15:44
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Russia
Popolazione:
Superficie:
Capitale:
Moneta:
Lingua:
Rossija
0
20
0
60
R.U.
LA
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Mar di Norvegia
NOR.
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120
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Mar di
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ALTOPIANO DELLA
Mar di
Bering
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Okhotsk
SIBERIA CENTRALE
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L. d'Aral
A
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MONGOLIA
N
TA
4
Vladimiro I il Grande (9801015), figlio e successore di
Svjatoslav, consolidò
l’organizzazione giuridica, dinastica
e territoriale dello stato russo. Per
superare l’isolamento della Rus
“pagana” nei confronti di una
Europa che ormai professava il
monoteismo, nel 988 Vladimiro
introdusse il cristianesimo come
religione di stato.
5
Al termine del regno di
Vladimiro, il principato di Novgorod
manifestò un forte anelito
AMBIENTE
È il paese più vasto del mondo, suddiviso in cinque
grandi regioni: regione europea, area degli Urali,
Siberia, Caucaso, regione dell’Asia Centrale. Quella
europea, tra le frontiere occidentali e i monti Urali
(confine convenzionale tra Europa e Asia), è una vasta
pianura attraversata dai fiumi Volga, Don e Dnepr; è
la regione più ricca. Presso la catena degli Urali, che si
estende da nord a sud, vi sono importanti giacimenti
di minerali e di petrolio. La Siberia, tra gli Urali e la
costa del Pacifico, è ricca di risorse naturali ma
scarsamente popolata a causa del clima rigido. Il
Caucaso è un’enorme steppa che si estende verso nord
a partire dai monti omonimi, tra il Mar Nero e il Mar
Caspio. La regione dell’Asia Centrale è una grande
depressione che comprende deserti, steppe e
montagne. Nelle pianure si coltivano cereali, patate e
barbabietole da zucchero; in Asia Centrale, cotone e
frutta; nella regione del Caucaso e del Mar Nero – dal
clima subtropicale – tè, uva e agrumi. Il paese
possiede abbondanti risorse minerarie: petrolio,
carbone, ferro, rame, zinco, piombo, bauxite,
manganese e stagno negli Urali, nel Caucaso e nella
Siberia Centrale.
SOCIETÀ
Popolazione: Russi, 81,5%; tatari, 3,8%; ucraini,
2,9%; altre nazionalità, 10% (più di cento: baschiri,
bielorussi, ceceni, moldavi…) (1996).
Religione: In maggioranza cristiana ortodossa;
V
Y
Am
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Habarovsk
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Cita
Vladivostok
GIAPPONE
Corea del
Sud
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TURKMENISTAN
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KAZAKISTAN
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Barnaul
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Mar Caspio
A
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Bur'ats
Krasnojarsk
Novosibirsk
Celjabinsk
O
Jekaterinburg
Samara
all’indipendenza. Per consolidare il
proprio potere Sviatopolk,
successore di Vladimiro, uccise tre
dei suoi fratelli, ma alla fine venne
sconfitto dal quarto, Yaroslav,
principe di Novgorod, che assunse
così il potere assoluto a Kiev e
concesse a Novgorod numerose
prebende. Dopo la sua morte, si
formarono la repubblica feudale di
Novgorod e una serie di principati,
fra cui quello di Vladimir-Suzdal e di
Galich-Volin. Nel 1147 il nome di
Mosca (principato di Rostov-Suzdal)
SINOSSI
IL MONDO VISTO DAL SUD
300 km
180
PetropavlovskKamcatski
Magadan
Le
Vorkuta
Nizni
Novgorod
Kazan
Krasnodar
Mar
Nero
100
Arcangelo
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BIELORUSSIA
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(Nuova Terra) a
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Murmansk
S. Pietroburgo
Mosca
40
M a r G l a c i a l e A r t i c o
^
P
rima dell’apparizione degli slavi
nel grande scenario della storia,
il territorio europeo attualmente
occupato dalla Federazione Russa,
Bielorussa ed Ucraina aveva ospitato
gli insediamenti di diverse
popolazioni, fra cui gli sciti, e subìto
le invasioni di unni, avari, goti e
magiari. Le prime testimonianze
relative a stanziamenti slavi
risalgono al VI secolo. Gli scrittori
bizantini segnalano l’esistenza di
tribù slave, ciascuna con il proprio
capo: poliani (stabilitisi a Kiev),
drevliani, radimici, krivici, vjatici,
meriani ed altri ancora.
2
Nel IX secolo si formò il primo
stato russo, conosciuto come
“Antica Rus” o “Rus di Kiev”. La Rus
di Kiev sorse a partire dalle lotte fra
i khazari, stanziatisi a sud, e i
variaghi (tribù d’origine scandinava)
del nord. Nel IX secolo la rotta
commerciale che univa il Baltico con
il Mar Nero (“via dai variaghi ai
greci”) lungo il fiume Dnepr,
acquistò un’importanza strategica a
livello europeo.
3
Nell’anno 882 il principe Oleg
di Novgorod conquistò Kiev,
trasformandola nel nuovo centro
dello stato russo. Nel 907 Oleg firmò
un trattato molto vantaggioso per
la Rus. Durante il regno di
Svjatoslav, nipote di Oleg, la guerra
contro l’impero bizantino e la
Bulgaria assunse dimensioni
gigantesche.
141.900.445 ab.
17.075.400 kmq
Mosca
Rublo
Russo
Corea
del
Nord
25-06-2007
Circ
olo
Pola
re A
rtico
GUIDA 393-463
minoranze musulmane, protestanti ed ebree.
Lingua: Russo (ufficiale); vi sono tante lingue quante
nazionalità.
Partiti politici (principali): Russia Unita; Partito
Comunista della Federazione Russa; Partito
Liberaldemocratico della Russia; Unione Patriottica
Nazionale.
Organizzazioni sociali (principali): Federazione dei
Sindacati Indipendenti di Russia (FNPR), con più di 40
milioni di lavoratori iscritti; Confederazione Laburista
di tutta la Russia; Confederazione Russa Laburista.
STATO
Nome ufficiale: Rossiyskaya Federatsiya.
Divisione amministrativa: La federazione è
formata da 26 repubbliche autonome.
Capitale: Mosca (Moskva), 9.314.000 ab. (1999).
Altre città: San Pietroburgo, 4.656.900 ab.; Nizni
Novgorod, 1.351.800 ab.; Novosibirsk, 1.397.800 ab.
(2000).
Governo: Repubblica parlamentare. Vladimir Putin,
presidente dal 1999, rieletto nel 2004; Mikhail
Fradkov, primo ministro dal marzo del 2004. Organo
legislativo bicamerale (Assemblea Federale): Duma,
con 450 membri, e Consiglio della Federazione, con
178 membri.
Festa nazionale: 12 giugno, Giornata della Russia
(1990).
Forze armate: 1.270.000 (1996). Altro: 220.000.
è menzionato per la prima volta
nelle cronache.
6
Nel 1237 le orde mongole dei
tartari, capeggiate da Batu-khan,
nipote del khan Tengiz, invasero i
principati di Rjazan e di Vladimir,
impadronendosi di Mosca e di altre
città russe. La penetrazione
mongola proseguì con la conquista
di altri principati tra il 1239 e il
1240, anno in cui iniziò la
dominazione mongola, destinata a
durare due secoli e mezzo. Intanto
da Occidente incombeva un altro
pericolo, rappresentato dalle
popolazioni teutoniche e svedesi.
Nel 1242 il principe Alessandro di
Novgorod riuscì a bloccare
l’avanzata dei teutoni nella famosa
“battaglia sul ghiaccio” del lago
Chudskoye, presso il fiume Neva.
Grazie a tale vittoria, il principe
russo ottenne il titolo di Nevskij.
7
All’inizio del XIV secolo
iniziarono a emergere i principati di
Tver, Mosca, Rjazan e Novgorod.
8
Nel 1380 il principe di Mosca
Demetrio sconfisse i mongoli nella
battaglia di Kulikovo, nei pressi del
fiume Don. La lotta per la libertà
durò un secolo, per concludersi
vittoriosamente nel 1480, quando
l’ultimo khan dell’Orda d’Oro,
Ajmat, non ebbe il coraggio di
sfidare in battaglia le truppe
schierate dal principe Ivan III lungo
il fiume Ugra. Fu Ivan III a portare a
termine il processo di unificazione
delle terre russe, ponendole sotto il
comando di Mosca. Nel 1439 i russi
abbandonarono la Chiesa Ortodossa
Greca e istituirono la Chiesa
Ortodossa Russa.
9
Nel 1547 salì sul trono di Mosca
Ivan IV, detto il Terribile. Nel 1552
Ivan IV prese il Khazan, annettendo
così alla Russia i territori del medio
corso del Volga, popolato da tartari,
ciuvasci, mari, mordvini e udmurti.
Nel 1556 condusse a termine
l’occupazione del khanato mongolo
Russia
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ASPETTATIVA DI VITA
65
460
Russia
DIFFUSIONE DELL’HIV/AIDS
2000-2004
2004
ANNI
di Astrakhan, mentre ad ovest
proseguiva la guerra contro lo stato
polacco-lituano per aggiudicarsi
uno sbocco sul Mar Baltico. In quegli
anni venne introdotta la servitù
della gleba. Ivan IV consolidò il suo
potere procedendo all’eliminazione
di diversi clan boiari (alta nobiltà).
10
Alla morte di Ivan IV, avvenuta
nel 1584, gli succedette il figlio
Fëdor I, ma il potere venne assunto
di fatto dal boiaro Boris Godunov.
Nel 1591 morì in circostanze
misteriose il principe Demetrio,
unico erede legittimo al trono (era il
fratello di Fëdor I, che non aveva
avuto figli). Godunov dichiarò
guerra alla Svezia e stipulò
un’alleanza con la Georgia, che finì
sotto il protettorato russo. In quegli
anni venne annesso alla Russia
anche il principato della Siberia.
11
Con la morte di Fëdor I la
dinastia regnante in Russia si
estinse. Il Concilio dei territori
(Zemski Sobor) elesse zar Boris
Godunov, decisione contestata dai
clan boiari di più alto lignaggio. Fu
così che in Russia ebbe inizio il
cosiddetto “periodo dei torbidi”
(1605-1613).
12
Tra il 1601 e il 1602, nel
territorio ucraino appartenente alla
Polonia, un impostore si proclamò
“principe Demetrio”, dichiarando di
essere fortunosamente riuscito a
sfuggire al complotto orchestrato
da Boris Godunov. Il presunto
principe Demetrio, alla guida di un
esercito, si diresse verso Mosca,
convincendo gli abitanti a insorgere
e usurpò il trono.
13
Nel 1606 i boiari uccisero il
“falso Demetrio”, ma nel 1607
apparve un altro impostore, il
secondo “falso Demetrio”,
appoggiato ancora una volta da
polacchi, lituani e svedesi. Un vasto
movimento popolare riuscì a cacciare
da Mosca i polacchi e nel 1613
un’Assemblea generale elesse
Michele Romanov nuovo zar. Tra il
1654 e il 1667, durante il regno dello
zar Alessandro, la Russia si trovò
nuovamente a fronteggiare la Svezia
e la Polonia nel corso di una guerra
in cui arrivò ad annettere vari
territori, tra cui l’Ucraina Orientale.
14
Durante gli anni della dinastia
Romanov, lo stato russo si trasformò
in monarchia assoluta, amministrata
da una burocrazia efficiente e da
un’oligarchia composta da nobili,
mercanti e vescovi ormai integrati
nella struttura statale. Il patriarca
Nikon realizzò la riforma della
Chiesa, portando a termine l’opera di
traduzione della Bibbia dal greco in
cirillico. Una parte del clero, la più
tradizionalista (i “vecchi credenti”),
dissentì apertamente dalla posizione
della Chiesa ufficiale e venne
perseguitata dando origine a una
profonda scissione all’interno della
Chiesa russa.
ALFABETI
PNL
2005-2010
2003
PRO
CAPITE
99%
1,1%
$ 3.400
DELLA POPOLAZIONE
ADULTA
DELLA POPOLAZIONE
TRA I 15 E I 49 ANNI
IN PRIMO PIANO
PROBLEMI AMBIENTALI
SITUAZIONE DEI MINORI
I principali fiumi del paese sono
inquinati dall’uso indiscriminato di
sostanze chimiche tossiche in
agricoltura e dalla mancanza di
trattamento dei rifiuti e delle
acque nere. Un altro fattore di
rischio è l’enorme quantità di
pesticidi vecchi e mai usati che
sono una minaccia seria
all’ambiente. Celjabinsk, città a
sud degli Urali, è una località con
elevati livelli di radioattività a
causa delle perdite nella sua
fabbrica di plutonio.
L’inquinamento dovuto agli
scarichi industriali minaccia il lago
Baikal.
I tassi di mortalità per i bambini con
meno di 1 anno e meno di 5 anni di
età erano rispettivamente di 17 e 21
per 1000 nati vivi. Circa il 6% dei
neonati è sottopeso, mentre il 13%
dei minori di 5 anni presenta ritardi
della crescita da moderati a gravi. Ci
sono rapporti che riferiscono di
bambini rapiti, o comprati ai
genitori, per farne vittime di abusi
sessuali, o usati nella pornografia
infantile oppure nel traffico di
organi. Il governo si è occupato in
alcuni casi di adozioni estere, in cui i
bambini russi adottati sono stati poi
costretti a lavorare nell’industria del
sesso.
DIRITTI DELLE DONNE
POPOLI INDIGENI/MINORANZE ETNICHE
Le donne hanno iniziato a votare e
ad essere eleggibili nel 1918. Nel
2003, le donne occupavano il 10%
dei seggi alla camera bassa e il
3,4% dei seggi alla camera alta del
parlamento. In quell’anno, le
donne costituivano il 49% di una
forza lavoro totale di 78 milioni di
persone. La disoccupazione
femminile era del 9%. All’inizio del
2006, nonostante i continui
miglioramenti dell’economia russa,
la povertà restava diffusa,
specialmente nelle aree intorno a
Mosca e San Pietroburgo, e colpiva
soprattutto donne e bambini.
L’HIV/AIDS continuava ad essere un
problema urgente. Alla fine del
2003 si stimava che 290.000 donne
di età compresa fra 15 e 49 anni
vivessero con l’HIV/AIDS.
15
Nel 1694, dopo l’ascesa al trono
di Pietro I, il regno moscovita iniziò
ad essere chiamato impero russo.
Pietro si rivolse all’Occidente per
importare i progressi scientifici e
tecnici di questi paesi e in
particolare per sviluppare la marina
russa. Alleatasi con la Danimarca e
la Polonia, la Russia intervenne con
successo nella grande guerra
nordica contro la Svezia (17001721). Nel 1703 lo zar Pietro fondò
San Pietroburgo, dove trasferì la
capitale imperiale.
16
Il regno di Pietro I si rivelò
oppressivo con una struttura
normativa così rigida da renderlo
affine a un sistema castale. Pietro I
represse in modo implacabile la
congiura ordita dai boiari moscoviti
più conservatori, arrivando a far
torturare e giustiziare anche il
proprio figlio Alessio, colpevole di
aver appoggiato i boiari.
17
Nel 1721, con il trattato di
Nystad, la Russia riuscì a riaffacciarsi
sul Baltico, ottenendo il controllo
La Russia è la casa di più di 100
gruppi etnici. I popoli che vivono
nel bacino del Volga e nell’area
degli Urali rappresentano meno
dell’8% della popolazione del
paese. Si tratta di baschiri,
calmucchi, komi, mari, mordvini,
tatari, udmurti e ciuvasci. Di questi
quasi la metà sono tatari, la
nazionalità più numerosa dopo i
russi. I tatari e i baschiri sono
musulmani, i calmucchi praticano il
buddhismo, mentre la religione più
comune nel resto della popolazione
è quella ortodossa cristiana. I popoli
che vivono nel Nord del Caucaso abazi, adighezi, balcari, ingusci,
cabardini, ceceni, chakassi, circassi,
karacayev, osseti -, e i gruppi etnici
del Dagestan (avari, agus, dargin,
delle province situate sulla costa
orientale e quello del Golfo di
Finlandia.
18
La morte improvvisa di Pietro,
nel 1725, aprì un periodo di
instabilità che ebbe termine nel
1762 con l’ascesa al trono di
Caterina II, il cui marito era stato
deposto dalla guardia imperiale.
L’espansione dell’impero russo
proseguì anche in questi anni, con
l’occupazione della regione
dell’Ucraina a est del Dnepr, la
conquista della Bielorussia, la
divisione della Polonia fra Russia e
Prussia, l’annessione della Lituania e
della Crimea, il controllo della costa
settentrionale del Mar Nero, la
penetrazione nelle steppe al di là
degli Urali e oltre il Mar Caspio, e il
progressivo rafforzamento
dell’influenza russa sui Balcani.
19
Nel 1801 l’assassinio dello zar
Paolo I da parte di un gruppo di
cospiratori aprì la strada per la salita
al trono di Alessandro I, che
impresse alla politica russa una vera
cumichi, lak, lezgini, nogay, rutuli,
tabasari e tsakhur) –
rappresentano meno del 3%
della popolazione russa. I popoli
che vivono in Siberia - altai,
buryat, tuva, khakas, shor,
yakut - e i circa 30 gruppi che
vivono nell’estremo nord
costituiscono lo 0,6% della
popolazione.
MIGRANTI/RIFUGIATI
Il numero di sfollati è crollato di
circa il 50% tra il 1996 e il 2003
(anno in cui circa 492.000 persone
erano sfollate). Secondo
statistiche ufficiali, nel 2003 il
governo ha concesso lo status di
rifugiato a circa 14.000 persone
(rispetto a 290.000 nel 1996),
11.500 dei quali erano dell’Ossezia
del sud, una repubblica che ha
dichiarato la propria
indipendenza dalla Georgia anche
se non ha il riconoscimento della
propria identità da parte della
comunità internazionale. All’inizio
del 2006, c’erano circa 1,5 milioni
di afghani che vivevano in Russia.
Il numero di rifugiati in Russia
provenienti dalle diverse
repubbliche ex-sovietiche è
ignoto.
PENA DI MORTE
Amnesty International considera
la Russia abolizionista ai fini
pratici. L’ultima esecuzione di cui
si ha notizia risale al 1999.
e propria svolta.
Alessandro cercò la
pacificazione, ma Napoleone nel
1805 dichiarò guerra alla Russia,
sconfiggendola ad Austerlitz. Nel
1812 l’armata francese di Napoleone
invase la Russia. La guerra si concluse
con la vittoria dell’esercito russo,
guidato dal generale Kutuzov. La
Russia divenne così la principale
potenza militare europea.
21
Nel 1848 la Russia di Nicola I non
fu toccata dal vento rivoluzionario
che scuoteva l’Europa, e il suo
esercito represse la rivolta degli
ungari in Transilvania. L’arretratezza
dell’impero russo emerse in modo
evidente dopo la sconfitta nella
guerra di Crimea contro il Regno
Unito e la Francia (1853-1856).
22
Nel 1861 lo zar Alessandro II
abolì finalmente la servitù della
gleba, per prevenire possibili
rivoluzioni contadine. Ai contadini
venne quindi restituita la libertà, ma
dietro il pagamento ai loro antichi
proprietari di ingenti somme a
20
GUIDA DEL MONDO 2007/2008
GUIDA 393-463
25-06-2007
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MORTALITÀ SOTTO I 5 ANNI
POVERTÀ
2004
DEBITO
2000
2004
SU 1.000
NATI VIVI
POPOLAZIONE CHE VIVE
CON MENO DI
1 $ AL GIORNO
ESPORTAZIONI
DI BENI E SERVIZI
21
<2%
9,8%
Cecenia: secoli di lotte
S
ituata nel sud-ovest della
Russia, la Repubblica Cecena
di Ichkeria (Cecenia) è un’area di
15.000 kmq sul versante orientale
del Caucaso. Confina a ovest con
l’Ossezia e l’Inguscezia, a est con il
Daghestan e a sud con la Georgia.
Il territorio è pianeggiante nel
nord e nella parte occidentale.
L’attività agricola si concentra per
lo più nelle valli dei fiumi Terek e
Sunzha. La Cecenia e tutta la
regione sono ricche di petrolio e
di gas naturale.
I ceceni erano originariamente
uno fra i tanti gruppi etnici che
componevano lo stato alano, nato
nell’VIII sec. e distrutto dai
mongoli nel XIII sec. Dopo circa
duecento anni questa
popolazione ridiscese nelle
pianure, combattendo, ma anche
commerciando, con russi e
georgiani. Dal XVIII sec. la
religione dei ceceni è l’islam
sunnita.
I ceceni si chiamano nokhchi e la
loro lingua appartiene al ramo
nakh della famiglia caucasica
nord-orientale. Essi adottarono la
scrittura araba fino al 1920 circa,
poi, con l’avvento dell’Unione
Sovietica, la sostituirono con
l’alfabeto cirillico russo; ma
usarono anche l’alfabeto latino.
Quando proclamarono la
Repubblica Cecena, nel 1991,
adottarono ufficialmente
l’alfabeto latino.
LA RESISTENZA ALLO ZAR
Dal XVI al XVIII sec. la regione del
Caucaso fu contesa tra gli zar
russi, l’impero ottomano e la
Persia. Nacque allora il
movimento di resistenza agli
invasori, guidato da Sheikh
Mansur. Questo leggendario eroe
nazionale fu catturato dai russi
nel 1791 e morì in carcere.
Pur mantenendo rapporti
commerciali con la Russia, la
Cecenia resistette ai tentativi di
annessione da parte dello zar. Nel
1840 Imam Shamil diede avvio a
una rivolta che coinvolse anche
altri popoli caucasici e respinse le
truppe imperiali di Nicola I e
Alessandro II per più di un
decennio. Ma infine, nel 1859,
l’impero russo annetté la Cecenia.
Shamil fu catturato e morì in
esilio.
IL MONDO VISTO DAL SUD
IL PERIODO SOVIETICO
Dopo la rivoluzione russa del 1917 i
ceceni combatterono localmente
nella guerra civile sia contro i
cosacchi – cioè gli anticomunisti o
russi bianchi -, sia contro i
comunisti. Con la vittoria dei
sovietici, i ceceni si unirono con altri
popoli caucasici formando, nel
1920, la Repubblica dei Popoli delle
Montagne. Nel 1922 i sovietici ne
staccarono la Cecenia facendone
una regione autonoma, e nel 1924
abolirono la repubblica.
Negli anni ’30 molti ceceni furono
costretti a lavorare in fattorie
collettive e subirono una
persecuzione religiosa. Reagirono
combattendo, per proteggere il
loro stile di vita. Nel 1934 i sovietici
unirono ceceni e ingusci nella
Regione Autonoma CecenoInguscia che divenne, nel 1936, una
repubblica autonoma.
Durante la seconda guerra
mondiale, Stalin accusò i ceceni e
gli ingusci di collaborare con i
nazisti. Nel 1944 li fece deportare in
Asia centrale e abolì la repubblica,
che fu restaurata solo nel 1957,
quando agli abitanti fu permesso di
tornare dall’esilio.
LA PRIMA GUERRA RUSSO-CECENA
I ricchi giacimenti petroliferi della
regione caucasica sono il motivo
fondamentale dell’attuale conflitto.
La Russia vuole mantenere il
controllo sulla produzione e
sull’esportazione del petrolio e del
gas, contro i secessionisti ceceni e le
multinazionali occidentali.
Nell’ottobre del 1991 il generale
Dzokhar Dudaev, che aveva cacciato
il governo comunista da Grozny,
ottenne una grande vittoria
elettorale. La Cecenia proclamò
l’indipendenza, ma Mosca si rifiutò
di riconoscerla; gli ingusci
formarono una repubblica per
conto loro e Dudaev non riuscì a
ottenere sostegno a livello
internazionale.
Nel dicembre del 1994 Boris Eltsin
ordinò l’invasione della Cecenia.
Grozny fu distrutta quasi
completamente con le bombe, e
infine venne occupata dall’esercito
della Federazione Russa nel
febbraio del 1995. Ci furono
migliaia di morti. Dudaev dovette
nascondersi, ma le sue truppe ribelli
continuarono a combattere.
Nel marzo del 1996, Eltsin e il
presidente ceceno Zelimkhan
Yandarbiyev concordarono il
cessate il fuoco. In quell’anno erano
già morte 40.000 persone, civili
compresi, e 300.000 ceceni erano
fuggiti all’estero. In seguito, la
Federazione Russa riconobbe
l’autonomia della Cecenia, ma
proibì la secessione. Alcuni ceceni si
convinsero a sostenere questa
decisione, ma i ribelli continuarono
a battersi per la piena
indipendenza. In agosto le milizie
svolsero una grande offensiva,
impedendo alle truppe russe di
riconquistare Grozny. In dicembre
l’esercito russo, umiliato,
concludeva le operazioni di ritiro.
Aslan Mashkadov vinse le elezioni
cecene del gennaio 1997. In
maggio, fu firmato un trattato di
pace sulla linea dell’accordo del
1996. Mashkadov, però, perse il
controllo dei ribelli più radicali.
La fine della prima guerra russocecena permise ai russi di riparare e
riaprire la sezione cecena
dell’oleodotto Baku-Novorossijsk.
Questo oleodotto è essenziale per
la Russia, non solo perché la
compagnia monopolista russa
Transneft riscuote annualmente
fino a 300 milioni di dollari di
tariffe di transito, ma anche perché
il suo funzionamento determinerà i
tracciati delle future condutture del
petrolio e del gas. L’oleodotto fu
riaperto nel 1997.
LA SECONDA GUERRA RUSSO-CECENA
Nell’agosto del 1999 Vladimir Putin
divenne primo ministro della Russia.
In quel periodo, guerriglieri
secessionisti islamici penetrarono in
Cecenia dal Daghestan, occuparono
alcuni villaggi e proclamarono la
regione terra islamica. Le truppe
russe riconquistarono i villaggi, ma i
combattenti ceceni si unirono al
tentativo di stabilire uno stato
islamico. Una serie di attacchi
terroristici a Mosca fu attribuita da
Putin ai terroristi islamici ceceni e
diede luogo a un nuovo assalto a
Grozny. Il leader ribelle Shamil
Basaev negò ogni responsabilità in
quegli attentati.
L’ascesa di Putin alla presidenza alla
fine del 1999 rafforzò l’intenzione
della Russia di mantenere la
Cecenia all’interno della
Federazione. I duri scontri tra
l’esercito russo e i 2.000 ribelli
ceceni continuarono fino agli inizi
di febbraio 2000. Grozny era ormai
una città in rovina, ma in mano ai
russi. Circa la metà dei ribelli
sopravvissuti fuggirono sulle
montagne della Cecenia
meridionale, dove continuarono a
combattere.
La capitale fu trasferita a
Gudermes. I ceceni fatti
prigionieri furono inviati in centri
di detenzione a Chernokosovo,
nel nord della Cecenia, e a
Mozdok, in Inguscezia. Secondo
diverse associazioni per i diritti
umani, questi prigionieri furono
torturati.
Il conflitto proseguì nel 2001 tra
denunce di violazioni dei diritti
umani perpetrate dai soldati russi.
Dopo gli attacchi dell’11
settembre agli USA, Putin
presentò la guerra in Cecenia
come una “operazione
antiterroristica” contro estremisti
islamici collegati ad al-Qaeda. Si
guadagnò così l’appoggio di
alcuni paesi occidentali che prima
avevano ignorato o condannato
la guerra.
Nell’ottobre del 2002 una banda
di 50 guerriglieri ceceni sequestrò
800 civili all’interno del teatro
Dubrovka a Mosca, minacciando
di uccidere gli ostaggi se l’esercito
russo non si fosse ritirato dalla
Cecenia. Dopo la crisi, Putin
organizzò un referendum nel
maggio del 2003 in cui la
maggioranza dei ceceni votò a
favore dell’assegnazione alla
Cecenia dello status di repubblica
all’interno della Federazione
Russa. Ma i guerriglieri respinsero
tale decisione e giurarono di
continuare la lotta per
l’indipendenza totale.
Il 27 novembre 2005 si svolsero le
prime elezioni politiche, in un
clima di discussioni tra diversi settori, da quando le truppe russe
avevano preso il controllo. Varie
organizzazioni per i diritti umani
denunciarono che quel voto era
una farsa; il livello di violenza
impediva di realizzare elezioni
libere e giuste.
Nel luglio 2006 il leader dei ribelli, Abdul Khalim Saydullayev –
nominato dai separatisti presidente della Repubblica Cecena –
morì durante uno scontro a fuoco
con la polizia ad Argun, a 30 km
ad est di Grozny.
Russia
461
GUIDA 393-463
25-06-2007
15:44
Pagina 462
MALNUTRIZIONE
MORTALITÀ MATERNA
FONTI D’ACQUA
1996-2004
2000
SU 100.000
NATI VIVI
SOTTO I
5 ANNI
POPOLAZIONE CHE
ACCEDE A
FONTI PULITE
67
3%
96%
titolo di indennizzo.
23
Tra il 1861 e il 1862, diversi
gruppi rivoluzionari diedero vita a
San Pietroburgo all’associazione
clandestina Terra e Libertà, attiva fino
al 1864. La ribellione polacca del 1863
e un fallito attentato contro lo zar
favorirono l’inasprirsi della
repressione.
24
I militanti favorevoli ad azioni
terroristiche diedero vita al gruppo
Volontà del Popolo, che, nel 1881,
assassinò lo zar Alessandro II. I
leader del gruppo vennero
impiccati; il nuovo zar Alessandro III
annullò le riforme avviate e rafforzò
la dittatura.
25
All’inizio del XX secolo,
nell’ambito del Partito Operaio
Socialdemocratico Russo (POSDR), i
“bolscevichi” di Vladimir Ilic
Uljanov, meglio conosciuto con il
soprannome di Lenin,
propugnavano la rivoluzione del
proletariato, mentre i
“menscevichi” sostenevano un
socialismo di tipo riformista.
26
L’espansionismo russo in Asia
orientale finì per provocare lo
scoppio, nel 1904, della guerra contro
il Giappone. La sconfitta riportata
dalla Russia in questa occasione
generò un forte malcontento
interno. Nel 1905 la violenta
repressione condotta dalla guardia
imperiale sui manifestanti riunitisi a
Mosca scatenò nelle due capitali la
rivolta popolare, che riuscì a essere
contenuta solo dopo l’emanazione
da parte dello zar del Manifesto del
17 ottobre, dov’era prevista la
convocazione di un parlamento
elettivo (Duma).
27
Le richieste avanzate dalla
Duma - riforma agraria,
uguaglianza di diritti in materia di
religione (quella ufficiale era la
ortodossa), amnistia per i prigionieri
politici, autonomia per la Polonia vennero giudicate inaccettabili dallo
zar. La Duma fu quindi sciolta e il
regime assolutista dello zar soffocò
nel sangue la cosiddetta prima
rivoluzione russa. Anche la seconda
Duma venne infine sciolta, mentre
quelle successive ebbero sempre
maggioranze di centrodestra, grazie
a una riforma elettorale che aveva
favorito i conservatori.
28
L’entrata della Russia nel primo
conflitto mondiale accelerò la crisi del
regime zarista. Nel gennaio del 1917
il Soviet (consiglio) degli operai e dei
soldati di Pietrogrado e la Duma
presero accordi per formare un
nuovo governo. In febbraio lo zar
Nicola II abdicò e la Duma diede vita
a un governo provvisorio, mentre i
Soviet si moltiplicavano in tutto il
paese. Il governo tedesco autorizzò il
transito sul proprio territorio di un
gruppo di bolscevichi guidati da
Lenin, che, di ritorno dall’esilio,
sperava di destabilizzare il regime.
29
“Pace, pane e terra” e “tutto il
462
Russia
potere ai Soviet” divennero la
parola d’ordine dei bolscevichi. Il 25
ottobre secondo il calendario
giuliano (il 7 novembre) Lenin si
mise alla guida dell’insurrezione che
rovesciò il governo e instaurò la
prima repubblica socialista della
storia. Agli inizi del 1918 i
bolscevichi sciolsero l’Assemblea
costituente, formata in gran parte
da socialisti rivoluzionari.
30
Il governo sovietico (Consiglio
dei commissari del popolo) approvò
la pace “senza annessioni né
indennità”, abolì la proprietà privata
della terra, nazionalizzò le banche,
sancì il controllo delle fabbriche da
parte del proletariato, istituì una
milizia e un tribunale rivoluzionari,
abolì i privilegi di classe e quelli
originati dal diritto d’eredità, attuò
una separazione fra Chiesa e Stato e
proclamò l’uguaglianza fra uomini e
donne.
31
Davanti alla pace decisa
unilateralmente dalla Russia, nel
1918 Germania, Francia e Regno
Unito inviarono le proprie truppe in
appoggio alle “guardie bianche”,
costituite da gruppi di militari
dell’antico regime. Nel luglio 1919 la
Repubblica Socialista Federale
Sovietica Russa (RSFSR) fu istituita
con l’adozione di una Costituzione
basata sul sistema dei soviet e sulla
dittatura del proletariato. In quello
stesso mese lo zar Nicola II e la sua
famiglia furono giustiziati. Nel 1920
l’offensiva straniera venne respinta,
ma la guerra civile si concluse due
anni dopo, con il trionfo dell’Armata
Rossa guidata da Lev Trotzkij. In
quegli anni il governo sovietico
instaurò il “comunismo di guerra”,
attuando una centralizzazione
estrema del potere e abolendo il
libero commercio interno.
32
Alla fine del 1922 la
Federazione Russa, Ucraina,
Bielorussa e la Federazione
Transcaucasica (Azerbaigian,
Armenia e Georgia) formarono
l’Unione delle Repubbliche
Socialiste Sovietiche (URSS).
33
Davanti al rischio di un
imminente collasso economico, nel
1921 il PCR si vide costretto ad
abbandonare il “comunismo di
guerra”, adottando la cosiddetta
nuova politica economica (NEP). La
NEP consisteva in un parziale ritorno
alle leggi del mercato e alla gestione
privata della piccola impresa, specie
nei settori agricolo e dell’artigianato,
lasciando che fosse lo stato a farsi
carico delle grandi infrastrutture,
dell’industria pesante e della
pianificazione economica nel suo
complesso. La NEP venne interrotta
dalla morte di Lenin avvenuta nel
1924. Nel 1922 Iosif Stalin aveva
assunto la segreteria generale del
partito. Un altro dei protagonisti di
quegli anni, Trotzkij, fu invece
costretto all’esilio, per morire infine
MEDICI
2002
assassinato in Messico nel 1940.
Stalin impose nuovamente la
pianificazione centralizzata
dell’economia con la
collettivizzazione forzata
dell’agricoltura. L’eliminazione fisica
dei dissidenti portò a processi
sommari come quelli svoltisi tra il
1934 e il 1938. Si calcola che in quel
periodo la Grande Purga sia costata
la vita a 10 milioni di persone.
L’insieme delle purghe staliniane
provocò circa 20 milioni di morti.
35
All’inizio della seconda guerra
mondiale, grazie a un accordo
segreto stipulato con la Germania
(patto Molotov-Ribbentrop), l’URSS
occupò parte della Polonia, insieme
a Romania, Estonia, Lettonia e
Lituania. Nel 1941 Hitler mobilitò
tutte le sue forze nell’invasione
dell’URSS. A un prezzo di 25-30
milioni di vittime, la controffensiva
sovietica riuscì alla fine a far
retrocedere le truppe tedesche,
mentre l’Armata Rossa, dopo aver
liberato diverse nazioni lungo il suo
cammino, giungeva infine a Berlino
per occuparla nel maggio del 1945.
36
Nel 1945, alla conferenza di pace
di Yalta, le potenze occidentali e
l’URSS si accordarono in merito alle
rispettive sfere di influenza in
Europa. I comunisti salirono al potere
in tutti i paesi occupati dall’Armata
Rossa (Bulgaria, Ungheria, Romania,
Cecoslovacchia, Polonia e Germania
orientale), dove venne istituita una
serie di repubbliche popolari, e
successivamente socialiste, secondo il
modello del PCUS.
37
Nel 1956, al ventesimo
Congresso del PCUS, Nikita Krusciov
diede avvio al processo di
destalinizzazione, che però fu
interrotto dalla sua destituzione da
parte di Leonid Breznev,
nell’ottobre del 1964. In
quell’occasione venne proclamato il
“socialismo compiuto”.
38
La strategia della guerra
fredda, inaugurata dagli Stati Uniti
nel secondo dopoguerra, scatenò la
corsa agli armamenti. Nel 1955 fu
istituito il Patto di Varsavia fra
l’URSS e i paesi dell’Europa dell’Est
ad essa alleati.
39
Nel 1985 Michail Gorbaciov
assunse la carica di segretario
generale del PCUS. La cosiddetta
glasnost (trasparenza) politica e la
perestrojka (riorganizzazione)
economica, di cui Gorbaciov fu
fautore, produssero una
mobilitazione di forze favorevoli a
una politica di trasformazione del
paese e riproposero la questione
dell’autonomia delle nazioni che
componevano l’URSS. I profondi
cambiamenti vissuti dall’URSS
scatenarono processi analoghi anche
negli altri paesi europei del blocco
comunista.
40
Nell’aprile del 1986 si verificò
un gravissimo incidente a uno dei
34
1990-2004
OGNI 100.000
ABITANTI
417
reattori della centrale nucleare di
Chernobyl (cfr. Ucraina).
41
In fatto di politica estera,
Gorbaciov fu protagonista di
importanti iniziative, quali la ritirata
dell’esercito sovietico
dall’Afghanistan (occupato nel
1979), la ratifica di accordi volti alla
riduzione degli armamenti nucleari
e l’accettazione della riunificazione
della Germania. Inoltre, vi furono
diversi incontri con il presidente
degli Stati Uniti e nel 1990
Gorbaciov propose di andare verso
uno scioglimento graduale del Patto
di Varsavia e della NATO.
42
Nel giugno del 1991 venne
eletto presidente della Repubblica
Russa Boris Eltsin. Dopo un fallito
colpo di stato nell’agosto del 1991,
il PCUS, al potere da più di 70 anni,
venne sciolto.
43
Nella regione della Cecenia,
alla fine di ottobre, si svolsero le
elezioni parlamentari e
presidenziali, a seguito delle quali
assunse il potere il generale Dzhojar
Dudaev, leader del movimento
nazionalista ceceno. Dudaev
all’inizio di novembre proclamò
l’indipendenza della Repubblica
della Cecenia. Mosca reagì
decretando un embargo economico.
Nel frattempo, Boris Eltsin assunse
la carica di presidente dello Stato
russo, mentre quella di presidente
del Parlamento (Duma) andò al
ceceno Ruslan Khasbulatov.
44
L’8 dicembre Boris Eltsin per la
Russia, Stanislav Shushkevich per la
Bielorussia e Leonid Kravciuk per
l’Ucraina si riunirono per decidere
formalmente lo scioglimento e la
fine dell’URSS, nata dal trattato del
1922, e per proclamare di
conseguenza la nascita della
Comunità di Stati indipendenti.
Lettonia, Estonia e Lituania si
separarono dalla CSI e vennero in
seguito riconosciute dall’ONU.
45
Nel marzo del 1993 la Duma si
oppose a un referendum proposto
da Eltsin, e tentò invano di limitarne
i poteri. Eltsin privò di ogni potere
la Duma, che reagì destituendo il
presidente e sostituendolo con
Alexandr Rutskoi. Quello stesso
giorno, il 22 settembre, la polizia
circondò la sede del Parlamento
russo.
46
La tensione continuò ad
aumentare e il 4 ottobre la Duma fu
presa d’assalto da carri armati in
assetto di guerra. Diversi leader fra gli
oppositori di Eltsin, come il
vicepresidente del Parlamento Rutskoi
e il presidente Ruslan Khasbulatov,
vennero arrestati. Eltsin indisse nuove
elezioni e un referendum per
ampliare i propri poteri.
47
Le elezioni di dicembre
segnarono la sconfitta dei
sostenitori di Eltsin, ma il 60% dei
votanti approvò la riforma
costituzionale che dava maggiori
GUIDA DEL MONDO 2007/2008
GUIDA 393-463
25-06-2007
15:44
DEBITO ESTERO
Pagina 463
IMPORTAZIONI
2004
ESPORTAZIONI
2004
AIUTI RICEVUTI
2004
2003
PRO CAPITE
BENI E SERVIZI
BENI E SERVIZI
PRO
CAPITE
$ 1.391
$ 130.144
$ 203.741
$9
poteri al presidente. Nel febbraio
del 1994 la Russia firmò un accordo
bilaterale con la repubblica del
Tatarstan, iniziando i preparativi per
un analogo accordo con la Cecenia.
Ma la tensione fra Mosca e il
movimento indipendentista ceceno
era ormai troppo alta e nel mese di
dicembre portò a un intervento
armato ordinato da Eltsin.
48
Nel 1995 Grozny, la capitale
cecena, venne quasi completamente
rasa al suolo. In dicembre il Partito
Comunista di Gennadi Zyuganov
vinse le elezioni legislative con il
22,3%.
49
La vittoria dei comunisti fece
temere a Eltsin una sconfitta anche
alle elezioni presidenziali del luglio
del 1996. Per evitare tale rischio, il
presidente modificò la propria
politica, rallentando le
privatizzazioni delle aziende statali
e nominando cancelliere Evgenij
Primakov, un diplomatico dell’epoca
sovietica legato a Gorbaciov.
50
Al secondo turno elettorale,
svoltosi in luglio, Eltsin riscosse il
53,8% dei voti, mentre Zyuganov
ottenne il 40%. Il presidente
uscente riuscì a vincere grazie ad
un’insperata alleanza con Aleksandr
Lebed, uno dei candidati
dell’opposizione, che aveva
ottenuto undici milioni di voti.
51
Nominato consigliere alla
sicurezza dello Stato, Lebed iniziò
subito a muoversi per concludere la
guerra in Cecenia che aveva già
provocato più di 80 mila vittime.
52
Dopo un lungo periodo di
convalescenza, Eltsin ritornò sulla
scena politica nel marzo del 1997.
Fece un rimpasto governativo e
lanciò un programma ambizioso di
tagli alla spesa pubblica e grandi
privatizzazioni. Le condizioni di vita
della popolazione russa
peggioravano in modo evidente. Il
caotico passaggio a un’economia di
mercato aveva facilitato l’ascesa della
mafia (nel 1997 il 73% del settore
bancario era sotto il controllo di
quest’ultima che, fra i suoi traffici più
redditizi, contava anche quello del
traffico di materiale nucleare).
53
Il 12 maggio Eltsin firmò un
accordo con la Cecenia
concedendole un’ampia autonomia.
54
Nel settembre 1998 Evgenij
Primakov fu eletto cancelliere.
Vennero stabiliti nuovi controlli
fiscali e lo Stato cominciò a
intervenire nell’economia. Sul piano
internazionale Primakov introdusse
una politica meno dipendente dalle
decisioni di Washington e si pose in
contrasto con Clinton e Blair
riguardo agli attacchi che USA e
Regno Unito sferrarono contro l’Iraq
nel dicembre 1998.
55
In maggio, durante i
bombardamenti in Iugoslavia, Eltsin
sostituì Primakov con Sergei
Stepashin. In agosto, infine,
IL MONDO VISTO DAL SUD
Stepashin venne rimpiazzato da
Vladimir Putin.
56
Nell’agosto 1999 un
contingente di guerriglieri varcò la
frontiera cecena, entrò in
Daghestan e conquistò alcune città.
L’esercito russo espulse i ribelli dopo
alcune settimane di scontri. Una
serie di attentati con bombe contro
edifici civili a Mosca causò decine di
morti e fu attribuita a terroristi
ceceni. Putin si impegnò a
“recuperare” la Cecenia all’interno
della Federazione e usò tutti i mezzi
possibili per conquistare il territorio;
ma dopo otto mesi di
combattimenti i russi riuscivano a
malapena a mantenere la calma a
Grozny e nella regione centrale,
mentre i guerriglieri conservavano
le loro posizioni sulle montagne.
57
Il 31 dicembre 1999, a sorpresa,
Eltsin si dimise, lasciando il governo
nelle mani di Putin. Primakov, un
altro candidato alla presidenza, si
ritirò a causa dell’impossibilità di
formare un’alleanza abbastanza
ampia da opporsi al delfino di Eltsin.
Le elezioni anticipate, celebrate il 26
marzo 2000, videro la vittoria di
Putin al primo turno.
58
Nel marzo 2001 Putin effettuò
il suo primo cambio di governo
nominando ministro della Difesa
Sergei Ivanov.
59
Nel dicembre 2001 la Duma
approvò il primo bilancio non
deficitario dalla caduta dell’Unione
Sovietica. La caduta dei prezzi del
gas e del petrolio in seguito agli
attacchi terroristici dell’11
settembre contro gli Stati Uniti
costrinsero il ministero delle Finanze
a rifare i suoi calcoli, perché il
prezzo al barile era sceso dopo la
prima approvazione del bilancio. La
Russia era diventata il secondo
esportatore mondiale di petrolio
dopo l’Arabia Saudita.
60
Il 23 ottobre 2002 un
commando di kamikaze ceceni
irruppe nel teatro Dubrovka di Mosca,
durante la rappresentazione di uno
spettacolo, prendendo in ostaggio
circa 700 persone e minacciando di far
saltare in aria l’edificio se le truppe
russe non si fossero subito ritirate
dalla “repubblica caucasica“. Il
presidente indipendentista ceceno
Aslan Maskadov condannò l’azione
del commando, ma Putin lo accusò di
averla pianificata e diretta. Mosca,
inoltre, mise in relazione l’attacco con
il terrorismo internazionale. I ribelli
minacciarono di iniziare a uccidere gli
ostaggi. Alcuni dei parenti degli
ostaggi manifestarono sulla Piazza
Rossa per la pace in Cecenia. Putin
ordinò un blitz delle forze di sicurezza
nella notte del 25 ottobre. Le teste di
cuoio russe immisero del gas
attraverso gli impianti di areazione e
penetrarono nei sotterranei del
teatro. 50 terroristi furono uccisi, tra
cui il capo, Movsar Barayev; 117
ostaggi morirono a causa dei gas e
centinaia vennero ricoverati per
intossicazione. Due ostaggi furono
uccisi con colpi di arma da fuoco. Sulla
natura dei gas utilizzati ci fu polemica
per giorni. Il ministro della Sanità,
Alexander Shevchenko, dichiarò
ufficialmente che era stato impiegato
un anestetico a base di oppio.
61
Nei primi mesi del 2003, nel
vivo della crisi irachena, la Russia si
schierò al fianco della Francia e
della Germania nel respingere la
richiesta statunitense e britannica di
una seconda risoluzione ONU, dopo
la 1441 (vedi Iraq). Non partecipò,
pertanto, al successivo attacco che
ebbe inizio il 20 marzo 2003.
62
Secondo gli analisti, dietro il
conflitto russo-ceceno vi erano
anche gli interessi finanziari di
compagnie petrolifere
transnazionali, come Chevron,
Exxon Mobil e Unocal. Dopo il crollo
dell’ex URSS, queste compagnie
avevano cercato di conquistarsi
l'accesso al Mar Caspio. La guerra
per il controllo del petrolio russo
spinse anche gli Stati Uniti a
finanziare la costruzione di un
condotto lungo 1.750 km in grado
di trasportare un milione di barili di
greggio al giorno da Baku alla
Turchia, senza attraversare l’Iran.
63
Durante i primi sei mesi
dell’anno, 12.700 cittadini russi
fecero domanda di asilo politico
presso le ambasciate estere.
64
Nel marzo 2004 Putin fu
rieletto presidente con oltre il 70%
dei voti.
65
Nello stesso mese, gli attacchi
terroristici all’interno della Russia si
intensificarono. Uno ebbe luogo in
Uzbekistan e un altro nella
metropolitana di Mosca, causando
la morte di 40 persone.
66
Tra gennaio e marzo del 2004 si
contarono 43 persone scomparse in
Cecenia, tra le quali l’attivista dei
diritti umani Aslan Davletukaev.
67
Oggi, in Russia, mentre la gente
comune diventa sempre più povera,
Mosca conta più miliardari di
qualunque altra città al mondo,
soprattutto a causa del tracollo
finanziario e dell’accaparramento di
beni pubblici avvenuto negli anni
della rapida privatizzazione durante
la presidenza di Eltsin.
68
Il 9 maggio 2004 il presidente
della Repubblica separatista cecena
(vedi scheda sulla Cecenia e
Abkhazia), Akhmad Kadyrov, fu
assassinato a Grozny. Il primo
ministro Sergey Abramov assunse la
presidenza ad interim.
69
L’UE decise di sostenere la
richiesta d’ingresso della Russia
nell’Organizzazione Mondiale del
Commercio (WTO). La Russia – la
sola potenza economica rimasta
fuori dalla WTO – doveva ancora
negoziare la sua incorporazione
con gli Stati Uniti e con la Cina.
Putin disse che Mosca avrebbe
accelerato il processo di ratifica del
Protocollo di Kyoto, che mira a
ridurre le emissioni di gas,
causa del surriscaldamento
globale.
70
Il 1° settembre un gruppo
armato sequestrò più di 500
bambini, genitori e insegnanti in
una scuola a Beslan, nel sud della
Russia. I sequestratori chiesero il
rilascio dei paramilitari ceceni
incarcerati nella vicina Inguscezia e
il ritiro delle truppe russe dalla
Cecenia. Putin era in ferie, ma
rientrò a Mosca per affrontare la
crisi.
71
Dopo violenti scontri tra
l’esercito russo e i sequestratori, e
dopo due giorni di lutto nazionale,
le autorità comunicarono che i
morti erano più di 300 e che
almeno 200 persone risultavano
disperse. I partiti di opposizione e i
media indipendenti contestarono la
politica di sicurezza del governo.
Alcune correnti politiche aprirono
un dibattito sulle leggi
antiterrorismo. Infine, nel maggio
2006 il solo rapitore sopravvissuto –
il falegname ceceno Nur-Pashi
Kulayev – fu accusato di omicidio e
terrorismo e condannato
all’ergastolo.
72
Tra gennaio e febbraio 2005 vi
fu una serie di manifestazioni in
tutta la Russia: centinaia di migliaia
di persone protestarono contro la
politica dei salari voluta da Putin.
La popolarità del presidente iniziò a
declinare, come pure il suo
sostegno da parte dell’esercito e
della polizia.
73
In aprile il Memorial Human
Rights Center riferì che in Cecenia,
dal 2000, più di 3.000 ceceni erano
morti, 1.543 erano stati rapiti, dei
quali 892 risultavano ancora
dispersi.
74
Nel maggio 2006 Putin accusò
gli Stati Uniti di impedire l’entrata
della Russia nella WTO, attesa per
luglio o agosto di quello stesso
anno. Mosca dichiarò che
Washington chiedeva condizioni
più dure per la Russia che per altri
paesi.
75
In quel mese il sindaco di
Mosca Yuri Luzhkoy e un tribunale
locale proibirono il primo corteo
Gay Pride in Russia, ricordando che
l’omosessualità era stata
depenalizzata nel 1993, ma
giustificandosi con la necessità di
prevenire scontri con gruppi
religiosi e di mantenere la
scorrevolezza del traffico. Le
associazioni dei gay cercarono di
effettuare comunque la loro
marcia, nonostante il divieto, e
furono affrontate dai gruppi
religiosi più estremisti. Più di 70
persone vennero arrestate. Russia
463