ESPERIMENTO DI THOMSON O DELLA MISURA DELLA CARICA SPECIFICA FOGLIO DI LAVORO Introduzione: Dice Confucio: “Studiare senza riflettere è vano, riflettere senza studiare è pericoloso!” Per cui abbi sempre attenzione per quello che operi, mantenendo una grande curiosità e pazienza e ricercando consapevolezza!!! Inoltre sii attento!!! Sei pur sempre in un laboratorio che può essere pericoloso! Questo foglio di lavoro va letto integralmente prima di iniziare e quindi va seguito con fiducia e con scrupolo. L’esperimento di Thomson così come te lo proponiamo ti stimolerà alla “progettazione” e alla pianificazione in quanto può essere eseguito in diversi modi! Richiami di teoria Nel 1886 il fisico tedesco Goldstein e i fisici inglesi Crookes e Thomson effettuarono esperimenti sui gas rarefatti (elio, neon, ecc.) chiusi all’interno di tubi di vetro. All’interno dei tubi e alle estremità erano presenti due elettrodi metallici collegati ad un generatore di tensione: quindi un elettrodo si caricava di potenziale negativo (catodo) e l’altro di potenziale positivo (anodo). Il tubo veniva opportunamente collegato ad una pompa a vuoto in grado di aspirare il gas: diminuendo la pressione interna si producevano dapprima delle scariche elettriche irregolari. Se la d.d.p. raggiungeva 10000 volt e la pressione si abbassava a 10-6 atm (gas estremamente rarefatto), compariva una debole fluorescenza verdastra al catodo formata da radiazioni che dal catodo si dirigevano verso l’anodo. Tali radiazioni furono chiamate da Goldstein raggi catodici. Thomson effettuò ulteriori esperimenti sui raggi catodici arrivando a nuove conclusioni: I raggi catodici erano costituiti da particelle di carica negativa in quanto, sotto l’azione di un campo elettrico trasversale alla direzione dei raggi, venivano deviati verso il polo positivo. I raggi catodici non potevano attraversare la materia in quanto una croce di Malta posta sul loro percorso, ne bloccava il flusso, proiettando l’ombra sul fondo del tubo. I raggi catodici erano costituiti da particelle dotate di massa e in grado di trasferire energia cinetica in quanto un mulinello a pale posto lungo il loro percorso veniva messo in movimento da essi. I raggi catodici erano presenti negli atomi di tutti gli elementi in quanto non cambiavano le loro caratteristiche anche variando il metallo che costituiva il catodo e il tipo di gas. Nel 1897 Thomson assegnò ai raggi catodici il nome di elettroni e ne determinò il rapporto carica/massa; nel 1908 Robert Millikan determinò la carica dell’elettrone ( = - 1,6·10-19C). La massa dell’elettrone era uguale a 9,11·1031 kg. Ricorda come si forma il campo magnetico B. Il filo azzurro dell’immagini è un filo percorso da corrente. Descrizione intuitiva dell’apparato Osserva l’apparato e descrivi ciò che vedi tentando di relazionare gli “oggetti” ai parametri e/o alle variabili che trovi nella trattazione teorica. Per esempio: qual è la direzione reale del campo magnetico B, con quale manopola si varia l’intensità del campo elettrico e magnetico ecc… Perché ti faccio fare questa attività alla cieca? Se un fisico dovesse approcciare la verificare sperimentale di una teoria dovrebbe: decidere, scegliere, progettare, modificare un apparato utile ad effettuare tale verifica, molte volte con pochi “punti di riferimento.” Non potendo ovviamente eseguire una tale processo lungo e impegnativo lo surroghiamo con questa specie di gioco intuitivo!!! Assemblaggio dell’apparato con lettura dei manuali dell’apparato Chiedi il manuale, leggetelo, eventualmente suddividendolo in parti assegnate a ciascuno del gruppo e quindi confrontatevi capendo il funzionamento generale dell’apparato. Verificate se avevate intuito correttamente il funzionamento e la relazione tra l’apparato e le variabili e i parametri di cui sopra. Individuate gli strumenti di misura a vostra disposizione Accensione dell’apparato e prime prove generiche Prima di accendere l’apparato chiama il docente che verificherà come tutto sia collegato correttamente. Dopo l’accensione sulla scorta delle idee che ti sei costruito verifica come ogni parametro determina un output diverso, per esempio: cosa osservi se poni il campo magnetico pari a zero? Cosa osservi aumentando il campo magnetico? Cosa osservi se ponendo il campo magnetico pari a zero, fai crescere il lentamente il potenziale elettrico U? Sai giustificare quello che osservi. Ovviamente puoi eseguire tutte le prove che ritieni opportune: potresti per esempio proporne di usare un magnete esterno: cosa ti aspetti di osservare? Descrizione ed esecuzione della misura Ora che conosci bene la teoria e l’apparato formula una ipotesi di misura. Ovviamente il tuo obiettivo è ottenere la misura di e/m. Ricorda che la misura più semplice è quella che ti porta ad una diretta proporzionalità tra due grandezze misurate. Sottoponi e discutila con il docente la tua proposta di misura. Definisci la struttura di una tabella che riempirai con la misura. Esegui la misure descrivendo con attenzioni la successione delle operazioni concrete che attui. Osserva quali possono essere le sorgenti di errore di questa misura, e prova a quantificarle secondo le tue conoscenze pregresse. Analisi Risultati e Conclusioni Riporta direttamente la misura su un foglio excel. Sfruttando le potenzialità di Excel esegui l’analisi opportuna che in genere è una retta dei minimi quadrati. Cosa puoi concludere?