PM50 LE ANOMALIE CORONARICHE: RUOLO DELL’IMAGING Elisabetta Bordoni1, Ketty Savino1, Claudio Giombolini2, Michele Duranti3, Giuseppe Ambrosio1 1 S.C. Cardiologia e Fisiopatologia Cardiovascolare, 2S.C. Cardiologia, 3S.C. Radiologia, Perugia Introduzione: Le anomalie delle arterie coronarie rappresentano un’entità clinica rara a presentazione proteiforme. Alcune forme sono del tutto asintomatiche e vengono diagnosticate incidentalmente durante uno studio coronarografico. Le anomalie coronariche maggiori (MCA), al contrario, possono presentarsi con quadri clinici severi quali lo scompenso cardiaco congestizio, l’ischemia miocardica o la morte cardiaca improvvisa. Per uno studio accurato di tali patologie l’angiografia coronarica è un indagine cardine, mentre la risonanza magnetica cardiaca (CMR) e la tomografia computerizzata (CT) rappresentano le tecniche gold standard. L’ecocardiografia, per la sua larga disponibilità e non invasività, rappresenta un esame diagnostico di prima linea nello screening delle MCA. Alcuni studi, infatti, hanno dimostrato come le apparecchiature full digital in seconda armonica, siano tecniche accurate nell’identificare l’origine delle coronarie nel 90% della popolazione adulta e nel 98% della popolazione pediatrica ad un esame ecocardiografico transtoracico di controllo. Caso clinico: Uomo di 60 anni che si presenta per dispnea ingravescente per minimi sforzi ed incremento degli edemi declivi. L’esame obiettivo rilevava segni di congestione venosa sistemica. L’ecocardiogramma ha messo in evidenza dilatazione delle sezioni destre, seno coronarico dilatato con flusso turbolento al suo interno. L’origine del tronco comune era dilatata con flusso turbolento comunicante con pluricavità che circondavano l’atrio sinistro e la porzione postero-inferiore del ventricolo sinistro. La coronarografia mostrava la presenza di un voluminoso aneurisma cirsoide della coronaria sinistra drenante in atrio destro. L’esame TC ha definito i rapporti anatomici descrivendo una coronaria sinistra con origine dilatata e tortuosa dalla quale origina un’arteria discendente anteriore di calibro e decorso normali e un’arteria circonflessa aneurismatica, a decorso tortuoso, che fistolizzava con il seno coronarico sboccando in atrio destro. Discussione: La fistola coronarica (CAF) è una comunicazione anomala tra un’arteria coronaria e una camera cardiaca o un grande vaso. L’incidenza totale delle CAF, seppur difficile da determinare perché rare e spesso di piccole dimensioni, è stimata dello 0,002%. La dilatazione coronarica è tanto più significativa quanto più grandi sono le dimensioni della fistola e questi dati vengono accuratamente definiti dalla CRM o dalla CT. Conclusioni: L’ecocardiografia transtoracica rappresenta una modalità di imaging potenzialmente utile per lo screening delle MCA specialmente nella popolazione pediatrica e nei giovani adulti. Nelle CAF il sito d’ingresso dello shunt è caratterizzato da continua turbolenza del flusso sistolico e diastolico. Quando si identifica una CAF può essere subito individuato il vaso afferente che appare dilatato e con flusso anormale.Di fronte al sospetto di una MCA, l’esame ecocardiografico deve essere sistematicamente completato dall’angiografia coronarica per definire la diagnosi e dalla CMR o CT per studiare i dettagli anatomici dei vasi e orientare verso la più appropriata terapia chirurgica.