L'atomica e il nazismo MillenovecentO - Mensile di Storia Contemporanea Un grande pericolo VICINISSIMI ALLA BOMBA Gli scienziati di Hitler, tra i quali diversi erano di origine ebraica, in qualche maniera tollerati nei lavoratori di ricerca, erano in netto vantaggio nelle ricerche nucleari rispetto ai loro colleghi delle altre nazioni. Le prime vittorie dell'esercito tedesco, inoltre fornirono le materie prime necessarie per la costruzione di un esemplare a uso bellico. Ma, sia pure con molta circospezione, a sabotare l'intero progetto e a fare uscire notizie utili per gli alleati furono spesso proprio i responsabili scientifici di Francesco Marinnelli I primi trent'anni del novecento furono un periodo rivoluzionario per la storia della scienza e della fisica in particolare. La Germania fu uno dei centri più fecondi di quella che il fisico atomico Ernst Rutherford definì: «L'età eroica della fisica». L'inizio di questa rivoluzione e della fisica moderna fu la teoria dei quanti presentata da Max Planck a Berlino il 14 dicembre 1900, cui seguirono una serie di straordinarie scoperte compiute da grandi scienziati tra cui la teoria della relatività di Einstein, i modelli atomici di Rutherford e di Bohr e il principio di indeterminazione di Heisenberg: eventi che segnarono i «trent'anni che sconvolsero la fisica». In un clima di enorme collaborazione e di intensi scambi internazionali, che portarono gli scienziati a incontrarsi in ogni parte del globo, nacque quella che venne definita «la grande famiglia internazionale dei fisici», che si riunì al completo in uno storico congresso a Solvay del 1927. La scuola tedesca, con i suoi 25 premi Nobel per la fisica e per la chimica vinti in pochi anni, rappresentò uno dei maggiori punti di riferimento nel panorama scientifico internazionale, ma nubi oscure si addensavano sul futuro della Germania e dei suoi scienziati. IL 7 APRILE 1933 ADOLF HITLER, da poco salito al potere emanò il decreto di estromissione da ogni incarico statale per le persone di discendenza «non ariana»: ciò comportò l'allontanamento dalle università tedesche di molti grandissimi scienziati, in primis Albert Einstein. Di fronte a una tale epurazione di massa, alcuni grandi fisici non colpiti dal decreto cercarono di opporsi ai licenziamenti e all'inquadramento ideologico dell'università difendendo pubblicamente i colleghi ebrei. Fra questi pochi c'erano Max von Laue, Werner Heisenberg, Otto Hahn (che in seguito diverranno protagonisti nel progetto atomico tedesco) e Max Planck, che si recò persino dal Fùhrer per ricondurlo alla ragione, ma fu allontanato da un Hitler in preda a una crisi isterica. Tutti i tentativi fallirono e gli scienziati ebrei abbandonarono le università tedesche trovando in molti rifugio all'estero. Werner Heisenberg divenne il maggiore bersaglio di una campagna pubblica da parte di alcuni fisici cosiddetti ariani e degli organi di stampa del partito nazista e delle Ss. Heisenberg venne definito «spirito dello spirito di Einstein», fu accusato inoltre di comportamenti apertamente contrari al nazionalsocialismo e di non avere firmato nel 1934 una petizione dei premi Nobel tedeschi a favore di Hitler. Il mensile delle Ss Das schwarze Korps scrisse di lui il 15 luglio 1937 definendolo «ebreo bianco»: «Heisenberg è solo un esempio di altri che pensano come lui. Tutti quanti sono rappresentanti dell'ebraismo nella vita spirituale tedesca, che devono scomparire come gli ebrei stessi». Si aprì un'indagine durante la quale il fisico fu sottoposto per mesi a duri interrogatori nella famigerata sede della Gestapo della Prinz Albert Strasse numero 8 di Berlino e infine, grazie ad alcuni influenti appoggi, venne scagionato con la classificazione di scienziato apolitico. In una lettera alla madre del novembre 1937 Heisenberg espresse la sua angosciosa situazione: «Vorrei che nel prossimo anno fossero infine spazzate via queste cose orribili, poiché per quanto io sia riluttante ad ammetterlo, una lotta del genere avvelena tutti i pensieri, e l'odio per questi individui fondamentalmente malati che ci tormentano finisce col corroderci l'anima». NEL DICEMBRE 1938 LE RICERCHE sul nucleo dell'atomo portarono a una scoperta di straordinaria importanza, che sollevò enorme scalpore in tutto il mondo scientifico: il chimico tedesco Otto Hahn aveva individuato nel suo laboratorio di Berlino la prima fissione nucleare, ottenuta rompendo il nucleo dell'atomo di uranio e aprendo di fatto la strada alla possibilità di costruire una bomba atomica. Hahn e i suoi collaboratori osservarono che un nucleo di uranio colpito da un neutrone si divide in due rilasciando una quantità di energia di 25 mega elettronvolt, capace di spostare con un solo atomo un granello di sabbia. L'entità della scoperta di Hahn è di grande rilevanza tenendo conto che in un solo grammo di uranio sono si può trovare fino a 25.000.000.000.000.000.000.000 atomi. Pochi mesi dopo, nell'estate del 1939, con la seconda guerra mondiale ormai alle porte, Heisenberg ottenne il permesso di effettuare un ultimo viaggio negli Usa per una serie di conferenze dove incontrò molti colleghi e, in particolare, Enrico Fermi, da poco emigrato negli Stati Uniti. Il fisico italiano tentò insistentemente di convincere Heisenberg, ritenuto uno dei maggiori fisici viventi, a trasferirsi negli Usa accettando le numerose offerte delle università statunitensi, per collaborare alle ricerche nucleari e alle loro applicazioni, ma Heisenberg dopo avere salutato amici e colleghi si imbarcò sul transatlantico Europa, semideserto, con rotta verso la Germania. Pochi giorni dopo il suo ritorno scoppiò la seconda guerra mondiale; rimane sull'argomento un quesito ancora aperto per gli studiosi, cioè perché Heisenberg nel 1939 decise di tornare nella Germania nazista. Nel settembre 1939, pochi giorni dopo lo scoppio della guerra, il consiglio per la ricerca del Reich e l'ufficio armamenti dell'esercito vennero informati contemporaneamente da alcuni fisici sperimentali delle enormi potenzialità dell'energia atomica. L'esercito prese il controllo delle ricerche incaricando l'esperto di fisica nucleare ed esplosivi dell'ufficio armamenti, Kurt Diebner, di esaminare tutte le possibili applicazioni belliche dell'energia nucleare. Diebner e il suo collaboratore Erich Bagge erano autorizzati a convocare qualsiasi cittadino tedesco utile allo sviluppo del progetto. Furono convocate due riunioni segrete a Berlino (il 16 e il 26 settembre) riservate a un ristretto gruppo di scienziati, la maggior parte dei quali si presentò all'incontro con l'equipaggiamento da campo convinta si trattasse di una chiamata per il fronte. Fu Bagge, alla luce delle difficoltà emerse nella prima riunione, a richiedere la presenza di Heisenberg, Hahn e altri scienziati illustri per la seconda riunione. Al termine di questi incontri nacque in Germania il primo progetto militare per lo sfruttamento dell'energia nucleare del mondo. L'avveniristico istituto di fisica di Berlino fu requisito dall'esercito e Diebner ne assunse la direzione coordinando il lavoro di altri importanti istituti tedeschi associati al progetto. La Germania controllava inoltre il più grande giacimento di uranio allora conosciuto, situato a Joachimsthal, nella Cecoslovacchia occupata. Heisenberg stilò due relazioni segrete riguardanti lo sfruttamento della fissione nucleare, che lo rivelarono immediatamente come il più competente sull'argomento in Germania. Le conquiste della guerra lampo fornirono agli scienziati tedeschi nuovi importanti elementi per le ricerche atomiche: tutte le riserve di uranio provenenti dalle miniere del Congo belga che si trovavano in Belgio, i laboratori parigini dove era in costruzione un ciclotrone e l'unico stabilimento per la produzione di acqua pesante del mondo nella cittadina norvegese di Vemork. Parallelamente proseguivano gli studi teorici, che portarono già nel 1940 Cari Friedrich von Weizsàcker, allievo e amico di Werner Heisenberg, all'individuazione di un nuovo elemento estremamente adatto per il funzionamento di un reattore nucleare o per la costruzione di una bomba atomica: questo elemento è oggi denominato plutonio e fu adoperato nel 1945 per la bomba atomica sganciata su Nagasaki. NEL 1941 IL GENIALE FISICO DI ORIGINE EBRAICA Friedrich Houtermans, cui la Gestapo concesse di lavorare nei laboratori privati berlinesi del barone von Ardenne, effettuò anche la verifica sperimentale del nuovo elemento. Lo stesso Houtermans nell'aprile 1941 riuscì a fare pervenire sulla scrivania del direttore della commissione per l'uranio americana, Lyman Briggs, un messaggio segreto portato dal fisico ebreo fuggito dalla Germania Fritz Reiche: «Ti può interessare che un mio collega, arrivato pochi giorni fa da Berlino via Lisbona, ha portato il seguente messaggio: un collega fidato che lavora in un laboratorio ricerca tecnica, lo ha pregato di informarci che un gran numero di fisici tedeschi è molto impegnato sul problema della bomba all'uranio sotto la direzione di Heisenberg, e che lo stesso Heisenberg cerca di procrastinare il più possibile i risultati nel timore dei catastrofici effetti dell'eventuale successo. Ma non può fare a meno di adempiere agli ordini che riceve, e se il problema può essere risolto, probabilmente sarà risolto nel prossimo futuro».' IL PLUTONIO, A DIFFERENZA DELL'ISOTOPO DELL'URANIO U235, estremamente difficile da ottenere, si poteva ricavare attraverso un reattore nucleare. Gli sviluppi sul plutonio cambiarono radicalmente le prospettive del progetto atomico tedesco, aprendo un percorso diretto verso la possibilità di realizzare una bomba atomica. In questo contesto accadde, nel settembre 1941, uno degli eventi più enigmatici di tutta la seconda guerra mondiale, che tuttora rimane di difficile interpretazione: Heisenberg, il maggiore esponente scientifico del progetto atomico tedesco, si recò nella Danimarca occupata dai nazisti con l'obbiettivo di incontrare il suo maestro e amico, il grande fisico Niels Bohr. Sull'incontro le versioni dei due fisici rimarranno discordanti, come evidenziato anche da documenti recentemente resi pubblici (2002),che hanno riaperto la discussione su molti organi di stampa, a partire dal New York Times; il colloquio tra Heisenberg e Bohr, tra le altre cose, ha dato anche spunto per un'opera teatrale di grande successo dal titolo Copenaghen. Il motivo ufficiale della visita di Heisenberg in Danimarca fu una serie di conferenze da tenere all'istituto di cultura tedesca, eretto dalle truppe d'occupazione e perciò malvisto dagli scienziati danesi. Fra questi impegni Heisenberg si recò da Bohr per colloquiare personalmente e con la massima circospezione su argomenti di assoluta segretezza. Heisenberg, tra mille rischi, comunicò a Bohr gli ultimi sviluppi degli studi nucleari in Germania, che rendevano ormai teoricamente possibile la costruzione di bombe atomiche. Heisenberg dichiarò poi che Bohr, impressionato da questa prospettiva e amareggiato dalla brutale occupazione del suo paese, non ascoltò il seguito del suo discorso in cui comunicò che i grandi costi dell'operazione lasciavano ai fisici la scelta di costruire o meno un'arma atomica, fattore per Heisenberg decisivo. Bohr nei suoi ricordi afferma però di non aver colto dietro le parole del fisico tedesco l'intenzione di impedire la costruzione della bomba. Sull'intento che portò Heisenberg a recarsi a Copenaghen i due fisici non trovarono mai un chiarimento. La svolta del 1942 LA SCELTA SBAGLIATA In un momento cruciale delta guerra, il ministro degli armamenti Albert Speer voleva finanziare massicciamente la realizzazione dell'arma nucleare. Ma gli scienziati che lavoravano al progetto chiesero una cifra irrisoria, dando al gerarca nazista l'idea che si trattasse di una ricerca ancora molto arretrata. Il risultato fu che enorme vantaggio accumulato dai tedeschi fu di fatto disperso e i capitali furono assegnati alla sperimentazione delle Vi e V2, che si rivelarono armi di scarsa efficacia. In questo modo i ricercatori riuscirono a impedire che Hitler ottenesse la bomba Se risulta tuttora difficile comprendere ciò che si dissero Heisenberg e Bohr a Copenaghen, è invece molto evidente il contenuto dei colloqui che Heisenberg ebbe qualche mese dopo con il responsabile degli armamenti e dell'economia di guerra del Reich Albert Speer. Il 1942 può essere considerato a tutti gli effetti l'anno della svolta nel progetto atomico tedesco: nell'aprile di quell'anno Heisenberg divenne direttore del più grande istituto scientifico della Germania, il Kaiser Wilhelm Institut per la fisica di Berlino, al posto di Kurt Diebner e, a seguito dei suoi diversi colloqui con Albert Speer, fu deciso di accantonare il progetto di costruire la bomba atomica. Le alte cariche del regime si erano sempre più interessate alle possibilità distruttive della bomba atomica; tra questi, il ministro per la propaganda Joseph Goebbels che, il 21 marzo 1942, scrisse nel suo diario: «Ho ricevuto un rapporto sugli ultimi sviluppi scientifici tedeschi. La ricerca nel regno della distruzione atomica è ormai arrivata al punto in cui i suoi risultati possono essere sfruttati già nel corso dell'attuale guerra. Si dice che si possono ottenere tremende devastazioni con il minimo sforzo, così che le prospettive di una maggior durata della guerra sono spaventose. [...] La scienza tedesca è al massimo livello, in questo settore. E' essenziale, per noi, essere i primi, perché chi introdurrà una novità rivoluzionaria in questa guerra avrà le maggiori possibilità di vincerla»2. Lo stesso Adolf Hitler non nascose interesse per simili ordigni. Albert Speer, in quanto responsabile degli armamenti, volle incontrare personalmente gli scienziati che lavoravano al progetto. Speer offrì in particolare a Heisenberg enormi finanziamenti per sviluppare il progetto della bomba, ma il fisico rifiutò chiedendo somme assolutamente basse per un obiettivo del genere, al punto da convincere il gerarca a desistere: «Avevamo chiesto a Heisenberg di stilare un elenco delle loro necessità di materiale e denaro, e siamo arrivati al punto di incoraggiarli. Ma le loro richieste erano così ridicolmen-te basse, qualche milione di marchi, da convincerci che erano ancora in una fase molto iniziale, e che era evidente che i fisici per primi non intendevano investirci molto»3. Il risultato dei colloqui fra Heisenberg e Speer fu che la bomba atomica sparì dal progetto nucleare tedesco iniziato nel 1939 con grande entusiasmo dall'ufficio armamenti dell'esercito, mentre nello stesso 1942 iniziavano a intensificarsi gli sforzi per la ricerca atomica negli Usa, con il Progetto Manhattan, che ottenne enormi finanziamenti. Il progetto tedesco si protrasse per tutto il corso della guerra, lavorando solo a un reattore nucleare per la produzione di energia elettrica. Gli ingenti finanziamenti offerti a Speer per il progetto atomico furono invece assorbiti per lo sviluppo dei missili V1 e V2, come lo stesso Speer dichiarò: «Ci lasciammo sfuggire di mano un'arma dall'importanza decisiva. Se invece di finanziare con centinaia di milioni di marchi la produzione di missili che, in ultima analisi, si rivelarono del tutto inefficaci, avessimo devoluto fin dall'inizio quel denaro alla ricerca atomica, l'esito della guerra ne sarebbe stato grandemente condizionato»4. Per una curiosa coincidenza il 23 giugno 1942, proprio mentre Albert Speer riferiva laconicamente a Hitler gli esiti poco confortanti dei propri colloqui riguardanti la costruzione di armi nucleari, nel laboratorio di Heisenberg dell'università di Lipsia andò distrutto in un incidente l'unico reattore funzionante della Germania: il modello L4, che aveva cominciato nell'aprile del 1942 a moltiplicare neutroni al ritmo del 13%. La deflagrazione distrusse il laboratorio dell'università e il reattore continuò a bruciare per due giorni: sia i pompieri sia i professori dell'università si complimentarono comunque con Heisenberg credendo che avesse realizzato una bomba all'uranio. Albert Speer LA FIGURA DI WERNER HEISENBERG e il suo importante ruolo nel fallito progetto atomico tedesco è tuttora al centro di numerose polemiche fra gli studiosi. A infittire il mistero contribuiscono sicuramente altre attività che Heisenberg svolse parallelamente al lavoro scientifico durante la guerra. Egli, in particolare, distribuì segretamente a pochi amici fidati, nel 1942, un suo manoscritto in cui espose il suo pensiero; radicalmente opposto all'ideologia nazista. Fece anche parte di un ristretto circolo culturale, la Società del mercoledì, in cui venne a contatto con alcuni dei maggiori esponenti della resistenza tedesca al nazismo, tra cui Ulrich von Hassel, Johannes Popitz, Ludwig Beck e Friedich von der Schulenburg, tutti giustiziati per il fallito complotto contro Hitler del 20 luglio 1944. L'ultima riunione del circolo frequentato dai congiurati si tenne il 13 luglio, una settimana prima dell'attentato al Fuhrer, proprio nell'abitazione berlinese di Heisenberg. Le evoluzioni del progetto atomico tedesco furono seguite con apprensione anche dai servizi segreti inglesi e americani, che stilarono diversi rapporti e organizzarono persino una missione segreta denominata Alsos. L'arresto di Heisenberg era considerato l'obiettivo numero uno, l'Oss (Office of strategie services), l'antenato della da, incaricò una delle sue migliori spie, Morris Berg, di seguire Heisenberg in un convegno in Svizzera con l'incarico di ucciderlo se ci fosse stata la minima probabilità che egli lavorasse alla costruzione di una bomba atomica. Berg seguì in prima fila la conferenza ed ebbe modo in due occasioni di parlare a tu per tu con il fisico, sempre armato di pistola, ma non riscontrò alcun elemento pericoloso e gli risparmiò la vita. Sopra: Adolf Hitler fu sempre molto attento allo sviluppo della bomba atomica Quando nell'aprile 1945 la missione alleata giunse in Germania nelle sedi delle ricerche nucleari tedesche, si trovò con grande sorpresa solamente di fronte a un reattore nucleare sperimentale, prossimo allo stato critico di autosostenimento, senza trovare la minima traccia né alcun progetto riguardanti la bomba atomica. Il capo scientifico della missione Alsos, il fisico olandese Samuel Goudsmit, trovò anzi, con suo grande imbarazzo, sulla scrivania di Heisenberg una sua foto assieme al fisico tedesco. I maggiori scienziati nucleari tedeschi furono comunque arrestati e interrogati dalle truppe di Alsos. Dopo essere scampati a una esecuzione in blocco, proposta da un generale americano, vennero condotti attraverso varie peripezie nella tenuta inglese di Farm hall; nei pressi di Cambridge. La particolarità di questa operazione, denominata Epsilon, fu l'installazione in ogni locale della villa di numerosi microfoni che consentirono agli agenti del servizio segreto inglese di ascoltare e registrare i colloqui dei prigionieri. La recente declassificazione dal segreto militare, nel 1993, di queste intercettazioni ha fornito nuovi e importanti elementi sul progetto tedesco e sugli scienziati che ne fecero parte. Da esse emergono, in particolare dopo la notizia del lancio della bomba atomica su Hiroshima da parte degli Usa, diversi atteggiamenti e dichiarazioni degli scienziati nei confronti del regime nazista e riguardo alla bomba atomica, che fanno comprendere le divisioni a livello scientifico e politico-ideologico fra i membri del progetto tedesco. Inoltre, pochi giorni dopo Hiroshima, Heisenberg tenne una chiara lezione ai suoi colleghi compagni di prigionia spiegando nei particolari il funzionamento e le caratteristiche di realizzazione della bomba atomica al punto che Hans Bethe, uno dei fisici protagonisti della realizzazione della bomba americana, dopo avere letto la lezione di Heisenberg affermò: «La mia prima impressione fu che Heisenberg sapesse molto di più di quanto io abbia mai creduto: è assolutamente impensabile che sia arrivato a simili conclusioni nel giro di una serata»5. Resta il mistero sul perché di ciò non vi sia traccia nelle relazioni stilate negli anni in cui Heisenberg lavorò al progetto atomico tedesco. Otto Hahn, scopritore della fissione nucleare ALL'INIZIO DEL 1946 gli scienziati prigionieri in Inghilterra furono infine liberati: alcuni di loro, in particolare Heisenberg, von Laue, Hahn e von Weizsàcker, si impegnarono a fondo nella ricostruzione della scienza tedesca con il sostegno dell'ormai novantenne Max Planck, il cui figlio fu giustiziato durante la guerra per la cospirazione contro Hitler. Heisenberg assieme a von Laue (comprovato antinazista) fu anche testimone e garante nei processi di denazificazione condotti dagli alleati: il suo giudizio fu tenuto in grande stima poiché egli era stato vittima di duri attacchi da parte dei nazisti, non era mai stato iscritto al partito e non aveva mai fatto parte di nessuna delle sue affiliazioni. Albert Speer dopo la caduta del nazismo (sx) Albert Speer durante la guerra (dx) Heisenberg, von Laue, Hahn, von Weizsàcker e alcuni altri collaboratori del progetto atomico tedesco durante la guerra, furono inoltre fra i promotori e i firmatari della prima campagna stampa contro gli armamenti nucleari, allorché, nel 1955, la Nato pianificò la dotazione alla Germania occidentale di armi nucleari tattiche. Fu steso un manifesto, detto di Gottinga, in cui furono esposti tutti i pericoli e le obiezioni contro le armi nucleari e dove gli scienziati dichiararono il rifiuto di costruire simili ordigni: «Crediamo che la pace mondiale possa difendersi in modo migliore e più rapido solo rinunciando espressamente e volontariamente al possesso di armi atomiche di ogni tipo. In ogni caso nessuno dei sottoscritti sarebbe disposto a partecipare alla produzione, alla sperimentazione o all'impiego di armi atomiche in qualsiasi modo»6. Il risultato della campagna e del manifesto pubblicato sui giornali il 16 aprile 1957 fu di mobilitare l'opinione pubblica tedesca al punto da portare al fallimento nel 1958 e per gli anni a seguire il progetto di dotare di armi atomiche la Germania, che non ebbe così né durante né dopo la guerra mai a disposizione la bomba atomica. il Kaiser Wilhelm institut 2. Joseph Goebbels, The Goebbels diaries:1942-1943, Dubleday & Company, New York, 1948, p. 140. 3. Albert Speer, intervista a Der Spiegel, 3 luglio 1967. 4. In Citta Sereny, In lotta con la verità; Rizzoli, Milano, 1998, p. 349. 5. In Thomas Powers, La storia segreta dell'atomica tedesca, Arnoldo Mondadori, Milano, 1994, p. 475. 6. In Elisabeth Kraus, Von der Uranspaltung zur Góttinger Erklarung, Otto Hahn, Werner Heisenberg, Cari Friedrich von Weizsàcker und die Verantwortung des Wissenschaftlers, Kónigshausen und Neumann, Wùrzburg, 2001, pp. 202-203, traduzione mia. 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Gli scienziati della Germania nazista e la bomba atomica, Selene, Milano, 1994. Thomas Powers, La storia segreta dell'atomica tedesca, Arnoldo Mondadori, Milano, 1994. Helmut Rechenberg, Kopenhagen 1941 und die Natur des deutschen Uranprojektes, Munchen, 2002. Richard Rhodes, L'invenzione della bomba atomica, Rizzoli, Milano, 1990. Citta Sereny, In lotta con la verità, Rizzoli, Milano, 1998. Albert Speer, intervista a DerSpiegel, 3 luglio 1967. Albert Speer, Memorie del Terzo Reich, Arnoldo Mondadori, Milano, 1997. - Thule Italia - toptext --> - Thule Italia -