MEMORIA DIDASCALIA IMMAGINI SISTEMA NERVOSO

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MEMORIA DIDASCALIA IMMAGINI SISTEMA NERVOSO La MEMORIA è la funzione che permette di conservare e richiamare esperienze e informazioni acquisite dall’ambiente esterno o derivate dal pensiero e dalle emozioni. La sua sede è il Cervello e precisamente la Corteccia Cerebrale. Vediamo qualche cenno di anatomia del sistema Nervoso per capire come entrano le informazioni, come vengono conservate e come vengono rievocate. 1 – ENCEFALO. Ha una forma ovoidale. E’ racchiuso nella scatola cranica ed è formato da due emisferi, dx e sx che sono uniti da un ponte al centro. Si vedono le circonvoluzioni cerebrali, cioè dei solchi che servono per aumentare la superficie cerebrale. Anteriormente c’è il polo frontale e posteriormente quello occipitale. 2 – MIDOLLO SPINALE. E’ un cordone bianco, percorso da fibre nervose, che passa all’interno del canale vertebrale partendo dall’encefalo, per arrivare al coccige. Lungo il percorso escono i nervi, formati da fasci di fibre nervose, che si distribuiscono come i rami di un albero, in tutto il corpo: alla pelle, ai muscoli delle braccia, delle gambe. Dal dorso passano poi davanti al torace. 3 – Intorno all’encefalo e al midollo c’è il LIQUOR, un liquido che fa da cuscinetto per attutire eventuali colpi. 4 – ENCEFALO suddiviso nei due emisferi, di cui si vede la parte interna e quella esterna: ‐
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AREA SENSITIVA formata da cellule che ricevono le sensazioni tattili AREA VISIVA che riceve le sensazioni visive AREA UDITIVA AREA OLFATTIVA AREA MOTORIA formata da cellule da cui parte l’impulso per il movimento. LOBO FRONTALE è la sede del pensiero e della intelligenza. Infatti nell’uomo è molto sviluppato. Negli animali è solo accennato, mentre è più sviluppato l’istinto. Tutte queste aree sono in comunicazione fra di loro. Questo serve per avere il controllo dell’ambiente esterno. Es.: se voglio attraversare la strada guardo che non passino le macchine. Quindi, l’area visiva che riceve l’informazione passa il messaggio all’area motoria, da cui partira’ l’impulso alle gambe perché si muovano per attraversare. Non prima di aver confrontato questa esperienza con un’ esperienza simile immagazzinata in precedenza nella memoria. Ecco perché il bambino attraversa senza guardare: non ha esperienze nella memoria a cui riferirsi. 5 – CELLULA MOTORIA che riceve le informazioni da tante altre cellule, non solo quelle visive, ma anche uditive, olfattive: il rumore delle macchine in transito aiuta se c’e buio, l’odore del gas del tubo di scappamento pure. Questa cellula è in comunicazione anche con il lobo frontale, sede della intelligenza, che elabora tutte queste sensazioni e alla fine manda fuori un messaggio attraverso il nervo che è il risultato finale di tutti gli stimoli ricevuti. 6 – Alla CELLULA MOTORIA arrivano sia impulsi eccitatori che impulsi inibitori. Il risultato finale è la somma e la sottrazione dei vari impulsi. 7 – SCHEMA DELLE VIE SENSITIVE. Il nervo sensitivo raccoglie stimoli dall’esterno, per esempio, tramite i polpastrelli delle dita sente il calore oppure il dolore se schiaccio il dito nella porta. E ancora tramite la sensibilità tattile colgo la differenza tra il legno e il ferro. Gli stimoli raccolti con il tatto, tramite le fibre sensitive salgono verso l’alto per raggiungere l’encefalo in zone specifiche. 8 – anche la RAPPRESENTAZIONE DELLE AREE MOTORIE SULLA CORTECCIA è molto precisa e proporzionale alla quantità di movimenti che i muscoli del distretto interessato compiono: il viso e la mano occupano molto spazio, perché compiono movimenti molto complessi. Il braccio, il tronco e il piede meno. 9 – DECORSO DEL MIDOLLO SPINALE visto di profilo, con l’uscita dei nervi a livello degli spazi intervertebrali. 10 – MIDOLLO SPINALE da cui fuoriescono i nervi. Ciascun nervo risulta dalla unione di una radice motoria, anteriore, e di una radice sensitiva, posteriore. 11 – MEMORIA. “LA CASCATA MNEMONICA” LA MEMORIA La Memoria è la funzione che permette di conservare e richiamare esperienze e informazioni acquisite dall’ambiente esterno o derivate dal pensiero e dalle emozioni. La sua sede è il Cervello e precisamente la corteccia cerebrale, dove si trovano: Aree Sensitive, Aree Motorie e Aree con funzioni Superiori. ‐
AREE SENSITIVE: ricevono stimolazioni esterne le quali, una volta raccolte dagli organi di senso, vista, udito, odorato, gusto, tatto, giungono nell’area tramite i nervi sensitivi. Qui vengono tradotte in sensazioni ed elaborate dal cervello. Da questa elaborazione avrà luogo una risposta che partirà dall’AREA MOTORIA per raggiungere la periferia tramite i nervi motori. Facciamo un esempio: se devo attraversare la strada, prima guardo che non passino macchine. Che cosa succede nel mio cervello? Tramite il nervo ottico, dall’occhio arriva all’area visiva del cervello l’informazione che non ci sono macchine per strada. Questa sensazione, elaborata dal pensiero, manda impulsi all’area motoria perché invii alla periferia messaggi motori, e io attraverso. Anche l’area uditiva è in comunicazione con l’area motoria: se percepisco il rumore del motore della macchina, anche se non l’ho vista, perché è buio o c’è la nebbia, io mi fermo, non attraverso. Tuttavia nel cervello vi sono altre aree ad attività molto complessa che sono alla base di funzioni di grado più elevato, fino alle attività psico‐intellettive rappresentate dalla memoria, dal raziocinio, dall’apprendimento e dalla capacità di pensiero. Buona parte di queste funzioni sono localizzate nel lobo frontale del cervello dell’uomo. Lo sviluppo di questo lobo è avvenuto in epoca relativamente recente in senso filogenetico (solo qualche milione di anni fa), mentre negli animali il lobo frontale è praticamente inesistente, solo un poco sviluppato nelle scimmie. Tuttavia gli animali sono dotati di istinto più che di raziocinio e la loro funzione fondamentale è quella olfattiva (non a caso vengono usati i cani nella attività antidroga dalla guardia di finanza). Certamente, assai complessi sono i rapporti tra le varie strutture cerebrali e l’attività psichica, in quanto questa è la risultante di meccanismi che utilizzano le sensazioni provenienti dal mondo esterno e i prodotti del mondo interiore. La elaborazione mediante il pensiero dà luogo a concetti che sono appunto l’espressione dell’attività psichica. L’intelligenza umana non consiste soltanto in un accrescimento quantitativo di conoscenze, ma anche nella rielaborazione delle informazioni che utilizzano i frutti dell’esperienza individuale e delle cognizioni acquisite. In realtà, sin dalla nascita noi abbiamo già alcune conoscenze (il neonato è già in grado di succhiare il seno materno, senza che nessuno glielo abbia insegnato, sa che deve piangere per esprimere i suoi bisogni), e con il crescere dell’età il meccanismo del pensiero si ordina, si consolida, per cui il patrimonio mentale continua ad arricchirsi. Il materiale elaborato dai centri superiori è costituito dalle sensazioni provenienti dall’esterno, che ad ogni istante li raggiungono, anche se moltissime altre non raggiungeranno la soglia della coscienza, oppure non verranno utilizzate. Queste sensazioni saranno integrate dalle sensazioni precedenti, registrate come ricordi, mediante un processo psichico che consiste nella PERCEZIONE. Aggiungendo alla sensazione i ricordi, i giudizi, le associazioni, posso dare alla sensazione un significato più o meno ampio. L’utilizzo della Percezione è agevolato dalla ATTENZIONE, cioè da una particolare tensione mentale volta ad un preciso scopo, per cui alcune percezioni, immagini, idee, risaltano su altre che vengono magari ignorate. Gli stimoli che provengono dall’esterno non sono tutti uguali: la nostra mente esercita una attività discriminante su di loro. Essi vengono filtrati e alcuni allontanati dal campo percettivo, perché non compresi, mentre altri verranno recepiti. Infine, le percezioni possono lasciare nella psiche tracce più o meno tenaci, che possono essere rievocate, riconosciute e anche rielaborate nel complesso meccanismo della memoria. Poiché la memoria è un meccanismo che inizia con la conservazione di esperienze derivate dall’ambiente, appare evidente che queste devono essere acquisite mediane l’apprendimento, attraverso il quale l’individuo interiorizza dati ed esperienze che derivano dal mondo esterno ed interno. Se non vi è apprendimento, la memoria rimane solo potenziale, poichè la capacità di ricordare è un processo di immagazzinamento delle informazioni che vengono apprese. Questo può verificarsi in circostanze assai varie, sia dal punto di vista temporale che dal punto di vista delle modalità di assunzione delle esperienze. Vi sono infatti esperienze che risalgono a pochi secondi prima ed esperienze che risalgono a molti anni prima; esperienze che possono avere durata breve o lunghissima, che possono aver coinvolto tutti gli organi di senso o uno soltanto, essere associate ad estese emozioni o essere prive di qualsiasi contenuto affettivo ed infine essere determinate o meno da attenzione. L’attenzione rafforza l’apprendimento che sta alla base della memoria. La memoria non è però un processo unitario, ma presenta diversi tipi e fasi a seconda della natura delle informazioni accumulate e della loro durata. Essa è un fenomeno multidimensionale che difficilmente può essere costretto in una rigida classificazione, ma che è opportuno esaminare nelle sue molteplici sfaccettature, con semplici intenti descrittivi. A seconda delle modalità di assunzione delle esperienze vi è: ‐
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MEMORIA VERBALE, che serve per imparare numeri telefonici, nomi, parole. MEMORIA VISIVA, che serve per imparare i percorsi, i disegni, le fisionomie. MEMORIA UDITIVA, che serve per imparare la musica, le canzoni. Dal punto di vista temporale c’è: ‐
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MEMORIA A BREVE TERMINE, che è la capacità di ripetere informazioni appena raccolte (nomi, numeri, percorsi), ma si tratta di una memoria molto labile, in quanto, trascorso un breve intervallo, il dato, se non viene archiviato può essere dimenticato. MEMORIA A LUNGO TERMINE, che è invece una traccia mnemonica stabile che può essere rievocata anche dopo parecchio tempo dalla prima esposizione. Questa traccia depositata in un magazzino permanente a capacità illimitata può essere rievocata anche a distanza di molto tempo. I fenomeni della memoria comportano: una fase di registrazione, di conservazione e di rievocazione dei dati relativi alla realtà percepita: Lo stimolo, dopo essere stato registrato, viene conservato per circa 30” nella MEMORIA a Breve Termine. Dopo aver confrontato questi dati con le informazioni precedentemente memorizzate (associazione), li possiamo depositare in un magazzino permanente a capacità illimitata, MEMORIA a lungo termine, in cui la traccia mnesica è stabile, consolidata, così da poterla rievocare anche dopo parecchio tempo dalla prima esposizione. La Memoria a lungo Termine contiene informazioni di antica archiviazione, come i ricordi dell’infanzia. I ricordi personali si cancellano procedendo a ritroso verso il passato: quelli dell’infanzia scompaiono per ultimi. Nell’ambito della Memoria a Lungo Termine c’è anche la capacità di imparare delle procedure, anche senza la piena consapevolezza di farlo, come camminare, guidare, ballare. o la capacità di ricordare degli episodi, dei films visti tempo prima, il programma di un concerto. La Memoria è certamente un fenomeno assai complesso che si sviluppa attraverso diverse tappe: dalla scelta delle informazioni alla loro registrazione e alla fissazione e archiviazione dei dati registrati e infine alla rievocazione del materiale archiviato. Noi veniamo a contatto continuativamente con infiniti stimoli, che però filtriamo. Alcuni, considerati la ripetizione di vecchi stimoli, hanno una funzione di rinforzo su dati già memorizzati. Altri, che consideriamo irrilevanti, non raggiungono la soglia di registrazione. Altri ancora li eliminiamo perché non li comprendiamo. La natura delle tracce mnemoniche sembra legata ad un cambiamento biochimico a livello dei neuroni, consistente in una modificazione di proteine preesistenti: è nelle sinapsi che avviene la modificazione delle proteine. Ed è qui che vengono rilasciati i diversi tipi di neurotrasmettitori dalle vescicole, con lo scopo di facilitare la trasmissione di informazioni da un neurone all’altro. La durata della memoria è legata principalmente al mantenimento, da parte delle cellule nervose, di modificazioni alle quali sono andate incontro. Ma poiché i neuroni sono cellule perenni e non possono essere sostituite, da un lato le informazioni possono persistere come memoria immagazzinata per tutta la vita, mentre dall’altro lato, la capacità funzionale dei neuroni declina per usura o per danneggiamento in modo definitivo e senza possibilità di recupero. La MEMORIA quindi non è una semplice archiviazione dei dati, una specie di Computer, ma è una attività altamente creativa, fatta di procedure che continuamente ricategorizzano le informazioni e rielaborano i ricordi. La conoscenza dell’uomo è una meravigliosa avventura, ma c’è da chiedersi fino a che punto il Cervello Umano riuscirà a conoscere il Cervello Umano. DEFICIT DELLA MEMORIA E’ presente in una elevata percentuale della popolazione anziana, senza che ciò sia da considerarsi un evento patologico. L’utilizzo frequente della memoria, ne rafforza la struttura: ‐
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SOCIALIZZAZIONE. Non chiudersi in se stessi ma confrontarsi con gli altri, magari sui fatti del momento. La persona che non parla con la gente, perde la capacità di dialogare e diventa dogmatico, conservatorista, intransigente, modifica anche i suoi ricordi, pur di avere sempre ragione. L’AFFETTIVITA’. Raccontare ai nipoti la storia della propria vita, le esperienze lavorative, il passato come ricordo e patrimonio, aiuta a mantenere vivi i ricordi e avvicina sentimentalmente le persone. Evitare la RIELABORAZIONE continua delle proprie esperienze negative, che producono reazioni emotive, come, i sensi di colpa, l’autocommiserazione, i rimorsi, oppure l’invidia, il sospetto, l’astio nei confronti degli altri. LA LETTURA, di un libro, del giornale, rileggendo quando si perde il filo o quando l’argomento è complesso. La visione di un film, sforzandosi di prestare attenzione. Utile raccontarlo poi a qualcuno. Talvolta la perdita della memoria, è causata dalla perdita della mielina di alcune fibre nervose che provoca la dispersione dell’impulso prima che questo giunga a destinazione. L’impulso è di tipo elettrico e i fili conduttori devono essere isolati perché l’impulso giunga a destinazione: l’isolamento di elezione è in questo caso la GUAINA MIELINICA. Senza parlare delle malattie vere e proprie che provocano questo evento, ci sono fattori scatenanti che noi possiamo controllare: es. una alimentazione ricca di grassi o di proteine, oppure l’eccesso di alcool, aumentano la produzione di radicali liberi, i quali hanno una attività tossica sulla mielina, che può essere contrastata dalla azione svolta dalle vitamine contenute nella frutta e nella verdura. Bere tanta acqua aiuta a depurare l’organismo da queste sostanze tossiche, impedendo che provochino danni. L’attenzione e la concentrazione sono condizioni necessarie per attivare i meccanismi cerebrali della memoria. Per questo sono importanti le condizioni ambientali in cui si apprende e il tempo che a questa attività si dedica: sarà più difficile ricordare cose lette in fretta, magari in un ambiente rumoroso. Il FOSFORO è considerato il Minerale della memoria, per eccellenza. Il suo nome deriva dal fatto che quando è stato scoperto si presentava come un materiale di colore bianco, luminescente al buio, fosforescente, da cui il nome, Fosforo. E’ presente in tutti i tessuti (ossa, denti), ma soprattutto nelle cellule nervose, dove viene utilizzato per la trasmissione degli impulsi nervosi tra una cellula e l’altra. Alimenti ricchi di fosforo sono: pesce, cereali, verdure, latte, legumi. Esistono in commercio anche degli integratori a base di fosforo: Acutil‐fosforo, Memoril‐
fosforo. 
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