Elegia, 1969 Calco in gesso con frammento di specchio, base bianca opaca 15 x 15 x 11 cm, base 100 x 50 x 50 cm Es. 1/3: Collezione Paul Maenz, Berlino (dal 1998 al 2005 in deposito presso il Neues Museum, Weimar) Es. 2/3: Fondazione Giulio e Anna Paolini, Torino Es. 3/3 [a]: Attualmente disperso Es. 3/3 [b]: Collezione Annemarie e Gianfranco Verna, Zurigo L’opera è stata realizzata in tre esemplari numerati: l’attuale esemplare 3/3 [b] è stato realizzato in occasione della mostra personale a Zurigo nel 1973, dopo che l’originario esemplare 3/3 [a], acquistato da Michelangelo Pistoletto, era andato disperso durante l’allestimento della Documenta 5 a Kassel nel 1972. In questa prima utilizzazione di un calco in gesso, Paolini ha incastonato un frammento di specchio nell’occhio destro del David di Michelangelo, in corrispondenza della pupilla. “Elegia vuole essere la trasfigurazione oggettuale di un fenomeno, il vedere, che rifiuta l’oggettivazione: il calco dell’occhio è di gesso e la pupilla è di specchio, diventa cioè copia e simulacro di un fenomeno 1 che è al di fuori dell’oggetto” . Alla Biennale di Venezia del 1970 Paolini ha allestito l’opera in maniera isolata all’interno di un ampio spazio vuoto aperto ai quattro angoli, fatto costruire nella sala del Padiglione centrale a lui dedicata. In un primo tempo aveva previsto una presentazione antologica del proprio lavoro, abbandonata però all’ultimo momento a favore dell’esposizione esclusiva di Elegia, che concettualmente “costituiva lo ‘sguardo’ ultimo e definitivo 2 su tutte le opere che l’avevano preceduta” . 1 L’artista in G. Celant, Giulio Paolini, Sonnabend Press, New York 1972, p. 84 (ripubblicato in Giulio Paolini 1960-1972, a cura di G. Celant, Fondazione Prada, Milano 2003, p. 282). 2 L’artista in conversazione con M. Disch, gennaio 2003. Esposizioni e bibliografia cfr. M. Disch, Giulio Paolini. Catalogo ragionato 1960-1999, Skira editore, Milano 2008, vol. 2, pp. 920-922, cat. n. 196. © Maddalena Disch