I registri vocali di I ordine Le corde possono essere

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Silvia Magnani
I registri vocali di I ordine
Le corde possono essere addotte mediante diversi meccanismi muscolari con risultati
diversi sull’assetto del piano glottico. A ogni modalità di adduzione si accompagna
infatti un aspetto morfologico della corda (in particolare a una conformazione della
sua sezione), un grado diverso di stabilità di adduzione e qualità percettive specifiche
del suono prodotto.
Il termine registro vocale di primo ordine indica un tipo particolare di attivazione
muscolare intrinseca, con la relativa modalità di adduzione e i correlati funzionali e
acustici di questa. Per comprendere pienamente l’argomento è utile tornare alla
fisiologia dei principali muscoli intrinseci laringei.
Il muscolo tiroaritenoideo ruota la aritenoidi portando le corde a contatto,
contemporaneamente le accorcia. La sua contrazione permette di realizzare
un’adduzione salda, estesa al bordo libero. Le corde vibrano ampiamente, con ottimo
tempo di contatto, il segnale risultante è dotato di un’ampia componente armonica. Il
suono risultante è a bassa frequenza, per l’accorciamento subito dalla corda,
accompagnato a un aumento della massa cordale.
Il muscolo crico tiroideo, attirando in basso e in avanti la cartilagine tiroide, allontana
la commessura anteriore dalle aritenoidi. Incrementi della sua attività, in fase
adduttoria secondaria all’azione del muscolo tiroaritenoideo, determinano
allungamenti cordali, con incremento della frequenza. Con il potenziamento di questa
componente muscolare, la corda, subendo progressivi aumenti di lunghezza, riduce il
proprio spessore e assottiglia il bordo libero. L’adduzione si fa così meno salda e
stabile.
Nella vita quotidiana la fonazione avviene attraverso l’azione combinata di questi due
muscoli che, stabilizzando e compattando il primo, allungando e assottigliando il
secondo, gestiscono l’intero range tonale della voce parlata e cantata. Tale modalità
di funzionamento a doppia gestione, per il suo essere rappresentativa della maggior
parte delle evenienze nella vita quotidiana, dà il nome di “modale” al registro che
caratterizza. A differenza di quanto avviene nella maggior parte delle occasioni
fonatorie, la fonazione ai limiti dell’estensione tonale è raggiungibile attraverso
modalità alternative di attivazione muscolare.
1. Le note più gravi sono ottenibili per mezzo di una contrazione limitata al solo
muscolo tiroaritenoideo, con cricotiroideo rilasciato. I tempi di contatto in questa
modalità sono molto alti, il bordo libero è esteso sul piano verticale, l’adduzione è
salda. Tale registro viene denominato fry, dalla qualità del suono prodotto, che
richiama lo sfrigolio dell’olio ad alta temperatura.
da: Curare la voce, Franco Angeli Editore Milano
vietata la riproduzione
Silvia Magnani
2. Le note più acute sono prodotte mediante estremo allungamento cordale
(possibile solo con muscolo tiroaritenoideo rilasciato), accompagnato da
incremento della tensione longitudinale. Tale assetto del piano glottico può essere
reso possibile sia dalla contrattura del muscolo cricotiroideo, cui consegue
inclinazione della cartilagine tiroidea sulla cricoide, sia, in alternativa, da estremo
innalzamento del piano glottico ottenuto per attivazione della muscolatura
sovraioidea. A entrambe le modalità, per ragioni derivanti dalla estetica musicale
barocca1, viene attribuita la dizione di falsetto, nel primo caso detto muscolare, nel
secondo chiamato posturale.
Riflessioni. La doppia modalità di produzione del falsetto è un esempio di come,
oltre che con un meccanismo muscolare (modalità attiva), il diverso assetto glottico
sia ottenibile mediante alterazione della postura della laringe (modalità passiva),
prova del non potersi completamente identificare i registri di primo ordine con
l’esclusiva modalità di attivazione muscolare intrinseca.
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Nel barocco l’estetica della meraviglia privilegiava emissioni vocali al limite delle possibilità fisiologiche. Esse venivano affidate a
cantori castrati in età prepuberale, che accoppiavano una meccanica laringea tipica dell’infanzia a un vocal tract e a un man tice
adulti. A tali interpreti veniva affidata anche l’interpretazione di personaggi femminili, vista la non professionalità artistic a della
donna in quel periodo. La ripresa del loro repertorio a opera di cantori maschi non evirati ha reso necessario coltivare un ’emissione
iperacuta, ottenuta con il registro superiore, la quale, appunto, suona “falsa” sia rispetto a quanto atteso per il sesso, si a nei riguardi
della corrispondenza interprete/personaggio.
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da: Curare la voce, Franco Angeli Editore Milano
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