione dell’aploscopio. Consentono una quantificazione in gradi o in diottrie prismatiche della deviazione OGGETTIVA (riflessi corneali) o SOGGETTIVA (percezione simultanea di immagini diverse) nelle posizioni cardinali e secondarie di sguardo; i limiti di escursione del sinottoforo +-30° in alto ed in basso, di far alzare e abbassare il supporto della mira di +- 10° e di inclinarlo a destra e a sinistra di +-20° sono notevolmente aumentati con il sinottometro. Il sinottometro consente una rappresentazione grafica che si può definire PSEUDODINAMICA con escursioni dei bracci fino a 60°per le caratteristiche degli specchietti riflettenti: la rappresentazione grafica si realizza attraverso più vettori che indicano la differenza di allineamento degli occhi nelle varie posizioni esplorate. Limiti di tali indagini sono: Artificiosa separazione del campo visivo binoculare Stimolazione dell’area centrale retinica Stimolazione della convergenza prossimale Impossibilità di valutare le caratteristiche della deviazione in relazione alla posizione del capo Consentono però anche, se in modo artificioso, una valutazione sensoriale PARALISI ACQUISITE DELL’ADULTO La diagnosi si basa sui sintomi riferiti; esiste però una diplopia simulata e psicotica. La semeiotica è oggettiva e soggettiva. Nella oggettiva troviamo: campo di sguardo monoculare: si invita il paziente a seguire una mira luminosa o una lettera che viene spostata sull’arco perimetrico osservando il riflesso corneale o la capacità di interpretazione della lettera CAMPO di SGUARDO BINOCULARE: Si basa sul principio della differenziazione cromatica ottenuta col vetro rosso . L’esame viene eseguito in una stanza semioscura ed una mira luminosa , meglio se lineare, per evidenziare la componente torsionale; la FALSA IMMAGINE, cioè quella proiettata dalla retina dell’occhio deviato sta nella direzione del campo d’azione del muscolo paralizzato Limiti: possibilità di rotazione della testa per le posizioni secondarie e terziarie (LEGGE di LISTING) TEST del VETRO di MADDOX o del CICLOFOROMETRO di FRANCESCHETTI BORSOTTI e la CROCE di MADDOX: Prevede lo studio della deviazione orizzontale con vetro di Maddox o cicloforometro posti in senso orizzontale per una immagine verticale e lo studio della deviazione verticale mediante l’osservazione dell’immagine orizzontale . Per convenzione seguendo lo schema di FRANCESCHETTI per lo studio degli squilibri verticali il vetro di MADDOX o il CICLOFOROMETRO vanno posti davanti all’occhio sinistro. Croce di Maddox: Sui bracci della croce sono riportati dei numeri (da 0 a 10 su ogni braccio) e che corrispondono ai gradi di deviazione per un esame eseguito alla distanza di 5 metri , sui bracci orizzontali è riportata una seconda scala (da 0° a 42° per ogni braccio) di numeri più piccoli per l’esame ad 1 metro. Invece di far muovere al soggetto gli occhi si fa ruotare la testa mantenendo l’occhio fissante sulla mira luminosa posta al centro della croce mentre l’altro occhio è sotto il vetro di MADDOX o il CICLOFOROMETRO TEST di HESS-LANCASTER TEST con lo SCHERMO di HESS-WEISS a FORMA SEMPLICE o a FORMA a SCELTA MULTIPLA DISTURBI DELLA MOTILITA’ DI ORIGINE CENTRALE I disturbi della motilità possono essere di origine centrale. Nella esecuzione del movimento sono importanti i centri corticali, sottocorticali e nucleari. Quando è colpito il nucleo e quindi la radice nucleare e il fascio che arriva al muscolo si parla di paralisi periferiche; un’alterazione della corteccia sta a significare una paralisi sopranucleari o dell’area sottocorticale. I movimenti oculari comprendono 6 diverse categorie: SACCADI MOVIMENTI di INSEGUIMENTO SISTEMA motorio di FISSAZIONE MOVIMENTI VESTIBOLO-OCULARI MOVIMENTI OTTICO-CINETICI VERGENZE Le saccadi sono movimenti rapidi di fissazione comprendenti movimenti volontari di fissazione, la fase rapide del Ny vestibolare e optocinetico e movimenti rapidi del sonno (REM). Sono regolati da una relazione lineare tra velocità ed ampiezza fino a un massimo di 700°/sec. Il movimento inizia per una scarica neuronale fasica ad alta frequenza detta PULSE , poi la posizione è mantenuta per una scarica neuronale tonica chiamata STEP. Il segnale PULSE è generato da neuroni eccitatori(BURST neurons) situati nella formazione reticolare paramediana del ponte(PPRF) per le saccadi orizzontali e nel nucleo interstiziale rostrale del fascicolo longitudinale mediale (riMFL) del mesencefalo per le saccadi verticali. Il segnale di posizione o STEP è creato a partire dal pulse da un network neuronale definito come INTEGRATORE NEURONALE (costituito da nucleo interstiziale di Cajal, dai nuclei vestibolari mediali e dal nucleo prepositus hypoglossi) che integra in modo matematico segnali di velocità in segnali di posizione. La corteccia cerebrale produce saccadi attraverso vie discendenti parallele che giungono ai collicoli superiori da cui dopo una decussazione si portano alle formazioni reticolari controlaterali del tronco encefalico; per cui la stimolazione dell’emisfero sinistro determina un movimento coniugato verso destra, viceversa la stimolazione dell’emisfero destro. Le saccadi possono essere: VOLONTARIE dipendono dalla corteccia frontale che si collega sia direttamente sia attraverso i gangli della base ai collicoli superiori RIFLESSE sono generate dalle aree parietali che hanno connessione diretta con i collicoli superiori I gangli della base servono ad inibire intrusioni di saccadi riflesse; il cervelletto calibra l’ampiezza (Verme dorsale e n.fatigiale) e col flocculo l’armonia PULSE-STEP. I disordini delle saccadi sono: Alterazioni della velocità per patologia del sistema oculomotore periferico, nell’oftalmoplegia internucleare e in alterazioni neurologiche centrali a carico degli emisferi, dei collicoli superiori e del tronco encefalico Alterazioni dell’accuratezza sono le DISMETRIE in eccesso ipermetrie per patologia cerebellare e tronco-encefalica I disordini di inizio delle saccadi sono presenti in patologie degenerative (PARKINSON, m. di Huntington e nell’aprassia oculomotoria caratterizzata dall’incapacità di iniziare la saccade volontaria sul piano orizzontale, che nella forma congenita comporta un’estrema deviazione da un lato con evidenti oscillazioni del capo nel tentativo di sguardo orizzontale, col tempo il disturbo tende ad attenuarsi Saccadi inappropriate sono quelle che interferiscono con la fissazione foveale per una eccessiva distraibilità(Alzheimer, Huntington, schizofrenia,lesione lobi frontali) o per INTRUSIONI SACCADICHE(square-wave jerks,ocular flutter, opsoclono) L’inseguimento (smooth pursuit)è caratterizzato da una latenza tra il movimento dell’oggetto e l’inizio del movimento è di circa 125-135 msec, la velocità è 30-60°sec per un oggetto in accelerazione e di 100°sec per un oggetto in moto continuo. Se l’oggetto supera un tale limite i pursuit sono interrotti da saccadi dette catch-up saccades (saccadi di arresto). Il sistema di fissazione consente la visione distinta di un oggetto fermo. Il sistema di controllo dei pursuit inizia dalle cellule ganglionari retiniche che attraverso il c. genicolate laterale raggiungono l’area 17 di Brodmann, da qui le arre V5 e V5a della giunzione temporo-occipitale, e quindi i nn. dorsolaterali ipsilaterali del ponte per raggiungere il flocculo ed il verme del cervelletto che integrano le informazioni visive e motorie e inviano connessioni con i nn. vestibolari mediali che funzionano come premotori connettendosi coi nn. del III, IV, VI. Le anomalie del pursuit sono: Incapacità di seguire l’oggetto in movimento per un alterato rapporto tra la velocità dell’occhio e quella dell’oggetto LOW-GAIN (Parkinson, paralisi sopranucleare progressiva, Alzheimer, schizofrenia) In soggetti con lesioni corticali posteriori si può trovare una alterazione del pursuit nella direzione del lato leso Nel Ny otticocinetico invertito Per effetto farmacologico Il sistema vestibolo-oculare genera movimenti compensatori con bassa latenza nelle brevi rotazioni del capo. Quando il movimento è prolungato subentrano gli smooth pursuit e i movimenti ottico-cinetici come supplemento del sistema vestibolare .I canali semicircolari sono sensibili alla rotazione del capo mentre utricolo e sacculo registrano la posizione. I canali semicircolari orizzontali determinano movimenti compensatori orizzontali, quelli posteriori movimenti verticali. I canali semicircolari sono connessi con i centri di sguardo orizzontale(n.VI, PPRF) controlaterali producendo un movimento coniugato lento nella direzione opposta al canale stimolato. Nel sistema otticocinetico lo stimolo visivo viene diretto al tronco encefalico integrandosi con quello labirintico a livello dei nn. Vestibolari. CONTROLLO DEI MOVIMENTI CONIUGATI Nello sguardo orizzontale è il n. VI situato nel ponte a livello del pavimento del quarto ventricolo raggiunto direttamente dai neuroni per i movimenti vestibolo-oculari e dei pursuit , mentre per le saccadi i neuroni prima contraggono rapporti con la PPRF. Il n. VI contiene 2 popolazioni di neuroni una per il RL ipsilaterale e interneuroni che attraverso il FLM arrivano ai subnuclei del RM contro laterale. L’attivazione del VI produce un movimento coniugato orizzontale in direzione ipsilaterale. Nello sguardo verticale, le saccadi verticali originano dalla corteccia frontale o dal collicolo superiore e si portano alla PPRF, da questa attraverso 2 vie separate per lo sguardo in alto o in basso al n. interstiziale rostrale del FLM del mesencefalo. Le vie responsabili dello sguardo in alto passano per la commissura e si dirigono al subnucleo dell’OI omolaterale e del RS contro laterale. Le vie per lo sguardo in basso sono anteriori rispetto alle precedenti e dal n. interstiziale del FLM si portano al subnucleo omolaterale del RI e al subnucleo controlaterale del OS. Il passaggio delle fibre nella commisura posteriore giustifica il principale coinvolgimento dello sguardo in alto nella sindrome mesencefalica posteriore. Il segnale necessario per i pursuit verticali segue il FLM. Il n. interstiziale di Cajal entra in gioco nel mantenimento dello sguardo in alto. VERGENZE Il sistema delle vergenze ha lo scopo di mantenere l’immagine sulle fovee. Gli stimoli alla vergenza sono lo sfuocamento (vergenza accomodativa) e lo sdoppiamento (vergenza fusionale). Sono movimenti lenti il cui controllo sopranucleare è poco noto vicino al n. del III che si proietta al subn. del RM e al n. del RL. Le alterazioni della vergenza può dipendere da: Difetti congeniti come alterazione della sincinesia Acc-Con-Miosi per alto rapporto AC/A Spasmo di convergenza Insufficienza di convergenza (trauma, ischemia, SM) Insuff. e paralisi di divergenza si caratterizza per una eso concomitante per lontano e ortoforia per vicino PATOLOGIA DEL SISTEMA SOPRA E INTERNUCLEARE Lesioni del bulbo: 1)S. di Wallenberg in genere per l’occlusione dell’a. vertebrale ipsilaterale , si caratterizza per: -riduzione della sensibilità termica e dolorifica del volto, S. di Horner, atassia degli arti, disartria e disfagia, ridotta sensibilità termica controlaterale -Chiedendo al paziente di guardare diritto e di chiudere gli occhi si apprezza una deviazione degli occhi verso il lato della lesione 2) Skew deviation per un disturbo dell’input prenucleare si caratterizza per: -ipotropia in tutte le posizioni o alteranante (ipo a destra nello sguardo a destra ipertropia sinistra nello sguardo asinistra) è causata da lesioni del tronco o del cervelletto e si manifesta per uno sbilanciamento dell’impulso a partenza degli otoliti Lesioni del ponte: 1)Paralisi di sguardo orizzontale ipsilaterale per lesioni del n. del VI e/o della PPRF, se lesioni bilaterali comportano una abolizione completa dello sguardo orizzontale 2)Oftalmoplegia internucleare: il FLM è una struttura importante per i movimenti coniugati situata in posizione dorsale e mediana nel tronco davanti alla sostanza grigia periacqueduttale, decorre medialmente al VI, lateralmente al IV e III e li connette tra loro e con i NN.Vestibolari. Una lesione unilaterale del FLM produce: deficit dell’adduzione (spesso ritardata ADDUCTION lag) dell’occhio ipsilaterale associato a Ny orizzontale dell’occhio adddotto, la convergenza è conservata(forma posteriore di Cogan). Una lesione bilaterale del FLM comporat deficit bilaterale di adduzione, Ny in abbduzione bilaterale, compromissione dei pursuit e dei movimenti vestibolo-oculari verticali, se exotropia in PP si ha la S. di Webino (wall-eyed bilateral internuclear ophthalmoplegia). La patogenesi principale è la SM, ma oltre i 50 anni vascolare. Si ha spesso oscillopsia e talora diplopia verticale per la skew deviation 3)S. uno e mezzo per lesioni combinate del n. VI o della PPRF e del adiacente FLM dello stesso lato per cui paralisi di sguardo ipsi e oftalmoplegia internucleare per cui rimane solo l’abduzione dell’occhio controlaterale I movimenti di abduzione sono seguiti da un ritorno verso la PP con un Ny , talora exotropia in PP Lesioni del mesencefalo: 1)S. del mesencefalo dorsale o S. di PARINAUD per lesioni della commissura posteriore si ha paralisi dello sguardo in alto, il segno di Collier(retrazione della palpebrale), alterata convergenza, Ny retrattorio con spasmo in convergenza, alterazioni pupillari con midriasi. La patogenesi è tumorale(pinealomi, germinomi, teratomi), da idrocefalo, nel neonato può osservarsi una deviazione tonica verso il basso (setting-sun sign) 2)Paralisi sopranucleare progressiva, disturbo degenerativo del SNC che si manifesta in età senile con disturbi del tono muscolare e della postura, difficoltà di deglutizione della parola e demenza Deficit di sguardo in basso soprattutto del sistema saccadico che poi si estende a tutti i movimenti oculari sia verticali che orizzontali, si ha nella fissazione l’interrzione della stessa per saccadi che inducono la deviazione degli occhi che poi riprendono la fissazione (square-wave jerks), la dd si pone col Parkinson e con l’atrofia multisistemica, fatale, in genere, entro 6 anni dall’esordio. PARALISI CENTRALI SOPRANUCLEARI: paralisi associate di lateralità e verticalità(S. Parinaud e S.Silviana) si ha assenza dei movimenti volontari e talora di convergenza, presenza dei movimenti psicoottici di fissazione,dei movimenti riflessi puri come il nistagmo rotatorio calorico ed il fenomeno del riflesso di bambola. Paralisi dissociate INTERNUCLEARI: la lesione è nel fascio longitudinale mediale si distingue una forma ANTERIORE (il retto mediale controlaterale alla lesione è impedito nella versione verso il lato leso ma funziona in convergenza, il retto esterno omolaterale alla lesione funziona: si ha diplopia venendo meno la coordinazione armonica). Nella forma POSTERIORE il muscolo retto laterale omolaterale alla lesione è impedito (le prove vestibolari dimostrano l’integrità dei nuclei oculomotori). Paralisi di CONVERGENZA : per lesione del centro mesencefalico della convergenza o dei centri corticali area 19 occipitale o area 8 frontale; se la paralisi della convergenza è solitaria la sede della lesione è mesencefalica se associata a paralisi accomodativa e pupillare la lesione è tra corteccia e centro mesencefalico, inverso dell’ARGYL ROBERTSON in cui si ha miosi alla convergenza ma non alla luce Paralisi di DIVERGENZA si ha diplopia con esotropia e cefalea , la diplopia scompare per vicino, la visione semplice da allontanamento del punto prossimo ha una estensione > di quella per avvicinamento , dd con la paralisi doppia del VI e lo spasmo di convergenza. Si può provare con prismi a base esterna. STRABISMO OBLIQUO di HERTWIG-MAGENDIE: l’occhio omolaterale alla lesione è deviato in inferoduzione quello adelfo in supraabduzione (in genere turba transitoria) DISMETRIA OCULOMOTORIA si presenta con movimenti spastici e scoordinati BRADICINESIE: sono ipertonie muscolari che si presentano con il fenomeno della ruota dentata di Negro, o con il fenomeno di pseudoSTILLWEGG o con spasmo di pseudofissazione CRISI OCULOGIRE in genere si presentano con deviazioni toniche degli occhi verso l’alto (espressione del parkinsonismo postencefalitico) OPSOCLONO tremore che precede la fissazione, in genere benigno e transitorio PARALISI PERIFERICHE Non esistono elementi per fare una diagnosi di sede, nucleare o radicolare o tronculare a meno che non ci siano associati altri segni neurologici come ad es. nelle sindromi alterne mesencefaliche e pontine in cui la paralisi oculare si associa a paralisi o perdita di sensibilità dell’emisoma contro laterale. SINDROME ALTERNA PEDUNCOLARE ANTERIORE (S.WEBER)caratterizzata da : PARALISI del III completa o incompleta omolaterale alla lesione ed EMIPLEGIA controlaterale , se intaccato il nastro di REIL( o lemnisco) si ha anche emianestesia, talora si associa una emianopsia per i rapporti tra peduncolo e bandelletta; un ascesso del lobo temporale premendo sul tronco del III e distruggendo le vie piramidali da la cd. PSEUDOWEBER. Sindrome di BENEDICT: paralisi più o meno completa del III dallo stesso lato con emianestesia controlaterale spesso associata ad ipercinesia con movimenti coreoatetosici (involontari spontanei). Sindrome del NUCLEO ROSSO : III omo e emiasinergia, emiatassia con emianestesia, per interessamento della sostanza reticolare, controlaterali. Sindrome del peduncolo cerebellare superiore o di MARIE le FOIS : III omo, dismetria e dissinergia controlaterale; se atassia ipsilaterale si ha la S. di Nothnagel. SINDROMI PONTINE Se la lesione ANTERIORE a livello della protuberanza si ha la S. di MILLARD GUBLER: paralisi del VI e VII ipsilaterale ed emiplegia contro laterale. Se LESIONE POSTERIORE-SUPERIORE si ha la SINDROME di RAYMOND CESTAN: paralisi di lateralità, in quanto sopranucleare paralisi del VI omo, e dismetria e dissinergia contro laterale. PER LESIONE POSTERIORE INFERIORE si ha paralisi del VI e VII omolaterale ed emianestesia contro laterale. SINDROMI ALTERNE SOPRANUCLEARI FOVILLE I (mesencefalica )paralisi di LATERALITA, del VII ed emiplegia tutti controlaterali FOVILLE II(pontina superiore)paralisi di LATERALITA omolaterale, paralisi VII ed emiplegia controlaterali FOVILLE III(pontina inferiore)paralisi laterale totale e del VII omolaterale, emiplegia controlaterale LESIONI DEI GANGLI DELLA BASE 1)M. di Parkinson si caratterizza per saccadi ipometropiche e con ritardo di inizio, la fissazione è interrotta da square-wave jerks, i pursuit sono disomogenei e intervallati da saccadi correttive catch up sacccades, con limitazione di sguardo verticale ma minore che nella PSP 2) M. di Huntington da alterazioni dei movimenti volontari in particolare delle saccadi che hanno > latenza e < velocità. La rotazione dell capo può essere necessaria per avviare il movimento oculare LESIONI EMISFERICHE Si caratterizzano per una deviazione coniugata verso il lato leso, la stimolazione vestibolare è in grado di produrre una escursione motoria completa in senso orizzontale.Le saccadi verticali possono essere dismetriche e con direzione obliqua. Se la lesione è di entrambi gli emisferi danno il quadro dell’aprassia oculomotoria acquisita con assenza dei movimenti volontari ma presenza di quelli riflessi in particolari ottenuti con i movimenti del capo. NERVO OCULOMOTORE