15:44 Pagina 459 Russia Popolazione: Superficie: Capitale: Moneta: Lingua: Rossija 0 20 0 60 R.U. LA N D IA Mar di Norvegia NOR. SVEZIA DEN. FI N 120 140 160 0 Mar di Laptev na ALTOPIANO DELLA Mar di Bering Mar di Okhotsk SIBERIA CENTRALE R A L I Sahalin B A S S O P I A N O U S I B E R I A C E N T R A L E N T I Brjansk O M Vo lg a ^ Magnitogorsk Irkutsk Omsk Novokuzneck C C A Astrahan S O O N T T L. d'Aral A J MONGOLIA N TA 4 Vladimiro I il Grande (9801015), figlio e successore di Svjatoslav, consolidò l’organizzazione giuridica, dinastica e territoriale dello stato russo. Per superare l’isolamento della Rus “pagana” nei confronti di una Europa che ormai professava il monoteismo, nel 988 Vladimiro introdusse il cristianesimo come religione di stato. 5 Al termine del regno di Vladimiro, il principato di Novgorod manifestò un forte anelito AMBIENTE È il paese più vasto del mondo, suddiviso in cinque grandi regioni: regione europea, area degli Urali, Siberia, Caucaso, regione dell’Asia Centrale. Quella europea, tra le frontiere occidentali e i monti Urali (confine convenzionale tra Europa e Asia), è una vasta pianura attraversata dai fiumi Volga, Don e Dnepr; è la regione più ricca. Presso la catena degli Urali, che si estende da nord a sud, vi sono importanti giacimenti di minerali e di petrolio. La Siberia, tra gli Urali e la costa del Pacifico, è ricca di risorse naturali ma scarsamente popolata a causa del clima rigido. Il Caucaso è un’enorme steppa che si estende verso nord a partire dai monti omonimi, tra il Mar Nero e il Mar Caspio. La regione dell’Asia Centrale è una grande depressione che comprende deserti, steppe e montagne. Nelle pianure si coltivano cereali, patate e barbabietole da zucchero; in Asia Centrale, cotone e frutta; nella regione del Caucaso e del Mar Nero – dal clima subtropicale – tè, uva e agrumi. Il paese possiede abbondanti risorse minerarie: petrolio, carbone, ferro, rame, zinco, piombo, bauxite, manganese e stagno negli Urali, nel Caucaso e nella Siberia Centrale. SOCIETÀ Popolazione: Russi, 81,5%; tatari, 3,8%; ucraini, 2,9%; altre nazionalità, 10% (più di cento: baschiri, bielorussi, ceceni, moldavi…) (1996). Religione: In maggioranza cristiana ortodossa; V Y Am ur Habarovsk L Cita Vladivostok GIAPPONE Corea del Sud IS TURKMENISTAN B CINA A L KAZAKISTAN EK GEORG. 9 ARM. TURCHIA AZ. M A I J Barnaul B UZ Mar Caspio A U Bur'ats Krasnojarsk Novosibirsk Celjabinsk O Jekaterinburg Samara all’indipendenza. Per consolidare il proprio potere Sviatopolk, successore di Vladimiro, uccise tre dei suoi fratelli, ma alla fine venne sconfitto dal quarto, Yaroslav, principe di Novgorod, che assunse così il potere assoluto a Kiev e concesse a Novgorod numerose prebende. Dopo la sua morte, si formarono la repubblica feudale di Novgorod e una serie di principati, fra cui quello di Vladimir-Suzdal e di Galich-Volin. Nel 1147 il nome di Mosca (principato di Rostov-Suzdal) SINOSSI IL MONDO VISTO DAL SUD 300 km 180 PetropavlovskKamcatski Magadan Le Vorkuta Nizni Novgorod Kazan Krasnodar Mar Nero 100 Arcangelo Ob' LIT. LET. EST. POL. Sea ^ UKRAINE 80 sej ni Je BIELORUSSIA 60 Novaja Zemla (Nuova Terra) a r Ka di ar M Barent Murmansk S. Pietroburgo Mosca 40 M a r G l a c i a l e A r t i c o ^ P rima dell’apparizione degli slavi nel grande scenario della storia, il territorio europeo attualmente occupato dalla Federazione Russa, Bielorussa ed Ucraina aveva ospitato gli insediamenti di diverse popolazioni, fra cui gli sciti, e subìto le invasioni di unni, avari, goti e magiari. Le prime testimonianze relative a stanziamenti slavi risalgono al VI secolo. Gli scrittori bizantini segnalano l’esistenza di tribù slave, ciascuna con il proprio capo: poliani (stabilitisi a Kiev), drevliani, radimici, krivici, vjatici, meriani ed altri ancora. 2 Nel IX secolo si formò il primo stato russo, conosciuto come “Antica Rus” o “Rus di Kiev”. La Rus di Kiev sorse a partire dalle lotte fra i khazari, stanziatisi a sud, e i variaghi (tribù d’origine scandinava) del nord. Nel IX secolo la rotta commerciale che univa il Baltico con il Mar Nero (“via dai variaghi ai greci”) lungo il fiume Dnepr, acquistò un’importanza strategica a livello europeo. 3 Nell’anno 882 il principe Oleg di Novgorod conquistò Kiev, trasformandola nel nuovo centro dello stato russo. Nel 907 Oleg firmò un trattato molto vantaggioso per la Rus. Durante il regno di Svjatoslav, nipote di Oleg, la guerra contro l’impero bizantino e la Bulgaria assunse dimensioni gigantesche. 141.900.445 ab. 17.075.400 kmq Mosca Rublo Russo Corea del Nord 25-06-2007 Circ olo Pola re A rtico GUIDA 393-463 minoranze musulmane, protestanti ed ebree. Lingua: Russo (ufficiale); vi sono tante lingue quante nazionalità. Partiti politici (principali): Russia Unita; Partito Comunista della Federazione Russa; Partito Liberaldemocratico della Russia; Unione Patriottica Nazionale. Organizzazioni sociali (principali): Federazione dei Sindacati Indipendenti di Russia (FNPR), con più di 40 milioni di lavoratori iscritti; Confederazione Laburista di tutta la Russia; Confederazione Russa Laburista. STATO Nome ufficiale: Rossiyskaya Federatsiya. Divisione amministrativa: La federazione è formata da 26 repubbliche autonome. Capitale: Mosca (Moskva), 9.314.000 ab. (1999). Altre città: San Pietroburgo, 4.656.900 ab.; Nizni Novgorod, 1.351.800 ab.; Novosibirsk, 1.397.800 ab. (2000). Governo: Repubblica parlamentare. Vladimir Putin, presidente dal 1999, rieletto nel 2004; Mikhail Fradkov, primo ministro dal marzo del 2004. Organo legislativo bicamerale (Assemblea Federale): Duma, con 450 membri, e Consiglio della Federazione, con 178 membri. Festa nazionale: 12 giugno, Giornata della Russia (1990). Forze armate: 1.270.000 (1996). Altro: 220.000. è menzionato per la prima volta nelle cronache. 6 Nel 1237 le orde mongole dei tartari, capeggiate da Batu-khan, nipote del khan Tengiz, invasero i principati di Rjazan e di Vladimir, impadronendosi di Mosca e di altre città russe. La penetrazione mongola proseguì con la conquista di altri principati tra il 1239 e il 1240, anno in cui iniziò la dominazione mongola, destinata a durare due secoli e mezzo. Intanto da Occidente incombeva un altro pericolo, rappresentato dalle popolazioni teutoniche e svedesi. Nel 1242 il principe Alessandro di Novgorod riuscì a bloccare l’avanzata dei teutoni nella famosa “battaglia sul ghiaccio” del lago Chudskoye, presso il fiume Neva. Grazie a tale vittoria, il principe russo ottenne il titolo di Nevskij. 7 All’inizio del XIV secolo iniziarono a emergere i principati di Tver, Mosca, Rjazan e Novgorod. 8 Nel 1380 il principe di Mosca Demetrio sconfisse i mongoli nella battaglia di Kulikovo, nei pressi del fiume Don. La lotta per la libertà durò un secolo, per concludersi vittoriosamente nel 1480, quando l’ultimo khan dell’Orda d’Oro, Ajmat, non ebbe il coraggio di sfidare in battaglia le truppe schierate dal principe Ivan III lungo il fiume Ugra. Fu Ivan III a portare a termine il processo di unificazione delle terre russe, ponendole sotto il comando di Mosca. Nel 1439 i russi abbandonarono la Chiesa Ortodossa Greca e istituirono la Chiesa Ortodossa Russa. 9 Nel 1547 salì sul trono di Mosca Ivan IV, detto il Terribile. Nel 1552 Ivan IV prese il Khazan, annettendo così alla Russia i territori del medio corso del Volga, popolato da tartari, ciuvasci, mari, mordvini e udmurti. Nel 1556 condusse a termine l’occupazione del khanato mongolo Russia 459 GUIDA 393-463 25-06-2007 15:44 Pagina 460 ASPETTATIVA DI VITA 65 460 Russia DIFFUSIONE DELL’HIV/AIDS 2000-2004 2004 ANNI di Astrakhan, mentre ad ovest proseguiva la guerra contro lo stato polacco-lituano per aggiudicarsi uno sbocco sul Mar Baltico. In quegli anni venne introdotta la servitù della gleba. Ivan IV consolidò il suo potere procedendo all’eliminazione di diversi clan boiari (alta nobiltà). 10 Alla morte di Ivan IV, avvenuta nel 1584, gli succedette il figlio Fëdor I, ma il potere venne assunto di fatto dal boiaro Boris Godunov. Nel 1591 morì in circostanze misteriose il principe Demetrio, unico erede legittimo al trono (era il fratello di Fëdor I, che non aveva avuto figli). Godunov dichiarò guerra alla Svezia e stipulò un’alleanza con la Georgia, che finì sotto il protettorato russo. In quegli anni venne annesso alla Russia anche il principato della Siberia. 11 Con la morte di Fëdor I la dinastia regnante in Russia si estinse. Il Concilio dei territori (Zemski Sobor) elesse zar Boris Godunov, decisione contestata dai clan boiari di più alto lignaggio. Fu così che in Russia ebbe inizio il cosiddetto “periodo dei torbidi” (1605-1613). 12 Tra il 1601 e il 1602, nel territorio ucraino appartenente alla Polonia, un impostore si proclamò “principe Demetrio”, dichiarando di essere fortunosamente riuscito a sfuggire al complotto orchestrato da Boris Godunov. Il presunto principe Demetrio, alla guida di un esercito, si diresse verso Mosca, convincendo gli abitanti a insorgere e usurpò il trono. 13 Nel 1606 i boiari uccisero il “falso Demetrio”, ma nel 1607 apparve un altro impostore, il secondo “falso Demetrio”, appoggiato ancora una volta da polacchi, lituani e svedesi. Un vasto movimento popolare riuscì a cacciare da Mosca i polacchi e nel 1613 un’Assemblea generale elesse Michele Romanov nuovo zar. Tra il 1654 e il 1667, durante il regno dello zar Alessandro, la Russia si trovò nuovamente a fronteggiare la Svezia e la Polonia nel corso di una guerra in cui arrivò ad annettere vari territori, tra cui l’Ucraina Orientale. 14 Durante gli anni della dinastia Romanov, lo stato russo si trasformò in monarchia assoluta, amministrata da una burocrazia efficiente e da un’oligarchia composta da nobili, mercanti e vescovi ormai integrati nella struttura statale. Il patriarca Nikon realizzò la riforma della Chiesa, portando a termine l’opera di traduzione della Bibbia dal greco in cirillico. Una parte del clero, la più tradizionalista (i “vecchi credenti”), dissentì apertamente dalla posizione della Chiesa ufficiale e venne perseguitata dando origine a una profonda scissione all’interno della Chiesa russa. ALFABETI PNL 2005-2010 2003 PRO CAPITE 99% 1,1% $ 3.400 DELLA POPOLAZIONE ADULTA DELLA POPOLAZIONE TRA I 15 E I 49 ANNI IN PRIMO PIANO PROBLEMI AMBIENTALI SITUAZIONE DEI MINORI I principali fiumi del paese sono inquinati dall’uso indiscriminato di sostanze chimiche tossiche in agricoltura e dalla mancanza di trattamento dei rifiuti e delle acque nere. Un altro fattore di rischio è l’enorme quantità di pesticidi vecchi e mai usati che sono una minaccia seria all’ambiente. Celjabinsk, città a sud degli Urali, è una località con elevati livelli di radioattività a causa delle perdite nella sua fabbrica di plutonio. L’inquinamento dovuto agli scarichi industriali minaccia il lago Baikal. I tassi di mortalità per i bambini con meno di 1 anno e meno di 5 anni di età erano rispettivamente di 17 e 21 per 1000 nati vivi. Circa il 6% dei neonati è sottopeso, mentre il 13% dei minori di 5 anni presenta ritardi della crescita da moderati a gravi. Ci sono rapporti che riferiscono di bambini rapiti, o comprati ai genitori, per farne vittime di abusi sessuali, o usati nella pornografia infantile oppure nel traffico di organi. Il governo si è occupato in alcuni casi di adozioni estere, in cui i bambini russi adottati sono stati poi costretti a lavorare nell’industria del sesso. DIRITTI DELLE DONNE POPOLI INDIGENI/MINORANZE ETNICHE Le donne hanno iniziato a votare e ad essere eleggibili nel 1918. Nel 2003, le donne occupavano il 10% dei seggi alla camera bassa e il 3,4% dei seggi alla camera alta del parlamento. In quell’anno, le donne costituivano il 49% di una forza lavoro totale di 78 milioni di persone. La disoccupazione femminile era del 9%. All’inizio del 2006, nonostante i continui miglioramenti dell’economia russa, la povertà restava diffusa, specialmente nelle aree intorno a Mosca e San Pietroburgo, e colpiva soprattutto donne e bambini. L’HIV/AIDS continuava ad essere un problema urgente. Alla fine del 2003 si stimava che 290.000 donne di età compresa fra 15 e 49 anni vivessero con l’HIV/AIDS. 15 Nel 1694, dopo l’ascesa al trono di Pietro I, il regno moscovita iniziò ad essere chiamato impero russo. Pietro si rivolse all’Occidente per importare i progressi scientifici e tecnici di questi paesi e in particolare per sviluppare la marina russa. Alleatasi con la Danimarca e la Polonia, la Russia intervenne con successo nella grande guerra nordica contro la Svezia (17001721). Nel 1703 lo zar Pietro fondò San Pietroburgo, dove trasferì la capitale imperiale. 16 Il regno di Pietro I si rivelò oppressivo con una struttura normativa così rigida da renderlo affine a un sistema castale. Pietro I represse in modo implacabile la congiura ordita dai boiari moscoviti più conservatori, arrivando a far torturare e giustiziare anche il proprio figlio Alessio, colpevole di aver appoggiato i boiari. 17 Nel 1721, con il trattato di Nystad, la Russia riuscì a riaffacciarsi sul Baltico, ottenendo il controllo La Russia è la casa di più di 100 gruppi etnici. I popoli che vivono nel bacino del Volga e nell’area degli Urali rappresentano meno dell’8% della popolazione del paese. Si tratta di baschiri, calmucchi, komi, mari, mordvini, tatari, udmurti e ciuvasci. Di questi quasi la metà sono tatari, la nazionalità più numerosa dopo i russi. I tatari e i baschiri sono musulmani, i calmucchi praticano il buddhismo, mentre la religione più comune nel resto della popolazione è quella ortodossa cristiana. I popoli che vivono nel Nord del Caucaso abazi, adighezi, balcari, ingusci, cabardini, ceceni, chakassi, circassi, karacayev, osseti -, e i gruppi etnici del Dagestan (avari, agus, dargin, delle province situate sulla costa orientale e quello del Golfo di Finlandia. 18 La morte improvvisa di Pietro, nel 1725, aprì un periodo di instabilità che ebbe termine nel 1762 con l’ascesa al trono di Caterina II, il cui marito era stato deposto dalla guardia imperiale. L’espansione dell’impero russo proseguì anche in questi anni, con l’occupazione della regione dell’Ucraina a est del Dnepr, la conquista della Bielorussia, la divisione della Polonia fra Russia e Prussia, l’annessione della Lituania e della Crimea, il controllo della costa settentrionale del Mar Nero, la penetrazione nelle steppe al di là degli Urali e oltre il Mar Caspio, e il progressivo rafforzamento dell’influenza russa sui Balcani. 19 Nel 1801 l’assassinio dello zar Paolo I da parte di un gruppo di cospiratori aprì la strada per la salita al trono di Alessandro I, che impresse alla politica russa una vera cumichi, lak, lezgini, nogay, rutuli, tabasari e tsakhur) – rappresentano meno del 3% della popolazione russa. I popoli che vivono in Siberia - altai, buryat, tuva, khakas, shor, yakut - e i circa 30 gruppi che vivono nell’estremo nord costituiscono lo 0,6% della popolazione. MIGRANTI/RIFUGIATI Il numero di sfollati è crollato di circa il 50% tra il 1996 e il 2003 (anno in cui circa 492.000 persone erano sfollate). Secondo statistiche ufficiali, nel 2003 il governo ha concesso lo status di rifugiato a circa 14.000 persone (rispetto a 290.000 nel 1996), 11.500 dei quali erano dell’Ossezia del sud, una repubblica che ha dichiarato la propria indipendenza dalla Georgia anche se non ha il riconoscimento della propria identità da parte della comunità internazionale. All’inizio del 2006, c’erano circa 1,5 milioni di afghani che vivevano in Russia. Il numero di rifugiati in Russia provenienti dalle diverse repubbliche ex-sovietiche è ignoto. PENA DI MORTE Amnesty International considera la Russia abolizionista ai fini pratici. L’ultima esecuzione di cui si ha notizia risale al 1999. e propria svolta. Alessandro cercò la pacificazione, ma Napoleone nel 1805 dichiarò guerra alla Russia, sconfiggendola ad Austerlitz. Nel 1812 l’armata francese di Napoleone invase la Russia. La guerra si concluse con la vittoria dell’esercito russo, guidato dal generale Kutuzov. La Russia divenne così la principale potenza militare europea. 21 Nel 1848 la Russia di Nicola I non fu toccata dal vento rivoluzionario che scuoteva l’Europa, e il suo esercito represse la rivolta degli ungari in Transilvania. L’arretratezza dell’impero russo emerse in modo evidente dopo la sconfitta nella guerra di Crimea contro il Regno Unito e la Francia (1853-1856). 22 Nel 1861 lo zar Alessandro II abolì finalmente la servitù della gleba, per prevenire possibili rivoluzioni contadine. Ai contadini venne quindi restituita la libertà, ma dietro il pagamento ai loro antichi proprietari di ingenti somme a 20 GUIDA DEL MONDO 2007/2008 GUIDA 393-463 25-06-2007 15:44 Pagina 461 MORTALITÀ SOTTO I 5 ANNI POVERTÀ 2004 DEBITO 2000 2004 SU 1.000 NATI VIVI POPOLAZIONE CHE VIVE CON MENO DI 1 $ AL GIORNO ESPORTAZIONI DI BENI E SERVIZI 21 <2% 9,8% Cecenia: secoli di lotte S ituata nel sud-ovest della Russia, la Repubblica Cecena di Ichkeria (Cecenia) è un’area di 15.000 kmq sul versante orientale del Caucaso. Confina a ovest con l’Ossezia e l’Inguscezia, a est con il Daghestan e a sud con la Georgia. Il territorio è pianeggiante nel nord e nella parte occidentale. L’attività agricola si concentra per lo più nelle valli dei fiumi Terek e Sunzha. La Cecenia e tutta la regione sono ricche di petrolio e di gas naturale. I ceceni erano originariamente uno fra i tanti gruppi etnici che componevano lo stato alano, nato nell’VIII sec. e distrutto dai mongoli nel XIII sec. Dopo circa duecento anni questa popolazione ridiscese nelle pianure, combattendo, ma anche commerciando, con russi e georgiani. Dal XVIII sec. la religione dei ceceni è l’islam sunnita. I ceceni si chiamano nokhchi e la loro lingua appartiene al ramo nakh della famiglia caucasica nord-orientale. Essi adottarono la scrittura araba fino al 1920 circa, poi, con l’avvento dell’Unione Sovietica, la sostituirono con l’alfabeto cirillico russo; ma usarono anche l’alfabeto latino. Quando proclamarono la Repubblica Cecena, nel 1991, adottarono ufficialmente l’alfabeto latino. LA RESISTENZA ALLO ZAR Dal XVI al XVIII sec. la regione del Caucaso fu contesa tra gli zar russi, l’impero ottomano e la Persia. Nacque allora il movimento di resistenza agli invasori, guidato da Sheikh Mansur. Questo leggendario eroe nazionale fu catturato dai russi nel 1791 e morì in carcere. Pur mantenendo rapporti commerciali con la Russia, la Cecenia resistette ai tentativi di annessione da parte dello zar. Nel 1840 Imam Shamil diede avvio a una rivolta che coinvolse anche altri popoli caucasici e respinse le truppe imperiali di Nicola I e Alessandro II per più di un decennio. Ma infine, nel 1859, l’impero russo annetté la Cecenia. Shamil fu catturato e morì in esilio. IL MONDO VISTO DAL SUD IL PERIODO SOVIETICO Dopo la rivoluzione russa del 1917 i ceceni combatterono localmente nella guerra civile sia contro i cosacchi – cioè gli anticomunisti o russi bianchi -, sia contro i comunisti. Con la vittoria dei sovietici, i ceceni si unirono con altri popoli caucasici formando, nel 1920, la Repubblica dei Popoli delle Montagne. Nel 1922 i sovietici ne staccarono la Cecenia facendone una regione autonoma, e nel 1924 abolirono la repubblica. Negli anni ’30 molti ceceni furono costretti a lavorare in fattorie collettive e subirono una persecuzione religiosa. Reagirono combattendo, per proteggere il loro stile di vita. Nel 1934 i sovietici unirono ceceni e ingusci nella Regione Autonoma CecenoInguscia che divenne, nel 1936, una repubblica autonoma. Durante la seconda guerra mondiale, Stalin accusò i ceceni e gli ingusci di collaborare con i nazisti. Nel 1944 li fece deportare in Asia centrale e abolì la repubblica, che fu restaurata solo nel 1957, quando agli abitanti fu permesso di tornare dall’esilio. LA PRIMA GUERRA RUSSO-CECENA I ricchi giacimenti petroliferi della regione caucasica sono il motivo fondamentale dell’attuale conflitto. La Russia vuole mantenere il controllo sulla produzione e sull’esportazione del petrolio e del gas, contro i secessionisti ceceni e le multinazionali occidentali. Nell’ottobre del 1991 il generale Dzokhar Dudaev, che aveva cacciato il governo comunista da Grozny, ottenne una grande vittoria elettorale. La Cecenia proclamò l’indipendenza, ma Mosca si rifiutò di riconoscerla; gli ingusci formarono una repubblica per conto loro e Dudaev non riuscì a ottenere sostegno a livello internazionale. Nel dicembre del 1994 Boris Eltsin ordinò l’invasione della Cecenia. Grozny fu distrutta quasi completamente con le bombe, e infine venne occupata dall’esercito della Federazione Russa nel febbraio del 1995. Ci furono migliaia di morti. Dudaev dovette nascondersi, ma le sue truppe ribelli continuarono a combattere. Nel marzo del 1996, Eltsin e il presidente ceceno Zelimkhan Yandarbiyev concordarono il cessate il fuoco. In quell’anno erano già morte 40.000 persone, civili compresi, e 300.000 ceceni erano fuggiti all’estero. In seguito, la Federazione Russa riconobbe l’autonomia della Cecenia, ma proibì la secessione. Alcuni ceceni si convinsero a sostenere questa decisione, ma i ribelli continuarono a battersi per la piena indipendenza. In agosto le milizie svolsero una grande offensiva, impedendo alle truppe russe di riconquistare Grozny. In dicembre l’esercito russo, umiliato, concludeva le operazioni di ritiro. Aslan Mashkadov vinse le elezioni cecene del gennaio 1997. In maggio, fu firmato un trattato di pace sulla linea dell’accordo del 1996. Mashkadov, però, perse il controllo dei ribelli più radicali. La fine della prima guerra russocecena permise ai russi di riparare e riaprire la sezione cecena dell’oleodotto Baku-Novorossijsk. Questo oleodotto è essenziale per la Russia, non solo perché la compagnia monopolista russa Transneft riscuote annualmente fino a 300 milioni di dollari di tariffe di transito, ma anche perché il suo funzionamento determinerà i tracciati delle future condutture del petrolio e del gas. L’oleodotto fu riaperto nel 1997. LA SECONDA GUERRA RUSSO-CECENA Nell’agosto del 1999 Vladimir Putin divenne primo ministro della Russia. In quel periodo, guerriglieri secessionisti islamici penetrarono in Cecenia dal Daghestan, occuparono alcuni villaggi e proclamarono la regione terra islamica. Le truppe russe riconquistarono i villaggi, ma i combattenti ceceni si unirono al tentativo di stabilire uno stato islamico. Una serie di attacchi terroristici a Mosca fu attribuita da Putin ai terroristi islamici ceceni e diede luogo a un nuovo assalto a Grozny. Il leader ribelle Shamil Basaev negò ogni responsabilità in quegli attentati. L’ascesa di Putin alla presidenza alla fine del 1999 rafforzò l’intenzione della Russia di mantenere la Cecenia all’interno della Federazione. I duri scontri tra l’esercito russo e i 2.000 ribelli ceceni continuarono fino agli inizi di febbraio 2000. Grozny era ormai una città in rovina, ma in mano ai russi. Circa la metà dei ribelli sopravvissuti fuggirono sulle montagne della Cecenia meridionale, dove continuarono a combattere. La capitale fu trasferita a Gudermes. I ceceni fatti prigionieri furono inviati in centri di detenzione a Chernokosovo, nel nord della Cecenia, e a Mozdok, in Inguscezia. Secondo diverse associazioni per i diritti umani, questi prigionieri furono torturati. Il conflitto proseguì nel 2001 tra denunce di violazioni dei diritti umani perpetrate dai soldati russi. Dopo gli attacchi dell’11 settembre agli USA, Putin presentò la guerra in Cecenia come una “operazione antiterroristica” contro estremisti islamici collegati ad al-Qaeda. Si guadagnò così l’appoggio di alcuni paesi occidentali che prima avevano ignorato o condannato la guerra. Nell’ottobre del 2002 una banda di 50 guerriglieri ceceni sequestrò 800 civili all’interno del teatro Dubrovka a Mosca, minacciando di uccidere gli ostaggi se l’esercito russo non si fosse ritirato dalla Cecenia. Dopo la crisi, Putin organizzò un referendum nel maggio del 2003 in cui la maggioranza dei ceceni votò a favore dell’assegnazione alla Cecenia dello status di repubblica all’interno della Federazione Russa. Ma i guerriglieri respinsero tale decisione e giurarono di continuare la lotta per l’indipendenza totale. Il 27 novembre 2005 si svolsero le prime elezioni politiche, in un clima di discussioni tra diversi settori, da quando le truppe russe avevano preso il controllo. Varie organizzazioni per i diritti umani denunciarono che quel voto era una farsa; il livello di violenza impediva di realizzare elezioni libere e giuste. Nel luglio 2006 il leader dei ribelli, Abdul Khalim Saydullayev – nominato dai separatisti presidente della Repubblica Cecena – morì durante uno scontro a fuoco con la polizia ad Argun, a 30 km ad est di Grozny. Russia 461 GUIDA 393-463 25-06-2007 15:44 Pagina 462 MALNUTRIZIONE MORTALITÀ MATERNA FONTI D’ACQUA 1996-2004 2000 SU 100.000 NATI VIVI SOTTO I 5 ANNI POPOLAZIONE CHE ACCEDE A FONTI PULITE 67 3% 96% titolo di indennizzo. 23 Tra il 1861 e il 1862, diversi gruppi rivoluzionari diedero vita a San Pietroburgo all’associazione clandestina Terra e Libertà, attiva fino al 1864. La ribellione polacca del 1863 e un fallito attentato contro lo zar favorirono l’inasprirsi della repressione. 24 I militanti favorevoli ad azioni terroristiche diedero vita al gruppo Volontà del Popolo, che, nel 1881, assassinò lo zar Alessandro II. I leader del gruppo vennero impiccati; il nuovo zar Alessandro III annullò le riforme avviate e rafforzò la dittatura. 25 All’inizio del XX secolo, nell’ambito del Partito Operaio Socialdemocratico Russo (POSDR), i “bolscevichi” di Vladimir Ilic Uljanov, meglio conosciuto con il soprannome di Lenin, propugnavano la rivoluzione del proletariato, mentre i “menscevichi” sostenevano un socialismo di tipo riformista. 26 L’espansionismo russo in Asia orientale finì per provocare lo scoppio, nel 1904, della guerra contro il Giappone. La sconfitta riportata dalla Russia in questa occasione generò un forte malcontento interno. Nel 1905 la violenta repressione condotta dalla guardia imperiale sui manifestanti riunitisi a Mosca scatenò nelle due capitali la rivolta popolare, che riuscì a essere contenuta solo dopo l’emanazione da parte dello zar del Manifesto del 17 ottobre, dov’era prevista la convocazione di un parlamento elettivo (Duma). 27 Le richieste avanzate dalla Duma - riforma agraria, uguaglianza di diritti in materia di religione (quella ufficiale era la ortodossa), amnistia per i prigionieri politici, autonomia per la Polonia vennero giudicate inaccettabili dallo zar. La Duma fu quindi sciolta e il regime assolutista dello zar soffocò nel sangue la cosiddetta prima rivoluzione russa. Anche la seconda Duma venne infine sciolta, mentre quelle successive ebbero sempre maggioranze di centrodestra, grazie a una riforma elettorale che aveva favorito i conservatori. 28 L’entrata della Russia nel primo conflitto mondiale accelerò la crisi del regime zarista. Nel gennaio del 1917 il Soviet (consiglio) degli operai e dei soldati di Pietrogrado e la Duma presero accordi per formare un nuovo governo. In febbraio lo zar Nicola II abdicò e la Duma diede vita a un governo provvisorio, mentre i Soviet si moltiplicavano in tutto il paese. Il governo tedesco autorizzò il transito sul proprio territorio di un gruppo di bolscevichi guidati da Lenin, che, di ritorno dall’esilio, sperava di destabilizzare il regime. 29 “Pace, pane e terra” e “tutto il 462 Russia potere ai Soviet” divennero la parola d’ordine dei bolscevichi. Il 25 ottobre secondo il calendario giuliano (il 7 novembre) Lenin si mise alla guida dell’insurrezione che rovesciò il governo e instaurò la prima repubblica socialista della storia. Agli inizi del 1918 i bolscevichi sciolsero l’Assemblea costituente, formata in gran parte da socialisti rivoluzionari. 30 Il governo sovietico (Consiglio dei commissari del popolo) approvò la pace “senza annessioni né indennità”, abolì la proprietà privata della terra, nazionalizzò le banche, sancì il controllo delle fabbriche da parte del proletariato, istituì una milizia e un tribunale rivoluzionari, abolì i privilegi di classe e quelli originati dal diritto d’eredità, attuò una separazione fra Chiesa e Stato e proclamò l’uguaglianza fra uomini e donne. 31 Davanti alla pace decisa unilateralmente dalla Russia, nel 1918 Germania, Francia e Regno Unito inviarono le proprie truppe in appoggio alle “guardie bianche”, costituite da gruppi di militari dell’antico regime. Nel luglio 1919 la Repubblica Socialista Federale Sovietica Russa (RSFSR) fu istituita con l’adozione di una Costituzione basata sul sistema dei soviet e sulla dittatura del proletariato. In quello stesso mese lo zar Nicola II e la sua famiglia furono giustiziati. Nel 1920 l’offensiva straniera venne respinta, ma la guerra civile si concluse due anni dopo, con il trionfo dell’Armata Rossa guidata da Lev Trotzkij. In quegli anni il governo sovietico instaurò il “comunismo di guerra”, attuando una centralizzazione estrema del potere e abolendo il libero commercio interno. 32 Alla fine del 1922 la Federazione Russa, Ucraina, Bielorussa e la Federazione Transcaucasica (Azerbaigian, Armenia e Georgia) formarono l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). 33 Davanti al rischio di un imminente collasso economico, nel 1921 il PCR si vide costretto ad abbandonare il “comunismo di guerra”, adottando la cosiddetta nuova politica economica (NEP). La NEP consisteva in un parziale ritorno alle leggi del mercato e alla gestione privata della piccola impresa, specie nei settori agricolo e dell’artigianato, lasciando che fosse lo stato a farsi carico delle grandi infrastrutture, dell’industria pesante e della pianificazione economica nel suo complesso. La NEP venne interrotta dalla morte di Lenin avvenuta nel 1924. Nel 1922 Iosif Stalin aveva assunto la segreteria generale del partito. Un altro dei protagonisti di quegli anni, Trotzkij, fu invece costretto all’esilio, per morire infine MEDICI 2002 assassinato in Messico nel 1940. Stalin impose nuovamente la pianificazione centralizzata dell’economia con la collettivizzazione forzata dell’agricoltura. L’eliminazione fisica dei dissidenti portò a processi sommari come quelli svoltisi tra il 1934 e il 1938. Si calcola che in quel periodo la Grande Purga sia costata la vita a 10 milioni di persone. L’insieme delle purghe staliniane provocò circa 20 milioni di morti. 35 All’inizio della seconda guerra mondiale, grazie a un accordo segreto stipulato con la Germania (patto Molotov-Ribbentrop), l’URSS occupò parte della Polonia, insieme a Romania, Estonia, Lettonia e Lituania. Nel 1941 Hitler mobilitò tutte le sue forze nell’invasione dell’URSS. A un prezzo di 25-30 milioni di vittime, la controffensiva sovietica riuscì alla fine a far retrocedere le truppe tedesche, mentre l’Armata Rossa, dopo aver liberato diverse nazioni lungo il suo cammino, giungeva infine a Berlino per occuparla nel maggio del 1945. 36 Nel 1945, alla conferenza di pace di Yalta, le potenze occidentali e l’URSS si accordarono in merito alle rispettive sfere di influenza in Europa. I comunisti salirono al potere in tutti i paesi occupati dall’Armata Rossa (Bulgaria, Ungheria, Romania, Cecoslovacchia, Polonia e Germania orientale), dove venne istituita una serie di repubbliche popolari, e successivamente socialiste, secondo il modello del PCUS. 37 Nel 1956, al ventesimo Congresso del PCUS, Nikita Krusciov diede avvio al processo di destalinizzazione, che però fu interrotto dalla sua destituzione da parte di Leonid Breznev, nell’ottobre del 1964. In quell’occasione venne proclamato il “socialismo compiuto”. 38 La strategia della guerra fredda, inaugurata dagli Stati Uniti nel secondo dopoguerra, scatenò la corsa agli armamenti. Nel 1955 fu istituito il Patto di Varsavia fra l’URSS e i paesi dell’Europa dell’Est ad essa alleati. 39 Nel 1985 Michail Gorbaciov assunse la carica di segretario generale del PCUS. La cosiddetta glasnost (trasparenza) politica e la perestrojka (riorganizzazione) economica, di cui Gorbaciov fu fautore, produssero una mobilitazione di forze favorevoli a una politica di trasformazione del paese e riproposero la questione dell’autonomia delle nazioni che componevano l’URSS. I profondi cambiamenti vissuti dall’URSS scatenarono processi analoghi anche negli altri paesi europei del blocco comunista. 40 Nell’aprile del 1986 si verificò un gravissimo incidente a uno dei 34 1990-2004 OGNI 100.000 ABITANTI 417 reattori della centrale nucleare di Chernobyl (cfr. Ucraina). 41 In fatto di politica estera, Gorbaciov fu protagonista di importanti iniziative, quali la ritirata dell’esercito sovietico dall’Afghanistan (occupato nel 1979), la ratifica di accordi volti alla riduzione degli armamenti nucleari e l’accettazione della riunificazione della Germania. Inoltre, vi furono diversi incontri con il presidente degli Stati Uniti e nel 1990 Gorbaciov propose di andare verso uno scioglimento graduale del Patto di Varsavia e della NATO. 42 Nel giugno del 1991 venne eletto presidente della Repubblica Russa Boris Eltsin. Dopo un fallito colpo di stato nell’agosto del 1991, il PCUS, al potere da più di 70 anni, venne sciolto. 43 Nella regione della Cecenia, alla fine di ottobre, si svolsero le elezioni parlamentari e presidenziali, a seguito delle quali assunse il potere il generale Dzhojar Dudaev, leader del movimento nazionalista ceceno. Dudaev all’inizio di novembre proclamò l’indipendenza della Repubblica della Cecenia. Mosca reagì decretando un embargo economico. Nel frattempo, Boris Eltsin assunse la carica di presidente dello Stato russo, mentre quella di presidente del Parlamento (Duma) andò al ceceno Ruslan Khasbulatov. 44 L’8 dicembre Boris Eltsin per la Russia, Stanislav Shushkevich per la Bielorussia e Leonid Kravciuk per l’Ucraina si riunirono per decidere formalmente lo scioglimento e la fine dell’URSS, nata dal trattato del 1922, e per proclamare di conseguenza la nascita della Comunità di Stati indipendenti. Lettonia, Estonia e Lituania si separarono dalla CSI e vennero in seguito riconosciute dall’ONU. 45 Nel marzo del 1993 la Duma si oppose a un referendum proposto da Eltsin, e tentò invano di limitarne i poteri. Eltsin privò di ogni potere la Duma, che reagì destituendo il presidente e sostituendolo con Alexandr Rutskoi. Quello stesso giorno, il 22 settembre, la polizia circondò la sede del Parlamento russo. 46 La tensione continuò ad aumentare e il 4 ottobre la Duma fu presa d’assalto da carri armati in assetto di guerra. Diversi leader fra gli oppositori di Eltsin, come il vicepresidente del Parlamento Rutskoi e il presidente Ruslan Khasbulatov, vennero arrestati. Eltsin indisse nuove elezioni e un referendum per ampliare i propri poteri. 47 Le elezioni di dicembre segnarono la sconfitta dei sostenitori di Eltsin, ma il 60% dei votanti approvò la riforma costituzionale che dava maggiori GUIDA DEL MONDO 2007/2008 GUIDA 393-463 25-06-2007 15:44 DEBITO ESTERO Pagina 463 IMPORTAZIONI 2004 ESPORTAZIONI 2004 AIUTI RICEVUTI 2004 2003 PRO CAPITE BENI E SERVIZI BENI E SERVIZI PRO CAPITE $ 1.391 $ 130.144 $ 203.741 $9 poteri al presidente. Nel febbraio del 1994 la Russia firmò un accordo bilaterale con la repubblica del Tatarstan, iniziando i preparativi per un analogo accordo con la Cecenia. Ma la tensione fra Mosca e il movimento indipendentista ceceno era ormai troppo alta e nel mese di dicembre portò a un intervento armato ordinato da Eltsin. 48 Nel 1995 Grozny, la capitale cecena, venne quasi completamente rasa al suolo. In dicembre il Partito Comunista di Gennadi Zyuganov vinse le elezioni legislative con il 22,3%. 49 La vittoria dei comunisti fece temere a Eltsin una sconfitta anche alle elezioni presidenziali del luglio del 1996. Per evitare tale rischio, il presidente modificò la propria politica, rallentando le privatizzazioni delle aziende statali e nominando cancelliere Evgenij Primakov, un diplomatico dell’epoca sovietica legato a Gorbaciov. 50 Al secondo turno elettorale, svoltosi in luglio, Eltsin riscosse il 53,8% dei voti, mentre Zyuganov ottenne il 40%. Il presidente uscente riuscì a vincere grazie ad un’insperata alleanza con Aleksandr Lebed, uno dei candidati dell’opposizione, che aveva ottenuto undici milioni di voti. 51 Nominato consigliere alla sicurezza dello Stato, Lebed iniziò subito a muoversi per concludere la guerra in Cecenia che aveva già provocato più di 80 mila vittime. 52 Dopo un lungo periodo di convalescenza, Eltsin ritornò sulla scena politica nel marzo del 1997. Fece un rimpasto governativo e lanciò un programma ambizioso di tagli alla spesa pubblica e grandi privatizzazioni. Le condizioni di vita della popolazione russa peggioravano in modo evidente. Il caotico passaggio a un’economia di mercato aveva facilitato l’ascesa della mafia (nel 1997 il 73% del settore bancario era sotto il controllo di quest’ultima che, fra i suoi traffici più redditizi, contava anche quello del traffico di materiale nucleare). 53 Il 12 maggio Eltsin firmò un accordo con la Cecenia concedendole un’ampia autonomia. 54 Nel settembre 1998 Evgenij Primakov fu eletto cancelliere. Vennero stabiliti nuovi controlli fiscali e lo Stato cominciò a intervenire nell’economia. Sul piano internazionale Primakov introdusse una politica meno dipendente dalle decisioni di Washington e si pose in contrasto con Clinton e Blair riguardo agli attacchi che USA e Regno Unito sferrarono contro l’Iraq nel dicembre 1998. 55 In maggio, durante i bombardamenti in Iugoslavia, Eltsin sostituì Primakov con Sergei Stepashin. In agosto, infine, IL MONDO VISTO DAL SUD Stepashin venne rimpiazzato da Vladimir Putin. 56 Nell’agosto 1999 un contingente di guerriglieri varcò la frontiera cecena, entrò in Daghestan e conquistò alcune città. L’esercito russo espulse i ribelli dopo alcune settimane di scontri. Una serie di attentati con bombe contro edifici civili a Mosca causò decine di morti e fu attribuita a terroristi ceceni. Putin si impegnò a “recuperare” la Cecenia all’interno della Federazione e usò tutti i mezzi possibili per conquistare il territorio; ma dopo otto mesi di combattimenti i russi riuscivano a malapena a mantenere la calma a Grozny e nella regione centrale, mentre i guerriglieri conservavano le loro posizioni sulle montagne. 57 Il 31 dicembre 1999, a sorpresa, Eltsin si dimise, lasciando il governo nelle mani di Putin. Primakov, un altro candidato alla presidenza, si ritirò a causa dell’impossibilità di formare un’alleanza abbastanza ampia da opporsi al delfino di Eltsin. Le elezioni anticipate, celebrate il 26 marzo 2000, videro la vittoria di Putin al primo turno. 58 Nel marzo 2001 Putin effettuò il suo primo cambio di governo nominando ministro della Difesa Sergei Ivanov. 59 Nel dicembre 2001 la Duma approvò il primo bilancio non deficitario dalla caduta dell’Unione Sovietica. La caduta dei prezzi del gas e del petrolio in seguito agli attacchi terroristici dell’11 settembre contro gli Stati Uniti costrinsero il ministero delle Finanze a rifare i suoi calcoli, perché il prezzo al barile era sceso dopo la prima approvazione del bilancio. La Russia era diventata il secondo esportatore mondiale di petrolio dopo l’Arabia Saudita. 60 Il 23 ottobre 2002 un commando di kamikaze ceceni irruppe nel teatro Dubrovka di Mosca, durante la rappresentazione di uno spettacolo, prendendo in ostaggio circa 700 persone e minacciando di far saltare in aria l’edificio se le truppe russe non si fossero subito ritirate dalla “repubblica caucasica“. Il presidente indipendentista ceceno Aslan Maskadov condannò l’azione del commando, ma Putin lo accusò di averla pianificata e diretta. Mosca, inoltre, mise in relazione l’attacco con il terrorismo internazionale. I ribelli minacciarono di iniziare a uccidere gli ostaggi. Alcuni dei parenti degli ostaggi manifestarono sulla Piazza Rossa per la pace in Cecenia. Putin ordinò un blitz delle forze di sicurezza nella notte del 25 ottobre. Le teste di cuoio russe immisero del gas attraverso gli impianti di areazione e penetrarono nei sotterranei del teatro. 50 terroristi furono uccisi, tra cui il capo, Movsar Barayev; 117 ostaggi morirono a causa dei gas e centinaia vennero ricoverati per intossicazione. Due ostaggi furono uccisi con colpi di arma da fuoco. Sulla natura dei gas utilizzati ci fu polemica per giorni. Il ministro della Sanità, Alexander Shevchenko, dichiarò ufficialmente che era stato impiegato un anestetico a base di oppio. 61 Nei primi mesi del 2003, nel vivo della crisi irachena, la Russia si schierò al fianco della Francia e della Germania nel respingere la richiesta statunitense e britannica di una seconda risoluzione ONU, dopo la 1441 (vedi Iraq). Non partecipò, pertanto, al successivo attacco che ebbe inizio il 20 marzo 2003. 62 Secondo gli analisti, dietro il conflitto russo-ceceno vi erano anche gli interessi finanziari di compagnie petrolifere transnazionali, come Chevron, Exxon Mobil e Unocal. Dopo il crollo dell’ex URSS, queste compagnie avevano cercato di conquistarsi l'accesso al Mar Caspio. La guerra per il controllo del petrolio russo spinse anche gli Stati Uniti a finanziare la costruzione di un condotto lungo 1.750 km in grado di trasportare un milione di barili di greggio al giorno da Baku alla Turchia, senza attraversare l’Iran. 63 Durante i primi sei mesi dell’anno, 12.700 cittadini russi fecero domanda di asilo politico presso le ambasciate estere. 64 Nel marzo 2004 Putin fu rieletto presidente con oltre il 70% dei voti. 65 Nello stesso mese, gli attacchi terroristici all’interno della Russia si intensificarono. Uno ebbe luogo in Uzbekistan e un altro nella metropolitana di Mosca, causando la morte di 40 persone. 66 Tra gennaio e marzo del 2004 si contarono 43 persone scomparse in Cecenia, tra le quali l’attivista dei diritti umani Aslan Davletukaev. 67 Oggi, in Russia, mentre la gente comune diventa sempre più povera, Mosca conta più miliardari di qualunque altra città al mondo, soprattutto a causa del tracollo finanziario e dell’accaparramento di beni pubblici avvenuto negli anni della rapida privatizzazione durante la presidenza di Eltsin. 68 Il 9 maggio 2004 il presidente della Repubblica separatista cecena (vedi scheda sulla Cecenia e Abkhazia), Akhmad Kadyrov, fu assassinato a Grozny. Il primo ministro Sergey Abramov assunse la presidenza ad interim. 69 L’UE decise di sostenere la richiesta d’ingresso della Russia nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). La Russia – la sola potenza economica rimasta fuori dalla WTO – doveva ancora negoziare la sua incorporazione con gli Stati Uniti e con la Cina. Putin disse che Mosca avrebbe accelerato il processo di ratifica del Protocollo di Kyoto, che mira a ridurre le emissioni di gas, causa del surriscaldamento globale. 70 Il 1° settembre un gruppo armato sequestrò più di 500 bambini, genitori e insegnanti in una scuola a Beslan, nel sud della Russia. I sequestratori chiesero il rilascio dei paramilitari ceceni incarcerati nella vicina Inguscezia e il ritiro delle truppe russe dalla Cecenia. Putin era in ferie, ma rientrò a Mosca per affrontare la crisi. 71 Dopo violenti scontri tra l’esercito russo e i sequestratori, e dopo due giorni di lutto nazionale, le autorità comunicarono che i morti erano più di 300 e che almeno 200 persone risultavano disperse. I partiti di opposizione e i media indipendenti contestarono la politica di sicurezza del governo. Alcune correnti politiche aprirono un dibattito sulle leggi antiterrorismo. Infine, nel maggio 2006 il solo rapitore sopravvissuto – il falegname ceceno Nur-Pashi Kulayev – fu accusato di omicidio e terrorismo e condannato all’ergastolo. 72 Tra gennaio e febbraio 2005 vi fu una serie di manifestazioni in tutta la Russia: centinaia di migliaia di persone protestarono contro la politica dei salari voluta da Putin. La popolarità del presidente iniziò a declinare, come pure il suo sostegno da parte dell’esercito e della polizia. 73 In aprile il Memorial Human Rights Center riferì che in Cecenia, dal 2000, più di 3.000 ceceni erano morti, 1.543 erano stati rapiti, dei quali 892 risultavano ancora dispersi. 74 Nel maggio 2006 Putin accusò gli Stati Uniti di impedire l’entrata della Russia nella WTO, attesa per luglio o agosto di quello stesso anno. Mosca dichiarò che Washington chiedeva condizioni più dure per la Russia che per altri paesi. 75 In quel mese il sindaco di Mosca Yuri Luzhkoy e un tribunale locale proibirono il primo corteo Gay Pride in Russia, ricordando che l’omosessualità era stata depenalizzata nel 1993, ma giustificandosi con la necessità di prevenire scontri con gruppi religiosi e di mantenere la scorrevolezza del traffico. Le associazioni dei gay cercarono di effettuare comunque la loro marcia, nonostante il divieto, e furono affrontate dai gruppi religiosi più estremisti. Più di 70 persone vennero arrestate. Russia 463