IL TEATRO SALVINI, STORIA E CURIOSITÀ DI UN RESTAURO di Maria Carmen Lanteri* Costruito nel 1834 secondo il modello del teatro settecentesco all’italiana a palchetti, il teatro Salvini é semplice ed armonioso allo stesso tempo, funzionale nei rapporti tra scena e cavea. Il tema del restauro di un teatro è complesso, tenuto conto che dal 1700 ad oggi il concetto di teatro é stato sottoposto continuamente a trasformazioni funzionali tecniche e tecnologiche. Anche il Salvini ha risentito della crisi del “teatro” e negli anni si é cercato di utilizzarlo come sala cinematografica, secondo le testimonianze orali raccolte; ciò ha dimostrato l’esigenza di considerare il teatro come struttura versatile ed idonea a vari usi perché diversamente funzionale. Perché oggi il suo restauro? Perché rimane comunque il fatto che “il teatro all’italiana” é prima di tutto un monumento e come tale va recuperato e mantenuto, un monumento da contemplare e da utilizzare, come le chiese. Il teatro all’italiana si trova in molte regioni ed è presente in tanti piccoli centri, costituisce un patrimonio storico ed artistico di straordinario valore per la cultura italiana, rappresenta una civiltà, un modo di esprimersi. Occorre mantenere in vita il teatro storico: la visita al teatro é l’equivalente della visita a qualsiasi altro monumento od opera d’arte. Il teatro é di per se stesso un elemento spettacolare. Cenni storici Le vicende legate alla costruzione dell’odierno Teatro Salvini risalgono alla prima metà del XIX secolo e si inseriscono in un contesto di vivo interesse per le attività teatrali e musicali dimostrato dalla popolazione di Pieve di Teco sin dal 1750 circa, come testimoniato da varie fonti (Casalis, Sertorio): basti ricordare che il paese all’epoca possedeva una fiorente economia di scambi e commerci e - di conseguenza - un ceto medioalto che sosteneva forti valori culturali. Nel 1834, infatti, Giuseppe Manfredi, esponente di una benestante famiglia locale, chiede al Comune di Pieve la concessione del “forno detto della Roggia” e del terreno annesso per costruirvi un teatro “regolato e basato sopra principi sani [...] utile e vantaggioso per ogni supposto sia politico che morale”. Come ricorda anche Franco Ragazzi nel suo studio sui teatri della Liguria, è importante rilevare come l’impianto dell’edificio, una volta trasformato da forno a sala per spettacoli, non corrisponda ai canoni teatrali ottocenteschi, ma richiami tipologie sei-settecentesche. Esso presenta, infatti, una platea rettangolare da circa 100 posti a sedere, su cui si affacciano un ordine di palchetti ed il loggione; tali palchi sono allineati su una pianta ad “U” stretta e lunga che mal si presta ad offrire al pubblico la visibilità ottimale, ma che trae motivo da una necessità di interazione con la platea nel caso di feste danzanti, molto frequenti all’epoca; il palcoscenico, modesto, è separato dalla sala da un boccadopera decorato pittoricamente; tutta la struttura della sala, la sua copertura, il palcoscenico sono interamente in legno. A causa della frammentarietà della documentazione esistente, del Teatro Salvini rimangono poche testimonianze storiche: • 1868: viene citato nell’ambito del censimento di quell’anno come “Teatro di Pieve di Teco” dal Prefetto di Porto Maurizio; L’interno del Teatro Salvini prima del restauro 13 Incerta è la collocazione temporale dell’intitolazione del teatro all’attore Tommaso Salvini (1830-1915): secondo alcune fonti (F. Ragazzi) si risalirebbe al 1897, per altre (A. Giacobbe) si deve arrivare al primo dopoguerra. Quello che è certo, è che per tutto il XIX secolo e sino agli anni Venti il teatro è caratterizzato da un’attività veramente intensa: la gestione privata di questo edificio pubblico ospita con una certa regolarità opere liriche e spettacoli, compagnie di giro e filodrammatiche locali. Dal 1920 in poi, invece, complice una più vasta crisi dell’economia e del ruolo di crocevia sino ad allora svolto dal paese di Pieve di Teco, si assiste ad un lento ma inesorabile declino dell’interesse nei confronti delle attività teatrali e musicali, che porterà - oltre cinquant’anni or sono - alla inevitabile chiusura definitiva del Teatro Salvini. Dall’alto: il Teatro dopo il restauro e prima Nella pagina accanto: esterno e giardino del Salvini • metà del XIX secolo: passa nelle mani della famiglia Sibilla (e come “Teatro Sibilla” si trova elencato in una pubblicazione sui teatri italiani pubblicata dal Rosmini); • 1897: si attuano lavori di restauro e rifacimento della copertura; • anni 1930-’40 il teatro torna proprietà della famiglia Manfredi. Il progetto Ha coinvolto vari Enti interessati all’intervento, che hanno aderito con entusiasmo a questa difficile operazione di recupero, in particolare la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici (Geom. G. Bellezza) la Soprintendenza per i beni artistici (Dott. F. Boggero) il comando 14 provinciale dei Vigili del Fuoco, la Fondazione CARIGE che ha finanziato l’opera, il museo dell’Attore di Genova. Inoltre è stata attivata la partecipazione della locale scuola media con lo scopo di raccogliere testimonianze orali sul teatro, sul suo utilizzo nel contesto pievese, sulle compagnie che vi hanno recitato ecc. La consulenza storico artistica è svolta dalla Prof. Maria Teresa Verda Scajola. In fase di studio e di rilievo dell’esistente sono state condotte analisi specialistiche da esperti restauratori sia sugli intonaci che sulle parti lignee: - studi e saggi specifici di tipo autoptico sullo stato di conservazione degli intonaci e sulla eventuale presenza di decorazioni pittoriche di particolare pregio; - studi e saggi sullo stato di conservazione, sulle cromie e le essenze degli elementi lignei (palchi, sottopalco, ecc) attraverso analisi di laboratorio (in corso) ed attraverso un esame. È stato inoltre consultato il Comando dei Vigili del Fuoco nella persona dell’Ing. Claudio Manzella, al fine di verificare quali sistemi di sicurezza prevedere in sede di progetto in relazione alla destinazione d’uso per l’edificio tutelato ed in base ai valori indicati nella regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo pur trattandosi di locale avente una capienza inferiore ai 100 utenti. Gli interventi sono conformi alla categoria del restauro trattandosi di un edificio vincolato, in tal senso ed alla luce di indagini e rilievi particolareggiati, oltre che in accoglimento di indicazioni propositive fornite dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria durante gli incontri ed i sopralluoghi, sono state condotte ricerche nell’ Archivio Storico di Imperia, nell’Archivio Storico e nella Biblioteca di Pieve di Teco, nella Biblioteca Civica Comunale di Sanremo, nelle sezioni “Storia della Liguria” delle Biblioteche Gallino e Berio di Genova e nella Biblioteca della Facoltà di Architettura di Genova. La relazione storico artistica allegata al decreto di vincolo del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali recita: “A differenza di moltissimi altri teatri minori ..., questo teatro è giunto sino a noi molto rovinato, ma ancora nella sua configurazione originale. All’esterno si differenzia dagli elementi edilizi per la facciata dipinta (purtroppo attualmente in pessime condizioni), mentre all’interno sono ancora visibili il palcoscenico e la doppia serie di palchetti lignei che modella architettonicamente la sala. Anche all’ interno sono ancora leggibili partiti architettonici e decorazioni dipinte”. 15 Gli interventi nonché consolidamento e adeguamento ai carichi previsti per locali di pubblico spettacolo, la predisposizione di uscite di sicurezza a livello dei palchetti. Gli obiettivi principali dell’intervento di riqualificazione hanno consentito il raggiungimento di condizioni di sicurezza di impianti e strutture e di igiene conformi alle norme generali e locali vigenti in contemporanea al recupero conservativo delle tipologie e dei materiali originali del teatro, nonché l’adeguamento dimensionale dei solai ai sovraccarichi pari a 400 kg/mq. Per quanto concerne il recupero strutturale si è provveduto al totale rifacimento della copertura lignea utilizzando i meteriali recuperabili ed adeguando l’andamento delle falde anche a livello delle quote; alla demolizione dei muri perimetrali sommitali dell’edificio sino alla quota di 9 metri ed inserimento di cordolo ad anello perimetrale con funzione di cucitura della muratura esistente e ad essa connesso mediante barre di ancoraggio; inserimento delle nuove capriate lignee e relativa struttura secondaria; per il manto di copertura riutilizzo delle ciappe di pietra originali. Si è provveduto poi alla chiusura o parziale modificazione delle finestre; allo smontaggio delle strutture dei palchi, del palcoscenico e della platea previo consolidamento delle parti lignee da recuperare; all’esecuzione del solaio della platea alla stessa quota con sostituzione totale dell’orditura principale e secondaria e recupero di travi non ammalorate e con l’inserimento di una caldana in calcestruzzo; alla ricollocazione dei solai dei palchi con sostituzione ove necessario dei travi portanti principali; al rinforzo delle fondazioni al piano terra mediante cordolatura perimetrale e rifacimento dei solai; al consolidamento della muratura perimetrale. Il restauro ha ridato all’edificio la sua funzione originale di Teatro che potrà comunque essere utilizzato come sala per conferenze e videoconferenze. In particolare, oltre agli interventi che interessano la struttura dell’edificio (muratura, orditura dei solai e copertura), utilizzando le tecnologie più opportune per non alterare la fisionomia originaria del fabbricato e garantire la stabilità e durabilità dell’opera, sono stati prioritari dotazione di servizi igienici, sostituzione dell’ impianto elettrico, dotazione di impianto di riscaldamento e di impianto idrico ed igienico, restauro conservativo dei palchi, del palcoscenico, del boccascena e della facciata principale dipinta. Per quanto riguarda le opere di manutenzione straordinaria abbiamo l’adeguamento alle norme antincendio, il consolidamento delle strutture orizzontali e delle murature, la sostituzione della struttura lignea di copertura e del relativo manto, compresi coibentazione e consolidamento mediante formazione di cordolo perimetrale in calcestruzzo ed ancoraggi, il restauro del palcoscenico e dei due ordini di palchi, la messa in sicurezza del solaio ligneo e relativo impalcato, Dati tecnici dimensionali: Superfici: PIANO PRIMO (platea) PALCOSCENICO PALCHI Volumetria : circa 100 mq circa 43 mq circa 35 mq ciascuno circa 1200 mc *Architetto libero professionista iscritto all’Albo degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Imperia 16